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Autore: cloe cullen    18/02/2010    19 recensioni
Brandii la forchetta esasperata. “E’ normale, ok? E’ normale infuriarsi se il tuo ragazzo sorride a quelle oche, è normale piangere se sei triste ed è normale vomitare e ingozzarsi se sei incinta ok?” Le parole mi uscirono prima che potessi fermarle o anche solo provare a contenerle. Le sentii riecheggiare nella stanza. O merda… Alzai gli occhi ed incontrai quelli spalancati del mio ragazzo. Mi fissava sconvolto..più o meno inebetito Poi accadde tutto molto velocemente. Sentii due tonfi. Uno provocato dalla forchetta che mi era caduta, sbattendo sul piatto. L’altro da Rob che era…semplicemente precipitato dalla sedia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2 FF FIUCCIA Allora...ragazze. Non sappiamo come ringraziarvi per l'appoggio per il primo capitolo. Avete scritto cose bellissime. Siete davvero le migliori. Siamo praticamente commosse, non stiamo scherzando ! Grazie ancora. Bene, rispondiamo alle vostre super gradite recensioni (continuate così!) e poi vi lasciamo al secondo capitolo!! A presto ragazze!

yesido
: Melllllll!!!! O mio Dio..arrossiamo se ci dici così. Un capolavoro? Beh... qst non lo so. Ma faremo del nostro meglio promesso. Grazie di tutte le cose carine che hai detto.

Anto_Pattz : anto!!! Beh, sì direi che alla vista di quei video ci è salita a tutte la voglia di saltare al collo di Katy e dissanguarla ma...beh..alla fine Rob è un bravo ragazzo e beh Kris ha un pò gli ormoni in subbuglio!! Rob che cade dalla sedia sì...beh vedrai che altre cazzate combina ora.
Fiorels : Gemeeee!! Accidenti ..ehm mi sento cretina a risponderti ma.. lo faccio. Davvero la grafica è ok?? *.* meno male xd..lol. Speriamo che la nstr storiella abbia successo ... *.*  *.* sono sicura che sarà così con tutta la pubblicità occulta di una certa persona...hihihih.
Roxisnotdied : Ross cess!!! Sì io e il mostro abbiamo fatto squadra! Cosa dici?? Ancora più brave in due??? *.* Ross..così ci farai commuovere. Sì, Robb è proprio assurdo, ma noi ce lo immaginiamo così. Un pò scemo ma tanto tanto dolce!!! A presto Ross. lol
crazyfred: OMG!! Grazie mille! Sì effettivamente la scena faceva molto casa vianello ma secondo noi robsten sono un pò così!! due scemi..ahahahah. Grazie per i bellissimi complimenti! Vedrai delle belle ora!
ledyang: Una sola parola...paura. Tanto abbiamo già stipulato un patto noi tre...fidati ehm ehm ehm. Grazie di tutto comunque. Sei the best, lo sai. Ma per il fatto che abbiamo tenuto tutto segreto ci devi perdonare..perchè la sorpresa è stata  gradita, no?? LOL Mogliettina...
SeaOfLove: Oriiii..sese..le robstenine spinte dall'ossessione della queen hanno partorito questa splendida ff. continua a seguirci perchè riveleremo il nostro lato mogliore con i futuri capitoli sadici..ahahah LOL.
ariel7: Leti...non vivi senza le nostre ff? grazie...teso noi senza di te che recensisci!! Grazie mille dell'appoggio..vedrai, ci sarà da ridere con qst. LOL P.S.= W isabella!!!! Kiss kiss
bbird: Grazie...continua a seguirci!!! Non ne rimarrai delusa..LOL
Enris: Grazie dell'appoggio. E' davvero importante per noi. Speriamo che tu ti emozioni leggendo questo!! *.*
chi61: oddio grazie!!! Ma non siamo responsabili di cadute ed eventuali contusioni!! LOL Spero ti piaccia anche questo.*.*
dot: Sognare!!!??? Oddio speriamo tanto di riuscirci!!!!!!! A prestooo..lol.
