Il
primo giorno di scuola è sempre uguale
per tutti. Puoi chiamarti Lovegood, Weasley o Malfoy,
i tuoi genitori saranno emozionati, tristi e preoccupati al punto da riempirti
di raccomandazioni.
Io ricordo con esattezza le uniche parole che mia madre, Hermione
Granger, mi disse prima di guardarmi salire sul treno
fermo al binario nove e ¾ .
C’era
tanto fumo e il tempo faceva pena, l’umidità aveva reso i miei dispettosi
capelli estremamente ricci e indomabili ma io da piccola undicenne non me ne
curavo minimamente.
“
Tesoro non starò qui a cominciare dicendoti di studiare e comportarti bene, sei
la mia bambina e so che lo farai senza bisogno di sentire un sacco di discorsi
inutili. Ho una sola richiesta da farti e ti prego di non pormi alcuna domanda
perché non risponderò nemmeno sotto l’effetto di un Veritaserum.
Non innamorarti mai e poi mai di un
Malfoy. Loro non sono persone a posto, non mi riferisco alle loro
discutibili scelte di vita, piuttosto al loro modo di vivere le relazioni
umane. Adesso non capirai perché sei piccola ma ti prego di ricordare sempre
queste parole, non permettere loro di spezzarti il cuore, di ridurlo in pezzi
così piccoli da rendere impossibile raccogliere i cocci per rimetterlo
insieme”.
Quelle
parole destarono dell’interesse nella mia scarsa capacità di comprenderne il
motivo. Con la coda dell’occhio notai della tristezza negli occhi di mia madre
come non ricordavo mai. I suoi occhi color nocciola guardavano verso destra, in
una direzione che, solo oggi, mi sembra così significativa.
Draco
Malfoy, accompagnato da una splendida donna con lunghi capelli biondissimi,
salutava il suo erede con una compostezza degna dei principi delle favole che
nonna Molly mi leggeva prima di dormire. Serio e con lo sguardo spento si
occupava dei suoi affari personali evitando di dare nell’occhio.
Sono
certa che, mentre il treno partiva, lui si sia voltato verso la mia mamma e
l’abbia guardata in un modo strano, in un modo che non avevo compreso fino al
mio terzo anno ad Hogwarts: era il modo in cui io
Rose Weasley, Serpeverde, guardavo il mio migliore
amico Scorpius Malfoy.
Quello
sguardo che vidi a undici anni mi sorprende ogni volta che ci penso, il motivo
è molto semplice: è il modo in cui un uomo guarda la donna di cui è innamorato.
Parlo
al passato perché io ho ventisette anni adesso, ho lasciato l’Inghilterra dieci
anni fa perché il mio cuore si era spezzato.
Diplomata
a pieni voti, con la media più alta di tutta la scuola, indossavo con fierezza
la mia divisa di Serpeverde e conservavo gelosamente
la fotografia della nostra squadra di quiddich che
vinceva il torneo tra le case. Mio padre ha preso male la mia partenza mentre
la mamma … beh … lei non ha potuto non capire cosa mi spingesse ad andare via
da lì, sparire e diventare la donna che lui avrebbe rimpianto per il resto dei
suoi giorni.
Sette
anni insieme, ogni giorno, ogni notte e lui non si era accorto del modo in cui
lo guardavo. Lo sapevano Alexys Zabini, Daniel Nott e Raley Parkynson,
perfino mio fratello Hugo … tutti tranne lui.
La
goccia che fece traboccare il vaso fu l’inizio del settimo anno quando venne da
me, felice come una pasqua, a dirmi che aveva trovato quella parte mancante
della sua vita.
Per
un secondo eterno sperai di essere io, ma la doccia gelata che mandò in pezzi
il mio cuore fu una realtà ancora più dura: si era messo insieme a mia cugina
Lily.
Io
non ero una brutta ragazza, tutt’altro, ma non potevo reggere il confronto con
Lily: bellissimi capelli castano scuro, lisci e setosi, occhi verdi da
cerbiatta e un corpo mozzafiato.
L’unica
cosa che avevo io erano i rossi capelli di mio padre con riflessi color oro
come quelli di mia madre.
Un
semplice tonfo e il mio cuore era andato in pezzi. Nascosi ogni reazione e
sentimento per tutto l’anno soffrendo come solo una donna ferita può fare.
Nonostante il prezioso sostegno dei miei migliori amici, delle chiacchierate a
notte fonda con Alexys e dei vani appuntamenti
organizzati da Raley con ogni suo amico disponibile
sulla piazza, nulla cambiò il mio stato d’animo.
L’ultimo
giorno di scuola ho preso Scorpius da parte e l’ho
abbracciato forte come non mi era mai successo, gli ho dato una nostra foto
fatta l’estate dopo il primo anno ad Hogwarts, e gli
ho detto che mi sarebbe mancato da morire.
“Cosa
dici Rosie” mi ha detto sorridendo “io non vado da
nessuna parte … passeremo l’estate tutti insieme e continueremo ad esserci
l’uno per l’altra”.
