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Autore: redcokehobos    20/02/2010    15 recensioni
“Che c’è?” mi chiese, con fare innocente.
“Robert” dissi, cercando di reprimere la mia voglia di staccargli la testa “... mi spieghi perché il latte della bambina è marrone?”
“Beh, i biscotti per neonati sono finiti così ho messo quelli al caffè” mi spiegò “sai quelli che mi piacciono tanto, con le gocce di cioccolato...”
Sospirai, rassegnata. “Signore, perché l’hai fatto così idiota?”

Momenti di serenità in un roseo futuro Robsten: Robert e Kristen alle prese con la loro piccola Joy.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kristen Stewart, Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera! Poichè la shot con Joy è piaciuta tanto, eccomi con il bis (:
Spero possa piacervi!
Devo dire che se  una certa persona non avesse insistito tanto, non sarebbe mai venuta alla luce.
Quindi, se vi farà sorridere almeno un po', ringraziate lei!
Buona lettura! (:

Happy (pink) Bday!

 
“Papà?” chiamai, cantilenando, Robert, da camera della piccola “vieni a vedere come siamo belle!” continuai, aggiustando il fiocco del vestitino di Joy.

“Arrivo!” gridò lui dalla cucina.
“Papààààà?” lo chiamò di nuovo Joy, con la sua vocina squillante.
“Eccomi, eccomi...” disse, comparendo vicino alla porta e facendo il finto stupito quando vide la bambina. “Oh! Chi è questa bella bambina?” le chiese, con la voce riservata solo a Joy – sì, un’evoluzione della tipica vocina stupida -.
“E’ Joy!” rispose, ridendo divertita.
“Joy?” chiese Rob, fingendo di non capire. “E chi è Joy?”
“Io!” gridò lei, facendo una giravolta e facendo svolazzare la gonnellina del vestito.
“Davvero?” chiese lui, stupito. La piccola annuì, sorridente. “Ma oggi Joy non compie gli anni?” continuò, sempre con quella voce da deficiente.
“Sì, sì” rispose lei, annuendo di nuovo.
“E quanti ne compie?”
“Così!” disse lei, allungando il braccino verso il padre e facendo tre con la manina.
“Non è possibile, Joy è la mia bambina piccolina! Non può avere già tre anni!”
“Papà...” sbuffò lei “Io sono grande ormai! E poi...” continuò, portandosi un ditino al mento, mentre pensava “...oggi faccio così...” riprese seria, facendo di nuovo tre con le dita “...basta la vocina stupida!” Robert rimase di stucco e mi guardò stupito, mentre io cercai in tutti i modi non scoppiare a ridere.
Era il compleanno di Joy: tre anni. La mia piccola peste compieva già tre anni. Ovviamente, la principessina di casa non aveva chiesto, ma aveva PRETESO una festa, con “tanti palloncini rosa, la torta grande grande, e poi tutti i cuginetti, gli zii, i nonni, gli altri bimbi e tanti, tanti, tanti regali!”, come aveva ordinato sua maestà. Poteva Robert rimanere inerme dinanzi ad una richiesta della sua principessina?

