Capitolo sesto: Il sigillo del Caos (oh, oh, chissà perché questo titolo mi ricorda qualcosa…)
“Un…
esame…?” I miei occhi si assottigliarono, sospettosi, mentre studiavo le
reazioni del mio interlocutore. La sua presenza in quel luogo, in quel momento,
mi inquietava più di quanto avrebbe potuto fare l’improvvisa apparizione di un
esercito di lumache in cotta di maglia (non è un granché come paragone, lo so…
ugh…)…
Xellos
si limitò a sorridermi, senza dare l’impressione di avere la minima intenzione
di sanare i miei dubbi. Accidenti a lui! Come al solito, compariva nei momenti
meno opportuni per inseguire obiettivi solo a lui comprensibili! E CON
QUELL’IRRITANTE GHIGNO STAMPATO IN VOLTO, DANNAZIONE!!!
Sospirai.
“Xellos, si può sapere che cosa hai in mente questa volta?”
Il
suo sorriso si allargò. “Per ora, solo osservare come rivolgono gli eventi,
Lina… Osservare e… giudicare… Ed intervenire solo se strettamente necessario…
Quando sarà il momento, però, l’azione sulla scena prenderà risvolti vivaci… ed
interessanti…” Mi rivolse un breve inchino. “E tutti ne saremo protagonisti
indispensabili, te lo posso assicurare…”
Digrignai
i denti. Non mi piaceva la sua espressione…
“Ed
ora, se non vi dispiace, qualcuno attende la mia conferma sul fatto che tutto è
andato per il meglio… E, Lina… ho imparato da te che non è ‘salutare’ fare
aspettare un mago…” Agitò il dito, con aria grave. “…Ma continuerò a tenervi
d’occhio, questo ve lo posso assicurare… Sono certo che ci rivedremo… che ci
rivedremo molto presto…” Ammiccò e, prima che potessi fare qualsiasi cosa per
fermarlo, mi volse le spalle e cominciò a volteggiare, con l’evidente
intenzione di scomparire a mezz’aria, come sempre faceva. Non potevo
permetterglielo!
“Xellos!”
Mi gettai all’inseguimento. Stavolta, non sarebbe scomparso senza darmi
spiegazioni! Che intendeva con ‘non bisogna fare attendere un mago’? Xellos
faceva capo ai demoni, non di certo ad un comune essere umano… a meno che…
…
questi non avesse firmato un contratto con lui…
Accidenti!!!
Il demone riuscì a scappare ancora prima che riuscissi ad afferrare il suo
mantello, per cercare di trattenerlo… Mi bloccai, in piedi, guardando fisso nel
vuoto che aveva lasciato, la mente piena di dubbi. Se i demoni c’entravano
nella faccenda, allora forse il Concilio… E poi… non capivo… la sua permanenza
era stata decisamente più breve del solito…
…sembrava
quasi…
…sembrava
quasi che si fosse fatto vedere solo per farci perdere tempo in quel luogo…
“Lina!”
Persa
nelle mie riflessioni, non facevo particolarmente caso a quello che mi stava
accadendo attorno… lo schiarirsi del cielo, il canto dei primi uccellini…
…la
lama diretta al mio stomaco…
Con
il suo intervento, Zel impedì cortesemente che ci rimettessi la pelle sul
posto…
Riuscii
appena in tempo a schivare l’affondo, velocissimo e silenzioso, con cui il mio
misterioso assalitore aveva appena cercato di cogliermi di sorpresa, sbucando
dai cespugli. Tuttavia, non potei evitare che la lama colpisse di striscio il
mio fianco traendone un immediato fiotto di sangue, e costringendomi
momentaneamente al suolo, per il dolore.
“Aaaah!”
Mi morsi il labbro, per evitare di gridare. Che… che tecnica! Ma chi diavolo
era, quello?
“Per
una criminale ricercata non è saggio starsene tranquilla in mezzo ad un bosco,
comportandosi come se avesse la coscienza pulita… O il fatto di non avere un
codice d’onore ti fa automaticamente ritenere di non dover temere nulla,
‘grande’ Lina Inverse?” Poggiando una mano sulla ferita per guarirla e
sforzandomi di resistere al dolore, guardai negli occhi l’uomo che mi aveva
attaccata. Avrà avuto al massimo trent’anni… Corpulento… muscoloso… ma… con
quell’immancabile agilità che contraddistingue un bravo spadaccino. La pelle
chiarissima, i capelli tanto biondi da sembrare quasi bianchi… Gli occhi blu…
blu notte… una notte che sembrava poter avvinghiare l’animo delle persone,
studiarlo, giudicarlo… stritolarlo… Quello sguardo pieno di biasimo… mi
provocava un senso di disgusto… Forse quello era il tipo d’uomo che una ragazza
avrebbe potuto trovare affascinante, ma in quel momento sentivo solo l’impulso
di distogliere gli occhi da lui… e la cosa NON MI PIACEVA, non mi piaceva per
niente. Quelle persone capaci di farti sentire in colpa con un solo sguardo,
anche quando –nel raggio di qualche mese- non hai fatto nulla di male… quelle,
non sono il tipo di persone con cui IO possa sentirmi a mio agio…
Rifiutandomi
di cedergli, sostenni il suo sguardo, la vena sulla mia fronte già ben
evidente, a mostrare la mia disposizione d’animo nei suoi confronti… “Ma com’è
BUFFO che tu te ne venga a parlarmi di onore dopo avere cercato di uccidermi
cogliendomi di sorpresa…” Replicai seccamente, con più di una punta di ironia.
La
sua espressione non mutò. “Non cercare di confondermi, Inverse, perché questa è
una battaglia che perderai in partenza… Mi hanno insegnato a non fidarmi di voi
maghi. Cercate di giocare con la mente delle persone, di sconvolgerle con i
vostri trucchi… Ma con me non funziona. Io SO cosa è giusto e cosa è sbagliato
e non ho intenzione di farmi imbrogliare da te…” Accidenti, complimenti… c’è
chi direbbe che il giusto e lo sbagliato non sempre sono così semplici da
distinguere, a priori… quella manichea separazione doveva essere indice di
grande fermezza… ciò non toglieva che il buon campione di lealtà mi avesse
attaccato alle spalle… “… E poi il mio colpo non era mirato ad ucciderti… Se
così fosse, saresti già morta.” Mi rivolse uno sguardo grave, pieno di
sicurezza. “Il mio obiettivo era unicamente quello di ferirti quanto bastava
per metterti fuori combattimento, e quindi catturarti, secondo le disposizioni
del Gran Maestro…” Tornò a brandire la sua arma a due mani di fronte a sé.
Mi
concessi un sogghigno. “Disprezzi i maghi, ma poi lavori per uno di noi per la
semplice riscossione di una taglia… Non mi sembra un comportamento molto
coerente…” Osservai, pacatamente.
“Taci!
Io non lavoro per nessuna taglia! La mia casata non ha certo bisogno del denaro
di questa misera città governata da maghi… Mi preoccupo solo di assicurare una
criminale alle autorità… e purtroppo, finché mi trovo qui, l’unica autorità a
cui fare riferimento è quell’infido mago di nome Ilmund il Verde…” Bé, almeno
eravamo concordi sul giudicare il Gran Maestro… “Inizialmente avevo altre
faccende da sbrigare in questo luogo… Ma, quando ho sentito che la ricercata
eri tu, non ho potuto evitare di impegnarmi nella missione della tua cattura…”
Uh? E che gli avevo mai fatto, perché ce l’avesse tanto con me…? “Io so molto
su di te…” Mi scoccò un’occhiata penetrante. “So che tipo di persona sei… E ora
ho l’occasione di sigillare per sempre il male che porti con te nelle tue
azioni indegne…” Uff, che razza di esagerato… “… E farai meglio a seguirmi di
tua spontanea volontà, perché se qualcosa dovesse andare diversamente da come l’ho
progettato, potrei decidere di ignorare le disposizioni del Gran Maestro e
darti personalmente la lezione che ti meriti…”
Mi
accigliai. Sembrava che non avessi altra scelta, se non combattere…
La
ferita quasi completamente guarita, accennai ad alzarmi in piedi, ma mi
bloccai, notando che il mio movimento brusco lo aveva immediatamente messo in
allerta… uhm… niente male… non sapevo chi fosse quell’uomo, ma non era un
nemico che potessi permettermi di sottovalutare. Avevo tutta l’impressione che
sarebbe stato sufficiente un mio atto mal calcolato per farmi trafiggere a
morte… e poi… temevo di dover stare doppiamente attenta… Quello spadaccino era
molto sicuro di sé… di certo non era tipo da lasciarsi prendere dal panico e
sfociare in reazioni imprevedibili, come pericolosi fendenti lanciati alla
cieca… però… allo stesso tempo… avevo l’impressione che la mia presenza lo
innervosisse, in qualche modo…
…avevo
l’impressione che non attendesse altro che una mia mossa falsa per avere la
scusa per eliminarmi…
“Ad
ogni modo…” Iniziai, nella speranza di riuscire a distrarlo. “… Sembra che tu
sappia chi sono, ma io non conosco il tuo nome… Non trovi che prima di
aggredire una persona sia cortese almeno presentarsi?” Lanciai un breve sguardo
ai miei compagni, che stavano in piedi, in silenzio, a qualche metro da me. Zel
stava osservando il nostro interlocutore, gli occhi socchiusi, lo sguardo
attento. Mi chiesi se si stesse domandando se quella potesse essere la figura
misteriosa comparsa nella Visione…
“Non
rivelerò il mio nome ad una persona come te.” Quella frase… anche qualcun altro
l’aveva pronunciata, in mia presenza… “Non voglio perdere altro tempo…
Decideremo la nostra sorte combattendo.”
Ah!
Prima che potessi realizzare cosa intendeva con quella frase, mi fu nuovamente
addosso. Schivai ancora una volta per il rotto della cuffia, buttandomi di
lato, ed atterrando malamente, il volto al suolo.
Amelia
scattò in avanti. “Lascia stare Lina –san!” Sollevando le mani, iniziò a
recitare una formula, ma la mia voce la bloccò.
“No…”
Sia
Amelia che Zel si volsero nella mia direzione, battendo le palpebre. “Questa è
una questione che voglio risolvere da sola…” Mormorai fra i denti, rialzandomi,
gli occhi che sprizzavano fiamme di rabbia. Quel cavaliere stava giocando con il
fuoco… ed io ero troppo orgogliosa per tirarmi indietro. Quel suo
atteggiamento, quel suo sguardo… mi irritavano in maniera terribile… non la
solita aggressività, alla quale chi conosceva il mio carattere doveva essere
tanto abituato… ma… rancore puro, freddo… probabilmente, da parte mia, lo stato
d’animo più pericoloso… Adesso, glielo avrei fatto vedere io che cosa si
pagava, costringendo Lina Inverse a terra…
“Lina…
Lo sai che non possiamo…” Iniziò Zel, ma ancora una volta lo bloccai. “Sarà
questione di un attimo.” Replicai, seccamente.
“E’
quello che penso anch’io.” Il mio avversario sorrise ancora una volta, sicuro.
“E penso anche di conoscere già quale sarà l’esito…” Uuuuuuuuuuuuuuuuuuuuff!
