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Autore: Karmensita    17/07/2005    18 recensioni
Era alba. Per le strade ancora buio, silenzio. Ancora una notte era passata. Un’altra senza dormire. Senza smettere di piangere. Senza smettere di pensare a lui. Nella quiete del primo mattino tutte le persone sembravano dormire beatamente, solo lei era sveglia da tre giorni. I suoi occhi verdi sembravano riempirsi di lacrime ogni volta che un ricordo gli attraversava la mente. Non voleva dormire. Non voleva sognarlo di nuovo.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note: Ciao a tutti ^__^

Note: Ciao a tutti ^__^. Questa è una song-fic il cui pairing è Harry/Ginny, che è il mio preferito, insieme a Ron/Hermione^^. Questo testo non è a scopo di lucro, ma di solo divertimento e tutti i personaggi di questa storia fanno parte della saga di “Harry Potter”, di Joanne Kathleen Rowling, Bloomsbury, per cui la sottoscritta è solo autrice della storia che state per leggere, che è basata sulla musica e il testo di “We belong together”, Mariah Carey, “The Emancipation of Mimi” 2005-2006, Universal. Inoltre, la storia non contiene alcuni spoiler riguardanti il nuovo libro di Harry Potter “The Half Blood Prince”. Buona lettura.

 

 

We belong together

 

Lost without you

 

Era alba.

Per le strade ancora buio, silenzio.

Ancora una notte era passata.

Un’altra senza dormire.

Senza smettere di piangere.

Senza smettere di pensare a lui.

Nella quiete del primo mattino tutte le persone sembravano dormire beatamente, solo lei era sveglia da due settimane.

I suoi occhi verdi sembravano riempirsi di lacrime ogni volta che un ricordo le attraversava la mente.

Non voleva dormire.

Non voleva sognarlo di nuovo.

Voleva dimenticarlo al più presto possibile.

Le sembrava impossibile.

Tutti i momenti passati insieme, tutte le volte che lui le aveva asciugato gli occhi, e i ricordi delle volte in cui lei si era sentita in paradiso… come dimenticare tutto ciò? Come poter volere cancellare il passato?

Ormai era finita.

Tutti sembravano riposare, ma una ragazza no.

Era seduta con le braccia attorno alle gambe davanti al camino di casa Weasley, a contemplare le fiamme che le ricordavano tanto la passione che provava tutte le volte che lui la faceva sentire bene.

Ginevra Weasley appoggiò la testa sulle ginocchia, rompendo il silenzio che c’era con un singhiozzo. Alzò il capo sbuffando e passandosi una mano sul viso, come per tentare di cancellare tutta la frustrazione che aveva provato nelle due settimane più tristi della sua vita.

Il segno nero della matita per occhi ora era sbavato e le aveva sporcato le guance arrossate per il troppo pianto.

 

I didn't mean it
When I said I didn't love you so
I should have held on tight
I never should've let you go
I didn't know nothing
I was stupid
I was foolish
I was lying to myself
I couldn't have fathomed that I would ever
Be without your love
Never imagined I'd be
Sitting here beside myself

 

Ginevra, chiamata anche Ginny, indossava una enorme felpa rossa che le scopriva le esili spalle e un pantaloncino bianco, con un paio di sandali rossi.

Quella felpa era uno dei ricordi più belli che le aveva regalato la persona più importante della sua vita. Lei tante volte aveva cercato di dimenticare quella persona gettando via tutti i regali che le aveva donato, ma le sembrava impossibile perché quelli erano i ricordi di un tempo che se n’era andato. Un tempo in cui lei si era sentita veramente felice, come non lo era mai stata da sempre.

 

Era una bellissima serata d’inverno a Hogwarts, dove quasi tutti gli studenti erano partiti per le vacanze Natalizie.

- Ehi, basta! Smettila! – disse Ginny ridendo come una matta, mentre Harry le faceva per l’ennesima volta il solletico, in Sala Comune.

- La volete smettere di urlare come matti, voi due lì? Qui si sta cercando di studiare!- gridò Hermione seduta sul divano rosso con un libro di ripasso fra le mani.

