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Autore: Chartraux    14/02/2010    10 recensioni
Naruto Uzumaki, ventidue anni, commesso in un conbini; la sua vita cambierà radicalmente con l'incontro di un cliente dall'aspetto serio e fiero, che acquista ogni giorno la stessa merce dolce-dolce-dolce, ma... è solo uno studente! Può davvero innamorarsi di qualcuno più giovane di lui? Una piccola storiella decisamente zuccherosa! Una SasuNaru senza pretese! Spero sia di vostro gradimento! Ah, consiglio prima della lettura, Attenti alla carie! Tratto dal manga di Mio Tennouji
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Desclaimers: Tutti i personaggi di questa ff non esistono; appartengo al sensei Masashi Kishimoto. La Storia è tratta dal manga di Mio tennouji "24 jikan eikyo chuu"

 

Lollipop

 

Naruto Uzumaki si era trasferito a Konoha quattro mesi fa, dopo la morte dei suoi genitori a causa di un incidente stradale; iniziare a vivere una vita diversa da quella che aveva vissuto sino a poco tempo prima, era stato difficile. Ma non impossibile, grazie al suo carattere aperto, gentile e cordiale non aveva fatto fatica a farsi nuovi amici ed a trovare un lavoro rispettabile (anche se non eccessivamente retributivo).

Era stato assunto in un conbini aperto ventiquattro ore su ventiquattro nei pressi del suo appartamento; beh, sarebbe più esatto definirlo monolocale. La porta si apriva su di un corridoio stretto che si affacciava su un’enorme stanza quadrata in cui aveva poggiato sul pavimento di legno un materasso abbastanza spesso, un tavolino, un armadio ed una libreria; un angolo aveva ancora la cucina dei precedenti inquilini, alcuni sportelli cigolavano infelici ed i cassetti non si chiudevano.

Ma più di quello, non poteva proprio permettersi.

Eppure, gli andava bene così: l’importante,  diceva sempre suo padre, era la salute, la famiglia, gli amici.

Nonostante non avesse più una famiglia, era un ragazzo troppo positivo per deprimersi facilmente e decise di ricostruirsi tutto da capo.

Lavorare in quel minimarket gli metteva sempre il buon umore perché i suoi colleghi erano ragazzi decisamente simpatici e cordiali; avevano più o meno tutti la stessa età e non erano né eccessivamente altezzosi, né tremendamente psicotici.

Insomma, come spesso diceva Naruto, erano ok.

 

 

Anche quel giorno si era recato a lavoro con aria trasognante.

I grandi occhi azzurri erano leggermente vacui causa una nottata a consolare Kiba, suo collega, che era stato appena mollato dalla fidanzata ed i capelli biondi erano, se possibile, ancora più ribelli del solito; aveva entrambe le mani nelle tasche dei jeans e camminava annoiato per raggiungere il  piccolo market.

La maglietta arancione faceva risaltare in modo impressionante la sua carnagione color caramello ed il ciondolo, decisamente da uomo,  faceva risaltare i muscoli del collo.

“Ciao a tutti” sbiascicò svogliato entrando dalla porta scorrevole del negozio, chiuse gli occhi quando sentì il fresco venticello del condizionatore inondargli il viso.

“Ehilà Naruto!”

Il ragazzo biondo guardò nella direzione della voce e vide Kiba con un’aria sorniona e felice, aggrottò le sopraciglia “Beh? Cos’è quella faccia eccitata?”

“Oh, non ci crederai! Stamattina sono andato sotto casa di Ino, le ho portato un regalo ed abbiamo fatto pace!”

Naruto sospirò scocciato “E qual è stato il motivo per cui mi hai fatto passare una notte in bianco?!”

Il ragazzo con due tatuaggi sul volto rise e gli diede una pacca sulle spalle “Eddai! Quando avrai bisogno mi sdebiterò!” e detto questo si avviò verso il magazzino “Scusa, vado a fare il resoconto del mese!”

Il biondino alzò gli occhi al cielo, era mai possibile che quella maledetta coppietta dov’esse trattarlo come un confessionale?