Che persona NOIOSA! Prima di attaccarmi doveva avere studiato in un compendio
di frasi fatte! Il solito bel cavaliere che per un motivo inquietantemente
ignoto sbuca misteriosamente dal nulla tutte le volte che c’è un ‘cattivo’ da
sconfiggere o una bella principessa da salvare…
Uh?
Un momento… Quello che avevo appena pensato… che cosa mi ricordava…?
“Allora,
Lina Inverse… La mia spada ti ha risparmiata due volte, ma potrei decidere di
non essere così generoso al prossimo attacco… Sei certa che valga la pena di
correre questo rischio, quando è così ovvio chi fra noi due uscirà vincitore?”
Gli
rivolsi un sogghigno. “Senti, bello mio, qui non spaventi proprio nessuno…
Capisco che una persona che attacca i propri avversari alle spalle
prevedibilmente si serva anche di mezzi sporchi come le provocazioni, ma, se
vuoi davvero battermi, credo che dovresti cercare di chiacchierare meno…”
Parlando di provocare il proprio avversario…
…La
mia frase sortì decisamente l’effetto desiderato. “Maledetta strega!”
Evidentemente, era il classico tipo del genere ‘toccatemi tutto, ma non il mio
onore’… Psicologia piuttosto prevedibile, in fondo… Pronta l’offesa, ed
immediato l’attacco… Solamente, questa volta ero pronta al suo affondo…
Lasciai
che si avvicinasse a sufficienza e… “Dug Haut!!!” Recitai. Una mossa sleale quanto
efficace. Acuminati spuntoni di roccia frenarono il suo attacco, e la lama
della sua spada fu inevitabilmente occupata, per qualche istante, dalla
necessità di tranciare le punte di roccia che minacciavano chi la impugnava… Il
tempo necessario perché potessi terminare una formula…
“Mega
Brand!!!” Essere colpiti in pieno da un incantesimo di quel livello non era
certo il miglior modo per tornarsene a casa con tutte le ossa al loro posto…
Pregustavo
ormai il sapore della vittoria, quando una mossa del mio avversario mi lasciò
totalmente senza parole. Individuata la direzione dell’energia magica che lo
minacciava, fece un passo indietro, ed iniziò a roteare con una velocità ed una
precisione impressionanti la spada di fronte a sé.
…Stava…
tracciando un segno magico…?
Bastò
qualche secondo a sedare i miei dubbi. Il mio colpo magico, normalmente in
grado di creare un’onda d’urto ed un calore tali da fondere anche il ferro, si
spense sulla lama imbracciata dal mio avversario.
…Cosa
diavolo…?
“Una
spada magica!”
Non
si trattava semplicemente di una formula finalizzata a potenziare l’arma, o a
schermarla parzialmente alla magia… Quell’oggetto era riuscito a parare con
estrema facilità un colpo dagli effetti DECISAMENTE distruttivi. Solo un
maestro armaiolo sarebbe stato in grado di creare qualcosa del genere!!!
“Sei
sorpresa, Inverse? Come vedi, non sei la sola a poter fare ricorso a trucchetti
simili…”
NO-IO-SO!!!
Quella frase sembrava uscita da un eroe da romanzo d’appendice!!!
Sospirai,
esasperata. “Dove ti sei procurato quell’arma? Le spade stregate non sono…”
“Dalle
mie parti non è così difficile trovare esperti armaioli in grado di fabbricare
armi come questa… Persino nella mia famiglia ce ne sono…”
Ehi,
non parlare come se trovare una spada magica sia una impresa semplice! Gourry
ed io, dopo la perdita della Spada di Luce, avevamo cercato per mesi prima di
imbatterci in una lama decente!
“Comunque,
quest’arma non è poi così potente come sembra…” Battei le palpebre. Stava
scherzando? Aveva un oggetto simile fra le mani… E OSAVA PURE LAMENTARSENE???
“Lo confesso perché IO sono una persona onesta, al contrario di certi criminali
che userebbero qualsiasi mezzo pur di avere la meglio…” A CHI SI STAVA
RIFERENDO????? “…La mia spada non ha nulla a che vedere con le armi leggendarie…”
Il tono della sua voce si fece… amaro… “Purtroppo, sfruttando il suo potere la
indebolisco gradualmente e, dopo l’assorbimento di tre o quattro colpi magici
potenti, diventa inutilizzabile persino per un combattimento normale…” La
espressione si deformò in quello che –immaginai- doveva apparire come un
sorriso fiero… “Ad ogni modo, questo ora non rappresenta un problema.” Mi
rivolse un’espressione beffarda. “Il suo potere sarà più che sufficiente per
sconfiggere TE…”
Brutto
presuntuoso!!!
“La
tua arma rende indubbiamente le cose più interessanti, ma di chi sarà la
vittoria… bé… questo è tutto da vedere…” Commentai, sbuffando.
Chiacchiere,
chiacchiere… Detestavo quel genere di combattimenti! Battaglie che si sarebbero
potute concludere in dieci minuti, ma che, a causa della –inspiegabilmente
immancabile- parlantina dell’avversario, finivano per protrarsi per ORE ED ORE,
sottraendo tempo ad attività ben più produttive, come il riposo ed un buon
pasto! Non eravamo in un film western! Era ora di farla finita!
Scattai
nuovamente in avanti. Tutto ciò che dovevo fare era evitare di farmi colpire e
di sprecare troppa energia magica prima che la spada del mio avversario fosse
totalmente fuorigioco… E, ovviamente, metterla fuorigioco era compito mio!
“Dill…”
Non
ebbi il tempo di terminare la formula. Il mio nemico, invece di indietreggiare
come mi ero aspettata, caricò contemporaneamente a me! Accidenti!
“Uaaaaaaaaaaaaah!!!”
Schivai il colpo per un soffio. Era terribilmente veloce! Quello era uno spadaccino
che avrebbe potuto dare del filo da torcere persino a Gourry!
Non
ci voleva. Se non avevo tempo di preparare formule con un briciolo di potenza…
“Sembra
che la mia spada, in fondo, abbia poco da temere, eh?”
Quanto
era irritante! Non potevo chiedere l’aiuto dei miei compagni! Era una questione
di principio!
“Palla
di fuoco!”
Approfittai
della sua ennesima chiacchierata per tentare un colpo abbastanza potente.
Ovviamente, la lama roteò e lo assorbì. Tuttavia…
“Ti
converrebbe cercare di perdere meno tempo a parlare… Altre tre di queste, e la
tua arma saluterà il paradiso delle spade…”
Purtroppo,
non c’era bisogno di farglielo notare. Dalla sua espressione capivo che si era
perfettamente reso conto da solo del suo errore… e che non si sarebbe permesso nuovamente di commetterlo.
Nonostante
continuassi a mostrarmi arrogante, cominciavo a non sentirmi più tanto sicura
di me…
C’era…
qualcosa nel suo sguardo… una determinazione… che per qualche motivo mi era
familiare… una determinazione che avevo visto negli occhi di qualcun altro, nel
momento in cui combatteva per qualcosa di veramente personale…
Quell’aria…
già nota…
…cominciavo
ad avere… un assurdo dubbio…
Ah!
Dannazione! Mi ero persa a riflettere! Avevo concesso al mio avversario un
momento di distrazione!
“Mossa
sbagliata, Inverse!” Scattò in avanti, la spada sguainata, puntata direttamente
a me!
Ah!
Nessun
problema!
Indietreggiai
lievemente. Non avevo tempo di fare uso di qualche formula, però avevo anch’io
il mio asso nella manica!
Estraendo
il pugnale di Galdiar, puntai i piedi al suolo e mi preparai a parare. La sua
magia mi avrebbe permesso di avere la forza per resistergli…
…o
almeno così credevo.
“Aaaaaaaaaah!”
Il colpo venne leggermente deviato, certo, ma non potei fare a meno di gridare,
quando la lama si conficcò a fondo nel mio stomaco.
“Lina!”
“Lina
–san!”
A
malapena udii le grida dei miei amici.
A
malapena mi accorsi dell’impatto con il suolo.
Tutto
ciò che avvertivo era il dolore e…
…il
progressivo…
…intorpidirsi…
…dei
miei sensi…
“Volevi
frenare il mio attacco… con un pugnale?” Il mio avversario aveva un’aria
DECISAMENTE perplessa. Lo capivo, ma… perché…? Perché stavolta non aveva
funzionato?
Cercai
di rispondergli, ma dalla mia bocca non uscì altro che un rivolo di sangue…
“Lina
–san!” Sentii vagamente Amelia inginocchiarsi al mio fianco ed evocare una
formula. Peccato che, con l’immediata guarigione, tornassero
‘controindicazioni’ come la sensibilità… e il dolore…
Non
durò a lungo, comunque. La formula venne presto portata ad una forzata
interruzione.
“Non
credo che questa sia una buona idea.”
La
lama di una spada era stata improvvisamente puntata al collo della principessa.
“Non
morirà. Non ancora. Ci penseranno le guardie al servizio di Ilmund –san ad
occuparsi di lei. E tu farai meglio a non opporre resistenza, se vuoi evitare
di fare la stessa fine…”
“Bastardo!
Tu…” Zelgadiss fece per avanzare, ma un rapido movimento dello spadaccino lo
frenò istantaneamente… la lama si era avvicinata ancora più pericolosamente
alla pelle della mia amica.
“Ho
detto, niente resistenze… Se non agirete avventatamente, nessuno ci rimetterà
la vita….”
Gli
occhi di Zel si posarono su di me e per un secondo brillarono di incertezza… ma
c’era poco da fare. Il nostro avversario aveva già dato una dimostrazione più
che ampia di non avere la minima intenzione di scherzare…
Certo,
una tale determinazione era rara in un cacciatore di taglie… per dirla tutta,
era raro pure che una persona tanto abile decidesse di impegnarsi in una
professione così… ‘limitante’… sì, anche Gourry ed io occasionalmente avevamo
accettato l’impiego, per necessità di denaro, ma bisogna dire che io sono
piuttosto conosciuta fra le Gilde dei maghi e non è raro che siano proprio
queste a rivolgersi a me per le missioni più pericolose, senza che io vada a
caccia di incarichi… facendo i cacciatori di taglie si può anche fare fortuna,
ma è MOLTO raro senza gli ‘agganci giusti’… perché è difficile che le questioni
più spinose da risolvere –e di conseguenza più remunerative- siano lasciate da
sbrigare ai dilettanti, con i classici ‘manifesti appesi ai muri’… Certo,
questo se non ci sono in circolazione copie di Monaci Rossi o irritanti Gran
Maestri che decidono di sguinzagliare guerrieri provenienti da una decina di
stati diversi contro dei poveri innocenti…
Ad
ogni modo, se un mago o uno spadaccino sono abbastanza esperti nel proprio
campo, generalmente scelgono, saggiamente, un altro tipo di lavoro…
E’
la dovuta conclusione del ragionamento era…
…CHE
DIAVOLO VOLEVA DA ME QUELLO???
Perché
accidenti la buttava così sul personale? Io non avevo mai fatto (quasi) niente
di male a nessuno!!!
“Ora,
Inverse, preferisci arrenderti o morire dissanguata? So essere clemente con chi
perde con onore…”
Bastardo!
Tentai di sollevare lo sguardo per fissarlo negli occhi, ma una nuova fitta di
dolore mi impedì qualsiasi movimento… A questo punto… non restava che da
sperare in un miracolo, o nell’arrivo di…
“Lina!”
