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Autore: LadyArtemis    21/02/2010    2 recensioni
La vita è un uragano che ti trascina nella lunga ricerca di noi stessi. Ma i profilers della BAU, in particolare il dottor Spencer Reid, non si resero mai conto di ciò, fino a quando la loro quotidianità venne scompigliata da un nuovo e bizzarro arrivo. Tra casi nuovi da risolvere,paure,ostacoli e rivelazioni,riusciranno a ritrovare loro stessi? Cosa li attenderà? Che l'inizio cominci...
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Spencer Reid
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

 

Spesso la saggezza è più vicina quando ci chiniamo che quando c'innalziamo in volo”

                                                                                                    W.Wordsworth

 

“Grazie a tutti voi e vi auguriamo una speciale serata!” – esclamò Shlainn al pubblico e quando andammo dietro le quinte, non ebbi esitazione di fermarla bruscamente per avere delle spiegazioni per ciò che era accaduto pochi minuti fa.

“Tu! O tu hai dei poteri soprannaturali o hai minacciato Penelope affinché rivelasse il mio segreto. Che ci fanno loro qui?”

“Ho un’idea, mia cara. Perché non andiamo a chiederlo di persona?” – rispose spudoratamente Shlainn mentre sistema le chitarre e si sistemava i capelli.

“Cooosa? Noo non ci penso proprio. Io ora salgo nel nostro appartamento e ci rimango per una settimana!” – esclamai.

“Basta con le paranoie Keira! Ti avevo avvertito che sarebbe stata una serata speciale. Ora tu taci e vieni insieme a me. Per caso vorresti negare che non ti sia piaciuto?” – chiese e questa domanda mi aveva completamente spiazzata.

“Beh…non saprei dire…forse…probabile…o è stata una cattiva idea…”

“I tuoi occhi non mentono. Si vede lontano da un miglio che ti è piaciuto. Per questo ora taci e vieni con me così me li presenti!” – rispose Shlainn e mi trascinò verso il loro tavolo.

 

Nel frattempo Rossi si avvicinò verso il bancone dove si trovava Bruce, intento a pulire le giare da birra.

“Potrei sapere il nome di colui che è stato così gentile da offrirci da bere” – chiese Rossi con un sorriso.

“Bruce Wright. Ma si figuri, agente Rossi. E’ stato un vero piacere servire la squadra di Keira. Fate come se foste a casa vostra e se ci saranno altre occasioni, sarete sempre i benvenuti”

“Lei è un parente di Keira?” – chiese Rossi.

“Sono il suo padrino e il migliore amico di suo padre, che purtroppo ci ha lasciati dieci anni fa.” – rispose Bruce

“Cosa gli è accaduto?” – chiese incuriosito Rossi.

“Il padre di Keira, Mattia Martines, era un tenente dell’esercito italiano. Mentre si trovava presso l’accademia militare di New Orleans per un incontro con i giovani Marines americani. All’improvviso ci fu un’esplosione; tutti riuscirono ad evadere tranne due giovani soldati che erano rimasti intrappolati nel loro dormitorio. Quando Mattia lo seppe, entrò nell’edificio e li trovò. Ma, nel momento in cui riuscirono ad arrivare verso l’uscita, una trave cedette e stava per colpire i due ragazzi. Per evitare che fossero colpiti, li spinse fuori all’uscita e rimase incastrato sotto la trave e le fiamme lo divorarono”.

“Come la presero Keira e la sua famiglia?” – chiese Rossi.

“Beh quando seppero della morte di Mattia, la madre di Keira, Costanza, gli promise che qualunque cosa gli sarebbe successo, non avrebbe mai perso la sua forza d’animo e avrebbe continuato a vivere la sua vita e a prendersi cura dei loro figli. Keira invece nel giorno del funerale del padre, era l’unica che non aveva pianto”.

“Perché secondo lei? Non aveva accettato la morte del padre?” – disse Rossi.

“La cosa che non avrebbe mai sopportato Mattia, più della morte, è vedere le lacrime di sua figlia Keira. Infatti lei lo sapeva e non gli voleva dare questo dispiacere a suo padre. Io credo, agente Rossi, che il motivo della sua presenza qui sia ben altro il suo lavoro” – esclamò Bruce.

“Crede che lei cerca di scoprire cosa sia realmente accaduto a suo padre?” – chiese serio Rossi.

“Si. Deve sapere, agente, che io, prima di lavorare in questo locale, io ero nei Marines e collaboravo con Mattia. Dopo la sua morte, quando gli investigatori affermavano che l’esplosione era stata provocata da un guasto nell’impianto elettrico, io non ne ero convinto. Però il problema è che non sapevo come dimostrarlo. Volevo trovare delle informazioni. Poi decisi di parlare con il mio superiore, ma lui, per timore di perdere l’onore e il prestigio della sua accademia, mi minacciò di non indagare. Allora decisi di ritirarmi perché nessuno credeva alle mie ipotesi e di dedicarmi alla mia famiglia”.

“Ha rinunciato a tutto per il suo amico?” – domandò Rossi.

“Agente, non era solo un amico. Era un fratello per me. Io l’ho sempre rispettato e voglio che sia fatta chiarezza sulla sua morte, anche se è stata eroica. Inoltre gli ho promesso di prendermi cura sia di Keira e della sua famiglia. Il mio onore non sta in una semplice divisa da soldato, ma nella lealtà di una persona a me molto cara” – rispose Bruce.

“Credo che la dottoressa Martines sia davvero fortunata ad avere al suo fianco una persona come lei. E le prometto che io e la mia squadra la aiuteremo e la proteggeremo” – rispose Rossi.

“Grazie, agente. E voglio inoltre che Keira non sia messa al corrente di ciò che le ho appena detto. Non voglio che si distragga dal suo operato nella BAU e che possa vivere la sua vita con i suoi sogni”.

 

 

“Ehi David! Che fine avevi fatto?” – domandò Hotch raggiungendo il suo collega.

“Aaron, stavo ringraziando il proprietario del locale per averci offerto da bere” – rispose Rossi.

“Salve. Sono Aaron Hotchner e la ringrazio anche io per la calorosa accoglienza.” – disse Hotch stringendo la mano a Bruce.

“Il piacere è tutto mio, agente Hotchner” – rispose Bruce.

“Senti Aaron ti va di uscire fuori per una boccata d’aria?” – chiese Rossi in tono diretto.

“Certo, David.” – rispose accennando un sorriso ed entrambi uscirono fuori salutando Bruce.

 

“Ragazzi, qualcuno ha un paio di piedi nuovi? Spence me li ha completamente distrutti!” – esclamò JJ mentre si sedette.

“JJ io te l’avevo detto che non ero incline su questo genere di cose e poi secondo le statistiche in un locale potrebbe verificarsi il 3,79% di incidenti durante un ballo…”

“Ragazzino, se le vuoi tirare fuori per forza queste dannate statistiche, che cosa dicono se mi intrufulo in quel gruppetto laggiù per due semplici chiacchiere?” – chiese Derek mentre sorseggiava il suo drink per placare la sete dopo due ore di ballo sfrenato.

