Serie TV > Merlin
Segui la storia  |       
Autore: CucciLoverZ    18/02/2010    2 recensioni
La magia è pericolosa,è come una malattia: ti consuma da dentro fino a ucciderti, ti tramuta in magia stessa...ti assottiglia e ti senti man mano sempre più sottile, trasparente. Usare la magia è veleno. Ma questo non è il tuo destino Merlino...quindi non piangere.
Genere: Romantico, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Merlino, Principe Artù
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La luce del sole filtrava attraverso i pesanti tendaggi della camera da letto. Per la prima volta dopo giorni le nuvole si stavano aprendo lasciando spazio a un po' di calore; il ghiaccio con lentezza si scioglieva lasciando il posto a fangosi e marroni strati di acquitrino per le strade di Camelot.

Con un sospiro assonnato Merlino si girò nel sonno accucciandosi di più sotto la coperta, assolutamente calda e confortevole. Anche il letto quella mattina gli sembrava più comodo del solito; in media alla mattina si sentiva tutte le ossa indolenzite, ma quella volta il restare piacevolmente sdraiati gli dipingeva un sorrisetto sulle labbra rilassate. La sua quiete fu interrotta bruscamente quando un qualcosa lo colpì duramente in faccia e aprendo gli occhi contrariato si ritrovò un braccio sul volto...un braccio stranamente famigliare. Girando gli occhi da falco alla sua destra per un attimo rimase senza parole: accanto a se il principe Artù dormiva beatamente spaparanzato con gambe e braccia divaricate, lasciando al mago un piccolissimo spazio a lato. Cercando di alzarsi una fitta lo colpì spargendosi per tutto il corpo. Aveva per caso fatto a botte con qualcuno? Poi si ricordò della spaventosa notte passata e un brivido lo percorse dalla testa ai piedi. Con una mano tastò la coperta, condivisa con il principe. Sentendone la tipica consistenza del pelo chiuse gli occhi con un sospiro. Quella non era una coperta, era il pesante e perfetto mantello di Felina, quindi da qualche parte nella stanza doveva esserci anche lei. Ora doveva semplicemente alzarsi senza far rumore, in modo tale da non svegliare Artù. Prese un profondo respiro poi delicatamente cercò di spostare il braccio che lo sovrastava, ma dopo il primo movimento il braccio si mosse in direzione della sua gola, stringendolo in una morsa d'acciaio.

-Merlino?!- mollando la presa Artù si ributtò a capofitto tra i cuscini- dimmi che non è successo davvero, dimmi che non abbiamo dormito assieme nello stesso letto.-

Il corvino si alzò di colpo scendendo dal letto, un gemito gli uscì dalle labbra quando le ossa urlarono per il brusco movimento, però questo non gli impedì di sorridere a 32 denti- io non mi ricordo quasi nulla di ieri sera, non è colpa mia-

-si che è colpa tua!- a sua volta si alzò dal letto puntandolo con sguardo assassino- io ero sulla sedia, quella sedia- e indicò il seggio posizionato vicino al letto- non mi sono mai sdraiato, dovevo vegliarti mentre avevi la febbre! Quindi è colpa tua!-
Merlino inarcò le sopracciglia, sorridendo di nuovo- voi stavate vegliando su di me? Mi sa che il sonno vi ha giocato un brutto scherzo- Artù fece per correre e prenderlo per la gola in che fece correre a sua volta il mago che si allontanò da lui a gambe levate- avanti Artù calmatevi, non mi sembrava steste dormendo poi così male- il principe si bloccò come a voler ragionare su quell'affermazione, piegando la testa di lato con le labbra arricciate- hai ragione Merlino, era da tanto che non dormivo così bene...a proposito, dov'è Felina? Ieri notte era con noi- gli occhi si posarono sulla pelliccia bianca, soffice come velluto- non ne ho idea, ve l'ho già detto...non ricordo quasi nulla della scorsa notte, però di una cosa sono certa, se ha lasciato qui il suo inseparabile mantello, non sarà andata molto lontana-
il silenzio calò nella stanza mentre Merlino apriva le tende per far passare maggior luce possibile- finalmente il sole...è davvero una giornata perfetta per una..-
-BATTAGLIA!- L'urlo di Artù lo fece sussultare, poi tornò a mente anche lui. Quel giorno stesso i cavalieri di Camelot sarebbero dovuti partire per sconfiggere il mago, assetato di vendetta. -preparami immediatamente l'armatura Merlino, sistemami il mantello e dai immediatamente l'allarme per i soldati, dobbiamo partire immediatamente! Ah e prepara il mio cavallo!- Merlino corse verso l'armadio poi si bloccò a fissarlo- Merlino! Che stai facendo, muoviti!-
-ma Artù, non trovo il vostro mantello...l'avevo appoggiato qui ieri!- sbattendosi una mano sulla fronte il principe cercò in tutti i modi di trattenersi-muoviti idiota!-
-subito!-

