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Autore: Fraffy__    15/02/2010    0 recensioni
Sono passati cinque anni dall'Epilogo "19 anni dopo..." ed un nuovo anno scolastico per i ragazzi della next-generation.
Se Lily Luna avesse come migliore amica la figlia minore di Draco Malfoy, e Albus Severus facesse parte dei Serpeverde e fosse amico di Scorpius?
Il primogenito dei Potter, James Sirius, intanto ha rifondato i Malandrini e ha seguito i passi del nonno. Ma non soltanto per quanto riguarda gli amici...
Dal capitolo 6:
"Il Serpeverde volò via, ma lei non demorse, voleva davvero farlo volare giù, così lo seguì e quando si trovò a meno di due metri da lui gli lanciò contro la Pluffa. Ma quella venne prontamente afferrata da Scorpius.[...]
Anche gli altri giocatori, sia di Serpeverde che di Grifondoro, avevano abbandonato i provini per guardare quei veloci passaggi.
Lily e Scorpius insieme erano dannatamente bravi."
Completamente Lily/Scorp ♥ oltre ad Al/OC James/OC Hugo/OC Rose/Teddy Dominique/OC
Ci saranno lievi tracce di slash, ma il rating rimane arancione per gli argomenti trattati.
Enjoy it :)
Genere: Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Nuovo personaggio | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Il Bene Superiore

°On Express°

La mattina del 1 Settembre, il binario nove e tre quarti era come sempre gremito di gente. Vi erano madri in lacrime che salutavano i figli e ragazzi che non vedevano l’ora di ritrovare gli amici. Il tutto contornato dai continui sbuffi dell’espresso per Hogwarts, che sembrava impaziente di partire, di portare gli studenti nel castello, dove avrebbero passato i seguenti nove mesi.

Una ragazza dai capelli rossi si arrampicò sul suo carrello, cercando di scorgere una chioma platinata di sua conoscenza, senza successo.

Lilian Luna Potter aveva quindici anni, lunghi capelli fiammeggianti e un odio particolare per i ritardatari.

Quell’estate era partita con la sua famiglia alle insegne del Marocco e oltre a recare una debole abbronzatura, si era fatta, ovviamente di nascosto, un paio di dred e un percing all’ombelico che non vedeva l’ora di mostrare alla sua migliore amica.

Suo padre non approvava molto il tipo di stile che aveva iniziato a seguire, difatti continuava a lanciare strane occhiate alla cintura borchiata dei suoi shorts neri.

« E’ inutile che ti arrampichi, rimarrai sempre una piccola nanerottola » era stato suo fratello Albus a parlare.

Aveva il fisico abbastanza scolpito dagli allenamenti di Quiddich, i capelli neri eternamente scompigliati e gli occhi di un verde smeraldino. Come tutti non mancavano mai di ricordargli, era l’esatta copia del padre, miopia compresa. Albus portava, infatti, un paio di occhiali rotondi, che non sfiguravano affatto la sua immagine, anzi lo rendevano ancora più interessante.

« Ha parlato la serpe » esclamò lei, facendogli il verso. « Visto che ti vanti della tua altezza, cerca di vedere dove sono finiti quei due, sono in ritardo! »

Al fece un sorriso alle parole della sorellina e cercò con lo sguardo il suo compagno di casa, nonché suo migliore amico, ma fallì anche lui.

« Ragazzi, vi conviene salire, altrimenti perdete il treno » li avvertì Harry, lanciando uno sguardo al suo vecchio orologio da polso.

Le undici meno dieci.

« Non so voi, ma io vado » esclamò James « Ho già visto salire sul treno Fred e gli altri. Ciao Ma’, Ciao Pa’ »

In un battibaleno il primogenito del salvatore del mondo magico si era volatilizzato. Lily e Al annuirono e salutarono i genitori, per seguire il fratello.

James Sirius Potter, quell’anno avrebbe frequentato il settimo ed ultimo anno scolastico; possedeva un fisico asciutto e abbastanza muscoloso, capelli neri eternamente spettinati, cosa che del resto era comune a tutti i Potter di sesso maschile, e occhi color cioccolato. Non per nulla era uno dei ragazzi più corteggiati del castello.

« Mi raccomando, tesoro » disse Ginny alla figlia « Quest’anno che sei un prefetto, togli più punti possibili a tuo fratello ».