Andò nello spogliatoio sul retro ed infilò la polo a righe sottili verdi ed arancio con il marchio stampato sulla tasca cucita sul cuore, un classico connubio per una divisa di un market; ogni tanto si domandava chi era lo stilista di certe schifezze. Applicò il cartellino con il nome e prese il fondo da mettere nella cassa elettronica.

Sbadigliò ancora mentre infilava le banconote e le monetine negli spazi appositi; era talmente stanco che decise di installare il piccolo programma per i resti, solitamente non lo usava mai. Era decisamente bravo in matematica e sfruttare la calcolatrice lo faceva sentire uno stupido.

Guardò l’orologio appeso all’ingresso del negozio: erano le tre del pomeriggio… ancora sei ore ed avrebbe staccato.

 

 

La porta scorrevole emise un lieve fischio quando si aprì per far entrare un cliente, Naruto volse lo sguardo verso l’ingresso e salutò cordialmente; il ragazzo che entrò non rispose al saluto, ma si diresse direttamente nella corsia dei dolci.

Quel ragazzo, con la divisa scolastica della scuola più prestigiosa della città, passava tutti i pomeriggi alla stessa ora e comprava sempre la stessa identica cosa; ogni tanto il cassiere si domandava se abitava in quella zona e se aveva un fratellino più piccolo a cui portare gli acquisti giornalieri.

Il biondino sospirò quando lo vide arrivare pochi istanti dopo con una manciata di lecca-lecca che poggiò con una discreta delicatezza sul bancone.

Segnò i prezzi sulla cassa e poi stampò lo scontrino “Sono 250 yen.” disse con il solito meraviglioso sorriso sghembo che lo contraddistingueva.

“Ehm… ecco…” il ragazzo di fronte a lui parlò per la prima volta, era incredibile, dopo più di tre settimane aveva udito per la prima volta la sua voce.

E si ritrovò a pensare che fosse davvero suadente.

“Si, mi dica.”

“Ehm… avete il gusto cola?” sussurrò talmente piano che Naruto fece non poca fatica a comprendere la frase.

“Non c’era nella scatola dei lecca-lecca?”

Lo vide scuotere la testa.

“Oh, allora farò fare l’ordine.” gli sorrise.

Lo studente prese il portafoglio, scelse accuratamente tre monetine e le poggiò sul bancone, rapidamente agguantò i dolci e li mise nella tasca dello zaino scuro.

Pochi istanti dopo era uscito dal negozio senza salutare.

Il cassiere si lasciò cadere sullo sgabello di metallo; quel ragazzo lo sfiniva.

Non riusciva a capire il motivo, ma quello studente aveva qualcosa che lo infastidiva.

Forse lo sguardo?

Forse la postura?

Forse il suo essere così sgarbato?

No, forse perché era decisamente attraente.

Era alto e magro, ma nonostante tutto aveva notato i muscoli sotto la camicia bianca con il logo a forma di foglia della scuola, i capelli scuri come la notte circondavano sinuosi quel bellissimo viso affusolato ma ben definito, facendo risaltare i lineamenti perfetti del volto diafano.

Gli occhi, sottili ma seri erano scuri come la pece e sembravano brillare di una strana, ma al tempo stesso affascinante, luce propria; una luce che Naruto non aveva mai visto in nessun altro sguardo.

E poi c’erano le sue labbra.

Delle labbra ben delineate e di un rosa che le faceva emergere su quel viso pallido.

A quel pensiero, senza accorgersene, si leccò il labbro inferiore.

“Che c’è?” domandò una voce familiare facendolo sussultare.

“Accidenti Kiba! Non spaventarmi così!” sbraitò imbarazzato dal gesto che aveva appena fatto senza un apparente motivo.

“Ehi! Che te la prendi a fare con me?! Sei tu che non mi rispondi! Ti ho chiamato due volte.”

“Oh” balbettò “scusa, non ti avevo sentito.”