Inizialmente,
questa sua attitudine poteva essermi sembrata seccante, ma da un paio d’anni a
quella parte tendevo ad apprezzare MOLTO la tendenza di Gourry ad intromettersi
nei miei combattimenti…
“Lina
– san! Tutto a posto…?”
… e
Sylphiel. Rincontro decisamente provvidenziale, vista la situazione… ma la
spada del nostro avversario era sempre puntata al collo di Amelia. A quel
punto, mi chiedevo come avremmo potuto…
“Voi…
vi conoscete davvero, allora…”
Era
stato lo spadaccino che ci aveva aggredito a parlare… per la prima volta,
probabilmente, da quando ci aveva attaccati, aveva allentato la guardia…
apparentemente, per la sorpresa… e il suo sguardo, pieno di disappunto, ora era
puntato su Sylphiel.
Cosa…?
Che… che tipo di rapporto c’era, fra loro…?
La
ragazza lo osservò per un momento, quindi abbassò gli occhi, con fare
colpevole, senza replicare nulla.
“Era
così… era come pensavo… è davvero per lui che sei venuta qui… Perché me lo hai
tenuto nascosto, Sylphiel –san? Lo sapevi quanto era importante per me… per la
nostra famiglia… noi ti credevamo un’amica fidata…”
“Io…
volevo solo…evitare il peggio…” La sacerdotessa mi sembrava confusa… non
capivo… quel cavaliere… era forse un suo parente…?
“So
perfettamente…” Lo sguardo dello spadaccino si posò su Gourry, e suoi occhi si
assottigliarono. “… so perfettamente per chi volevi evitare il peggio…”
Il
mio amico era letteralmente pietrificato… gli occhi fissi sul mio assalitore… e
quello sguardo… quello sguardo freddo tanto insolito per lui… ma che ormai mi
ero abituata vedergli vestire… rabbia… paura, forse… ma no… non si trattava di
questo… io… non capivo…
“E’
passato tanto tempo dall’ultima volta in cui ci siamo visti, eh, fratello?”
CHE
COOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOSA????????????????????????? Un momento,
un momento, un momento, un momento, UN MOMENTO!!!!!!!!! Non eravamo mica in una
soap opera!!! Che cos’era quella storia??? E al cuore debole di una povera
fanciulla indifesa (e per giunta ferita) non ci pensavano??????
Scattai
quasi a sedere per la sorpresa… Con ovvie conseguenze per il mio povero
stomaco… “Co… cosa…”
“Lina!”
Il mio gesto improvviso sembrò richiamare in sé lo spadaccino, che si precipitò
al mio fianco per sorreggermi, cogliendo di sorpresa anche il nostro
avversario. “Cosa combini…? Non devi alzarti, o perderai altro sangue…”
“E…
EHI!” Protestò il cavaliere, spingendo la spada ancora più vicino al collo di
Amelia, come a sottolineare il potere che aveva su di noi.
“Non
colpiresti una ragazza sconosciuta e disarmata…” Si limitò ad osservare Gourry,
in tono piatto, senza nemmeno alzare lo sguardo per osservarlo. “Non muoverti,
ora, Lina… Bisogna tamponare la ferita…” Aggiunse poi piano, dolcemente,
rivolto a me.
Quel
tono… e quell’espressione… ora… vedendolo da vicino… mi era tutto chiaro…
…non
si trattava di freddezza… non di rabbia…
…era
senso di colpa…
“G…
Gou…”
“Lina
–san! Lascia che ti aiuti!” Amelia colse l’occasione per allontanarsi con
cautela dalla lama ed avvicinarsi nuovamente a me… seguita a ruota da Sylphiel,
che al pari di Gourry sembrava non preoccuparsi troppo della spada estratta
dello spadaccino…
…evidentemente
nel colpire me doveva avere fatto un’eccezione a quella che normalmente era la
sua ‘etica di lama’…
Lo
spadaccino indietreggiò di qualche passo, apparentemente con l’intenzione di
non minacciarci ulteriormente… anche se –notai- non abbassò la guardia nemmeno
per un secondo…
“Tu
sapevi che mi trovavo in questa città.” Non si trattava di una domanda.
Gourry
annuì, senza smettere di stringermi. “Ti ho visto per caso, quando sono
arrivato qui… Eri solo, per strada… Inizialmente ho pensato di essermi
sbagliato, non c’era motivo per cui tu ti trovassi qui… Ma poi, quando ho
sentito che Sylhpiel era andata in visita da amici di famiglia ed era tornata
con una scorta… bé… ho cominciato a sospettare qualcosa…”
“E
sei venuto a controllare, ovviamente senza prenderti la briga di farti vedere…”
Gourry alzò lo sguardo, per osservarlo. “…ma non sapevi che anch’io sospettavo
che tu ti trovassi qui… Ho pensato che, seguendo Sylphiel –san, non sarebbe
stato troppo complicato per me rintracciarti…”
Il
volto della sacerdotessa divenne di diverse tonalità più roseo…
Il
mio amico, tuttavia, non sembrò farci caso. “E come mai… mi stavi cercando…?”
Chiese, senza mutare di tono…
Lo
spadaccino di fronte a noi roteò la spada, in uno scatto d’ira. “Mi stai prendendo
in giro, Gourry??? Non puoi avere scordato tutto! Ti assicuro che non sono
nello stato d’animo adatto per scherzare!”
Lo
sguardo del mio amico tornò a posarsi su di me, anche se ebbi l’impressione che
non mi stesse realmente osservando, che non si rendesse nemmeno realmente conto
di ciò che accadeva attorno a lui… “Non sarà… ancora per quella faccenda…”
“Ancora?
ANCORA??? Ma ti rendi conto di quello che dici, Gourry? Parli come se quello
che è accaduto si potesse cancellare nel corso di una notte! Lo sai quello che
abbiamo passato a causa tua? Lo sai quello che ho provato IO? Tu non avevi
nessun diritto! Papà è morto, Gourry! Come intendi giustificarti, di fronte
alla sua memoria? Come intendi riparare, ora?”
La
stretta del mio amico su me si fece improvvisamente più forte, convulsa…
“Quando… quando è successo…?”
Lo
spadaccino si accigliò. “Di cosa parli…?”
“Papà…
Lui… quando…”
“Sono
passati quasi tre anni, ormai… E’ tardi per essere dispiaciuti…”
“Come…
come…?”
“Se
ci tenevi tanto ad avere sue notizie saresti anche potuto tornare a casa…” Il
suo tono era piatto, non lasciava trapelare dolore, o compassione… solo un
rancore freddo, impenetrabile… “Non sono certo che tu abbia il diritto di
saperlo… ma se non fosse per la tua stupidità potresti anche arrivarci da
solo…”
Improvvisamente,
avvertii una rabbia irrefrenabile… come si permetteva? COME SI PERMETTEVA? Non
sapevo che cosa fosse accaduto fra loro, ma… come poteva parlargli a quel modo
dopo avergli dato una notizia simile?
“Non
hai il diritto… di parlarmi a questo modo…”
“Vorresti
dire che… solo tu puoi scegliere di arrogarti dei diritti che non hai, Gourry?”
Aggrottò la fronte. “Spiegami perché dovrei farmi degli scrupoli con te…”
La
presa del mio amico su di me si fece ancora più forte… “Perché… perché è quello
che nostro padre ci ha insegnato a fare…”
“NON
NOMINARE NOSTRO PADRE!” Rimasi sorpresa dalla rabbia che riversò in quella
frase. “Tu hai tradito lui, come hai tradito me! Che cosa hai fatto per tutti
questi anni in cui non ti sei fatto vedere, eh? Hai goduto dei profitti del tuo
‘bel lavoro’, immagino… E dopo il guaio che hai combinato, non hai avuto
nemmeno il fegato di tornare a casa per giustificarti! Credevi che non saremmo
venuti a conoscenza di nulla, forse? Per colpa tua abbiamo mancato il nostro
compito! Ti sei preso una responsabilità che non sei stato in grado di
sostenere e hai disonorato la nostra famiglia! La hai perduta, come uno
sciocco! Ma non solo, la hai anche lasciata in mano a chi non avrebbe mai
dovuto impossessarsene! A questo punto, sarebbe stato meglio se te ne fossi
liberato sin dall’inizio! Ma non potevi, vero? Perché era ciò a cui tanto
ambivi, ciò che ti avrebbe portato fortuna, e gloria…” I suoi denti si
strinsero. Il suo tono era pieno di amarezza… di rimpianto… Fortuna e gloria…
aveva pronunciato quelle parole con lo stesso desiderio di un amante nei
confronti della donna che non potrà mai avere per sé… con lo stesso desiderio
che si prova verso qualcosa di cui si è stati privati con l’inganno, quando si
era ad un passo dal raggiungerlo… “A questo punto… a questo punto… sarebbe
stato meglio se tu fossi morto… la nostra famiglia… ne avrebbe ricavato di
sicuro minore disonore…”
Le
mie dita si strinsero attorno al braccio del mio amico. Non potevo perdonarlo.
NON POTEVO PERDONARLO!!!
Il
volto di Gourry non cambiò espressione. “Io… non intendevo… non volevo…
questo…” Tacque, per qualche secondo. “Ma ormai credo che non abbia più
importanza…” Sollevò lo sguardo verso il fratello. “Da quanto tempo… mi stai
cercando…?”
“Avrei
voluto inseguirti sin da quando te nei andato, ovviamente… ma contrariamente a
te, IO non ho abbandonato le mie responsabilità… soprattutto dopo che nostro
padre è morto… non potevo andarmene…” I suoi occhi si strinsero. “Anche quando
ho saputo… quello che era successo… quello che avevi combinato… tre anni fa…
non ho potuto fare altro che restare ad aspettare il rivolgersi degli eventi…
anche perché, se ti fossi venuto a cercare a quel punto, non avrebbe avuto
molto senso…” Distolse lo sguardo da lui, con disprezzo. “Non sapevo neanche io
esattamente quali potessero essere le conseguenze… fino a sei mesi fa…” Tornò
ad osservarlo. “Ho immediatamente collegato quello che è accaduto… a ciò che
nostro padre ci aveva raccontato… e ho fatto due più due… immagino che persino
a te sia venuto il dubbio…”
Eh…?
Sei… mesi fa…? Il momento dell’apertura del Portale…?
Il
mio amico si limitò ad annuire. “Inizialmente no… però poi… quando mi hanno
riconsegnato la spada…”
Gli
occhi del nostro interlocutore si accesero di uno strano luccichio… “Vuoi dire…
che ora è di nuovo in mano tua?”