« Ma mamma! » esclamò la ragazzina, con espressione scandalizzata « James è Grifondoro! Non voglio togliere punti alla mia casa! »

« Appunto, io parlavo di Albus » rispose ridendo la madre, facendo l’occhiolino al figlio, che la guardava girando gli occhi.

« Ci vediamo a Natale! » esclamarono i due fratelli, spingendo i carrelli fino alla coda del treno.

Dopo essersi assicurati che i propri bagagli venissero caricati, i due salirono sulla carrozza e cercarono ognuno per conto proprio lo scompartimento dove si erano rifugiati i loro amici.

 

 

“ Dove diamine si è cacciata? “ continuava a ripetersi Lily, cercando nei vari scompartimenti.

Il corridoio della carrozza era pieno di ragazzini che correvano avanti e indietro, quasi certamente del primo anno; la sua nuova spilla di prefetto si fece pesante, nella sua tasca.

« Ehi, voi, tornate nelle vostre carrozze, non si corre sul treno! » esclamò con fare irritato, quando un paio di bambini minuscoli le finirono praticamente addosso.

I ragazzini la guardarono spaventati e scapparono verso il loro scompartimento, mentre lei sistemava la spilla sulla sua divisa.

« Ci diamo già da fare, eh Potter? »

Lily si voltò di scatto; Scorpius Malfoy la guardava con un sorriso sarcastico sul viso e le braccia incrociate.

« Non è ancora cominciato l’anno che subito inizi a far terrore con quella tua spilla »

Lily non riuscì a fare a meno di infiammarsi per la sua uscita, nonostante fosse ormai abituata da tempo alle sue angherie.

« Senti chi parla, non sei tu quello che toglie i punti solo per divertimento? »

Scorpius fece un ghigno, guardandola con una strana espressione.

« Comunque Albus è più indietro che ti cerca » disse Lily, per svicolare da quella situazione diventata ormai imbarazzante « E se non ti scoccia troppo, potresti dirmi dove si è cacciata tua sorella? »

Scorpius s’irrigidì all’improvviso, per poi fare un cenno col capo.

« Qualche scompartimento più in là » disse soltanto « Bhè, ci vediamo nella carrozza dei Prefetti, allora »

Se n’andò veloce com’era venuto.

Lily rimase un attimo ferma, leggermente imbambolata.

Morgana, se era cresciuto in quei tre mesi!

Non era più quel ragazzino pallido e magrolino, dai capelli biondo platino tagliati come un figlio di papà, quell’estate si era alzato di almeno 30 centimetri, e il suo viso aveva perso i tratti da bambino, raffinandosi. In più le spalle si erano allagate, evidenziando i muscoli da cacciatore, o forse era solamente una sua impressione?

E gli occhi, che erano sempre stati di un grigio pioggia, non avevano assunto una tonalità più argentea?

Si riscosse dai pensieri, stupita di sé stessa, e si diede una mossa per raggiungere lo scompartimento che Scorpius le aveva indicato.

Aprì la porta scorrevole e trovò la sua migliore amica seduta vicino al finestrino, la faccia appiccicata al vetro per guardare il paesaggio.

« Lily! » esclamò lei, vedendola sull’uscio dello scompartimento « Mi sei mancata! » si lanciò su di lei, stritolandola in uno dei suoi mega abbracci.

« Vacci piano Vicky, voglio essere ancora viva per i G.U.F.O. » disse ridendo.

Victoria Josephine Malfoy era la secondogenita di Draco Malfoy e Astoria Greengrass; aveva corti capelli biondo platino, tra cui spuntavano ciocche il cui colore variava a seconda del periodo. Quel giorno erano rosa shocking e nere.

Gli occhi, di un grigio tendente al violetto, erano truccati come al solito piuttosto abbondantemente, rendendola semplicemente Victoria. Il tocco aggiuntivo erano i numerosi piercing che si era fatta negli anni: cinque per ogni orecchio, uno al naso, uno sulla lingua e uno all’ombellico.

Era la pecora nera della famiglia, o meglio la pecora bianca: da quando aveva messo piede a Hogwarts, si era potuta ribellare alle rigide regole di casa Malfoy.

Il tutto era iniziato, quando, allo smistamento, il cappello parlante aveva deciso di non mandarla a Serpeverde. Contrariamente alla tradizione di famiglia, infatti, Victoria faceva parte dei Grifondoro.