“Oh, Reid! Dimmela una anche per me. Ho conosciuto prima un tipo davvero da far alzare la pressione a tremila però ho resistito alla tentazione per il mio senso morale...” – Penelope fu interrotta subito da Derek.

“Garciaaa! Dimmi subito nome, cognome, indirizzo, data di nascita di questo tizio!” – esclamò Derek.

“Ragazzi, la conversazione è molto piacevole per le mie orecchie, ma vi devo avvertire che sta arrivando Keira al nostro tavolo. La cosa diventerò molto interessante!” – ridacchiò Emily.

“Buonasera, squadra!” – dissi e il nervosismo cominciò a farsi sentire.

“Oh è arrivata la nostra Keira, dottoressa di giorno e rockstar di notte!” – scherzò Derek.

“Oh Derek Morgan….zuccone di giorno e cavolfiore di sera!” – dissi fieramente e Derek non sapendo cosa dire rise. “ Ragazzi vi presento la coinquilina, Shlainn Wilde”.

“E’ lei allora la persona che avevi citato stamattina!” – interruppe Spencer.

“Davvero? Keira perché non sono stata messa al corrente su questo dettaglio! Aspetta, tu chi saresti? – chiese Shlainn

“E’ il dottor Spencer Reid, Shlainn” – risposi prima di Spencer.

“Ah si! Il dottor Morfina! Keira mi ha tanto parlato di te!” – rise Shlainn.

“A che proposito?” – chiese Spencer dubbioso.

“Beh…allora” – e in quel momento riuscì a frenare la lingua di Shlainn.

“Shlainn non vuoi conoscere il resto della squadra?Allora ti presento Derek, Emily, JJ e Penelope…” nel momento in cui dissi il nome di Garcia, Shlainn si diresse verso di lei per abbracciarla…

“Penelopeee!! Ma io ti adoro, ti ringrazio dal profondo del mio cuore per aver svelato il segreto di Keira!” – esclamò gioiosamente Shlainn.

“Davvero? Mi sento un pochino in colpa…” – rispose Penelope

“No! Non devi sentirti così anzi hai fatto benissimo! Hai fatto la cosa giusta per Keira!” – rispose Shlainn e Penelope si sentì sollevata.

“Cosa fai nella vita, Shlainn?” – chiese JJ.

“Lavoro come reporter al giornale Ellis Bell, mi occupo un po’ di tutto!” – rispose.

“Ellis Bell? E’ il mio giornale preferito! Adoro la tua rubrica “Forever Night Never Day!” – esclamò Emily.

“Ti ringrazio! E’ il mio piccolo paradiso!” – rispose Shlainn.

“Ehi, Keira, che sta facendo il tuo amico del bancone?” – chiese Derek.

“Oh no! Oggi è venerdì: è il momento del “Drunk Girl of Friday” – risposi ed avevo la sensazione che qualcosa di imbarazzante sarebbe accaduto in pochi istanti.

“Ragazze, volete partecipare al Drunk Girl?” – esclamò Shlainn.

“Che cosa si tratta?” – chiese incuriosita Penelope.

“Ora vi spiego: consiste nel bere bicchieri di birra tutto d’un fiato e stare in equilibrio: chi cade perde! Si parte da bicchieri più piccoli fino alle giare più grandi. La vincitrice avrà il titolo di Drunk Girl of Friday” più cinquanta dollari. Allora che ne dite?” – chiese Shlainn.

“Non dico, partecipo assolutamente. JJ ed Emily?” – domandò Penelope, che si sentiva l’adrenalina a mille.

“Anche noi, Penelope” – acconsentirono in sintonia Emily e JJ.

“Benissimo, ragazze! Keira sarà la nostra giudice.” – disse Shlainn.

“Ragazze fatevi onore e non fatemi fare brutte figure!” – esclamò Derek.

“Non ti preoccupare, zuccherino! Non siamo più bambine!” – rispose Penelope.

“Ragazze io credo che non sia una buona idea! Anche perché se Hotch vi vedesse ubriache non la prenderebbe bene!” – disse Spencer preoccupato.

“Dai Spence, non fare il papino! Ce la caveremo!” – disse JJ e tutte le ragazze si diressero verso il bancone per iniziare la sfida.

“Ma JJ…”

“Spencer, non perdere fiato. La montagna di guai si avvicina sempre di più!” – risposi interrompendolo.

“Chissà per quale motivo!” – rispose in modo sarcastico Spencer riferendosi a me.

“Ecco lo sapevo! Ora è mia la colpa? Ma ti diverte così tanto provocarmi?” – esclamai.

“Non ti provoco, dico semplicemente la pura verità!” – rispose diretto Spencer.

“Davvero? Vuoi la guerra, dottor Reid?” – e fummo interrotti da Derek.

“Ohi…ohi! Basta bimbetti miei. Ora non roviniamoci la serata! Il divertimento sta per arrivare. Andiamo!” – rispose Derek e ci trascinò verso il bancone.

 

“Gente siete pronti per eleggere la nuova “Drunk Girl of Friday”? – urlò Bruce mentre stava preparando i bicchieri. La folla impazziva ed era ansiosa di sapere la vincitrice della gara. “Ragazze si comincia!”

Il primo giro le quattro ragazze era in perfetta parità. Ma la difficoltà iniziò dopo il terzo giro quando c’erano i bicchieri più grandi. Quando c’era il momento di stare in equilibrio, Emily perse l’equilibrio.

“Oh no! Non ce l’ho fatta! Quei drink di prima mi hanno fregata. Ragazze, mettetecela tutta!” – incoraggiava Emily mentre si sedette.

Al quinto giro, cadde JJ. Rimasero solo Shlainn e Penelope.

“Ragazze, siamo arrivate al giro decisivo!” – esclamò Bruce.

“Sei in gamba, Shlainn!” – disse Penelope.

“Anche tu sei forte, Penelope!” – rispose Shlainn.

“Dai, bambolina. Non arrenderti!” – urlò Derek con grande impeto.

All’improvviso l’atmosfera leggera si trasformò subito in tensione. Le due ragazze avevano perso la loro lucidità ma non si arresero. La lotta fu intensa. Ma poi il momento finì quando Shlainn si arrese per la stanchezza e Penelope ebbe la meglio.

“Siii! C’è l’ha fatta!” – esultò Derek.

“Cosa? Che è successo?” – si domandò Penelope intontita e andai subito ad aiutarla.

“Penelope sei stata fortissima. Hai vinto. Ora sei la Drunk Woman of Friday!” – esclamai.

“Ah davvero? Keira come mai hai la faccia color viola?”. Capì subito che Penelope era completamente ubriaca.

 

Nel frattempo Hotch e Rossi stavano chiacchierando riguardo la conversazione con Bruce

“Ho capito, David. Quindi secondo te, Martines sta cercando delle risposte sulla morte di suo padre?” – chiese Hotch

“Esatto, Aaron. Non dico che il fatto di lavorare qui nella nostra unità sia solo una formalità, ma credo che l’altro motivo che l’abbia spinta a venire qui sia proprio questo.” – constatò Rossi.

“Credi che sia il caso di coinvolgere l’unità per indagare su questo episodio?” – chiese Hotch.