A
questa domanda il mio amico assunse un’espressione allarmata e –ne ebbi tutta
l’impressione- escogitò in fretta un metodo per cambiare argomento… “Ma tu…
come fai a sapere di sei mesi fa…? Voglio dire… la faccenda non è stata
divulgata…”
“Il
fodero.” Rispose semplicemente lo spadaccino. Gourry sollevò lo sguardo verso
di lui. “Dopo che la Spada è andata perduta, è diventato opaco… Ma circa otto
mesi fa, ha ricominciato a brillare… segno che il ‘cuore’ era nuovamente
attivo. Due mesi dopo ha preso a pulsare in modo quasi incontrollabile… Abbiamo
faticato a contenerne il potere… la luce si era tinta di nero, era diventata…
malvagia… Alcuni dei nostri sono stati male per settimane, dopo essere venuti
in contatto con essa…” Il suo sguardo si posò, per qualche istante, su di me…
“Non fatico a comprenderne il motivo…” I suoi occhi si assottigliarono
ulteriormente. “Un paio di informatori ben piazzati, la premonizione di un
sacerdote… con gli indizi che avevamo, non è stato troppo difficile venire al
corrente dell’accaduto… Anche se –su questo hai ragione- il Gran Maestro è
stato molto attento a non permettere la diffusione di troppe informazioni…”
Non
ci stavo capendo un accidente!!! Gourry sapeva qualcosa di più di quanto noi
non sapessimo riguardo a quello che era avvenuto sei mesi prima? E se le cose
stavano così… perché diavolo non ce ne aveva mai parlato??? E che cos’erano
questo fodero… ed il ‘cuore’? Avevano a che fare con la Spada di Luce?
“Purtroppo
quando siamo riusciti a giungere alle giuste conclusioni ormai qui era tutto
finito… E quando sono arrivato qui per vedere con che faccia mi avresti
affrontato…” Il tono della sua voce si tinse di amarezza… “…tu te ne eri già
andato, come ti riesce tanto bene fare… Evidentemente la situazione si era
fortunatamente risolta dà sé…” Si decise a riporre la spada nel fodero e ad
incrociare le braccia al petto. “Ma la realtà è che i problemi sono del tutto
lontani da una vera soluzione…”
“Che
cosa… intendi dire…?” Questa volta fui io a parlare. La ferita si stava
rimarginando, il dolore era quasi totalmente scomparso… non ci era voluto
molto… evidentemente non aveva davvero colpito per uccidermi…
“Non
credo che questi siano affari che ti riguardino, Inverse… Sono problemi che
interessano solo la mia famiglia… o chi ne ha fatto parte…” Scoccò un’occhiata
a Gourry. “Immagino che dovremo discuterne in privato, in seguito… ma pare che
i guai non siano ancora terminati, per noi… e spero che saremo ancora in grado
di affrontarli, nonostante tutto…” Fissò per un attimo, con bramosia, la Spada
di Luce, ancora riposta nel suo fodero. “Anche se… il fatto che ti sia stata
restituita e non sia stata la nostra famiglia a doverla recuperare con la forza
mi rende dubbioso…”
“Io…
non capisco di cosa tu stia parlando…” Gourry ora aveva assunto un’aria
perplessa… non sembrava totalmente cadere dalle nuvole come suo solito però…
avevo idea che fosse molto più consapevole del significato nascosto fra le
parole del fratello di quanto non fossi io… doveva essere una faccenda di cui
era già in parte al corrente… che lo riguardava da vicino…
“E’
ovvio che tu non capisca, Gourry… te ne sei stato lontano da casa per oltre
quattro anni, e ora pretendi che tutto quello che ci riguarda ti sia familiare?
In più, per te è più che normale avere qualche problema di comprensione se non
ricordo male…”
Brutto…
brutto… “Adesso BASTA!!!” Mi gettai a sedere di botto, rischiando di mandare il
povero Gourry a gambe all’aria… Tutti si voltarono a fissarmi, con aria
stupita. Ehm… effettivamente non era proprio da me prendere le vesti del
“paladino difensore”… ma quando era troppo era troppo…
“Ma
guarda… la grande Lina Inverse nel ruolo del ‘Cavalier servente’… come mai ti
prendi la briga di spalleggiare mio fratello? Vorresti suggerire che possiede
qualche dote intellettiva a me ignota…?”
L’ironia
della sua voce era gelida… tagliente… non sapevo che cosa Gourry gli avesse
fatto di tanto grave… ma doveva avere creato una ferita difficile da sanare… ma
tutto questo, a me non interessava… non mi interessava che opinione avesse LUI
di Gourry… io lo conoscevo, dannazione… lo conoscevo bene… Gourry era distratto
e non aveva un minimo di tatto… era totalmente incapace di trattare con una
ragazza *dolce ed indifesa* come me… mi rivolgeva sempre commenti poco carini e
DEL TUTTO INFONDATI sulle mie misure… ma sapeva essere… così gentile… aveva…
una sensibilità straordinaria, quando si trattava di capire gli altri… come
potevo pensare che, qualunque cosa avesse fatto, non avesse agito in buona
fede…?
Mi
alzai in piedi, furibonda. “Stammi bene a sentire, buffone! Modera il tono,
quando parli a tuo fratello!”
“Li…
Lina…” Gourry, al mio fianco, mi fissava con sguardo stupito… ma non ci feci
caso, al momento. La mia attenzione era tutta concentrata sul mio
interlocutore…
“Imprimitelo
bene in testa… Gourry è…” Presi un profondo respiro. “GOURRY E’ UN COMPLETO
IDIOTA, MA IO SONO L’UNICA
PERSONA CHE HA IL DIRITTO DI FARGLIELO NOTARE!!! NON SEI TU AD AVERLO SOPPORTATO
PER QUATTRO ANNI, SONO STATA CHIARA???”
Forse
l’ultima parte del discorso non suonò troppo troppo distinta alle orecchie del
mio interlocutore…considerando il tonfo sonoro dell’armatura di Gourry contro
il suolo, nel momento in cui il mio amico ci andò a sbattere con la testa…
“Lina…”
Il tono della sua voce era seccato… proprio non capivo perché…
“Che
c’è?” Domandai, con sguardo innocente.
“Tu…
non si suppone che tu debba difendermi, scusa???” Accidenti… era proprio
arrabbiato…
“Ehi…
chi dice che devo difenderti…? Io sono sempre e solo la voce della verità!”
Il
mio amico assunse un espressione perplessa… “Voce… della verità… chissà perché,
proprio non riesco ad associarti a questa definizione…” Una goccia di sudore
scese lungo la sua tempia…
“CHE
COSA VORRESTI DIRE???”
Dalle
nostre spalle, si levò un sospiro corale. “Bè, era prevedibile che i discorsi
seri non sarebbero durati troppo a lungo…” Sentii Amelia commentare…
Ehi…
“Voi…
due…” Il fratello di Gourry continuava a fissarci, ed ora la sua espressione si
era fatta… sospettosa… “Per quattro anni… allora… è vero ciò che avevo sentito…
voi due avete continuato a viaggiare insieme per tutto questo tempo…”
Inarcai
un sopracciglio. “Perché…? La cosa ti disturba particolarmente…?” Il nostro
interlocutore, tuttavia, non mi prestò attenzione. Il suo sguardo era di nuovo
fisso sul fratello…
“Ho
capito tutto. Sei davvero uno stupido…”
Gourry
lo guardò per un momento negli occhi, quindi abbassò lo sguardo. “Non so… di
che parli…”
Il
fratello lo ignorò. “Dovresti stare più attento a chi frequenti… c’è qualcosa
che credo tu non sappia a proposito della Spada…” Aggrottò le sopracciglia.
“Effettivamente penso che nostro padre non ritenesse necessario che ne fossimo
a conoscenza, perché non immaginava quello che avresti fatto…”
Gourry
batté le palpebre, con aria perplessa. “Di cosa…?”
“Questo
non è il luogo per discuterne. Avrò bisogno di rivederti… da solo.” Si
accigliò. “In quanto a te, Inverse… non posso battere te e Gourry
contemporaneamente… ma sappi che se avrò un’altra occasione per catturarti, non
esiterò a farlo… non pensare che io mi faccia degli scrupoli solo perché stai
con mio fratello, sono stato chiaro?” Ehi, che significa ‘stai con mio
fratello’??????
“Aspetta
un momento! Non so ancora perché ce l’hai a questo modo con me!!! Dove credi di
andare???”
“Non
sono qui a Miilun solo per Gourry… Ho degli affari importanti da sbrigare… Non
posso perdere altro tempo con voi, dal momento che sembra che oggi non potrò
portare a termine ciò che mi proponevo…” I suoi occhi si assottigliarono. “Ma
voglio continuare il mio duello con te… è un modo interessante per mettermi
alla prova… sappi solo… che la prossima volta la mia lama potrebbe non frenare
il suo attacco…”
“No!”
Questa volta fu Gourry a scattare. “So perché ce l’hai con me, ma non credo che
sia semplicemente questo a spingerti anche contro Lina…forse hai qualche motivo
personale per farlo… ma ciò non toglie che se lo torci anche un solo capello…”
Strinse i denti. “… rischierai di finire spedito in orbita da un Dragon
Slave!!! Fossi in te, eviterei persino di pensarlo!!!”
La
mia testa centrò direttamente il più vicino albero in traiettoria… “Tu… CHE TI SALTA IN MENTE??? CHE IDEA PENSI CHE SI FARA’ LA GENTE DI ME ???”
Gourry
cadde totalmente dalle nuvole. “Abbiamo avuto dei dissidi in passato, ma è pur
sempre mio fratello… sangue del mio sangue… DOVEVO avvertirlo del pericolo che
correva, no?”
“Ti
ricordo che è stato LUI ad attaccarmi per primo!!! LUI!!!” Quel
maledetto si stava vendicando solo perché prima avevo cercato di sdrammatizzare
un po’ la situazione, accidenti a lui!
“Non
credo che nel momento in cui si è colpiti da un Dragon Slave faccia molta
differenza se si è stati i primi ad attaccare o meno…” Bofonchiò il mio amico,
fra sé e sé…
“TI
HO SENTITO!!!”
“Lina…”
“Vorresti
negare di avere una grandissima, irresistibile voglia di vendicarti contro chi
ha appena strappato la tua tunica preferita?” Chiese lo spadaccino in tono
scettico, inarcando un sopracciglio…
“Lina…”
“Che
c’entra la tunica??? TU vorresti forse negare che stavolta una *signorina* come
me ha avuto tutte le ragioni per offendersi e sviluppare un SANISSIMO desiderio
di vendetta?”
“INSOMMA,
LINA!!!” Questa volta la voce che aveva insistentemente continuato ad
intromettersi sovrastò il nostro battibecco…
“CHE
DIAVOLO VUOI, ZEL???” Scattai, seccata per l’interruzione.