Al secondo anno, aveva tagliato i lunghi capelli biondi in un caschetto sbarazzino, utilizzando un semplice incantesimo tagliuzzante, e si era tinta di un blu metallizzato, seguendo il proprio istinto da metallara. Dopodiché si era fatta una foto e l’aveva inviata ai suoi genitori; in seguito a numerose lettere di richiamo, in cui il padre esprimeva tutto il suo sdegno, Victoria aveva iniziato a fare qualsiasi cosa andasse contro il volere dei genitori, entrando in contrasto con il fratello maggiore.

Infatti, con Scorpius non aveva nessun tipo di rapporto, se non la condivisa indifferenza. O almeno era quello che cercavano di dare a vedere. Ogni volta che s’incrociavano, entrambi s’irrigidivano e diventavano scontrosi.

Era una persona dal carattere forte. Lily si chiedeva spesso come avrebbe fatto senza di lei, la sua migliore amica, la ragazza con cui condivideva ogni più piccolo segreto. La stessa che dal loro terzo anno l’aveva iniziata alla musica metal.

« Come stai? Com’è andato il Marocco? Conosciuto qualche principe che voleva rapirti? » iniziò Vicky, curiosa come al solito.

Lily rise e iniziò a raccontare delle sue vacanze « E’ stato molto divertente, il Marocco è un paese bellissimo. Pieno di Babbani stranissimi, credimi! Dovevi vedere James e Al vestiti da beduini, quando siamo andati nel deserto a fare un giro con i cammelli: erano semplicemente ridicoli! La parte più bella è stata quando ho trovato questo negozio, un posto pazzesco ti giuro, proprio vicino all’albergo, dove mi sono fatta questi » e mostrò orgogliosa i due rasta, che erano nascosti sotto il grande strato di capelli.

Victoria sgranò gli occhi, per poi sghignazzare. « Ah-Ah! Lo sapevo di averti forviata dalla retta via! Stai diventando anche tu trasgressiva, mia dolce Lilian! »

L’amica scoppio a ridere nuovamente « E non ti ho mostrato la parte più bella… »

Tirò su la canottiera, mettendo in mostra un ventre piatto e chiaro, al centro del quale spiccava un anello verde.

Victoria balzò in piedi « Non ci credo, l’hai fatto veramente! » esclamò stupita.

« Certo! Tu cos’hai fatto, invece? Sei andata davvero in Italia, come mi avevi scritto? »

Vicky si rabbuiò, ma scosse la testa per non ripensare alla rabbia ormai passata. Fece tintinnare le varie catene appese al collo.

 « No. Paparino ha avuto la brillante idea di fare una riunione familiare di campagna, e mi ha letteralmente obbligato ad andare. Perché, come dice lui “Una Malfoy è pur sempre una Malfoy, eliminate le schifezze babbane di dosso . Per fortuna che c’era Andromeda, che mi ha ospitato per un po’ a Londra » fece una ghigno « Ho passato tutto l’ultimo mese tra concerti e rave. Mi sono divertita un casino! »

Le due ragazze furono interrotte dall’arrivo di Hugo Weasley e Simon Baston, i loro migliori amici.

Hugo era altissimo, quasi due metri, i capelli rossi e gli occhi azzurri, il ritratto di suo padre a quell’età, mentre Simon era di altezza media, spalle possenti da portiere, occhi castano dorati e capelli marroni. Entrambi del quinto anno, come Vicky e Lily.

« Ragazze, finalmente! E’ da quando è partito il treno che vi cerchiamo » esclamò Simon, sedendosi accanto a Lily e stendendo le gambe sul sedile di fronte a lui.

« Già, ma qualcuno ci ha detto che una pazza dai capelli colorati si era impossessata di uno scompartimento… » aggiunse Hugo con un ghigno.

« Ehi, io non sono pazza! » esclamò indignata Victoria, suscitando le risate dei suoi tre amici

« Si, ma i capelli colorati non te li toglie nessuno » affermò Simon.

« Cavolo, mi sa che devo andare nella carrozza dei prefetti! » disse Lily qualche minuto più tardi « Che scocciatura, ho già dovuto sgridare dei primini. Probabilmente sarà solo un peso questa storia del prefetto, speriamo che il mio compagno sia qualcuno di simpatico… »

Simon tirò in fuori il petto « Mia cara, io sono il secondo prefetto di Grifondoro! »

Victoria scoppiò a ridere sguaiatamente.

« Cos’è che ti fa tanto ridere Malfoy? » chiese offeso Simon.

« Certo che Cavendish si dev’essere proprio rincitrullito, per nominarti prefetto!» esclamò ululando dalle risate Vicky, provocando scoppi di ilarità anche negli altri due ragazzi.

