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Autore: Hedley    16/02/2010    4 recensioni
"Da quanto sei qui?" domandò riconoscendo con stupore una nota di preoccupazione nella sua voce. "Da un po'..." mormorò Nicholas muovendosi con assoluta lentezza. "Perchè?" Fece scivolare la sua mano su quella di Nicholas e fece pressione,ma lui non la ritrasse. "Vuoi che me ne vada?" pronunciò queste parole in poco più che un sussurro sfiorandole l'orecchio con le labbra. La donna si irrigidì. Il suo respiro, il fatto di sentirlo così vicino, per un istante la riempì di paura.
Genere: Malinconico, Song-fic, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Comatose
Buondì a tutti voi.
Come al solito,questa one shot è nata come missing moment di una long fiction che non ho mai portato a termine *Laura si picchia* ma che ultimamente ha ridestato il mio interesse.
I personaggi sono li stessi dell'altra mia one shot, Canzone per lui, nel caso l'abbiate letta.
Per ulteriori delucidazioni, vi aspetto in fondo ^^
Buona lettura.
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Comatose

Tre di mattina.
Un rivolo di aria si insinua fra i vestiti della giovane donna percorrendone la schiena liscia.
Poco distante il riflesso svolazzante di una tenda agitata dal vento.

Haley si svegliò colta da un brivido improvviso.
Individuò all'istante la finestra lasciata aperta la sera precedente.
La donna respirò piano e si infilò a fondo sotto le lenzuola tornando a chiudere gli occhi.
Una mano strisciò lenta lungo il suo fianco, cingendola con delicatezza.
Haley intrecciò le proprie dita con quelle dell'altra persona.
Poteva percepire il suo respiro calmo e regolare; la cassa toracica alzarsi ed abbassarsi a contatto con la sua schiena.
D'un tratto avvertì qualcosa di morbido e delicato a contatto con l'incavo del suo collo.
Fu quel contatto a ricordarle qualcosa che destò il suo sospetto.

In un istante ritornò con la mente a poche ore prima, al momento della telefonata. Suo cognato Kevin aveva chiamato per avvertire dell'imminente nascita di sua figlia. Joe era partito di corsa senza avere neanche avuto il tempo di avvertire Denise.
Probabilmente in quel momento si trovava mezzo appisolato in una qualche sterile sala d'attesa.

Joe non era lì.
Ma allora...

"Nicholas?" esitò.
La mano adagiata sul suo ventre si mosse imprecettibilmente,ma non venne ritratta.
"Nicholas,sei tu?"
Un sospiro. Il fruscio delle lenzuola che si sollevano.

"Nostra nipote sta nascendo"  la sua voce la colse  di sorpresa, nonostante tutto.
"Da quanto sei qui?" domandò riconoscendo con stupore una nota di preoccupazione nella sua voce.
"Da un po'..." mormorò Nicholas muovendosi con assoluta lentezza per sistemare il lenzuolo sulle loro spalle.
"Perchè?" ribattè la giovane donna in tono nervoso, pur rimanendo immobile.
Fece scivolare la sua mano su quella di Nicholas e fece pressione,ma lui non la ritrasse.
"Vuoi che me ne vada?"  pronunciò queste parole in poco più che un sussurro sfiorandole l'orecchio con le labbra.
La donna si irrigidì. Il suo respiro, il fatto di sentirlo così vicino, per un istante la riempì di paura.
Una paura che però non era in grado di identificare: Paura di quello che stava succedendo?Paura di volerlo?


I hate feeling like this
I’m so tired of trying to fight this
I’m asleep and all I dream of
Is waking to you


"Stai bene?" il respiro di Nicholas si fece più corto e irregolare. Lo sentì adagiarsi al suo fianco,mormorare qualcosa di incomprensibile.
"Non ce la faccio..." sussurrò poi un po' più forte. Tese la mano nel buio e raggiunse quella di Haley. Se la portò al petto.
"Non ce la faccio...Odio come mi sento..."
"Perchè sei qui?" chiese di nuovo la giovane donna sollevandosi a sedere.  Allungò il braccio esitante verso il comodino e trovò a tastoni la superficie liscia della lampada.
CLIK.
Il viso pallido e stanco di suo cognato fece capolino dalle tenebre.
Rimasero immobili a fissarsi per alcuni minuti;entrambi consapevoli di quella fune invisibile che con prepotenza li teneva legati l'uno all'altro,senza possibilità di fuga.

"Perchè non ce la faccio più a starti lontano."  L'affermazione del cognato penetrò nella sua mente come la punta di una freccia in pieno petto.
Tentò di ritrarsi,ma le sue mani la trattennero per i polsi,costringendola a rimanere immobile.
C'era qualcosa di più che una semplice costrizione fisica: il suo sguardo.
I suoi occhi la frugarono con insistenza e determinazione,senza mai abbandonare il contatto visivo.

