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Autore: medea nc    18/02/2010    5 recensioni
Due adolescenti, due opposti che, come al solito, per la reazione chimica più comune al mondo, si attraggono...anche se non lo ammetteranno mai! Peccato che il cuore fa male quando ci si oppone ad esso!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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“Ripeti il mio nome!”

 

 

Cammina veloce. Cammina e spera. Spera vivamente che lui non la rincorra con quella dannata moto, causa dei suoi guai e delle sue paure. Perché può farlo…oh! Sì! Che può farlo! sarebbe da lui, sarebbe da Victor…A quanti isolati è lontana dalla scuola? Tanti?  non abbastanza.

Se avesse provato a raggiungerla a piedi, per la miseria che non  ci sarebbe riuscito! ma no, lui è con la moto…

Si ferma per riprender fiato, si volta indietro, non c’è nessuno…Ma poi perché avrebbe dovuto seguirla? A che pro? Lei non gli importa? No…Cammina più a rilento, è certa che non l’ha rincorsa!!!…no, non l’ha fatto!!!

E’ nel suo viale preferito, una bella stradina piena di alberi e case, villette con indimenticabili giardini. Anche la giornata è serena, sebbene,  ogni tanto spiri un venticello freddo…l’unico fastidio…sarebbe perfetto, se non ci fosse quel vento…

Ecco che comincia a cullarsi sui suoi pensieri, su quello a cui ha assistito poco fa’…accidenti a loro e a quando si è immischiata in quel gruppo!!!

E’ troppo soprappensiero, non se ne accorge.

Una moto sgomma rumorosamente all’altezza della curva del viale. Questo, la fa sussultare…”e’ venuto!!!”Continua a camminare, è tattica, non può fermarsi a spiare chi sia, tanto lo sa perfettamente che è lui!!!Altri cinque passi e la moto frena davanti a lei…per poco non la travolge…”quello sconsiderato!!!”

Victor ( da sotto il casco): Sali!!!

Ma lei gli gira intorno e, con aria non curante riprende la sua strada. Sente spegnere la moto. Il ragazzo si  toglie il casco, lo lascia pendere dal manubrio. Le arriva alle spalle, agguanta il braccio di lei spingendola bruscamente al muro pietroso di una delle ville; senza darle nemmeno il tempo di fare un passo, divarica le sue gambe, imprigionando quelle di lei, e con le braccia, sopra le sue spalle, incornicia il bel viso.

Greta: Lasciami subito!!! ( spingendo con le mani sul suo torace).

Victor: Non, fino a che terrai il broncio!!!

Greta: …Se non mi molli subito, io, mi metto a urlare!!!

Victor: Fallo!!!…Lo sai che non ho paura!!!

Greta: Che cosa vuoi da me?

Victor: …nulla! Sto solo aspettando!

Greta (visibilmente arrabbiata) : Cosa?

Victor: Che tu reagisca…che m’insulti, che mi offendi, che mi rimproveri quanto mi ero sbagliato su di te, che mi accusi di non averti creduto…tutto quello che c’hai in corpo…tu vai subito in escandescenza, non riesco ad immaginare che cosa provi dopo tanti giorni di astinenza!!!

Greta: Per te? ( con tono di sfida)…La più totale indifferenza!!! (notando la contrazione dei suoi occhi )…Volevi che m’impicciassi degli affari miei…ora te ne do’ la possibilità…mi hai accusato di avere secondi fini, di consigliarti solo per fare un favore a Teresa, invece che preoccuparmi di te…tre volte…tre volte mi hai offesa!!! Mi incolpi di cose che non ho fatto…bene…dovresti essere contento, almeno, grazie alla tua amica del cuore mi sono tolta dalle scatole…e tu sei  riuscito ad avere tutto quello che volevi con i minimi sforzi…ora però è il mio turno di essere arrabbiata, e non con te…la tua amica d’infanzia…la conosci da anni, avrei dovuto aspettarmelo che avresti creduto a lei e non a me!!!come tutti del resto, ma…

Teresa, è con lei che ce lo non fidandosi!!!

Victor: Davvero non t’interessa il mio parere?