“Lo faremo quando lei sarà pronta a confidarci su questa storia. Per il momento giudichiamola solo sul suo operato e valutarla se sarà idonea a far parte della nostra squadra. E penso che abbia buoni requisiti” – rispose Rossi.

“Si, hai ragione. Ha un temperamento impulsivo e istintivo, ma è un valido aiuto per tutti noi. Che ne dici ritorniamo dentro?” – propose Hotch.

“Certo, raggiungiamo gli altri!” – rispose Rossi ed entrarono entrambi nel locale.

 

“Ragazzi….pericolo! Sta arrivando Hotch con Rossi. Che facciamo? Cosa dirà? Ci ucciderà o ci licenzierà? Oddio sto perdendo il controllo…” – esclamò agitato Spencer.

“Spencer, basta! Mi è venuto un piano! Tu e Derek portate le ragazze in bagno e cercate di farle bere un po’ di questo succo di arancia per ridurre gli effetti dell’ebbrezza. Io cerco di distrarre Hotch. Ora andate! Sbrigatevi!” – dissi e Derek e Spencer portarono Penelope, Emily e JJ in bagno.

 

“Shlainn come ti senti?” – domandai.

“Eh, sei tu Keira? Credo di si. Per quanto riesco a reggere l’alcool, ho un terribile mal di testa e sento caldo” – rispose Shlainn barcollando.

“Ora tu mi devi aiutare, pazzoide. Dobbiamo distrarre Hotch affinché non si accorga dell’assenza dei ragazzi capito?” – esclamai.

“Si, credo di aver recepito!” – rispose Shlainn in modo confuso.

“Sei incorreggibile. Tu fai solo quello che ti dico!” – dissi – “Bruce, mi devi aiutare anche tu. Se Hotch scopre questo casino, siamo strafritti!”.

“Non ti preoccupare, Keira. Ti aiuterò!” – rispose Bruce e mi diressi verso Hotch e Rossi.

 

“Buonasera Martines!” – esclamò Hotch.

“Buonasera, Hotch. Allora, stai passando una piacevole serata?” – domandai

“Si, molto piacevole, grazie! Ma dove sono gli altri?” – e quella domanda mi fregò e cercai aiuto nello sguardo di Rossi e, da esperto profiler, capì che c’era qualcosa che non andasse e cercò di divagare il discorso.

“Aaron perché non ci sediamo?” – chiese Rossi e Hotch, confuso, non riuscì a capire la situazione.

“Agenti, gradite un altro bicchiere?” – chiese gentilmente Bruce.

“Certo volentieri!” – rispose Rossi anche per Hotch, che mentre cercava di parlare, fu interrotto dalle mie parole.

“Ah, Hotch. Mi sono dimenticata di presentarti la mia coinquilina. Lei è Shlainn Wilde, reporter e dirige anche una rubrica”

“Molto piacere, Aaron Hotchner” – rispose Hotch e aveva uno strano presentimento.

“Il piacere è tutto mio, agente!” – rispose Shlainn che aveva ancora un briciolo di lucidità.

“Scusatemi, vado un attimo in bagno. Torno subito. Voi proseguite!” – risposi, lasciando Shlainn e Bruce l’incarico di occuparsi di Hotch.

 

Nel frattempo Derek e Spencer erano disperati e non sapevano come gestire la situazione.

“Reid, siamo messi proprio nei guai e Keira non arriva! Lo so che l’idea di stare in un bagno con tre ragazze ubriache è la cornice dei miei sogni, ma sono preoccupato…” – esclamò Derek.

“Ehi, Derek. Fa tanto caldo qui dentro...perché non ti levi questa t-shirt? I tuoi pettorali vogliono assaporare l’aria della passione…” – disse Penelope che era distante dallo sguardo di Derek per un paio di centimetri.

“Tesoro, lo so che sei ubriaca e non me ne approfitto perché ti voglio bene e ti rispetto!” – rispose Derek.

“Ma che cavaliere che ho qui di fronte a me. Ma rendi felice la tua signora!” – esclamò Penelope mentre giocherellava con la maglia di Derek. La situazione peggiorò quando si avvicinò anche Emily verso Derek.

“Dai, Morgan! Non ci deludere. Ti vediamo sempre con il giubbotto antiproiettile…sono curiosa di vedere cosa nascondi sotto!” – disse Emily accarezzando la guancia di Derek.

“Reid, insomma, fai qualcosa! Ma le vedi che cosa stanno facendo?” – gridò Derek.

“Ma…ma…io non so che devo fare! Perché me lo domandi? Sembra che io fossi l’esperto in queste cose!” – rispose Spencer balbettando.

“Oh, Spence! Vuoi un aiuto? Qual è il problema?” – disse JJ accarezzandogli i capelli.

 

Arrivai finalmente al bagno.

“Ragazzi sono qui. Ho lasciato Shlainn e Bruce ad occuparsi di Hotch che sospetta di ciò che è successo. Come sta andando?” – dissi.

“Come sta andando? Malissimo. Ti prego fai qualcosa, altrimenti a casa mia non arrivano nemmeno le mie mutande!” – disse disperato Derek.

“Calma. Ora ci penso io! Spencer mantieni JJ vicino al lavandino così posso buttarle un po’ di acqua fresca sul suo volto” – dissi e Spencer fece quello che gli avevo detto e JJ si riprese.

“Oddio che mal di testa!” – esclamò JJ.

“JJ, va tutto bene. Ora siediti e bevi un po’ di aranciata!” – risposi. “Derek sei pronto con Emily e Penelope?”

“Si. Sbrigati, Keira!” – esclamò Derek. Anche Emily si riprese mentre Penelope cadde sulle braccia di Derek.

“Oddio!! Penelope è svenuta!” – mi agitai.

“Calma, si sta riprendendo!” – disse Derek.

“Sono ancora viva?” – disse Penelope mentre cercava di aprire gli occhi.

“Certo, bambolina. E’ stato tutto un sogno. Un bel sogno!” – rispose Derek mentre l’aiutava a rialzarsi.

“Penelope, prendi anche tu, insieme ad Emily un po’ di aranciata così vi passa il mal di testa!” – dissi.

“Ragazzi, ma come faremo con Hotch? Non credo che non noterà i vostri volti bagnati e le vostre facce stravolte!” – disse Spencer sempre più agitato.

“Spencer, calmati! Dobbiamo inventare una scusa” – dissi

“Ma ad Hotch non piacciono le bugie!” – disse Spencer.

“Ma dobbiamo farlo, Reid! Poi gli diremo la verità appena che ci riprenderemo da questa sbronza!” – disse Emily.

“Potremo dirgli che si sono avvicinati dei balordi che ci hanno gettato della birra addosso e voi ci avete accompagnato per pulirci, che ne dite?” – propose JJ.

“Ottima idea! Adesso usciamo tutti altrimenti ci danno davvero per dispersi!” – dissi e uscimmo tutti dal bagno.

 

Hotch, dopo aver sopportato tutti i discorsi di Shlainn riguardo la sua rubrica, si voltò su Rossi e voleva chiarezza: “David, io vado a cercare gli altri!”.

