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Autore: nes95    14/02/2010    6 recensioni
Quando la porta si aprì alzai gli occhi dal libro.
"Dove sei stato?" gli chiesi senza alzare la voce, lui mi guardò distrattamente poggiando le chiavi sul tavolino, senza rispondere alla mia domanda.
"Sono le tre del mattino te ne rendi conto?" chiesi nuovamente. (...)
Strinsi al petto Sophie che dormiva, gettai un ultimo sguardo alla casa e misi in moto l'auto.
Sequel di "This Is A Promise".
Questa storia è scritta a quattro mani con la mia BFF Julie (damned_girl)
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Amy e Nick <3'
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Carissimeeeee ed eccoci qui che postiamo l’ottavo capitolo! Mi dispiace comunicarvi che questa settimana è toccato a me (Julie) postare il capitolo visto che il computer della mia socia (Nes) ha deciso di abbandonarci entrambe.

Che altro dire? Un nuovo capitolo,un nuovo intrigo e nuove rivelazione.

Ma cosa succederà ai nostri protagonisti? Lo scoprirete solo nella prossima puntata quindi continuate a seguirci! *ride come una scema*

Passiamo ai vari ringraziamenti!

 

Maggie_Lullaby: A sposarsi? Forse si o forse no,chi lo sa! Ahaha scherzo!

Per quanto riguarda Joe e Julie solo il tempo potrà dirci quello che accadrà.

Mi hai spaventata dicendo “Oddio…e se si mettono insieme? E Alex?”.

 

_NeSsIe_95_ : Cercheremo di aggiornare sempre con questi ritmi veloci anche se dopo le mie pagelle la vedrò un po’ difficile come cosa.

Per quanto riguarda la telenovela “Matrimonio di Amy e Nick” ne vedremo veramente delle belle.

Joe e Alex…bè per loro le cose sono realmente complicate quindi chi lo sa cosa

accadrà!

 

Ada12: In realtà Joe,come si evince da questo capitolo,non si è ripreso proprio del tutto. Per quanto riguarda Julie spero proprio che continui a piacerti perché è una ragazza molto forte ed indipendente che non si lascerà influenzare da niente e da nessuno.

 

Star711: Ma dai Chià! Ahaha mi fa troppo ridere il tuo “Pure Joe, 78393068 scrupoli, e poi la seconda cosa che gli dice è di andare a cena insieme...ma BAH insomma!!!” Tesoro è Joe! E’ impulsivo e con una particolare passione per le ragazze! Ahaha <3  Nick e Amy sono da diabete,lo sappiamo. Ahah ti adoriamo <3

 

Dancemarty95: Spero che Julie ti piaccia in futuro e mi auguro che tu riesca a scoprirla pian piano.

Il matrimonio di Nick e Amy sarà un’epopea! *ride*

 

_Crazy_Dona_: Anche per te spero che Julie continui a piacerti e che tu possa realmente capire chi è e come è fatta!

Nick e Amy sono cucciolosi eh? *ride di nuovo*

 

Coco2: Bè Joe è il solito inguaribile farfallone,no? Julie sarà un personaggio interessante per voi lettori…o almeno spero xD.

La storia prenderà una piega sempre più interessante quindi continua a seguirci.

 

Mi scuso per le pessime risposte alle vostre recensioni ma credetemi non sono molto brava con queste cose.

 

Come ci frega l’amore. Da degli appuntamenti e poi viene quando gli pare.

                                                                 Luciano Ligabue. Il giorno dei giorni.

 

 

Il mio placido riposino pomeridiano fu interrotto dal rumore incessante del trillo del mio cellulare. Con un mugolio e un grugnito iniziai a tastare la superficie del comodino in cerca del mio i-phone.

Non sono il tipo di persona che generalmente riposa durante il pomeriggio o che ama particolarmente poltrire a letto,anzi tutto il contrario. Ma si era rivelato strettamente necessario visto che avevo trascorso la notte precedente insonne e a causa della stanchezza mi trascinavo in piedi come uno zombie.

