DROP 03: POW (Prisoner Of War)
“Esci
lentamente, tenendo le mani bene in vista!”. Intimò Akira tenendo la pistola
puntata nella direzione del Relitto del VBU nemico. Dal relitto emerse un ragazzo,
con le mani sulla nuca, dagli occhi vitrei ed i capelli d’ossidiana, non aveva
più di diciotto anni dall’aspetto, il suo viso era squarciato da una cicatrice
che li prendeva un occhio, chiuso ermeticamente, qualsiasi cosa lo avesse preso
in quel punto, doveva essere estremamente tagliente.
“Fresco
d’accademia eh?” Disse il ragazzo appena uscito con strafottenza. “L’ESRF si
abbassa a reclutare dai riformatori a quanto vedo” Ribatte Akira tenendo la
pistola puntata
“Non
sembri in grado di uccidere un uomo quando ti è davanti, sparare ad un VBU è
una cosa, uccidere un che ti sta davanti è un'altra faccenda, lo si vede da
qua, la mano con la pistola ti balla” Disse il ragazzo. Akira rabbrividì, il
ragazzo lo aveva messo a nudo, quasi lo avesse letto nel pensiero. Akira si
avvicinò, doveva tenerlo meglio sotto tiro.
Un
Quetzal in fiamme ruppe il duello mentale dei due, andandosi a schiantare poco
lontano con una forte esplosione. Il ragazzo approfittò di quel momento per
attaccare Akira, in pochi secondi gli fu addosso, sferrandogli un calcio
rotante, Akira non riuscì a comprendere cosa succedeva, l’unica cosa che sapeva
e che qualcosa con la forza di un Tir lo aveva colpito alla faccia, riuscì a
rimettere a fuoco circa trenta secondi dopo e vide il ragazzo tenerlo sotto
tiro con la sua pistola “Notevole, veramente notevole, tu non sei umano” Pensò
a stento.
“Le
parti si sono ribaltate, novellino fresco d’accademia” Disse il ragazzo.
“Guarda su, la battaglia è persa, la tua nave si sta consegnando, ha appena
lanciato i segnali luminosi di resa”
Nella
battaglia spesso tentare di negoziare era impossibile, quando un comandante lo
riteneva necessario, lanciava dei razzi fumogeni che spargevano scie bianche,
indicava che la nave si arrendeva, e la corvetta di Akira stava facendo quello.
Un
altro rombo risuonò nell’aria, stavolta era una nave da sbarco Kodiak, che
atterrò a pochi metri dai due, appena la rampa si aprì due Hunter uscirono,
tenendo subito sotto tiro il povero Akira, che non aveva modo di muoversi “Il
Pilota nemico è in evidente stato di stordimento, portate qui una barella”
Disse il pilota di uno degli Hunter con la voce distorta dal microfono
“Comandante, ci è andato giù duro con il ragazzo, sembra morto” Disse l’altro
pilota al ragazzo che stava salendo sulla Kodiak “Ordinaria amministrazione,
non si tratta con il nemico” “……..Ricevuto” Rispose il pilota con tono
sconsolato
L’ultima
cosa che Akira vide furono due infermieri che lo caricavano su una barella
mobile, quindi la sua vista piombò nel buio. L’ultima cosa che sentì fu la
rampa della Kodiak che si chiudeva.
“Lo
ha ridotto ad uno straccio!” Disse una voce che Akira sentì a malapena dopo una
eternità. “Se regge la prima settimana prima di essere trasferito in una
struttura di detenzione questo ragazzo non avrà più niente da temere, neanche
se lo mandano alla famigerata Alcatraz-2”Disse un’altra. Akira tentò di aprire
gli occhi, vide molto sfocato, ma riuscì a distinguere il lettino ospedaliero
dove giaceva.
“Ti
sei svegliato, niente paura, quello che ti sto per dare è solo un
antidolorifico, sei ridotto ad un colabrodo, il demone ti ha spezzato il lato
sinistro della mascella, tre costole e ti ha procurato grossi danni al plesso
solare”Disse uno dei due uomini presenti, che ora era possibile identificare
come un infermiere “C-c-c-osa?” Rispose a stento Akira “Sei stato catturato dal
più pazzo e maniaco pilota di VBU dell’intera ESRF, noto con una dozzina di
nomi dentro e fuori da essa: Caronte*, per via della sua unità canaglia
chiamata i Dannati, il Demone, il Macellaio di Urvastan, il Martello di Proxima
e molti altri, Kiro Zanshi* Ashimoto, il ragazzo dai tratti giapponesi erede di
Tsutomou Miyazaki, dopo centotrentanove anni arriva qualcuno che lo eguaglia in
fatto di follia omicida, l’unica cosa che manca è che sia un fanatico di
fumetti e cartoni animati giapponesi e sarebbe veramente lui reincarnato”
Akira
riuscì a riacquistare le facoltà motorie inibite dal dolore dopo l’iniezione
dell’antidolorifico. Akira notò la sala in cui era stato portato, poiché era un
prigioniero di guerra c’erano guardie sulla porta, “Superflue” pensò, dove
cavolo poteva andare ridotto così?, sarebbe probabilmente dipeso dagli
antidolorifici per un buon paio di settimane, quindi sarebbe stato trasferito
ad una struttura di detenzione e sarebbe stato liberato a guerra finita,
nessuno lo avrebbe salvato, visto che la sua nave era su quel pianeta per una
missione strategica dietro le linee nemiche.