“Aspetta, Hotch. Arriveranno a breve, non ti preoccupare!” – disse Rossi.

“David! Ho il presentimento che sia successo qualcosa, quindi io vado, tu aspetta qui!” – dopo aver detto tali parole, vide arrivare i suoi colleghi appena in tempo.

“Scusaci Hotch, se ti abbiamo fatto aspettare, ma c’è stato un piccolo incidente” – disse JJ e raccontò la scusa, sperando di convincere Hotch.

“E allora come mai avete le guance rosse?” – disse Hotch ancora non convinto.

“Beh…perché…ecco…si…perché abbiamo sudato molto ballando!” – disse Emily molto imbarazzata e nervosa.

“Generalmente il sudore, il prodotto delle ghiandole sudoripare, prima di uscire dalla pelle provoca un arrossimento della cute e si verifica in situazione di stress, imbarazzo, attivo movimento…”

“Si, Reid, ho capito!” – interruppe Hotch.

 

Mentre la gente abbandonava il locale, un ragazzo dai capelli castani, si avvicinò a Penelope

“Wow è stata una bella gara! Non si dimentichi il premio!” – disse e uscì fuori dal locale.

“Che premio hai vinto, Garcia?” – disse Hotch sospettoso.

“No…Hotch…ti stai sbagliando. Quello è il mio premio!” – disse Derek prendendo il premio dalle mani di Penelope.

“Se è tuo, perché sta scritto Girl?” –e qui che cadde l’asino e si passò dalla padella alla brace.

“Probabile che hanno sbagliato. Sono abituati ad avere vincitori donne e non uomini” – rispose Derek imbarazzato e Hotch, nella confusione, trattenne una rarissima risata.

Rossi salvò ancora una volta la situazione “Credo che sia l’ora di andare a casa!”

“Si, hai ragione! E’ l’ora della nanna!” – disse JJ.

“Venite, vi accompagno dato che devo chiudere il locale.” – disse Bruce

“Bruce, veniamo anche io e Keira a salutare i nostri ospiti!” – esclamò Shlainn, mentre mi prese il braccio e mi trascinò fuori al locale.

 

Tutti eravamo fuori. Faceva freddo. Mentre io e Spencer camminammo avanti, Derek fermò JJ e Penelope e aveva in mente qualcosa

“Ragazze, aspettate un attimo! Che ne dite di far trascorrere al nostro Reid una piacevole serata?”

“E come, Derek?” – chiese curiosa JJ.

“Adesso te lo spiego subito, mia cara JJ: il ragazzino è venuto con me in macchina insieme a Garcia. Ora, dato che tu sei stata accompagnata da Will, tu farai finta che per un contrattempo con Henry, lui non può venirti a prendere e verrai con noi e appendiamo Reid!” – spiegò divertito Derek.

“Capito! Così Spence rimarrà da solo con Keira! Geniale! Ma non ne sarà molto contento!” – disse JJ.

“Chi se ne frega! E’ ora che il ragazzino diventi uomo…quindi mettiamoci all’opera!” – esclamò Derek.

“Oh il mio Morgan ha una mente così geniale! Forza JJ iniziamo!” – esclamò Penelope entusiasta e ancora sbronza e JJ era pronta.

 

“Hotch, sbaglio o fa molto caldo?” – disse Emily mentre si appoggiava sulla spalla del suo collega.

“Caldo? Prentiss qui fuori saranno circa una decina di gradi! Sei sicura di sentirti bene?” – chiese Hotch ma notò che Emily si era addormentata sulla sua spalla.

“Aaron, distendila sul sedile posteriore e portiamola a casa!” – disse Rossi mentre Hotch appoggiò Emily delicatamente.

 

Nel frattempo JJ, Derek e Penelope attuarono il loro piano.

“Ragazzi, allora vogliamo andare?” – disse Spencer assonnato rivolgendosi a Derek.

“Oh, Reid mi dispiace ma il tuo posto è occupato da JJ, poiché Will non può venire” – rispose Derek mentre apriva lo sportello della sua macchina.

“Cooosa? Ma posso sedermi dietro! Non vi preoccupate non soffro il mal di macchina!” – rispose Spencer e iniziò ad agitarsi.

“Mio bel pasticcino, dietro devo stare io perché mi devo distendere. Ho un mal di testa insopportabile!” – rispose Penelope.

“Potrei mettermi nel cofano? Andiamo ragazzi non potete lasciarmi qui da…SOLO!” – esclamò spaventato Spencer.

“Solo? Ma che dici, Spence? Ci sta Keira!” – disse JJ entrando nella macchina di Derek.

“Eh? Scusatemi, ragazzi, che centro io?” – esclamai non capendo la situazione.

“Mia cara, sarai tu ad accompagnare il genietto a casa sua!” – disse Penelope.

“Eeeeh? Cosa? Ragazzi, ma state scherzando? E’ folle!” – gridò Spencer.

“No, ragazzino, non è uno scherzo! Poi un giorno ci ringrazierai. Buonanotte Keira e grazie per la magnifica serata!” – disse Derek.

“Buonanotte ragazzi e mi raccomando andate a nanna!” – disse JJ e Derek mise in moto la sua macchina e partì.

“Martines, ci vediamo domani a lavoro. Reid purtroppo c’è dietro Prentiss che sta dormendo e quindi non ho un posto per te!” – disse Hotch

“Aspetta Hotch…non mi abbandonare anche tu!” – esclamò Spencer ma, fiato sprecato. Anche loro se ne erano andati.

“Bene, mi hanno abbandonato tutti. Adesso come torno a casa?” – pensò ad alta voce Spencer, amareggiato.

“Beh puoi andare a piedi così alleni un po’ quelle tue gambette, oltre al tuo cervello!” – risi, ma fui fermata da Shlainn.

“Dove pensi di andare? Non puoi lasciarlo andare da solo a quest’ora tardi?” – disse.

“Non ti preoccupare, Shlainn. Se comincerà a parlare delle sue statistiche anche i ladri scapperebbero da lui per la disperazione” – dissi ironicamente e Spencer mi buttava le sue occhiatacce.

“Ok, se non lo accompagni, dormirai qui fuori!” – minacciò Shlainn.

“Eeee cosa? Cosa sono questi ricatti! Ma anche se lo dovessi fare, non credo che li piacerà l’idea di salire sulla mia moto!” – esclamai.

“Ma non ti ho detto che lo devi accompagnare in moto!” – rispose Shlainn.

“Ah, e dimmi un po’, intelligentona, come lo accompagno? Lo porto in braccio?” – dissi.

Bruce si intromise nella discussione “Keira, prendi le chiavi della mia macchina! La mia casa sta a due passi dal locale, quindi posso andare a piedi!”.

“Bruce, ma…” – e Shlainn non mi diede tempo di replicare e prese le chiavi di Bruce e mi costrinse a prenderle.

“Ecco! Adesso vai ad accompagnare il dottor Reid a casa, se no ti devi fare una bella tenda qua fuori per dormire” – disse.

“Ma perché mi fai questo, Shlainn?” – chiesi.