Il ragazzo dai capelli castani sospirò “Non fa nulla, me ne ero accorto” poggiò un paio di scatole sul bancone argenteo “comunque, tutto bene?”

“Si, perché?”

“Eh, no, mi sembravi preoccupato…” si mise una mano sotto il mento “No, preoccupato no, diciamo sognante.”

Naruto diventò paonazzo, fece una risata isterica per nascondere il tutto “Maddai! Lo sai che sono sempre con la testa fra le nuvole! E poi ci si mette anche questo caldo…!”

Era vero, di caldo ce ne era parecchio per essere la fine di maggio.

“Si, beh, se non stai bene ti faccio il cambio turno…”

“Nah, non preoccuparti! Vai dalla tua bella Ino a festeggiare!” sorrise un po’ meno imbarazzato di prima.

Il collega rise e si dileguò nello spogliatoio per cambiarsi, lasciando le due scatole sul bancone; il ragazzo dai capelli paglierini sospirò e le aprì.

C’erano dei dolci da sistemare negli appositi scaffali e, non essendoci troppa gente, decise di farlo al posto dell’amico innamorato.

C’erano una varietà infinita di caramelle: dalle gommose alla frutta, da quelle a forma di orsetti a quelle frizzanti, da quelle talmente dolci da procurati una carie a quelle senza zucchero; poi, come d’incanto, tra tutte quelle piccole confezioni colorate, trovò un intruso.

Lo guardò un poco prima di infilarlo nella tasca della divisa.

Un sorriso compiaciuto e sereno gli apparve sul volto bronzeo.

 

 

“Benvenuto!” disse allegro Naruto al cliente conosciuto che entrava nel market.

Il ragazzo dai capelli neri non gli rispose come al solito, prese la direzione dei dolci e sparì dietro ad alcuni scaffali. Pochi istanti dopo, ecco che poggiava con una delicatezza tale, i cinque lecca-lecca sul bancone argentato.

“Sono 250 yen” esordì il cassiere dai capelli scompigliati con un sorriso da mozzare il fiato; come al solito, il moro, non disse una parola. Poggiò due monetine da 100 yen ed una da 50 sul bancone e prese i cinque dolcetti che infilò nello zaino; ma prima che se ne andasse il biondo lo bloccò “Aspetta solo un secondo” iniziò cauto mentre cercava qualcosa sotto il bancone “Ah, eccolo!” la voce era serena e decisamente eccitata “Sono riuscito a trovarlo. Gusto cola!”

Il sorriso sghembo era apparso sul volto bronzeo mentre attendeva una reazione dal volto pallido e perennemente serio del ragazzo di fronte a lui.

Ma non accadde nulla.

C’era solo uno strano silenzio.

Naruto si stupì, pensava che gli avrebbe fatto piacere avere almeno un lecca-lecca con il gusto che cercava da tempo; alzò il volto verso quello diafano dello studente e per poco non svenne.

Il moro davanti a lui aveva scostato il viso leggermente di lato, coprendolo con una mano per nascondere quel rossore che si era inaspettatamente fatto largo su quel volto perfetto.

E pallido.

“Uhm…” sbiascicò imbarazzato mentre prendeva con una mano tremante il piccolo dolcetto tondo  “… ah… si… grazie…”

Naruto gli sorrise divertito “Di niente!” urlò notando che se ne stava andando velocemente; ridacchiò allegro. Quel ragazzo dagli occhi scuri come la pece era davvero pieno di sorprese. Si appoggiò al bancone e la testa affondò tra le braccia, sperò che nessuno lo vedesse in quella posizione, il capo si sarebbe di sicuro arrabbiato; sospirò ripensando a quel volto candido che esplodeva improvvisamente in un rosso acceso.

Sentì un tuffo al cuore, una strana voglia riempirlo ed una piacevole eccitazione nel poterlo rivedere il giorno dopo.

 

“Cosa?” sbraitò Naruto guardando la tabella dei turni

“Che succede?” domandò un ragazzo robusto ed i capelli biondo cenere do nome Choji.