Ho
pianto, per la prima volta ho lasciato che trasparisse il mio dolore, e l’ho
guardato nel modo in cui suo padre guardava mia madre … l’ho amavo e sarebbe
rimasto per sempre lì, in mezzo ai cocci del mio cuore.
“Io
non resto qui Scorp, oggi vado via”.
Avevo
preparato ogni cosa. All’insaputa di tutti i miei amici e parenti avevo deciso
di diventare una persona migliore, una donna completamente diversa seguendo
l’istinto e non il cervello. Era bastato un gufo alla zia Luna Lovegood (la chiamavo zia nonostante la nostra completa
mancanza di parentela) che si era trasferita in Italia, e sarei andati lì per
ricominciare da zero e magari … dimenticare.
Mentre
piangevo non mi importava che delle occhiatine eloquenti di Lily, volevo
sentirlo accanto a me ancora una volta prima di dirgli definitivamente addio.
“Non
puoi andare via Rosie, io e te dovevamo diventare
qualcuno ricordi? Insieme … “.
“Mi
dispiace ma non posso mantenere più la nostra promessa, è troppo difficile e io
non riesco più a guardarti nello stesso modo”.
La
sua espressione significava solo una cosa: non aveva idea di quello che
provavo, perfino adesso nonostante Alexys, Raley, Hugo e Dan lo riempissero di allusioni dalla mattina
alla sera.
Mi
staccai a malincuore da lui, la pioggia cominciò a scendere e i tuoni si
scatenarono … pensai per un secondo che fosse il modo di mio padre per dirmi
che non approvava. La lettera di Luna gli avrebbe spiegato tutto ma in quel
momento non importava.
“Addio
Scorp, abbi cura di te mi raccomando”.
Dissi
prima di sfiorare le sue labbra con le mie in un bacio che casto sapeva di
amaro fiele, di lacrime salate e di rimpianti senza fine.
“Come
farò senza di te Ros, quando avrò bisogno della mia migliore amica di notte
mentre tutto il resto del mondo dorme, quando mi sentirò incapace di dire come
mi sento a qualcuno, quando perfino il più stupido incantesimo di
trasfigurazione mi sembrerà un inferno?”.
Mi
avvicinai per mettergli tra le mani la mia spilla di caposcuola Serpeverde, gliela feci stringere forte facendo scivolare
le sue dita sulle lettere argentate che dicevano “Weasley”.
“Portala
con te Scorp e ogni volta che ti servirà, avrai una
parte di me sempre vicino, io devo andare … addio”.
E
mi smaterializzai per non fare più ritorno.
Ironicamente,
sono passati dieci anni, sto per tornare in Inghilterra e la cosa mi ferisce
come il giorno in cui me ne sono andata. Mio padre ha perdonato la mia partenza
obbligandomi però a farmi vedere almeno nelle occasioni speciali e questa, per
tutti tranne me, è un’occasione degna di tale aggettivo.
Io
sono stata invitata al matrimonio del mio migliore amico, sono la sua testimone
e ho un biglietto in prima fila per guardarlo mentre dice “si lo voglio” a Lily
Potter. Non che abbia nulla da invidiarle adesso che sono passati dieci anni.
Ho
un lavoro che mi fa guadagnare molto bene, organizzo eventi per la comunità magica
di tutta Europa, e sono una donna bellissima. Può dire quello che vuole di me,
ma nulla è rimasto della ragazzina che conosceva. Sono più formosa, i miei
ricci sono adesso sotto controllo e ricadono morbidi sulle mie spalle, la mia
pelle abbronzata risalta grazie al mio nuovo gusto per l’abbigliamento (meno
maglioni e più pelle in vista) e il mio modo di fare è pronto a far strage.
Sono più sicura di me, più elegante e più forte.
Il
tutto si svolge nel maniero di campagna della famiglia Malfoy. Una vasta tenuta
con un giardino splendido, la casa è naturalmente una villa in stile barocco
con tante di quelle stanze da perderci il conto. Il padrone di casa, Draco
Malfoy, ha l’entusiasmo che va sotto le scarpe.
Mi
trovo davanti all’immensa dimora circondata dal verde, dieci anni di emozioni
contrastanti mi ricordano le parole di Luna.
“
Cammina sempre a testa alta, ogni istante. Fallo anche quando sarai in prima
fila a farti piantare un coltello in quel poco che rimane del tuo cuore, non
vergognarti di quello che provi perché amare incondizionatamente da così tanto
tempo è un vanto. Soprattutto ricordati la cosa più importante: sei una donna,
puoi portare rancore per sempre”.
Sorriso
amaramente mentre pochi metri mi separano dall’enorme portone d’ingresso.
-
Per
la barba di merlino …
Questa
voce è assolutamente inconfondibile. Voltandomi mi ritrovo davanti a Raley Parkynson. È sempre lo
stesso splendido ragazzo con l’atteggiamento da playboy e il look da dandy. Mi
viene incontro e mi abbraccia lasciandomi senza fiato.
-
Rosie sei davvero tu?
Dice
incredulo mentre ammira il risultato di dieci anni di lontananza. I suoi neri
come la notte mi leggono dentro e non posso fare a meno di trattenere una
lacrima che lui, con una carezza, rimuove facilmente per poi darmi un bacio
sulla guancia.