Una
goccia di sudore scese lungo la tempia della chimera… “Volevo solo farvi notare
che il nostro ospite se n’è andato mentre voi vi ‘divertivate’ a discutere…”
Gourry
ed io ci scambiammo un’occhiata, quindi ci volgemmo a fissare il punto della
radura in cui il nostro interlocutore si era trovato soltanto qualche attimo
prima… e ritrovammo a fissare la penombra… vuota. Sparito, in pochi secondi…
quasi meglio di un Mazoku…
L’espressione
di Gourry immediatamente si oscurò. Finché si era trovato di fronte al fratello
aveva parlato poco, ed era rimasto sempre sulla difensiva, ma ebbi
l’impressione che, qualunque fosse la questione che fra loro era rimasta in
sospeso, il mio amico desiderasse fortemente chiarirla, ed il prima possibile…
Forse era stata la nostra presenza a bloccarlo… evidentemente… era
qualcosa di cui preferiva non renderci
partecipi… la cosa mi infastidiva… non capivo perché, ma mi infastidiva
terribilmente… non avevo mai preteso –né lo avrei preteso in futuro- di venire
a conoscenza di ogni minimo aspetto della vita del mio amico… mi PIACE
effettivamente, ficcare il naso nelle situazioni che non mi riguardano… ma amo
la mia indipendenza e, se voglio che sia rispettata, devo inevitabilmente
impegnarmi a rispettare quella altrui… Per questo non ritenevo di avere
particolari diritti nei confronti di Gourry, come non ritenevo che lui ne
avesse nei miei, nei limiti del più semplice e naturale rispetto reciproco… e
il rispetto, per noi, era sempre venuto spontaneamente, così come l’amicizia…
certo, forse entrambi decidevamo di garantire all’altro qualcosa di più di
quanto non sarebbe stato richiesto in un normale ‘rapporto di lavoro’ fra
compagni di viaggio, ma questo per NOSTRA iniziativa, e non certo per richiesta
dell’altro…
Nonostante
questo… in quelle circostanze avrei voluto afferrarlo per il colletto,
sbatterlo contro un albero, e fargli sputare fuori la verità a suon di minacce
di strangolamento… un po’ brutale a dirsi… ma quella faccenda mi inquietava al
punto che QUELLI erano i miei sentimenti, in quel momento… non potevo
impedirmelo… volevo… conoscere la storia… volevo sapere… se esisteva un modo in
cui lo potessi aiutare…
“Mi…
mi dispiace Gourry –sama…” Fu la voce di Sylphiel a penetrare per prima la
cappa di silenzio che si era creata… “Probabilmente… deve avermi seguita per
arrivare a te… io… non me ne ero resa conto…”
Il
mio amico fece spallucce, ma non si voltò a guardarci… Il suo sguardo rimase
fisso sul punto in cui il fratello era sparito… “Non ha importanza… comunque,
tutto si è risolto…” Non era vero… e stavolta lo sapeva benissimo anche lui… le
parole di suo fratello erano state chiare… non era vero… “Ora che abbiamo
ritrovato gli altri, dovremmo cercare un buon nascondiglio, come avevamo detto
di fare…” Stava… cercando di cambiare argomento…
“Aspetta
un momento, Gourry –san! Prima devi spiegarci cosa sta succedendo! Non ci avevi
mai raccontato di avere un fratello e quello che ha detto…”
“Non
mi sembra proprio il caso.” Intervenni. La mia lingua si era mossa da sola…
come spesso accadeva, del resto… “Mentre noi qui ci perdiamo in chiacchiere, le
truppe da Ilmund si stanno recando a rapporto… quando ci si accorgerà che
mancano i soldati che erano stati inviati in questa zona, PERSINO Ilmund non ci
metterà troppo a fare due più due…” Osservazione compiuta non a sproposito…
anche se in quel momento la mia prontezza di spirito era stata per lo più
concentrata nel tentativo di distrarre i miei compagni dalla questione
‘Gourry’… La domanda di Amelia era stata più che ovvia… sapevo che
probabilmente tutti noi avevamo sentito la necessità di porla al nostro amico…
ma sapevo anche quanto essa doveva essere apparsa invadente a Gourry… Se anche
il nostro interessamento era dettato dal più umano sentimento di preoccupazione
– mi AUGURAVO che le cose stessero così- Gourry, se fosse stato tempestato di
domande, si sarebbe sentito nient’altro che un oggetto di curiosità… e questo
poteva risultare DAVVERO fastidioso…
Sylphiel,
fortunatamente, contribuì a deviare la conversazione là dove io l’avevo
indirizzata… “Il problema è… esiste un luogo che le guardie di Ilmund non
prenderebbero mai in considerazione per cercarvi?” La sacerdotessa lanciò
un’occhiata pensierosa a Zelgadiss e a me… “Per i cacciatori di taglie non
penso che ci siano troppi problemi, ma per i membri del Concilio…”
“Secondo
me dovremmo tornare alla locanda.” Intervenne la chimera.
“Ma…
Zel… lì, voi...”
“No…
Zel ha ragione…” Interruppi Amelia. “Pensateci. Voi tre mantenete le vostre
stanze alla locanda, fingendo di agire così per evitare di attirare sospetti su
di voi… potremmo anche ideare qualche messinscena da attuare per depistarli… ad
esempio potreste recarvi con una certa ricorrenza in una particolare zona della
città… crederanno che ci troviamo lì… non credo che penserebbero che siamo
stati tanto stupidi da imprigionarci direttamente nella tana del lupo, no?”
“E
invece… sarà quello che farete…” Il tono di Amelia era rassegnato…
“Esattamente!
E’ così che siamo abituati ad agire, no?” Le strizzai l’occhio. “Senza contare
che questo sarà più sicuro anche per voi!”
“Mmm?”
La principessa batté le palpebre.
“Ma
certo, riflettici! Finché penseranno di potersi servire di voi per arrivare a
noi, Ilmund non troverà una scusa per farvi arrestare…” Aggrottai le
sopracciglia. “Certo… esiste sempre la possibilità che assoldino dei sicari per
riuscire a catturarvi e ricattarci… riguardo a questo dovrete stare molto
attenti…”
I
miei amici annuirono. “Ma… Lina –san… voi che farete, intanto? Voglio dire… non
potrete uscire dalle stanze della locanda…”
Fu
Zel a rispondere a Sylphiel per me. “Purtroppo, l’unica cosa da fare è restare
fermi fino a che le acque non si saranno calmate e lo scenario non sarà
sufficientemente sicuro per svolgere qualche piccola indagine…” Annuii, in
conferma… Bene… ora avevo la certezza che il buon vecchio Zel aveva deciso di
restare… al di là dei suoi dubbi… sapevo che non ci avrebbe abbandonati…
Nonostante questo… non ero tranquilla…
“Attendere
in questo modo, con le mani in mano, è indubbiamente pericoloso…” Aggiunsi, in
tono pensieroso.
Zel
mi rivolse un’occhiata. “Che intendi dire?”
“Ti
ho detto delle parole di Galdiar… Il ‘Concilio’ è giunto ad un risultato… e non
sono certa che questo “risultato” possa portare a qualcosa di buono… Ma noi non
abbiamo ancora scoperto praticamente nulla… Nelle condizioni in cui ci
troviamo, se Ilmund prendesse qualche iniziativa noi non avremmo modo di
fermarlo…”
“Però…
tieni conto di una cosa, Lina… Ilmund ha tentato di catturarti.” La chimera mi
fissò, intensamente. “E questo vuol dire che, qualunque cosa voglia portare a
termine, tu gli SERVI… se le cose stanno così, forse possiamo sperare che non
riuscirà a combinare nulla, finché tu non sarai in mano sua…”
Scossi
la testa. “Non è detto… purtroppo non sappiamo quale sia il motivo esatto per
cui vogliono catturarmi… qualcosa potrebbe essere cambiato…” Raccolsi il
pugnale di Galdiar, che precedentemente avevo lasciato cadere al suolo. “Vorrei
capire perché l’incantesimo applicato alla lama non ha funzionato, prima… se la
sua forza fosse stata attiva, non avrei avuto problemi a frenare
quell’attacco…”
“Mio
fratello… Derek… ” Intervenne Gourry. Il suono della sua voce mi fece
sussultare… da quando suo fratello si era allontanato, non aveva praticamente
aperto bocca… “…Lui non ha attaccato con l’intenzione di ucciderti… Non eri in
reale pericolo di vita… forse è per questo che il pugnale non si è attivato…”
Io… non ero così sicura che il nostro ‘amico’, prima, avesse voluto evitare di
ferirmi in modo serio… in tutta sincerità, avevo l’impressione che Gourry si
fidasse un po’ troppo di lui… Ma, a parte questo, ero stupita di una cosa…
“Gourry…
ti ricordi ancora come funziona il pugnale…”
Il
mio amico mi rivolse un’occhiataccia. “Che intendi dire?”
Stavolta
non lo avevo detto per prenderlo in giro!!! Non del tutto, almeno… “Ammetterai
che di solito per quel che riguarda magie e incantesimi non hai una grande
memoria… Ma considerando che si tratta di un’arma, forse…”
Il
mio amico scosse la testa. “Non è per questo… semplicemente, per me è più
facile ricordare che si tratta di un’arma magica perché la associo al nome
‘Kentar’…”
Battei
le palpebre. “Eh…?”
“Kentar…”
Spiegò il mio amico. “Nel dialetto degli elfi di Mipross, significa ‘magia
plasmata a spada’… o qualcosa del genere… comunque, fa venire subito alla mente
l’immagine di una spada magica…”
“Gourry
–san… tu conosci l’elfico…?” Zelgadiss e Amelia apparvero piuttosto stupiti.
Ovviamente, loro non sapevano di Raudy –supponevo che fosse stato lui a
spiegare a Gourry qualche rudimento di elfico- e delle vicende di Mipross… Ma
non era il momento delle spiegazioni… “E’ una lunga storia…” Risposi per il mio
amico, agitando la mano in segno di noncuranza… Certo che Galdiar si era scelto
un nome decisamente evocativo… una strategia commerciale fra le più basilari,
ottimo metodo per guadagnare clientela… qualunque vero abitante di Zephilia
avrebbe saputo spiegare qualcosa, in proposito… Però non sapevo che il mio
maestro parlasse l’elfico, per lo più il dialetto di Mipross… ma forse era
semplicemente il termine ‘Kentar’ ad essere conosciuto fra gli esperti di armi
magiche…
Allontanando
quei pensieri dalla mia mente, risposi al mio amico. “Capisco… però… non credo
che la tua idea sul perché il pugnale non si è attivato funzioni… Ricordi
quando ti ho chiesto di attaccarmi, per provarne l’efficacia? Anche tu mi hai
aggredita senza l’intenzione di farmi del male… e, anche se al momento di
colpirmi ti sei tirato indietro –con pessimi risultati per la mia salute-
inizialmente il potere del pugnale si era manifestato…” Strinsi con forza
l’elsa fra le dita. “No… io credo che dipenda dall’arma in sé…”
Poteva
essere… che a Galdiar fosse accaduto qualcosa…?
“Non
è il momento di riflettere su questo…” Intervenne Zel. “Ora c’è un problema più
urgente… Come torniamo alla locanda? Tutte le entrate della città saranno di
certo presidiate da guardie…”
Gli
rivolsi un sorriso. “Per questo non c’è problema… se tagliamo dalle colline,
non dovrebbe essere difficile levitare sopra al tratto di mura che si trova
alle spalle della locanda senza farci notare…” Mi rivolsi a Gourry, Sylphiel ed
Amelia… “… Ma voi tre ovviamente dovrete tornare lungo la strada principale… o
sospetteranno qualcosa… ci vediamo direttamente alla locanda, tenete una
finestra aperta per noi…” Strizzai loro l’occhio.
“A…
Aspetta un secondo Lina –san…” Mi interruppe Amelia. Il suo sguardo si posò su
Zel… “Io… io volevo…”
La
chimera la interruppe. “Avremo tempo per parlare più tardi, Amelia… Ora
rischiamo grosso, rimanendo qui…”
La
mia amica si rabbuiò. “Troverai davvero… il tempo per parlare, Zel…?” La
domanda della principessa suonò strana… strana anche alle orecchie della
chimera, a giudicare dalla sua espressione… La mia amica, da parte sua, pareva
solo confusa…
“Certamente…
Ti spiegherò… quello che ci sarà da spiegare…” Rispose la chimera, in tono
evasivo… “Ma ora dobbiamo davvero andare…”
Amelia
assunse una espressione perplessa, ma non fece domande. Si limitò ad annuire,
con un po’ di esitazione, e a seguire il suggerimento di Zelgadiss. La
guardammo correre in direzione opposta alla nostra, insieme agli altri…
Feci
un sospiro.
