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Autore: Karyon    19/02/2010    2 recensioni
Sanji aspirò una boccata di fumo, appoggiandosi alla balaustra della nave insonnolita; amava quel momento del giorno, in cui mare e cielo sembravano in attesa di qualcosa.
Lo faceva sentire vivo.

Partecipa al "A year together" del Collection of Starlight.
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji, Z | Coppie: Sanji/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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161. Minacce di morte all’alba

[19 Febbraio]
~

 Partecipa al “A year together” del Collection of Starlight.

 

 Un tremulo bagliore rosato filtrò dalle feritoie dell’orizzonte, fino a rimestarsi nel cielo pallido e leggero del primo mattino.
Gli accennati sprazzi d’alba sembravano rifiutare la notte – scorrendogli addosso come una pioggia rivitalizzante.
Sanji aspirò una boccata di fumo, appoggiandosi alla balaustra della nave insonnolita; amava quel momento del giorno, in cui mare e cielo sembravano in attesa di qualcosa.
Lo faceva sentire vivo.
Cominciò a canticchiare un’antica canzone di marinai – l’ultima volta che l’aveva sentita era sulla nave, prima del naufragio – e sospirò: ovviamente, mai che quelli fossero svegli a bersi quegli spettacoli. 
«First comes the blue-fish a-wagging his tail, he come up on the deck and yells: "All hands make sail!”*»
mormorò, muovendosi verso la camera, poi appoggiò una spalla alla porta e inclinò il capo su una spalla. Anche nel sonno, riusciva chiaramente a intravedere lembi di personalità che filtravano attraverso la pelle: Rufy borbottava qualcosa sul cibo – ovviamente –stringendo il lungo naso di Usopp; Chopper se ne stava ben raggomitolato al sicuro, mentre Franky russava scalciando le coperte.
Il suo sguardo si spostò qualche passo più in là, dove lo stupido Marimo giaceva immobile, con la Wādo Ichimonji stretta in una mano.
Quel dannato spadaccino che, in qualche modo, insisteva a cambiargli la vita.
Con uno sbuffo di autocommiserazione si spostò, inciampando inevitabilmente sulle solite cianfrusaglie di Usopp «Cazzo…» sibilò, girandosi di scatto; fortunatamente nessuno aveva un sonno tanto leggero da svegliarsi con un semplice – ad esempio – bombardamento.
«Bah, come i bambini… bisogna sempre sistemare la camera disseminata di giocattoli» grugnì, uscendo nuovamente all’esterno.
Come spesso gli accadeva in quei rari istanti di silenzio, il pensiero di Zeff e degli altri al Baratie gli scivolò nella mente con nostalgia, e si ritrovò a pensare al giorno in cui quella banda di psicotici era entrata nella sua vita.
«Yaaawn, oi cuoco che diavolo ci fai ancora sveglio?» La voce del Marimo lo raggiunse sorprendentemente, facendogli venire un colpo.
«Ancora? Guarda che mi sono appena svegliato!» Sbottò, preso alla sprovvista.
«Mmh» mugugnò quello, passandosi una mano tra i capelli scarmigliati. «E perché?»
Sanji sospirò, alzando gli occhi al cielo «Perché non sono uno sfaticato come te, idiota… e comunque, tu come hai fatto svegliarti? Di solito dobbiamo mandarti Rufy a saltellarti addosso» ghignò il cuoco, gettando la sigaretta in mare.
Zoro agitò la bottiglia di vetro che aveva in mano «Sete…» spiegò semplicemente, con la solita mono-espressione, prima di appoggiarsi a caso sulla balaustra.
Quell’idiota quasi non si reggeva in piedi e aveva dormito appena dodici ore, pensò Sanji con una smorfia disgustata, prima di adocchiare nuovamente la bottiglia come se fosse la prima volta «Aspetta un momento Marimo, come diavolo hai fatto ad aprire il frigo?! C’è una combinazione!» Sbottò, aggredendolo.
Zoro sbadigliò nuovamente, poi batté le palpebre probabilmente per mettere in moto il cervello «Come sarebbe a dire? Ho inserito il codice, no?» Replicò, con una semplicità disarmante.
«Il codice lo sappiamo solo io, Nami-chan e Robin-swan!» Ribatté il biondo, con la mezza idea di scaraventarlo in mare.
Quando si diceva ‘cominciare bene la giornata’.
Lo spadaccino bevve una lunga sorsata d’acqua, poi scrollò il capo «Non dovresti stressarti di prima mattina, cuocastro. E comunque ci sono arrivato da solo! Mica sono stupido!» Grugnì, quasi offeso da tanta sicurezza.
Sanji lo squadrò, come a decidersi se dargli dell’imbecille e ricominciare la solita solfa o lasciare perdere; alla fine sospirò, buttando le braccia penzoloni dalla fiancata «Lasciamo perdere, oggi non ho voglia…» borbottò, mentre quell’altro lo ignorava placidamente.
Passarono quale istante, miracolosamente in silenzio, a guardare il sole prendere il suo posto nel cielo e l’aria sottile alzarsi a colmare le vele di vento.
«Cuoco, la pianti?» Se ne uscì all’improvviso Zoro, mentre Sanji lo fissava perplesso «Non ho mosso un muscolo, Marimo».
Quell’altro incrociò le braccia e gli spedì un’occhiata «Beh, non pensare! Mi fai venire il mal di testa a quest’ora!»
In quanto a logica, migliorava di giorno in giorno.
«Sei un idiota, lo sai vero?» bofonchiò, accendendosi una nuova sigaretta e aspirando la prima boccata.
Zoro scrollò il capo «Le tue vibrazioni sono estremamente fastidiose» annunciò serio, mentre Sanji cercava con tutto se stesso di non ridergli in faccia; era quasi meglio pensare che fosse sonnambulo.
«Marimo, perché non dici semplicemente che ti rompe vedermi così preoccupato?» Fece, apparentemente disinteressato Sanji, mentre aspirava un’altra boccata di fumo.
Zoro si spostò dalla balaustra, grattandosi la testa «Ma non è vero, sopracciglio a spirale, mi basta tornare a dormire così non ti vedo. Semplice» borbottò scazzato Zoro, anche se sapeva benissimo che per colpa di quello stupido cuoco pervertito non avrebbe probabilmente chiuso occhio. E tutto quello solo perché lui doveva svegliarsi all’alba per pensare.
Nonostante tutto, si avviò verso la stanza maledicendolo – con un diavolo per capello già prima che sorgesse il sole.
Sanji scrollò il capo chiedendosi cosa avesse fatto di male per meritarsi un simile compagno di viaggio, poi grugnì «Sai, a volte potresti comportarti come una persona normale e chiederle le cose…» buttò lì, spegnendo la sigaretta e dandogli le spalle.
Lo spadaccino si limitò a grugnire un «Va al diavolo» per poi sbadigliare e augurargli un molto puntuale ‘buonanotte’.
Tutto quell’amorevole interessamento lo commuoveva quasi, pensò Sanji mentre lanciava un’ultima occhiata al mare e si sgranchiva. Peccato che un gorilla non ammaestrato avrebbe fatto di meglio.