-
Ci
sei mancata tanto.
-
Anche
voi Raley, scusatemi se sono sparita senza dire una
parola. Avevo bisogno di staccare la spina e …
Mi
poggia un dito sulle labbra per zittirmi.
-
Non
devi giustificarti con me, so perfettamente cosa ti ha spinto ad andartene.
Adesso ti devo portare dentro, sei pronta a scatenare l’inferno piccola?
Mi
stringe la mano e ogni paura si assopisce: non sono più sola.
Una
volta all’interno mi trovo al centro di un enorme salone, seduti su tre divani
di velluto color smeraldo sono seduti Alexys, Hugo e
Daniel che parlano tra loro. Impegnati a prepararsi un paio di cocktail ci sono
mio padre ed Harry mentre mia madre li osserva con disappunto poco distante.
Improvvisamente
i loro sguardi sono tutti rivolti verso la mia direzione, deglutisco e le mie
guance si dipingono di un rosso accesso mentre aumento la pressione della presa
di Raley.
Alexys mi corre incontro saltandomi
letteralmente addosso e trattengo a malapena l’equilibrio.
-
Tu
sei una maledetta egoista Weasley!
Mi
dice prima di scoppiare a ridere. Essere di nuovo in mezzo ai miei amici è una
sensazione strana ma estremamente piacevole.
-
Ho
saputo grandi cose di te ragazza, e guardati … sei davvero splendida lo sai?
Peccato che tuo fratello non sia migliorato con il tempo …
-
Ehi!
Poi
vedo Hugo che bacia Alexys e sono davvero scioccata!
Sapevo che lui era cotto di lei ma non pensavo che finalmente fossero riusciti
a mettersi insieme.
-
Già,
adesso anche una Parkynson diventerà parte della tua
famiglia.
Mi
dice Daniel notando la mia espressione.
-
Congratulazioni
ragazzi, sono molto felice per voi.
-
Buongiorno
Signorina Weasley.
Una
voce sconosciuta mi rivolge la parola e mi basta alzare gli occhi per prendere
un colpo. Draco Lucius Malfoy è fermo in cima alle
scale davanti a me. Il tempo doveva essere innamorato del re delle serpi, dopo
diciassette anni dalla prima volta che lo incontrai, è ancora lo stesso uomo, i
suoi capelli sono di un biondo ancora più chiaro e i suoi occhi color del
ghiaccio risvegliano in me le parole di mia madre.
Non innamorarti mai
e poi mai di un Malfoy …
“scusa
mamma … ho fallito” pensò mentre Draco Malfoy si avvicina a me. Non credo di
essergli mai piaciuta … mi accettava per la mia amicizia con Scorpius ma sono certa gli ricordassi mia madre.
-
Se
vuoi cambiarti, la tua stanza è la seconda sulla destra, al primo piano. Un
elfo domestico provvederà a portale le tue valigie.
-
Non
c’è bisogno di un elfo signor Malfoy, posso provvedere da me. Grazie della sua
ospitalità … se mi vuole scusare.
Mi
ritrovo nel silenzio più assoluto al primo piano con un lungo corridoio alla
mia destra, senza contare quelli davanti e a sinistra. Cammino lentamente
ringraziando Merlino di non avermi fatto incontrare Scorpius,
non ancora almeno.
Appena
entro nella camera da letto non posso trattenere lo stupore: è una stanza
enorme con un letto a baldacchino decorato a mano, sulla sinistra c’è un
piccolo salottino con un armadietto pieno di bottiglie (grazie signor Malfoy,
grazie), un paio di divanetti e un caminetto acceso. Ci sono due porte in
questa stanza, una è quella del guardaroba e l’altra del bagno che naturalmente
è una meraviglia.
Cerco
di prendere tempo e ripongo i vestiti nel mio armadio con una lentezza
esasperante. Odio questa situazione e odio il mio migliore amico. Da brava
stronza, la persona che detesto di più al mondo è mia cugina Lily che sapeva …
era la prima persona a cui, il terzo anno, avevo confessato di volere a Scorpius più bene di un’amica.
Curioso
un po’ in giro e l’armadietto dei liquori attira la mia attenzione. Spinta da
un senso di ansia senza precedenti, mi verso un bicchiere di Gin beandomi del
suo sapore amaro e disgustoso.
-
Non
è un po’ presto per bere?
Mio
padre è all’ingresso della mia stanza. Ronald Weasley sembra così stanco e
invecchiato, tiene le mani in tasca e mi guarda intensamente. Mi sembra di
poter toccare con mano la sua rabbia e il suo dolore.
-
Sei
sparita dieci anni fa. Ho passato un intero anno a chiedermi perché la mia
bambina avesse deciso di comportarsi così, cosa ci potesse essere di così
terribile da sopportare per fare le valigie e andare in Italia, lontana
kilometri da ogni affetto, da ogni ricordo che la legava all’Inghilterra e poi
… ho trovato questo.
