POV JANE

“Oh suvvia, oggi non è giorno per progettare un altro dei tanti modi per raccogliere fondi con il gruppo i volontariato! Jane, non ti concedi mai un po’ di tempo libero! Suvvia parliamo un po’ come fanno le persone normali!”

“E di cosa vorresti parlare, dimmi.” Risposi guardando interrogativa la mia amica Julia.

“bah, non lo so! Di gossip forse… come fanno le normali diciottenni!” eslamò disperata.

“Va bene, che gossip circolano in questa scuola?”

“come va bene? Ti lasci abbindolare facilmente da una malata di mente quale sono io sul cambiare i tuoi piani della pausa pranzo?

Sei troppo buona!” si mise a ridere “Comunque, lo sai che sono arrivati i Jonas brothers qui in città? Si dice che verranno a scuola da noi e che si siano stabiliti

proprio vicino a casa vostra! Stasera, si dice, verranno alla serata di beneficienza di quella famiglia che conoscete… i Long! Che fortuna che hai, a poterli conoscere!”

“Scusa ma non sono sicura di sapere chi sono i Jonas Brothers…” dissi curiosa.

“Ah sì, certo! Tu vivi in un altro mondo! Sono un gruppo di tre fratelli che fanno i cantanti, sono famosi in tutto il mondo!”

“Ah ok! Forse li ho già sentiti nominare! Che bello, sono sicura che saranno simpaticissmi!” dissi felice.

“Per te tutti sono simpatici! Non diresti mai qualcosa di brutto su di una persona qualsiasi Hai un cuore d’oro!” esclamò la mia amica.

“Oh, suvvia! Così mi fai arrossire!” dissi io, arrossendo, per l’appunto.

“Beh, enuncio solo ciò che ovvio!” disse.

E così ci mettemmo a ridere come due cretine in mezzo alla mensa.

POV KETTY

“Frequentare l’università è stata una delle decisioni più terribili che io abbia mai preso!” sbuffai desolata mentra stavo per uscire da quell’ edificio che avrei visto per altri tre anni ancora.

“Suvvia Ketty, non dire così sei una delle più brave della classe, non puoi lamentarti! Non tu, almeno!”

“Oh, non so come mai ho scelto di fare lettere! Potevo andare subito a lavorare, trovarmi un impiego: non sarebbe stato difficile con i genitori che mi ritrovo!” mi stupii di quello che avevo detto: era una vera malignità.

“Su col morale! Non sei quella sempre allegra e felice tu? Nessuno al mondo sa avere più brio di quello che hai tu!”

“Oh, ok.  A proposito hai sentito di quel gruppo… il cui nome non ricordo,  che sembra si sia trasferito qui? I Jonas Brothers, penso si chiamino così.”

“Certo! Li conosco, cioè li ho sentiti cantare: sono dei miti, quello più grande poi! È il ragazzo più bello del pianeta!” disse lei con un sorriso a trentadue denti.

“Ah, sempre la solita Joodie” le sorrisi io “Comunque credo che parteciperanno alla serata di beneficienza organizzata dai Long, e noi ci andremo! Magari ti porto un autografo!” e le feci una  linguaccia.

“Un autografo! Io lo voglio vedere quel tipo!” Mi urlò esagitata.

“Mah, saranno i soliti ragazzini che cantano giusto per rimorchiare… ti cedo il mio posto stasera, se vuoi!”

“Ehhh… magari!” disse sognando ad occhi aperti “Vabbè… ora devo andare. Ciao ciao!”

“Ciao Joodie” la salutai incamminandomi verso la mia porche Carrera bianca.