“Andiamo
anche noi, restare qui a prendere umidità non risolverà certo i nostri guai…”
Suggerii, fiaccamente. La chimera annuì e si mise a correre al mio fianco.
Fissai
il mio compagno per qualche istante, dubbiosa, ma mi arresi all’incapacità di
trattenere la mia domanda… “Toglimi una curiosità, Zel… CHE COSA le
racconterai, esattamente…?”
Seguirono
diversi secondi di silenzio, quindi… “La verità.” Rispose, semplicemente. “Ci
ho pensato e ripensato… non siamo più bambini… e mi sembra l’unica soluzione…”
Si accigliò. “Quello che non so… è cosa fare dopo…”
Battei
le palpebre. “Che intendi dire…?”
“Discutendone
o non discutendone… il problema resta, Lina…” Replicò seccamente il mio amico.
La
sua risposta mi lasciò una fastidiosa amarezza in bocca…
Avrei
potuto dirgli che il disfattismo non lo avrebbe portato a nulla… avrei potuto
dirgli che avrebbe dovuto credere di più in sé e negli altri… ma in quel
momento, incapace di trovare un buon modo per rispondergli, potei solo
restarmene in silenzio…
“E
tu…? Non hai niente da raccontarmi?” Sussultai, quando la sua voce penetrò
nuovamente fra i miei pensieri…
“Di
cosa parli…?”
“Non
sapevi nulla…? Del fratello di Gourry, intendo… sono tanti anni che viaggiate
insieme…”
Feci
per rispondere, ma una strana stretta allo stomaco mi costrinse a limitarmi a
scuotere la testa…
“Quindi…
nonostante tutto… non te ne ha mai parlato…” Commentò il mio amico…
…e
mi trovai a pensare quanto fosse interessante la capacità di Zel di rigirare il
coltello nella piaga…
“Non
sarò io a chiedergli di farlo…” Risposi semplicemente, in tono brusco,
rifiutando di guardare la chimera negli occhi.
“Non
avevo dubbi…” Commentò la chimera. Incapace di valutare la sua affermazione, mi
voltai ad osservarlo…
Stava
sorridendo. “… ma so perfettamente che vi basterà affrontare il problema con il
solito spirito per essere sulla buona strada per risolverlo…”
Non
potei impedirmi di sorridere a mia volta. “Queste parole sono davvero rivolte a
me…? O piuttosto a te stesso, Zelgadiss
Greywords…?”
La
chimera sembrò considerare per un attimo la mia domanda, quindi tornò a fissare
di fronte a sé… “Le cose non sempre seguono la strada che si tenta di imporre
loro…” Commentò, in tono esitante… “…Ma quello che ho imparato viaggiando con
voi è che se si ha la determinazione di lottare, allora anche una sconfitta non
sarà mai completa… e che la cosa più brutta è abbandonare ciò che si considera
importante per la semplice sfiducia nelle proprie possibilità di riuscita… in
fondo… forse è proprio QUESTA la chiave… e lo spirito che ha sempre portato
alla vittoria tutti noi… anche me…”
“E
allora… non vale la pena di provare ancora, Zel…? Per dimostrare che in fondo
ne hai la forza…? Che sei tu il padrone di te stesso… e non la tua ossessione…?
Non vale la pena di lottare per proteggere ciò a cui tieni veramente…?”
“Lottare
per proteggere ciò a cui tieni…” Inarcò un sopracciglio. “E QUESTE parole sono
davvero rivolte a me, o piuttosto a te stessa, Lina Inverse…?” Fece un
sogghigno.
“NON
RIGIRARE LA FRITTATA!!!”
Il
sogghigno si trasformò in un sorriso, ed il mio amico scosse la testa… “Non pensavo che sarei riuscito a dirtelo,
ma… grazie, Lina…”
Battei
le palpebre. “Eh?”
“Grazie…
perché ci voleva una testarda come te per fare capire ad un testardo come me
che cosa è giusto…” Fissò la strada di fronte a sé, con una nuova
determinazione negli occhi… “Lottare…
al vostro fianco… lottare… perché stavolta la posta in gioco è troppo
importante per fuggire…”
Gli
sorrisi. “Perché il destino… non esiste, giusto? Per nessuno di noi…” Quelle
parole… erano rivolte anche a me… alle paure… a cui non volevo permettere di
venire alla luce…
“Per
tutti noi…” La chimera sogghignò. “E se solo avessi guardato davanti a te…
anche tu… avresti potuto impedire… il tuo destino doloroso…”
…
…
“Molto
spiritoso, davvero…”
Una
mezz’ora dopo, mi trovavo al sicuro nella stanza di Amelia alla locanda,
intenta a dare sollievo al mio povero naso con un Recovery…
La
chimera si grattò la testa, facendo –era EVIDENTE- del suo meglio per non
ridere… “Mi spiace, Lina… ma quando mi sono accorto che eri sulla traiettoria
per quell’albero era troppo tardi per avvisarti…”
“Ma
BRAVO!!! E allora, la prossima volta, invece di perderti in discorsi romantici,
dimmi chiaramente quando la mia INCOLUMITA’ è in pericolo!!!!!”
Amelia,
che stava tentando con scarso successo di piazzare un cerotto sopra al mio naso
fra un’invettiva a Zel e l’altra, batté le palpebre e mi guardò perplessa…
“Discorsi romantici…?”
Annuii,
veementemente. “Sì, so che è strano per lui, ma te lo assicuro! Ad esempio…”
“SENTI
UN PO’, Lina, non mi sembra proprio il caso che tu ti metta a raccontare in
giro i fatti degli altri!!!”
“Oh,
oh, facciamo i timidoni…? Dove è finita la chimera glaciale e tutta d’un
pezzo?” Il mio amico mi scoccò un’occhiata di quelle che, se vestite da un
passante sconosciuto, avrebbero cambiare lato della strada anche al più esperto
e minaccioso fra i guerrieri…
…ma
io, con noncuranza, lo ignorai…
“Ad
ogni modo, dobbiamo elaborare un piano di battaglia serio… e poi andarcene
finalmente a dormire, se L.O.N. ce lo permette… Che fine ha fatto Gourry…?”
Fu
Sylhpiel a rispondermi. “Ecco… ha detto che era stanco… e se ne è andato in
camera sua…”
Mi
accigliai… non mi piaceva… avevo paura per lui… Gourry aveva taciuto tutta
quella faccenda tanto a lungo… con tutti noi… ma finché non avessi saputo
esattamente qual era il problema… come avrei potuto aiutarlo…? E… come avrei
dovuto reagire… se il giorno successivo avesse fatto finta che nulla fosse
accaduto…?
Risoluta,
mi alzai in piedi, di scatto. “Vado a chiamarlo!” Annunciai, semplicemente.
“Aspetta,
Lina, sei impazzita??? Tu NON PUOI uscire dalla camera!!!”
Ignorando
i richiami degli altri, scivolai fuori prima che chiunque potesse fermarmi… era
poco prudente, forse, ma le precauzioni tendevano a non essere il mio forte…
Soprattutto quando c’era in gioco qualcosa di importante…
Bussai
alla porta del mio compagno, facendo del mio meglio per non svegliare tutta la
locanda…
“Gourry…
sono io, apri!”
…
silenzio…
“Gourry…
è inutile che tu faccia finta di dormire…”
…
Bene,
a mali estremi… “Gourry, sono una ricercata e me ne sto tranquillamente in
mezzo al corridoio di una locanda… quali pensi sarebbero le conseguenze se io
ora mi mettessi ad urlarti di aprirmi…?”
La
porta si spalancò a tempi da record, ed un braccio mi tirò dentro, prima che
potessi reagire in qualsiasi modo…
“Te
l’avevo mai detto che sei completamente folle, Lina…?” Il mio amico mi stava
fissando con aria terrorizzata. La camera era in penombra, le ante delle
finestre socchiuse… ma il letto era intatto…
“Ehi,
non avrai pensato che avessi davvero intenzione di farlo…?”
“Con
te non si può mai sapere…” Una grossa goccia di sudore gli scese lungo la
tempia… “Ad ogni modo… avevi bisogno di qualcosa…?”
Già…
avevo bisogno di qualcosa…? A dire la verità ero semplicemente stata presa
dall’impulso di recarmi lì, senza veramente pensare a quello che avrei detto
poi… “Ehm… riguardo a prima…”
“Prima…
cosa…?” Il mio amico si buttò sul letto, dandomi le spalle… “Te l’ho detto, ora
è tutto a posto… Sono affari che riguardano solo me e mio fratello…”
Seguirono
diversi attimi di silenzio… non sapevo che fare… Gourry… non si era mai
comportato a quel modo…
“Gourry…”
Quando parlai, il mio tono era più duro di quanto le mie intenzioni avrebbero
voluto che fosse…
Anche
il mio amico ne fu stupito, probabilmente, perché si voltò a guardarmi, con
espressione perplessa… “Lina… cosa…”
“Ascoltami,
per favore… non puoi fare semplicemente finta che tutto sia a posto… non ci
vuole certo una sensibilità iperbolica per capire che c’è qualcosa che non va,
e che questo riguarda tuo fratello… non so perché tu non me ne voglia parlare…
forse non ti fidi di me… e per certi aspetti non posso darti tutti i torti,
visto che non credo di essere la ragazza più seria del mondo, e non credo di
essere la persona da cui si vorrebbe cercare una spalla su cui piangere…” Mi
morsi il labbro… “Io non so se tu per tutto questo tempo… da quando ci
conosciamo… sei stato male senza dire nulla… ma continuare a farlo ORA non ti
porterà a grandi risultati… Se non vuoi parlare con me lo accetto… ma non
continuare a fingere… perché per proteggere il tuo segreto… fai solo del male a
te stesso…”
Ero
riuscita… a parlargli seriamente… ed ora… che succedesse pure quello che doveva
succedere! Al diavolo! Poteva reagire come preferiva, ma per lo meno
l’incomprensione e il silenzio sarebbero finiti!
La
sua reazione, tuttavia, fu l’ultima che mi sarei aspettata.
“Come
puoi pensare… che non mi fidi di te…?” Sollevai lo sguardo, stupita dalla
gentilezza del tono della sua voce. Stava sorridendo… di un sorriso triste… ma
stava sorridendo…
“Gourry…?”
“Vuoi
saperla una cosa…? Quello che è accaduto fra me e mio fratello… è avvenuto poco
prima che noi due ci incontrassimo… tu hai detto… che in tutti questi anni
potrei aver sofferto, senza mai dire una parola…” Scuotendo la testa, si mise a
sedere sul bordo del letto… “Sarebbe affascinante… vestire i panni dell’eroe
tragico, che indossa una maschera e cela dietro ad essa il suo dolore… ma la
realtà è che per questi quattro anni… io ho DIMENTICATO questa faccenda…”
“Uh?”