Durante la notte mi limitavo a fissare per ore il soffitto,girandomi e rigirandomi fra le coperte,pensando alla mia Alex. Mi diedi dell’idiota,pensando che ormai lei non era più la “Mia Alex” e probabilmente non lo era mai stata. Pensai a come inevitabilmente la palestra fosse la mia unica salvezza,se così si può dire. Passare ore a tirare pugni ad un sacco riusciva a rilassare i miei nervi e a svuotare la mia mente. E poi c’era lei,bella come il sole e sincera come poche. Julie. Sorrisi inconsciamente passandomi una mano sul viso mentre continuavo a cercare il mio cellulare. Pensare a un modo per farla capitolare,per farla cadere ai miei piedi, mi aiutava a non pensare a quanto in realtà amassi ancora Alex. Il mio telefono continuò a squillare insistentemente e quando la mia mano finalmente lo trovò il mio cuore mancò un battito.

Solitamente quell’insistenza era una caratteristica di Alex,lasciava squillare il cellulare per molto tempo per farmi capire che era lei e che pretendeva una risposta da me,non le importava quanto tempo sarebbe servito per ottenere una risposta l’importante era riceverla.

E se fosse stata lei? Se avesse voluto chiedermi scusa? Mi avrebbe chiesto di tornare da lei?

Probabilmente io,da bravo pollo senza un minimo di spina dorsale quale sono,sarei tornato da lei di corsa con un nuovo mazzo di fiori fra le mani e una nuova bellissima collana per lei,porgendole il mio cuore su un piatto d’argento.

Il volto di Alex si figurò nella mia mente ma dopo qualche minuto fu oscurato da un altro viso che pian piano prese il suo posto. Lunghi capelli nero pece,occhi caramellati color oro fuso, un viso angelico ma sempre serio e concentrato: il viso di Julie.
Scossi il capo,troppo ansioso di scoprire chi fosse il mittente della chiamata.

Il consueto senso di delusione si impossessò di me,prendendo il posto della trepidante ansia. Il viso di Greg Garbonsky che imitava un gesto di vittoria,con un enorme sorriso e una faccia da schiaffi sovrastata dalla scritta “Mr. Garbonsky”, lampeggiava sullo schermo del mio cellulare.

-Che idiota- mormorai piano riferendomi a me stesso e al mio cieco tentativo di auto-illusione,preparandomi a ostentare un’allegria che non mi apparteneva affatto in quell’ultimo periodo.

-Pronto?- dissi con voce allegra.

-Buona sera signor Jonas,ho appena saputo che è di nuovo sulla piazza- Risi di cuore,nonostante la morsa pressante all’altezza del petto. Povero il mio cuore.

-Oh,vedo che le notizie circolano in fretta fra le pettegole d’alto bordo- commentai,ridacchiando

-Beh,direi di si- rispose fingendosi incerto –Comunque volevo essere la prima ad invitarla ufficialmente a cena,sa…sono pazza di lei- concluse accennando una breve risatina prettamente femminile.

Io risi e scossi il capo pensando a cosa avrei fatto se quel pazzo di Garbonsky non fosse stato il mio migliore amico.

-Oh molto bene! Io la trovo attraente signorina,credo che la cosa si possa fare. A che ora passo a prenderla?- risposi,stando al gioco.

-Considerando che sono le sette e trenta,direi che fra una mezz’ora la aspetto trepidante a casa mia- Ridacchiò

-Oh molto bene,ma non deve prepararsi?- chiesi io,ridendo

-Già fatto,ero sicura che avrebbe accettato l’invito di una bella ragazza come me. A parte gli scherzi, ti aspetto a casa Josephina- disse,scoppiando a ridere.

Lui e la sua mania di darmi dell’effeminato. Alzai gli occhi al cielo e scoppiai a ridere assieme a lui.

-Va bene,Gregoria, dammi il tempo di prepararmi e sono da te- dissi sollevando le coperte e scendendo dal letto. Aprì l’armadio e presi un jeans,una maglia e una camicia da mettere su,inforcai gli occhiali e presi le Nike da sotto al letto.

Mi diressi in bagno mentre lo sentivo ridere ancora più forte. Aveva sicuramente trovato esilarante il nome che gli avevo affibbiato.

-Va bene,ti attendo Josephina- e prima che potessi ribattere chiuse il telefono,lasciandomi a parlare da solo.

