Con gli occhi di Bailey
Capitolo 3
Quella
sera, a cena, Bailey si sentiva stanca. Non aveva
voglia di mangiare. Aveva solo voglia di dormire.
A un certo punto la madre di Bailey
ruppe il silenzio. “Bailey, quella ragazza che è venuta
oggi… mi sembrava simpatica. Potreste uscire insieme qualche volta, no?”
Bailey non rispose subito. Non voleva pensare a Tibby.
Quel pomeriggio l’aveva delusa, nonostante si fossero conosciute per pochi
minuti. Aveva già catalogato Tibby nella lista
Persone Sincere, quando Puff! Bastava mettere in
mezzo la sua malattia e cambiava tutto. Non era certo la prima volta che
succedeva.
“Non
so, mamma… vedrò”
“Bè, a me sembrava una ragazza simpatica.”
Insistette la madre.
“Senti
mamma, non mi va di parlarne, okay?” disse scocciata Bailey,
alzandosi da tavola.
Salì
le scale di corsa, ma non andò in camera. Si diresse invece verso il bagno.
Piazzatasi
davanti allo specchio, Bailey si osservò
attentamente. Dimostrava dieci anni?
Forse
sì. D’altronde era piatta, bassina e molto magra. Non biasimava Tibby
per quello che le aveva detto. Neanche
sul fatto che era così tagliente. Ma era il suo
modo di mettere alla prova alla gente. Non sapeva neanche lei se lo faceva
perché era malata o no.
Tibby in questo era stata sincera.
Forse
sua madre aveva ragione.
Forse
lei e Tibby potevano andare
d’accordo.
***
Il
girono dopo, prima di uscire, si preparò con cura.
Aveva intenzione di andare a trovare Tibby da Wallman’s, e voleva sembrare
più grande. Indossò dei pantaloni militari simili a quelli che aveva Tibby il giorno prima, e
tracciò una linea di eye-liner nero sotto gli occhi.
Arrivata
davanti al supermercato, aspettò per circa cinque minuti
prima di decidere di entrare piuttosto che aspettare fuori.
Appena
la vide, Tibby esclamò “Che diavolo ci fai qui?” Era
chiaro che non si aspettava di rivederla.
“Pensavo
di concederti una seconda opportunità” disse Bailey
con naturalezza.
“In
che senso?”
Bailey roteò gli occhi, irritata. “Una seconda opportunità di
dimostrare che non sei una stronza”
“Chi
sarebbe la stronza qui?” esclamò arrabbiata Tibby.
Bailey sorrise. “Ehi, senti, ma quel grembiule è il tuo vestito per
tutte le occasioni?”
“Sì,
se vuoi te lo presto” rispose ironica Tibby.
“Nooo, è bruttino” ribattè Bailey.
Inaspettatamente
l’altra scoppiò a ridere. “è ben foderato, ed è fatto di petrolio.” Si mise a impilare scatole di assorbenti interni.
“Carino.
Hai bisogno di una mano?” chiese Bailey.
“Stai
cercando un impiego da Wallman’s?
“No,
mi dispiace solo di aver distrutto quell’espositore
di deodoranti”
“Antitraspiranti”
precisò Tibby.
“Giusto”
disse Bailey, e cominciò ad accatastare le scatole di assorbenti. “Insomma, te lo levi ogni tanto quel
grembiule? O lo porti ventiquattr’ore
su ventiquattro?”
“Ti
dispiace lasciar perdere l’argomento?”
Bailey si sentiva bendisposta, e rispose “Okay, per un po”. Respinse una ciocca di
capelli biondi dagli occhi. “Quando finisci il turno,
posso offrirti un gelato o qualcos’altro? Sai, come ringraziamento per non
avermi rubato tutti i soldi.”
L’altra
esitò. “Certo, perché no?” disse infine.
“Grande”
esclamò Bailey “A che ora?”
“Finisco
alle quattro”
“Passo
a prenderti” propose Bailey, e si voltò per andare. “Ma sei carina con me solo perché ho il cancro?” chiese,
voltandosi indietro.
Tibby parve soppesare la domanda per qualche istante. Alzò le
spalle. “Credo di sì”
Bailey annuì “Okay”
Per
il momento andava bene così.
***
Ciao
a tutti!
Che dire… lo so che è una storia triste ma io l’ho trovata molto
bella!
Grazie
a tutti quelli che hanno letto, ma soprattutto a Elychan!!!
Grazie mille!
Alla
prossima!