“E’ mio dovere renderla felice...”
“No, è tuo dovere non renderla viziata!” lo corressi, mentre sparecchiavo.
“Ma dai, organizzare una festa per il suo compleanno non è viziarla!” insistette “Lo fanno tutti...”
“Con le principesse Disney viventi?” gli chiesi ironica, con un sopracciglio alzato.
“Beh...” si bloccò un attimo “Dai, solo Cenerentola!” mi supplicò. Lo guardai seria.
“Robert, le faremo una festa, ma non con la casa di Barbie gonfiabile con tanto di mobili e giocolieri vestiti da ballerine! Una normale festa di compleanno... o vogliamo anche fare un red carpet e chiamare i fotografi?” gli chiesi, un po’ acida.
“Mmm... magari un pink-carpet...” disse lui, facendo finta di pensarci. Gli lanciai un’occhiata glaciale, poi mi girai verso il lavandino e, sbuffando, aprii il rubinetto. Robert allungò la mano e lo chiuse, poi mi abbracciò da dietro, poggiando il mento sulla mia spalla. “Dai, mamma...” mi supplicò, facendo la vocina da bambino triste.
“Robert, lo sai perché non voglio...” gli dissi, seria “se cominciamo fin da ora a cedere, quando crescerà, non la fermeremo più. Non voglio che diventi una piccola diva superficiale solo perché è nostra figlia. Deve crescere come tutte le altre bambine, deve avere una vita normale! Io ci sono cresciuta qui, so com’è...”
“E sei cresciuta magnificamente, visto?” mi fece notare, interrompendomi. Sospirai. “Kris...” mi sussurrò, facendomi girare verso di lui “Joy non sarà mai una piccola diva superficiale, come dici tu...” disse serio, guardandomi dritta negl’occhi “Come potrebbe esserlo con una madre come te?”
“Non fare il cretino...” mi lamentai, distogliendo lo sguardo dal suo e concentrandomi sui bottoni della sua camicia.
“Non sto facendo il cretino! È la pura verità! Kris, sei la madre migliore che una figlia possa avere! Certo, a volte sembri più un maresciallo...” precisò, strappandomi un sorriso “ma... è così e basta.” concluse, facendo spallucce. Sospirai, indecisa, quando mi alzò il mento con un dito e mi diede un bacio, che finì troppo presto, così mi alzai sulla punta dei piedi e prolungai quel contatto. “La bambina?” mi chiese preoccupato, staccandosi un attimo.
“Da mia madre” lo rassicurai.
“Perfetto!” esclamò, prima di prendermi per i fianchi, farmi sedere sul piano della cucina e ricominciare a pensare un po’ a noi.