« E dai » disse la ragazza, guardando l’espressione afflitta di Simon « Tesoro sto scherzando! Lo sai che ti voglio bene! » e lo rinchiuse in uno dei suoi abbracci mortali.

 

 

Qualche carrozza più avanti, James si era trovato con i suoi tre migliori amici, i suoi tre malandrini: Fred Weasley, Lysander Scamandro e Jack Seasons.

Fred aveva i tratti somatici della madre, Angelina Johnson: indomabili capelli castani, pelle ambrata e occhi color cioccolato. Portava il nome del gemello di suo padre George, morto nella battaglia contro Voldemort combattuta più di vent’anni prima, e neanche a farlo apposta era la sua reincarnazione.

Lysander era uno dei gemelli Scamandro, l’altro si trovava a Corvonero, ed aveva i capelli dello stesso biondo sporco della madre, Luna Lovegood, gli occhi blu scuro e modi di fare da studente modello. Che cosa ci facesse lui in mezzo a quei tre scapestrati se lo chiedevano in molti; gli altri tre lo definivano come la mente indispensabile del gruppo, ma nonostante tutto a volte era proprio lui a proporre gli scherzi migliori.

Infine vi era Jack. Era un ragazzo di origini Babbane, i capelli castano scuro lunghi fin quasi le spalle, gli occhi di un azzurro molto intenso, era il malandrino più scatenato di tutti, ma soprattutto il più corteggiato, insieme a James. Aveva un’aria da bello e tenebroso, a cui le ragazze non riuscivano a resistere.

Quando James aveva raccontato al padre di Jack, ma specialmente quando lo aveva conosciuto durante le vacanze, Harry aveva capito di trovarsi di fronte ad un “Sirius Black II la vendetta”. Oltre all’aspetto fisico vagamente somigliante, caratterialmente Jack e il suo padrino erano come due gocce d’acqua.

« Bene, ragazzi » disse James, attirando l’attenzione degli amici « Siamo al nostro ultimo anno. L’ultimo anno dei malandrini! »

« Già » fece Fred, con tono triste « Dopo di noi non ci sarà nessuno a far impazzire il vecchio Mundungus »

« Esatto. E’ tutta l’estate che ci penso; credo che dovremmo lasciare un segno, un ricordo per le prossime generazioni, in modo che nessuno possa dimenticarsi dei Malandrini »

Mentre parlava, Jack si era fatto più attento mentre Lysander, scuotendo la testa con fare rassegnato, aveva iniziato a leggere un libro.

« Cosa intendi James? » aveva chiesto Jack, uno strano ghigno sul volto « Trasfiguriamo il tavolo di Serpeverde durane il banchetto? Scambiamo tutte le loro bevande con della pozione ridarella? ».

James scosse la testa con forza « No, No. Stavo pensando a qualcosa di molto più grande, qualcosa che nemmeno i nostri predecessori hanno mai osato fare ».

« E cosa? » chiese Fred.

James fece per parlare, quando la porta dello scompartimento si aprì di scatto.

Era entrata una ragazza dai lunghi capelli dorati, lasciati cadere a boccoli sulla schiena e tirati in su da un cerchietto rosso, gli occhi di uno strano verde azzurro. Era Maryka Finnigan. Poco più indietro, si trovava Felicity Thomas, una delle sue poche amiche. Era alta e slanciata, la pelle ambrata liscia come la seta, che veniva risaltata dai lunghi capelli neri e gli occhi scuri.

Maryka guardò i tre ragazzi con fare irritato, poi si rivolse al gemello Scamandro, che aveva appena messo via il suo libro.

« Ciao Lysander. Volevo sapere se venivi con noi nella carrozza dei prefetti. Sai, sono la nuova caposcuola » esibì la sua spilla a forma di C rossa, puntando lo sguardo con forza verso James, che la guardava con un sorriso ebete.

« Ehilà Finnigan! » si riprese lui « Passato buone vacanze? Ammettilo, ti sono mancato ».

Maryka strinse gli occhi « Neanche un po’, Potter! »

James si spettinò i capelli, facendola irritare maggiormente.

Lysander intervenne « Arrivo subito. Lasciami dire due parole a questi tre zotici e andiamo dagli altri ».

Lei annuì e senza salutare uscì dallo scompartimento, raggiungendo Felicity, che come lei non amava molto quei tre ragazzi.