Harry e Ginny continuarono a punzecchiarsi con il solletico e la guerra con i cuscini.

Ron uscì dal dormitorio e si accomodò vicino ad Hermione.

- E dài, Hermione, mancano ancora due mesi ai M.A.G.O.! Posa questo libro e dedicati a cose più importanti… - disse Ron con voce maliziosa ad Hermione.

- No, Ron, ti prego, ora non è il momento. Sto cercando di ripassare il programma del secondo anno e ci vorrà un bel po’ di tempo. – ribatté un po’ più addolcita la ragazza dai capelli castani.

Il rosso le chiuse la bocca con un bacio casto.

Harry bloccò le braccia di Ginny, stendendola a terra, sul tappeto.

- Sei presa!- gridò il moro.

Ginny strinse di più i suoi occhi verdi da gatta e disse: - Davvero lo pensi? -, e dopo, con uno scatto la rossa mise a tappeto Harry, con un piede sul so addome.

- Allora… vediamo se sei capace di liberarti, signor Potter. -

Oh, signora Weasley, lo sa bene che in quanto ad agilità non posso competere con lei… -, Harry si alzò velocemente e prese in braccio Ginny e la inchiodò al muro, tenendole i gomiti. - … ma in quanto a forza fisica io sono il migliore!-, detto questo avvicinò il viso a quello di Ginny e la baciò con passione.

- Ehi, calmatevi, voi due!- disse Ron staccandosi da Hermione.

Harry si girò, tenendo Ginny stretta. – Guarda che è inutile che fai il fratello iper-protettivo con lei, perché noi stiamo facendo la stessa cosa che state facendo tu ed Hermione! – disse con voce da falso infastidito.

Ron lanciò un’occhiataccia a Harry.

- Ma vai a quel paese…- disse il rosso con un ghigno divertito.

Ginny, approfittando del momento, scappò via da Harry correndo per le scale verso il dormitorio femminile.

- Ehi, dove scappi?!- le gridò Harry con un sorriso, mentre la inseguiva.

Hermione roteò gli occhi in segno di sarcasmo.

- Non cambieranno mai. -

- Dài, Hermione, una volta tanto lascia questo libro… - disse Ron con un’espressione da cucciolo bisognoso d’affetto.

Hermione si lasciò intenerire da lui e sorrise, mentre lasciava il libro e poggiava la testa contro il suo petto.

Ginny fece per chiudere la porta dietro di lei, ma Harry fu più veloce di lei. Bloccò con un piede la porta e allungò il braccio per prendere Ginny.

- Vieni qui!- disse Harry.

Ginny si nascose sotto al letto, prima che Harry potesse avere il tempo per controllare dove fosse.

Ma Harry conosceva troppo bene quel giochino che lei gli faceva sempre. Lei era un po’ meno sveglia di lui, a quanto pareva.

Con un sorriso fece finta di cercare Ginny.

- Uhm… ma che strano… eppure dovrebbe essere qui… chissà dove si è nascosta… - disse Harry da finto tonto.

Ginny sapeva che quel giochino che gli aveva fatto molte volte, quella volta doveva essere cambiato.

Lentamente strisciò sotto l’altro letto e sbirciò appena un po’ sopra le lenzuola un Harry impegnato a guardare sotto i letti, accovacciato.

Ginny non poteva certo sprecare quell’occasione.

Si alzò cautamente e aspettò che Harry si alzasse, per poi girarlo e prenderlo per un laccio della felpa rossa che aveva, imprigionandolo con un braccio.

- Oh, signor Potter, per quanto possa essere spiritoso con i suoi commenti ai miei “stupidi giochini”, deve ammettere che ha sempre perso… -

Harry inarcò un sopracciglio accentuando l’aria affascinante che aveva acquisito negli ultimi due anni e che faceva sognare molte ragazze di Hogwarts.

- No, è inutile, signor Potter. Questi trucchi ammaliatori con me non funzionano… - disse Ginny.

