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Autore: EleZero    20/02/2010    7 recensioni
E ho spento l'unica luce in grado di illuminarmi.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
- Questa storia fa parte della serie 'RZ Collection'
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Ma che giorno è?
Quanti anni ho?
Sono sveglio oppure no?
Questa faccia qui,
Questo corpo mio,
Ma è sicuro che sia io?
Io ricordo che
In questi occhi miei
C'era il sole, c'era lei!
Poi, con la tua ingenuità
Il mondo annulla la tua vera identità
Tu muori ogni giorno un po'.
[Io Uguale Io by Renato Zero]
Riflesso
di ZetaSev
Ogni giornata si sussegue uguale. Mi trascino dividendomi tra il cercare di proteggere gli studenti dai Carrow e il mantenere la mia immagine di fedele e devoto Mangiamorte. Occasionalmente, consegno anche spade, ricorrendo a Patronus e congelamento di laghetti.
Non so che giorno sia oggi. Ho la vaga idea di avere trentotto anni, ma non ne sono certo. I miei impegni mi tengono così occupato da non avere tempo per futili cose come me stesso.
Ma questa sera sono voluto uscire dallo studio di Silente - non riuscirò mai a chiamarlo "il mio studio" - per prendere una boccata d'aria pura, o almeno per ricordarmi com'è il mondo all'esterno del castello.
Ormai è il tramonto, la mia ombra allungata imita ogni mio movimento. Mantengo un passo veloce, in poco tempo sono in riva al lago. Lo sguardo cade sul mio riflesso... sono davvero io quello che vedo?
L'uomo che mi fissa dall'acqua è alto, eccessivamente magro, pallido come fosse molto che non vede la luce del sole. Untuosi capelli corvini gli incorniciano il volto scarno e sfregiato dagli artigli di un Ippogrifo. Ma è l'espressione che mi colpisce di più, Fredda, spietata, crudele. Non si estende fino agli occhi però, due neri abissi di tristezza, sofferenza, dolore, amore. No. Nessuno deve accorgersene. In un attimo faccio diventare anche quelli freddi, spietati e crudeli. Perché è questo che il mondo deve vedere. Non la tristezza, non la sofferenza, non il dolore e men che meno l'amore. Perché Severus Piton è questo agli occhi della gente: un uomo freddo, spietato e crudele. Mangiamorte, assassino, traditore doppiogiochista. Colui che ha ingannato Silente per molti anni, ne ha conquistato la fiducia e poi l'ha meschinamente ucciso. Nessuno si domanda se sono così.
Riguardo il me stesso del lago. Mi soffermo di nuovo sugli occhi, che mi restituiscono uno sguardo da Basilisco. Tristi e sofferenti o freddi e spietati, non sono altro che abissi. Vuoto. Buio.
Una volta non erano così. Una volta avevano avuto la possibilità, specchi che riflettevano la Sua luce. In quel periodo adoravo i miei occhi solo perché Lei, guardandoli, poteva vedersi.
Poi io, così ingenuo da seguire la mia sete di potere, mi sono allontanato da lei per unirmi ai Mangiamorte.
E ho spento la sola luce in grado di illuminarmi. Era questo che il Signore Oscuro pretendeva dai suoi seguaci: che fossero ombre. Fedeltà assoluta, rispettare gli ordini senza discutere. Robot senza cuore e senza cervello, privi di identità, strumenti nelle sue mani,
Sono riuscito a ritrovare me stesso dopo aver preso il Marchio Nero. E ogni vita rubata non è altro che un passo verso la morte. Mentre ritorno al castello giungo a questa conclusione: ho camminato troppo.
[EDIT 21/1/11: Ho dato una ritoccata alla storia, ma sono molto affezionata a questa prima versione, quindi la nuova versione la potete trovare qui. "ZetaSev" era il mio vecchio nick]
   
 
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