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Autore: comet893    17/02/2010    3 recensioni
”Nello stesso istante in cui la sua mano sfiorò la mia sentii una lieve scossa attraversarmi tutto il corpo”
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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note scusa, scusa, scusa, scusa, scusa, scusa, scusa, scusa, scusa, scusa, scusa, scusa, scusa, scusa, scusa, scusa, scusa, scusa. Mi sto odiando per avervi fatto aspettare così tanto! Cappero, sono una persona orribile. In confronto l'orco cattivo mi fa un baffo! Eniuei, tralasciando la mia cattiveria, ecco qui IL capitolo XD Questo è diciamo "l'ultimo": dopo ci sarà una sorta di epilogo, e poi la storia finirà per sempre u.u Questo capitolo non mi piace granchè ma, davvero, non sono riuscita a buttar giù niente di meglio. Vi prego, siate clementi XD

« Vuoi stare ferma?! » brontolò Ashley, cercando di aggiustare le pieghe del mio abito da sposa. Ebbene sì, dopo tanto quel fatidico giorno arrivò. Avevo sempre provato un leggero nervosismo al sol pensiero ma, per via dei miei numerosi impegni lavorativi, riuscivo a distrarmi facilmente, fin quando quel giorno arrivò, e mi ritrovai in uno stato di panico totale. Ashley, che si era occupata meticolosamente del matrimonio e di tutto il resto, – lei adorava fare queste cose, o semplicemente adorava il fatto che io e Robert ci sposassimo – togliendomi altre preoccupazioni, in quel momento stava sistemando il mio enorme vestito color bianco, mentre io, immobile su un rialzo, mi guardavo allo specchio.
« Kristen, calmati. » sospirò, alzandosi in piedi, arrivando a guardandomi negli occhi. Annuii, facendo un grosso respiro. Mi sentivo come se fossi su una fune sopra il vuoto: c’era un enorme percentuale di rischio che potessi svenire in quel preciso istante. Ashley mi sorrise, e si allontanò verso il tavolino, prendendo il suo cellulare.
« E’ presto, » commentò, guardandosi attorno in modo furtivo, e avvicinandosi di nuovo verso di me « e non c’è nessuno, perciò possiamo fare due chiacchiere. Allora, l’hai detto a Robert? »
La guardai con aria colpevole, finendo per abbassare lo sguardo, osservando le mie dita che giocherellavano tra di loro. Il sol pensiero di avere un segreto con Robert mi faceva star male ma, in quel caso, non potevo fare altrimenti.
« Sei incredibile! Non credi che sia suo diritto essere informato, almeno? » sbottò Ashley, comprendendo la mia tacita risposta.
Ashley aveva ragione. Aveva sempre avuto ragione, fin dal primo momento in cui le confidai il mio segreto: aspettavo un bambino. Era successo presto, per caso, non riuscivo ancora a rendermi conto che sarei diventata madre così giovane… Questa situazione mi faceva una gran paura. Inoltre, come se non bastasse, Robert doveva esserne informato: avevo provato ad entrare in argomento, ma ogni volta che arrivavo al dunque, cambiavo discorso. Era pronto davvero ad avere un bambino, ora che all’apice della carriera?
« Sì, ma… non è facile. »
« Non sarà mai facile, Kristen. »
Sospirai. « E se non lo volesse? Lo capirei, dopotutto. Ha tutto da perdere. »
Sentii le mani di Ashley posarsi con delicatezza sulle mie guance, alzandomi leggermente la testa. La guardai negli occhi.
« Non devi mai dire una cosa del genere, Kris. Lui ti ama, farebbe di tutto per te. Non pensare nemmeno per un secondo che ti possa abbandonare. » Gli occhi mi s’inumidirono, poiché, come sempre, Ashley aveva ragione, dopotutto. Lui mi amava, e l’aveva dimostrato in ogni modo. Mi sentii quasi stupida per aver avuto paura di un abbandono.