Ginny strinse di più la felpa di Harry e lui, per fuggire via, si abbassò con uno scatto, rimanendo completamente a torso nudo.

Ginny rimase imbarazzata. Arrossì furiosamente sotto l’espressione soddisfatta di Harry.

“Adoro metterti in imbarazzo!” pensava.

Harry si avvicinò a Ginny maliziosamente. Lei arretrò con tre passi, ma il tentativo di allontanarsi da lui fu vano perché lui le accarezzò il viso. La baciò e le sussurrò: - … ti amo quando fai così. –

Lei poté inalare il profumo seducente che aveva Harry e andò in estasi. Con Harry c’era poco da fare. Quando le diceva che l’amava il suo cuore saltava un battito e non poteva fare a meno di arrossire. Harry si avvicinò di più a lei e l’abbracciò accarezzandole i capelli rossi come il fuoco. Ginny si godé a fondo il momento e capì di non provare più imbarazzo davanti al suo ragazzo. Si baciarono prima dolcemente e poi con passione. Quando si staccarono, Harry la prese in braccio e la mise sul letto. Le accarezzò una guancia e le disse: - Principessa Ginevra… -

Ginny rise. – Sì, Sir Lancillotto? – disse divertita. Lui non continuò a parlare. Si limitò a perdersi negli occhi verdi della persona più bella che gli fosse capitato di incontrare.

- Principessa… vorrei dichiararle una cosa. -

- Mi dica… -

- Io non la amo solo quando è imbarazzata, signora, la amo in tutti i momenti della sua giornata, signora. -

Ginny rise.

- E chi era questo? Kreacher alla signora Black?-

- Semplicemente io, signora. -

Ginny non poteva credergli. Lui non le aveva mai detto che l’amava. Certo, Harry l’aveva detto parecchie volte, ma in situazione molto più ironiche, e quindi Ginny aveva sempre pensato che lui provasse solo attrazione per lei.

Le gote di lei si arrossarono. Sorrise mentre i suoi occhi brillavano di felicità.

- La amo, Ginevra. -

Ginny rispose con un abbraccio e tuffò il suo viso nel petto di Harry.

- Anche io la amo, Harry James. -

Harry strinse più forte a sé Ginny e i baci e gli abbracci si fecero man mano più profondi, e cominciarono a sentire l’istinto di accarezzarsi più a fondo.

Harry mise le mani sotto la t-shirt rosa di Ginny, dietro la sua schiena. Cominciò a baciarle il collo e lei sorrise nell’assaporare quel piacevole momento d’intimità. Harry cercò di trattenersi, ma le mani sembravano fare tutto da sole. Le sollevò la t-shirt e si misero più comodi sul letto di lei. Lei cominciò a baciare con più ardore il ragazzo e lui non resistette dal metterle una mano su un fianco per accarezzarla. Ad un certo punto, però, Harry si bloccò.

Ginny rimase sorpresa.

- Harry… -

- Non posso. -

- Perché?-

- Perché non è giusto. -

- Cosa non è giusto?-

- Non voglio farti fare cose che non vuoi solo per causa mia. -

- Harry… -

- Ginny, credo che stessimo per fare un grosso errore… tutti e due. -

Ginny guardò con apprensione il viso di Harry.

- No… -

Il viso di Harry si girò guardando Ginny in viso.

- Tu lo dici… perché non abbiamo mai fatto quello che stavamo per fare. C’è una prima volta per tutto… -

- Ma bisogna essere pronti… e non voglio costringerti se tu non lo sei. -

Rimasero per qualche secondo in silenzio.

- Ma io lo sono. -

Quelle parole ruppero il silenzio che si era creato e Harry voltò la faccia per guardare Ginny negli occhi.

- Sei… sei sicura?- disse accarezzandole il viso.

- Sì… e tu?-

Harry sorrise. – Per regalarti una sera felice sarei pronto a tutto… -

La ribaciò e decisero di chiudere la porta del dormitorio a chiave, ma soltanto per non far sì che Ron ed Hermione li sorprendessero, visto che tutti quelli che alloggiavano in quel dormitorio erano partiti per le vacanze, a parte Ginny.