Zoro si buttò su letto, appoggiando la testa sulle mani incrociate con un sospiro, sobbalzando all’arrivo a dir poco precipitoso del cuoco nevrotico, che si buttò letteralmente tra le coperte del letto affiancato al suo.
«Che diav-»
«Non una parola, Testa D’alga» lo avvertì lui zittendolo, prima di tirarsi le coperte fino al mento. «Siete un branco di fastidiosi vecchiacci» sbottò.
Lo spadaccino ghignò, limitandosi a guardare il soffitto «Non dovevi fare l’uomo indaffarato?»
«Non rompere» sibilò per risposta, dandogli le spalle.
«Dillo che ti annoiavi da solo» ribatté Zoro, mandandogli un calcio.
Per qualche secondo, Sanji cominciò a borbottare insulti a mezza voce tipo mantra al quale Zoro non si dava manco la pena di rispondere.
«Oi, cuoco rompipalle…» sussurrò dopo un po’, richiamando in vita l’altro che stava quasi per assopirsi. «Stai ancora pensando?» Gli domandò, girandosi a fissarlo – o meglio, a fissargli la schiena.
Sanji ghignò, ovviamente non visto, e bofonchiò«Ho smesso, così non danneggio i tuoi poveri neuroni lessati, Marimo».
«Bene» mormorò Zoro, mentre appoggiava la testa sul braccio ripiegato. «Ricordatela, la storia delle onde, quando ti salta in mente di rifarlo…» fece, prima di riaddormentarsi.

*Tradizionale “Sea Song” intitolata “Song of the Fhises”. Mi sembrava appropriata, visto quel poco che sappiamo di Sanji.

N/A
Chiedo perdono per le note striminzite, ma sono di frettissima. Questa fiction è scritta sempre per il progetto, con un altro prompt scemo =P
*Tradizionale “Sea Song” intitolata “Song of the Fhises”. Mi sembrava appropriata, visto quel poco che sappiamo di Sanji.
Spero vi diverta! ♥

   
 
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