Sospirai e poggiai l’i-phone sul mobiletto del bagno mentre mi spogliavo lentamente e aprivo l’acqua della doccia,entrandoci e lasciandomi colpire dal getto di acqua bollente.

Possibile che non riuscissi a rimuovere Alex dalla mia mente e dal mio cuore?

Perché il viso di Julie non riusciva a uscirmi di mente? Infondo per me non era nulla di serio,giusto? Insomma volevo solo dimostrare a me stesso di essere ancora in grado di far impazzire anche la ragazza più difficile di questo mondo,no?

Allora perché non riuscivo a non pensare a quanto mi sarebbe piaciuto farla ridere di cuore,farla sorridere e stringerla? Eppure ogni volta che pensavo a lei come a qualcosa di più che un semplice trofeo per accrescere la mia autostima,Alex faceva capolino fra i miei pensieri mentre il cuore mi si stringeva.

Uscì dalla doccia,ancora tormentato dai miei pensieri,avvolsi il bacino con un asciugamano candido e mi frizionai capelli corti con un altro asciugamano.

Li asciugai con cura,li piastrai alla bell’e meglio e indossai un paio di boxer,dirigendomi in camera per vestirmi.

Indossai velocemente i vestiti scelti precedentemente uscì velocemente dal mio appartamento,lo chiusi con cura e chiamai l’ascensore.

Una volta entrato inforcai con cura i miei occhiali da vista e mi guardai soddisfatto allo specchio.

Dopo molto,troppo,tempo mi resi conto di essermi nuovamente “riempito” di profumo.

Ad Alex questa cosa non piaceva,diceva che il mio eccessivo emanare profumo la stomacava.

Salutai il portiere dell’enorme palazzo in cui vivevo,con una pacca sulla spalla e mi diressi verso la mia auto.

Entrai in auto velocemente e misi in moto,accendendo la radio e concentrandomi solo sulla strada e sulla musica che la radio rimandava.

Guidai tranquillo,senza pensare a nulla e ben presto fui a casa di Greg.

Un breve squilletto e lo vidi uscire tutto contento dal cancelletto di casa sua,in mano un giacchetto e il suo cellulare.

Lo attesi in macchina e nemmeno il tempo di cambiare stazione radiofonica che il rumore della portiera che si chiudeva mi spaventò.

-Buona sera mio bel giovine!- disse contento. Greg era il mio migliore amico da sempre e detestava vedermi triste e addolorato e vedermi reagire a quello che mi era successo,per lui era veramente qualcosa di grande.

-Ciao Greg,prima che tu possa sparare altre cazzate,dove andiamo a cena stasera?- lo anticipai,ridendo leggermente e rimettendo in moto.

-Io avevo pensato di andare “Al Giardino”,il ristorante italiano dell’amico di John. A quanto mi ha detto si mangia veramente bene e sappiamo entrambi quanto John sia esperto- rise mimando il gesto della pancia di John.

-Ma piantala!- risi e scossi il capo,svoltando dolcemente verso destra.

-E’ vero!- si difese,ridendo.

-Vabbè,voglio accontentarti ma solo perché mi piace la cucina italiana- dissi ridendo –Però dovrai farmi da navigatore satellitare,perché non ho idea di dove sia questo ristorante-

-Sinceramente nemmeno io,chiamo John – rise e prese il cellulare dalla tasca della giacca,compose il numero del nostro amico e lo salutò calorosamente con un “Mayer,dov’è quel posto dell’amico tuo?”.

Adoravo la compagnia di Greg perché era meglio di qualsiasi tipo di anti depressivo.

La sua spontaneità e la sua allegria ti impedivano di provare anche solo tristezza quando eri in sua compagnia.

Passammo i successivi venti minuti al telefono con John che ci dava indicazioni precise su come raggiungere il ristorante da noi scelto.

Arrivammo dopo mezz’ora e Greg riattaccò senza troppi complimenti,prendendo in giro John.

Entrammo entrambi nel ristorante,atteggiandoci a gran fighi, dopo aver parcheggiato.

Attirammo su di noi gli sguardi di parecchie ragazze,anche accompagnate dai loro fidanzati, e sorridemmo soddisfatti. Sapevamo di essere “attraenti”.

