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Autore: Ariel Lane    14/02/2010    1 recensioni
«Strinsi la mano in un pugno, e maledissi con tutta la rabbia che mi portavo dentro il maledetto che aveva inventato il “E vissero tutti e felici e contenti.” Perché in quel suo maledetto lieto fine aveva omesso me. » Avvolte credere nella fortuna è un bene, altre un male. C'è chi s'innamora, e chi invece ricade sempre nella stessa rete. Ma il destino fa sempre di testa sua, non guarda in faccia nessuno. Per questo esistono le fiabe, per portare un po' di speranza a chi non ne ha...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 14

 

*Colpo basso*

 

1

Sabato 10 settembre 2006

 

 

 

 

A Danny ovviamente non era stato detto nulla.

Che Lena fosse partita per la Francia per dimenticarlo, e che molto probabilmente non sarebbe tornata mai più, non gli era stato detto. Avevano preferito tenerlo all’oscuro di tutto, tacendo e facendo finta di niente, proseguendo con le registrazioni di Motion in the ocean, il nuovo album il cui nome sarebbe stato ufficializzato a breve sul loro myspace.

Nel frattempo ognuno cercava di andare avanti come meglio poteva, ed Alicia pregava perché Danny non scoprisse nulla…

 

 

 

 

La porta si aprì,- Oh, ma certo! Come al solito hai ragione tu, no?- Alicia tirò un cuscino in faccia a Dougie che aveva aperto le braccia come a dire «ovvio, no?»

-Ciao ragazzi!-Harry Simmons entrò gustandosi la scena di Alicia completamente sbracata sul divano, e Dougie alle prese con i fornelli ed il grembiulino rosa della figlia,- Cosa sta succedendo qui?-

-Vuole provare a cucinare! Ma tanto non è capace!-

Dougie rispose facendo una linguaccia, -non è vero!-

-Fai sentire…-Harry si avvicinò al ragazzo che gli fece assaggiare un po’ del sugo. Alicia guardava il padre in attesa di un responso, mentre lui pareva aver cambiato colore di colpo,- Oh, mio Dio!-risputò nel lavandino.

-L’avevo detto io che faceva schifo!- lei si rigettò sul divano, con un sorriso sghembo sul viso. Erano passate all’incirca due settimane da quel 31 agosto, e Harry si era rassegnato, accettando la loro relazione di buon grado. Più o meno.

Ma da qualche tempo il padre e Dougie avevano preso una certa confidenza, un po’ troppo sospetta per i gusti di Alicia; e spesso li ritrovava a fare comunella come due comari.

 

Pazzesco!

 

Si, era incredibile. Eccoli li, gli uomini più importanti della sua vita.

Anche se Dougie in quel momento con il suo grembiulino rosa, non era poi così mascolino…

Alicia chinò la testa da un parte sorridente,- Papà, cos’hai nella tasca?-

Harry lasciò perdere lo strano intruglio di Dougie, e corrugò la fronte,-Ah!- si frugò nel giacchetto ed estrasse un cd,-Indovina un po’ cos’ho qui?-canticchiò agitando l’oggetto da una parte all’altra.

Alicia che seguiva la mano con la testa strabuzzò gli occhi,- Eh, se non ti fermi non vedo!-

Dougie allora si levò il grembiulino, spense il gas, dandosi per vinto,-Cos’è quello?- afferrò il cd e lo scrutò curioso,- Ma questa non è Alic?-

Fu un attimo. La ragazza collegò tutto e saltò giù dal divano, sfilandogli di mano quella che era una prova inconfutabile del suo passato.

-Ma chi te lo ha dato?-sbigottita percorse con i polpastrelli la foderina.

C’erano proprio tutti: Marco, Daniele, Francesco…e Andrea.

 

Un momento, la sua faccia è stata cancellata…

Papà…

 

-Un uccellino- sul volto dell’uomo comparve un risolino malizioso.

-Si, e per caso risponde al nome di Marco?-lo guardò sottecchi e lui fece finta di fare altro,- Ci avrei giurato!- dunque glielo porse ed Harry lo diede a Dougie.

-Tieni.-

-Papà?-

-E dai Alic! Deve pur sapere che non è l’unico musicista qua dentro!- Alicia si diresse verso camera sua borbottando, probabilmente qualche parolaccia in italiano, ma Dougie non riuscì a capire.