 

 

In poco tempo venti dei soldati migliori di Camelot galoppavano a Nord delle montagne, diretti alle colline Di Nume ove avrebbero incrociato i nemici, tagliandogli così l'accesso alla città. A capo della spedizione Artù cavalcava con sguardo cupo, cercando di dirigere il destriero nello zone più asciutte del sentiero che si era tramutato in un mare di fango ghiacciato. Dopo l'ennesimo inciampo dell'animale alzò il braccio per far rallentare il gruppo, sospirando- di questo passo non arriveremo mai...- la voce si era mantenuta ferma, ma Merlino al suo fianco sapeva perfettamente che era preoccupato. A sua volta guardava con rammarico la strada fangosa, rammentando perfettamente le visioni della notte precedente – Merlino, stai tremando talmente tanto che il cavallo quasi non si regge in piedi- il sorriso di Artù era teso, ma lanciando un'occhiata al suo fianco cercò di calmare il servitore, pallido come uno straccio- andrà tutto bene...siamo i migliori soldati di mio padre, per ora nessuno è mai riuscito a sconfiggerci-
-nessuno di umano...ma stiamo andando incontro a uno stregone...e per di più assetato di vendetta per la decapitazione del figlio- deglutì a fatica e per poco non cadde dalla sella quando il castrone inciampò in una pozza, schizzando fango ovunque.- al posto di preoccuparti della battaglia, preoccupati del fatto che sono senza mantello a causa tua!- continuando a camminare raggiunsero infine un'altura da cui si poteva scorgere bene l'inizio delle colline, ancora perfettamente bianche. - io non vi ho rubato il mantello! Sapete, ci terrei molto a rivederlo anche io visto che lo devo rammendare e pulire ogni volta- Artù scoppiò a ridere e con i talloni spronò il cavallo a scendere a un trotto leggero – e dimmi Merlino, vorrei tanto sapere perché allora non mi hai voluto dare il mantello di Felina, visto che si congela-
-sapete, non mi sembrava giusto darvi qualcosa che non vi appartiene...non che vi sarebbe stato male, sia chiaro. Secondo me sareste stato benissimo con un indumento femminile addosso- a sua volta sorrise, poi però tornò decisamente serio quando si accorse dello sguardo di lui- come non detto-
Quando tutti i cavalieri furono scesi dall'altura si guardarono attorno con ansia, la pianura era un'intera distesa di fango e dove un tempo scorreva un fiume adesso c'era una palude mortalmente gelata e profonda. La posizione era decisamente sfavorevole a loro, ma dovevano contare sulla forza della cavalleria. Se davvero il mago aveva intenzione di attaccare, lo avrebbe fatto con il suo piccolo esercito e a quel punto la pianura seppure allagata avrebbe favorito la carica a cavallo- in formazione cavalieri di Camelot! E che la paura non si impadronisca di voi, qualunque cosa succeda, sappiate che saremo i vincitori!- E urlando questo Artù prese l'elmo, tenendolo sotto il braccio aspettando che i cavalieri lo circondassero pronti alla battaglia- avrebbero dovuto già essere qua...-
-paura Merlino? Forse dopo oggi non dovrai più badare al mio mantello- si voltò verso di lui, il cavallo sotto di lui irrequieto continuava a muoversi, nitrendo, gli occhi sgranati- e nemmeno più alla vostra armatura!- sorrisero entrambi, guardando davanti a se le bianche colline, il sole splendente nel cielo-se dovesse succedere qualcosa..Merlino, promettimi che ti prenderai cura di Ginevra...e anche di Felina-
- vi dispiace di non aver potuto salutarla? Intendo Felina...-poi si bloccò, guardando il cielo un attimo-non lo sentite anche voi questo rumore?-
tutti i cavalieri guardarono il cielo e in un attimo l'azzurro si coprì di una tempesta di frecce infuocate, togliendo ai cavalieri anche il tempo di mettersi l'elmo e di sguainare le spade- disperdetevi, disperdetevi!-

i cavalli furono spronati al galoppo nella pianura, Merlino avanzò insieme agli altri; la furia delle frecce si scagliò con una tale potenza che per un attimo il frastuono di esse sormontò le grida di dolore. Una freccia colpì il cavallo di Merlino che cadde a terra con un nutrito straziante facendo cadere il sevo nel fango. Sbattendo la testa per un attimo rimase senza fiato, poi gemendo si scostò appena in tempo per evitare gli zoccoli del cavallo che annaspando nel fango cercavano di portarsi via dalla battaglia. Alzandosi frastornato nel pantano Merlino cercò con gli occhi la figura di Artù, e quando con lo sguardo di falco incontrò una figura incappucciata sulla collina si rese conto di essere  nella battaglia mostratasi in visione.