“Che succede?! Perché mi avete spostato il turno senza chiedermi nulla?” continuava ad urlare.

“Non vedo dove sia il problema” iniziò con un tono scocciato il suo capo “Per una volta che Kiba vuole fare la sera non vedo dove sia il problema.”

“Ma signor Orochimaru, nessuno mi ha chiesto nulla!”

“Senti Uzumaki, posso chiederti quali impegni improrogabili hai per non fare la mattina?”

Naruto aprì la bocca per rispondere, ma la chiuse immediatamente.

“Nessuno…” sbuffò infastidito il biondo.

Non poteva certo dirgli che il motivo era un ragazzo moro con gli occhi scuri che aveva attratto la sua attenzione; sai che risate si sarebbero fatti! Oltre ad iniziarlo probabilmente a non sopportarlo perché leggermente diverso…

“Allora è deciso. Kiba puoi fare la mattina, Naruto non ha impegni.”

Il ragazzo con i tatuaggi sul volto e lo guardò con occhi pieni di scuse, il biondo mise il broncio ed una sensazione di disagio apparve nel suo cuore.

 

 

Erano passati tre giorni da quando Naruto aveva visto, per l’ultima volta in quella settimana, il ragazzo dagli occhi scuri e profondi.

E si era reso conto che qualcosa, all’interno del suo corpo, aveva iniziato come a deteriorarsi silenziosamente; stava male, tutto il suo corpo gli doleva. Ma non era un dolore fisico, no, più che altro era qualcosa dentro di lui, dentro al suo cuore, che aveva iniziato a soffrire.

Voleva affondare in quegli occhi neri come la notte, voleva perdersi tra i suoi lineamenti pallidi, voleva godere di quelle labbra definite…

Lo voleva vedere.

Anche solo per un piccolo istante.

Giusto per una piccola dose giornaliera.

Già, funzionava proprio come una droga, una volta presa non ci si poteva più fermare.

Ripensando a quella figura, perfetta nella sua divisa scolastica, ma sicuramente perfetta anche senza, istintivamente il biondo si morse e leccò il labbro inferiore; e di nuovo apparve quella sensazione sgradevole, ma piacevole, che lo invase ovunque.

Se fosse stato a casa, sicuramente, avrebbe preso una scatola di fazzoletti e si sarebbe masturbato pensando a tutta quella bellezza…

Si mise una mano sul volto; cosa stava facendo?

Come poteva pensare di poter avere anche solo una minima speranza con quel ragazzo?

Come poteva anche solo pensare di innamorarsi di uno studente?

Lui aveva ventidue anni, mentre molto probabilmente quel ragazzo non più di sedici.

Avrebbe voluto gridare il suo scontento al mondo intero, lì, in mezzo alla strada per tornare a casa dopo una triste bevuta con i colleghi; in realtà aveva bevuto pochissimo, perché sapeva che se l’alcool prendeva il sopravvento su di lui, iniziava a raccontare di tutto e si rendeva patetico. Non aveva voglia che gli altri ragazzi sapessero che fosse gay e men che meno che fosse innamorato di un ragazzino.

Quanto è difficile la vita!, urlò dentro di sé con le mani tra i capelli.

Notò un distributore automatico, gli si avvicinò, mise 160 yen e pigiò un tasto che divenne luminoso; un rumore sordo arrivò dal basso, infilò la mano in uno scomparto sottostante e prese la lattina di birra; a casa poteva ubriacarsi senza problemi. Ed a lui gli bastava poco.

Osservò la bibita nella sua mano, guardò il distributore e decise di prenderne un’altra; così, giusto per avere sonni tranquilli.

Mise entrambe le lattine ancora fresche nella borsa a tracolla decidendo di andare a casa, guardare l’episodio registrato la sera precedente de “La volpe a nove code”, mangiare un intero sacchetto di patatine e di bere fino ad addormentarsi; a casa era certo di avere almeno una bottiglia di sakè.

Ma proprio mentre prendeva quella complicata decisione, sentì un rumore provenire da un vicolo lì vicino; sembravano voci rabbiose, grida violente, lacrime soffocate.