ely_leyton: Sìììììì Kris è una grandissimaaaaaaaaaaaaaa!!! anche gelosa è dolce ma allo stesso tempo un pò bitch. Fio ti invia i suoi saluti attravero me. E ti dice..continua a seguirci..LOL!!!!
kiki_88: Dici di non essere brava nelle recensioni??! La tua era bellissima. Grazie di tutto l'appoggio. Sì, cercheremo di seguire una linea di fatti reali o quanto meno verosimili. Anche se ovviamente la gravidanza di Kris modifica e non poco la relatà visto che lei non è incinta al momento *depressione* peccato però..*.*  *.* A prestooo...spero che 5 gg non siano stati troppi..lol
adry91 : Grazie, cerchiamo di essere più vicini possibile a come sono loro due..o quanto meno a come appaiono a noi!!  Grazie di tutto. LOL.
sbrilluccica : ecco a te il seguito!! Spero sia buono come il primo..!!! *.*  *.*

CAPITOLO 2 (FIORELLA)
SORPRESE


POV ROB

Accadde tutto troppo velocemente. Un secondo prima ero lì che la fissavo interdetto mentre divorava una forchettata dietro l’altra e l’attimo dopo ero a terra, ad avere un incontro ravvicinato col pavimento.
Sperai che la botta mi risvegliasse da quel sogno, da quella realtà assurda, ma Kristen era ancora fuori di sé.
Doveva essere tutto vero.
“Rob…stai bene?” chiese preoccupata e, allo stesso tempo, sbuffando mentre continuava con nonchalance a mangiare quel che rimaneva di quelle povere frittelle.
“Sto..bene..” ansimai aggrappandomi al tavolo per ritornare su. “Anzi no…non sto affatto bene..”
Mi fissò preoccupata. “Cadere dalla sedia non è una cosa tanto normale…”
Ecco! Era assurda! Cosa avrei potuto risponderle in quel momento?
“No, sai cosa non è normale? Darmi una notizia del genere in questo modo!”.
Sospirò rumorosamente alzandosi dal tavolo e portando il piatto nel lavandino.
“E come avrei dovuto dirtelo?”
“Bèh  tanto per cominciare…potevi dirmi di stare seduto..”
“Rob…eri seduto” disse ovvia.
“Intendevo sul pavimento..”
“Ma come potevo immaginare che cadessi dalla sedia?!” rispose isterica.
Non riuscivo nemmeno a trovare le parole per risponderle, per esprimere quello che sentivo. Non poteva essere vero.
“Quando avevi intenzione di dirmelo?” ripresi serio. Chissà da quanto tempo lo nascondeva? Settimane? Mesi? Mi sentii ferito al pensiero che fosse capace di tenermi le cose nascoste. Credevo che tra noi non ci fossero segreti.
“Te lo sto dicendo adesso”. Il suo tono era decisamente seccato mentre, noncurante, si dirigeva nel piccolo e accogliente salottino che quella casetta ci riservava. Iniziò a camminare nervosamente senza un fine preciso, spostando le cose qua e là per tenersi le mani impegnate.
Ancora non riuscivo a credere alle sue parole.
Incinta. C’era una sola spiegazione nel mio modesto vocabolario per quella parola, eppure mi sembrava tutto ancora così assurdo. Forse stava solo scherzando.
Ecco spiegato il tutto! Doveva essere uno scherzo. Scoppiai improvvisamente in una sonora risata mentre quella nuova idea si faceva spazio dentro di me.
Kristen mi guardò perplessa.
“Mi fa piacere che la cosa ti diverta tanto..” Era notevolmente irritata.
Di tutta risposta continuai a ridere. “Scusa amore..” ansimai avvicinandomi e attirandola per i fianchi a me. “Non avevo capito che stessi scherzando, credevo parlassi seriamente..”.
Riuscii finalmente a smettere di ridere e aprii gli occhi incontrando i suoi.
