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Autore: speranza19    14/02/2010    3 recensioni
Chuck si è sempre sentito molto in colpa per via della scomparsa della madre quando lo ha messo al mondo. Ma, grazie a Blair, qualcosa cambierà dentro di lui per via di una sorpresa inaspettata... Questa shot partecipa all'iniziativa 2010: A year together del Collection of Starlight.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Chair *Chuck/Blair*'
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Sweet mother love

Chuck Bass aveva sempre odiato il suo compleanno.

Per lui non era un giorno come gli altri; era l’anniversario della data in cui, venendo al mondo, aveva ucciso sua madre.

Di questa cosa era sempre stato accusato, non molto velatamente, da suo padre quando questi era ancora in vita. E, anche dopo che era morto e tutto sembrava essersi risolto, questa traccia gli era rimasta appiccicata addosso.

Non era permesso a nessuno festeggiarlo, fargli regali o ricordargli qualcosa di vagamente bello o sereno in quella giornata. Io avevo rispettato questo suo desiderio per tutto il tempo della nostra storia.

I tarli della memoria lo divoravano vivo, anno dopo anno… e lui, orgoglioso e testardo come al solito, non mi consentiva di aiutarlo in alcun modo.

Ma finalmente quest’ anno avevo la possibilità di metter fine a questa agonia.

Chuck rientrava molto tardi dal lavoro e lo aspettavo sempre sveglia, sotto le coperte del nostro enorme letto matrimoniale. Abbracciarlo, raccontarci le nostre giornate e stargli vicino in quella piccola parentesi per me era vitale.

Era domenica e, nonostante ciò, era andato in ufficio per tentare di dimenticare. Quella sera era più stanco e malinconico del normale.

Si era sicuramente immerso nel lavoro ogni minuto possibile pur di non pensare a lei.

Per me era una sofferenza indicibile vederlo così. Faceva del male a se stesso tormentandosi a quella maniera e, di riflesso, anche a me.

«Waldorf, stasera sono a pezzi», esclamò con un fil di voce mentre mi baciava le labbra. Un’espressione triste invase il suo viso. «Mi cambio e mi infilo accanto a te», disse allontanandosi in bagno.

Non avevo molto tempo per agire.

Balzai fuori dal letto e, con passo leggerissimo, mi avvicinai alla mia Birkin in coccodrillo lasciata sul baule ai piedi del nostro baldacchino e tirai fuori un astuccio in metallo, lungo e lucente.

Tornai tra le lenzuola e lo appoggiai sul suo cuscino.

Appena uscì dal bagno, Chuck notò la scatola.

«E questo cosa sarebbe? Blair, lo sai benissimo che io oggi non voglio né regali né altro… ti prego, è stata una giornata dura per me» affermò sconsolato mentre afferrava con le mani il cofanetto fulgido.

«Non è come sembra. Ti conosco da tanto tempo, stiamo assieme da quattro anni e so che per te il tuo compleanno è una celebrazione da rimuovere dal calendario. E’ tabu, è proibito. Posso comunque spiegarti il tutto o devo chiamare il mio avvocato, che poi sarei io?» dichiarai nel tentativo di alleggerire l’atmosfera gelida scesa tra noi due.

Bass annuì con la testa, rassegnato.

«Ti ricordi il caso su cui sto lavorando allo studio legale per il praticantato? La TD Bank, la banca sulla Second Avenue, sta cambiando sede. Io mi occupo di appurare che tutti i legittimi proprietari delle cassette di sicurezza contenute nel caveau ne ritirino il contenuto e lo depositino nella nuova struttura sulla Third Avenue. Ho la lista di tutti i possessori… e una cassetta di sicurezza è intestata a tua madre» proclamai.

La mascella di Chuck si spalancò, esattamente come i suoi occhi.

«In quel’astuccio c’è tutto quello che la cassetta conteneva. Ciò che vi è dentro non lo conosco. Posso solo dirti che ho controllato tre volte, e la proprietaria era davvero tua madre».

Il mio amore era incredulo. Totalmente e assurdamente incredulo. Sbatté le palpebre più volte, nel tentativo di dare a tutto quello che gli avevo detto una coerenza logica.

