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Autore: SonLinaChan    15/07/2005    0 recensioni
Cosa c'entra un eremita maestro armaiolo con il Gran Maestro del Circolo di magia e stregoneria della città di Miilun? E quali strani ricerche si stanno conducendo a Moonearth al di là dei limiti imposti dalla comune etica dei maghi? Lina ed il suo gruppo hanno tutta l'intenzione di scoprirlo, trovandosi ad affrontare eventi sepolti nel loro passato...
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ed ecco qui il nuovo capitolo

Capitolo secondo: Rincontri e sparizioni… Cosa sta succedendo a Miilun?

 

La città di Miilun non appariva troppo diversa da com’era quando la avevamo lasciata, sei mesi prima…

Viva, allegra, CAOTICA… Anche se i giorni della Fiera del Magico erano lontani, bancarelle di ogni tipo continuavano ad occupare i lati delle strade e un numero sempre maggiore di persone si riversava, dai piccoli vicoli che la intersecavano, nella via principale. Niente male, per una città che fino a pochi anni prima era considerata periferica… L’iniziativa della fiera le aveva veramente portato fortuna… per quanto continuasse a rimanere dubbio in che modo un piccolo borgo come la capitale di Moonearth fosse stato in grado di permettersela…

 

Ormai da un paio d’ore cercavamo di districarci fra la marea di persone che affollava le vie. In verità, dopo essere arrivati in città e aver preso due stanze alla solita locanda, ci eravamo trovati senza una vera e propria meta da seguire… Irrazionalmente, mi ero aspettata di trovare a Miilun un cataclisma imminente, o almeno una situazione tesa… Invece, tutto sembrava rientrare nella normalità. Forse mi ero davvero preoccupata eccessivamente… Sarebbe stato il colmo se avessimo scoperto che Kentar-sama fuggiva dal Gran Maestro semplicemente perché doveva saldare un debito…

Alla fine, ad ogni modo, il mio compagno di viaggio ed io avevamo deciso di tornare nella zona dove sei mesi prima si era trovato il tempio alla cui distruzione i miei amici ed io avevamo, involontariamente, contribuito. Ero curiosa di vedere se il Circolo di Magia avesse dato avvio ad una ricostruzione, anche se ormai la configurazione magica che aveva costituito il Portale era scomparsa…

 

Vagando per le strade, per quanto la mia attenzione fosse concentrata principalmente sul non perdere di vista Gourry fra la folla (non avevo davvero voglia di spendere ore e ore a cercarlo, poi…), avevo notato che moltissimi maghi sembravano aver eletto Miilun come loro meta… Numerose vesti decorate da rune dominavano le vie, per quanto, fino ad un anno prima, il Circolo di Magia della città fosse considerato come uno fra i meno influenti del continente. Dunque, le tre carovane che avevamo incontrato lungo la strada per Moonearth non erano state un caso… Davvero strano…

 

“Ho paura che quando finalmente saremo riusciti a raggiungere il tempio, sarà già ora di tornare alla locanda…” Sbuffai. “Accidenti, ma nessuno ha di meglio da fare, che camminare per le strade a quest’ora? Quasi rimpiango quando c’era la fiera, almeno la gente se ne stava concentrata in UNA SOLA zona della città…”

Il mio amico fece spallucce. “Bè, anche noi contribuiamo ad alimentare il caos…”

“Lo so, lo so, ma avrò almeno il diritto di lamentarmi, no?”

Come semplice risposta, lo spadaccino mi rivolse un sorriso. “Senti, Lina… io non ho ancora capito bene una cosa… che pensi di trovare, esattamente, al tempio?”

“Il problema è… che non lo so! A dire il vero, non avevamo nessun altro posto dove andare…”

Una goccia di sudore scese lungo la tempia del mio amico. “Che… che intendi dire?”

Agitai una mano, in segno di noncuranza. “Vedi, ho pensato di venire qui a Miilun più per una sensazione, che per altro… Non saprei davvero da dove cominciare a indagare… Solo di una cosa sono certa…” Aggrottai le sopracciglia, risoluta. “… non ho per nulla voglia di tornare da quell’Ilmund…”

Il mio amico sospirò. “Per essere sincero, neanche io…”

Annuii. “E poi, se in questa città sta davvero succedendo qualcosa di strano, che ha a che fare con lui, essere sottoposto a troppe domande da parte nostra potrebbe insospettirlo… Certo, potrebbe pensare che sappiamo più di quanto non sia in realtà e di conseguenza parlare, facendoci capire meglio la situazione, però…” Aaaaaaaaaaaaah!!! I ragionamenti contorti non ci avrebbero portati a scoprire proprio nulla! Sempre che CI FOSSE qualcosa da scoprire… L’atmosfera serena di Miilun mi rendeva sempre più dubbiosa…

 

“L’ideale sarebbe ritrovare Kentar-sama e parlare della questione con lui, ma come facciamo a sapere dove si trova?” Riflettei, dopo un attimo di silenzio. “Potrebbe essere venuto a Miilun, come potrebbe essere fuggito da qualsiasi altra parte del mondo, nel caso non abbia intenzione di farsi trovare da chi lo sta cercando… Potremmo metterci a controllare i registri di tutte le locande della città, ma sai che lavoraccio… E poi c’è sempre la possibilità che abbia usato un nome falso…”

“E perché… avrebbe dovuto farlo…?” Domandò il mio amico, perplesso.

“Ragiona… Può darsi che, come noi, sia venuto a Miilun solo per studiare la situazione e non abbia intenzione di farsi riconoscere… E poi…” Aggrottai le sopracciglia. “Nella lettera di Ilmund il nome ‘Kentar’ era fra virgolette, ricordi…? Può darsi che si tratti di uno pseudonimo… Tra l’altro, ora che ci penso, anche il nome ‘Ilmund’, che firmava la lettera, poteva essere un falso…”

“In che… senso?” Il mio amico aveva l’aria di non capirci più nulla…

“E’ possibile che qualcuno abbia voluto sfruttare il nome del Gran Maestro, che a quanto pare aveva qualche tipo di rapporto con il nostro armaiolo, per attirare Kentar qui a Miilun, forse in una trappola… I conti tornerebbero comunque… E, purtroppo, noi non abbiamo gli elementi per escludere nessuna ipotesi…”

“Hmmm…” Fece il mio amico, pensieroso. Preferii non indagare se avesse realmente compreso… Non avevo voglia di arrabbiarmi…

“Con i forse, però, non verremo a capo a nulla… Come prima cosa, faremmo meglio a cercare di capire meglio CHI sia questo Kentar e perché il Circolo di Magia di Miilun possa essere interessato al suo agire… E poi, dovremmo scoprire se il tono allarmato della lettera che abbiamo trovato a casa di Kentar dipendeva da qualcosa che ha a che fare con quello che è accaduto sei mesi fa… E per questo, forse, un’occhiata al tempio non guasterà…” Era strano… Eravamo arrivati a Miilun… e stavamo facendo tutto il possibile per chiarire la questione… perché quell’inquietudine non si decideva ad abbandonarmi, allora? Con un sospiro, decisi di ignorarla… Era stata tutta colpa dell’atmosfera cupa di quella foresta!

 

Mi fermai un momento sospirando. La via era piena di gente e la situazione non sembrava migliorare, più avanti… Era abbastanza ovvio che i miei nervi ne risentissero… “Tagliamo per i vicoli…” Suggerii, fiaccamente. “Continuando per la via principale ci metteremo una vita ad arrivare…”

Attesi una risposta, o un cenno d’assenso… che non vennero. Seccata, mi voltai verso il mio amico, che era rimasto indietro di qualche passo. Dandomi le spalle, sembrava osservare qualcosa nella via, davanti a sé. Accidenti a lui… come al solito, mi faceva parlare con il vuoto!