Una goccia di sudore scese lungo la mia tempia… Va bene che avevo a che fare
con Gourry, ma questo mi sembrava un po’ troppo, persino per lui…
Il
mio amico incontrò il mio sguardo… e si affrettò a rettificare… “No, non
dimenticare in QUEL senso… come posso spiegare…” Sospirò… “Penso che l’unico
modo sia cominciare la storia dal principio…”
Dovevo
vestire un’aria un po’ interdetta in quel momento, ma annuii…
Il
mio amico prese un sospiro, quindi abbassò lo sguardo, ed iniziò a raccontare…
“Ti ho sempre detto… che la Spada di Luce è un’eredità di famiglia… ma penso di
non averti mai raccontato che NON è stato un membro della mia famiglia, a
forgiarla… La Spada… ci è stata affidata…”
Affidata…
ma allora… chi…?
“Come
sai, la mia Spada non è un’arma normale… ma è in pratica un’entità fisica in
cui è imprigionato un essere di intensa forza spirituale… un demone… Quello di
cui non sei a conoscenza… è che questa entità possiede un ‘cuore’…”
Battei
le palpebre. “Un… cuore…?”
“Non
come lo intendiamo noi… non è il suo ‘centro vitale’… piuttosto… è il suo
‘centro magico’, l’entità che riesce a controllare ed incanalare il suo
potere…”
“E…
in che cosa consiste questo cuore…?”
“Ci
stavo arrivando… ecco… fino a sei mesi fa nemmeno io lo sapevo con esattezza,
ma… Sai… quando ci chiedevamo… come avessero fatto i Mazoku a ritrovare la
‘chiave’ per l’apertura del Portale…? Quella che hanno fuso con il tuo corpo in
quel modo strano…”
Eh…?
EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEH?????? Un attimo!!! Voleva dirmi… voleva
dirmi che…? “Vuoi dire che la ‘chiave’ era il ‘cuore’ della tua Spada?????”
Il
mio amico annuì. “Cioè… sei mesi fa… non potevo esserne sicuro… ma, a giudicare
dalle parole di mio fratello, QUESTA deve essere la spiegazione… I demoni
devono essersene impadroniti quando ho perduto la Spada nella lotta contro quel
demone bambino… non ricordo mai il suo nome…” Ero troppo stupita per
arrabbiarmi per il fatto che si era di nuovo scordato il nome di Phibrizo…
“Ma
allora… fammi capire bene… nel patto fra gli elfi e gli umani… per la ‘Difesa
dell’Equilibrio’…”
Il
mio amico annuì. “Già… la Spada ha sigillato quel patto. La spada era… il
sigillo del Caos…”
Le
mie ginocchia tremarono per un attimo. “E la tua famiglia… è stata posta a
custodia di un oggetto così importante…”
Gourry
si grattò la testa… “Già… eravamo… una delle famiglie più importanti, in una
regione di esperti spadaccini… credo che uno dei miei antenati abbia
addirittura presidiato all’accordo fra elfi ed umani… la scelta alla fine è
ricaduta su di noi…” Guardò distrattamente fuori dalla finestra… “Ci è stato
detto di evitare di lasciare che la Spada cadesse in mano ai demoni… così è
stato tramandato… ma nessuno di noi aveva saputo con certezza il motivo, fino a
qualche mese fa… Mio nonno Raudy si era persino recato a Mipross, il luogo in
cui la spada era stata forgiata, per saperne qualcosa in più, ma senza ottenere
risultati… Ma ora capirai perché ero COSI’ contrariato quando la Spada mi è
stata portata via dai Demoni…” Sospirò. “Ed ora… mio fratello dice che c’è
dell’altro… a proposito di quest’arma… mi chiedo cosa… ancora…”
Capivo…
però… “Ma… come mai non me ne hai mai parlato, Gourry…?”
Il
mio amico abbassò lo sguardo. “Perché… temevo che mi avresti disprezzato.”
Battei
le palpebre. “Disprezzato…? E perché mai avrei dovuto…?”
Lo
spadaccino sospirò. “Non ti ho ancora raccontato tutto…” Si morse il labbro.
“Quattro anni fa… La spada non si trovava in mano mia… mio nonno… era troppo
anziano per poterla custodire ulteriormente, e ha deciso che avrebbe dovuto
essere ereditata da uno dei suoi nipoti… A quel punto… la mia famiglia ha
cominciato ad essere divisa da una aspra lotta interna… il ramo principale
della famiglia… sarebbe stato quello di mio padre… quindi la spada sarebbe
spettata a lui, e poi a mio fratello, il suo primogenito… ma i rami cadetti
della mia famiglia non erano disposti a cederla… la Spada rappresentava anche
un simbolo di autorità, possederla sarebbe equivalso a detenere il potere… mio
padre… non era ben visto… molti lo consideravano… forse non a torto… una persona
troppo autoritaria… per questo lui non era disposto a cedere… temeva la rovina,
se avesse perduto la Spada… ma io… non potevo più sopportare di vedere la mia
famiglia andare lentamente in pezzi… non potevo più restare ad osservare le
persone che amavo cercare di distruggersi a vicenda per un semplice oggetto…
sono arrivato… al punto di ODIARE quella spada, con tutte le mie forze… e
allora… una notte ho rubato la chiave della sala dove era custodita, la ho
presa e sono scappato…”
“Tu
hai… rubato la spada…?”
Il
mio amico distolse lo sguardo. “So di averti sempre detto… di avere ereditato
la Spada… ma la verità è che non mi sarebbe mai spettata di diritto… io temevo
la tua reazione… quando avessi scoperto che… avevo tradito mio padre… e tutta
la mia famiglia… per il mio egoismo… per… per…”
Presi
un grosso respiro, e lo interruppi. “Dimmi solo una cosa, Gourry… sei pentito
per quello che hai fatto…? Se potessi cambiare il passato… tornare indietro… lo
faresti?”
Il
mio amico mi fissò con un’espressione strana, apparentemente senza riuscire ad
interpretare la motivazione della mia domanda… “Perché… me lo chiedi…?”
“Rispondi.”
Replicai, semplicemente.
Il
mio amico rifletté per un attimo, quindi… “No… non tornerei indietro.”
Gli
rivolsi un sorriso, ed annuii. “Perché allora… hai sentito che non potevi
prendere nessun’altra scelta…” Mi avvicinai a lui, in modo da trovarmi faccia a
faccia con la sua espressione confusa. “Non so… se effettivamente ci sarebbero
potute essere altre soluzioni, per te… ma so una cosa… hai fatto una scelta, e
la hai fatta perché ritenevi di compiere la cosa giusta… ora… ovviamente… sei
costretto ad affrontare le responsabilità che la tua scelta comporta… ma io…
non avrei nemmeno la più lontana motivazione per disprezzarti… ti ammiro perché
hai avuto coraggio, Gourry… e se avrai bisogno di me… sarò al tuo fianco…
insomma… Lina Inverse è un personaggio di una certa influenza, sai…? Il mio
appoggio potrebbe tornarti utile…” Cercai di sdrammatizzare.
Il
mio amico sorrise, e scosse la testa… “Sai… ti ho detto che non sono pentito
della mia scelta… non solo perché sono convinto di non avere avuto altra
scelta… ma perché i quattro anni lontano da casa mi hanno permesso di
comprendere molte cose importanti…” Sollevò la mano ad accarezzarmi il volto…
ed il sangue mi salì immediatamente alla testa… che… che cosa stava…? “Subito
dopo la mia partenza… ero pieno di sfiducia… in me… nelle mie capacità… sentivo
di essermi allontanato con qualcosa che non mi apparteneva non solo legalmente…
quella Spada… non era un oggetto per me, capisci? Sentivo che impugnandola… non
avrei mai combinato nulla di buono… la vedevo esclusivamente come… un oggetto
maledetto, portatore di odio, incapace di giovare a qualcosa… ho persino
pensato di liberamene, inizialmente…” Sospirò. “Ma poi ho capito… ho capito che
se non avessi almeno PROVATO a mettere a frutto quell’arma, la mia fuga da casa
non avrebbe davvero avuto significato… la magia, la spada, qualsiasi arma… non
sono malvagie, in sé… mio fratello ha sempre diffidato delle arti magiche,
perché sono qualcosa che non comprende… che lo spaventa… ma la realtà è che
tutto dipende dall’uso che si decide di farne… e la Spada POTEVA essere utile a
qualcosa, dipendeva solo da me rendere questo possibile…” Il suo volto… si avvicinò
ulteriormente al mio… “Questa convinzione… si è rafforzata con gli anni… perché
ti ho conosciuta… e grazie a questa Spada… ho potuto prendere l’impegno di
proteggerti…” Mi sorrise “…quando ho detto… di essermi scordato della faccenda
di mio fratello per tutto questo tempo… intendevo dire che… non la ho
considerata… perché ho pensato che ciò che stavo difendendo valeva
infinitamente di più dell’onore della mia casata… perché ho pensato che solo
agendo in questo modo… avrei dato un vero significato… alla mia vita…”
In
quel momento il mio volto doveva somigliare paurosamente ad un pomodoro maturo…
“Gourry…”
Il
mio amico sospirò. “Tuttavia… mio fratello ha avuto ragione, su una cosa…” Si
rabbuiò. “Ho evitato… di prendermi le responsabilità che mi spettavano… sarei
dovuto… tornare… avrei dovuto… cercare di spiegare le mie ragioni, così come
sto facendo con te, ora… Ma io… ho avuto paura… ho continuato a rifiutare di
decidermi… giorno dopo giorno… ed è proprio vero… più si continua a rimandare
una scelta, più diviene difficile compierla…”
“Però…”
Intervenni. “…Non è mai troppo tardi…”
Il
mio amico mi rivolse un sorriso triste. “Purtroppo lo è, invece… perché mio
padre è morto… e non potrò più spiegargli il motivo della mia azione… nessuno
potrà più… perdonarmi…”
“Gourry…”
Non sapevo cosa dire… non sapevo come agire… per confortarlo… tutto ciò che
potevo fare… mi sembrava perfettamente inutile… “Tu non hai bisogno… di nessun
perdono…” Mi sporsi avanti… e lo abbracciai… non sapevo… in che altro modo
aiutarlo… se non offrendogli il mio appoggio, per quanto poteva valere…
Il
mio amico esitò qualche istante… quindi lasciò scivolare le braccia attorno
alla mia vita, e rispose all’abbraccio.
“Non, è vero, Lina… E’ stata colpa mia… la morte di mio padre…”
Co…?
“Che stai dicendo, Gourry? Tu…”
“Posso
immaginare quello che è accaduto… quando si è scoperto… che si era lasciato
portare via la spada… non lo hanno perdonato… era inevitabile che accadesse…
inevitabile…”
“Gourry,
ascolta…”
“Ormai…
non mi resta che un modo… per rimediare… Perdonami, Lina…”
Battei
le palpebre. Di cosa… di cosa stava chiedendo perdono… a ME?