Greta: Perché a te quand’è che te ne è fregato qualcosa del mio?

Victor: Allora t’interessa?

Greta: No!!! Affatto!!!

Victor: Scusami…

Greta:”…si sta scusando???”

Victor:…anche se il fatto di non averti creduto non è la cosa più importante!!!

Greta: Che vuoi dire?

Victor: …che anche se fossi stata tu a fare quella chiamata…io ti avrei perdonata lo stesso!!!

Greta: Questo non è vero! Tu non mi hai rivolto la parola per quattro giorni!

Victor: E come facevo?…non ti ho più vista!!! E poi questo è falso…io ti ho mandato a chiamare per Teresa; stamani, volevo parlare con te, per dirti che non me ne fregava nulla di quella storia, e allora non sapevo ancora la verità…ma tu non sei voluta venire…poi si è scoperta la faccenda…!!!

Greta: “ E’ vero…lui mi cercava stamattina…”…Perché?

Victor: Tu lo sai perché!

Greta: No, non lo so… ( esausta)…non lo so e non capisco perché devo mettermi ad indovinare con te…ma tu cosa vuoi da me?

Victor: Voglio te, Greta!!!

Il mondo si ferma. Uno spostamento d’aria e i suoi capelli danzano dolcemente dietro le orecchie, sfiorando presuntuosi le sue guance. Sente un brivido freddo percorrerle il corpo, da tintinnare in un tremito appena percettibile, questo suscita in lui, maggior desiderio.

I suoi splendidi occhi luminosi si spalancano, come le finestre su una grande veduta, dove la vista può spaziare…A questa dilatazione , Victor ha come l’impressione di essere sommerso da lei, camminare nel suo cervello, percorrere tutto il suo candido corpo, fino ad arrivare al centro nevralgico del suo io.

Victor: Stai tremando? ( ha la voce pastosa, profonda, sensuale)…hai freddo?

Greta indugia…forse non ha sentito neanche cosa le ha chiesto!

Victor interpreta quel silenzio come un “Si” e comincia ad aprire la cerniera della giacca a vento, si sfila l’indumento e glielo depone sulle spalle.

Greta:…Potresti ripetermelo? ( ora lo sta guardando diritto negli occhi, come se aspettasse da lui chissà quale risposta, mettendolo a disagio; che cosa deve ripetere?)

Victor ( con un mezzo sorriso): Cosa vuoi che ti ripeta?

Greta:…Il…mio nome!!!

Victor la osserva stralunato. Non stava pensando a quanto ci fosse qualcosa di più importante del ridire il suo nome? Lo aveva sentito? Aveva capito cosa volesse, anzi no, cosa pretendesse da lei?

Victor: Perché?

Greta:…E’…la prima volta che pronunci il mio nome!!!

Victor resta interdetto. A dire il vero non ci aveva mai pensato seriamente…ma per il semplice fatto che non era tanto seria poi come cosa…insomma, quando parlava con lei, o di lei…era sottinteso,  si capiva che dicendo “lei”, s’intendesse “solo lei”. Sorride. E’divertito. “Ha fatto caso che non  l’ho mai chiamata per nome!…Questo la rende ancora più carina!”

Victor ( ricomponendosi ) : Beh?…forse perché  non c’era motivo che io ti chiamassi per nome!

Greta ( acquistando la sua lucidità cerebrale): Se è per questo neanche prima! Ero qua, ci siamo solo io e te, stavi parlando con me, non era necessario dire il mio nome!

Victor: Porco cane, Greta! Mi stai facendo un predicozzo solo perché ho detto il tuo nome quando non era necessario…come se poi sta cosa fosse la più grande verità del mondo…la gente si chiama di continuo senza motivo…e poi non era questo il casus belli della questione, accidenti!!!

Greta ( con aria bonaria e nel contempo compiaciuta): Ah! No?!

Victor: No!

Greta: E quale sarebbe il casus belli? ( facendo scivolare la giacca dalle spalle e infilandovi le braccia).

Victor: E’…che prima di pronunciare il tuo benedetto nome ho detto qualcos’altro, ricordi?

