Non vi assillo con le mie inutili chiacchiere ;)
Spero che questo pezzo vi piaccia e che magari .. vi emorzioni almeno un po'
Rowen
Mike aveva sbagliato.
Tutti avevamo sbagliato
quel giorno, tutti avevamo ugualmente contribuito a quel disastro. Tuttavia in
quel momento non me ne ero ancora resto conto, tuttavia qualsiasi cosa era
sparita e restavano soltanto le grida provenienti dall’esterno, da quel mondo
che oramai mi era distante. Mi sentivo come in una bolla di acqua nera, dove
riecheggiavano vaghi gli ultimi secondi prima del vuoto.
Chiusi gli occhi, sentivo
ancora urlare il mio nome, ma posso essere sincero? Non me ne importava. Non
riconoscevo nemmeno la voce, sapete quando ci si trova in certe situazioni la
realtà perde totalmente la sua importanza, tutto perde importanza. E arrivati a
questo bivio, si possono fare solo due cose: o ti lasci andare e a quel punto
si è solo in balia della sorte e per chi crede, nelle mani di Dio. La seconda
possibilità è quella di lottare, lottare per bucare la bolla e scappare,
correre via con tutte le tue forze e non ti deve importare di quanto possa
essere veloce l’entità che ti insegue.
Credetemi, io avrei corso
… credetemi, se avessi potuto avrei anche urlato … credetemi, se trovo la forza
di dirvelo, se avessi trovato la forza mi sarei arreso completamente …
Ma per contrasto, non
potevo, non ne ero capace.
Cercavo di muovermi, ma
ero inerme. Fallire l’ultima prova … è una cosa comune …
Ma io non ero stato mai
un tipo comune, io non mi accontentavo di essere la replica di un personaggio
già conosciuto. È curioso come nella vita e anche con tutto il corpo oramai
sottoterra succeda qualcosa che cambia tutto.
Fu come uscire di colpo
dopo un’apnea di minuti. Il buio nel giro di attimi si sostituisce ad un numero
non ben definito di luci … rosse … blu …
Avevo la vista appannata
e sentivo a stento il mio corpo. La testa però mi pulsava, come se fossi stato
investito da un tir … cazzo io ERO stato investito da un tir …
Riuscivo ad intravedere solamente i contorni delle cose e a tratti nemmeno quelli. Qualcuno mi
sussurrava di non preoccuparmi, che sarebbe andato tutto bene. Bene un cazzo,
non stava andando bene per niente.
E certe cose, credetemi
le capisco al volo. Mi misero una mascherina sulla bocca, ecco presto sarebbe
tornato il buio … tutto si stava offuscando.
«Anouk … » sussurrai, era
lei … era lei che mi stava chiamando. Dal nulla comparve un volto pieno di
graffi, ma tutti superficiali. E ringraziai quell’entità alla quale non avevo
voluto affidarmi. «Sono qui … sono qui … »continuava a ripetere. Stava
convincendo se stessa, conoscevo quel tono, come conoscevo quegli stupendi capelli
rossi che le vorticavano attorno al volto come una fiamma.
Lei era qui, con me …
sorrisi. La vista mi si stava nuovamente offuscando, non riuscivo più a vedere
il soffitto dell’ambulanza. «Mi hai salvato … non te ne andare … »ricordavo di
essermi buttato su di lei … sì, forse l’avevo salvata … be’ qualcuno doveva
dire “ciao ciao” quel giorno.
Non mi pentii mai delle
mie azioni, non mi pentii di aver perso l’unica cosa che realmente possedevo,
anche perché non l’avevo persa. L’avevo solo donata.
La vidi un’ultima volta. E poi il nero. Ed infine le stelle.