« E’ sempre più bella, ogni anno che passa » disse subito James, scompigliandosi nuovamente i capelli.

Fin da quando l’aveva vista, ma vista davvero, ossia il primo settembre di quattro anni prima, James si era innamorato di Maryka Finnigan.

I primi anni di scuola lui l’aveva continuamente beffeggiata, chiamandola secchiona, ma dall’inizio del loro terzo anno aveva completamente riveduto le sue considerazioni.

Non era più la piccola ragazzina con la frangia e le trecce, il corpo minuto e acerbo, che passava le ore a studiare, si era trasformata in una ragazza. Una bellissima ragazza. I capelli tagliati corti si erano allungati, arrivandole fino a metà schiena, la frangia era sparita, lasciando liberi i suoi occhioni verde acqua, e si era alzata di molti centimetri.

Da quell’anno, James aveva iniziato a chiederle di uscire assiduamente. Se inizialmente Maryka era stupita dalle sue richieste, che puntualmente rifiutava, con gli anni aveva iniziato a farci l’abitudine; se era prevista un’uscita ad Hogsmeade, era certo che James Potter sarebbe venuto a chiederle di uscire insieme.

Ma a Maryka, James non stava affatto simpatico, anzi, la irritava anche la sua sola presenza. Lo considerava il solito borioso ragazzo che si credeva un Dio; James infatti passava da una ragazza all’altra ogni settimana, era il capitano della squadra di Quiddich di Grifondoro e si atteggiava nei corridoi, attaccando briga con chiunque non gli andasse a genio.

« Potresti evitare di essere il solito spaccone, James » disse Lysander sbuffando « Non voglio passare un altro anno a vederti fare l’idiota solo perché lei non vuole uscire con te. Rassegnati e trova qualcun’altra, se proprio non vuoi cambiare »

« Ha ragione amico » asserì Jack « Non so come faccia a piacerti, ne puoi trovare altre cento meglio di lei »

« Voi non capite… » James si prese la testa fra le mani e si appoggiò al sedile. « Lei è Maryka, non potrebbe non piacermi. Quando si arrabbia lei… »

« Frena, frena! E’ il primo giorno di scuola, non voglio sentirti già parlare della Finnigan! Sono cinque anni che non fai che dire quanto sia bella, quanto sia speciale e bla, bla, bla… » esclamò Fred, interrompendo James dal suo chiacchiericcio.

Scoppiarono tutti e quattro a ridere.

« Vado a parlare con gli altri prefetti, vedete di non combinare guai voi tre » e con un ultimo sguardo severo, raggiunse Maryka, per avviarsi verso la carrozza dei prefetti.

 

 

Nello stesso tempo, quattro carrozze più indietro un gruppo di ragazzi del sesto anno si stava scontrando.

Da una parte, quattro Serpeverde, Albus Severus Potter, Scorpius Hyperion Malfoy, Michael Zabini e David Goyle, dall’altra quattro Grifondoro, Rose Weasley, Amanda Paciock, Andrea Baston e Coline Canon.

« Non mi interessa chi è arrivato primo » stava dicendo Rose con fare furioso « Questo è il nostro scompartimento! Ci veniamo da sei anni! »

« Te l’hanno mai detto Weasley? Chi tardi arriva male alloggia » ghignò Michael. Era un ragazzo di colore bellissimo; aveva ereditato infatti la bellezza tipica della famiglia Zabini, insieme al carattere da Serpeverde. Possedeva capelli neri cortissimi e occhi scuri molto penetranti, che esaltavano la sua carnagione bruna.

« Ah-Ah, Zabini, non fai ridere nessuno » fece scocciata Rose, sistemando una ciocca di capelli dietro l’orecchio. « Levatevi di torno, subito! »

Rose Weasley, come aveva supposto suo padre, si era rivelata fin da subito la degna figlia di Hermione Granger; al contrario della madre e di tutte le aspettative, però, la sua vita non dipendeva dal rendimento scolastico o da quanto potesse compiacere i professori. Certo, erano tutte cose che amava fare, dallo studiare all’essere sempre pronta per ogni lezione, ma non erano le sue uniche preoccupazioni.

Era una ragazza dal carattere deciso, che sapeva e otteneva sempre ciò che voleva. Non che fosse viziata, ma era soltanto una questione di testardaggine. E questo le sue amiche lo sapevano perfettamente.