Era l'intensità di quello sguardo,la cosa che  la ragazza più amava e detestava di Nicholas.
Era schiava del suo sguardo,incatenata a quegli occhi scuri e luminosi come tizzoni ardenti.
E lui sapeva.
Sapeva quello che poteva farle solo guardandola.

Perciò cercò di non interrompere il contatto visivo ed allentò la pressione sui suoi polsi,facendo scivolare entrambe le mani fino agli avambracci.


"Ho bisogno di te Haley.." mormorò lasciando scorrere i pollici sulla pelle candida della donna.
"Ho bisogno di sentirti vicina... Come ai vecchi tempi."

Haley distolse lo sguardo in un vano tentativo di ignorare il brivido freddo che aveva percorso il suo corpo.

"Lo sai che questo non è più possibile, Nicholas..." la ragazza si liberò con delicatezza dalla presa del cognato.
"Non così..." aggiunse allungando esitante un braccio. Raccolse uno dei suoi riccioli bruni e lo avvolse attorno all'indice.

L'uomo la lasciò fare, permettendo a un sorriso sghembo di arricciare gli angoli delle sue labbra.
"Te le ricordi Hal?" domandò poi in poco più di un sussurro.
"Quelle che chiamavamo le nostre serate?Le tonnellate di pizza che trasportavamo di nascosto in camera mia..Una carrellata di film per bambini e poi ...Accoccolarci sotto le lenzuola...Stringerci l'uno all'altro..."

Tell me that you will listen
Your touch is what I’m missing
And the more I hide I realize
I’m slowly losing you

"Me lo ricordo Nicky..."  come in trance,la ragazza prese ad accarezzargli i capelli. Immersa in un alone di ricordi appartenuti a solo qualche anno prima. Ma che senza sapere ben come,apparivano così distanti...Quasi riguardassero un'altra Haley.

Invece quella ragazza era proprio lei. Un' Haley bambina, vivace un po' impertinente ed incredibilmente legata al suo migliore amico.

Nicholas esitò. Con il dorso della mano accarezzò il volto della cognata che gli sorrise,lasciando che anche le sue dita scivolassero con delicatezza su una guancia del giovane uomo.

"Che fine hanno fatto quelle serate?" mormorò Nicholas percorrendo con il pollice il mento della giovane donna.
Haley scosse il capo avvertendo un pizzico di amaro in bocca.
"Siamo cresciuti Nicky.." si giustificò lasciando che la sua mano scendesse fino al collo dell'uomo.
"Mi sono sposata.."
"E allora?"  Nicholas scattò a sedere cogliendo di sprovvista la ragazza. Raccolse la mano di Haley e la riportò nel punto esatto in cui si trovava  prima che sobbalzasse.
"Haley  io sono il tuo migliore amico." mormorò avvicinandosi a lei,al punto che i loro nasi quasi si sfiorarono.
"Il padre di tuo figlio" sottolineò quest'ultima frase non riuscendo ad evitare un leggero tremolio della voce.
"Di tuo figlio Haley,lo capisci?" Ripetè bruscamente afferrandole il mento con una mano.
Per istinto,la ragazza si ritrasse.
"Proprio per questo..." mormorò Haley con una calcolata lentezza,come se stesse selezionandole sue parole con cura.
"Proprio per questo dovremo tentare di non complicare troppo le cose. Penso che dovremo proteggerlo..."

"Ma da cosa?Proteggerlo da cosa?" esplose bruscamente l'uomo sollevando il tono di voce.
"Nicholas per favore Junior sta dormendo..."
"è successo, Haley non puoi cambiare le cose. Junior è nato. Junior è nostro e ha tutto il diritto di sapere."

Ormai erano fronte a fronte. Haley sentì le sue mani scivolarle lungo i fianchi e fare pressione contro il suo corpo.
Tremava.
"Lasciami..." mormorò lentamente pur rimanendo immobile.

Si sentiva in trappola. Prigioniera dei suoi sentimenti.
Qualcosa che era convinta,fosse riuscita a seppellire con cura in un angolo della sua testa stava facendo capolino nella più nera delle situazioni.

Il suo corpo,il suo sguardo,il suo profumo... Ogni singola parte di lui era al tempo stesso un invito ed un segnale di fuga.
Voleva fuggire...Voleva abbandonarlo lì e non tornare mai indietro. Voleva dimenticare...

Ma voleva anche stringerlo... Percepire ogni atomo del suo corpo a contatto con il suo....Voleva sentirlo.

Nicholas allentò la presa. Scrutò con timore lo sguardo della donna,sperando di non incontrare l'ombra di un qualche sentimento anche solo lontanamente simile alla paura.

Si sedette. Pochi istanti dopo la cognata lo imitò,prendendo posto al suo fianco.