-Questa sei proprio tu!-sgranò gli occhi,- Eri piuttosto piccolina…-

-Si, aveva quindici anni!-fece fiero Harry.

-Questa me la paghi!-

-Ma cosa c’è di male?-l’uomo fece spallucce. Dougie assentì.

-Che quel cd qui non deve circolare! Vivo tanto bene nell’anonimato!-Alicia tornò e si sedette su uno degli sgabelli, mentre vedeva il suo ragazzo tutto preso dalla lettura dei testi.

Avrebbe avuto da ridire.

 

Sicuro.

 

-Ma se siete stati eletti la coppia più bella del Regno Unito tu e Doug? Lo sanno tutti chi sei e con chi esci Alic!-lei parve presa in contropiede, e per questo zittì senza controbattere, mettendosi a braccia conserte.

-Questo era il tuo gruppo?-Dougie si sedette accanto a lei, ignorando il volto cancellato.

-Si, lo era…-disse facendo spallucce.

-E potrebbe esserlo di nuovo!- si tolse la giacca e la getto sul divano.

-Hanno una grande carriera, un futuro d’oro davanti. Soprattutto da quando Andrea se n’è andato…-

-Proprio per questo Marco me l’ha mandato.-si poggiò al muro, di fianco alla porta d’ingresso- vuole che ricordi i vecchi tempi…-

-Sto bene ora. Mi va bene così.-

L’uomo tossì e cominciò a canticchiare qualcosa…

 

 

We’re gonna party all night long, ad no-one cannot stop this song…

 

Ed una cascata di parole risalì sino a toccare le corde vocali di Alicia.

 

..I’m gonna wear a striking dress, and I will  make worse this mess. Once again..

 

 

Completò la frase, e solo dopo averlo fatto si accorse che Dougie la stava fissando divertito.

 -Ok, lo spettacolo è finito!-si alzò dallo sgabello repentinamente, scostandosi ancora una volta i capelli dietro l’orecchie.

Poi, l’occhio del ragazzo cadde su una frase, e quando Alicia si alzò per scappare in bagno rossa in viso, lui la seguì, -Ehi, Alic…Credo di non aver capito bene una frase…Chi dovrebbe entrare? E “dove” soprattutto???-

-Nessuno!-rispose lei sbuffando.

-No, no. Qui c’è qualcuno che vuole entrare nel tuo letto!-

Harry sorrideva. Sapeva che Dougie non era un ragazzo eccessivamente geloso, ma quella canzone di certo non gli avrebbe fatto piacere.

Scosse la testa dandosi una pacca sulla fronte, poi, si incamminò verso la porta di camera sua.

Era meglio lasciarli un po’ da soli.

 

 

2

 

Lunedì 11 settembre 2006

 

I wonder what it’s like to be loved by you.

I wonder what it’s like to be home.

And I don’t walk when there’s a stone in my shoe.

All I know that with time I’ll be fine.

 

I wonder what it’s like to fly so high

Or to breathe under the sea

I wonder if someday I’ll be good with goodbyes

But I’ll be ok if you come along with me…

 

 

Era la canzone più bella che Danny avesse scritto sino a quel momento. Il modo in cui la cantava, il modo in cui la suonava. In quella canzone c’era impresso il nome di Lena.

Chissà cosa aveva fatto quella ragazza per  conficcarsi nei suoi pensieri…

Ormai passava le sue giornate attaccato a quella chitarra, molto spesso aveva lo sguardo perso nel vuoto ed era raro ormai vederlo sorridere; non voleva che i suoi amici fossero in pena per lui, ma Tom sapeva come si sentiva Danny. Glielo si leggeva negli occhi quello che provava, e, a parte Just my luck, come attore faceva veramente pena.

Peggio di Alicia.

-Canta ancora quella canzone?-Harry era rientrato con una lattina di birra in mano, e non riusciva a credere che Danny stesse ancora cantando una canzone che provava da tutto il giorno. Ormai era fatta, cos’altro doveva ritoccare?

-Se…-sospirò Tom. Oltre il vetro non c’era più Danny, il ragazzo che avevano conosciuto, ma un innamorato perso.

Completamente andato.

-Cavolo.-fece Harry sorseggiando. Si lasciò cadere sulla sedia.