Come i genitori prima di lei, avrebbe dato anima e corpo per i suoi amici; e, in effetti, concedeva davvero tanto alle persone, ma solo a quelle che se lo meritavano, come le sue tre migliori amiche, le sue compagne di scuola, le ragazze con cui aveva un rapporto magnifico da ben sei anni ormai.

L’unica cosa che, per sua enorme fortuna, non aveva ereditato della madre e il padre erano i capelli indomabili e il color rosso zucca tipico della famiglia Weasley: aveva, infatti, lunghi capelli castani ramati, che Rose amava rendere perfettamente lisci utilizzando una piastra babbana, e caldi occhi d’orati.

« Eddai Rose, non ci sono più scompartimenti vuoti » suo cugino Albus la guardava con un sorriso gentile, ma Rose, ahimè, non rinunciava facilmente a qualcosa su cui si impuntava.

« Fattacci vostri » disse Coline, appoggiando l’amica.

Coline era l’unica figlia di Dennis Canon. Aveva lunghi capelli biondi, lasciati lunghi fino a metà schiena, ed enormi occhi verde chiaro. Era una ragazza dall’ottimo gusto in fatto di vestiti, eccellente studentessa ma anche gran scansafatiche; l’anno precedente, infatti, era arrivata ai G.U.F.O. quasi del tutto impreparata, ma grazie alla sua acuta intelligenza era riuscita a prendere ottimi voti. Il tutto escludendo Erbologia, dove era stata bocciata con un meritatissimo “Troll”.

Volendo diventare una famosa stilista di moda, Coline era disgustata completamente da quella materia, alla quale si era fin dal primo anno rifiutata di applicarsi.

Per fortuna da quell’anno avrebbe potuto abbandonare quel corso.

« Come siamo scorbutici stamattina, Canon » fece Scorpius, sbuffando. « Sentite, mi sembra che il problema non persista. I primi ad arrivare siamo stati noi, ergo lo scompartimento è nostro. Stop, fine della questione »

Il biondo guardò gli amici, che stavano annuendo alle sue parole, soddisfatti. Ma le quattro Grifondoro, la pensavano molto diversamente.

Quello scompartimento era molto importante per loro; era stato proprio lì dove, il primo Settembre di sei anni prima, si erano incontrate per la prima volta. Negli anni a venire, avevano viaggiato sull’espresso occupando sempre lo stesso posto, che ormai era diventato un simbolo della loro amicizia.

« Non sono io ad essere scorbutica, siete voi Serpi che mi irritate » esclamò indispettita Coline.

« Ehi, che succede qui? »

Maryka e Lysander erano appena entrati nella carrozza, diretti verso quella dei prefetti, dove Maryka e i tre nuovi caposcuola avrebbero dovuto fare un discorso di inizio anno.

« Niente Lys, se ne stavano giusto andando » disse Rose, sorridendo ad uno dei migliori amici dei sui cugini.

« Siete voi quelle che se ne stanno andando, Weasley, questo scompartimento lo occupiamo noi, oggi » questa volta ad intervenire era stato David Goyle, un ragazzo dall’aspetto molto poco rassicurante, con larghe spalle e un viso duro. I capelli erano poco curati, di un castano molto scuro, mentre gli occhi erano di un verde tendente al marrone.

Il tono che aveva usato non ammetteva repliche, ma Rose non era tipo da farsi intimidire da un energumeno del genere, così iniziandosi a scaldare aveva infilato la mano nella tasca, dove teneva la sua bacchetta magica.

Maryka se n’era accorta subito e, consapevole della situazione in cui di lì a poco si sarebbe sfociati, si mise in mezzo ai due gruppi.

« Qual è il problema? Non potete cercare semplicemente un altro scomparto dove passare il viaggio? »  domandò rivolgendosi ad entrambi i lati, ottenendo soltanto diversi gridi di protesta.

« Finnigan, quello è il nostro scompartimento, ci siamo affezionate! » sbraitò un’alterata Andrea Baston, gli occhi sgranati dallo stupore « E quelle stupide Serpi lo sanno benissimo! »

« Stai attenta a come parli, Baston! Saremo anche stupide, cosa di cui ho seri dubbi, ma mi sembra che l’anno scorso siamo stati noi a vincere la coppa delle case » disse Albus, per poi rivolgersi al prefetto e alla caposcuola

« Voi due state andando nella carrozza dei prefetti, vero? » chiese poi, ignorando le risposte velenose di Andrea e le altre ragazze.