Disse
porgendomi la fotografia del mio gruppo Serpeverde
durante una gita ad Hogsmeade al sesto anno. Non ci
avevo fatto caso ma, stretta nell’abbraccio di Scorpius,
sorridevo come mai nella mia vita, sembravo un’altra persona.
-
E
quando ho capito cosa ti fosse successo mi sono sentito ancora più arrabbiato
di prima.
-
Lo
so papà … una Weasley non può innamorarsi del figlio del tuo più famoso nemico.
-
No
tesoro, ero arrabbiato perché nessun uomo può permettersi di far soffrire la
mia primogenita. Non ho nulla contro Lily ma tu non sei solo bellissima, sei
intelligente, sei forte e determinata. Dal nulla ti sei creata una vita
meravigliosa seguendo solo il tuo istinto. Nessun uomo può essere tanto stupido
da farsi sfuggire una donna come te.
Sentirlo
dire queste parole mi fece tornare bambina. Corsi verso di lui abbracciandolo,
avevo temuto tanto questo momento da non pensare che il mio papà avesse
compreso e approvato le mie decisioni. Per la prima volta mi sentii libera da
ogni paura.
Accesi
una sigaretta per scaricare la tensione offrendone una anche a mio padre che
sorrideva.
-
È
bello averti qui, ma se soffri sei libera di tornare a casa.
-
Ci
sei tu, la mamma, Hugo e tutti gli altri. Posso farcela, devo solo concedermi
qualche cocktail di troppo e recitare come facevo al settimo anno, anche meglio
…
-
Provi
sempre lo stesso sentimento verso per lui?
-
Dieci
anni non sono serviti a ricucire la ferita che mi porto qui.
Dissi
portandomi la mano all’altezza del cuore mentre gli occhi di mio papà diventavano
lucidi.
-
Perdona
questo vecchio per non averti capita Rosie.
Fummo
costretti a scendere qualche minuto dopo per aspettare l’arrivo dei futuri
sposi. Giuro che mi stava venendo da
vomitare al solo pensiero, se non fosse stato per il sostegno di Dan e Raley avrei preso in mano la bacchetta per fatturare tutta
la famiglia Potter, al completo.
Non
sono una stronza, ma sappiamo tutti che non c’è niente di più instabile di una
donna con il cuore fatto a pezzi.
Sorseggiando
un bicchiere di gin tonic mi lascio trasportare nel
passato insieme a tutti gli altri, ignoro alcuni sguardi che mi rivolgono i
miei cugini, loro sanno la verità e pensano che non me ne accorga.
Draco
Malfoy osserva il giardino chiacchierando con Theodore
Nott e Pansy Parkynson, è sorprendente quanto gli assomigliassimo noi.
Improvvisamente
ogni mia certezza si sfascia come un castello di carte perché la coppietta
felice fa il suo ingresso nel maniero. Stringo forte la mano di Raley facendogli male: ciò che resta del mio cuore sta
battendo così forte da esplodere.
Lui
è ancora bellissimo, vestito nel suo completo scuro che mette il risalto il suo
corpo, ha i capelli un po’ lunghi e biondi tenuti in maniera disordinata, i
suoi occhi sono sempre penetranti e lo posso dire con certezza perché stanno
rivolti verso di me.
La
sua fidanzata è sempre uguale a come la ricordavo, mi guarda severa come se mi
incolpasse di essere tornata per fare da testimone al mio migliore amico.
Tutti
li braccano, li abbracciano e li salutano cordialmente come se fossero stati
via per un eternità.
Io
mi sento idiota e in preda al panico trascino me stessa in camera con la scusa
di un banale mal di testa: forte Weasley,
scappi davanti al tuo migliore amico perché sei una codarda!
Il
mio cervello deve smettere di parlare, non sto scherzando.
Apro
il mio guardaroba sperando di trovare qualcosa che mi faccia sentire meglio
rispetto a lei: non è carino presentarsi in maglietta e jeans a un party pre matrimonio.
Ho
un guardaroba decisamente ottimo e la mia scelta cade su un abito da cocktail
bianco, lungo fino sopra le ginocchia e piuttosto aderente, senza spalline e
abbinato a un paio di sandali del medesimo colore e una collanina l’oro bianco
con un serpente di smeraldi.
Mi
guardo allo specchio soddisfatta del risultato ringraziando Luna per avermi
fatto lisciare i miei indomabili capelli sempre ricci.
A
cosa serve essere tanto bella se l’unico uomo che desideri non vuole passare il
resto della vita con te?
-
Potresti
anche indossare la divisa della squadra di quiddich,
saresti comunque la più bella.
-
Raley tu sei di parte …
Lui
ghigna beffardo mentre raccolgo la mia borsetta dove tengo le mie adorate
sigarette.
Si
avvicina a me guardandomi attentamente mentre io gli scompiglio un po’ i
capelli con la mano.
-
Non
puoi mica scappare come hai fatto prima … sei una Weasley e anche una Serpeverde, devi guardarlo in faccia e dirgli “guarda cosa
ti sei perso”.
-
Con
una come Lily che ti sta accanto non puoi guardare le altre ragazze.