Ci rivolgemmo garbatamente a un cameriere che ci condusse verso la sala da ristoro. Quando entrammo mi guardai intorno stupito. Sembrava di stare realmente in un giardino italiano. Eravamo circondati da aiuole decorate,lunghe e dalle diverse forme. Era veramente un bellissimo posto.

Il direttore di sala ci raggiunse e ci scortò ad un tavolo abbastanza prestigioso,se così si può dire.

Entro pochi minuti il cameriere ci portò un cestino con del pane caldo ancora fumante e una bottiglia di buon vino italiano.

Sorrisi garbatamente,parlucchiando con Greg e guardandomi intorno. Mi sembrò di vedere un volto a me già noto ma non ci badai,troppo concentrato a ordinare da mangiare.

Quando il cameriere andò via,tornai a parlare con Greg.

-Allora, Josephina,hai avuto più successo con la ragazza della palestra?- mi chiese,mordicchiando in modo poco raffinato un panino alle olive.

-No,è sempre scontrosa con me. Se non ho capito male gli sto anche antipatico. Meglio così,mi piacciono le sfide- sorrisi beffardo,versandomi un po’ di vino nel calice. Il pregiato nettare rosso rubino invase il bicchiere emanando un leggero profumo fruttato. Portai il calice alle labbra pensando a come Greg fosse stato entusiasta di sapere che avevo già “adocchiato” una ragazza.

Per lui era a dir poco essenziale che io riuscissi a voltare pagina una volta per tutte e a chiudere il capitolo Alex. Lo guardai con affetto,il mio buon vecchio amico Greg.

-Non ti arrendere e poi se è carina come dici hai un motivo in più per combattere. Perché è carina,vero?- mi chiese incerto,ridacchiando.

-Un mostro,se no perché ci vorrei uscire? Però non arriverà mai al tuo livello,Gregoria- annuii,bevendo un altro sorso di vino. Era così buono…scendeva giù così bene…stavo diventando un alcolista? Posai immediatamente il bicchiere mentre Greg rideva fragorosamente.

Risi anche io,continuando a guardarmi intorno. Erano tutti così eleganti e così ben composti..capelli perfettamente pettinati e fermati con quantità di gel assurde con pettinature che ricordavano vagamente una “leccatina” di mucca.

Mi resi conto che solo una nota stonava in quel concerto di raffinatezza ostentata e questa “nota” proveniva dal tavolo in cui prima avevo intravisto un viso familiare.

Un ragazzo alto più o meno sul metro e novantacinque, con capelli castano scuro e grandi occhi chiari, più o meno del colore di quelli di Julie ma più tendenti al verde, si era appena alzato per fare un inchino. Indossava una maglia scura,una catenina al collo e dei jeans a vita bassa che lasciavano intravedere la fantasia dei suoi boxer. Scarpe da ginnastica eccentriche completavano lo strano abbinamento. La diversità di stile di quel ragazzo era accentuata dalla sua acconciatura: capelli mediamente lunghi sparati in aria e fissati da una quantità di gel minima. Pensai  che per esserci riuscito doveva come minimo essere un mago illusionista. Ma i miei occhi furono subito catturati dalla figura seduta di fronte allo strano ragazzo.

-Non ci credo- mormorai shockato, guardando la ragazza di fronte al tizio prestigiatore di capelli.

Era Julie,bella come mai l’avevo vista. Beh ovviamente in palestra una persona non mostra esattamente il meglio della sua bellezza ma lei nonostante tutto era sempre impeccabile e bella anche senza trucco e con i capelli scomposti.

Se ne stava seduta a fissarlo,ridacchiando sommessamente stretta nel suo cardigan nero. Non riuscì a vedere molto altro del suo abbigliamento. I lunghi capelli neri come la pece erano lasciati sciolti sulle spalle,lisci e ordinati mentre gli occhi dorati erano contornati da due leggere linee di matita scura e le labbra piene erano ricoperte da un leggero lucidalabbra trasparente.

-Che c’è?- mormorò Greg,lasciando perdere il suo panino.

