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Autore: Eros and Thanatos    20/02/2010    1 recensioni
Io non... non ho paura di morire... uccidetemi pure... se volete...
Genere: Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Io non ho… non ho paura di morire. Anzi, ormai è l’unica consolazione che possa ricevere.
Mi ritrovo a vivere in un mondo che non sento mio, un mondo in cui l’unica legge per andare avanti è uccidere.
Un mondo fatto di violenza, di soprusi, di crimine. Un mondo sbagliato, un mondo a rovescio, in cui chi non sa usare una pistola finisce col perire. Un mondo in cui ai propri figli si insegnano la violenza per rispondere a chi ti minaccia, non si insegna l’onestà ma la furbizia.
Un mondo di truffe, di inganni, di imbrogli, non sai più a chi poter tendere la mano.
Le persone a cui dai aiuto, il giorno dopo ti puntano la canna di un’arma alla tempia. Persone che amavi o credevi di amare ti si ritorcono contro, senza che tu possa fare niente. Il corso delle cose finisce col renderti estraneo a tutti e a tutto: per sopravvivere devi morire.
La realtà passa passarti di fronte come i titoli di un macabro telegiornale. Apri la finestra per cercare conforto nella luce del sole, e ti ritrovi un temporale dei più violenti, o il fuoco accecante ch’arde solenne nel cielo, mettendo in luce anche le empietà più meschinamente nascoste.
E’ un mondo vuoto, in cui nessuno sa niente e tutti sanno tutto, in cui non ci si può fidare neanche di se stessi, in cui la tua stessa ombra finisce col farti paura.
Un mondo in cui dichiarano la nostra libertà, ma ci troviamo con un bavaglio premuto sulla bocca per non farci parlare, chiusi in una gigantesca gabbia che pare non poter esser vista, se non da quei poveri e meri animali che, girando in tondo, si ritrovano a sbattere contro una parete invisibile, dentro la quale devono correre in cerchio, come prede consce della loro prossima morte.
Come fiere in gabbia, che, perso il loro antico e fiero ardore, si sono fatte ammansire a suon di frustate, e ora stentano ad andare avanti, nel digiuno della fame e del rimorso, e del rimpianto di non aver rotto le catene che allora potevano essere più facilmente spezzate.
I tiranni soverchiano gli innocenti, in un mondo governato dall’odio, e gli innocenti periscono a migliaia, quando dovrebbero essere gli aggressori a cadere a terra esangui!
Mi sento impazzire, non so a chi chiedere aiuto. La giustizia tanto bramata ora pare allontanarsi sempre di più, corro come per inseguirla, non sapendo dove andare o cosa fare.
A volte mi chiedo se sia solo una povera illusa e una trista pazza, o uno dei pochi sognatori in grado di creare un nuovo mondo.
Inseguo il mio sogno di giustizia, un sogno che non voglio arrendermi di inseguire... Io non ho paura di morire... uccidetemi pure se volete ma non toglietemi la mia libertà perchè..."
Qui si interruppe in silenzio, con le lacrime agli occhi.
Sul viso le si aprì un sorriso, nonostante il forte dolore al petto.
Crollò a terra, sotto il peso del proiettile conficcatole nel cuore.
Per vivere si deve morire
   
 
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