Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: serpeverde18    20/02/2010    8 recensioni
Harry, una Molly molto felice, e.. una sfortunata coincidenza.
Genere: Romantico, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Molly Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Lezioni di cucito

Titolo: Lezione di Cucito
Autrice:
serpeverde_18 (emogirl in pink)
Beta:
saturnocontro
Pairing:
Draco/Harry
Raiting:
PG13
Serie:
Ispirazione on the road.
Trama:
Harry, una Molly molto felice, e.. una sfortunata coincidenza.


Lezione di cucito

da leggersi anche:
- Guarda come sono carini! -



Era una calda giornata di fine luglio, il compleanno di Harry si avvicinava e la signora Weasley si stava già adoperando per rendere la festa del suo diciassettesimo compleanno indimenticabile. Quel giorno, però, Molly, aveva voluto mostrare ad Harry  gli album fotografici di famiglia, o meglio, l’album fotografico di Ginny.

La dolce signora Weasley, infatti, sperava ancora che la sua bambina s’accasasse con quel caro ragazzo che passava con loro ogni estate, nonostante il suddetto fosse dichiaratamente gay. Oh sì signori, Harry Potter era un fighissimo gay dichiarato.

- Guarda Harry caro, com’è carina in questa foto!  - disse, indicando con un dito paffuto una foto in cui la sua piccolina era distesa sul letto dei genitori, con in mano una bambolina di pezza. – E la bambola, l’avevo fatta io, sai? –

Harry, più per rispetto che per interesse, rispose con uno sguardo sbalordito e una mano sulla bocca. Un gesto teatrale, esagerato, giusto per rimarcare il fatto che a lui, le ragazze come Ginny, non interessavano. Lui guardava i ragazzi, anzi, un ragazzo biondo e con gli occhi grigi, per essere precisi.

- Davvero signora Weasley? Ma è bravissima! – affermò facendola arrossire. – Mi farebbe molto piacere se m’insegnasse, sa?

Quella di Harry doveva essere una semplice battuta, ma la donna non colse il tono ironico del ragazzo, e la scintilla che si accese nei suoi occhi ne era la prova.

- Oh, certo Harry caro. – rispose la Signora Weasley, dimenticando per un attimo la missione “Accasiamo Ginevra” – Guarda, vado subito a prendere la stoffa e il filo e la lana e… Oh, che sbadata, preferisci che ti insegni il metodo babbano o quello magico? Sai, le bambole fatte a mano sono belle ma meno precise. Quelle magiche, invece, sono molto più realistiche... –

Harry la osservò leggermente stralunato perché lui, di fare bamboline di pezza, non ne aveva proprio voglia. Non gli interessava neanche! Si era cacciato in un piccolo, grande guaio e ne avrebbe pagato le conseguenze.

- Credo, allora, di voler provare con la magia. Che ne pensa? – disse, abbozzando un sorriso.

Molly lo ricambiò con un vigoroso cenno d’assenso, prima di sparire su per le scale.


*


Un ora e quindici minuti dopo, Harry era seduto su una comoda e scricchiolante poltrona di pelle logora, con i supporti e i braccioli in legno in parte sbucciati, in parte mangiucchiati probabilmente da un nano da giardino.

- No, caro. Non devi agitare la bacchetta in quel modo...prova cos- no! Vedi? E’ così, non come fai tu. Oh...ecco, bravo. Ora devi scegliere la misura... -

Tra un movimento sbagliato di bacchetta e il provare ad attaccare la testa al corpo della bambola, mamma Weasley gli sorrideva con affetto.

In parte il moretto capiva il motivo di tanta felicità: la Signora Weasley aveva sette figli, di cui l’unica femmina non aveva mai mostrato interesse per certi hobby. Era normale quindi che la donna avesse colto l’occasione al volo, finendo per accettare, a quanto sembrava, il suo essere gay.

- Mi piacerebbe più grande. – disse Harry -  Ha presente quei grandi pupazzi da tenere sul letto? Ecco, ne vorrei uno simile! -

Ooh sì, ripensandoci, non gli dispiaceva per nulla quella situazione.

- Ma certo caro, certo! Forza, allora, dobbiamo finire prima delle sei. A quell’ora devo iniziare a preparare la cena. – rispose la Signora Weasley.

Harry annuì e ricominciò.


*


- Signora Weasley? – chiese, non riuscendo ad avanzare col suo lavoro.

- Sì, Harry? – la donna posò la sua bambola dai capelli neri sulle ginocchia e si girò verso di lui.