Uno strano senso di fastidio si fece pian piano spazio in me,mentre la guardavo ridere per le battute che il ragazzo davanti a lei probabilmente le sussurrava.

Era..gelosia? Probabilmente si. Mi resi conto di invidiare il ragazzo che la accompagnava perché lui riusciva a farla ridere come avrei voluto fare io,perché si lasciava sfiorare da lui senza opporre resistenza.

-Julie,la ragazza della palestra è qui con un ragazzo- spiegai velocemente,indicando il loro tavolo.

-Cavolo…è uno schianto! Se mai dovessi riuscire a conquistarla,chiedile se ha una sorella ok?- Mi rispose Greg,scannerizzando Julie e il suo compagno.

-Ma stai zitto,Greg – risi leggermente,guardandoli con espressione disgustata –E poi mi dice che lei non esce con i ragazzi…e quello cos’è? Un fantasma? Tutte uguali le ragazze…prima ti seducono e poi ti abbandonano- dissi con espressione teatrale.

-In verità Joe – iniziò Greg –Lei non ti ha mai sedotto,non ti si fila proprio- terminò con naturalezza.

Non diedi molto ascolto a ciò che disse il mio migliore amico,concentrandomi più che altro sul movimento delle labbra dei due ma per mia sfortuna erano disposti in modo tale da darci le spalle e le grandi spalle del ragazzo strano coprivano Julie.

-Ho l’assoluta necessità di sentire quello che si stanno dicendo e tu dovrai aiutarmi a compiere il mio geniale piano- indicai Greg annuendo convinto.

-In che consiste?- chiese il mio migliore amico,guardandomi attento.

Con dei gesti veloci delle mani indicai le aiuole e con due grissini personificai me e lui.

- Joe e Greg vanno dietro le aiuole- nascosi i grissini dietro il cestino di pane –per ascoltare cosa cresta da gallo dice di tanto divertente-

Greg mi guardò orripilato,scuotendo ripetutamente il capo.

-Non se ne parla proprio,Jonas, potrebbero prendermi per un guardone molestatore di coppiette e arrestarmi,tu questa cosa la fai da solo- annuii deciso,ma come sempre finì per accontentarmi.

Dopo cinque minuti ci trovammo appostati dietro una delle grandi aiuole ad origliare attentamente i discorsi fra l’energumeno e Julie. Era abbastanza simpatico ma ovviamente non arrivava ai miei livelli. Faceva battute su battute scatenando l’ilarità di Julie.

Pensai che se solo lei mi avesse dato l’opportunità di conoscerla meglio probabilmente l’avrei fatta ridere molto più di quel tizio.

Scimmiottai diverse volte le battute del ragazzo,provando un senso di odio profondo per quella persona che nemmeno conoscevo.

Ad un tratto uno starnuto abbastanza forte di Greg fece saltare la nostra copertura.

-James,hai sentito anche tu questo rumore?- La voce di Julie arrivò chiara alle mie orecchie ma il suo tono era diverso dal solito. Era più dolce e tranquillo.

-Si,veniva dall’aiuola. Vado a controllare- disse,alzandosi.

-Cazzo,Greg, ma tu devi sempre starnutire nei momenti meno opportuni?- dissi sottovoce.

A quanto intuì poco dopo,probabilmente, il mio sussurro fu chiaramente udito da Julie.

-No,aspetta, penso di aver riconosciuto una voce- Sentimmo chiaramente la sua sedia spostarsi e il rumore dei suoi tacchi dirigersi verso di noi.

Dopo qualche minuto me la ritrovai di fronte,in un vestito nero molto semplice, che mi fissava accigliata

-Tu cosa ci fai dietro l’aiuola del mio tavolo?- chiese con voce irritata.

-Ehm…niente,passavo di qui- dissi velocemente. Mi resi conto solo poco dopo di quanto fosse stata idiota quella risposta.

-Tu solitamente passi dietro le aiuole dei tavoli dei ristoranti?- chiese,scettica accennando un sorriso divertito che mi rasserenò.

-Non lo so…esci con me e prova a scoprirlo- tentai,con una scrollatina di spalle.

-Io non esco con i ragazzi,Jonas- disse lapidaria. Me lo ripeteva di continuo ad ogni invito che le rivolgevo.