 

Lo afferrai per un braccio, bruscamente. “Ehi, Gourry, ti vuoi decidere ad ascoltarmi o…” Immediatamente, lo lasciai… non appena notai la sua espressione. Il mare celeste dei suoi occhi si era tramutato in grigio ghiaccio. Il consueto calore era stato spinto lontano, coperto da una coltre di angoscia… e di paura…

Quello sguardo mi spaventò più di qualsiasi nemico avessi mai avuto la possibilità di incontrare.

 

“…Gourry…?”

 

Il mio compagno batté le palpebre e rivolse lo sguardo verso di me, senza dare realmente l’impressione di vedermi. “Oh… Niente… Non è niente… Mi era sembrato… di vedere qualcuno che conosco…” Il suo tono era impersonale… freddo… Senza aggiungere altro, mi volse nuovamente le spalle e si incamminò, senza aspettarmi, verso il tempio. Non si era mai comportato a quel modo… Che cosa…?

 

Sospirando, allungai il passo per raggiungerlo e mi parai di fronte a lui, bloccandolo. “Aspetta un momento…”Il mio tono oscillava fra la durezza e la preoccupazione. “Di chi si trattava…?”

Anche lo spadaccino sospirò. Quindi mi rivolse quello che sembrava tanto un sorriso di circostanza… “Nulla di importante, Lina… Mi sono solo sbagliato… Abbiamo altro a cui pensare, mi sembra…”

“Sarà anche stato poco importante, ma…” Cominciai, con tutta l’intenzione di non lasciargli sviare il discorso, ma non ebbi la possibilità di terminare. Lo sguardo del mio amico si era spostato dal mio volto a qualcosa di indefinito, alle mie spalle.

“Ehi, Lina… guarda un po’ lassù…”

Rivolgendogli un’occhiataccia per il repentino cambio di argomento, girai le spalle… e mi trovai ad osservare una scena che mi era ormai più che familiare…

 

Ad un centinaio di metri da noi, lungo la strada principale, una ragazza, vestita di una tunica bianca, abbellita da rune argentee, si trovava in piedi, su un LAMPIONE, e si rivolgeva alla folla, gesticolando vistosamente. Al suo collo pendeva un medaglione finemente decorato, che recava lo stemma della casata reale di Sailune.

 

“… E per questo motivo i principi della Giustizia devono essere sempre applicati! Se in voi non alberga lo spirito sacro del paladino, è comunque alla legge naturale e suprema della Giustizia che dovrete fare riferimento, o la punizione divina scenderà su di voi inesorabile!!!!”

“Principessa, la prego, venga giù di là… Se si farà male suo padre non me lo perdonerà mai…” Un’anziana guardia, un veterano, si trovava ai piedi del lampione e stava cercando, con scarso successo, di attirare l’attenzione della giovane. Una folla sempre maggiore di persone si stava radunando per osservare la scena, con il risultato che la strada era ormai completamente ostruita…

 

Sospirando, mi avvicinai al guerriero, appoggiandogli una mano sulla spalla. La guardia si voltò verso di me, sorpresa. “Cosa…?”

 

“Non è così che si fa… Stia bene a guardare…” Arretrando di qualche passo, richiamai a me il potere del fuoco, e, prima che l’anziano uomo potesse fermarmi…

Flare Arrow!!!” Recitai.

 

La punta delle mia freccia andò a colpire direttamente la cima del lampione, frantumandola. La principessa perse l’equilibrio e, distrutto il suo punto d’appoggio, fu costretta ad invocare un ‘Levitation’ e ad atterrare al suolo… Missione compiuta!

“Chi ha osato fare una cosa del genere proprio quando ero nel vivo del…” Cominciò la mia vecchia amica, ovviamente seccata… Quindi, il suo sguardo si posò su di me.

“Li… LINA -SAN!!!”

“Bingo!” Le sorrisi. “E allora, Amelia, come mai hai deciso di turbare ancora la pace di Miilun con i tuoi discorsi sulla Giustizia?”  

 

La mia amica non rispose. Si limitò a gettarmi le braccia al collo, in un caloroso abbraccio. “Lina -san! Non avrei mai pensato di trovarti qui!”

La allontanai, per riuscire a parlare. “Neanche io, se devo essere sincera… L’appuntamento era fra sei mesi, ma pare che abbiamo anticipato le cose…” Le strizzai l’occhio.

“Fra sei mesi un accidente!!!” Scattò la mia amica. “Avevi promesso di venire a trovarmi a Sailune, ricordi? E non ti sei mai fatta vedere!”

Ehm… Andare a Sailune e dover incontrare Phil non era certo la massima delle mie aspirazioni, ma in fondo aveva ragione… “Ecco… Scusaci, è che abbiamo avuto qualche problema con quella faccenda della spada di Gourry…”

“Ma certo! C’è anche Gourry-san!” Il sorriso della principessa si rivolse al mio compagno, che si avvicinò per salutarla. Ora, mostrava il solito atteggiamento… però… aveva evitato volutamente di guardarmi in volto…? Mi ripromisi di approfondire la faccenda, quando fossimo stati soli…

“Come sei elegante, Amelia… Sei qui per qualche questione diplomatica?” Chiese lo spadaccino, sorridendole.

“E’ la tunica da cerimonia, Gourry-san… Sono venuta a Miilun per partecipare al Concilio… Finalmente mio padre ha deciso di affidarmi un incarico importante… Sapete, il nonno ha deciso di lasciargli il trono entro l’anno prossimo… ormai è troppo anziano per regnare… Così anch’io dovrò abituarmi a esercitare seriamente il mio ruolo di principessa…”

 

“Il… Concilio?” Domandai, aggrottando le sopracciglia. Se non mi sbagliavo, quella parola ricorreva anche nella lettera di Ilmund…

 

La mia amica mi rivolse uno sguardo stupito. “Non ditemi che non ne sapevate nulla… Io pensavo che foste qui proprio per quello…”

 

Scossi la testa. “Ultimamente, la civiltà non è stata nostra compagna… Per lo più, ci siamo tenuti lontani dalle città e abbiamo vagato per boschi e montagne alla ricerca di fantomatici esperti d’armi…” Condii la frase con un sospiro. Non era stato sempre piacevole, dormire al freddo, su delle rupi che minacciavano da un momento all’altro di crollare… Ogni tanto mi chiedevo come facesse Zel… Quella era praticamente la sua vita quotidiana, con i posti che si trovava a visitare per via della sua cura…

 

“Capisco… Allora forse è normale che non abbiate sentito parlare di questa iniziativa… Del resto è stato tutto progettato e organizzato così in fretta…” Fece la principessa, senza smettere di sorridere. Ormai, la folla attorno a noi si era dispersa… Restava solo l’anziana ‘guardia del corpo’ di Amelia, che era rimasta a fissarci con aria grave e severa, la mano sempre all’elsa della spada…

La nostra amica si guardò attorno. “Sentite, perché non mi seguite fino alle stanze che hanno assegnato alla delegazione di Sailune? Potrei offrivi qualcosa e spiegarvi tutto con più calma… Non mi piace restare a parlare qui, in mezzo alla strada…”

Sapevo che in teoria avevamo già deciso di recarci al tempio… Ma la prospettiva di una cena con i fiocchi, offerta dai cuochi delle cucine reali, mi allettava DECISAMENTE di più… E poi, questa faccenda del Concilio mi incuriosiva…

Sorrisi alla nostra ospite. “Sei gentile, Amelia, accettiamo volentieri.”