Duri. Freddi. Feriti.
Cazzo!
Cosa avevo fatto?
“Bè…questo la dice lunga..”. Una lacrima le rigò il viso mentre sentii il cuore sprofondare, abbattuto dalle mie stesse parole.
Che cazzo avevo fatto? Come avevo potuto?
“Kris..io..” sussurrai alzando una mano per accarezzarle la guancia ma si scostò, ritirandosi dalla mia presa.
“Vattene Rob..” mormorò chinando il capo e asciugandosi le lacrime con le mani.
“Amore, lasciami spiegare..”
“VATTENE!” urlò prendendomi a pugni sul petto e  costringendomi ad indietreggiare finchè fui messo alla porta.
“Kris ti prego..”
“FUORI!” sbraitò in preda ai singhiozzi sbattendomi la porta in faccia.
Accostai leggermente l’orecchio al legno e la sentii accasciarsi e scoppiare in lacrime. Mi mancò l’aria.
La gola secca, le gambe che non riuscivano a muoversi. Ero davvero uno stronzo!
Alzai la mano per bussare, tentai di chiamare il suo nome ma le parole mi si fermarono in gola e una fitta percorse la mano, bloccandola a due centimetri dalla porta. Non mi avrebbe mai aperto, non lo avrebbe fatto. Non dopo quello che avevo fatto.
Avevo praticamente detto di non volere quel…bambino. Almeno questo era quello che doveva aver percepito dalle mie parole, quello che avevo letto nei suoi occhi. L’avevo ferita. Ma… era semplicemente tutto così inconcepibile per me. Diverse volte avevamo parlato di “famiglia” ma mai eravamo arrivati a un punto preciso. Quanto volte le avevo detto che avrei amato averne una con lei? Che avrei voluto sposarla?
Come poteva credere che non lo desiderassi?
Era tutta colpa mia. Ero stato un vero idiota. Ed ora ero lì contro la porta a sentirla piangere. Mi si strinse il cuore. Non sopportavo di vederla soffrire e il pensiero che fossi io a renderla tale mi tormentava ancora di più. Tutto quello stress non era l’ideale, né per lei né per il bambino.
Dio! Ne ero a conoscenza da mezz’ora e già lo volevo, lo desideravo. Come avevo potuto credere che stesse scherzando?
Avrei voluto entrare, stringerla a me e dirle che andava tutto bene, che sarebbe andato tutto bene. Ma sapevo che non sarebbe bastato, non sarebbe servito a convincerla. Avrebbe pensato che fossero frasi di circostanza. Avrei dovuto pensare ad altro per farmi perdonare, per farle capire quanto l’amavo e quanto desideravo quel bambino.

POV KRIS

Rimasi lì, a terra, spalle alla porta, a piangere tutte le lacrime che avevo in corpo, a piangere l’anima, a piangere sulle sue parole che ancora mi rimbombavano nella testa. Come aveva potuto farmi, dirmi una cosa simile?
Uno scherzo. Ecco cos’era per lui. Ed era rimasto così sollevato dalla sua falsa supposizione. Che bastardo!
E ora? Cosa avrei fatto ora? Non potevo crescere un bambino da sola, non a diciannove anni. Non potevo crescerlo senza suo padre.
Forse stavo esagerando, forse Rob era semplicemente scioccato. Eppure non riuscivo a smettere di piangere. Non riuscivo a immaginarmi un lieto fine.
Lui non lo voleva.
Questo era tutto quello a cui riuscivo a pensare. Niente potè a distogliermi da quel pensiero mentre, con la testa tra le braccia, continuavo a piangere.
D’un tratto sentii qualcosa risalire per lo stomaco e fermarsi alla gola.
Accidenti! Non era abbastanza il senso di solitudine! Ovviamente no!
La mattinata non era completa senza un’altra bella crisi di vomito. Feci giusto in tempo ad arrivare al water e vomitai quelle poche cose che ero riuscita a mangiare  prima. Vomitai anche l’anima.