-
Mia
madre mi diceva sempre che con i Malfoy era una guerra continua, l’unico modo
per vincere era dimostrare di avere due palle più grosse delle loro.
-
E
se non lo sapeva Pansy Parkynson
…
Sorride
ripensando a tutte le avventure che gli erano state raccontate da sua madre. Io
invece, decisa come non mai, lo prendo a braccetto per farmi condurre nel
salone principale a fare i conti con il mio destino.
-
Sei
pronta Rosie?
Non
sarò mai pronta e questo lo so per certo.
Lo
amo e pensò che continuerò a farlo per tutta la vita.
Lo
odio e vorrei ucciderlo almeno un milione di volte.
Appena
scendiamo tutti ci osservano, alcuni sembrano rapiti dalle idee che si sono
fatti sul nostro rapporto, altri trovano incredibile che questa sia la piccola
secchiona che aveva reso onore al nome serpeverde,
negli occhi di Scorpius io vedo rabbia e non capisco
il motivo. Mi aggrappo ancora di più a Raley per
paura di cadere, siamo di fronte a loro e il silenzio regna sovrano nonostante
il vociare di parenti e amici.
-
Ciao
Rosie.
Dice
con restia indifferenza.
-
Ciao
Scorpius.
Senza
preavviso mi stringe tra le sue braccia incapace di nascondere l’emozione del
momento. Sentire di nuovo il suo profumo mi fa sentire come una di quelle
persone che tornano in contatto con la loro droga preferita dopo averne fatto a
meno per dieci lunghissimi anni.
-
Mi
sei mancata e sono davvero contento che tu sia qui, senza di te non so come
avrei fatto.
Mi
ferisce ancora … possibile che nessuno gli abbia detto perché sono sparita?
-
Ti
vedo bene, anche tu Lily … sei un incanto.
Balbetto
mentre mi rendo conto di aver bisogno di un drink, qualcosa di forte e che mi
sciolga il groppo che mi ostruisce la gola.
-
Questa
sera tu sei obbligata a partecipare alla cena che ho organizzato con tutti i
vecchi amici! Andiamo tutti insieme a Hogsmeade come
ai vecchi tempi, ricordi?
-
Come
potrei dimenticare …
Di
nuovo noi sei, insieme come quando avevamo quindici anni. Le parole mi mancano,
muoiono mentre provo a farle uscire, il peso sul mio petto pesa come un macigno
che nessuno oltre me può vedere.
Inaspettatamente
il signor Malfoy mi porge un bicchiere di whisky incendiario che mi salva
momentaneamente. Lo ringrazio con un sorriso abbozzato ma non forzato, sono
certa che lui capisce quello che provo meglio di quanto potessi mai immaginare.
Ritorna
alla finestra ad ammirare il giardino, lo seguo avvicinandomi lentamente senza
paura, forse con vergogna.
-
Grazie
per la sua gentile ciambella di salvataggio.
-
Come
dici?
-
È
un modo di dire puramente babbano … lei mi ha tirato
fuori da una situazione piuttosto imbarazzante.
I
suoi occhi severi mi squadrano da capo a piedi.
-
Da
quanto sei innamorata di mio figlio.
La
domanda mi spiazza e non so cosa dire. Vorrei mentire ma ho come l’impressione
che lo capirebbe immediatamente senza perdonarmelo.
-
Quindici
anni signore.
-
Sei
innamorata dello stesso uomo da quindici anni?
Vorrebbe
farsi vedere sorpreso ma in realtà non lo è.
-
Si
signore.
-
Non
ti ha detto tua madre che è sbagliato?
-
Perdoni
la mia mancanza di delicatezza signor Malfoy … da quanto tempo lei è innamorato
di mia madre?
Stringe
il bicchiere così forte che quasi lo spacca. Mi sembra quasi stia per uccidermi
poi il suo sguardo si fa triste, si può leggere lontano un miglio la storia
della sua vita, la rinuncia per amore dell’onore e dell’orgoglio.
-
Da
più di vent’anni, e credimi … puoi continuare la tua vita come se nulla fosse
ma quel fastidio che hai dentro non sparirà mai. Puoi provare con la magia o
con le pozioni ma sarà solo uno spreco di tempo.
-
Come
si può nascondere la cosa al resto del mondo?
-
Recita
la tua parte meglio che puoi, col tempo avranno così più importanti da fare
piuttosto che interessarsi di quello che provi.
La
prima volta, la prima persona che mi parlava sinceramente: Draco Lucius Malfoy. Un enigma umano all’interno di una recita
che non finiva mai. Il pubblico doveva adorare il suo personaggio così
versatile.
Camminavo
accanto a Raley e Dan mentre Hugo, Alexys e Scorpius ci precedevano.
Faceva freddo ma per fortuna la pioggia non si era ancora fatta viva. Non
appena ci siamo fermati davanti al pub “Hell’s Gate” ho sentito il mio stomaco attorcigliarsi. Non è che
odiassi quel posto ma lì ho condiviso tanto tempo con il mio migliore amico
cercando di fargli capire cosa provavo.
