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Autore: _Jena_    19/02/2010    6 recensioni
Shindou è l'unico sopravvissuto dell'ultima grande famiglia di maghi del suo mondo, da 16 anni è alla ricerca degli assassini dei suoi genitori. Durante il suo viaggio incontra Taki, un giovane schiavo dal passato oscuro...
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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undicesimo capitolo


Taki era rimasto non poco deluso entrando in cucina e non trovandovi Shindou, quell’uomo era estremamente sfuggente e sperava che dopo quello che avevano condiviso poco prima lo stregone non si chiudesse ancora di più in se stesso…
Stefan era molto gentile con lui, se ne avesse avuto uno, avrebbe potuto fargli pensare ad un nonno saggio che ama raccontare storie del passato ai propri nipoti. Gli aveva parlato del santuario e anche del legame che quel luogo aveva col mago e la sua famiglia: a quanto pareva, i coniugi Kagami avevano sempre aiutato le persone che vivevano nei loro possedimenti e quella piccola oasi nelle montagne era stata fatta costruire da loro come luogo di rifugio dalla malvagità di Kuemon per chiunque ne avesse avuto bisogno, ma non so questo, vi erano anche custoditi documenti di grande importanza riguardanti la storia di quel mondo fin dalle ere passate. Al ragazzo avrebbe fatto piacere visitare gli archivi e l’anziano uomo aveva promesso di mostrarglieli più tardi.

Taki mangiò avidamente il pane e burro che gli era stato offerto e bevve una bella tazza di latte fresco.

-Grazie per il pasto!

-Oh, non c’è bisogno di ringraziare figliolo. C’è qualcos’altro che desideri? I vestiti ti vanno bene?

-Ah si, grazie anche per questi! Era da tanto che non indossavo degli abiti veri!

Stefan sorrise per l’entusiasmo del ragazzo.

-Bene, ora è il caso che io vada a occuparmi dei miei doveri, nel frattempo puoi esplorare il santuario se ti va. A più tardi.

-A più tardi!

Il vecchio si alzò e uscì dalla stanza.
Taki rimase ancora qualche attimo a sedere, la curiosità di esplorare il luogo era tanta, però aveva anche una grandissima voglia di scoprire dove si era andato a cacciare il suo compagno di viaggio. Voleva parlargli di ciò che entrambi avevano visto sul suo passato, sentiva che Shindou avrebbe saputo dare risposte ai suoi tanti dubbi, i loro passati erano legati, loro erano legati e aveva bisogno di sapere cosa aveva intenzione di fare il mago in proposito.
Si alzò deciso e si avviò fuori dall’edificio.
 

Shindou sedeva ad occhi chiusi con la schiena appoggiata al muretto dell’orto. Quando era piccolo andava sempre lì per pensare, c’era silenzio, tutta la confusione che aveva in testa sembrava avere un senso in quei momenti, tutta la tristezza veniva dimenticata, anche se per poco.

In quel momento la sua mente era completamente invasa da occhi viola, sorrisi innocenti, capelli argentati … ormai era sempre quel ragazzino che tormentava la sua mente. Era un mistero per lui: non riusciva a spiegarsi come una persona che aveva vissuto quelle atrocità fosse riuscita a mantenersi pura nell’anima e nel cuore, nessuna malizia, nessun rancore… erano così diversi in questo. Taki, che come lui aveva assistito alla crudeltà a cui la sua famiglia era stata sottoposta, non aveva permesso al dolore e alla rabbia di consumare il suo cuore come lui aveva fatto. Davvero non riusciva a spiegarsi come fosse possibile. Quell’innocenza e quella bellezza pura lo avevano ipnotizzato, non sarebbe più riuscito a toglierselo dalla testa anche volendo. Lui, un mago, era stato stregato!

Scoprire tutte quelle cose sulle intenzioni della setta di Kuemon, ma soprattutto il ruolo che doveva avere il ragazzo nel loro piano, aveva risvegliato in lui una determinazione più grande di quella che aveva provato fino a quel momento nella sua ricerca di verità sulla morte dei suoi genitori. Ora che il mistero stava per essere completamente svelato e che la vita di Taki era messa a repentaglio non poteva che provare ancora più decisione nel volere arrivare in fondo alla faccenda. Non avrebbe perso ciò che aveva appena trovato e che, inconsciamente, aveva sempre cercato!

-Ti ho trovato!!!

Eccoli di nuovo, quella voce, quegli occhi, quel sorriso…

-Avresti anche potuto mangiare qualcosa con me.

Taki si fermò in piedi di fronte al mago. Shindou alzò lo sguardo.

-Dovevo pensare.

-A cosa?

Lo chiese pur sapendo benissimo cosa lo turbasse.

-A molte cose.

-Partirai?

-E’ mio dovere impedire a quelle persone di riuscire nei loro intenti.

-Vai pur sapendo che ti troverai tu stesso in pericolo?

-Sono consapevole dei rischi che corro.

-Io verrò con te!

Shindou ebbe un fremito di terrore solo all’idea di una tale avventatezza:

-Non se ne parla!

La sua voce era ferrea, il suo tono irremovibile.

-Perché no? Sono immischiato in tutto questo tanto quanto lo sei tu!

-Non si discute, ti ho portato qui perché tu stessi al sicuro ancora prima di scoprire tutta la storia, a maggior ragione, non lascerai questo posto ora che so che rischi corri veramente.

-Non hai nessun diritto di dirmi cosa devo o non devo fare!

Shindou si sporse in avanti, afferrò un polso del ragazzo e lo trascinò a terra. Taki cadde in ginocchio, con un mano appoggiata sulla gamba piegata dell’uomo e l’altra intrappolata tra le lunghe dita del mago che se la teneva premuta al petto.

-Non ti ho salvato la vita perché tu poi corressi incontro al pericolo senza curarti del fatto che hai molte probabilità di metterla ancora a rischio. Io non ho nessuna intenzione di permettertelo!

Finita la frase, prima che il giovane avesse il tempo di ribattere, fissò il suo occhio grigio in quelli viola del suo compagno e li vide spalancarsi sempre di più, mentre in un attimo univa le loro labbra.
Taki si scordò di respirare, i suoi battiti aumentarono. Morire in quel momento, con quella bocca sulla sua, sarebbe stata la più dolce delle morti.
Shindou vide gli occhi viola socchiudersi e l’espressione di stupore sul viso dell’altro trasformarsi in una di assoluta soddisfazione. Approfondì il bacio: schiuse le labbra di Taki e insieme iniziarono la loro battaglia, vinta subito dal mago che ne approfittò per esplorare a fondo la bocca dell’altro. Iniziando a sentire la testa leggera, decisero di comune accordo di separarsi. Taki respirava pesantemente, Shindou fremeva dal desiderio di catturare ancora quelle labbra. Non smisero neanche un attimo di guardarsi negli occhi.

-Io vado dove vai tu!
   
 
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