Si amarono per tutta la sera.

Ginny assaporò quelle dolci torture che gli dedicava Harry e lui si lasciò trasportare dalle carezze di lei.

Quando fu mattina, Harry si svegliò e si ritrovò con Ginny affianco. Si ricordò della notte precedente, e Ginny aprì gli occhi.

- Buongiorno. – disse lui.

- Buongiorno… - rispose lei.

Ginny appoggiò il capo sul petto di Harry e lasciò che lui le accarezzasse i capelli.

- Ehm… ti ho fatto male?- disse lui d’improvviso.

Ginny, ancora sognante, si risvegliò dai propri pensieri.

- Oh, beh, un po’… -

- Non volevo, scusami. -

- Non è colpa tua, mi sento benissimo, Sir Potter… -

- Principessa… aspetti. -

Harry allungò il braccio verso la sua felpa rossa a terra e la porse a Ginny.

- Tieni. – disse.

- Cosa? Oh, no, questa felpa è di Sirius e io non potrei mai… -

- Tienila. – ripeté. – Voglio che tu ricorda per sempre che questa notte io ti ho dato la prova che ti ami… -

Ginny allontanò la felpa.

- Cosa c’è? Non ti piace?-

- No, anzi, è molto bella e morbida ma… è un ricordo del tuo padrino. -

- Io ho già molte cose che appartenevano a Sirius… e questo è il più importante per me. Voglio regalartelo. -

Ginny prese in mano la felpa e la indossò. Si alzò dal letto e si guardò allo specchio.

Si mise a ridere.

Le andava incredibilmente grande. Provò ad aggiustarsela meglio, ma una spalla le usciva fuori.

- E’ enorme… ma bellissima. – disse. – C’è il tuo profumo. -

Harry si coprì con le lenzuola e si avvicinò a lei, vicino allo specchio.

- Ogni volta che lo vedrai ripenserai a me, ok? – disse.

- Sì… -

 

Ginny richiuse gli occhi. Impossibile dimenticare quella sera. Ginevra aveva un sonno tremendo, ma la paura di sognare Harry la faceva tenere sveglia.

Tutto quello che era successo solo due settimane fa aveva sconvolto la sua vita. Aveva terminato il capitolo della sua storia con Harry.

Si erano lasciati.

In modo terribile.

Dopo ben cinque anni… Ginevra ne aveva appena sedici quando si mise con lui.

Ora ne aveva venti.

Si strinse di più nella sua felpa rossa… la stessa felpa che le regalò Harry dopo la sera della loro prima volta…

 

'Cause I didn't know you
'Cause I didn't know me
But I thought I knew everything
I never felt
The feeling that I'm feeling
Now that I don't
Hear your voice
Or have your touch and kiss your lips
Cause I don't have a choice
Oh, what I wouldn't give
To have you lying by my side
Right here, 'cause baby

 

Eppure sembrava che il profumo di Harry fosse ancora legato a quell’indumento, e quella era una cosa che Ginny odiava ed amava allo stesso tempo.

Decise di legare i suoi capelli in una coda di cavallo, così si alzò e prese una molletta e dei fermagli per capelli.

Poi tornò in cucina e decise di mangiare quanto più gelato potesse sul divano, sempre fissando il fuoco.

Quell’elemento naturale le ricordava non solo la passione, ma anche la tensione degli ultimi tempi, e la rabbia provata sole due settimane fa durante il litigio fra lei e Harry.

Senza che se ne accorgesse, si addormentò, lasciando scivolare il cucchiaino e la vaschetta di gelato.

Sognò di nuovo quella notte in cui Harry e lei litigarono. Erano fuori di loro dalla rabbia.

 

- Lo vuoi capire che non riesco a vivere senza un po’ di tranquillità?! Tutti non fate che dirmi “Come stai?” o “Tutto bene?”! Mi spiegate come cazzo faccio a stare bene se mi perseguitate con queste domande stupide?!- urlò Harry.