-Julie è tutto ok?- poco dopo anche il ragazzo strano la raggiunse,posandole una mano sulla spalla e interrompendoci.

Mi rivolse un’occhiataccia che ricambiai volentieri.

-E tu chi sei scusa? Il suo bodyguard?- dissi acido,guardandoli male –Tu non esci con i ragazzi? E lui chi è? Un fantasma?-

-Chi sono io non sono…- iniziò l’energumeno,guardandomi male.

-No,aspetta James. Senti Jonas,con te sto avendo anche troppa pazienza. O te ne vai di tua spontanea volontà o te ne vai perché te lo dico io. Cosa scegli?-

La guardai palesemente deluso e infastidito.

Se solo il suo amico James non fosse arrivato nel momento sbagliato a interromperci,sicuramente, sarei riuscito a convincerla a uscire con me.

-Buon proseguimento di serata- brontolai,amaramente.

-Andiamo Gr…- Mi voltai per far cenno a Greg di tornare con me al tavolo ma mi accorsi che Greg era tornato al nostro tavolo subito dopo aver starnutito.

Lo guardai incredulo mentre mangiava soddisfatto la sua costoletta.

-Che serataccia- brontolai,tornando a posto.

 

 

 

Quando metabolizzai la cosa ero in auto,con il vento tra i capelli e un anello infilato al dito.

-Nick!- urlai cercando di darmi un contegno.

-Cosa?- rispose lui,ridendo.

-Sono senza scarpe!- risposi esasperata mentre lui finalmente accostava.

Eravamo tornati all’appartamento di Joe.

Completamente scalza scesi dall’auto e corsi ridendo fino all’entrata, dove il portinaio in divisa mi rivolse un occhiata esasperata.

Presi la mano di Nick e correndo entrammo nell’ascensore tra risate e baci rubati.

-Che si fa ora?- chiese ancora con il fiatone il mio…ehm fidanzato dopo l’ennesimo bacio da capogiro.

-Mhm io devo mettere le scarpe- risposi convinta,ridendo. Entrai e mi fiondai in camera da letto.

-Ok e prepara la valigia- mi disse. Eh?
-Cosa?- chiesi confusa.

-Come cosa? Ce ne andiamo, ti va?- chiese e si avvicinò a me e mi prese i fianchi fra le mani.

Mi fissò con i suoi occhioni sorridenti e non potetti far a meno di sorridere annuendo come un ebete.

-Va bene. Dove andiamo?- chiesi riprendendo il controllo di me stessa e cominciando a radunare la mia roba e la sua.

-Vedrai! Non portare vestiti troppo pesanti- mi disse poi uscendo dalla stzna con il cellulare in mano.

Presi jeans,felpe,cardigan,gonne,un paio di vestitini. Poi camicie e maglioncini per lui,biancheria pigiami e preparai i beauty case con qualche trucco e i prodotti per i capelli.

Quando tornò dopo solo un’ora,avevo finito la prima valigia e mi stavo apprestando a mettere le scarpe nell’altra.

-Perfetto. Abbiamo il volo alle sette e trenta- comunicò. Guardai velocemente l’orologio,le sei e quarantacinque.

-Wow,come hai fatto?- chiesi

-Voli low cost,amore,come se no?- mi rispose ridendo. No jet privati,elicotteri o boing 747. Fantastico.

-Alla tua famiglia che dirai?- chiesi ancora andando in bagno ad aprire l’acqua per la doccia.

-Sono maggiorenne,faccio quello che voglio. Al massimo quanto arriviamo chiamo a casa- rispose con un’alzata di spalle.

Io annuii e mi infilai sotto la doccia,cancellando l’odore della sabbia e delle lacrime che alla fine avevo versato.

Nick mi passò un jeans e una felpa di quelle grigie con la stampa NY sopra.

Mi cambiai in fretta ed asciugai i capelli,mentre anche lui usciva dal bagno.

-Oh oh oh –risi vedendolo uscire solo in intimo.

-Cosa?- chiese malizioso,avvicinandosi a me,ancora con i capelli bagnati.

Mi cinse la vita con le braccia stampandomi una serie di baci dalla guancia alla fine della spalla.