La
porta si aprì, Akira si aspettava la solita infermiera o il dottore che veniva
a controllare le sue condizioni per aumentare o diminuire il quantitativo di
medicine. Stavolta invece era qualcun altro, un soldato, doveva avere
venticinque anni, capelli biondi, occhi marroni, tratti razziali bianchi. Il
soldato si avvicinò ad Akira. “Sei tu Akira Vanada?”Domandò “S-si!” rispose
Akira “Io sono il sottotenente Scott Hrold secondo in comando dell’unità
Dannati, vorrei chiederti scusa a nome dell’unità per i metodi diciamo
“bruschi” del mio ufficiale in comando, che purtroppo inizia a dare segni ci
cedimento psicologico”.
“Favoloso,
veramente, ora questo mi ha risollevato il morale, grazie” Rispose ironicamente
Akira. “Spero che non ti spediscano a qualche struttura di detenzione
famigerata, ma in ogni caso la guerra è in procinto di finire, sia sulla terra
che a Proxima ci sono molti politici che vogliono la pace. Mengeni non ha più
il controllo di alcune frange dell’esercito che stanno stabilendo canali per
l’armistizio, questo è quello che dicono i mass media.” “Ho avuto un culo
gigantesco a venire abilitato al combattimento a questo punto della guerra
allora” “Esatto, ah che non ti venga in mente di fare come quella donna,
Anayashi, che per evitare di essere detenuta ha disertato e si è unita ai
Dannati, e da allora Caronte la sottopone ad ogni genere di angherie”
“Capisco”. Detto questo Scott lasciò Akira solo nella stanza dell’ospedale
della nave.
Passarono
diversi giorni, Akira era sempre sotto medicine, la guarigione era lunga e
difficile, Akira pensava che più stava lì, meno tempo avrebbe trascorso in un
campo prigionieri, e la radio della nave continuava a dare notizie di vittorie
ESRF, la guerra stava finendo,Proxima sarebbe stata riannessa alla terra e
Mengeni giustiziato, i dazi economici sarebbero ripresi, come lo sfruttamento
delle materie prime, nessuno era nel giusto in quella guerra, Proxima
combatteva per l’indipendenza, ma nel processo aveva ucciso milioni di
innocenti, la Terra combatteva quella dittatura ma anche per riprendersi le
risorse, ma al tavolo delle trattative
tutto poteva cambiare.
Otto
giorni dopo Akira era completamente guarito e venne scortato per essere
trasportato ad un campo di prigionia. Nel Kodiak assieme a lui trovò
inaspettamente Edmund, alcuni suoi compagni di squadrone ed il capitano della
corvetta, il Tenente di Vascello Renè Lepren, un uomo dai tratti europei, dagli
occhi marroni abbinati a capelli e pizzetto biondi, i capelli erano raccolti in
un non convenzionale codino, proibito dal regolamento interno del PCSA, di cui
se ne fregava apertamente. “Oddio, come ci siete finiti qui?” domandò
Akira. “La colpa è mia” disse Renè “Ho
consegnato la nave al nemico per evitare un massacro, a condizione che
mandassero tutto l’equipaggio nella stessa struttura di detenzione, ho lavorato
a lungo perché l’equipaggio forgiasse un legame di cameratismo, e non voglio
che esso sia sgretolato” Continuò. “Per curiosità, come ti hanno catturato?”
Chiese Edmund, seduto su una delle panche interne del vano di trasporto mentre
il portellone posteriore si chiudeva in modo ermetico, non c’era bisogno di
guardie, l’accesso alla zona del pilota era sigillata e gli interruttori
d’apertura d’emergenza dovevano essere attivati dal pilota. “Caronte” Disse
Akira “Cosa? Sei sopravvissuto ad un incontro ravvicinato con il Demone?
Ragazzo, sei al pari di un eroe!”
“Quanti
anni ha e soprattutto che aspetto ha?” Chiese Edmund “Non l’ho mai visto ma
dalla voce deve essere un trentacinquenne psicopatico” “Ha diciannove anni…. Ed
è un mostro” Rispose Akira. Tutti i prigionieri strabuzzarono gli occhi. “È più giovane di te?” “Esatto e combatte come
una bestia, ho ancora le bende.” “Diamine, al mondo esistono persone simili?
Deve avere contratto una sete di sangue entrando troppo giovane nella ESRF”
“No
ragazzi, la verità è un‘altra, viene da Sirio, una nostra Task Force attaccò il sistema distruggendo la sua città
natale,che nascondeva una installazione missilistica ESRF. Lui è l’unico
superstite, Mengeni guidò personalmente l’assalto, ogni nostro uomo che ammazza
è un passo verso Mengeni.” Raccontò Il Tenente di Vascello “Oddio” “quelle che
vi ho detto sono informazioni riservate, ragazzi” Aggiunse Renè. Gli Altri
risero, che potevano fare, meglio ridere che piangere quando sai che verrai
rinchiuso in cella e nessuno ti potrà salvare?.
La
nave scivolava silenziosa nello spazio, sotto scorta di tre Hunter, verso la
nave prigione
*Caronte:
decisamente meglio del vecchio carceriere non trovate?
*Zanshi:
significa morte violenta, è molto appropriato come secondo nome no?
Che
ne dite del restyling di Kiro? Beh se devo paragonarlo a due personaggi di
Escaflowne, diciamo che ora assomiglia più a Dylandu che a Van ehehe
Nel
prossimo Episodio di Aganai di Other Side
“Che
cosa? Un duello?!”
“No
non con lui!”
“Siamo
finiti nel peggior posto della galassia”
“Black
Society”
Trevor:
lo hai azzeccato in pieno sai?
Dama
Gilraen: ho corretto, grazie per il controllo, sono io che scrivo un po’ troppo
veloce e certe volte mi mangio le parole ^_^