Al cenno di assenso si rivolse a sua cugina « Rose, tregua: io, tu, Scorpius e Paciock andremo con loro, e finchè non torniamo lo scompartimento può essere facilmente condiviso, no? » chiese, guardando più che altro David e Michael, i quali alzarono le spalle, rassegnati.

 

 

«… Ora andate a controllare le varie carrozze, ci ritroviamo tutti qui un’ora prima dell’arrivo » concluse soddisfatta Maryka, guardando i prefetti e gli altri tre caposcuola.

Era da circa mezz’ora che aveva iniziato il suo discorso di inizio anno, parlando come i suoi predecessori sul compito che era stato loro affidato e la loro responsabilità.

Gli altri tre caposcuola, Dominique Weasley, Thomas Flint e Jason Macmillan, avevano solamente annuito alle sue parole, consapevoli del fatto che non avrebbe tralasciato nulla d’importante.

Ci fu un via vai di prefetti, desiderosi di sbrigare quella faccenda al più presto possibile per poter tornare dai propri amici.

Lily uscì insieme a Simon, salutando con un sorriso suo fratello Albus; nonostante fosse stato smistato a Serpeverde, cosa che James continuava a rinfacciargli, Lily non si era distaccata da lui, anzi, il loro rapporto con il tempo era nettamente migliorato.

Durante i suoi primi anni al castello, Albus trovava sempre un momento per stare con lei, che fosse per studiare o più semplicemente per passare del tempo, e tuttora passavano ancora molto tempo insieme.

« Allora, com’è il tuo primo giorno da prefetto? » le chiese Albus, mentre insieme a Scorpius e Simon si avviavano verso le carrozze del proprio pattugliamento.

Lily sbuffò « Estremamente noioso, la Finnigan mi ha fatto venire il mal di testa… »

« Probabilmente il tuo cervellino si è sforzato troppo, Potter » ghignò Scorpius, facendo infuriare Lily sotto lo sguardo divertito di Al.

Ogni volta che quei due sì incontravano iniziavano a beffeggiarsi, e ormai c’era abituato.

La cosa infondo lo faceva ridere: nella sua famiglia la sua amicizia con Scorpius, un Malfoy, non era per niente ben vista, quasi tutti cercavano di farlo rinsavire, ma Lily no. Non lo aveva mai fatto. Aveva fin da subito accettato la loro amicizia; certo questo non significava che lei dovesse per forza essere gentile nei riguardi di Scorp, ma almeno non lo credeva pazzo, come invece facevano James e il resto della famiglia.

« Ha parlato il gran cervellone con la testa ossigenata » fece Lily guardandolo con astio.

« Non. Sono. Ossigenato. »

Scorpius odiava quando lei lo alludeva al biondo quasi bianco dei suoi capelli, ereditati dal padre. Lui amava i suoi capelli, li portava con fierezza.

« Pel di carota lentigginoso » abbaiò Scorpius.

Una vena iniziò a pulsare istericamente sulla fronte della ragazza.

« Ok, ok, è meglio se andiamo, Lily » esclamò Simon, capendo che la situazione stava per degenerare.

« Ci vediamo, Potter! O meglio, Lentigginosa! » salutò allegramente il ragazzo biondo, un sorriso soddisfatto sulle labbra.

Simon prese una Lily fuori di sé per un braccio e, dopo aver salutato Albus e Scorpius, la trascinò con forza lontano da quei due.

Dentro lo scompartimento, invece, Maryka si era trattenuta a parlare con Dominique, con la quale condivideva fin dal primo anno la maggior parte delle lezioni. Insieme a Felicity, la Weasley era sua amica.

Dominique era la secondogenita di Fleur e Bill; con i suoi fluenti capelli biondo argento, identici a quelli della madre, e gli occhi azzurrissimi, Dom faceva stragi di cuori ad Hogwarts. Aveva deciso di frequentare quella scuola, come sua sorella Victorie prima di lei, invece che continuare a vivere in Francia e andare a Beauxbatons, poiché sentiva che Hogwarts sarebbe stata la sua casa, insieme a tutti i suoi familiari. E non si era sbagliata.

« Passate buone vacanze, Dom? » chiese gentilmente, accomodandosi vicino al finestrino.

La bionda annuì sorridendo leggermente, accomodandosi sul sedile di fronte all’amica. « Solite cose, Francia e qualche giorno a casa dei nonni alla Tana. Tu, invece? »

Maryka alzò le spalle « Sono rimasta a Londra tutto il tempo, dovevo finire i compiti e non avevo voglia di viaggiare. In più ho passato metà estate a bruciare lettere di quel borioso di tuo cugino, che mi scriveva tre volte al giorno » rabbrividì al ricordo.

