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Autore: The_Viking    20/02/2010    4 recensioni
Ho sempre nutrito una forte passione per i Paesi del Nord e la loro cultura musicale, folkloristica, storica e non solo; non è semplicemente dovuto al fatto che, pur non avendo io origini nordiche, il mio nome sia Olaf. No, sarebbe stato troppo banale. E' qualcosa di più profondo, di radicato intimamente... come quando, guardando il cielo al tramonto, ogni tuo pensiero si blocca poiché tu, la stessa persona che tante volte si è fermata a riflettere, volgi ora tutte le tue energie mentali alla contemplazione di quello spettacolo e sai che, se per riflettere avrai ancora tempo, per osservare quella visione effimera non avrai che una manciata di secondi. Da questa sensazione di sospensione magica nasce Miðgarðr No More, una saga di ispirazione vichinga che vuole tradurre in parole tutto questo.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rimasto solo sulla collina, Thorgrim rifletteva su se stesso.
Sono un condottiero, uno tra i più fidati servi del mio re; ho sempre creduto nella patria e per quella ho combattuto aspre battaglie. I miei uomini mi rispettano e, talvolta, ammirano; il mio stesso re è fiero di me.
Più negative considerazioni seguirono queste.
Sono amato, eppure sono solo; forse sono il più solo tra tutti gli uomini che sono giunti con me in Islanda. Baldrir ha una moglie che ama e che lo ricambia anche adesso, nonostante la grande distanza che li separa; molti altri dell'equipaggio condividono la sua situazione e, di questi, alcuni sono anche padri. Io sono solo. Non ho figli, non ho moglie, non ho nemmeno dei parenti: io sono tutto me stesso. Avendo di più da amare, i miei uomini sarebbero forse più motivati di me a difendere l'oggetto del loro amore.
 In quel momento Thorgrim si chiese se fosse davvero meritevole di essere il loro capo, di guidare degli uomini che, tutto sommato, in un combattimento avevano solo da perdere e nulla da guadagnare.
Estrasse dal fodero la sua spada, Göta, fedele servitrice in tante occasioni. Sorrise: la spada non poteva avere le sue preoccupazioni; forse stava meglio di lui, ma nonostante ciò gli piacque attribuirle dei pensieri. Immaginò prima che lo rimproverasse per la sua superbia, che lo aveva condotto a diventare il capo di quella spedizione, poi si figurò l'arma deriderlo per i suoi sciocchi crucci e incoraggiarlo a proseguire l'opera intrapresa.
Queste riflessioni furono interrotte dal rumore degli uomini che si avvicinavano, marciando, al lato scosceso della collina.
Adesso faranno il giro! pensò Thorgrim.
Non aveva quasi fatto in tempo a pensarlo che la colonna armata cambiò direzione e si avviò verso il lato opposto del colle. Thorgrim si sporse verso le sue truppe e le salutò dall'alto; gli uomini ricambiarono il gesto.

Il campo richiese diverse ore per essere allestito; la luce solare non abbandonò però il cielo, a causa della stagione estiva, e questo consentì la visibilità necessaria a proseguire l'allestimento. Al termine delle operazioni, Thorgrim convocò i suoi in assemblea, che si tenne nella tenda più grande.
Tra le luci di alcune torce e il luccichio delle armi trovavano posto circa cinquanta uomini tra guerrieri, marinai, artigiani e altri; il condottiero salì su una piccola pedana improvvisata posta ai piedi di una parete della tenda, mentre gli altri lo osservavano in file regolari.
- Uomini, ora che abbiamo posto l'accampamento posso rivelare a quelli che ancora non lo conoscono il motivo di questa nostra spedizione.
Si levò qualche commento dalla folla.
- Lo so, vi starete sicuramente chiedendo perché non vi sia stato detto prima; me lo sarei chiesto anch'io, al vostro posto. Ebbene, ho ricevuto dal re l'ordine di non farlo. Non ho potuto domandargli direttamente il motivo di questa scelta, ma essendo suo suddito ho obbedito senza oppormi.
Il mormorio cessò.
- Questa è prima di ogni altra cosa una spedizione di ricognizione. Ciò significa che siamo stati inviati su questa terra con lo scopo di verificare l'assenza di pericoli e, qualora se ne verificasse il rilevamento, di scongiurarli.
Parlò Sweyn Sigurdsson, uno dei guerrieri.
- Di che pericoli si tratta, mio signore?
- Di pericoli solo parzialmente noti. Alcuni esploratori norvegesi hanno riferito di aver visto presenze sinistre sull'isola: descrivono creature antropomorfe quasi sicuramente non umane, ma i racconti sono diversi e, talvolta, contraddittori. Il nostro scopo è quello di far luce su queste creature e, se esistono, di verificare la loro pericolosità.
Numerosi furono gli sguardi scambiati nella tenda.
- Se volete il mio parere, credo si tratti di troll: in questo caso dovremo combatterli.
Si alzò un forte clamore.
Tutti parlarono, alcuni cercarono di soprastare gli altri urlando più forte, alla fine ebbe la meglio Björn Toste dal Jämtland.
- Signore, con tutto il rispetto parlando non comprendo per quale motivo il re ci abbia mandati in una terra ancora quasi disabitata come l'Islanda a scongiurare un possibile attacco di troll. Siamo guerrieri abili e abbiamo già combattuto molte volte, in passato, ma perché rischiare le nostre vite per proteggere questo luogo?
Thorgrim sorrise.
- Le tue domande sono frutto del buon senso, Björn, non ti devi preoccupare di porle. Io non conosco il volere del nostro re; mi limito unicamente a seguirlo. Tuttavia ritengo probabile che abbia voluto inviarci qui per garantire protezione ai coloni e, forse, per scongiurare un pericolo che potrebbe estendersi alla nostra patria.
- Obbedisco, signore, come ho sempre fatto; spero di riuscire a comprendere quanto prima i motivi della nostra impresa.
- Anch'io, Björn, anch'io. Sicuramente saremmo tutti più motivati sapendo qual è il nostro scopo, ma invochiamo gli dèi affinché tutto vada nel migliore dei modi.
L'assemblea fu sciolta e gli uomini si recarono nei propri ricoveri, addormentandosi con in bocca l'amarezza di ignorare il perché fossero lì.
   
 
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