- Smettila di urlare! Voglio solo cercare di aiutarti! – rispose Ginevra.

- Aiutarmi?! TU NON SAPETE NIENTE DI ME E DI TUTTE LE COSE CHE HO PASSATO! Ho ucciso un UOMO! -

- Non era degno di essere chiamato come tale! Ha ucciso i tuoi genitori!-

- E QUESTO E’ TUTTO QUELLO CHE SA IL MONDO DI ME! CHE VOLDEMORT HA UCCISO I MIEI GENITORI, MA NEMMENO TU SAI CHE LUI HA UCCISO ANCHE ME! -

- Non dire sciocchezze! Tu sei vivo ed è grazie a te! -

- LUI MI HA ROVINATO LA VITA! Mi ha ucciso già da quando sono morti mia madre e mio padre! Mi ha ucciso quando ho scoperto la profezia che ci legava! Mi ha ucciso quando è risorto! Mi ha ucciso quando è morto Sirius a causa sua! E ora… per colpa mia è morto anche Silente! -

- NON E’ COLPA TUA! SILENTE SI E’ SACRIFICATO PER TE! -

- E poco ci mancava che uccidesse anche te! Ti ricordo che ti ha presa in ostaggio per attirarmi da lui, e io non volevo che ti coinvolgesse!-

- Ma non è stato a causa tua… Harry, Voldemort è MORTO! Lo hai battuto, hai vinto! Hai vendicato i tuoi genitori, Diggory, Sirius, Lupin, mia madre, mio padre, tutti i miei fratelli tranne Ron, Bill e Charlie, Silente, e anche me! -

Harry si calmò e sedette sulla sedia con una mano sulla fronte.

- Ti ho fatto del male… -

- No… tu hai salvato il mondo magico, Harry… -

- Ginny… io… sono diventato un essere orribile… ho ucciso! Non sono più in grado… di amare come prima. -

Gli occhi di Ginny si dilatarono.

- Cosa?-

- Io non… io non riesco ad amare più nessuno… provo solo odio… odio per me stesso. Tu non meriti un uomo che odia soltanto… -

- Ma certo che ti merito! Tu sei la persona più importante della mia vita… mi hai salvata anche quando avevo solo undici anni… io ti amo, Harry!-

Harry si alzò dalla sedia.

- Sono sicuro che troverai qualcuno che ti faccia sentire bene, qualcuno che ti ami come non riesco ad amare più io… Ginny… - Harry si bloccò vedendo Ginevra in lacrime.

- Perché… ? Mi stai dicendo… che è finita?-

Harry abbassò il capo.

- E tutte le cose che abbiamo fatto insieme? E l’amore che abbiamo costruito insieme e che abbiamo sempre portato avanti? Quindi… sono stati cinque anni infruttuosi, vero? -

- Ginny… -

- Non mi toccare! La tua è una scusa! “Tu meriti di meglio…”… Potter, non sei un campione nel dire le frottole e io ti conosco da dodici anni e mezzo! So meglio di chiunque altro il tuo carattere! Dillo che mi lasci solo perché non mi ami più perché magari ti piace un’altra! O forse perché sei stanco di me e di tutti gli anni che abbiamo passato insieme! Dillo! -

Ginny aveva toccato un nervo scoperto di Harry.

- ESATTO! ESATTO, HAI CAPITO BENISSIMO! IO NON TI AMO PIU’ PERCHè HO LASCIATO TUTTO IN UN DIMENTICATOIO! SE NON FOSSE STATO PER QUEL FIGLIO DI PUTTANA DI LORD VOLDEMORT IO NON AVREI DIMENTICATO TUTTE LE COSE CHE TI HO DATO E CHE MI HAI DATO! – disse Harry dando un calcio potentissimo alla sedia.

Gli occhi verdi di Ginny sembrarono svuotarsi. Tutto quello che aveva detto prima le era stato dettato dall’angoscia e la tensione.

Non poteva credere che Harry avesse davvero dimenticato tutti i suoi sentimenti.

