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Autore: The_Viking    17/02/2010    0 recensioni
"Viaggi mentali" sugli argomenti più disparati... difficile riassumere diversamente!
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Sul letto la chitarra, sulla scrivania la tastiera mi osservano, immobili, come a pregarmi di dar loro nuovamente vita, di trasformarle in organismi vivi, di non lasciarle essere semplici soprammobili. Io, avvinto dalla passione, non posso, non riesco a trattenermi dal lasciarle in quello stato di abbandono. Ora afferro la chitarra, ora mi getto sulla tastiera e scarico me stesso su di loro, come se mi stessi lanciando in una battaglia all'ultimo sangue contro un nemico che non vuole arrendersi.
Cosa ci lega? Perché non posso fare a meno di voi?
Potrei ora cimentarmi nell'esecuzione di qualche pezzo di repertorio, tentare una cover di qualche gruppo di nicchia, discretamente capace ma ignorato dalla critica; eppure la tentazione è troppo grande, lo stimolo irresistibile.
Chiudo gli occhi, trattengo il respiro. Improvviso. Quello che suono non è frutto di un lungo lavoro di pianificazione, è soltanto ciò che mi scorre per la mente in quel momento, è la traduzione in musica del presente, del mio stato d'animo, di me stesso. A volte viene fuori qualcosa di sgradevole, di dissonante, di sbagliato, ma non importa. Ciò che importa è quello che comunico a me stesso producendo quel suono. E' un dialogo con me stesso quello che conduco, io solo "parlo" e io ascolto.
Un tenebroso e inquietante riff in palm muting sorge dalla chitarra, una successione di accordi jazz prende vita sul mosaico bianco e nero della tastiera. Non sono forse queste le migliori esplicazioni di me? Non sono forse migliori di mille sproloqui a vuoto, di parole scolorite e consumate da un utilizzo tante volte improprio, corrotto dall'ipocrisia, dalla superstizione, dal pregiudizio?
I due strumenti sembrano soddisfatti: hanno avuto quello che chiedevano. Una parte di me è rimasta su di loro, una parte di loro è rimasta in me. Mi allontano, continuando a improvvisare anche mentalmente: una melodia prende vita dentro di me, si evolve, si arricchisce di armonici e strumenti extra per poi svanire nel buio abisso dell'oblio, coperta dalla musica che sento in giro. E' morto qualcosa, ma altro si prepara a nascere.
   
 
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