Prendendo a correre in mezzo alla folla non badò più a nulla. A nessun cavallo morente, a nessun mantello rosso insanguinato, a nessuno dei soldati nemici che si erano riversati su di loro come formiche spingendoli verso il fiume, a nessun mago...correndo cercava solo qual bagliore argenteo che gli avrebbe mostrato il suo principe. Lo avrebbe raggiunto prima della freccia, l'avrebbe salvato. Cadde nel fango e arpionando la melma con le mani si rialzò, continuando a correre. Qualcuno lo colpì sul fianco, ma voltandosi con un urlo respinse il soldato-Artù dove siete?! Artù?!- voltandosi verso le colline infine lo vide, eroico mentre combatteva contro troppi nemici, senza più lo scudo, i capelli e il viso sporchi di sangue. Aumentando l'andatura si accorse della freccia in tempo. Buttandosi contro il principe lo fece precipitare a terra , obbligandolo con una mano a stare con il volto sul terreno freddo, e con un sibilo la freccia si ficcò a pochi centimetri dal volto di Artù. Merlino sorrise, disperato ma felice di averlo salvato, a differenza di come gli si era mostrato il futuro. Erano rimasti solo loro, in mezzo all'esercito del mago che ancora sfoggiava la balestra dall'alto della collina, con il cappuccio a coprirgli il volto.
“proteggi Artù,conducilo al sicuro” e come una doccia fredda la voce di Felina lo riportò al presente  e alzandosi con uno sforzo lo prese per le spalle muscolose- dobbiamo andare!-

-no! Non posso arrendermi!-

ma prima che potesse riprendere la spada in mano la figura femminile di lei gli si parò davanti, come comparsa dal nulla, o forse dal cielo. Voltandosi verso di loro sorrise ad entrambi, poi piantando il possente arco a terra lo tese e il suono della corda in tensione si sparse per tutta la zona- cihetendokantara...in nome dell'aria, dell'acqua, del fuoco e della terra, filantes moriente n dare!- e la freccia scoccata con un sibilo spaventoso si tramutò in una scia di magia pura che spazzò via la maggior parte degli uomini di fronte a se, voltandosi in pochi secondi ne scoccò altre quattro per poi   brandire l'arco come arma, facendola volteggiare attorno a se, combattendo con mostruosa maestria, disintegrando ogni uomo in un mare di fuoco.

Nemmeno le sentì le grida di Artù che furioso prendeva la spada uccidendo chiunque si trovasse tra lui e la principessa, cercando di raggiungerla in quell'inferno di fango e fiamme. Merlino rimasto indietro si voltò cercando di trattenerlo, schivò una fiammata senza nemmeno accorgersene. Camminava tra i cadaveri, perché c'erano solo urla.

Vide Artù prendere Felina da un braccio facendola cadere a terra, la vide in ginocchio di fronte a lui senza forze far cadere l'arco, alto quanto un cavallo-bugiarda!- lo sentì urlare come se fossero a chilometri di distanza, ma in verità erano pochi metri. La mente di Merlino era lontana, solo le gambe continuavano a muoversi tra i cadaveri. Con un urlo protese una mano come per cercare di prendere la freccia che a rallentatore si muoveva in direzione di Artù. E poi l'armatura cedette e i capelli biondi caddero nel fango insieme ad Artù.

Quel che accadde dopo fu troppo confuso. Attingendo da una forza dentro di se si voltò con rabbia verso la figura incappucciata e urlando parole fino da allora sconosciute vide la propria magia scontrarsi con quella del potente mago. Sentì le mani di Felina sorreggerlo mentre le gambe gli cedevano nel fango e come quella volta a Camelot sentì il potere di Felina penetralo con il più dolce dei calori. E con un ultimo sforzo il mago morì.

Il silenzio cadde sulla pianura infuocata, staccandosi dalla ragazza si precipitò in ginocchio accanto al corpo di Artù, ormai pallido. Togliendosi la bandana cercò di pulirgli il sangue che scendeva a fiotti dalla bocca del principe, gli occhi spenti, il petto che si alzava a fatica sotto gli effetti della morte imminente.