Quanto avrei voluto Rob lì, in quel momento, a reggermi i capelli e sostenermi come la mattina. Ma lui non c’era, e non sapevo se ci sarebbe mai stato.
Meglio che ti ci abitui Kris.
Dio! Ma da quando ero così melodrammatica? Ah si! Da più o meno un’ora.
Sospirai distrutta accasciandomi sul pavimento freddo del bagno per darmi sollievo. Rimasi lì per terra a pancia in giù per un po’, finchè brividi di freddo mi percorsero tutto il corpo. Pensai subito al bambino. Chissà come stava. Forse aveva freddo anche lui, forse era scomoda per lui quella posizione. Era diventato subito naturale per me preoccuparmi di quell’essere che cresceva pian piano dentro di me. A volte mi sentivo stupida. Quanto poteva sentir freddo un puntino poco più grande di un fagiolo?
Eppure, non potevo farci niente. Ormai era parte di me. Era me ed era…Rob.
Mi rifiutai di pensare oltre a lui, soprattutto col senso di nausea che aleggiava ancora intorno a me. Mi alzai a fatica e, trascinandomi per casa, arrivai al letto e mi ci buttai sopra, raggomitolandomi sotto le coperte per darmi calore. Niente. Non volevo pensare a niente. Ma più cercavo di svuotare la mente più le sue parole tornavano a colpirmi e martellarmi il cuore. Nuove lacrime si accumularono sui miei occhi e non feci niente per trattenerle. Cosa mi restava se non piangere?
Così le lasciai scorrere mentre gli occhi si chiudevano, distrutti.

Dlin dlon.
Fui svegliata dal suono antipatico del campanello. Sprofondai la testa nel cuscino portandomi automaticamente una mano alla pancia.
Dlin Dlon
Dlin Dlon
Dlin Dlon
Perfetto! Ora anche il campanello era contro di me! Mi alzai dal letto dando un’occhiata all’orologio. Wow! Erano le cinque del pomeriggio! Ma quanto avevo dormito?! Doveva essere normale date le condizioni e considerando che la notte prima non avevo praticamente chiuso occhio.
Mi avvicinai alla porta terrorizzata da quello… da chi vi avrei trovato dietro. Non ero pronta a vederlo. Non ora. Senza pensarci troppo però la aprii.
“Rob se sei venuto per…”. La mia voce incontrò il vuoto. Nessuno.
Feci per mettere il piede fuori dalla porta ma fu bloccato da qualcosa. Abbassai lo sguardo e vidi un mazzo di rose. Furbo il ragazzo. Credeva davvero che sarebbero bastate quelle per farsi perdonare?
Farsi perdonare di cosa poi? Non aveva colpa, aveva solo detto quello che pensava. Non lo voleva. E io avrei dovuto vedermela da sola. Non avrei abbandonato il mio bambino.
Nonostante tutto mi chinai a prendere i fiori e mi trovai tra le mani un foglio bianco. Solo un indirizzo sopra. Ugualmente non avevo bisogno della firma per capire di chi fosse.
Ah, quanto avrei voluto fumarmi una sigaretta!
Ma non potevo. Non più, almeno per i prossimi sette mesi.
Lo sconforto lasciò spazio alla rabbia. Gettai i fiori sul pavimento e mi buttai di nuovo sul letto, intenzionata a dormire almeno fino al giorno dopo. Non avevo sonno, ma avrei chiuso gli occhi, non avrei pensato più a niente.
Più facile a dirsi che a farsi. Come potevo non pensare a niente? Non potevo.
Non andare Kris. È inutile. Ormai ha detto quello che pensa.
E se invece ti sbagliassi? Se fosse stato tutto un malinteso?
Angelo e diavolo si contendevano la mia coscienza mentre io non sapevo a chi dare ascolto, non sapevo chi poteva avere ragione. A chi credere? A cosa credere?