« Ok, non piangere perché quell’ ambaradam che hai in faccia è costato una fortuna, e se provi a rovinarlo, ti strozzo. » Scoppiai a ridere, asciugandomi con attenzione gli occhi. Mi guardai un’ultima volta allo specchio, respirando profondamente. Ashley allungò le mani verso i due bouquet. « Si entra in scena. » disse con un leggero sorriso. Scesi dal piedistallo, presi il bouquet più grande, e iniziai a dirigermi verso l’entrata della chiesa.
-
Robert mi baciò con foga, chiudendo con il piede la porta della camera d’albergo. Il matrimonio era stato semplicemente meraviglioso: ho pianto, riso, mi sono abbuffata, ho ballato fino a notte fonda con Robert, ho salutato amici e parenti e, soprattutto, ero diventata ufficialmente la moglie di Robert Pattinson. Robert fece scorrere le proprie labbra sulla mia pelle, fino ad arrivare al collo, mentre con le mani tentava di slacciare il vestito da sposa. All’improvviso sentii un crampo allo stomaco. Pensai che fosse a causa di un leggero nervosismo, magari del post-matrimonio, o cavolate del genere, ma, poi, sentii quel crampo diventare un leggero dolore, che con la stessa velocità con cui è arrivato si tramutò in un attacco di nausea. Mi sentii così in imbarazzo, che tentai di ributtar giù tutto ciò che minacciava di salire ma, ovviamente, non ci riuscii. Mugugnai, allontanando di colpo Robert, e dirigendomi sotto i suoi occhi sbigottiti verso il bagno.
Non osai girarmi, ma seppi per certo che Robert mi stesse fissando, mentre io ero accucciata davanti al water, vomitando l’anima. Sapevo che non mi sarei dovuta abbuffare così tanto, considerando il nervoso, l’agitazione provata durante tutto il giorno ma, vedendo tutte quelle prelibatezze non ero riuscita a trattenermi. Dopotutto, mangiavo per due!
« Tutto bene? » chiese preoccupato, mentre mi avvicinavo al lavandino per sciacquarmi la bocca. Annuii, distrattamente, asciugando un rivolo di sudore che stava scivolando lungo la mai fronte.
« Forse è qualcosa che hai mangiato… » ipotizzò Robert. « Domani stai certa che andrò a parlarci io stesso con il catering. »
« No, non è per qualcosa che ho mangiato. » tagliai corto, asciugandomi il viso con l’asciugamano e girandomi verso Robert, che intanto si era spostato verso l’uscio del bagno.
« E allora? Nervoso? Agitazione? Forse stai male. Chiamo un taxi e ti porto al pronto soccorso. » concluse Robert. Per poco non scoppiai a ridergli in faccia: cercava di essere tranquillo, ma in realtà la preoccupazione lo faceva delirare. Pronto Soccorso? Chiamiamo un elicottero, già che ci siamo.
« Robert, sto bene. E’ normale. »
« A casa mia, se uno vomita non è normale. »
Lo guardai abbozzando un sorriso. Era il momento di dirglielo. Sapevo che era quello il momento. Ora o mai più. Lentamente il sorriso sulle mie labbra sparì. « Robert, devo dirti una cosa. »
Spalancò leggermente gli occhi, a mò di incitazione.
« Robert, io.. » feci una breve pausa, « io sono incinta. » In quel momento il mio cervello fabbricò una serie di fantasie sulla sua probabile reazione, di cui la maggior parte non stava né in cielo né in terra, dovute sicuramente agli ormoni impazziti.
Avete presente un uomo sorpreso? Ecco, non avete la benché minima idea dell’espressione di Robert in quel momento. Non era sorpreso era.. indescrivibile. Forse gli verrà un infarto, mi ritrovai a pensare ad un certo punto.
«Davvero?» balbettò, passandosi una mano fra i capelli, senza riuscire a togliersi quell’espressione da “azz, bel colpo!”
Abbozzai una smorfia come se volessi dire “bè, secondo te?”.
«Da quanto lo sai?»