- Mi dispiace… Ginny… scusami, non volevo trattarti così… - disse Harry accortosi dell’eccessiva arroganza, mentre cercava di accarezzare Ginny.

Ginny agì subito. Gli diede uno schiaffo abbastanza potente sulla guancia di Harry.

- Hai buttato tutto via… come hai potuto… io… mi sento tradita… me ne vado… è finita davvero, allora! -

 

Harry si svegliò di soprassalto. Sempre lo stesso sogno… da due settimane. Si accorse che il cuscino era leggermente bagnato all’altezza de suoi occhi.

Si asciugò le guance e guardò l’orologio. Erano le sei del mattino.

 

When you left
I lost a part of me
It's still so hard to believe
Come back baby please, 'cause
We belong together
Who else am I gonna lean on
When times get rough
Who's gonna talk to me on the phone
Till the sun comes up
Who's gonna take your place
There ain 't nobody better
We belong together

 

- Porca miseria! Sono le sei! – esclamò Harry. Deciso a non voler risognare la stessa cosa, si alzò e si diresse al bagno per farsi la barba. Dopo aver fatto una doccia fredda, che spesso lo aiutava nei periodi di stress, scese al bar più vicino a casa sua per comprare un cappuccino.

Appena si avvicinò al bancone vide alcune donne indicarlo con il capo e sorridere mentre lui si passava una mano fra i capelli per scompigliarseli. Una vanitosa abitudine ereditata da suo padre James.

- Un cappuccino per favore. -

James bevve la sua bevanda ed entrò un uomo sui venticinque, piuttosto affrettato.

Harry lo riconobbe subito. Era Seamus. Tutti e due convivevano nella stessa casa ed erano molto amici.

- Porco cane, Harry, perché non mi hai svegliato?- disse Seamus accorgendosi della presenza di Harry.

- Dormivi come un ghiro…  e Lavanda?-

- E’ ancora a letto, sta dormendo, quell’angelo… - disse Seamus.

- Credevo che fra di voi ci fosse solo sesso… vi siete divertiti ieri sera a quanto pare… - disse Harry.

- Guarda che io e Lavanda siamo affezionati da tanto tempo… non è solo sesso, te lo assicuro. Un pacchetto di quella marca di sigarette, grazie. – disse Seamus al bancone indicando un pacchetto di sigarette.

- Seamus, a volte mi fai schifo… sigarette di mattina? – chiese Harry al suo migliore amico.

- Grazie, ecco i soldi. Sì, fumo spesso di mattina, per cominciare meglio la giornata. Vuoi?- disse Seamus porgendo una sigaretta ad Harry, mentre si avvicinavano ad un tavolino del bar.

- No, grazie, se ti ho appena detto che le sigarette di mattina mi fanno schifo… -

Harry finì di bere il cappuccino.

- Senti, Harry, questa notte mi sono alzato per bere dell’acqua e ho sentito che parlavi nel sonno… - disse Seamus serio.

Harry guardò in faccia Seamus.

- Davvero?!-

- Ma quanto sei coglione, Harry… tu sei ancora innamorato di Ginny!-

Harry non aveva voglia di parlare di Ginny perché sembrava che lei gli tornasse in mente tutte le volte che non parlava.

 

I can't sleep at night
When you are on my mind
Bobby Womack's on the radio
Singing to me
'If you think you're lonely now'
Wait a minute
This is too deep, too deep
I gotta change the station
So I turn the dial
Trying to catch a break
And then I hear Babyface
I only think of you
And it's breaking my heart
I'm trying to keep it together
But I'm falling apart

 

- Seamus, vedo che le sigarette fanno molto male alla testa… io e Ginny… non ci amiamo più. -

- Harry, ma io sentivo te che dicevi: “ Ginevra… ti prego, perdonami, io ti amo!” -

- Se questa è solo una scusa per illudermi che amo ancora Ginny non sei sulla giusta strada, caro Finnigan… -

- Sei la persona più idiota che conosca, Harry. Piuttosto, l’ hai chiamata?-

- No, non ho intenzione di ferirla più di così. Lei mi deve dimenticare. E io… io… cercherò di dimenticare lei.