"D'accordo Nicholas." dichiarò infine la donna tenendo lo sguardo dritto di fronte a sè.
"Lo diremo a Junior. Se è questo ciò per cui sei venuto qui sta sera, puoi star certo che nostro figlio conoscerà la verità."

Un sorrisetto ironico increspò le labbra di Nick che scosse il capo amareggiato.
"Non sono venuto per questo Haley e tu lo sai.." rispose lanciandole un'occhiata penetrante.

Comatose
I’ll never wake up without an overdose of you

La giovane donna distolse lo sguardo e si concentrò sulla tinta celeste del lenzuolo,lisciandolo con la mano.
Per qualche istante,tutto nella stanza rimase immobile,tranne che per l'insistente frusciare delle tende.
Con una premeditata lentezza, una mano s'insinuò sulla stoffa candida della camicia da notte di Haley, senza che venisse respinta.
Con il respiro affannoso,ma leggero,quasi avesse paura di essere percepito,Nicholas si strinse alla donna che per quattro lunghi anni aveva desiderato di nascosto,fingendo di aver dimenticato.
"Io a te non rinuncio..." le sussurrò all'orecchio prima di appoggiarci con delicatezza le sue labbra sottili.
La donna ebbe un brivido.
"Nicholas,per favore..." tentò di replicare allontanando la mano dal suo ventre.
"Non complicare le cose...".
Il giovane non allentò la presa e con un leggero strattone,fece voltare la donna,immergendosi nel mare dei suoi occhi spauriti.
"Coraggio,ammettilo..." mormorò inarquando le labbra in un sorriso malandrino; ma il suo sguardo riluceva di determinazione.
"Ammetti che ti sono mancato..." aggiunse appoggiando la propria fronte a quella della cognata,in un vano tentativo di mantenere il contatto visivo.

I don’t wanna live
I don’t wanna breathe
‘Less I feel you next to me
You take the pain I feel
(Waking up to you never felt so real)

"Nicholas,io..." provò ancora a difendersi la donna con voce tremante; le dita intrecciate a quelle di Nicholas,il suo corpo fremente di indecisione.
"Avanti,dimmelo..." ripetè l'uomo a voce un po' più alta, permettendo al suo capo di scivolare lungo il profilo della giovane donna.
Haley sollevò lo sguardo verso l'alto,tentando ad ogni costo di mantenere il controllo su sè stessa,su ciò che temeva più di tutto.
"Sì..." mormorò infine mentre una lacrima le solcavca crudele una guancia. Nicholas la osservò tracciare un sentiero lungo il viso della donna,fin sotto il mento dove prontamente la cancellò con un bacio.
"Sì,mi sei mancato..." ripetè la donna rabbrividendo al contatto delle labbra del cognato sul suo collo.
"..Mi sei mancato da morire."
Come un piccolo cenno di resa,appoggiò il capo sulla sua spalla e si lasciò stringere,mentre la bocca di Nicholas frugava con insistenza la sua pelle candida, permettendo ad un'ondata di ricordi di tornare alla luce, più vividi e reali che mai.
"Non avresti dovuto lasciarmi..." sussurrò il giovane uomo infilando con delicatezza due dita sotto il suo mento,sollevandole il capo.
"Avresti dovuto capirlo..."  i loro nasi si sfiorarono, concedendo ai loro respiri di fondersi,dando origine ad un unico alito di tiepido vento.
"Avresti dovuto capirlo,che io non me ne sarei mai andato veramente..."
 I loro occhi si incrociarono per un'ultimo intenso sguardo,prima che le labbra di Nicholas si appoggiassero a quelle di Haley con bramosia e leggera avidità: come se da quel bacio,potesse dipendere la sua stessa esistenza. Come se dalle sue labbra sgorgasse una linfa vitale in grado di placare qualsiasi sete.
E lui,Nicholas era assetato di lei.

Oh, how I adore you
Oh, how I thirst for you
Oh, how I need you
Haley non lo respinse; lasciò che il suo sapore fresco pungente di menta la inebriasse,la cullasse in un oblio privo di sensi di colpa, di risentimento.
Lentamente,lasciò che le braccia dell'uomo la adagiassero sulle lenzuola candide e la sfiorassero,come se non avessero mai fatto nient'altro in tutta la sua vita. Le dita di Nicholas, il suo corpo,le sue labbra...Era tutto parte di un gioco ad incastri che si sviluppava fra il loro essere Haley e Nicholas. La più minuscola sfumatura del cognato combaciava perfettamente ad ogni fattezza del suo corpo,come due lati di una stessa medaglia.
Ma la medaglia,aveva anche un terzo risvolto.
"Joseph.." pronunciò la donna in un sussurro,quasi si sentisse in colpa a mormorare quel nome.
Nicholas si bloccò di scatto; il respiro ancora affannoso,lo sguardo dal contenuto ignoto avvolto nella penombra della camera.
"Nick,io...non è possibile,mi dispiace."

