Capitolo ventiquattro.
Il mio bambino entra nella stanzetta dove ci sono io e si prende dell’acqua.
Di
solito la prende dalla cucina, ma deve aver visto Radish e Selena.
Non
gli piace troppa gente, tutto il padre.
“Mamma”mi
chiama.
Lo
guardo, dubbiosa.
Raramente
mi chiede qualcosa, ammenoché non sia impossibile ottenerla.
E
mio figlio non considera impossibile ottenere nulla.
“Dimmi
amore”lo incito.
“Papà
affermava che su Vegeta-sei il tempo passa diversamente, come?”mio marito e
mio figlio che dialogano?
Veggy
non deve più mettere piede sulla Terra.
Gli
fa male.
“Sì, amore, il tempo è strano su quel pianeta”sarà complicato spiegarglielo.
Vegeta
non è un bambino curioso, ma quando fa una domanda vuole una risposta precisa e
dettagliata.
“Spiegati”mi chiede, anzi, ordina.
Alzo
un sopracciglio, guardandolo male.
“Per
favore”borbotta.
“Vedi,
un anno a volte dura come dieci terrestri, a volte come un giorno, perché
abbiamo tre soli e quindi ognuno gira per conto suo, il pianeta segue quello
più caldo che
cambia ogni volta”lui sembra rifletterci, ed io spero di essere stata chiara.
Non
è facile da spiegare, lo scorrere del tempo sul nostro
pianeta.
“Esempio”mi
chiede.
“Un
bambino può compiere due anni il giorno dopo esser nato, passare dieci volte
per gli otto e mai una volta per i sette, naturalmente solo se vive su
Vegeta-sei”sì, così è chiaro, credo.
“Ed
è così per tutta la vita?”sembra terrorizzato all’idea di compiere gli anni in
maniera così imprevedibile.
Meglio
che non glielo faccio notare, altrimenti lo nasconderebbe e non è un bene.
Anche
se prima o poi lo nasconderà comunque.
Pazienza, è un Sayan.
“No,
amore, una volta usciti dall’atmosfera Sayan anche
quando si torna in un anno terrestre si cresce di un anno”lui ne sembra felice.
Sorrido,
è proprio carino.
“Ma
perciò un qualsiasi Sayan anche se è nato dopo di me può essere più grande?”non
ricordo mi abbia mai fatto tante domande.
“Sì,
dipende a che età si manda nello spazio”in quel momento entra Napa.
“Zio,
tu figlio a che età lo mandi via?”il mio gigante si blocca, nemmeno pensava
d’aver figli probabilmente.
“Beh,
Principe, intanto bisogna vedere se ne ho uno”mi fa sorridere.
Parla
con un rispetto enorme, ed anche Vegeta n’è contento.
Lo sarebbe
anche mio marito, probabilmente, se non fosse nella camera per gli allenamenti 25 ore su 24.
“Io
voglio che ne hai uno”è una specie d’ordine.
“Posso
chiedere perché?”ora sorride anche Napa.
“Perché
così avrò anche io un padrino”elementare.
“Allora
va bene”ride il gigante.
“Però
deve essere più piccolo di me”ordina di nuovo il mio bimbo.
“Di
quanto?”e strozza un’altra risata.
“Due
anni”spero solo se ne scordi.
Sembrava serissimo.
Scaccio quel pensiero, e guardo lo spazio.
Tra sei mesi saremo a casa.
Questo capitolo è stato scritto quando la ff
era già completa, quindi perdonatemi se è un po’ fuori contesto ma era
necessario spiegare com’è il tempo su Vegeta-sei visto che altrimenti i conti
non tornavano. Inoltre, ho deciso di chiuderla qui e riprenderla in una nuova
ff quando mi sarà tornata una minima voglia di scrivere. Sì, i capitoli sono
pronti, ma pubblicarli giusto così, tanto per, non mi va. Ringrazio chi mi ha
seguito, spero di rivedervi nel seguito ^-^