Ci
sediamo al tavolo più isolato del locale, ordiniamo da bere del whisky
incendiario, in grossa quantità.
Perdersi
nei discorsi è facile, evitare le occhiate di Scorpius
invece no. Mi accendo una sigaretta con noncuranza e aspirò come se fossi in
punto di morte. Credo di aver bevuto troppo e la testa mi gira da far schifo.
Mi
alzo per prendere un pochino di aria fresca. È stato un giorno strano e non
vedo l’ora che finisca, insieme a domani …
Non
sono più capace di trattenere il mio dolore. Piango, piango come se fossi una
bambina, ho bisogno di lasciare libere le lacrime per qualche minuto. Mi sembra
di vederla una bambina con i capelli rossi che guarda lontano, immagina una
vita perfetta, si illude che la sua esistenza sarà meravigliosa e la sua favola
si concluderà con “ e vissero tutti felici e contenti”.
-
Sei
scostante Rosie.
Cosa
voleva ancora Scorpius?
-
Sono
cambiata, tutto intorno a noi è cambiato. Domani ti sposi e io ho una vita
nuova.
-
Cosa
stai dicendo?
-
Io
sono qui per dirti addio una seconda volta, per sempre. Sei stato bene in dieci
anni, non hai più bisogno di me, non hai più bisogno di noi.
-
Tu
dici Rose? Ho avuto bisogno di parlarti ogni giorno negli ultimi dieci anni. Ho
chiesto a tutti come mai sei andata via e nessuno, NESSUNO, mi ha risposto. Ti
ho fatto qualcosa per caso?
Non
riusciva ancora a capirlo sul serio o voleva sentirselo dire?
Volsi
gli occhi al cielo lasciando che le lacrime cadessero libere da ogni catena.
Ero stanca di combattere contro me stessa, raccogliere in continuazione i cocci
e permettergli di ferirmi senza che sapesse perché.
Mi
avvicinai accarezzando le sue guance. Baciai i suoi occhi lasciando che mi
fermasse prima di posare le mie labbra sulle sue, assaporare quell’amore disperato
che avevo vissuto per quindici anni in silenzio. Ormai è finita, lui si sarebbe
sposato con Lily ed io … io sarei tornata in Italia per ricominciare la
routine.
Non
sono certa che fosse vero, aveva risposto al mio bacio, sentivo chiaramente le
sue braccia che mi cingevano i fianchi stringendomi forte come non mi era mai
successo.
-
Tu
mi hai spezzato il cuore Scorpius Malfoy.
non
ebbe il coraggio di ribattere.
-
Ho
aspettato quindici anni perché tu mi guardassi almeno una volta in quel modo.
-
In
quale modo?
-
Come
l’ultima cosa bella al mondo.
Ho cercato di dimenticare, di fingere che tu non esistessi ma ogni volta che
chiudevo gli occhi mi trovavo ad immaginare il tuo volto, a sentire il mio
cuore che si spezzava perché tu amavi un’altra. Sono qui per essere la tua
testimone di nozze, la tua migliore amica … per l’ultima volta. Dopo di questo
le nostre strade si divideranno per sempre, non posso più fingere che non
faccia male Scorp.
Ti porterò per sempre qui.
Dissi
posando una mano sul suo cuore.
-
Ma
non posso fare di più. Perdonami per averti detto questo oggi, per averti
baciato e per averti amato intensamente per quindici anni.
Corsi
via, il più lontano possibile dalla sua vista.
Urlò
il mio nome più volte ma non mi voltai mai. Non volevo tornare al maniero
Malfoy, non volevo vedere mai più nessuno.
L’essere compatita non faceva parte del mio modo di essere Weasley.
Seduta
sui gradini che precedevano l’entrata della stamberga strillante, attesi invano
una risposta coerente dal mio cervello.
Le luci dell’alba mi riportarono alla realtà. Avevo passato la notte sveglia a
piangere, a pensare e a soffrire.
Non
avevo tratto una giusta conclusione ma ero consapevole di quello che non
riuscivo ad affrontare: farsi male per anni ok, ma stare in prima fila a
guardare l’uomo che ami che sposa tua cugina era decisamente troppo.
Tutti
i parenti e gli amici erano radunati in giardino, in una zona accuratamente
preparata per la cerimonia.
Un gazebo colmo di rose bianche, un lungo tappeto e comode sedie ordinatamente
posizionate. Semplice, elegante … molto Malfoy.
Non
avevo indossato il mio abito da damigella, avevo la valigia pronta e gli
occhiali da sole che nascondevano il gonfiore causato dal pianto che aveva
riempito la mia notte.
Feci
cenno a Raley per farlo venire nella mia direzione.
Potevo chiaramente scorgere Scorpius Malfoy che stava
in piedi, emozionato, ad aspettare la sua futura moglie.
Faceva tenerezza il modo in cui, impaziente, teneva le mani in tasca.
-
Che
cosa fai vestita così?
-
Me
ne vado, di nuovo …
Raley era impulsivo, parlava spesso a
sproposito e non aveva peli sulla lingua, normalmente mi avrebbe detto che
sarei sembrata una codarda ma non lo fece.