Avrebbe dovuto far finta di nulla, ma purtroppo il suo senso di giustizia era decisamente alto.

Corse verso la direzione in cui provenivano le grida e vide alcuni ragazzi picchiare qualcuno; erano quattro, da solo non avrebbe potuto fare nulla, solo una cosa gli venne in mente di fare: urlare ad un poliziotto immaginario che c’era una rissa.

I quattro delinquenti si scambiarono un’occhiata eloquente e fuggirono velocemente lasciando il malcapitato per terra, intontito.

Naruto corse verso il ragazzo e lo aiutò ad alzarsi; quando comprese chi era, per poco non svenne.

Il ragazzo dalla pelle diafana, dagli occhi scuri, dalla bocca seducente, era stato pestato pesantemente; un rivolo di sangue fresco usciva da un lato del labbro spaccato, il volto pieno di graffi ed un livido scuro sul collo.

Si vergognò di pensare che anche in quella situazione, in quelle condizioni sicuramente poco piacevoli, lui era comunque bellissimo.

“Stai bene?” gli domandò preoccupato.

Il moro sbiascicò un no sconsolato e, se non fosse stato per il biondino vicino a lui, sarebbe di nuovo caduto malamente sul marciapiede.

“Ma che ti hanno fatto?” il volto era sconvolto “Su, casa mia è qui vicino… bisogna medicarti subito!”

Lo portò di peso fino alla sua abitazione e quando fu dentro lo pose delicatamente su quel materasso in un angolo della stanza spoglia “Vado a prendere delle bende.” disse con una voce professionale mentre lo studente faceva delle smorfie di dolore.

 

Dopo averlo medicato come una crocerossina preoccupata, cerotti e bende ormai faceva parte del corpo pallido del moro, gli preparò qualcosa da mangiare; non gli aveva ancora chiesto cosa era accaduto, non ne aveva intenzione, sperava che fosse lui a parlare per primo di quello sgradevole avvenimento a cui aveva assistito.

“Ah” iniziò rompendo quel silenzio imbarazzante che si era creato “mi dispiace per la confusione, solo che mi sono trasferito da poco e non ho ancora tutti i mobili.”

Il moro lo fissò; la schiena era grande, ma comunque abbastanza sottile, le spalle piccole si muovevano delicate su quel corpo bronzeo coperto da una t-shirt bianca, i capelli ribelli risultavano di un biondo cenere illuminati dalla luce fioca della sala e le gambe, beh, erano lunghe e slanciate.

“Posso chiederti il nome?” gli domandò girandosi verso di lui e sfoderandogli uno di quei suoi meravigliosi sorrisi sghembi; gli occhi azzurri brillavano stranamente felici.

Il moretto distolse velocemente lo sguardo imbarazzato e sbiascicò brusco “Sasuke Uchiha.”

Naruto sorrise “Piacere Sasuke, io sono Naruto Uzumaki.”

“Lo so” sussurrò piano.

“Come?”

“Lo so… l’ho letto sulla targhetta.”

Il viso color caramello divenne stranamente rosso e cercò di nascondere l’imbarazzo con una mano, cosa che non fece proprio effetto; il moro se ne accorse ed un piccolo sorriso malizioso apparve sul volto.

Naruto prese un piatto, vi mise con grazia il riso alla cantonese appena preparato e lo poggiò sul tavolino in mezzo alla sala “Ce la fai a sederti qui?” chiese incrociando gli occhi sottili e scuri del ragazzo davanti a lui; lo vide alzarsi e sedersi lì, vicino a lui.

Sasuke prese le bacchette ed iniziò a mangiare, il suo volto assunse un’espressione stupita “Wah, è buono!”

Il biondo aggrottò le sopraciglia “Si..” disse con un tono leggermente offeso, perché si era stupito così tanto? Probabilmente il moro si accorse della delusione che aveva causato e cercò di rimediare “Non sono un amante del riso, ma questo è proprio buono!”

Naruto rise “Sei il primo giapponese che conosco a cui non piace il riso!”