I don’t wanna sleep
I don’t wanna dream
‘Cause my dreams don’t comfort me
The way you make me feel
(Waking up to you never felt so real)


Un silenzio innaturale. Il respiro dell'uomo sempre più profondo e distanziato, più regolare.
Poi il contatto con qualcosa di umido; piccole goccie incolore scivolate lungo il profilo del naso di Nicholas. Lo stesso naso di Junior.

"Mi dispiace..." ripetè la donna sfiorando il viso del cognato con dolcezza,allungando la mano per accarezzargli i capelli.
L'uomo si scostò di scatto,impedendole di compiere il gesto.
Nicholas si voltò su un fianco,e giacque dall'altro lato del letto.
Haley rimase immobile a fissarlo a lungo,lo sguardo spento e rassegnato.

"Mamy..." uno spiraglio di luce s'insinuò nella camera illuminando la figurina che si stagliava ai piedi del letto.
"Mamy, papy ho fatto un sogno brutto..."
Con gli occhi carichi di spavento,la donna si voltò verso il cognato che si accorse,la stava osservando; lo sguardo risentito di un uomo che non può dimenticare.
Nel frattempo,Junior si stropicciò un occhio assonnato.
Il bimbo,parve non riconoscere, Nicholas il cui sguardo si addolcì,non appena comparve il figlio.
"Mamy,papy,io dormo con voi..." mormorò il bimbo arrampicandosi sul letto ed accoccolandosi fra i due genitori afferrando un lembro della vestaglia di Haley e la manica della camicia di Nick.
Quest'ultimo assaporò affascinato il suono della parola "Papy" pronunciata per la prima volta rivolta a lui. A lui e non a Joseph.
Nicholas appoggiò la sua mano su quella piccola minuscola del figlio e prese ad accarezzargli i capelli con tenera accortezza.
"Dormi bene amore mio...C'è papà qui a proteggerti" mormorò avvertendo il respiro del bambino farsi più profondo e regolare: gli era bastato sentirsi al sicuro nel lettone di mamma e papà,per cadere addormentato,libero dalle paure che lo circondavano nella sua cameretta al buio.
Dall'altro lato del letto,Haley osservava la scena ccon rassegnazione e tenerezza; fu in quel momento, che tutto le fu chiaro: avvertendo la manina di suo figlio aggrappata alla sua camicia e contemporaneamente a quella di Nicholas;il piccolo corpo adagiato fra i due genitori. Esattamente a metà,quasi ad indicare il bisogno che il bimbo aveva di entrambi.
 Colta dalla consapevolezza,la donna sollevò lo sguardo e nuovamente incontrò quello di lui,pronto a rifletterlo.
C'era uno strano scintillio di decisione nei suoi occhi ed Haley si rese conto che anche Nick aveva capito.

Breathing life,
Waking up
My eyes open up


Non c'era maniera di sfuggire. Un filo li teneva collegato l'uno all'altro e questa volta non si trattava di qualcosa di fisico o di un legame affettivo.
Il filo era vivo,aveva emozioni e in quel momento si trovava esattamente al centro fra loro due,mantenendoli vicini come non lo erano più stati per quattro lunghi anni.
Junior.
Finchè ci sarebbe stato quel bambino,la loro presenza sarebbe stata indispensabile l'uno per l'altro,qualunque cosa fosse successa.
Finchè ci sarebbe stato loro figlio, nulla avrebbe potuto  allontanare completamente i due lati della medaglia.  Neanche volendolo.

"Ti amo..." mormorò Nicholas sorvolando il copricino di Junior con un braccio e raggiungendo la mano della cognata. La sfiorò e la sentì vibrare.
"Vi amo..." ripetè scandendo con attenzione le parole infilando la propria mano in quella di Haley.
"Non puoi impedirmelo..."

La donna non rispose,se non con una lacrima che scivolo iperterrità lungo il profilo del suo naso e s'insinuò fra le lenzuola candide dissolvendosi in una minuscola macchia incolore.

Comatose
I’ll never wake up without an overdose of you

"No,non posso".




Angolo dell'autrice.
Ebbene, eccomi come promesso per le lucidazioni.
Dunque Haley è sposata con Joe.
Nicholas ed Haley sono stati molto legati in passato e dalla loro relazione è nato un bimbo, Junior per l'appunto.
Tutto ciò ovviamente prima del matrimonio tra lei e Joseph. Contorto, lo sò.
Per altre delucidazioni, passate a leggere la mia altra one-shot "Canzone per lui".

Spero vivamente che il racconto desti il vostro interesse, quanto ha destato il mio nello scriverlo.
Attendo di sapere cosa ne pensate.
Un bacio

Laura
   
 
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