Fanfic su attori
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Autore: lanemo    15/02/2010    0 recensioni
è la prima ff che pubblico.. si accettano consigli! "Sorrisi, era quasi prevedibile. Mi aveva bloccato da dietro con un abbraccio. Quel contatto scatenò sensazioni indescrivibili. I miei occhi si chiusero istintivamente per riuscire a captare quante più emozioni di quel momento. I nostri corpi combaciavano perfettamente, la sua testa si trovava ora sulla mia spalla; sentivo il suo respiro infrangersi sul mio collo. Le sue braccia si intrecciavano sul mio petto, mi teneva saldamente stretta a sé. -La mia non era una proposta- sussurrò al mio orecchio. Mi sembrava di essere in paradiso. Il suo profumo dolce mi faceva girar la testa, il suo contatto mi provocava brividi lungo tutto il corpo, non volendo poi parlare della voglia di girarmi per baciarlo. Cercai di girarmi per guardarlo negli occhi ma non me lo permise, mi teneva troppo stretta. Iniziò a cullarmi dolcemente, quasi volesse ballare un lento. Canticchiava una canzone che non stentai a riconoscere. -I’ll be your man… I’ll understand, and I do my best to take good care of you… yes I will. You’ll be my queen. I’ll be your king…- iniziò. -And I’ll be your lover too, yes I will…- conclusi sottovoce, ma in modo che potesse udirmi. Mi fece girare di scatto, sbalordito. -Tu… conosci le mie canzoni?- domandò, rimanendo a bocca aperta."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Un grazie speciale a zizzicullen che mi ha messa tra gli autori preferiti e a tutti quelli che leggono e non recensiscono. Una vostra recensione però farebbe piacere!! :)

 

 

ROBERT.

 

 

-Credo che non dovremmo vederci per un po’. Le cose che mi hai detto sono stupende non fraintendermi, vorrei poter ricambiare, ma non posso. E’ presto, troppo presto. Quindi Rob, se non ti dispiace vorrei star da sola. Per un po’- mi disse in preda all’ansia. Cosa? Cosa vuol dire stare da sola? Mi sono appena dichiarato ed è stato un momento tremendamente difficile. Ci avevo messo un po’ per trovare il coraggio, mi sembrava troppo presto. Ma che dico presto, praticamente neanche ci conoscevamo. Cuore e mente facevano a pugni. Ma il cuore aveva avuto la meglio sulla mente. Ero visibilmente scosso. Tremavo dal dolore e dall’immensa voglia che avevo di abbracciarla. Stavo immaginando di possederla lì, ora. Dopo il suo rifiuto. Ma il modo in cui parlava perfettamente l’inglese e come muoveva le labbra quando parlava, come mi guardava con quei bellissimi e sinceri occhi nocciola, come si toccava i capelli, mi faceva terribilmente eccitare. Il cavallo dei jeans era strettissimo, sembrava voler scoppiare da un momento all’altro. Anche lui la desiderava ardentemente. E mi facevo schifo da solo, perché aveva appena detto di no.

-Non è un no non preoccuparti. Solo che mi sembra presto e le cose sembrano affrettate. Per favore non seguirmi- sembrava mi avesse letto nella mente. Si alzò e a passo lento se ne andò. Tesi il braccio verso di lei e strinsi la mano sulla sua figura in lontananza, come se riuscissi a fermarla e poterla riportare accanto a me per abbracciarla e far finta che quello che era successo fosse stato solo un brutto sogno.

Mi incamminai anche io verso la macchina, senza neanche chiedermi come sarebbe tornata a casa Susy, avrebbe sicuramente preso un taxi. Anche se ero ormai un attore famoso, facevo sempre schifo in amore. Non sapevo mai come fare le cose. Come fanno tutti, seguire le regole, anche in amore. Incasellati nella società, il che è strano; come se le persone potessero entrare dentro una casella. Io le cose le facevo quando me la sentivo, non agivo mai controvoglia. In quel momento mi sentivo di dire quello che pensavo e l’ho fatto, senza scrupoli, senza pensare alle conseguenze. Mi sentivo sicuro. Ma ovviamente la sua reazione mi aveva riportato coi piedi per terra.

Accesi l’auto e lasciai che i miei piedi e le mie braccia guidassero da soli, io con la mente mi perdevo nei miei pensieri di autocommiserazione.

When you were here before, couldn’t look you in the eye, you’re just like an angel, your skin makes me cry. You float like a feather, in a beautiful world, and I wish I was special, you’re so fuckin’ special. 

No, non adesso. Ti prego.

But I’m a creep, I’m a weirdo. What the hell am I doing here? I don’t belong here, I don’t care e if it hurts. 

Le lacrime iniziarono a scendere imperterrite. Golose di poter toccare le mie guance e finire sulla maglietta verde prato che avevo indosso. Mi sentivo un’adolescente alla sua prima cotta, piangendo per una ragazza che mi aveva respinto.

She’s running out again, she’s running out, she’s run run run running out. Whatever makes you happy, whatever you want, you’re so fuckin’ special, I wish I was special… 

La canzone dei Radiohead piombava a fagiolo. Sembrava fatto apposta per farmi star male. Evidentemente quella giornata doveva andare così, bisognava rassegnarsi.

Il telefono iniziò a squillare, perforandomi i timpani dato che avevo la suoneria al massimo.