- Ecco... me l’aveva spiegato, ma non mi ricordo... – sospirò, leggermente afflitto per essersi dimenticato una cosa del genere. - ... non mi ricordo come far sembrare i fili di lana dei capelli. -

- Oh, ma non c’è problema. Aspetta, te lo rispiego. – si alzò dalla sua sedia, dove posò la sua bambola, e gli si avvicinò.  – Ricordi l’incantesimo? – Harry annuì.  – Non ricordi il movimento della bacchetta, quindi. – affermò e lui, seppure non ce ne fosse bisogno, annuì.

Lei gli prese gentilmente un polso e gli mostrò il movimento.


*


- Molly? – sì, era passato a chiamarla per nome, visto che le innumerevoli volte in cui la chiamava “Signora Weasley”, erano diventate oltre che pesanti, inadeguate. Era una situazione talmente familiare, che risultava fuori luogo continuare a chiamarla per cognome.

- Sì, caro? – chiese lei, posando la sua bambola ormai finita sul tavolo.

- Vede... non mi ha spiegato come fare gli occhi, né come devo fare  per il colore – chiese il ragazzo, titubante.

Lei, in risposta, gli sorrise affettuosamente.

- Te l’ho spiegato mentre disegnavi il naso e lebbra. Gli occhi si fanno allo stesso modo. E per il colore devi fare come per la bocca. Ricordi come hai scelto la tonalità di rosa? Ecco, uguale. – Lui annuì deciso e continuò il duro lavoro.


*


Dieci minuti prima che il pendolo di casa Weasley segnasse le sei, Harry scattò in piedi ridendo ed urlando un “Ho finito!” a volume così alto, che Hermione e Ginny accorsero per guardare cos’era successo. Non che si trovassero molto lontane, erano in cucina a studiare, ma non era da tutti i giorni sentirlo esultare in quella maniera, o almeno, non dalla fine della guerra.

Quello che videro, fece sbarrare loro gli occhi.

Harry Potter, abbracciava una Molly Weasley particolarmente orgogliosa, ed insieme fissavano le copie perfette del ragazzo e di Draco Malfoy, posate sulla poltrona precedentemente occupata dal moro. Bambole, anzi, pupazzi alti più di mezzo metro con le braccia allargate, che sembravano tenersi per mano.



~ * ~

 


Anche quell’anno, arrivò il primo settembre. Harry, affezionato ai due pupazzi, decise di portarli con sé a scuola e, dopo averli rimpiccioliti, li aveva messi nella tasca dei suoi jeans.

Mentre lui sistemava il suo baule in uno scompartimento vuoto, Draco Malfoy passò casualmente di lì. Casualmente, se intendete una persona che ne cerca un’altra e finalmente la trova. Poco importa il motivo della ricerca.

- Potter, quale onore averti sull’Espresso. Pensavo ti portasse una delle carrozze del Ministero, dato il tuo status di Salvatore del Mondo Magico… – ghignò il biondino in quel modo talmente Malfoy. Harry si scoprì deluso dal non vedere su quel viso lo stesso sorriso che il suo pupazzo gli aveva regalato durante l’estate.

- No, Draco. L’Espresso va più che bene. – rispose, voltandosi di scatto, e uno dei pupazzi gli scappò dalla tasca. Caso volle che la copia in carne ed ossa, lo vedesse e lo raccattasse da terra. Malfoy esaminò l’oggetto per qualche minuto, prima di rendersi conto di chi rappresentasse.

- Potter! Per Merlino, ma... io... che diavolo ci fa una bambola con le mie fattezze nella tua tasca? -

Harry, che non si era reso conto di niente, sobbalzò.

- Ehm... cosa? – chiese, il panico udibile nella sua voce.

- Ho detto, - ripeté Draco duramente – che diavolo ci fa una bambola con le mie fattezze nella tua tasca?

- Ehm... non è come sembra. – rispose Harry. Si pulì le mani sudate sui jeans, spostando lo sguardo in più direzioni tranne che sul viso del Serpeverde.

- Vedi, - prese a spiegare. – quest’estate ho fatto dei pupazzini sui miei compagni di scuola e, beh, tu lo sei. No? -

Draco, per niente soddisfatto della risposta, fece una richiesta che mandò in panico l’altro, dichiarandone automaticamente la morte.

- Fammi vedere le altre. -

Ops.

 

Sinceramente? Non volevo finisse così, ma.. è stato più forte di me. Sono propensa, però, a scrivere un seguito. Intanto, godetevi le altre shot che ho scritto sul treno da Firenze a Bologna.
Spero vogliate lasciarmi un commentino.
Baci, Avrìl.

 

 

  
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: serpeverde18