Di nuovo, il volto latte dello studente, si tinse di rosso; pensò che quel sorriso fosse decisamente disarmante.

Continuò a mangiare in un silenzio quasi religioso mentre Naruto lo guardava beato, non gli stava chiedendo nulla, non voleva sapere niente di quello che era accaduto in quel viale buio; sospirò pensando che potesse essere la volta buona per raccontargli qualche verità.

“Naruto” iniziò alzandosi e poggiando il piatto nel lavello “ehm… grazie di… di tutto…”

“Non c’è di che! Sei un cliente affezionato! Ma abiti da queste parti?” domandò ingenuamente.

Il volto di Sasuke divenne, se possibile, ancora più pallido; non si ricordava di lui!

“Ah, no”

“Oh, allora perché vieni sempre al negozio?”

Un sospirò scocciato si sparse per la stanza, si avvicinò al biondo rapidamente, troppo rapidamente per le ferite che aveva, e gli prese il volto bronzeo tra le mani “Davvero non ricordi?”

Naruto sorrise perplesso “Cosa?”

“Santo cielo… lo immaginavo. Eri ubriaco duro quel giorno.”

“Quale giorno?”

Sospirò stanco, una mano pallida passò tra i capelli scuri ravvivandoli “Beh, un mese fa circa era seduto su una panca del centro, avevo la divisa della scuola stropicciata per una rissa ed un labbro rotto… cosa comune ultimamente.” sorrise della battuta “Avevo appena acceso la sigaretta, l’ultima della sera prima di tornare a casa e sei arrivato tu.”

Naruto si indicò con un dito e Sasuke gli fece un cenno affermativo col capo “Si. Ti sei avvicinando urlando una cosa del tipo ‘Cosa diavolo fai! Sei solo uno studente! Non puoi fumare!’ hai afferrato la sigaretta e l’hai buttata per terra pestandola con foga.”

“Uhm… ehm…” sbiascicò imbarazzato “Scusa, mi sa che ero ubriaco davvero. Solitamente non faccio queste cose.”

Il moro lo guardò alzando un sopraciglio “Si, lo spero bene.”

“E poi che altri danni ho fatto?” chiese con una certa innocenza.

“Beh, ti sei seduto vicino a me, mi hai fatto quel tuo meraviglioso sorriso e mi hai dato questo” tirò fuori dalla tasca dei pantaloni neri un lecca-lecca “credo di averti dato del matto quando me lo hai regalato, ma hai giustamente detto ‘Se devi sentire un sapore nella bocca, che ne dici di qualcosa di dolce? E’ meglio del tabacco!’; di nuovo credo di averti dato del deficiente!” sorrise, dolce.

A quel sorriso, Naruto, si sciolse.

Occhi limpidi ed un sorriso gentile.

Era bellissimo.

Lo vide avvicinarsi, lentamente, accattivante, con una mano pallida gli prese il polso e avvicinò il volto a quello bronzeo del commesso “E poi” sussurrò piano “hai fatto questo.” e lo leccò nell’angolo della bocca.

Si staccò e gli sorrise quasi sarcastico; il biondo si toccò il viso, proprio dove lui aveva poggiato la sua lingua calda “Ti ho leccato?”

“Beh, diciamo che hai medicato la ferita che avevo.” Aprì il lecca-lecca e lo infilò con un gesto teatrale nella bocca “Ho passato due settimane a cercarti. Ho fatto una fatica bestia! Non pensavo lavorassi così lontano…”

“Perché mi hai cercato…?” domandò con una punta di tensione nella voce.

Che stava accadendo?

Perché poi tutto così velocemente?

Sasuke increspò le labbra “Ti domandi il perché?”

Naruto fece un cenno affermativo con il capo, i capelli ribelli si muovevano sinuosamente su quel volto.

Il moro giocò con il dolce tondo all’interno della sua bocca, in modo decisamente sconvolgente; lo girava piano, apriva la bocca educato e lo leccava con un’intensità quasi impeccabile.