- Hai parlato con Ron? -

- No, ieri abbiamo fatto a botte. -

Seamus tossì. – Cosa?! E non me l’ hai detto!-

- E’ venuto a casa nostra e mi ha detto che Ginny non dorme da quando ci siamo lasciati, è triste e piange di continuo… -

- E vi siete picchiati. -

- Già. -

- Certo che però anche tu sei un bastardo, Harry. Tu AMI Ginny. E’ solo che ultimamente, con la morte di Silente e dopo che hai battuto Tu-Sai-Chi ti senti frustrato… lei ti aiuterà a passare questo brutto momento con tutto l’amore possibile. Voi vi appartenete, Harry. Siete due sciocchi. -

Harry sospirò. Aveva rotto con un suo amico che conosceva da quando era arrivato alla stazione di King ’s Cross, al binario 9 e ¾  per la prima volta.

Per scacciare via lo stress, si fece convincere da Seamus a fumare una sigaretta e si sentì un po’ consolato. Era una cosa che faceva molto raramente. Ricordava che una notte, quando andava al sesto anno di scuola, Seamus, Ron, Neville, Dean e lui bevvero delle bibite alcoliche e fumarono. Si sentirono molto male il giorno dopo.

 

I'm feeling all out of my element
I'm throwing things
Crying
Trying to figure out
Where the hell I went wrong
The pain reflected in this song
Ain 't even half of what
I'm feeling inside
I need you
Need you back in my life baby

 

I due ritornarono a casa e Lavanda li aspettava in cucina, mentre preparava dei bignè al cioccolato. Harry doveva ammettere che era brava QUASI quanto Ginny.

- Amore, sei un tesoro! – disse Seamus baciando sulla guancia la fidanzata.

- Grazie, Seamus, sono molto esperta! Harry, che hai? Hai una faccia… hai preso qualcosa di sostanzioso al bar?-

- Beh, ho preso solo un cappuccino e… una sigaretta di Seamus. -

Lavanda si gonfiò come un tacchino.

- Seamus Finnigan… dove crede di scappare? – disse la bionda afferrando Seamus per il colletto della camicia. – Hai di nuovo fumato, vero? Che cosa vuoi fare, rischiare di prenderti un cancro?! Lo sai che ti ho vietato esplicitamente di fumare!- disse.

- Suvvia, Lavvy, era una sola sigaretta… -

- Sì, ma hai danneggiato anche Harry così! – disse Lavanda in toni molto simili a quelli usati dalla signora Weasley quando riprendeva uno dei gemelli Weasley.

Harry sorrise.

- Dài, Lav, è tutto ok! Questa è la prima e l’ultima volta che fumo, promesso! -

- Noi due dovremmo parlare… - disse Lavanda ad un Harry perplesso.

 

When you left
I lost a part of me
It's still so hard to believe
Come back baby please, 'cause
We belong together
Who am I gonna lean on
When times get rough
Who's gonna talk to me
Till the sun comes up
Who's gonna take your place
There ain 't nobody better
We belong together


Seamus strinse gli occhi. – Mi raccomando, Potter, toccami la Brown e al posto di quella saetta che hai in fronte ti rimango una tempesta, chiaro?! – disse.

Harry sorrise divertito.

- Ok, Lavanda… andiamo a decidere il posto per scopare decentemente… - disse Harry fingendo di fare le avances a Lavanda.

Le orecchie di Seamus s’infiammarono. – Sbrigatevi a dire questa cosa!-

Lavanda tirò per un braccio Harry.

- Harry, sono andata a casa di Ginny con Hermione e Calì, NON STA BENE. – disse con aria severa.

Harry s’incupì.