“Poi un giorno mi ringrazierai…” – rispose, salutò me, Spencer e Bruce e salì nel nostro appartamento.

Perchè quelle parole? Anche Derek le ha pronunciate. Cosa vorrà dire?

“Keira, io vado a casa. Ci vediamo domani!” – disse Bruce e andò via anche lui.

 

Eravamo rimasti solo io e Spencer.

“Bene, dottor Reid! A quanto pare non solo te hanno abbandonato! Quindi se vogliamo dormire tranquilli stanotte, ti devo accompagnare io a casa!” – esclamai.

“Beh…allora siamo messi proprio bene!” – commentò ironicamente. Non risposi alle sue parole e salimmo entrambi nella macchina di Bruce e partimmo.

 

Rimanemmo in silenzio per un lungo tratto, fino a quando Spencer ruppe il ghiaccio.

“Comunque credo che Hotch non l’abbia bevuta la versione di JJ su quanto è successo”

“Però ho intravisto uno dei suoi rarissimi sorrisi e questo è un buon segno. Immagino che in questo momento stia ridendo a crepapelle in particolare per la scena di Derek. Darei qualsiasi cosa per vederlo così!” – risi mentre guidavo.

“Non credo proprio che ciò che è successo contraddica la sua figura seria e composta! E poi credo che domani ci sistemerà per bene!” – rispose Spencer.

“Domani ti farò vedere che avrà una reazione completamente opposta a quello che pensi. Oddio anziché fare il profiler potevi fare benissimo il drammaturgo!” – commentai seccata.

“Che..che..cosa? Io sono realista! Ma tutte a me devono capitare?” – si chiese Spencer grattandosi la testa.

“Ah guarda questo lo devo dire io, non tu! Derek domani mi sentirà per questo bello scherzetto!” – esclamai

“Devo ammettere che su questo punto sono d’accordo con te!” – disse Spencer

“Evviva! Dobbiamo festeggiare! Abbiamo trovato qualcosa in comune!” – commentai ridendo.

“E’ vero!” – rispose Spencer finalmente con un sorriso. “Keira, la prossima strada, devi girare a destra e siamo quasi arrivati”.

“Ok, Spencer. Caspita! Che belle case che ci sono qui! Sembra così diverso da casa mia!” – dissi in modo nostalgico.

“In quale zona d’Italia vivi, Keira?” – mi chiese Spencer.

“Abito a Taormina, in Sicilia. Invece tu a Las Vegas vivi, giusto? Questa si che è una contraddizione!” – risi.

“Ecco che ricominciamo!” – rispose Spencer sbuffando.

“Dai non fare così, Spencer! E’ più forte di me” – risposi mentre gli diedi un colpetto sulla sua spalla.

 

Ma all’improvviso mentre parlavamo, la macchina si fermò.

“Che…che succede?” – chiese Spencer preoccupato e agitato.

“Dannazione. Credo che una delle ruote sia andata a terra. Vado a controllare” – dissi mentre scesi dalla macchina. “Ecco come non detto! Mi pare di ricordare che Bruce avesse messo nel cofano una ruota di riserva. Speriamo bene..”.

“E se poi non ci fosse? Non vedo nessuno che ci possa aiutare. Ora che si fa? Si dice che il 20% degli incidenti stradali iniziano proprio in queste circostanze e…”

“Basta, Spencer. Ora tu taci! Guarda eccola l’ho trovata!” – risposi adirata.

“Ok, hai trovato la ruota di riserva ma chi la metterà?” – chiese Spencer mentre scese dalla macchina.

“Che domande, genio: NOI!” – risposi mentre presi gli attrezzi dal cofano.

“Eh? Cosa? Io non so come si fa!” – si giustificò Spencer.

“Bene! Questa è l’occasione per imparare! Mi devi aiutare a togliere la ruota sgonfia. Inizia a tirare!” – dissi e Spencer, non avendo altre alternative, fu costretto a fare ciò che gli dicevo. Si tolse la giacca che gli dava fastidio e tirò.

“Sù, Spencer, ci siamo quasi…” – incoraggiavo.

“Anche un quarto d’ora fa hai detto la stessa cosa!” – protestava mentre continua a tirare. Finalmente riuscimmo a toglierla.

“Bene questa è fatta! Ora dobbiamo mettere quella nuova. Devi sollevare questa parte qui in modo da inserire la ruota nuova” – dissi.

“No! Non ce la farò mai! Le mie mani non riusciranno a resistere alla grande forza di gravità esercitata da…”

“Non è il momento per una lezione di fisica. Ce la farai senz’altro…”

A quelle parole, ad un tratto l’impossibile divenne possibile per me. Cosa mi sta succedendo?  - pensò Spencer per un attimo

“Ehi, non poltrire, Spencer. Un ultimo sforzo e abbiamo finito!” – dissi.

“Credo che stanotte non dormirò per i dolori alla schiena!” – sbuffò Spencer e si mise all’opera. “Keira ti sbrighi, non ce la faccio più!”

“Ecco fatto, Spencer! E’ andata!” – risposi e ci sedemmo entrambi per terra. “Hai visto? Stanotte hai imparato a mettere una ruota!” – esclamai.

“Si, ma sono distrutto!” – si lamentò Spencer.

“Ok, andiamo! Ce la fai ad alzarti?” – dissi ironicamente.

“Spiritosa!” – rispose ma, anche se si opponeva ostinatamente, lo aiutai.

 

Dopo l’avventura della ruota, finalmente arrivammo a destinazione.

“Finalmente siamo arrivati! E’ come se avessi fatto il giro del mondo stanotte!” – commentai. “Wow! E’ fantastico questo palazzo! Spencer, che succede?”

“Mi sento stanchissimo! Non riesco a muovermi!” – si lamentava.

“Forza, Spencer! Non mi far sentire in colpa! Ora tu scendi e andiamo!” – esclamai mentre lo aiutavo a scendere dalla macchina e si appoggiò sulla mia spalla.

“Penso di farcela da solo, Keira. Puoi andare a casa” – disse Spencer.

“No, Spencer. Ti accompagno nel tuo appartamento altrimenti cadi per le scale e non voglio passare la notte all’ospedale per controllarti!” – commentai mentre salimmo le scale.

 

“Ecco, è qui il mio appartamento!” – disse Spencer mentre si appoggiava alla porta e cercava di prendere le chiavi.

“Beh allora ci vediamo domani o ti devo accompagnare anche nel tuo letto?” – dissi.

“Ma grazie! Almeno qui ce la posso fare benissimo da solo!” – rispose impetuosamente Spencer mentre aprì la porta.

“Ok, calmati! Ora me ne vado, altrimenti ricomincia di nuovo la guerra!” – risposi sbuffando e andando verso le scale.

Ma ad un tratto venni trattenuta per un braccio da Spencer.

“Keira, aspetta! Ecco…vedi…ti volevo dire…gra…graz..!”

“Prego, Spencer! Buonanotte!” – sorrisi e tornai in macchina.

 

Spencer andò verso il suo letto, ma, nonostante la stanchezza, non riuscì a chiudere gli occhi. I suoi pensieri erano fissi su quello che era successo.