Rimasi ferma piegando la testa in modo da dargli libero accesso,limitandomi a poggiare le mani sul suo petto,accarezzandolo.

-Sono le sette e dieci- dissi poi mormorando. Nick borbottò qualcosa spingendomi verso il letto,mentre io ridendo lo trascinavo con me.

Quando la situazione stava diventando insostenibile per i miei ormoni,il cellulare decise di squillare per interrompere l’idillio.

Nessuno dei due aveva intenzione di fermarsi.

Accarezzavo i suoi capelli umidi mentre con un gesto veloce la felpa era finita da qualche parte ai piedi del letto.

Continuando a baciarlo passai a tracciare ghirigori sulla sua schiena.

Il cellulare squillò per la seconda volta e con uno sbuffo Nick si alzò a recuperarlo.

-Cosa?- chiese scocciato. Rimase a parlare con qualcuno e io con uno sbuffo

frustrato infilai la felpa e riordinai i capelli.

 -No,hai ragione…non lo so ok? Penso tre…come minimo!- continuava a dire il mio ragazzo mentre si infilava un jeans e una maglia chiara.

-Ok,si si- disse poi. Mise giù e si passò una mano fra i capelli ormai completamente asciutti.

-Pronta?- chiese poi,guardandomi dolcemente.

-Certo! Però sono le sette e venticinque,secondo me lo perdiamo- risposi,prendendo borsa e cellulare mentre uscivamo dall’appartamento.

Uscimmo velocemente dal lussuoso palazzo e ci dirigemmo verso l’auto.

Il traffico dell’ora punta si faceva sentire,infatti arrivammo in aereo porto alle nove e dieci.

Ci sedemmo sulle sedioline della sala d’attesa e mentre Nick giocava distrattamente con i miei capelli,una hostess ci raggiunse chiedendoci di seguirla.

-Nick…cosa…?- chiesi seguendolo senza staccare la mano dalla sua.

Lui in tutta risposta sorrise e mi tirò a se mentre la hostess ci faceva fare il check in.

-Volo low cost?- chiesi irritata

-Un amico ci presta il jet,che male c’è?- chiese ridendo.

Ecco perché mentre ero a prendere due caffè lui aveva trovato la stupida scusa del bagno.

Sapeva bene quanto mi irritasse questo genere di cose.

La prima regola era: RELAZIONE NORMALE ,ovvero, niente foto o commenti sul suo stupido twitter,niente interviste o favoritismi.

Vita normale di due normali santi cristiani che vogliono stare insieme. Chiedo troppo?

Camminammo fino al gate dal quale si vedeva il piccolo aereo da nemmeno venti posti.

Spensi il telefono e lo seguì a bordo del velivolo per poi accomodarmi su uno dei divanetti imbottiti.

-Amy?- mi chiamò Nick dopo essersi sistemato.

-Cosa?- risposi rivolgendogli un’occhiata attenta.

Nick prese dalla mia borsa il pacchetto blu e me lo tirò.

-Oh- dissi di rimando.

-Eh- mi rispose,facendomi il verso.

Il jet aveva dei divanetti e uno spazio al centro. Mi sedetti sul pavimento a gambe incrociate mentre Nick mi raggiungeva e si sedeva al mio fianco.

-Bene- dissi deglutendo.

-Al tre?- chiese lui,stringendomi dolcemente.

-Al tre- confermai. Mi prese dolcemente la mano mentre aprivo lo scatolino blu che da quasi un mese mi accompagnava in ogni mio spostamento.

-Uno. Due…- mormorai per poi tirare fuori il bastoncino.

Lo fissai e sorrisi mentre il cuore si alleggeriva. Nick mi baciò i capelli e mi abbracciò. Finalmente tranquilli ci sedemmo sul divanetto mentre la vocina stridula dell’hostess annunciava di prepararsi alla partenza.

 

 

 

Angolino pubblicità: Vi consigliamo di leggere “The sense of life” una shot bellissima legata allo scorso capitolo. Inoltre vi consigliamo di leggere “On the line” una fan fiction scritta a quattro mani e mezzo dalla mia socia (nes95) e dalla brillante Maggie_Lullaby.

  
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