“Povera ragazza, non sai a cosa vai incontro, invitandola a cena…” Fu il solo commento di Gourry, che si guadagnò una mia occhiataccia…

 

 

Camminando in silenzio per le strade ormai venate di ombre di Miilun, non potei fare a meno di notare l’aria stanca della mia amica. Era apparsa allegra ed esuberante come al solito, ma nonostante i suoi sorrisi, e l’attento studio alle spalle del trucco che accompagnava quella tenuta così elegante, sarebbe stato difficile non accorgersi delle ombre che, come nubi in una notte chiara, venavano il suo sguardo… Sembrava che non dormisse una notte tranquilla da settimane… Immaginai che fosse a causa dei nuovi impegni che erano nati per lei dopo la decisione di suo nonno di abdicare.

‘Povera Amelia… Speriamo che sia solo una questione di abitudine…’

 

“Ecco, siamo quasi arrivati” La principessa ci fece strada, lungo un viale alberato, debolmente rischiarato dalla luce dei Lighting, diffusa dai lampioni ormai accesi.

 

Gli alloggi che erano stati assegnati al gruppo di maghi provenienti dal regno di Sailune si trovavano nella

zona più elegante della città, a non grande distanza - notai - dalla sede principale del Circolo di Magia. Si trattava dell’intera ala di un grande palazzo, dotato di un ampio giardino, che accoglieva anche, in altre sue parti, delegazioni provenienti da tutte le città famose per le arti magiche e per le loro associazioni di maghi e sacerdoti… Lo sfarzo riservato agli ospiti era persino eccessivo, a mio parere, tanto che finiva quasi per scadere nel cattivo gusto… Il che, pensai malignamente, si adattava PERFETTAMENTE alla personalità di Ilmund… Tutto appariva come nient’altro che una occasione per mostrare la grandezza della città e del suo Circolo di Magia… e del Gran Maestro di tale circolo, ovviamente…

 

Amelia ci fece accomodare in un salotto arredato elegantemente, all’interno del suo appartamento privato. Congedando le guardie, diede loro disposizioni per la nostra cena… Bene… Dopo tutto quel camminare, non ci vedevo più dalla fame…

La principessa si sedette di fronte a noi, allontanando stancamente dal viso una ciocca di capelli, crollata dalla sua acconciatura, ormai semidistrutta. “Mi chiedo perché la mia dama di compagnia si ostini a cercare di tenermi su questi capelli…” Si lamentò, versandosi una tazza di tè. “Dice che così si addice ad una principessa, ma a me sembra solo una grossa perdita di tempo, dal momento che dopo cinque minuti sono sempre irrimediabilmente tutti crollati…”

Ridacchiai. “Credo che la tua dama di compagnia non tenga conto del fatto che le tue giornate tendono ad essere un tantino movimentate… Credo che le sarebbe venuto un collasso se ti avesse vista agitarti su quel lampione…”

Anche la mia amica rise, divertita. “Oh, in qualche modo dovrò pur sfogarmi… E poi, così, posso essere anche utile al prossimo…” Assunse un’espressione orgogliosa.

Non ero certa che i suoi discorsi sulla Giustizia fossero davvero così utili a chi li ascoltava… piuttosto li avrei definiti ‘esasperanti’… ma decisi che non avevo voglia di sollevare una discussione…

 

Cambiai argomento. “Allora, Amelia, ci stavi raccontando del Concilio…”

La principessa batté le palpebre. “Oh, hai ragione, Lina -san… Anche se, in realtà, non c’è molto da dire… In pratica, Ilmund -san ha deciso di riunire maghi provenienti dalle città più importanti per quel che riguarda le Arti Magiche… Sono presenti i rappresentanti di tutti i principali Circoli di Magia…” Sollevando lo sguardo dalla tazza, mi rivolse un’occhiata. “Dovrebbe esserci anche una delegazione di Zephilia, se non sbaglio…”

Battei le palpebre. “Ma… quale sarebbe lo scopo di questa riunione? Per quanto ne so, l’ultimo Concilio generale dei Maghi risale ad un migliaio di anni fa, ai tempi della Guerra al Gran Demone…” Per quanto molti avessero tentato, tramite accordi e alleanze fra le singole città, nessuno era mai riuscito a riunire i maghi del pianeta in un’unica organizzazione… Ben poco era nato, al di là dei Circoli di Magia e Stregoneria… I maghi tendevano ad essere… spiriti liberi, per così dire… Per questo motivo, eventi come Concili generali erano piuttosto rari, e di solito collegati a circostanze eccezionali. Quale poteva essere il motivo, questa volta?  

 

“Bè, a dire il vero… Ilmund-san è stato piuttosto enigmatico a questo riguardo… Ha detto che la città di Miilun era stata protagonista di un evento che i maghi del continente non potevano ignorare… E ha aggiunto che il Concilio sarebbe stata l’occasione per discutere di questo evento, lontano da orecchie ‘profane’…” Fissò lo sguardo nella sua tazza di tè. “Inizialmente, da ciò che ho sentito dire, erano stati pochi i Circoli di Magia che avevano accettato di presentarsi… Tutti desideravano sapere qualcosa di più riguardo a quello che sarebbe stato l’oggetto della discussione, prima di spendere energie e denaro per organizzare viaggio e cerimonia… Ma Ilmund- san, invece di rendere il suo proposito meno vago, ha offerto di accollarsi tutte le spese e l’organizzazione… Ha detto che era giusto che fosse così, dato che la proposta era nata da lui…”

 

“E i rappresentanti dei Circoli di Magia hanno accettato?” Chiesi, inarcando un sopracciglio… Al di là delle spese, recarsi a Miilun alla cieca doveva essere apparsa a molti come una grossa perdita di tempo… Avevo conosciuto diversi maghi legati a Circoli di Magia e Stregoneria e tutti mi erano sembrati molto attaccati ai loro studi e alla loro ricerca e riluttanti a lasciarli, se non per motivi di ordine maggiore…

 

La mia amica rigirò distrattamente la tazza fra le mani. “Bè, a dire il vero molti non erano ancora convinti, ma i Circoli di alcune città hanno accolto la proposta con un certo entusiasmo e sostenuto apertamente l’iniziativa del Concilio… Alla fine anche i più restii si sono lasciati convincere e il tutto è stato organizzato…”

 

“Nessuno ha saputo resistere all’idea di un soggiorno gratis in una ridente cittadina collinare…” Commentai ironicamente, senza frenare un sogghigno… L’animo umano si lascia convincere facilmente dalle ‘offerte che non si possono rifiutare’…

 

“Per quel che riguarda il regno di Sailune, mio padre era contrario, ma sono stata io a convincerlo ad inviare una delegazione…” Sollevò lo sguardo, indirizzandomi una occhiata significativa.

Aggrottai le sopracciglia. “Capisco… Credi che nel suo invito Ilmund facesse riferimento ai fatti di sei mesi fa, giusto?”

La mia amica annuì. “E’ probabile che l’evento senza precedenti di cui Ilmund -san ha parlato sia proprio la scomparsa del Portale dalla città di Miilun…”

 

“Hmmm…” La cosa non mi convinceva del tutto… “E da quanto Ilmund vi ha inviato il suo invito?”

La mia amica batté le palpebre. “Bè… Sarà trascorso un mese, o poco più… ma perché me lo domandi?”

“Mi stavo chiedendo… perché Ilmund ha atteso così tanto per diffondere tutta la storia? Oppure… cosa può averlo spinto a decidere di farlo proprio ora? Ha organizzato le cose così in fretta… Sembra che si tratti di un problema urgente, qualunque cosa sia…” Le parole della lettera che avevamo trovato continuavano a vagare nella mia mente…

 

 

Ci sono diverse cose di cui dobbiamo discutere

 

Non puoi continuare a respingere il MIO volere

 

Che cosa aveva in mente…? QUAL ERA il suo volere?