“Perdonami…
perché non potrò più mantenere la mia promessa…” Uno strano nodo… mi strinse lo
stomaco… la promessa… cosa… cosa intendeva…? “Ho deciso… che quando tutto
questo sarà finito io… lui… mio fratello… lo aiuterò…a ricostruire quello che
ho distrutto… ho deciso che… tornerò a casa, Lina… non potrò più… proteggerti…
perdonami…”
Improvvisamente,
la stanza sembrò collassarmi addosso… Sarebbe… tornato a casa…? Intendeva… per
sempre…? Questo significava che lui… che noi due…
“Non…
non…”
“A
questo punto… che altra scelta ho? La mia famiglia… forse non sarà più disposta
ad accettarmi… ma mio fratello è rimasto solo… che altro… posso fare per lui…?
In fondo… sono consapevole del fatto che tu non hai bisogno di me, Lina… non
hai bisogno di nessuna ‘guardia del corpo’… questo… da quando abbiamo sconfitto
per la prima volta Shabranigdu… lo ho sempre saputo…”
No…
le cose non stavano così… una parola… bastava una semplice mia parola… per
spiegare… che lui era importante… forse… bastava così poco… per trattenerlo…
non sapevo se ne avevo il diritto… ma una frase sarebbe stata sufficiente…
…‘resta
con me’…
…ma
allora perché… la mia lingua sembrava bloccata…? Non avrei avuto altre
occasioni, forse… perché non riuscivo…
…a
pronunciarla…?
“Gourry…”
“LINA
–SAN!!!!!”
Nel
giro di due millesimi di secondo, mi trovavo sul capo opposto della stanza,
rispetto a Gourry… dovevo chiedere ad Amelia di irrompere più spesso nella mia
camera… migliorava i miei riflessi…
“A…
Amelia!!! Ma ti pare il modo di entrare in una stanza??? Così, senza
bussare???”
“Perdonami,
Lina –san, ma è successa una cosa terribile!!! le guardie di Ilmund -san sono
qui!!!”
Scattai
in piedi. “Come sarebbe a dire, sono qui??? Come diavolo hanno fatto a
scoprirci???”
“Non
ne ho idea ma… hanno fatto irruzione, di sotto… il locandiere non sapeva nulla,
ovviamente, e sta cercando di bloccarli… ma…”
“Ma
stavolta sono stato più furbo di te, Inverse –san…”
Dannazione!!!
Di
fronte a me, all’ingresso della stanza, si trovava Ilmund il Verde,
l’espressione grave… seria… ma… avrei detto… preoccupata per qualcosa…
“Come…
come diavolo…?”
“Con
le tue stesse armi, Inverse –san… la magia…” Mi rivolse un breve sorriso… “Ho
dato ordine… a chiunque, fra le mie guardie, vi avesse trovati… di applicare un
incantesimo ad uno dei tuoi oggetti… perché tu potessi essere rintracciabile…”
Si accigliò. “Ho visto… che cosa sei riuscita a fare al contingente che avevo
inviato nel bosco, fuori dalle mura…” Che significava… non era stato lui… a
manovrare Xellos…? Sentivo puzza di imbroglio… e se… avesse inscenato una
messinscena per depistarci…? “Ma, comunque, i miei uomini sono stati in grado
di compiere il loro dovere…” Sollevò il dito, ad indicare il mio braccio… La
piccola pietra… incastonata sul guanto… il mago che aveva tentato di colpirmi
con il Mono Volt… doveva essere riuscito ad applicarle un incantesimo…
Mi
accigliai. “Sei stato in gamba… complimenti… ma ora, finalmente… posso sapere
che cosa vuoi da me…?”
Ilmund
mi fissò con un’espressione strana. “Voglio PARLARE, Inverse –san… soltanto
parlare… è per questo motivo che ho cercato di catturarti… e che ti ho tenuta
d’occhio sin da quando sei giunta a Miilun…”
Le
mie labbra si aprirono in un mezzo sorriso. “Ma davvero… volevi soltanto
*parlare*… Immagino che sia per questo che mi hai scatenato contro un intero
contingente di guardie… per farti una bella chiacchierata con me…”
Ilmund
sbuffò. “C’è una cosa MOLTO importante di cui dobbiamo discutere…” Si guardò
attorno. “Ma QUESTO non è il luogo adatto… Ho poche guardie, con me… se
voleste, sareste in grado di batterci…” Era vero… alle sue spalle non c’erano
che pochi uomini… e dietro di loro erano giunto anche Zel e Sylphiel… insieme,
se avessimo voluto, avremmo potuto batterli tranquillamente… “Venite fuori con
noi… in un luogo tranquillo… qui attiriamo troppo l’attenzione…” Era…
spaventato da qualcosa…? Tutto questo puzzava terribilmente da trappola… “Non
vi attaccheremo, posso promettervelo… ma DOBBIAMO discutere… è qualcosa di
estremamente importante…”
“Lina…
cosa facciamo…?” Gourry, al mio fianco, sembrava incerto quanto me… Non sapevo
che rispondere… accettare era pericoloso, ovviamente… Ilmund poteva avere anche
un intero contingente di guardie, al di fuori della locanda –anche se non era
chiaro perché non ci avesse attaccati subito, in quel caso-… del resto… quella
faccenda risvegliava in me una notevole curiosità…
“D’accordo…”
Risposi semplicemente, in tono piatto… “Ma sappi che se qualcosa va
diversamente da come voglio, sarai TU il mio primo bersaglio…”
“Ma…
Lina –san!!!!! Ti sembra una cosa prudente???”
Il
Gran maestro si limitò ad accogliere la mia affermazione annuendo, con una
espressione indecifrabile… Da parte mia, pensavo che le recriminazioni di
Amelia fossero del tutto fondate… ma ero troppo incuriosita dalla faccenda per
tirarmi indietro…
“Seguitemi,
allora.” Ci esortò semplicemente Ilmund.
Annuii,
e feci per mettere piede nel corridoio, quando qualcosa modificò radicalmente
il mio piano…
Avevo
buttato l’occhio per pura casualità… accidentalmente… in quell’angolo di
corridoio… era accaduto per uno strano gioco delle probabilità… ma lo vidi. Una
figura in ombra, ammantata di scuro.
Xellos.
Che
stava coprendo le spalle alle guardie di Ilmund.
Che
ci stava aspettando.
Era
stato tutto un gioco. Xellos era con lui. Un piano… Ilmund… voleva conquistarsi
la mia fiducia… per qualche motivo a me sconosciuto, voleva farlo… Lo sterminio
delle sue guardie… il discorso strano di quella sera… avevo la netta sensazione
che fosse stato tutto ideato per trascinarmi dalla sua parte… ma perché…? Cosa
voleva ottenere da me…?
Appena
si accorse di essere osservato, Xellos sparì in un istante. Ma era troppo
tardi.
“Sei
solo un maledetto bastardo!!!” Mi rivolsi a Ilmund, brutalmente.
“Cosa
diavolo…?” Il Gran Maestro ne venne colto totalmente alla sprovvista… ottimo…
ottimo davvero… perché mi lasciava una valida possibilità…
“LIGHTING!!!!!”
Ilmund e le sue guardie si trovarono temporaneamente accecati… Questo ci dava
il tempo che ci era necessario…
“SCAPPIAMO!!!”
Urlai agli altri.
“Lina…
cosa…?” Sentii Zelgadiss rispondermi, da un punto non ben identificato nella
luce accecante che aveva invaso la camera.
“A
dopo le spiegazioni!!! Andiamo!!!”
I
miei compagni non si fecero pregare… Feci per lanciarmi contro la finestra e
recitare la formula del Ray Wing, quando venni bloccata, bruscamente.
“Dove
pensi di andare??? Mi seguirai, volente o nolente, Inverse!!!” Il braccio di
ilmund si strinse saldamente attorno alla mia vita. Dannazione! Mi aveva
immobilizzata… Non pensavo… che quell’uomo esile avesse tutta quella forza…
“Lasciami!!!
Lasciami andare!!! Mono…” Quell’incantesimo avrebbe fatto più danno a me
che a lui, probabilmente, in quelle condizioni… ma che altra scelta avevo…?
Tuttavia,
non ebbi il tempo di terminare la formula… Dal fodero… che tenevo legato in
vita… si sviluppò un improvviso calore… e sentii il mio avversario urlare di
dolore…
“Co…
cosa…?” Ilmund mi rilasciò bruscamente, facendomi cadere al suolo… Il pugnale
di Galdiar, legato al mio fianco, ora risplendeva di luce propria…
“Maledetto!!!
E’ stato lui!!! Ancora… ancora lui… nonostante tutto!!!” Ilmund inveì e fece
per avvicinarsi nuovamente… Ma stavolta non glielo avrei permesso!
“Flare
Arrow!!!” Recitai.
Nulla
di particolarmente potente… ma lo avrebbe tenuto impegnato il tempo necessario
per farmi mettere in salvo…
“Lina!
E’ tutto a posto?” Riuscii nuovamente a mettere a fuoco Gourry… la luce nella
camera si stava lentamente, ma inesorabilmente, attenuando…
“Non
è il momento di preoccuparsi per me!!!” Lo afferrai per un braccio e, con una
breve formula, raggiungemmo gli altri all’esterno.
“Lina!
Dove andiamo, ora?” Mi chiese Zel, lanciando occhiate preoccupate alla stanza
dove poco prima ci eravamo trovati, ormai totalmente tornata alla sua penombra…
“Cominciate
a correre!!!” Esortai, preoccupata che Ilmund potesse avere guardie nascoste lì
attorno… “Galdiar! Dobbiamo trovare Galdiar!!! Il suo pugnale mi ha protetta,
prima!!! Sono convinta che potrà aiutarci…”
Lanciando
un’occhiata all’arma, notai che non aveva ancora smesso di brillare… La sua
luce si spandeva attorno a noi in modo tale, che avrebbe potuto farci
individuare anche a grande distanza…
“Cosa…
cosa diavolo…?” Estrassi la lama dal fodero… i riflessi… su di essa… stava…
trasmettendo delle immagini…
“Galdiar
-san! Cosa…?”
“Lina…
che succede???”
Spalancai
gli occhi, per l’orrore. “GALDIAR -SAN!!! Galdiar -san, no!!!”
Sulla
lama… il mio maestro… era circondato dalle bestie che avevano attaccato anche
me, e Gourry… lo stavano attaccando… lo stavano… uccidendo…
“GALDIAR!!!!!!!”
Strinsi il pugnale con tanta forza da conficcarne la lama a fondo nelle mani.
Con un gesto secco, Gourry me lo strappò di mano, e si trovò a sua volta a
fissare, inorridito la scena…
Caddi
in ginocchio… Galdiar… il mio maestro… aveva fatto tanto per me… ed io non ero nemmeno stata in grado di
mantenere la mia promessa di aiutarlo…
…
non ero stata in grado di salvarlo…
Una
voce… una voce risuonò nella mia mente…
“Trasmetto
quest’incantesimo… e queste parole… al pugnale… nella speranza che potrà
proteggerti… un’ultima volta… Non fidarti di nessuno, Lina… Lui vuole servirsi
di te… Se osserverai… i resti della cerimonia… forse capirai qualcosa di più…
non fidarti di nessuno…”
“Galdiar!!!”
Amelia
si inginocchiò al mio fianco, cercando di confortarmi. “Lina –san… ora calmati…
Non c’è più niente da fare… è tutto finito…”
Non
era vero… non conoscevo il significato esatto delle parole di Galdiar… ma una cosa
l’avevo capita… tutta la faccenda… era molto lontana dal risolversi…
Eravamo…
appena all’inizio…