Greta: Sì, mi ricordo!…e ti rispondo subito che non avresti dovuto permetterti una cosa del genere…io non sono una tua proprietà, non ti appartengo, -io voglio-non esiste…non…

Victor: Sei estenuante!!!

Greta: Estenuante a chi?…guarda che tu già stai in una situazione critica, non complicare le cose…in uno stato precario come il tuo pondererei le parole!!!

Victor: Bene! allora visto che la mia posizione è dubbia, non fa nulla se la peggioro ancora un po’…poi magari facciamo tutto un conto eh?!

Non afferra la battuta, ma poverina, non può. Le manca il tempo materiale. Lui non finisce di parlare che si arcua verso di lei e …la bacia!!!

La bacia…la sta baciando…ora, si stanno baciando…lei ha risposto. Gli sta facendo capire, che a modo suo, anche lei lo vuole, per davvero, sebbene si senta stretta, quasi soffocata dalle sue braccia forti che la trattengono, aderendo perfettamente con il corpo di lui, manco avesse paura che di lì a qualche secondo lei potesse scappargli….un bacio…il suo primo bacio…rubato da un insolente, screanzato…al quale dovrebbe opporsi…e infatti si sta opponendo…incrocia le sue braccia dietro alla nuca  e si aggrappa a sé come se fosse l’unico appoggio in un mondo che è sommerso e che dilaga. Si sta opponendo.

Quando si schiude quel momento, il ragazzo la lascia un po’ scivolare…appena un po’ per poterle vedere il viso, ma lei lo abbassa, quasi imbarazzata.

Victor (scherzando): Avresti almeno potuto collaborare dall’inizio!

Greta ( con un candido rossore): Non prendermi in giro!

Victor: Non sia mai!…dovrei passare un’altra mezza giornata a scusarmi per non sentirti rimproverarmi!!! ( la bacia sulla testa).

Greta: Che cosa ti ha fatto credere che avessi chiamato io, a quel numero?…Le prove schiaccianti contro di me?

E’ ancora attaccata a lui mentre gli solletica un muscolo del braccio, e la sua testa sprofonda nel torace virile.

Victor: Sei stata tu!

Greta: Come?

Victor:…Avevi rinunciato a vedermi giocare il giorno prima, solo per una cavolata…e poi mi vedevi correre il pomeriggio dopo, senza poterti opporre…se fossi stato io al tuo posto, magari…per dispetto avrei fatto qualcosa di sconsiderato…come quella telefonata, per esempio.

Greta: Ma ti sei dovuto ricredere!!!Io ho un animo troppo buono per fare certe cose…

Victor: e anche troppo modesto!!! ( precisa ironico).

Greta:…E poi lo credi tu che non ti abbia visto giocare…(sorridendo divertita).

Victor: Sì! Di’  che c’eri?

Greta ( sospirando come chi stanco di dare spiegazioni):…Il primo tempo è stato fiacco e noioso…due scatole così; se non fosse stato per te che centravi quei due canestri e per quel passaggio di Marco che è stato la fine del mondo, me ne sarei già andata…il secondo tempo invece è stato più eccitante, quelli del Pavese vi stavano dando una bella batosta hanno recuperato e sono passati in vantaggio…peccato solo che tu non abbia mantenuto la tua promessa…

Victor: Sì che l’ho fatto?

Greta: gomitata dell’avversario al fianco sinistro, al cinquantatreesimo minuto (tastando delicatamente la zona ferita)…proprio qua!!!

Victor: Ahi!…e così eri lì?!…Non è che ti ha raccontato tutto Teresa?

Greta: No, non l’ha fatto…comunque puoi sempre chiederglielo…mai che ti fidi?!…stai continuando a mettere la pomata?

Victor: Sì, anche se te l’ho quasi finita!!!

Greta: La mano?

Victor: A posto da giorni!…anche il sopracciglio!!!

Greta: Mi riaccompagni a casa?

Victor: Volevo farlo prima, ma visto che hai rifiutato?…Sali!!!...Chiamerai Teresa, vero?

Greta: No che non lo farò!...io ho i miei tempi per passare su certe cose…Quando me la sentirò…chiarirò!

Victor: Esci con me stasera?

Greta: …Forse…

 

 

 

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