 

 

“Io non ho capito una cosa…” Una voce, al mio fianco, interruppe il corso dei miei pensieri. “Solo per parlare di una porta c’era bisogno di tutto questo lusso…? Voglio dire, deve essere costato un bel po’ di soldi…”

 

“Non è una porta, Gourry, è un PORTALE! Ti prego, non dirmi che hai già scordato tutta la storia…” Rivolsi allo spadaccino un’occhiata MOLTO poco rassicurante…

 

Il mio amico si grattò la testa. “Bè… Se ti fa piacere, posso mentirti…”

 

Sospirai, prendendomi la testa fra le mani. “Ti spiego… tutto più tardi… Ora le uniche parole che mi vengono in mente per chiarirti la questione sono quelle della formula del Dragon Slave…”

 

Il mio amico agitò la mano, ridacchiando nervosamente. “Ehi, ehi, non c’è bisogno di essere così melodrammatici… A grandi linee, ho in mente quello che è successo…”

 

“NON SONO IO ad essere melodrammatica!!! Sei tu che sei esasperante!!!” Sospirai, nuovamente. “Però, su una cosa hai ragione…”

Sia la principessa che lo spadaccino batterono le palpebre, assumendo un’aria interrogativa.

“Intendo…” Spiegai. “… sul fatto che il Gran Maestro sembra non aver badato a spese, per questa iniziativa… Il sindaco della città non si è opposto? La popolazione di Miilun si sarà di certo lamentata…” Mi rivolsi nuovamente alla mia amica.

 

“Al contrario… Ilmund -san ha ottenuto una grossa popolarità… Vedete, non so esattamente in che modo, ma il Gran Maestro si è accollato PERSONALMENTE tutte le spese… La città non ha dovuto risentire della sua iniziativa, solo il Circolo di Magia… Anzi, per la seconda volta dopo la Fiera del Magico, Ilmund sembra avere aperto le porte della ricchezza per questo borgo così lontano dalle principali arterie commerciali… Da quando Miilun è così frequentata, la sua economia ha vissuto una sviluppo incredibile…”

 

Aggrottai le sopracciglia. “Indubbiamente, Ilmund ci sa fare…”

La principessa annuì. “Mio padre ha saputo dagli ambasciatori che ha inviato a Miilun che molti, in città, cominciano a premere persino per la sua candidatura a sindaco, nelle prossime elezioni…”

“…E, ovviamente, nessuno si chiede da dove siano venuti tutti i soldi che ha investito nell’ultimo anno.” Conclusi, per lei.

“Bè… Il Gran Maestro ha diversi possedimenti, qui a Miilun… Non si può certo dire che navighi in cattive acque… E i fondi per il Circolo di Magia non mancano mai… sarà anche una associazione giovane, ma ha veramente prosperato, negli ultimi anni… Forse Ilmund -san ha pensato che si trattasse di un buon investimento, e…”

Scossi la testa. “Io non sono così sicura che Ilmund abbia voluto fare tutto di ‘tasca’ sua… Può darsi che sia qualcosa di non del tutto onesto alle spalle delle sue ‘folli spese’… E credo che anche qualcuno fra gli abitanti della città sia stato sfiorato da questo sospetto… Ma, dopotutto, le promesse di ricchezza fanno dimenticare di molte cose…” Agitai una mano in segno di noncuranza. Qualcuno avrebbe potuto sostenere che io ne ero la testimonianza vivente… in fondo, per quanto la cosa non mi piacesse, non avevo il diritto di criticare nessuno.

“LINA –SAN!!! Non dire certe cose con tutta quella tranquillità!!! Non è una cosa GIUSTA!!!”

“Ehi, ehi, Amelia… Le mie sono solo illazioni… Cerca di calmarti…” Le rivolsi un sorriso nervoso.

 

“E come pensi che possa essersi procurato quei soldi, Lina?” Chiese Gourry, al mio fianco, con aria pensierosa. “Qualcuno come il Gran Maestro dovrà pur cercare di coprirsi le spalle, se compie un’azione disonesta… Può aver agito qualcun altro per lui?”

“Aaaaaaah!!!” Scattai in piedi, puntando il dito verso il mio amico.

“Cosa?” Lo spadaccino si guardò attorno, spaesato.

“TU STAI RIFLETTENDO!!! Sei sicuro di stare bene???” Lo chiesi con SINCERA preoccupazione… davvero…

Il mio amico mi rivolse un’occhiataccia. “Molto spiritosa…”

Amelia sospirò. “Voi due… non cambiate proprio mai, eh?”

 

Le sorrisi. Era vero… L’atmosfera si era distesa e tutto sembrava tornato alla normalità… Forse quella strana espressione di Gourry me la ero davvero solo immaginata…

Agitai la mano. “A dire la verità, i miei sospetti sono ancora infondati…” Mi rivolsi allo spadaccino. “Ora come ora, non saprei davvero dirti di più… Non ho idea di come Ilmund possa avere fatto… Forse effettivamente è presto per lanciare accuse, ma mi è venuto naturale tirare fuori tutto quello che pensavo…”

Il mio amico mi sorrise… finalmente… “Sai che novità…”

 

Sogghignai. “Bene, credo proprio che con le discussioni, per stasera, possiamo dirci a posto… Quindi, che ne dite di concentrarci sulla cena? Sto morendo di fame!!!”

 

Amelia rise, scuotendo la testa. “Certo… Non preoccuparti, tra poco dovrebbero portarcela qui… Possiamo restare a mangiare in questa stanza, dal momento che siamo solo noi tre…”

“A proposito, Amelia… E’ da un po’ che me lo sto chiedendo… Sylphiel non è con te, questa volta?” La sacerdotessa si era trasferita da un po’ di tempo a Sailune, e accompagnava spesso la principessa nelle missioni che svolgeva per conto di suo padre…

“Oh… Poco prima che partissimo è stata invitata da alcuni amici di famiglia, per una visita… Ha detto che mi avrebbe raggiunta qui, a Miilun. So che molti banditi si saranno radunati attorno alla città per puntare ai viandanti attirati dall’evento del Concilio, ma Sylphiel -san mi ha assicurato che le affideranno una scorta… quindi non credo che sia il caso di preoccuparsi… Stando a quello che mi ha scritto, arriverà entro domani…”

“Bene.” Sorrisi. “Il che significa che presto saremo quasi al completo…” Lanciai un’occhiata nel buio, fuori dalla finestra. “Manca solo una certa chimera all’appello, ma chissà dove si troverà, con le sue ricerche…”

 

La mia frase ebbe l’effetto di un lampo in una giornata estiva. Il volto della mia amica, immediatamente, si oscurò. Scattò in piedi, facendo quasi rovesciare il tavolino sul quale erano appoggiate le nostre tazze di tè. “Scusate…” Ci rivolse un sorriso… un sorriso che appariva dolorosamente forzato… “La cena… la cena sembra tardare… Vado a chiedere cosa è successo…”

Senza aggiungere altro, corse fuori dalla stanza.

 

 

Gourry ed io ci scambiammo un’occhiata. “Ho detto… qualcosa di sbagliato…?” Chiesi, con un po’ di esitazione…

“Temo…” Il mio amico si grattò la punta del naso. “…temo che sia stato il riferimento a Zelgadiss, Lina…” Disse, con un sospiro, rivolgendomi una significativa occhiata… Per certe cose, era decisamente perspicace…

 

Cominciai ad avvertire un certo senso di colpa… La mia intenzione non era certo stata quella di ferire i sentimenti di Amelia, nominando la chimera… Tutti avevamo intuito quello che provava per lui, ormai da tempo… però mi era sembrato che sei mesi prima si fossero chiarite molte cose, fra loro due… E, anche se così non fosse stato, anche di fronte alla consueta freddezza di Zel e alla sua smania di allontanarsi in

solitudine, Amelia normalmente non si sarebbe mostrata tanto abbattuta… Doveva essere accaduto qualcosa fra loro, dopo che ci eravamo separati… qualcosa di cui non eravamo a conoscenza…

 

 

La porta della camera si riaprì all’improvviso. “Scusate il ritardo… La cena è servita.” La mia amica era rientrata, vestendo il suo solito sorriso. Una maschera che, immaginai, un reale doveva ben imparare ad indossare, in qualsiasi situazione sgradevole… Tuttavia, evitò sia i miei sguardi che quelli dello spadaccino.