Non sapevo più niente. Forse quelle parole erano state dettate dalla sorpresa, forse aveva sbagliato ad esprimersi, forse avrebbe voluto spiegarmi. La possibilità che volesse quel bambino mi invase con un filo di speranza, prima che la realtà mi piombasse di nuovo addosso.
Chissà però… magari lo voleva. Non lo sapevo più, l’unica cosa di cui ero sicura era che non l’avrei mai scoperto se non l’avessi visto.
Mi alzai dal letto sperando di non avere i capogiri e infilai i primi jeans che trovai, gli stessi che presto non mi sarebbero più entrati, maglia col cappuccio e occhiali. Controllai velocemente l’indirizzo e, senza pensarci, chiamai un taxi.

Ma dov’ero?
Il taxi mi lasciò sul ciglio della strada coperta di sabbia, a pochi metri dal mare.
Mi guardai attorno stranita. Ero stata altre volte a Venice Beach ma quella zona non l’avevo mai vista.
Esplorai il quartiere con gli occhi, ma non lo vidi. Rob non c’era.
Con il vuoto nello stomaco portai una mano sulla pancia e iniziai già a sentire le lacrime accumularsi per la delusione, per il dolore di sentirlo così lontano in quel momento. Quanto lo avrei voluto vicino a me. Mi buttai a sedere su una panchina con la testa tra le mani e le prime lacrime iniziarono a rigarmi il viso.
D’un tratto sentii qualcuno avvicinarsi e una mano improvvisamente fu sotto il mio viso.
Alzai il volto bagnato e lo vidi. Tutta la rabbia, tutto il dolore, tutta la delusione sparirono mentre lentamente afferravo la sua mano. Volevo solo sentirlo con me, vicino. Volevo solo piangere. Tirandomi su mi asciugò le lacrime con un bacio e mi cinse i fianchi affondando il capo nel mio collo.
“Rob..” piansi più forte contro la sua camicia.
“Ssssh” sussurrò cullandomi dolcemente.
Restai stretta a lui versando tutte le lacrime che avevo in corpo. Volevo godere della sua presenza prima di sapere quello che aveva da dirmi, prima di sapere se avrei dovuto affrontare tutto da sola.
“Amore mio..” sussurrò tra i miei capelli. “Mi dispiace così tanto..”
Quando fui abbastanza calma da non singhiozzare affannosamente mi scostò l afferrando il mio viso tra le sue mani.
“Mi dispiace…così tanto..” ripetè. La sua fronte, il suo viso erano tutti corrugati dal dolore, dalla sofferenza. “Io ti amo..e voglio tutto di te. Voglio te e voglio questo bambino!”. Nello stesso istante in cui l’ultima lacrima rigò il mio viso, una gli scese dagli occhi accumulandosi sulla sua bocca.
Come potevo non credergli? Come potevo aver dubitato di lui?
Mi si strinse il cuore, per la gioia, per la tristezza, per i ricordi di quella giornata. Per tutto.
Mi alzai sulle punte e stringendogli le braccia al petto lo baciai lasciando che le mie labbra assaporassero quella lacrima di dolorosa sincerità.
Finalmente un sorriso apparve sui nostri volti, insieme. Ridendo mi prese di nuovo tra le sue braccia portando la mia testa sul suo petto e baciandomi i capelli.
Mi sentii improvvisamente bene, così completa. Non avrei dovuto temere più niente. Non c’era più bisogno di parole. Tutto era stato perdonato, tutto era stato chiarito. Tutto era perfetto.
Sarebbe andato tutto bene. Con lui al mio fianco sapevo di non essere sola, di non dover avere paura.
“Andiamo”
“Dove?” chiesi contro il suo petto.
Mi baciò un’ultima volta i capelli e si staccò prendendomi per mano. “Non crederai mica che pensassi che le rose sarebbero bastate..” disse ovvio iniziando a incamminarsi verso il mare.
Solo allora mi resi conto di come stavo combinata. Ero inguardabile.
Jeans e maglietta mentre lui era impeccabile. Non avevo nemmeno messo un filo di trucco.