Conclusione di quella discussione? In quel momento avevo il giardino addobbato peggio di un negozio di Barbie, con tanto di palloncini rosa, buffet, torta a quattro piani e, non Cenerentola o Biancaneve, ma clown che distribuivano palloncini.  Suonarono il campanello. “Vado io!” trillò Joy, fiondandosi in salotto. “Mi sa che è ora di abolire la vocina!” sospirò, sconsolato. Annuii, convinta. “Quella piccola arpia è proprio tua figlia!” disse poi, scuotendo la testa e raggiungendola: era stato ferito nell’orgoglio, il ragazzo. Lo seguii all’ingresso dove Joy, davanti alla porta, saltava cercando di arrivare alla maniglia. “Aspetta, scemina...” la chiamò Robert, alzandola all’altezza giusta e aiutandola ad aprire.
“Nonna!” gridò lei, saltando in braccio a mia madre appena la vide.
“Amore mio!” disse mia madre, stampandole un bacio sulla guancia. “Auguri! Oddio, Joy, stai crescendo troppo in fretta!” La piccola rise, sporgendosi verso mio padre appena entrò. 
“Ciao Nonno!” gridò, facendosi prendere tra le braccia di mio padre per salutarlo. Mia madre, libera da quella peste, mi venne incontro.
“Ciao Kris, ciao Robert!” ci salutò con un abbraccio. “Come va?”
“Bene, grazie...” risposi io.
“Bene per niente!” disse invece Robert, contrariato. “Mia figlia mi ha appena detto di non parlarle con la vocina stupida!”
“Ah, non ti preoccupare...” lo rassicurò mia madre “anche Kris la odiava!”
“Lo avevo intuito!” commentò, sarcastico.
“Ziaaaa!” sentimmo strillare Joy, quando vidi entrare Ashley accompagnata da Kellan.
“Ciao piccolina! Auguri!” rispose Ash, dolce come sempre, abbassandosi all’altezza della piccola e allargando le braccia per accoglierla. “Ma come siamo belle!” Joy rise, poi Kellan la prese in braccio per salutarla.
“Ciao caramellina!” disse, dandole un bacio sulla guancia “Dove sono quei vecchi bacucchi dei tuoi genitori?”
Mi avvicinai a loro. “Ti ho sentito, eh?” dissi a Kellan, fingendo di essere seria. “Ashley, ciao!”
“Ciao tesoro!” mi salutò. “Ciao Robert!” disse con voce più alta per farsi sentire da Robert, che stava parlando con i miei genitori.
“Zia!” la chiamò Joy, tirandole la gonna per avere l'attenzione “vieni fuori? È tutto rosa!” disse allegra, prendendola per mano e tirandola verso la vetrata che portava al giardino.
“Allora alla zia piace sicuramente!” disse Kellan, ridendo. “Devo dire che anche dentro non si scherza, eh...” aggiunse guardando tutte le decorazioni intorno a noi. “Ma se a te non piace, la passione per il rosa alla bambina chi l’ha trasmessa? Rob?” mi chiese, facendomi ridere.
“Oh, sì, certo Kellan, io adoro il rosa!” disse Rob, facendo la voce da ragazzina.
“Scusate, è colpa nostra se è venuto su così!” Una voce alle nostre spalle ci fece voltare di scatto. Due teste bionde erano appena entrate, chiudendo la porta d’ingresso. “Da piccole lo vestivamo da bambina e lo chiamavamo Claudia!” Rimasi scioccata.
“Oh mio Dio! Vicky, Lizzie!” esclamai, correndo ad abbracciarle “Che ci fate qui?”
“Non potevamo mica perderci il compleanno della nostra nipotina!” disse Lizzie, come se fosse scontato. Scossi la testa, incredula.
“Voi siete fuori di testa! Siete venute da Londra! Ma quando siete arrivate?”
“Mmm... un paio d’ore fa, circa...” rispose Victoria. “Ma non importa! Dov’è Joy? Non la vedo dall’anno scorso!” disse, tutta emozionata. Qualcuno alle mie spalle tossì. Ovviamente era Robert, che era stato completamente ignorato dalle sorelle: gelosone.
“No, sapete com’è... ci sono pure io!” disse alle sorelle, acido. “Ciao, eh!”
“Oh, giusto! Ciao Claudia! Scusaci...” lo salutò Lizzie “Dov’è tua figlia?” gli chiese, lasciandolo di nuovo di stucco. Un broncio da bambinone comparì sul suo viso.
“Che schifo. Nessuno mi vuole bene...” disse, scuotendo la testa, ed uscendo fuori a prendere la bambina "Vado ad acchiappare l'unica donna che mi ama!"
"Anche mamma ti ama!" gridò Lizzie, facendoci ridere. Dopo poco, Robert ritornò con Joy tra le braccia che, imbarazzata per la presenza delle zie che non vedeva quasi da un anno, nascondeva la testolina nel collo del padre. “Ehi, saluta le zie!” le disse lui, dolce.
“Joy! Come sei cresciuta! Ti ricordi di noi?” disse Victoria, avvicinandosi alla piccola. Joy fece sì con la testolina, anche se si accoccolò sempre più al padre.
“Ehi, non fare la timidona!” gli sussurrò Robert, dandogli un bacio sulla fronte. Mi avvicinai a loro e la presi in braccio.
“Joy, sai che anche alle zie piace Barbie?” le dissi, per rompere un po’ il ghiaccio. “A casa loro hanno tutta la collezione...” Infondo era la verità: Lizzie e Victoria avevano messo su nel tempo un esercito di Barbie da far invidia a qualunque collezionista, finché poi non erano passati a torturare il loro bambolotto vivente, Robert. A quella notizia, Joy alzò la testa di scatto verso le zie.
“Fuori è tutto rosa!” disse orgogliosa, con un sorrisone.
“Perché non porti le zie a far vedere?” la convinsi. Lei mi annuì sorridente così, una volta scesa dalle mie braccia, cominciò a fare da guida turistica alle zie londinesi, attaccando poi a parlare di tutte le sue bambole, bambolotti, ville con piscina, salotti per il trucco, castelli con draghi, dvd dei cartoni animati... Sì: Robert la viziava, decisamente.
Pian piano la casa cominciò a riempirsi: arrivarono i miei fratelli con le rispettive consorti e i loro figli; ci raggiunsero Peter, sua moglie e le loro bambine, con le quali Joy aveva un legame bellissimo; non potevano mancare gli amici di Robert, quelli che si trovavano in America, con le loro ragazze; i miei suoceri, di certo non temerari come le loro figlie, chiamarono Joy per farle gli auguri, promettendole che, la prossima volta che saremmo andati a Londra, avrebbe trovato un regalo enorme – e rosa – tutto per lei: ovviamente Joy aveva cominciato a saltare per tutta casa, e ad assillarci con “ma mi portate a Londra? E quando? Domani?”. La serata continuò tranquillamente, con i bambini che si divertivano come i pazzi in giardino con i clown, mentre  noi più grandi seduti sui divani a rivangare i vecchi tempi.
“Vi ricordate quando Kristen ci ha detto di essere incinta?” disse Ashley “Eravamo sul set...”
“Oh mio dio, è vero!” esclamò Kellan “Rob, appena arrivato, aveva un sorriso ebete stampato in faccia, e lo ha tenuto su per tutto il giorno! Io chiesi a Kristen “Ma che ha?” e lei “Reazione alle belle notizie!”” Scoppiai a ridere al ricordo, come tutti gli altri.
“Scusate, Kristen me lo aveva appena detto! Ero felice!” si giustificò lui.