 

Quello condiviso a quella tavola fu un pasto un po’ atipico, almeno per noi… consumato nel quasi totale silenzio… Amelia sembrava molto interessata al contenuto del suo piatto, tanto che, per tutta la serata, non sollevò gli occhi… Io, per una volta, trovai più interessante studiare la sua espressione che gettarmi sul cibo (è vietato qualsiasi tipo di commento su questo particolare!!!!!)… Anche Gourry si mostrò stranamente pensieroso e non aprì praticamente bocca, nemmeno per i suoi commenti stupidi…

 

In conclusione, mi sentii decisamente sollevata quando giunse il momento di congedarci… Ormai le strade erano completamente buie, fatta salvo la pallida luce dei lampioni. Il palazzo era quasi totalmente avvolto nel silenzio e nulla si muoveva attorno a noi, tranne le guardie di ronda, che si spostavano pigramente da una postazione all’altra, nessuna mostrando di avere molto altro per la testa, se non un morbido materasso ed un guanciale…

La nostra amica ci scortò all’uscita reggendo un po’ a fatica una grossa lampada ad olio. Alla fine, non ero riuscita ad approfondire la questione di Zel, come avrei voluto… Mi ripromisi di farlo non appena io ed Amelia avessimo avuto la possibilità di parlare da sole… Gourry era un amico anche per la principessa, ma forse la giovane maga non si sarebbe sentita a proprio agio, parlando di questioni COSI’ private di fronte a lui… E NESSUNO metta in dubbio che invece parlando con me sarebbe stata benissimo… Insomma, una maga-genio sa pure essere discreta, quando è necessario, no?

 

“Amelia… Quando comincerà il Concilio, esattamente?” Chiesi, prima che ci salutassimo.

“Oh… Domani mattina, Lina -san… Naturalmente, vi terrò informati… Immagino che anche voi siate interessati…” Eravamo più interessati di quanto lei pensasse, a dire il vero… Ma non avevamo avuto occasione di spiegare alla mia amica il motivo per cui ci trovavamo a Miilun… Con l’atmosfera pesante che si era creata durante la cena, non ero davvero riuscita a sollevare l’argomento… “E poi…” Proseguì la principessa “…domani pomeriggio pensavo di provare a chiedere ai miei ‘angeli custodi’…” Indicò in un cenno le guardie inviate da Sailune, di ronda di fronte al cancello del palazzo. “… di lasciarmi venire con Sylphiel -san a stare alla vostra locanda, tenendo a loro disposizione questi alloggi… Di sicuro sarebbe più divertente che godere dell’unica compagnia di anziani servitori, come succede qui…” Sospirò. “E poi, vista l’attenzione con cui i soldati montano la guardia, mi sa tanto che sarei più al sicuro con voi…”

 

Gourry mi batté lievemente una mano sulla testa. “Io non sono così certo che la locanda sia tanto sicura, Amelia… non con Lina in circolazione…”

Gli rivolsi un’occhiataccia. “Che intendi dire?”

“Che attiri i nemici come il miele attira le mosche, Lina…” Mi rispose, con un mezzo sorriso… Quindi, rifletté un momento e aggiunse… “Non volevo certo dire che ti diverti ad andare in giro scagliando Palle di Fuoco, se non peggio, contro qualsiasi essere a cui sia stata donata la facoltà di respirare…”

AAAAAAAGH! Ma se era quello che aveva appena detto!!! Lo sguardo che gli rivolsi si fece ancora più minaccioso del precedente…

 

“Ehm… Lina -san … Prima che tu decida di esercitare questo tuo hobby su Gourry -san, sarebbe meglio se vi allontanaste… Gradirei non avere troppe cose da spiegare alle delegazioni delle altre città, domani mattina…”

“AMELIA!!! Non ti ci mettere anche tu!!!” Sospirai. “D’accordo, d’accordo… Si è fatto tardi… Noi siamo alloggiati alla solita locanda, facci sapere qualcosa, appena sarà terminata la prima riunione… Vieni, Gourry…” Conclusi, fiaccamente.

“Buonanotte, Amelia…” Il mio amico salutò la principessa, rivolgendole un sorriso.

 

“Buonanotte… ragazzi…” Con la coda dell’occhio, allontanandomi, osservai la mia amica stringersi nel mantello che le avvolgeva le spalle e incamminarsi, a testa bassa, verso i portali del palazzo… Dovevo riuscire a parlarle… Tacendo i suoi problemi, si stava solo facendo del male da sola… Non potevo permetterlo…

 

 

Procedemmo in un inusuale silenzio lungo le strade della città. Lanciando qualche occhiata al mio compagno, mi accorsi che si guardava attorno un po’ nervosamente… Forse era semplicemente perché stavamo attraversando dei vicoli bui, dato che le vie principali erano ancora troppo affollate, per i miei gusti… Però…

 

“Che ti prende, Gourry…?” Domandai, all’improvviso.

Il mio amico batté le palpebre, come se lo avessi risvegliato da chissà quali pensieri. “Cosa?”

“Mi sembri nervoso.” Replicai, semplicemente… Dopo anni di convivenza, non poteva pretendere di ingannarmi.

Il mio amico stette un momento in silenzio. Quindi, assunse un’espressione grave… “Ti dirò la verità sul perché sono così teso…” Sospirò “…se mi prometti di non reagire in modo esagerato…”

Annuii. La cosa cominciava a preoccuparmi… “Spara…”

Mi guardò ancora una volta negli occhi, profondamente…

“Non ho la più pallida idea di dove ci troviamo.”

AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!!

“COME ACCIDENTI FAI A ESSERTI DIMENTICATO LA STRADA PER LA LOCANDA?!?! Sarà la decima volta che passiamo da queste parti!!!”

“Ma questi vicoli si somigliano tutti e… Ehi, ehi, aspetta un momento! Avevi promesso di non reagire male!!!”

“Davvero? Ma che strano, questo te lo ricordi, però…” Gli rivolsi un’ultima occhiataccia. “Ringrazia il cielo che non mi sento in vena di lanciare incantesimi…”

“Non ti senti in vena di lanciare incantesimi…? Stai male, per caso?” Il mio amico mi appoggiò una mano sulla fronte, con aria sinceramente preoccupata.

“Gourry…” Cominciai, esasperata…

“Ah… Ora ho capito!” Il mio amico assunse l’aria di chi ha appena ricevuto una illuminazione divina. “Si tratta di ‘quei giorni’, vero?”

UAAAAAAH!!!

“BURST…” Cominciai, del tutto decisa a fargli vedere come ero PERFETTAMENTE in grado di utilizzare la mia magia, quando una voce, dal tono stranamente familiare, interruppe la mia formula.

“Due giovani come voi potrebbero avere ben altro da fare, a quest’ora, che disturbare la quiete pubblica a questo modo…”

Non so se ci fosse effettivamente qualche allusione nascosta in quella frase, ma arrossii violentemente.

“E cosa ci suggerisci di fare, sentiamo, caro il mio impiccione???” Con la vena sulla mia fronte in procinto di scoppiare, mi voltai a fronteggiare la persona che aveva parlato… Si trattava di un uomo, apparentemente piuttosto anziano, anche se non ero in grado di dirlo con sicurezza perché il suo volto era quasi totalmente coperto da un mantello scuro, e dalle ombre della notte, in cui si ritraeva, rintanato, come una preda sul punto di essere inghiottita… Con la postura curva di chi porta sulle spalle anni di esperienza, sedeva su un telo purpureo, roso anch’esso dal tempo, muovendo fra le dita una piccola sferetta di cristallo, che alla luce della luna emetteva riflessi color arcobaleno, agilmente come solo un mago avrebbe saputo fare …

 

Non so perché, ma alla vista di quell’uomo gli insulti che avevo preparato mi morirono in gola… Dove… dove l’avevo già incontrato?