Il ragazzo dai grandi occhi chiari provò un’emozione sconcertante crescere dentro di lui, soprattutto nelle sue parti basse; il cavallo dei pantaloni aveva iniziato ad essere stretto.

E Sasuke pareva orgoglioso di quell’effetto catastrofico che aveva sul biondino di fronte a lui, sorrise soddisfatto “Beh, il perché è ovvio, non ti sei reso conto che mi interessi? E parecchio anche!”; il volto di Naruto divenne color aragosta in una frazione di secondo.

Si coprì il viso porpora con le man, in quel momento avrebbe voluto morire, scomparire tra le pareti sottili di quell’appartamento; udì rumori di passi leggere calpestare il suo pavimento ed avvicinarsi a lui. Le sue mani vennero spostate delicatamente ed i suoi occhi turchesi si specchiarono in quelli neri pece di lui.

Gli si avvicinò cauto e posò le sue labbra morbide e ben definite su quelle del biondino.

Un bacio piccolo, casto, tenero.

Naruto sentiva su di sé il sapore di cola circondargli la bocca ed entragli nel cervello, si sentì inebriare da quell’odore nuovo.

Dopo alcuni secondi, che sembrarono eterni, il moro si staccò da quell’attraente biondino sempre sorridente; un ghigno estasiato apparve sul volto diafano “Naruto” gli sussurrò all’orecchio facendo sussultare il commesso “ti vedo estremamente eccitato.”

Buttò lo sguardo rapido sul proprio cavallo, era  rigonfio e stretto tra quei lembi di stoffa che lo coprivano; si vergognò di quel momento. Era un adulto e si stava eccitando davanti ad un ragazzino!

Si alzò di scattò facendo cadere all’indietro Sasuke che lo guardò stranito.

“Non… non puoi farlo? Che stai facendo? Che sto facendo? Sei uno studente! Sei minorenne!!!”

Il moro si alzò scocciato, con una mano si spolverò elegante i pantaloni e rimise la camicia al loro interno, poi osservò il ragazzo di fronte a lui.

Quell’espressione imbarazzata e colpevole lo rendeva decisamente sensuale.

Un ghigno divertito apparve sul volto pallido, si lanciò verso di lui e prese il volto di Naruto tra le mani; lo obbligò a guardarlo, doveva guardare la serietà che era apparsa nei suoi occhi.

“Naruto” sussurrò all’orecchio “domani compirò diciotto anni. Puoi resistere?”

Se fosse stato possibile, il viso del biondo divenne ancora più rosso; le gambe cedettero e si trovò seduto sul pavimento freddo.

Cercò di mettere insieme gli avvenimenti che erano accaduti nelle ultime tre ore.

Era stato tutto troppo veloce.

Alzò lo sguardo e si perse ancora una volta in quegli occhi scuri come la notte, “Davvero?”

“Cosa?”

“Davvero compirai diciotto anni domani?”

“Si.” era serio, davvero serio.

Naruto sospirò ed un piccolo sorriso gli apparve sul volto purpureo “Bene, ti aspetterò.”

Una mano pallida gli accarezzo la zazzera bionda prima di prendere lo zaino ed uscire da quel monolocale.

Il cuore del biondo iniziò a battere più lentamente, fino a pochi istanti prima era convinto che sarebbe scoppiato!

Con le mani si prese il viso e lo affondò nel cuscino bianco, profumava di Sasuke.

 

 

Bussarono alla porta di quella catapecchia che lui definiva “casa”.

Il cuore iniziò a battere forte, troppo forte per non farsi notare; sapeva chi c’era al di là dell’ingresso, lo sapeva bene.

Glielo aveva promesso.

Sarebbe tornato per lui.

Inspirò più aria che poté, per farsi coraggio, ed aprì quella porta.

Lo vide lì, immobile in una bellezza statuaria, nel suo solito pallore, con un sorriso diverso “Eccomi.” gli sussurrò avvicinandosi e mostrandogli la carta d’identità appena stampata.