“Robert!” lo chiamai. Ero in cucina, in piedi, poggiata al tavolo: non sapevo come si comunicavano ad un ragazzo certe notizie. Non ero pronta.
“Dimmi” disse affacciandosi alla porta. Mi morsi il labbro, nervosamente: come cavolo dovevo fare?
“Ti puoi sedere un attimo?” gli chiesi indicando una sedia. Sedersi: il 50% degli uomini sveniva, per cui farlo sedere mi sembrò perfetto. “Ti devo parlare...”
“Okay...” disse tranquillo, sedendosi sulla sedia accanto a me e prendendomi i fianchi. “Dimmi tutto!” Mi torturai un attimo le mani non sapendo come cominciare. 
“Ascolta...” dissi nervosa “ma... tu mi ami?” mi venne di getto da chiedergli.
Certo che ti ama, stupida! disse la mia mente. Mi guardò confuso e un po’ allarmato. 
“Mi sto per preoccupare...” disse. Sospirai.
“Sì, lo so, è che...” mi bloccai. Non ce la facevo, cazzo. Mi coprii gli occhi con una mano:
trova il coraggio, Kris, tanto accadrà lo stesso e tra nove mesi si accorgerà che stai per partorire!
“Kris...” mi chiamò.
“Okay” dissi decisa “Partendo dal presupposto che io ti amo e tu mia ami...”
“Supponi bene” confermò.
“E che sei troppo giovane per avere un infarto”
e anche un figlio, ma va beh... aggiunsi mentalmente “te lo faccio vedere perché non... non l’ho ancora... metabolizzato, ecco!” conclusi, andando poi in camera a prendere gli esami, e tornando da lui. “Tieni” gli dissi dandogli i fogli in mano.
“Cosa sono?” disse accigliato “Perché sei andata dal medico? Stai male?” mi chiese allarmato.
Quello che starà male tra i due sarai tu, dammi retta... “Leggi meglio!”
“Amore, non ci capisco un tubo di medicina, dimmi che cavolo hai!” chiese, cominciando ad agitarsi sul serio. Uomini! pensai. Alzai gli occhi al cielo, sbuffando.
“Robert, calmati... cioè, non tanto...” mi corressi “Dipende dai punti di vista...”
“ESPLICITA KRISTEN!”
“Okay, okay... sono...” dissi, piuttosto agitata “Sono...” e feci segno con la mano, come se fosse ovvio.
“Sei...?” domandò, in attesa.
“Oddio!” esclamai, sedendomi su una sedia “Robert, sono in... incinta!” dissi tutto d’un fiato. Non lo sentii respirare per un minuto intero. Giuro, non respirava. “Robert?” lo chiamai, preoccupata.
“Tu... tu co... cosa?” mi disse, anzi balbettò, dopo quel minuto di trance.
“Sono incinta” ripetei di nuovo.
“Con me? Cioè... di me?” mi chiese stupito.
“No, del vicino!” sbottai acida “Certo che di te!” Stette un altro po’ in silenzio, poi disse solo un “Ah” secco. “Già...” mormorai, aspettando che si riprendesse. Passò un altro attimo – per me eterno! – di silenzio, quando si risvegliò dalla trance: riuscii a scorgere proprio la scintilla di vita nei suoi occhi nel momento in cui realizzò.
“Siamo incinti?” disse incredulo, facendomi ridere. Annuii, non riuscendo a dire altro perché la sua faccia era... fantastica! Un sorriso enorme si stampò sul suo viso e – come al solito – cominciò a gioire come una bambino di cinque anni. “Avremo un bambino!” Mi alzai, più sollevata: l’aveva presa bene... forse anche troppo! Mi prese improvvisamente per i fianchi e mi fece fare un giro su noi stessi, poi mi poggiò a terra, stampandomi un bacio e cominciando quasi a piangere per la gioia “Non ci credo!” continuava a ripetere, felice. Mi avvicinai di nuovo e lo abbracciai fortissimo: avevo bisogno di lui, ora più che mai: infondo eravamo ancora “piccoli” per avere un figlio. “Kris, ma tu sei sicura?” mi chiese, ricambiando l’abbraccio.
“Mi ami?” chiesi di nuovo. Annuì convinto. “Allora andrà tutto bene... papà!” dissi, facendo scoppiare a ridere entrambi, come due scemi...