“Sfidate l’abilità di questo vecchio, signori… Indovinate dove si trova la sfera dei cento colori, e questa predirà il vostro futuro… Se fallirete, dovrete concedermi il privilegio di una piccola donazione, per dissetare queste labbra arse dal fuoco della conoscenza…”

Con estrema agilità, estrasse tre bicchieri di vetro opaco dal mantello, e nascose la sfera al di sotto di uno di essi, per poi cambiarli di posizione tanto velocemente da rendere difficile per qualsiasi occhio distinguere i loro movimenti… 

 

“Dove si trova la sfera, signori? Avanti, non è difficile, per un buon osservatore… Una vittoria vale una predizione…”

Il mio amico spadaccino ed io ci scambiammo un’occhiata. Era un trucco vecchio come il mondo… Sospirando, mi avvicinai ai tre bicchieri e, fingendo di avvicinare la mano ad uno di essi… afferrai il braccio del vecchio imbroglione, stringendolo saldamente.

“Parli di QUESTA sfera, vecchio?” Chiesi, estraendo il piccolo oggetto dalla sua manica, dove una mano abile la aveva agilmente nascosta…

 

“Oh… Ehm… MIRACOLO!!!! La sfera ha deciso di eludere la vostra presa, signorina!!! E’ un pessimo presagio!!!”

Gli rivolsi un sogghigno. “Anch’io vedo pessimi presagi, ma non riguardano il MIO futuro… Tu non sai chi stavi cercando di imbrogliare… Io sono una maga molto potente…”

“Ma vi assicuro…”

“Io ti assicuro che la tua sfera di cristallo sta per fare una bruttissima fine, insieme al suo proprietario… Certo, potrei anche decidere di soprassedere…” Accentuai la stretta sul suo braccio.

Il vecchio deglutì. “Volete che… vi legga il futuro gratis, signorina…?”

“Oh non chiederei mai tanto… Basta che…” L’uomo deglutì, nuovamente, di fronte al mio sguardo maligno. “…Tu mi dia tutto quello che hai in tasca! ORA!!!” Il mio sogghigno si allargò. Quel genere di imbroglioni spesso portava con sé oggetti MOLTO interessanti, senza nemmeno rendersi conto del loro potere…

“Ecco, lo sapevo…” Ignorai il sospiro rassegnato di Gourry, alle mie spalle.

“Aaaaaah, ma questo è un FURTO!!!” Ribattè l’uomo, cercando di divincolarsi dalla mia presa.

“Cosa credevi che ti chiedessi? Di darmi lezioni di onestà? Rubare ai ladri non è un furto! I malvagi non hanno diritti!!!”

“E dai, Lina, lascia perdere… Che cosa speri di ottenere da lui?” Il mio amico sospirò nuovamente, cercando di tirarmi via.

Volsi le spalle al vecchio per un momento, per rivolgermi al mio compagno…“Umph! Se avesse voluto essere lasciato in pace, avrebbe dovuto pensarci prima invece di…” Non ebbi il tempo di terminare. Quella distrazione era stata il mio errore.

 

In un attimo, la mano libera dell’uomo aveva estratto un pugnale. Me ne accorsi con la coda dell’occhio, ma era troppo tardi. Il vecchio si era già avventato su di me. Aveva una forza paurosa!!!

“Come… come diavolo…?”

Poi, capii… Non si trattava della SUA forza… Il pugnale… il pugnale era magico! Degli stranissimi segni dorati incisi sopra la sua elsa si erano illuminati non appena lo aveva impugnato… Ma non avevo decisamente il tempo di mettermi a riflettere su quel particolare…

 

“LINA!!” L’azione fu così concitata che Gourry non poté fare altro che restare fermo a guardarla.

Il mio avversario mi bloccò al suolo e sollevò il pugnale, recitando sommessamente una formula che, riconobbi, aveva come scopo l’affilarne la punta… Evidentemente l’obiettivo primario di quell’arma non era colpire, solo aumentare la forza di chi ne era in possesso… Ma il suo proprietario, ora, mirava ad altro… Non voleva di certo limitarsi a minacciarmi…

Assestando una dolorosa gomitata nei denti del vecchio, riuscii ad evitare che il pugnale si conficcasse nel mio collo, guadagnandomi solo un piccolo sfregio sul volto. Ma se avesse attaccato di nuovo, non sarei riuscita a respingerlo… e non sembrava che avesse intenzione di lasciarmi andare con un sorriso… 

 

Tuttavia, qualcuno era di parere contrario.

 

“Non osare toccarla!!!” Con una mossa rapida, anche Gourry si buttò nella mischia. Estratta parzialmente la spada, ne batté violentemente l’elsa contro il polso del nostro avversario. L’arma cadde dalle mani del vecchio… e lo spadaccino si mostrò risoluto a non lasciargli il tempo di raccoglierla.

Afferrato il vecchio per il mantello, lo spinse violentemente contro la parete del vicolo in cui quella inusuale colluttazione notturna aveva avuto luogo… “Hai ancora tanta voglia di colpirla, ora?” Chiese il mio amico, i denti stretti per la rabbia e la paura… Nessuno di noi due si era lontanamente aspettato che quel vecchio potesse essere un combattente tanto abile… Ci aveva colti di sorpresa ed era stato DAVVERO pericoloso…

“Lasciami… Lasciami, bastardo…” Il vecchio si divincolò, cercando di liberarsi dalla sua presa.

“Al diavolo! Non sono COSI’ stupido…”

 

“No.” Intervenni, con voce fredda. Due volti stupiti si rivolsero verso di me. “Ha ragione lui. Lascialo…” Sollevai lo sguardo, ripulendomi il volto dal sangue fuoriuscito dal piccolo taglio che mi aveva fatto. Passato lo spavento, ero molto, MOLTO arrabbiata. “… Lascialo a me…”

“Li- Lina… Cerca di calmarti, eh? In fondo non è successo nulla di grave…” Lo spadaccino, ora, sembrava molto più spaventato del nostro avversario…

“Te lo faccio vedere io che cosa significa sfidare Lina Inverse, brutto indovino di terza categoria…”

 

Improvvisamente, il vecchio lasciò la presa con la quale aveva cercato di allontanare il braccio di Gourry e cessò di divincolarsi. Il suo sguardo si fissò sul mio. “Cosa… cosa hai detto?”

“Non fingere di non capire, vecchio rimbambito…”

L’uomo ignorò il mio insulto. “Tu… sei davvero Lina Inverse? Sei la piccola Lina?” Il suo tono non era più quello aspro e schernitore che ci aveva rivolto poco prima… In esso c’erano dolcezza… e gioia…

Chi diavolo…?

 

“Lina -chan! Sono io! Non mi riconosci?” Battendo le palpebre, feci segno a Gourry di lasciare la sua presa.

Il vecchio si sistemò il mantello, avanzò verso di me e, quando fu fuori dalla portata di Gourry, prese a recitare una formula. Lo spadaccino pose immediatamente mano all’elsa della spada, ma un mio cenno lo bloccò nuovamente.

 

Lighting!” La luce si spandette immediatamente lungo il piccolo vicolo. Fu allora che l’uomo abbassò il cappuccio del mantello… E, finalmente, lo riconobbi.

 

“GALDIAR –SAN!”