-
Verrò
a trovarti appena questo strazio sarà finito, magari mi farai vedere un po’ di
quelle cose belle che ci sono in Italia.
-
Ci
conto.
Lo
abbracciai forte e bastò un “plop” per
smaterializzarmi lontano dove Scorpius non poteva
ferirmi.
(la
narrazione passa dalla prima alla terza persona)
La
sposa, naturalmente bellissima, percorreva leggiadra il percorso che la
separava dall’uomo della sua vita. L’attenzione doveva essere focussata interamente su di lei, invece tutti si stavano
chiedendo come mai accanto allo sposo ci fosse un posto vuoto.
Rose
Weasley lasciava il segno ogni volta che passava, un piccolo uragano di rossi
capelli in grado di sconvolgere una vita in un secondo.
Scorpius Malfoy cercò con
lo sguardo di trovare quella figura familiare senza trovarla, era strano vivere
un momento importante senza di lei, era come se gli mancasse una parte.
Con
le mani sempre infilate nelle tasche dei pantaloni di alta sartoria, si rese
conto che c’era un piccolo oggetto infilato quella stessa mattina prima di
scendere in giardino.
Aprì
la mano rendendosi conto di avere con se la spilla da caposcuola che Rose
Weasley gli aveva dato il giorno in cui era finita la scuola.
Aveva
dimenticato dove fossero finiti i suoi libri di scuola, la sua fede e perfino
la sua amata nimbus 3000 ma si era sempre ricordato
dove aveva risposto quella parte di lei.
Se
la appuntò sulla camicia, vicino al cuore, sotto lo sguardo sorpreso di parenti
e amici mentre con un colpo di bacchetta fece diventare tutte le rose del
giardino color rosso fuoco.
Alexys strinse forte la mano di Hugo
cominciando a piangere.
Quello
spazio vuoto assunse improvvisamente un significato importante, rappresentava
quel vuoto che la piccola Rosie aveva lasciato nel
cuore di un uomo che aveva tutto sotto controllo.
Il
prete, sconcertato dal cambiamento del colore delle rose, cominciò a sfogliare
la bibbia.
-
Siamo
qui riuniti per celebrare il matrimonio di Scorpius
Hyperion Malfoy e Lilian Luna Potter.
Se qualcuno ha qualcosa da dire, parli ora oppure taccia per sempre.
Nel
brusio generale c’era qualcosa di insolito. Ronald Weasley muoveva nervosamente
le mani, Alexys continuava a piangere e Raley cercava di trattenere la rabbia.
Hugo
Weasley, sempre silenzioso e tranquillo, si alzò in piedi senza curarsi delle
voci alle sue spalle che sussurravano cose del tipo “è impazzito” oppure
“siediti immediatamente”.
-
Lo
so che normalmente i discorsi si fanno durante la cena, con un bicchiere di
vino in mano che aiuta ad ingoiare anche il boccone più amaro. Non sono certo
neppure di aver qualcosa di intelligente da dire ma so che quando ti sposi, lo
fai consapevole che la persona che hai davanti sia quella giusta. Ci vuoi
passare tutto il resto della tua vita, farlo senza avere mai rimpianti.
Scorpius ci conosciamo da diciassette anni, il
destino ha voluto che finissi anche io a Serpeverde e
che uno dei miei migliori amici fosse proprio un Malfoy. Chiunque di noi può
riempire il vuoto alle tue spalle ma sai anche tu che non sarebbe mai la stessa
cosa. Ho visto che tieni gelosamente quell’oggetto con te, nel giorno più
importante della tua vita e questo significherà pur qualcosa. Fai le tue scelte
con intelligenza, noi saremo sempre al tuo fianco e anche lei. Ti chiedo solo
di non dimenticare mai che da qualche parte, in questo mondo incasinato, c’è
quella persona che ti vuole un bene infinito e che rimarrà sempre al tuo
fianco. Mi scuso con tutti voi per questa interruzione ma quel vuoto laggiù.
Si
fermò per indicare il posto che apparteneva a Rosie.
-
Quel
vuoto è il posto che appartiene ad una persona meravigliosa che non si è
sentita di affrontare tutto questo. Per amore, per dolore, per egoismo …
nessuno di noi può dirlo. Buona fortuna Scorpius, per
tutti i giorni che verranno.
Il
resto delle parole dette dal prete furono un susseguirsi di frasi di rito che
nessuno realmente ascoltò. I presenti stavano immaginando una serie di film
terribilmente smielati sul tipo di relazione che legava lo sposo alla sua
testimone che, fra parentesi, non si era presentata all’evento.
-
Vuoi
tu Lilian Luna Potter prendere il qui presente Scorpius Hyperion Malfoy come tuo sposo finchè
morte vi separi?
-
Si
lo voglio.
-
Vuoi
tu Scorpius Hyperion Malfoy prendere la qui presente Lilian Luna Potter come tua sposa finchè
morte non vi separi?
Silenzio,
imbarazzante silenzio che nessuno avrebbe mai potuto prevedere. Hugo Weasley
sentiva gli sguardi pungenti di James Potter su di se.