Le lacrime iniziarono a scendere rigandogli il viso- vi prego Artù..non morite, per favore...per favore- si accasciò sul petto dell'amico, entrambe le mani gli coprivano il volto impedendogli di guardare la sofferenza del ferito

-ci tieni così tanto a lui?-

Voltandosi dovette sbattere più volte le palpebre per riuscire a scorgere Felina attraverso il velo di lacrime, ma la vista di lei affaticata e in ginocchio non lo rassicurò, anzi lo fece piangere di più- salvalo..se ne hai la forza salvalo...ti darò tutto ciò che vuoi in cambio, tutto!-

Lei sembrò per un attimo spaventata mentre fissava Artù- è una freccia avvelenata...-

-TI PREGO!-

Poi lei abbasso il capo e con un gemito si alzò. Raggiungendoli affiancò il giovane mago, appoggiando le mani sul petto quasi immobile di Artù che sebbene avesse gli occhi aperti non sembrava scorgere nessuno- quando avrò finito prendi il cavallo bianco, è ferito ma può ancora galoppare...porta Artù a Camelot il più in fretta possibile perché dopo il mio aiuto sarà comunque troppo debole per poter stare fuori...non sopravviverebbe a una notte invernale.- Merlino annuì fissandola in silenzio, asciugandosi le lacrime con gesti agitati.

Passando le mani sul petto di lui Felina si abbassò su di lui appoggiando le labbra ad altezza del cuore, poi sussurrando una formula magica stacco la bocca avvicinandola a quella insanguinata di lui e posando le labbra tra esse ci soffiò dentro. Staccandosi insieme a lui una nuvola nera si alzò dal corpo di Artù che fu scosso da dei potenti tremiti, poi l'ombra entrò nella bocca insanguinata della principessa che assorbì il veleno con la testa piegata ad osservare il cielo. Tossendo si tenne il ventre dolorante-ora va Merlino...cavalca più forte del vento...-

Con un ultimo sforzo sorrise al mago cercando di dargli speranza, e vedendolo galoppare via si sentì per la prima volta sola.

Accasciandosi nel fango si raggomitolò con le braccia strette attorno al corpo ormai ricoperto di ematomi neri. Chiudendo gli occhi non pensò alla neve che ricominciava a cadere gelida su di lei, cercò semplicemente di combattere contro il veleno che con dolorosa lentezza si stava diffondendo dentro di se.

 

 

 

 

 

Artù riposava nel suo letto. Dalla battaglia non aveva più ripreso conoscenza ma Gaius aveva assicurato il re che si sarebbe svegliato presto. Che la causa di quel male non era altro che la freccia conficcatasi nella spalla, di certo non mortale...anzi un colpo decisamente mal riuscito da parte degli sconfitti. Tutta Camelot in segno di lutto per i cavalieri aveva acceso fiaccole ad ogni porta della città e una processione di donne affrante pregava affinché le anime dei poveri sventurati potessero trovare la pace. Nella camera Artù era vegliato da una Ginevra speranzosa, il corpo ormai pulito e profumato senza più nessuna traccia della battaglia. Era lui l'eroe della città, era il sopravvissuto alla magia, acerrima nemica del Regno.

Sotto la neve un cavallo bianco galoppava il più forte possibile scivolando sopra la neve. Merlino coperto dal mantello di pelo di lei cavalcava con lo sguardo deciso e scivolando nella pianura scese con un salto dal cavallo ancora in corsa che si arrestò alla vista dei morti. Camminando tra i cadaveri mezzi bruciati e mezzi congelati si guardò attorno in cerca dell'unica figura femminile. La trovò poco dopo, sedendole accanto le sorresse il viso tra le mani, stringendola a se con un sorriso triste nel sentirla fredda come un morto, ma ancora viva- ti porterò via da qui Felina...- spalancando gli occhi bianchi lei lo fissò con gratitudine, passò le braccia attorno al collo del mago e svenne.

Coprendola interamente con la pesante pelliccia bianca la sollevò da terra portandola in braccio, accorgendosi di quanto fosse in verità piccola e fragile tra le sue braccia maschili.

-Merlino...-

guardandola aprire gli occhi per una seconda volta le sorrise, appoggiandole il mento sul capo, continuando a camminare- ti porto a casa Felina...-

Issandola sul cavallo si voltò per tornare a Camelot, dentro di se la consapevolezza della morte di lei.

 Perché tornati in città l'avrebbero giustiziata per stregoneria.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: CucciLoverZ