“Mamma!” Una vocina mi riportò al presente: Joy mi stava chiamando, continuando a toccarmi la gamba.
“Dimmi, tesoro...”
“Voglio la torta!” mi disse allegra, facendo gli occhietti dolci.
“Certo, piccola! Andiamo!” le risposo, alzandomi dal divano e prendendola in braccio. Concludemmo la serata nel più tradizionale dei modi, non mancò niente: la torta, che era più grande di Joy, la canzoncina “tanti auguri”, il soffio delle candeline con tanto di desiderio – in cui, conoscendo mia figlia,  sicuramente c'entrava una Barbie -, le foto con tutti gli invitati, e poi la parte che di certo Joy ha preferito: lo scarto dei regali.
“Nooo! Barbie principessa delle nevi!” gridò allegra, quando Lizzie e Victoria le diedero il loro regalo. “Grazie zie!”
“Prego, tesoro!” risposero loro, abbracciandola.
“Mica fessa, ora le chiama anche zie!” mi sussurrò all’orecchio Robert, facendomi sorridere.
“E’ una paracula... come te!” gli risposi, beccandomi un bacio sulla guancia al posto di qualche insulto.
Quando la festa terminò, Joy era stanchissima: neanche il tempo di salutare tutti, che si addormentò sul divano nel soggiorno, in braccio a Robert. Portammo Joy in camera sua, mettendola nel lettino, insieme all’enorme peluche a forma di panda che Ashley e Kellan le avevano regalato, e rimboccandole le coperte. Robert le diede una bacio sulla fronte ed uscì dalla stanza, ed anch’io lo stavo seguendo quando, prima di spegnere la luce, la piccola vocina mi bloccò. “Mamma?” mormorò, con il dito in bocca e gli occhietti chiusi: probabilmente sognava.
“Dimmi, piccolina” le chiesi, sussurrando.
Fece un piccolo sbadiglio, poi mi rispose piano, facendomi sorridere. “Londra...”




Spazio tutto mio *____*
Risposta alle recensioni della scorsa puntata :D
@Fiorels: Tesoroooooo *_* sono contenta che ti sia piaciuta! Eccone sfornata un'altra su Joy! E se esiste, sai chi devi ringraziare XD Spero ti piaccia anche questa, però non ci sono le gocciole XD Un bacio, cess#1!
@_rose_red_: Manuuu! Beh, mi fa piacere che proprio con la mia hai trovato la volontà di recensire (: Sperò ti piaccia anche questa *_* Un bacio!
@crazyfred: Ecco fatto! Ne ho postata un'altra sulla Robsten family! Anche a noi piace, tanto tanto *_* Grazie mille per i complementi, Fede! Un bacio!
@cloe cullen: Claudiettaaaa!! Se mi avessi eliminata, poi come svresti fatto a vivere senza me? u_u eh? u_u Sono strafelice che ti sia piaciuta *_* Spero sia lo stesso per questa *_* Un bacio dalla cess#2!
@dot: *lacrima, emozionata* Grazie Leti *_* Spero ti piaccia anche questa *_* Che dici, non è che sto diventando troppo dolce? O.o Un bacio!
@yesido: Meeeeel! Sì, la bambina ha capito tutto della vita già a 8 mesi XD Voglio dire, con due genitori così! Un bacio!
@Broken Heart: Grazie mille *me arrossisce* e alla fine ho scritto di nuovo! Spero ti piaccia! P.s.: comunque NESSUNO si staccherebbe mai da Rob u_u
@SeaOfLove: Oriiiiiii (: Già, mica scema la bambina! Sono contenta che ti sia piaciuta, davvero! Spero di aver fatto un buon lavoro anche con questa! Un bacio!
@Crazy_La: Laaaaaaa, grazie *_* non me lo aspettavo *_* ecco, ne ho sfornata un'altra! Sperò ti piaccia (: Un bacio!
@Anto_Pattz: Ed ecco che, sempre sotto stretto "consiglio" della Queen, Rossana ne scrisse un'altra! Spero ti piaccia anche questa, Anto! Un bacio!

  
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