Naruto la guardò felice di scoprire che non gli aveva mentito sull’età, ora non si sentiva più in colpa di nulla; erano entrambi maggiorenni e vaccinati.

Entrambi potevano fare scelte senza essere seguiti per forza da un genitore o qualcuno che per lui ne faceva le veci.

Vide le braccia sottili, ma muscolose del moro abbracciarlo “Scusa se hai dovuto attendere.” gli disse baciandolo su un angolo delle labbra; il biondo accettò l’abbraccio e lo strinse a sua volta “Scusa tu se hai dovuto cercarmi.”

Non gli rispose, ma era normale, non lo faceva quasi mai. Aveva capito che era un ragazzo decisamente silenzioso e riservato; gli andava bene così, avrebbe scalfito quella maschera di perfezione con il tempo, non aveva fretta. Dopotutto erano giovani.

Lo baciò.

Così, spinto dal momento, dalla foga, lo baciò.

Sasuke non disdegnò quel gesto, con una mano chiuse dietro di sé la porta; giusto per non dare troppo nell’occhio.

Il bacio divenne decisamente maturo, le loro lingue si rincorrevano all’interno dell’unione delle loro labbra ed i loro denti afferravano vogliosi quella carne morbida che dava forma alle loro bocche.

Le mani del moro si insinuarono sotto alla maglietta arancione del commesso e toccavano avide quella schiena, quei fianchi, di cui aveva tanto sentito il bisogno; con un gesto rapido gli tolse la t-shirt e lo spinse, incamminandosi lentamente, verso il materasso.

Si ritrovarono sdraiati l’uno sull’altro, con le labbra ancora attaccate e le mani ancora alla ricerca di un qualcosa a loro sconosciuto.

Naruto si scostò con gentilezza anche se a fatica “Aspetta Sasuke…” disse affannato.

Il moro sbuffò “Non sei romantico… il momento era giusto per” non finì la frase che si trovò davanti agli occhi, spalancati per lo stupore, un piccolo pacchettino colorato; guardò Naruto perplesso.

“Auguri!” urlò sfoderando quel suo sorriso sghembo.

Le gote di Sasuke si tinsero di rosso e prese con un gesto secco il pacchetto, lo aprì e rise forte.

“Non ti piacciono?” chiese preoccupato il biondo.

Lo studente scosse la testa “Assolutamente! Sono i miei preferiti!” prese un lecca-lecca alla cola e lo scartò.

Lo infilò in bocca voracemente e si avviò verso l’interruttore della luce.

“Che fai?” domandò imbarazzato il ragazzo dalla pelle bronzea.

Sasuke alzò le spalle e gli sorrise quasi maligno “Mi sa che è la tua prima volta.”

Naruto divenne paonazzo.

“Ci ho azzeccato!” smise di giocare con il dolcetto e lo tirò fuori dalla sua bocca, se lo fece passare sulle labbra con un gesto teatrale e coinvolgente “Allora, ti assicuro, che sarò davvero dolce.”

Il biondo sorrise ed allargò le braccia “Bene, spegni la luce. Non fuggirò.”

“Spero bene, non ho voglia di cercarti ancora.”

“Non ti farò stancare ulteriormente.” rise “Ma prima di tutto, voglio un bacio. Dolce.”

Il moro sorrise con quel lecca-lecca in mano; ora che lo aveva trovato, non lo avrebbe più lasciato andare. Anche a costo di fare qualunque cosa lui gli chiedesse.

Essere dolce compreso.

Ma ormai aveva assimilato talmente tanti zuccheri, che non gli sarebbe stato difficile.

Le dita si mossero rapide sull’interruttore e la luce si spense.

 


 

 

Spero che vi sia piaciuta, almeno un pochino!!!

E' totalmente diversa da Memories, ma per un giorno come quello di oggi è il caso di fare qualcosa di allegro, no?! XD So che Sasuke non compie gli anni in maggio e che non ama i dolci, ma per Naruto, questo ed altro! XD

Un saluto a tutti!!! *si siede e attende commenti! Molti commenti! XD*

Chartraux

 

  
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