 

 

Quella notte non riuscivo davvero a prendere sonno. Erano successe talmente tante cose… tutte a seguito del nostro arrivo a Moonearth… Prima, l’incontro con Amelia e poi… lui… Sorrisi fra me e me, lasciando travolgere la mia mente dall’ondata dolce dei ricordi… Chi si sarebbe mai aspettato di rincontrarlo proprio a Miilun…? Così lontano da casa…

 

 

“Lina -chan!!! Non riesco a credere che sia proprio tu!!!”

“Galdiar -san!!! Che diavolo stava combinando con quel trucco così disonesto???!!!”

“Ah… Voi giovani vi legate davvero le cose al dito… Bè…Vedi… Mi trovo qui a Miilun,  ma non posso farlo sapere in giro… Sono venuto qui di tutta fretta e non sono stato in grado di portare con me molto denaro… Diciamo che…dovevo trovare un modo per sbarcare il lunario…”

“Non mi sembra un buon motivo per mettersi a minacciare con un pugnale magico le ragazze indifese, come me!!!”

 

A quella mia osservazione, il volto del mio vecchio maestro di magia -eh, già, perché ci trovavamo proprio di fronte al responsabile dei guai della maggior parte dei banditi del pianeta- si era immediatamente incupito.

 

“Perdonami, Lina… Non avrei mai voluto farti del male… Ti avevo scambiata… per una di LORO…”

“…Loro…?”

 

Galdiar -san si era guardato attorno, come se temesse che qualcuno sbucasse fuori dalle ombre, da un momento all’altro.

 

“Non possiamo parlare ora. Con il nostro combattimento, abbiamo attirato troppo l’attenzione… Sono pronto a scommettere che presto qualcuno arriverà a controllare… Consiglio anche a voi di allontanarvi presto, ragazzi… Chi si pone al centro dell’attenzione rischia molto, qui a Miilun…”

“Aspetti, Galdiar -san!!! Che cosa significa tutto questo? Si trova in pericolo?”

 

Il vecchio mago si era limitato a scuotere la testa, lasciando scivolare fra le mie mani il pugnale magico che in precedenza aveva brandito contro di me.

 

“Non ora, Lina -chan, non ora…Sto rischiando troppo e sto mettendo in pericolo anche voi… Domani sera, al tramonto, ci incontreremo fuori dalle mura e ti spiegherò ogni cosa. Il pugnale ti guiderà… Via di qui, ora… Presto…”

 

Il mio vecchio maestro non aveva aggiunto altro. Una breve formula e, in una nuvola di fumo, era scomparso nel nulla… Aveva sempre adorato i trucchetti da prestigiatore e, a quanto pareva, non era cambiato per nulla, con gli anni…

 

Avevo convinto un dubbioso Gourry a seguire il consiglio del mago, promettendo di spiegargli in seguito di chi si trattasse e che genere di legame avesse con me… Ci eravamo nascosti nell’ombra e, dopo pochi minuti, avevamo effettivamente osservato un gruppo di uomini scivolare silenziosamente nel vicolo in cui ci eravamo trovati, con l’apparente intenzione di realizzarvi un sopralluogo…

 

… Si trattava delle guardie al servizio del Gran Maestro, Ilmund il Verde.

 

 

Riflettevo su questi fatti sdraiata sul letto della mia stanza, le braccia incrociate dietro la testa, lo sguardo fisso sul soffitto. Gourry probabilmente dormiva profondamente, nella camera accanto… Dopo la mia breve spiegazione sull’identità di Galdiar, avevamo concordato di riposarci per qualche ora, entrambi stremati dalla incalzante successione di avvenimenti che ci aveva coinvolti. Tuttavia, la mia mente rifiutava di essere messa a tacere. Che legame poteva avere Galdiar con la città di Miilun? Detestavo l’idea che il mio vecchio maestro si trovasse in pericolo… Per me, era stato un po’ come un secondo padre… Negli anni in cui avevo vissuto a Zephilia, costantemente all’ombra di mia sorella, Galdiar aveva sempre mostrato di confidare nelle mie capacità…

 

“Il tuo potere è grande, Lina… Un giorno, tutti lo capiranno… Ed io sono qui per aiutarti a svilupparlo…”

 

Quelle parole erano state un conforto incredibile, tutte le volte in cui mi ero convinta di essere un’incapace, di non essere all’altezza di Luna e dell’orgoglio che lei, costantemente, procurava alla nostra famiglia… Se ora avessi potuto aiutarlo come lui aveva fatto con me, finalmente il mio debito sarebbe stato saldato…

E poi, c’era un’altra cosa… Quel pugnale magico risvegliava in me un insistente dubbio…

 

 

“Aaaaaaaaaaaah, dannazione!!! Per stanotte, se continuo a questo modo, di dormire non se ne parla!” Lanciai un’occhiata fuori dalla finestra, con un sospiro. Ormai il sole stava sorgendo…

“Forse una passeggiata mi aiuterà a conciliare il sonno…”

 

Silenziosamente mi alzai, afferrai il mantello, legai la spada al mio fianco, e uscii nella luce pallida dell’alba. L’aria fresca del mattino provocava una piacevole sensazione, sulla mia pelle. Mi sembrava di rinascere…

Lanciai un sguardo al paesaggio al di là della locanda. “La collina dove ci siamo salutati, sei mesi fa…” Mormorai, fra me e me… “Chissà, magari tornandoci mi sembrerà di ritrovare la calma di allora… Una calma che minaccia sempre di terminare, certo…” Ridacchiai. Dopotutto, era il tipo di vita che IO avevo scelto… E, probabilmente, se ne avessi avuto la possibilità, non lo avrei cambiato…

 

Mi incamminai verso l’altura, che declinava dolcemente, come a creare un giaciglio naturale per la città. Era una delle vie di accesso a Miilun, e quindi, ultimamente, doveva essere una zona piuttosto frequentata… Ma, a quell’ora, non mi aspettavo di trovare molta folla…

Fui quasi sorpresa, quando notai una figura sedere con aria pensierosa, sulla roccia che dominava quel paesaggio quasi fiabesco…

 

“Un panorama incantevole, vero?” Commentai, avvicinandomi alle sue spalle e, evidentemente, cogliendola di sorpresa…

“Chi…?” Si voltò, di scatto. “LINA -SAN!!! Mi hai fatto prendere un colpo… Cosa ci fai qui?”

Ignorai la sua domanda. “Sembravi così assorta, Amelia…” Diressi lo sguardo là dove, poco prima, era stato fisso quello della mia amica. “Laggiù c’è il Sud…” Commentai, per poi tornare a fissare gli occhi su quelli della principessa. “Da come fissavi quella direzione, sembrava quasi che stessi aspettando qualcuno…”

 

La mia amica mi fissò per un momento, in silenzio. Avrebbe continuato a negare…?

 

“E’… così evidente…?” Si limitò a chiedere dopo poco, abbassando lo sguardo…

“Amelia…” Con un sospiro, mi decisi a dare avvio a quella conversazione, per quanto la mia amica potesse trovarla dolorosa… “Prima quell’espressione cupa, ieri sera… e ora ti trovo qui, a fissare un miraggio… Dimmi cos’è successo… Dimmi cos’è successo con Zelgadiss…”

 

La principessa sollevò la testa e mi lanciò uno sguardo venato di dolore. “Io… ho paura, Lina -san… Forse non ne ho mai avuta tanta in vita mia… Temo… temo che a Zel sia successo qualcosa di male…”

Inarcai un sopracciglio, mascherando un sorriso. “ ‘Zel’? Fino a sei mesi fa, lui era ‘Zel -san’ per te, mi sembra…”

La mia amica arrossì, violentemente… “Ecco… sono cambiate un po’ di cose… fra noi…” Serrando le labbra, riprese ad osservarsi la punta dei piedi. Sospirai… Sarebbe stato difficile farmi raccontare ogni cosa…

“Vale a dire, Amelia?” La incoraggiai, sedendomi al suo fianco e mostrandole che avevo tutta l’intenzione di approfondire la questione…

“Uh… Sai che sei mesi fa… Zel… Zelgadiss… ha accompagnato Sylphiel -san e me a Sailune, dopo che ci siamo separati…” Annuii, semplicemente, in risposta. “La notte prima che arrivassi a casa, Zel mi ha fatto una … uhm… promessa…” Sollevò lo sguardo, per fissarmi nuovamente in volto. “Ha promesso… di tornare… da me. Mi ha chiesto… di aspettarlo… Uh… Capisci cosa intendo, vero, Lina -san…?”