Il
problema di fondo era comunque che nessuno doveva pensare se rispondere “si lo
voglio” il giorno del suo matrimonio, davanti alla futura moglie e al padre
della sposa. Non dovrebbe mai succedere.
Raley e Daniel non si erano mai sentiti
tanto nervosi, occupavano i posti accanto a quello di Rosie,
e avrebbero tanto voluto avere una sigaretta o un paraocchi per non vedere le
facce degli invitati.
Il
prete, disgraziatamente capitato a questo matrimonio, si stava spazientendo.
Erano passati almeno cinque minuti e nessuno proferiva verbo.
-
Io
…
La
voce di Scorpius ruppe il silenzio.
-
Tu
cosa figliolo? Vai avanti …
Il
prete lo incoraggiò a proseguire.
-
Io
non sono più sicuro di quello che voglio. Ho passato la notte a pensare a come
può uno non accorgersi di una donna dopo averci condiviso i più bei sette anni
della sua vita.
-
Signor
Malfoy lei si sta sposando … può dirgliele anche più tardi queste cose.
-
Non
stiamo parlando di lei, il mio problema è un’altra donna!
Urlò
Scorpius mentre Alexys
finalmente sorrideva. Pansy tirò un sospiro di
sollievo rivolgendo un sorriso ammiccante a Draco Malfoy che di rimando lo
fulminò con lo sguardo.
-
Quindi
come la mettiamo?
Chiese
il prete osservando lo sguardo assassino del padre della sposa pronto a tirare
la migliore “Exprelliarmus” della sua vita.
-
Credo
di dover fare una cosa … ci ho messo quindici anni a capirla … sono un vero
idiota!
-
Alla
buon ora!
Esclamò
Raley mentre si accendeva finalmente una sigaretta.
C’era
un gelo impressionante tutto intorno a loro. Il tramonto stava calando e forse
non era troppo tardi.
-
Ti
conviene andare Scorp, e fallo in fretta prima che
mio zio ti faccia saltare la testa.
Hugo
parlava poco ma diceva sempre la cosa giusta al momento giusto. Bastò un “pop”
e anche lui svanì alla vista dei presenti.
Sapeva
dove trovare Rosie ma non cosa lei gli avrebbe tirato
dietro.
La
casa di Luna Lovegood era un appartamento fantastico,
ampio e spazioso senza troppe pretese in fatto di arredamento.
-
Guarda
un po’ chi ha portato il vento ...
-
Devo
vedere Rose, ho bisogno di parlare con lei immediatamente.
-
L’hai
mancata giovane Malfoy, è sparita all’incirca un’ora fa e non so dove sia
finita.
-
Non
sai dove è finita?
-
Aveva
bisogno di tempo per rimettere insieme i pezzi. Penso che viaggerà per un po’
di tempo e quando avrà trovato la sua strada allora tornerà a casa.
-
E
quanto tempo ci vorrà?
-
Forse
un mese, forse un anno, forse una vita intera … adesso sta a te decidere cosa
vuoi fare.
Che
cosa voleva Scorpius Malfoy adesso?
L’avrebbe
lasciata andare di nuovo perdendosi il meglio del tempo disponibile da dividere
con lei?
L’avrebbe
rincorsa fino in capo al mondo per dirle “mi dispiace “ e per farla sentire
finalmente amata?
-
Non
hai molto tempo per pensare …
Non
gli importava se ci avrebbe messo quindici anni o tutta la vita, l’avrebbe
cercata in capo al mondo, trovata e amata. Come questo suo viaggio sarebbe
andata nessuno può saperlo, se riusciranno a incontrarsi di nuovo rimarrà un
mistero e il fatto che ogni città che Scorpius avesse
visitato lo avrebbe portato più vicino di anche solo un metro alla donna della
sua vita …. Beh, è un’altra storia.
-
ti
ho aspettato quindici anni Scorp, posso pazientare
ancora un pò …
Disse
Rose Weasley mentre il sole le illuminava il volto, la sabbia le scivolava tra
le dita e il vento portava via la lettera di Raley
che diceva semplicemente.
“ti sta cercando Rosie,
abbi la pazienza di aspettare ancora un po’ perché sta arrivando da te”.
Forse
era destino, forse doveva accadere in questo modo.
L’unica regola da rispettare era stata infranta ma forse era servito a cambiare
il corso degli eventi: Non innamorarti mai di un Malfoy, aveva detto Hermione Granger mentre si
sforzava di non pensare più a lui che ci aveva rinunciato continuando in
silenzio ad amare l’unica donna che non sarebbe mai stata sua.
I figli ripercorrono gli stessi errori, gli stessi momenti felici e infelici …
i protagonisti cambiano, ci sono voluti quindici anni per capire quale fosse il
giusto finale per la loro storia … semplicemente le regole sono fatte per
essere infrante, o semplicemente un Malfoy doveva cambiare le regole.
The end
Un breve intermezzo mentre finisco il nuovo chap di "tutta colpa di Zabini ... e di Malfoy". Spero vi piaccia, è un esperimento ... recensite mi raccomando. Un saluto Francy