- E’ un mese che non vi parlate, ci dovrebbe essere qualche altro motivo per cui vi siete lasciati! Come puoi dire stronzate tipo “ ti lascio perché non sono più in grado di amare a causa di Voldemort!”?-

- Io… non mi va di parlarne… -

- Toh, guarda cosa sentono le mie orecchie!!! Harry, non è possibile che tu non ami più Ginny, perché riesco a leggerlo nei tuoi occhi… sei perso senza di lei! -

Harry si arrabbiò. – Beh, se proprio lo vuoi sapere c’è stato un altro motivo! –

Lavanda roteò gli occhi. – Sì, questo lo avevo capito! –

Harry non aveva voglia di aprire l’argomento… era troppo doloroso.

- Non ne voglio parlare. -

Lavanda lo supplicò ancora, ma Harry non si smentì. Da tempo aveva deciso che quel ricordo sarebbe rimasto per sé e che non ne avrebbe mai parlato con nessuno.

Harry chiuse gli occhi e rivide la scena davanti a sé.

 

Harry e Ginny si trovavano su una collina illuminata dalla luna, e si tenevano mano nella mano. Harry era ormai più che deciso a dirle la cosa che avrebbe potuto cambiare la sua vita.

Harry l’aveva convinta a salire sulla collina per osservare un po’ le stelle.

Si stesero sull’erba e contemplarono la notte.

Ginny era bellissima illuminata dalla luna.

Le sue labbra s’incresparono in un sorriso, mentre il vento le sferzava la faccia.

Harry si voltò a guardarla.

Mai vista ragazza più bella.

S’incantò a guardarla.

- Harry… - disse lei. – Cosa c’è?-

- Niente… volevo solo osservarti quando avevi gli occhi chiusi. -

- No. Intendevo… quella cosa che volevi dirmi. -

- Ah, sì… Ginny, è da tempo che te lo volevo chiedere. Tu… mi ami?-

Ginny si girò dalla sua parte.

- Ma certo che ti amo, Harry. -

- Ah… -

Rimasero ancora a guardare le stelle, ma Harry sapeva che la domanda da porle non era quella.

- Ho come l’impressione… che tu voglia chiedermi un’altra cosa. - disse Ginny.

- Sì… in realtà sì. Ginny, voglio che non stiamo stesi. Seduti è meglio. -

I due ragazzi si sedettero.

- Ecco… mi chiedevo… noi stiamo insieme da cinque anni, giusto?-

Ginny non sapeva dove volesse andare a parare Harry, ma annuì.

- Sì, pensavo… tu ed io abbiamo ventitré e ventiquattro anni…credi che sia un po’ presto per… -

- No, Harry. Ti prego, non abbiamo la possibilità di sposarci. -

- Perché no? -

- Perché ci vogliono SOLDI, Harry, e i miei genitori non hanno lasciato eredità a me, Ron, Bill e Charlie. TU sei un Auror, ma non si guadagna molto. Dovremmo aspettare che io finisca il corso per Medimago. -

Harry non toccò più l’argomento.

La cosa che lo scioccò di più però successe qualche giorno dopo.

Ginny stava baciando Dean Thomas.

Il sangue nelle vene di Harry parve ribollire di odio. Allo stato puro. Ma non aveva avuto il coraggio di fare a botte con Dean perché la rabbia era talmente forte che il desiderio di vendetta gli portò a far soffrire Ginny. Infatti dopo qualche giorno dopo la sconfitta di Voldemort la lasciò. Per vendetta.

Ma la cosa più brutta per Harry era che nonostante questo non riusciva a non amare Ginny meno di quanto lo facesse da cinque anni.

 

 

Note: Spero che vi sia piaciuto questo primo capitolo^^. Questa fic dovrebbe durare più o meno 5 o 6 capitoli. Ma io sono una tipa che cambia idea molto facilmente, per cui potrebbe durare anche molto di più. Mi raccomando, commentate anche se il primo capitolo non vi è piaciuto. Nel prossimo capitolo si scopriranno molte cose… inoltre vi avverto che le altre mie fic non le ho per niente abbandonate, non preoccupatevi, sono in fase di scrittura. Spero di non essere stata troppo smielata, è un difetto che purtroppo ho e sicuramente le storie troppo romantiche non piacciono a tutti^^”. Ma speriamo bene… Un bacio!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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