Annuii, nuovamente. E così… il vecchio Zel si era finalmente deciso a darsi una mossa, eh?

 

“Poi… la notte successiva… Lo ho ospitato a palazzo…” Il tono di voce della mia amica scemò in un soffio. “Abbiamo parlato ancora, quella notte… Volevo stare con lui il più possibile, perché sapevo che sarebbe passato molto tempo, prima che potessimo rivederci… Lo ho… invitato… in camera mia… e noi… noi abbiamo…” Il rossore della mia amica, se possibile, peggiorò.

 

Battei le palpebre per un momento, senza capire. Quindi, compresi quello che intendeva…

“AH!” Per la sorpresa, non riuscii a tenere basso il tono della voce. E, non so se per questo o se per ciò che la mia amica aveva detto, mi trovai anch’io ad arrossire…

 

“Lina -san! Non c’è bisogno di reagire a quel modo!!!”

“Scu… scusa, Amelia… E’ solo che… mi hai colta di sorpresa…” Una goccia di sudore mi scese lungo la tempia… Insomma, non erano cose che mi veniva a raccontare tutti i giorni…

“Perché, Lina -san?” I suoi occhi blu mi fissarono, profondamente. “E’ così strano…? Se si tratta di una persona che ami…”

Scossi la testa, e le sorrisi. “No, non intendevo assolutamente dire questo, Amelia… Anzi sono contenta per voi due… E, sinceramente, non vedo dove sia il problema…”

 

La mia amica sospirò. “Ovviamente, dopo quella notte, Zel è partito, come avevamo deciso… Per due mesi, mi ha inviato regolarmente delle lettere, raccontandomi dove si trovava, assicurandomi che stava bene… Non potevo rispondergli, perché si spostava continuamente, ma mi andava comunque bene, perché sapevo che era in salvo… Questo, fino a quando non ha raggiunto le terre dei draghi, nell’estremo sud del continente… L’ultima missiva mi è arrivata da Lyrith…”

 

“E poi, non hai più ricevuto sue notizie?” Chiesi, accigliandomi.

La mia amica scosse la testa. “Inizialmente pensavo che fosse perché era preso completamente dalle ricerche… Ma sono trascorsi quattro mesi, Lina -san… Quattro mesi senza nemmeno due righe, per sapere che andava tutto bene…” Ebbi l’impressione che si stesse sforzando di trattenere le lacrime… Adesso comprendevo che cosa c’era che non andava… “Ho pensato di organizzare una spedizione per cercarlo…” Continuò la principessa. “Ma non avrei saputo come spiegarlo a mio padre… Vedi… Lui non sa ancora… di noi… Avremmo voluto riferirglielo insieme, al ritorno di Zel…” Nascose la testa fra le ginocchia, e non aggiunse altro.

 

Quella storia non mi piaceva… Che cosa poteva essere accaduto a Zel? Aveva un caratteraccio, certo… ma avrebbe fatto soffrire deliberatamente Amelia dopo quello… che c’era stato fra loro due? Aveva deciso di far perdere le sue tracce… o qualcuno glielo aveva imposto…?

O, peggio…

 

“Lina -san…” Riprese la mia amica, dopo un momento di silenzio. “Io… a questo punto… preferirei che avesse deciso di non farsi più sentire… perché si è stancato di me… Piuttosto che… che…”

“Non dire sciocchezze, Amelia!” Scattai. “Se è successo ciò che è successo, con Zel, è perché ti fidavi di lui, giusto?”

La mia amica alzò lo sguardo. Aveva le guance rigate di lacrime… “Sì… ma…”

“Niente ma!” Le strizzai l’occhio. Per quanto potessi essere preoccupata, non era davvero il caso di fare incupire ulteriormente la mia amica! “Sono certa che Zel sta bene, e non aspetta altro che venire a dirtelo di persona! E’ solo che… bè… evidentemente c’è qualcosa che glielo impedisce… Lascia che Gourry ed io risolviamo una piccola questione, qui a Miilun, e poi andremo noi a cercarlo, per te… Con il giusto compenso, ovviamente…”

Per quanto avessi cercato di sottolinearla, la parte riguardante il compenso sembrò sfuggire alla principessa. “Oh, Lina -san… Tu… lo faresti veramente?” Non feci in tempo a rispondere. La mia amica mi aveva già gettato le braccia al collo. “Lina -san!”

Sospirai. “Ora calmati, Amelia… I pianti non portano da nessuna parte…”

La mia amica annuì, asciugandosi, con un sospiro, le guance. “A proposito, Lina -san, qual è la questione che tu e Gourry dovete risolvere? E’ da ieri che me lo chiedo… Come mai siete qui?”

 

Sospirai. “E’ una lunga storia… Ti spiegherò tutto oggi pomeriggio… Ora è meglio che tu vada a prepararti, non mi sembri nelle condizioni per partecipare al Concilio…”

La mia amica diede un’occhiata ai propri vestiti, stropicciati e bagnati dalla rugiada mattutina, e dovette convenire con me che era giunto il momento di salutarci…

 

 

Quando raggiunsi nuovamente la locanda, era ormai giorno fatto… Finalmente avevo scoperto cosa preoccupava Amelia… E forse era qualcosa che avremmo potuto aiutare a risolvere… Continuavo ad avere dei dubbi su ciò che poteva essere accaduto al nostro amico… Zel era in grado di badare a se stesso… cosa poteva avere incontrato, tale da bloccarlo nelle terre dei draghi dorati…?

Ad ogni modo, chiarita la questione, mi sentivo decisamente più sollevata…

 

…Uno stato d’animo che non sembrava essere comune ad un certo spadaccino, che, appena fui in vista della locanda, mi venne incontro con un’espressione più che allarmata…

“Lina! Dov’eri finita? Ti ho cercato ovunque!!!”

Battei le palpebre. “Non riuscivo a dormire, così sono uscita a fare due passi… Sinceramente, pensavo che fossi ancora addormentato… Ma… è successo qualcosa?”

“Sì, dannazione! Stavo morendo di preoccupazione, ecco che è successo! Accidenti a te… Potevi lasciare scritto qualcosa…”

Agitai la mano. “Ehi, scusa, scusa… Ma ora calmati… Lo sai che so badare a me stessa, no? In questi giorni mi sembri più nervoso del solito…” Continuavo ad essere convinta che il mio amico avesse paura di qualcosa, di cui non mi aveva parlato…

Lo spadaccino sospirò… “…Mi sembra il colmo, farmi rimproverare da Lina Inverse di essere nervoso…”

Questa volta fui io ad accigliarmi. “Cosa vorresti dire, con questo?”

Ridacchiò. “Niente, niente… ehm… Entriamo… La nostra colazione sta per essere servita…”

Gli sorrisi. Effettivamente, l’aria fresca di quella giornata mi aveva messo appetito… “Salvato in corner, Gourry Gabriev…” Lanciai un’occhiata al sole, già alto nel cielo. La luce del mattino faceva vedere tutto sotto una luce diversa… Forse, valeva la pena di restare allegri…

 

E quella allegria, come la calma di sei mesi prima, quanto sarebbe durata?

 

“…a parte per il fatto che…” Proseguii “…per farti perdonare del tuo commento… questa colazione me la offrirai tu…”

 

 

 

  
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