Dominique scoppiò a ridere « Certe volte James è un tantino esagerato » in un attimo si fece seria « Sai, se gli dessi una possibilità… »

Maryka, purtroppo, sapeva perfettamente dove la ragazza voleva andare a parare; erano ormai anni che Dominique continuava a convincerla ad uscire almeno una volta con suo cugino, ma lei on demordeva mai.

« Sai benissimo qual è la mia risposta. Potter è un ragazzo arrogante, imbecille e borioso, preferirei uscire con la piovra gigante piuttosto che con lui »

« Neanche quest’anno, che è l’ultimo? Ragiona Maryka: se continua a chiederti di uscire è perché è veramente interessato a te! Se volesse potrebbe avere qualsiasi ragazza della scuola, ma vuole te, ti vuole da sette anni e ancora non si è arreso »

Maryka abbassò gli occhi, imbarazzata da quella considerazione. In effetti il ragionamento non faceva una piega…

Ma dove diamine era finita tutta la sua sicurezza?

Lei detestava Potter, aveva giurato a sé stessa che mai e poi mai sarebbe uscita con lui, non sarebbe mai stata una di quelle ragazze cadute nella rete di James Potter.

« Parlavate di me? »

Parlando del diavolo, spuntano le corna!

« Potter, potrò sorprenderti ma il mondo non gira tutto intorno a te » fece con irritazione crescente Maryka, scoccando un’occhiata esasperata a Dominique, che aveva iniziato a ridere sotto i baffi.

« Ciao James » disse la bionda « Maryka, devo andare dalle mie compagne di casa, ci vediamo dopo, ok? »

Era una scusa, Maryka lo sapeva perfettamente. Ma annuì lo stesso, allontanandosi il più possibile da James quando Dominique uscì chiudendo la porta dello scompartimento.

« Che cosa vuoi Potter? » domandò, guardando il paesaggio scozzese scorrere davanti a lei.

« Volevo chiederti una cosa… » fece per iniziare James, ma fu subito interrotto da Maryka.

« No, no, assolutamente no. Non uscirò con te né alla prima uscita ad Hogsmeade, né alla seconda, né mai »

James fece un sorriso malizioso « Non ti stavo chiedendo di uscire, Finnigan. Anche se ammetto che un’idea in proposito ce l’avrei »

« Arriva al dunque, Potter»

James si accomodò di fronte a lei e stese le gambe sui sedili « Volevo semplicemente chiederti se conoscevi Corvin Gazza, l’aiuto-custode »

Maryka alzò un sopracciglio, perplessa. « Chi? »

« Sai, quel ragazzo che viene ogni tanto a lezione di storia della magia, pozioni e artimanzia. Di solito da sempre una mano ai professori per sistemare o pulire l’aula »

« Non l’avevo mai notato… Ma cosa ha di così speciale per attirare l’attenzione del famoso James Potter? »  domandò, incuriosita dalla piega che quella conversazione stava prendendo.

James sorrise sardonico, facendole l’occhiolino « Non essere gelosa, Finnigan. Non sarà certo un uomo, perlopiù aiuto-custode, a farmi dimenticare il tuo bel visino »

« Evita » disse irritata, ma la sua curiosità era stata stuzzicata « Però non hai risposto alla mia domanda, Potter »

Ma il ragazzo si era già alzato dal sedile e si era avviato verso la porta dello scompartimento, il tutto senza averle dato il tempo di aprir bocca.

« Ci vediamo, Finnigan » e dopo averle mandato un bacio con la mano, la lasciò sola tra mille pensieri.

James Potter stava architettando qualcosa e lei, in quanto caposcuola di Grifondoro, lo avrebbe scoperto.

 

 

Sei ore più tardi, il treno si fermò sferragliando alla stazione di Hogsmeade. Tra le urla eccitate dei vari studenti, che non vedevano l’ora di assaporare il banchetto di inizio anno e recarsi nei loro letti, i bambini del primo anno furono richiamati da un uomo alto e corpulento, con un’ispida barba ormai macchiata di grigio qua e là.

Fu proprio il gran vocione di Hagrid che proclamò l’inizio di un nuovo lunghissimo anno scolastico.

Nessuno di quei ragazzi sapeva però che quell’anno sarebbe stato tutto fuorché divertente.

   
 
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