Non mi era mai capitata un’esperienza del genere in tutta la mia vita. Ho la sua voce nella mia testa e ho bisogno di sentirla ancora. Anche se conosco molte cose più del normale, perché non riesco a trovare una ragione a quello che mi sta accadendo? Chi sei veramente, Keira Martines?

 

Appena che ritornai a casa, sprofondai subito nel mio letto.

Sento ancora il suo profumo sulla mia spalla. Lo voglio risentire di nuovo per placare gli impeti del mio cuore. Il suo leggero tocco risuona sulla mia pelle, dandomi una strana sensazione che non riesco a spiegare. Chi sei veramente, Spencer Reid?

 

 

Ore 6:00AM

 

Un rumore interruppe il sonno di JJ. Si alzò dal suo letto rapidamente, scompigliando le lenzuola. Il suo cuore batteva forte per la preoccupazione. Quel rumore era il suo palmare. Stava squillando. Ad ogni squillo, JJ si agitava. Per un attimo esitò, anche perché le sue mani bianche iniziarono a tremare. Se non rispondo Henry si sveglierà…- pensò JJ e trovò il coraggio di rispondere – “Pronto!”

“Jennifer! Sono io, Wyatt. Ti ricordi di me?”

“Wyatt sei proprio tu? E’ da una vita che non ci sentiamo! Come stai? E Sheila?” – chiese JJ.

“Mi dispiace che la nostra conversazione non sarà piacevole ma ti devo dare una brutta notizia: Sheila e Simon sono stati rapiti!”.

“C..cosa?” – JJ rimase scioccata da quelle parole e non riuscì a rispondere al telefono.

“Jennifer ci sei? Ho bisogno del tuo aiuto! Ti prego aiutami qui stanno succedendo delle cose terribili!”.

“Arriverò subito, Wyatt con la mia squadra. Aspettami!” – rispose JJ e riattaccò.

 

Non riusciva a credere a quello che aveva appena sentito. Le sentì mancare le forze. Si appoggiò sulla parete del corridoio. Le lacrime scesero incessantemente, bagnandole il suo bianco viso e la sua bocca che aveva perso il suo color roseo. Will si svegliò di soprassalto, poiché non sentì più la presenza di JJ nel loro letto. Scese e la trovò seduta per terra disperata.

“JJ, che è successo?” – chiese Will, spaventato, mentre, con la sua maglietta blu, asciugava le sue lacrime.

“Oh, Will mi dispiace di averti spaventato e di procurarti pena per causa mia!” – rispose JJ appoggiando il suo volto sul petto di Will.

“Tesoro, parlami. Perché stai soffrendo così tanto? Non preoccuparti per me!” – esclamò Will stringendola forte e notò che il suo corpo era freddo come il marmo.

“Will…è successo una cosa terribile! Una persona a me molto cara è stata rapita insieme a suo figlio . E ho paura di non riuscire a salvarla. Ho avuto altri casi di rapimento. Ma questo è diverso. Ho paura, Will…” – disse JJ che non riusciva a fermare le lacrime.

“JJ, devi partire subito con la tua squadra. Devi essere forte per lei! Oggi non vado a lavoro mi prenderò cura io di Henry e del resto. Ora corri!” – incitò Will mentre la aiutava a rialzarsi.

“Hai ragione, Will! Devo avvertire di ciò a Hotch!” – rispose JJ e andò subito a prepararsi per andare a Quantico.

 

 

“Buongiorno Bruce!” – dissi mentre scesi dalle scale.

“Buongiorno, mia cara! Questa mattina ti sei svegliata presto. Arriverai in anticipo a lavoro” – esclamò Bruce mentre preparava la colazione.

“Bhe stamattina avrei un paio di cosette da fare. Shlainn sta ancora dormendo!” – risposi mentre mi sistemavo i capelli.

“Dopo la sbronza, Shlainn dorme per parecchio ore e credo che oggi non andrà a lavorare. Bhè finalmente abbiamo un po’ di tempo per parlare! Allora come vanno le cose?” – disse Bruce,

“Bene. E’ tutto quello che desideravo! Spero tanto di entrare nell’unità!” – risposi.

“Ma tu sei in gamba, ce la farai. E poi sono molto simpatici e amichevoli!” – disse Bruce.

“Vero! Sono stata davvero fortunata! Sai Bruce, ho trovato una lettera di mamma e dei miei fratelli. Pensavo che fosse ancora arrabbiata con me e mi sentivo in colpa. Invece…”

“Ti vuole bene, Keira. Tua madre aveva il tuo stesso temperamento, però quando si diventa genitori, si vuole sempre proteggere i propri figli e per questo che nascono delle incomprensioni”.

“A proposito di figli, come stanno i gemellini e Cecilia?” – domandai.

“Benissimo. Joey vuole fare il poliziotto mentre Ewan vuole fare il pilota nell’aeronautica militare! Cecilia è sconvolta: lei vorrebbe che diventassero avvocati o medici per stare più tranquilla!”

“Che carini! Immagino quando diventeranno grandi saranno affascinanti con le loro divise!” – ridemmo entrambi. Poi vidi l’orologio e notai che era il momento di andare.

“Bruce vado a lavoro! Ciao!” – dissi

“Ciao Keira e mi raccomando non combinare guai, intesi?” – rispose Bruce dandomi un colpetto sulla fronte.

“Guai? Questa parole non esistono nel mio vocabolario, tranquillo!” – esclamai e Bruce non trattenne una grossa risata.

 

Arrivai a Quantico. Non c’era ancora nessuno. Mentre andai nel mio ufficio, incontrai Penelope.

“Buongiorno Keiraaa!!” – esclamò stringendomi forte.

“Buongiorno Penelope! Vedo che ti sei ripresa dalla serata di ieri” – dissi sorridendo.

“Lo sai non ricordo proprio niente, a parte la faccia sconvolta di Reid quando ti ha vista cantare. E poi quando Morgan mi ha accompagnata a casa, mi guardava in modo strano e mi ha dato cinquanta dollari. Cosa ho combinato? Per caso mi ha pagata per aver fatto…” – e qui la interruppi.

“Penelope hai vinto una competizione con la mia amica Shlainn. La parte più comica è stata quando dovevamo nasconderlo a Hotch!” – spiegai.

“Ah certo! Ora mi ricordo tutto! Ricordo anche che avevamo lasciato Reid solo fuori al locale, però non ricordo il motivo!” – rispose Penelope grattandosi alla testa per cercare di ricordare.

“Per farmi uno scherzo, ma il caro Derek non la passerà liscia!” – esclamai fieramente.

“Cambiando argomento, come mai sei venuta così presto qui?” – chiese curiosa Penelope.

“Oh sono venuta a sistemare un po’ il mio ufficio. Non mi piace questo stile e allora ho pensato di rivoluzionarlo un po’ con qualcosa di alternativo” – dissi.

“Wow, allora ti darò una mano! Vieni andiamo!” – rispose Penelope trascinandomi verso l’ufficio.

 

Nel frattempo, mentre Rossi e Hotch entrarono nei loro uffici, Emily e Derek parlavano vicino alla caffetteria.

“Che serata incredibile! Ho la testa che mi scoppia però è stato divertente!” – disse Emily.