-Già…-

-Ora che ci penso Tom…-iniziò Harry.

-Harry per favore, abbiamo già un enorme problema, non ti ci mettere anche tu! Non pensare che poi ti fa male!-disse dandogli una pacca sulla spalla.

-Ah,ah,ah. Veramente spiritoso! Peccato che io fossi serio.-sorseggiò di nuovo.

-Su, spara genio…-Tom si sedette accanto a lui.

-Non credi che dovremmo dirglielo…-

-No, Harry. È un volere di Lena. Lasciamo le cose come stanno…-Alicia seduta accanto a Tom chinò il capo affranta.

 

 

3

 

Mercoledì 14 settembre

Il titolo del nuovo album viene ufficializzato su myspace

 

Ticchettava freneticamente la penna sul banco. Ancora un’ora, una maledette ora, poi, sarebbe scappata da lui. Accidenti, ma era mai possibile che quell’uomo non si azzittisse mai? Infondo a chi interessavano mai due numeri messi in croce?

-Scusa, potresti smettere?- la sua nuova vicina di banco, Cloe Smith le aveva sorriso angelicamente.

-Oh, si, Scusami!-posò la penna sul banco delicatamente.

Quella ragazza si era da poco trasferita, da dove aveva detto che veniva?

Chelmsford.

Cloe aveva i capelli biondi e per questo le ricordava Lena, aveva anche due occhi azzurri molto profondi. Bellissimi.

Non parlava molto, ma sorrideva sempre.  Aveva una passione per l’algebra che Alicia aveva notato sin da subito, dato che riusciva a fare calcoli disumani.

I suoi capelli erano sciolti per metà; alcune ciocche erano raccolte in una mezza coda.

Seguiva interessata tutta la lezione, prendeva appunti e correggeva il professore-lieto di sapere che c’era ancora qualcuno che lo seguiva.

Alicia non le aveva mai parlato. Temeva che potesse assalirla come faceva la maggior parte delle ragazze della sua scuola. Ma Cloe non l’aveva fatto mai, ed Alicia andava bene così.

Fece scorrere lo sguardo dal banco alla finestra accanto. L’autunno era arrivato ormai,  e quella mattina aveva piovuto. Ininterrottamente.

Oltre il vetro vedeva solo case, su case, su case, su case…Ed un cielo costantemente grigio.

In quel momento sentiva la mancanza di Roma, del suo cielo sempre azzurro, del suo clima mite. Delle sue belle stagioni; allora prese il diario in mano e lo sfogliò.

Rise.

Dougie c’aveva lasciato lo zampino; al suo compleanno, quello di Alicia, aveva riempito la pagina di scritte, frasi e pezzi di discorsi che solo loro due capivano. Aveva una terribile grafia, incomprensibile. Ma le era piaciuto comunque il pensiero.

-Ti ama tanto…-Cloe sospirò adocchiando le scritte.

-Eh?-fece Alicia tornando con i piedi per terra.

-Oh, scusa, non volevo.-arrossì di colpo.

-No, non fa niente, non ti preoccupare!-Cloe chinò il capo tornando ai numeri-E comunque, si.-la ragazza risollevò il viso e gettò un’occhiata ad Alicia.-Delle volte credo di non meritarlo. Forse  è troppo per me, ma non posso farne a meno.-

-Questo si era visto.-ironizzò la vicina.

-Scusa?-

-Dovreste fare più attenzione ai paparazzi. Non avete molta privacy!-disse riferendosi a delle foto recentemente pubblicate su un magazine londinese.

Alicia arrossì, si portò una mano tra i capelli e quindi annuì.

-E non sai quanto è difficile.-sospirò Alicia.

-No, non credo!-

-Come mai ti sei trasferita Cloe?-

-Mio padre ed il suo lavoro. È diventato capo di un azienda.-

-Ah, capisco. Ed i tuoi amici?-

-Tutti lì,a Chelmsford. Sono sola qui a Londra. Ma credo di potercela fare comunque!-abbozzò un sorriso. Scrisse qualcosa sul quaderno, forse qualche formula che il professore aveva appena dettato.

-Qui non hai proprio nessuno…-

-No, ma alla fine, un po’ di solitudine ogni tanto non mi fa male.-provò a sorridere ancora una volta. Guardò Alicia distrattamente e notò che al collo portava un plettro nero con delle iniziali incise sopra.- Te l’ha regalato lui?-chiese indicandolo.