« Tre mesi, più o meno. » Respirai profondamente, sentendo la minaccia di una cascata di lacrime in arrivo. Obbligai me stessa a mantenere il controllo, mentre mentalmente maledicevo gli ormoni in subbuglio.
« E hai aspettato ORA a dirmelo? » Mi morsi le labbra. Perché mi incolpava? Io ero delicata quanto un petalo di rosa in quel momento: gli sbalzi d’umore erano dietro l’angolo, potevo passare da un impeto di violenza ad un fiume di lacrime in un secondo. « Mi dispiace, ok? Volevo dirtelo, davvero, ma.. ecco, bè, un figlio, ora, quando la tua carriera è alle stelle e poi, su, dai ho diciannove anni, e.. bè, capito, no? Ero spaventata! » sbottai, lasciando che le lacrime cadessero lungo il mio viso. Ero esagerata, incoerente e soprattutto iniziavo a delirare. O meglio, gli ormoni facevano tutto questo. Non potevano tornare a casa propria? Insomma, giusto per cinque minuti, così da non convincere Robert a buttarsi dalla finestra perché sua moglie è totalmente fuori di testa.
Sì, stavo delirando. Ero così presa dai miei pensieri che non notai Robert. Ero stanca, stanchissima, volevo solo riposare, solamente risposare, e quel discorso, quella litigata, mi facevano sentire...
Sentii delle braccia avvolgermi, e Robert mormorarmi dolcemente “ti amo, per sempre” all’orecchio. Mi lasciai andare fra le sue braccia, piangendo sulla sua camicia mezza sbottonata.
« Ti amo, Kristen. E… sono l’uomo più felice della terra, mia piccola mogliettina iperagitata. » disse con un sorriso, spettinandomi i capelli.
« Hei! » gli dissi tirando su col naso e dandogli un leggero pugno nello stomaco. « E’ colpa degli sbalzi d’umore. » mi sentii in dovere di dire. Sentii la risata di Robert, e ciò mi fece un enorme piacere, benché sentissi le gambe molli a causa della stanchezza.
Sorrisi. « Amore, ti amo » dissi, appoggiandomi al suo petto. E poi… il buio.
-
Il sole filtrava dalle tende dorate della camera d’albergo. Sentii un leggero tepore, che, benché fosse piacevole, mi portò via dai miei sogni. Aprii gli occhi, mettendo a fuoco il luogo dove mi trovavo. Non ricordavo i dettagli della sera prima. Sapevo di aver detto a Robert del bambino ma poi… buio totale.
« Robert?» chiamai, quando mi accorsi che non era al mio fianco. La porta del bagno si aprì, ed uscì la visione più bella che avessi mai visto. Robert, con un paio di semplici jeans, a petto nudo, stava tentando di asciugarsi quell’ammasso di capelli disordinati.
« Finalmente ti sei svegliata. » disse con un sorriso, appoggiando sul mobile il phon.
« No, non credo. Non puoi essere vero. » commentai sorridendo a mia volta. Rise, rise di gusto. Quanto adoravo quella risata. Avrei passato ora ad ascoltarla. Era stupenda. Magnifica.
« Allora dovrò darti un pizzicotto per svegliarti. » concluse, stendendosi di fianco a me, sul letto.
« Che ne dici di un bacio? » trattai, avvolgendo le braccia intorno al suo collo. Annuì e si avvicinò alle mie labbra, dandomi un bacio dolcissimo.
« Mooolto meglio di un pizzicotto. » Lui sorrise, accarezzandomi il viso dolcemente. « Ieri sera ti sei addormentata tra le mie braccia, lo sai? »
Lo guardai, mordendomi il labbro. « Ero stanca… » mi giustificai.
Sfoderò uno dei suoi sorrisi da togliere il fiato. « Allora, come stai? O meglio, come state? »
Gli sorrisi, provando un leggero piacere per quel “voi” che aveva usato.
« Stiamo bene. Stiamo tutti e tre, bene. » Avvicinai le mie labbra alle sue, baciandolo con dolcezza e desiderando che quel momento non finisse mai.
  
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