“Già e poi non sapevo che fossi così ‘passionale’ quando sei ubriaca!” – rise Derek.

“Oddio ricordo ancora la faccia di Hotch quando ci ha visto in che condizioni eravamo e cercavamo di nasconderlo!” – rispose Emily mentre beveva il suo cappuccino.

“Ma non sai dopo che è successo? Abbiamo lasciato da SOLO!” – esclamò.

“Cosa? Questo si che è uno scoop. Ma come è tornato a casa?” – si chiese Emily sconvolta.

“Indovina?” – disse Derek maliziosamente.

“Keira! Oh no non ci credo! Chissà cosa avranno combinato quei due!” – rispose Emily.

“Lo sapremo appena che il ragazzino arriverà qui e sperando che il mio piano abbia funzionato!” – rispose Derek.

“Non vedo l’ora! Sono curiosissima di sapere come ha passato la notte il giovane dottor Reid!” – esclamò Emily ridendo al solo pensiero.

Poi entrambi videro Penelope con degli scatoloni.

“Buongiorno bambolina! Cosa stai combinando?” – chiese Derek curioso.

“Te lo do io il buongiorno, mio bel fusto! Sto aiutando Keira a ordinare il suo ufficio!” – rispose.

“Già qui? Credevo che venisse con Reid! Accidenti qualcosa sarà andato storto!” – pensò Derek deluso.

“Eccolo che arriva, Morgan!” – esclamò Emily.

Spencer sbadigliava continuamente e quando si avvicinò verso i suoi colleghi, quest’ultimi lo fissarono.

“Buongiorno ragazzi, co..cosa c’è?” – chiese Spencer confuso.

“Non ci devi raccontare niente?” – esclamò Derek ansioso di sentire la risposta.

“Di.. che parli?”

“Pronto, Reid ci sei? Andiamo, bello, non mi tenere sulle spine. Come è andata con Keira?” – chiese Derek.

“Non mi ci far pensare! Mi ha costretto a cambiare una ruota sgonfia e mi ha distrutto la mia schiena! Ecco come è andata! Sei contento?” – disse sarcasticamente Reid mentre riempiva di zucchero la sua tazza di caffè.

“Non è molto romantico, ma sarà stato divertente!” – rise Emily.

“Oh Reid, mi fa male la pancia per le risate!” – esclamò Derek pizzicando Spencer.

“Garcia, cosa ci fai con quei scatoloni?” – chiese Spencer che l’aveva appena vista.

“Finalmente ti sei accorto che esisto anche io, genio! Niente, sto aiutando Keira con il suo ufficio. E’ già qui!” – rispose Penelope.

Spencer si sentì all’improvviso una stretta sullo stomaco. Ripensò a quello che è successo ieri. Andò subito nel suo ufficio.

“Reid, dove stai andando! Non puoi entrare nel suo ufficio!” – gridò Penelope.

“Bambolina, calmati. Lascialo andare. Vediamo cosa combina!” – ridacchiò Derek.

“Non ci ha raccontato proprio tutto se è corso da lei!” – ipotizzò Emily.

 

“Dannazione perché il gancio non vuole entrare!” – esclamai mentre stavo sistemando le tendine viola che Penelope mi ha regalato. Poi sentì la porta che si apriva.

“Penelope, non riesco a mettere il gancio, mi puoi aiutare?” – dissi e quando mi girai, rimasi scioccata. “Spencer che ci vai qui!” – gridai.

“Ecco…volevo sapere…ma che stai facendo?” – chiese curioso.

“Non vedi che sto mettendo una tenda?” – dissi ironicamente.

“In quella posizione che ti trovi, si verifica l’89% delle cadute…”

“Ah, Spencer, non lo devi dire! Se no potrebbe succedere che…” – e all’improvviso persi l’equilibrio e caddi addosso a Spencer. Sentendo lo strano tonfo, Derek andò a controllare.

“Ragazzi cosa state combinando?” – chiese e ci vide per terra. “Scusatemi di avervi disturbato. Almeno chiudete la porta!” – rise e la chiuse.

“No…Morgan…aspetta! Bene, come al solito è sempre colpa tua!” – disse Spencer che si rialzò di scatto ed era imbarazzatissimo.

“Meno male che il buongiorno si vede dal mattino! Odio le tue dannatissime statistiche!” – esclamai adirata.

“Però hanno previsto la tua caduta!” – disse Spencer.

“E non potevano prevedere l’arrivo di Derek?” – esclamai in tono diretto puntando il dito sul petto di Spencer.

“E’ una variabile casuale! Come il lancio del dado che…”

“Ok, basta! Bandiera bianca! Cambiamo argomento, come sta la tua schiena?” – chiesi mentre sistemavo le mie cose.

“Abbastanza bene! E tu…stai bene?” – chiese.

“Si, tutto bene. Ci vuole ben altro per stendermi, non certo per una caduta!” – ridemmo entrambi.

“Certo che sei estremamente stravagante! Non ho mai visto, dopo quello di Garcia, un ufficio così!” – esclamò mentre giocherellava con i miei pupazzetti.

“Lo prenderò come un complimento. Ah..ah giù le mani, non si toccano!” – minacciai.

 

Mentre Derek raccontava la scena imbarazzante nell’ufficio di Keira, JJ, con un solo fascicolo, si diresse frettolosamente da Hotch, senza notare i suoi colleghi.

“Ehi ragazzi, avete visto JJ? Cosa le prende?” – disse Emily.

“Non ho idea! Credo che sia sconvolta per il nuovo caso!” – suppose Penelope.

 

“Hotch posso parlarti un attimo?” – chiese JJ appena che entrò nel suo ufficio.

“Dimmi, JJ!” – rispose Hotch.

“Stamattina ho ricevuto una telefonata da un mio amico agente, Wyatt Drake, e mi ha inviato i particolari su un caso di rapimento di una madre e suo figlio e uno di duplice omicido. Suppongo che siano collegati” – spiegò JJ.

“Quanto tempo è passato dalla loro scomparsa?” – chiese Hotch vedendo il fascicolo.

“Nove ore!” – rispose JJ.

“Lo sai che non possiamo intervenire se non sono passati quarantotto ore dalla scomparsa. Poi non abbiamo le prove che la scomparsa sia rapimento e che ciò sia collegato ai due omicidi” – concluse Hotch.

“Senti Hotch, purtroppo io sono coinvolta in questo caso perché conosco le due vittime rapite e per quanto ci siano delle regole da rispettare, ti chiedo di aiutarmi! Odio dover dire quanto sia ingiusto il nostro lavoro, poiché dobbiamo intervenire solo dove ci siano dei cadaveri!” – le parole di JJ esprimevano tutta la sua rabbia e disperazione. Hotch lo comprese benissimo.

“D’accordo JJ. Prepara la squadra! Partiamo per Pittsburgh” – disse Hotch

“Grazie, Hotch!” – rispose JJ e andò ad avvertire gli altri.

 

“Ragazzi, abbiamo un nuovo caso. L’aereo parte tra dieci minuti per Pittsburgh” – disse JJ mentre distribuì i fascicoli.