“Rob ma io sembro un mostro..” protestai impuntando i piedi. Sbuffò rumorosamente e si voltò verso di me.
“Però..un mostro davvero attraente..” sussurrò sorridendo sulle mie labbra.
Ero troppo infatuata dal suo respiro per rispondere.
“Amore..tu sei sempre perfetta..” bisbigliò ancora indugiando sulle mi labbra e, come se niente fosse ,riprese a camminare.
Ci togliemmo le scarpe per sentire la sabbia sotto i piedi e continuammo a camminare finchè non arrivammo a un ristorante a due passi dal mare.
Già morivo dalla vergogna a presentarmi lì dentro conciata in quel modo, ma quando entrammo vidi che non c’era nessuno.
Ci fecero accomodare in una piccola saletta riservata, con luci soffuse, un piccolo caminetto acceso e un pianoforte in un angolo da cui proveniva una dolcissima melodia.
Rob spostò la mia sedia da perfetto gentiluomo, baciandomi la mano prima di andare a sedersi.
“Hai fatto tutto tu?” chiesi incredula.
“Oh si…prenotare un ristorante è davvero difficile” disse ironico.
Sorrisi sfogliando il menu. Dopo il pomeriggio passato a vomitare la nausea non mi aveva ancora abbandonato e solo leggere tutti quei piatti mi dava il voltastomaco. Ma era stato così carino ad organizzare quella serata per farsi “perdonare” che cercai disperatamente qualcosa che non fosse pesce e che non mi desse la nausea. Magari un’insalatina.
“Puoi anche non mangiare..” disse Rob notando, evidentemente, la smorfia sul mio volto.
Mi sentii un po’ in colpa per sciupare tutto quel ben di Dio. “Oh..prenderò un’insalata” dissi cercando di apparire convinta.
“Va tutto bene Kris, non c’è problema.”
“Scusami Rob” piagnucolai. “E’ solo…questa nausea che non si decide a passare..”. Sussurrando quelle parole mi resi conto che, dopo tutto, non avevamo ancora parlato del bambino. Non apertamente almeno. Non volevo essere io a fare la prima mossa.
Rob si alzò lentamente e venendomi vicino mi porse una mano. “Mi concede l’onore di questo ballo?”.
Non era quello che mi aspettavo, ma accettai volentieri la sua mano con un sorriso e dondolando con lui appoggiandomi al suo petto.
“Com’è Kris?” disse a un tratto mentre la musica invadeva la sala.
“Com’è cosa?”
“Com’è…sentirlo dentro? Cosa senti? Cosa…provi?”.
Rimasi sorpresa da quella domanda, ma allo stesso tempo sollevata. I miei pochi dubbi mi abbandonarono definitivamente.
“E’..strano. E’ come..sentirsi più grande, più completa. È sapere che non sono mai sola..che c’è qualcun altro con me, che siamo in due. È come essere due persone nello stesso tempo. E’ come avere..te..dentro di me. Siamo noi due”. La mia voce aveva iniziato a tremare mentre parlavo e riuscii a stento a trattenere le lacrime.
“Deve essere…bellissimo” sussurrò Rob emozionato e mi trovai a sorridere contro il suo petto. Mi voltai e poggiai la mia bocca sulla sua.
“Lo è..” bisbigliai sincera sulle sue labbra.
I suoi occhi brillarono di felicità e facendomi rotare su me stessa mi portò con le spalle contro il suo petto. Sentii la sua bocca sul mio collo e intrecciò le nostre mani portandole sotto la mia maglietta larga, a contatto con la mia pancia ancora piatta.
“Ti amo Kris” mi sussurrò all’orecchio accarezzando il mio ventre nudo.
Strofinai la testa contro la sua tremando al contatto. “Ti amo Rob”.
Finalmente potevo non pensare a niente, finalmente tutto andava per il verso giusto. Tutto perfetto. Se solo non ci fosse stato il vuoto nello stomaco all’improvviso pensiero che presto sarebbe partito
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