-Oh, si…-

-Davvero un bel pensiero.-

-Già, non riesco a separarmene.-

-Lo credo bene!-la campanella suonò-Beh, io devo scappare a casa. Ci vediamo domani Alic…-in pochissimi secondi rifilò tutta la sua roba nella cartella, senza neanche badare al modo in cui le aveva messa; se la mise in spalla e scomparve dalla porta in un batter baleno. Quella ragazza doveva avere dei super poteri o qualcosa del genere.

Alicia invece risistemò i suoi libri ed uscì dall’aula, tutto con molta calma.

 

 

4

 

-Credevo ti avessero sequestrata!-Dougie sorrise vedendola entrare.

-Allora dite alle vostre fans che le prove finiscono alle otto! Credo vogliano provare a buttar giù le porte dell’entrata.-si avvicinò al ragazzo sorridendo, poi, chinò il viso verso di lui e lo baciò.

-Uhm, ci penserò su!-ghignò girando su sé stesso con la sedia.

-Ciao Alic! Come va?-Harry, distratto, armeggiava sospettosamente con l’attrezzatura del sound. Alzava ed abbassava a suo piacimento ogni cursore, e Tom nell’altra stanza imprecava verso di lui sperando di farlo smettere.

-O la pianti o vengo lì e ti…-

-Ciao Tom!-Alicia parlò attraverso il microfono.

-Ciao Alic!- la sua espressione si rasserenò.

-Allora, cosa avete fatto di bello?-

-Quello che faccio da quasi tre anni.-Dougie annuì sospirando.

-Che domanda inutile.-scosse la testa, poi, si guardò attorno.-Danny che fine ha fatto?-si sedette in braccio a Dougie, posando la borsa della scuola ai suoi piedi. 

-Lascialo perdere. Non ci sta più con la testa!-

-Mi dispiace tanto, ma noi non possiamo farci nulla. Lena ha preso la sua decisione.-era vero, le dispiaceva tanto per Danny, ma nessuno avrebbe potuto fermare Lena; nemmeno lui. 

Harry si distese sullo schienale stiracchiandosi e disse:

-Partire è stato un grave errore secondo me.-

Ed ecco che la porta si aprì di scatto, sbattendo furiosamente. Quasi fosse stato il vento a farlo. 

Alicia si voltò paonazza in viso,-Dan…-azzardò la ragazza cauta.

-Dov’è Lena?-il tono della voce era strozzato. Si guardava attorno. Harry era ritto, si era ripreso dopo che l’amico era aveva varcato la soglia della porta. Tom, invece, assisteva nell’altra sala pur non potendo sentire. Ma le loro facce erano più che sufficienti per capire cosa stesse succedendo. E non gli piaceva affatto.

-Mi dispiace.-Alicia chinò la testa in segno di scusa, ma Danny era furibondo.

-Lo sapevate tutti.-disse indicandoli-E non me lo avete detto!-i suoi occhi accusatori facevano male. Più di chiunque altro ad Alicia.

-Sono stata io a dir loro di tacere, è colpa mia Dan.-ammise la ragazza sconfortata.

-Tu?- Danny fu preso alla sprovvista, come se fosse stato attaccato alle spalle. La guardava con gli occhi languidi.

-Mi dispiace, non l’avresti presa bene.-

-E tu che ne sai come l’avrei presa io? Che ne sai cos’avrei fatto?-

-Saresti corso da lei e l’avresti supplicata di rimanere, ma Lena è testarda e sarebbe partita lo stesso.-sospirò, poi, riprese a parlare-E tu saresti stato ancora peggio.-deglutì.

-Come credi che stia adesso?- le domandò singhiozzando.

-Come credi stia Lena dopo il modo in cui l’hai trattata?-replicò guardandolo negli occhi.

Danny tacque.

-Non ti credevo capace di tanto.-lo disse sprezzante, e lei si strinse nelle spalle. Dougie l’abbracciò da dietro, non dicendo nulla. Alicia non avrebbe voluto che si intromettesse.

-Perdonami.-era sinceramente avvilita, ma Danny non sembrò notarlo; al contrario, richiuse la porta alle sue spalle sbattendola fragorosamente.

Così come l’aveva aperta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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