« E tu come avresti fatto ad avere la cassetta?» chiese dubbioso. Sapevo che il suo cervello perfido stava macchinando che lo stessi probabilmente prendendo in giro… ma lui era di quanto avessi di più sacro al mondo. Non lo avrei mai fatto.

«Sai bene che l’unico erede di tua madre sei solo tu e che la tua firma so imitarla alla perfezione. Per la chiave non ho avuto difficoltà, ho usato la gemella in dotazione alla TD». Il mio discorso non faceva una piega, anche perché corrispondeva alla verità.

Bass era con le spalle al muro.

«Vogliamo aprire questa custodia si o no? O dato che è il tuo compleanno lasciamo tutto come sta?» domandai sardonica.

«Hai vinto tu, Waldorf. Mi arrendo. Per la prima volta in vita mia, accetto un regalo di compleanno…» sussurrò docile.

Chuck aveva capito che, alla fine, non si trattava di una sua sconfitta o una mia vittoria. Era solo il mio modo per dimostrargli che lo amavo e che non volevo vivesse ancora tra i sensi di colpa per un evento indipendente dalla sua volontà.

Si adagiò accanto a me e, con mani incerte, scoprì la scatola.

All’interno, ordinati per grandezza, vi erano dei cofanetti. Quasi sicuramente, contenevano i gioielli della signora Bass. Sopra di essi, era appoggiata una lettera su cui spiccava, scritto con calligrafia impeccabile, il nome Charles.

Chuck afferrò la missiva e i suoi occhi si riempirono di lacrime.

«La riconosco. Questa è la scrittura di mia madre» mormorò.

Mi commossi anche io, percependo l’emozione fortissima che lo stava scuotendo in ogni fibra.

Mentre apriva la busta, gli strinsi il braccio per dargli forza. Non pensavo nemmeno io ad una sorpresa del genere…

Iniziò a leggere,con la voce spezzata dall’intensità di quel regalo inaspettato proveniente dal passato.

«Charles,

ti scrivo questa lettera mentre accarezzo il mio pancione e sento che scalpiti ad ogni mio contatto. I medici, fin dall’inizio, mi avevano avvertito che la gravidanza sarebbe stata a rischio per me e che sarebbe stata durissima portarla a termine, ma non mi sono curata di loro. Sono stata a letto immobile tutto il tempo necessario per poterti far crescere dentro di me e renderti il più forte possibile. La data del parto si avvicina, ma non ho paura. Probabilmente non ce la farò a vederti crescere e diventare uomo, le mie possibilità sono ridotte al lumicino… questa cosa mi ferisce dentro e mi spezza il cuore. Soprattutto per tuo padre, che e pazzo di dolore al pensiero che io non possa esserci più. Ma so che grazie al mio sacrificio tu potrai vivere ed e questa la convinzione che mi manda avanti. Ricordati Charles, ho scelto di darti la vita a scapito della mia ed e il regalo più grande che ti potessi mai fare. E l’ho fatto perché sei parte di me e ti amo più della mia stessa esistenza. Non pensare a me con amarezza e non sentirti in colpa: ho scelto io di andare avanti, perché a te non avrei rinunciato ne ora ne mai.

Io sono dentro di te, sempre, in ogni istante. E vivrò con te ogni giorno.

Ti voglio bene,

la tua mamma»

Una goccia di pianto rigava il suo volto.

E anche il mio.

Il silenzio del nostro abbraccio mi fece comprendere quanto fosse stato bello il suo primo regalo di compleanno da parte mia.

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Angolo dell'autrice

Questa shot partecipa all'iniziativa 2010: a year togheter , indetto dal Fanfiction Contest ~ { Collection of Starlight } ed è basata sul prompt  232 - I tarli della memoria

Il titolo è tratto da un verso della bellissima, struggente, ultima canzone dei Queen, Mother Love *Freddie, ti amerò per sempre... scusatemi per questa uscita fangherlistica, ma adoro i Queen*

Dedicata a Stefy e Clementina, eccezionali come sempre con me e dolcissime nei loro consigli e complimenti (L)

Anche se oggi è San Valentino *Happy Valentine's Day to everyone ^_^* ho deciso di non inserire il riferimento nella storia perchè Chuck e Blair non sono tipi da San Valentino, cioccolatini e fiori... lui l'avrebbe portata a Venezia o Parigi con il jet privato a festeggiare, of course! XD

  
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