* I’m your biggest  fan I’ll follow you until you love me, papa-paparazzi. Baby there’s no other superstar that I know that I’ll be papa-paparazzi*.  Decisi che avrei cambiato la suoneria più tardi, quella canzone ormai mi dava i nervi dal tanto che l’avevo ascoltata. 

-Pronto…- risposi scocciato diminuendo il volume della musica.

-Ciao Tesoro! Come stai?- era Lizzy. Sarebbe dovuta venire a trovarmi da lì a pochi giorni.

-Diciamo che potrebbe andar meglio. Tu?- cercai di essere il più cordiale possibile, lei non si meritava i miei comportamenti sgarbati, non ne aveva colpa.

-Bene bene. Indovina cosa sto facendo?- sembrava una bambina il giorno di natale.

-Ehm, stai ascoltando il mio cd?- chiesi. In effetti era vero, riuscivo a sentire le note di I’m lost di sottofondo, e la cosa mi metteva in imbarazzo anche se lei era mia sorella.

-A parte quello. Non sei molto perspicace eh! Sono in macchina e…- mi prese in giro.

-E…?- non capivo, e le mie condizioni non aiutavano la situazione.

-E sono sotto casa tua ad aspettarti! Andiamo Rob ma che ti prende? Non vuoi più vedermi?- disse tristemente.

-No, no! Stai scherzando? E’ che sono un po’ così… Sono contentissimo tu sia qui! Arrivo, 5 minuti e sono lì anche io- mi giustificai.

-Ok ti aspetto- e mise giù.

In un certo senso era la mia salvezza. Senza di lei chissà cosa avrei fatto oggi, mi sarei dato a canzoni deprimenti e mi sarei mangiato chili di gelato. Che femminuccia.

Passarono circa 10 minuti prima che giungessi sotto casa, parcheggiai la macchina e mi diressi verso la BMW di mia sorella. Apperò, si trattava bene la signorina.

-E questa dove salta fuori!?- le chiesi sfoderando un sorriso.

-Ciao Rob! Sono così felice di vederti. Mi sei mancato tanto- mi saltò addosso abbracciandomi, fortunatamente riuscivo ancora a prenderla in braccio.

-Anche tu Lizzy - le dissi schioccandole un bacio sulla guancia.

-Beh che mi racconti? Ah si, ti piace la macchina? Era da tanto che volevo prendermela, è bella nera?- disse a raffica. Si vedeva che era molto elettrizzata. E come darle torto…

-Si è molto bella, ma col mio cd dentro la rovini. Questa macchina non è degna di sentire me cantare!- dissi sarcastico prendendole le borse di mano.

-Oh, ma smettila! Lo sai benissimo che sei molto bravo, sei solo modesto!- rispose dandomi un pugno sul braccio scherzosamente.

-Si si, come no. Fammi sapere quando il lettore si rompe!- e mi incamminai verso l’ingresso, ridendo della troppa fiducia che mi veniva data.

Tenni la porta aperta per farla entrare e le portai le borse nella stanza degli ospiti, avrebbe messo a posto lei più tardi. Scesi in cucina ad aspettare che si fosse messa apposto, riempiendo due bicchieri  di the freddo al limone. Mi sedetti sullo sgabello e iniziai a sorseggiare dal bicchiere, sgranocchiando un  biscotto al cioccolato per cercare di farmi passare la tristezza di poco prima.

 

-Credo che non dovremmo vederci per un po’. Le cose che mi hai detto sono stupende non fraintendermi, vorrei poter ricambiare, ma non posso. E’ presto, troppo presto. Quindi Rob, se non ti dispiace vorrei star da sola. Per un po’-.

 

Come poteva aver reagito così? Pensavo che avesse capito che mi trovavo in difficoltà e stavo solo svuotando il mio cuore, per lei. Ancora non mi capacitavo di tutto quello che era successo, sapevo solo di star male, molto male.

-Ma che bello che è qui! Devo proprio dirtelo fratellino, il buon gusto non ti manca- Lizzy interruppe i miei pensieri, facendomi sussultare.

-Eh? Oh si. Grazie, ma per la cronaca sono stato aiutato da un’arredatrice di interni- risposi guardando nel vuoto.

-Rob, come si chiama?- chiese preoccupata. Mi guardava con aria indagatrice mentre sorseggiava la bevanda, quasi volesse entrarmi nella mente.

-Chi, l’arredatrice? Sophie Litchee, è molto brava, vuoi il numero? Ce l’ho qui da qualche parte- risposi cercando nella moltitudine di fogli che avevo sul tavolino.

-Rob. Rob… Robert! Girati per favore. Guardami negli occhi. Come si chiama?- sembrava preoccupata. La guardai alterato, non riuscivo a capire dato che le avevo appena risposto.

-La ragazza per la quale tu stai così! O mio Dio! Sembri un cadavere, non capisci quando ti si parla e ogni due secondi hai lo sguardo assente, come se pensassi a qualcos’altro. Come si chiama?- aveva centrato il segno. Come poteva dopo solo 20 minuti avendomi solamente guardato in faccia, capire che stavo così per una lei. No, per lei. Lei coi suoi capelli lunghi mossi, lei coi suoi occhi nocciola, lei col suo corpo perfetto, lei con…

-Robert!- mi urlò mia sorella sventolandomi una mano davanti al viso.

-Eh?- interruppe come al solito i miei pensieri.

-Vedi! Ti incanti ogni due secondi. Come si chiama?- chiese per la millesima volta.

-Io… Io… Si chiama Susy- dissi solamente.

 

  
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