“Vado a chiamare i ragazzini!” – disse Morgan.

Emily e Rossi, insieme a Hotch, andarono per primi. E mentre JJ andava, venne fermata da Penelope.

“JJ, per quanto lo nascondi, i tuoi occhi non mentono e questo caso ti preoccupa molto. Andrà tutto bene, cara!”.

“Grazie, Penelope. Mi conosci troppo bene a quanto pare!” – rispose JJ e la sua malinconia svanì per un attimo, tramutandosi in fiducia e speranza.

 

“Ehi, Reid! Sbrigati, tu e Keira. Partiamo per Pittsburgh!” – esclamò Derek.

“Sono pronta, Derek!” – dissi e avanzai il piede lasciando Derek e Spencer indietro.

“Senti Morgan, volevo dire che quello che è successo prima…”

“Stai tranquillo, Reid. Però, date le circostanze, sembra che io stia avendo ragione!” – rise Derek.

“Io credo proprio di no!” – rispose Spencer.

 

Durante il viaggio, JJ ci spiegava i particolari del caso.

“Allora per quanto riguarda le vittime di omicidio, abbiamo Taylor Hook, ventidue anni, ferite multiple sulla faccia e su tutto il corpo. E’ stata rivenuta dalla madre perché sentiva suo figlio di due anni piangere ininterrottamente. La seconda vittima, Libby Lang, diciannove anni, stesse ferite, tranne nella zona addominale. Il primo omicidio risale una settimana fa, mentre il secondo ieri e qui abbiamo il caso di rapimento: Sheila Collins, ventotto anni, e suo figlio Simon, dieci”.

“Se vogliamo trovare un collegamento tra Taylor Hook e Sheila Collins è che entrambe avevano avuto figli in età molto giovane. Solo non capisco perché alla seconda vittima è stata tralasciata la zona addominale” – ipotizzò Emily.

“I segni sul volto delle vittime significano che l’S.I. prova disprezzo e rabbia. Inoltre per attaccarle nei loro appartamenti, doveva conoscere le loro abitudini” – disse Derek.

“Analizzando le foto, la prima vittima non ha subito violenza sessuale e i tagli sul volto sono stati fatti post-mortem, la causa del decesso è stata dissanguamento. Mentre la seconda, la devo vedere meglio da vicino” – spiegai.

“Dove abitavano le vittime?” – chiese Rossi.

“Taylor Hook si abitava in periferia, mentre la seconda stava a due isolati dalla terza sul lato ovest della città” – rispose JJ.

“Poiché manca la componente sessuale, gli omicidi sono uno sfogo a un trauma psicologico, associato a una mancanza di affetto, oppure a qualche violenza subita, che queste donne ricordavano all’S.I. e circa il 60% sono uomini. Per questo non ha ucciso il figlio di Taylor Hook; quel bambino rappresenta lui stesso” – analizzò Spencer.

 

Arrivati a Pittsburg, ci attese un giovane agente di polizia.

“Jennifer, ti ringrazio profondamente per il tuo aiuto!” – disse Wyatt abbracciandola.

“E’ il minimo che possa fare. Il nostro obiettivo è salvarla!” – rispose JJ “Wyatt questa è la mia squadra!”

“Salve, agente Wyatt Drake. Sono un amico di infanzia di JJ” – rivolgendosi a Hotch.

“Salve, sono l’agente Hotchner. Mi spieghi i particolari sulla scomparsa di Sheila Collins”.

“Sheila Collins è una mia cara amica. L’aiutavo spesso a mantenere suo figlio Simon. Ieri, intorno alle nove di sera, bussai alla loro porta per vedere come stesse. Era una mia abitudine. Ma la porta era aperta. Entrai e non c’erano. Sheila non usciva mai tardi di sera perché tornava stanca da lavoro e voleva trascorrere più tempo con suo figlio. Poi ho trovato vicino all’ingresso questo bigliettino ‘Aiutateci!’, scritto da Simon. Avevo capito subito che si trattava di rapimento”.

“Conosceva qualcuno in particolare?” – chiese Rossi.

“Sheila lavora come psicologa in un consultorio per giovani madri. Conosceva solo le sue pazienti con cui aveva un buon rapporto. Mi raccontava sempre tutto. Se ci fosse qualche conoscenza particolare me lo avrebbe detto” – rispose l’agente Drake.

“Morgan e Rossi, andrete a parlare con i familiari di Taylor Hook, JJ e Prentiss con quelli di Libby Lang; mentre Reid tu seguirai l’esame autoptico con Martines. Io rimango con l’agente Drake” – ordinò Hotch.

 

Seguimmo gli ordini di Hotch. Poi Spencer si avvicinò a JJ.

“JJ, ti senti bene?”

“Certo, Spence. Non ti preoccupare!” – rispose JJ, ovviamente mentendo.

“La salveremo! Stai tranquilla. ” – disse Spencer come sostegno morale e JJ lo ringraziò abbracciandolo.

“Ehi, Reid, Keira ti sta aspettando! Muoviti!” – lo richiamò Emily – “JJ, noi andiamo dai Lang”.

 

Derek e Rossi arrivarono alla casa degli Hook.

“Buongiorno, signora Hook. Sono l’agente Rossi e lui è l’agente Morgan. Possiamo farle qualche domanda riguarda sua figlia Taylor?” – chiese Rossi.

“Certo, entrate!” – rispose la donna accogliendo i due agenti e li fece accomodare.

“Signora Hook, ci parli cosa è successo a sua figlia” – chiese Derek.

“Taylor era una ragazza-madre e io la aiutavo con il bambino mentre lei proseguiva gli studi all’università. Quando andai da lei per portarle la spesa, sentì Joel piangere forte. Bussai alla porta e Taylor non mi apriva; colta dalla preoccupazione, presi le chiavi di riserva e la aprì. Trovai il corpo di mia figlia vicino alla culla di Joel” – raccontò la donna mentre si asciugava le lacrime.

“Signora, per caso sua figlia frequentasse qualcuno in particolare?” – chiese Rossi.

“No, agente. Taylor era sempre impegnata con i suoi studi. Nel tempo libero andava al consultorio dove discuteva sulla sua situazione”.

“E saprebbe dirmi il suo nome?” – chiese Derek,

“Sheila Collins” – rispose la donna.

“Grazie mille, signora Hook per aver collaborato” – disse Rossi. Quando uscirono dall’abitazione, Derek espose la sua idea.

“Abbiamo trovato un collegamento, proprio come diceva Prentiss. Sheila Collins era l’unica che poteva capire la situazione delle sue pazienti perché aveva affrontato anche lei la stessa esperienza.

“Quindi il nostro S.I. odia le ragazze-madri, perché anche la sua lo era. Vede nelle sue vittime sua madre” – concluse Rossi.

 

Emily e JJ furono accolti dai genitori di Libby Lang.

“La ringraziamo per la vostra disponibilità” – disse JJ. “Comprendiamo benissimo il vostro dolore ma abbiamo bisogno di farvi qualche domanda su vostra figlia”.

“Mi dica, agente” – rispose la signora Lang.

“Signora Lang, cosa può dirci su sua figlia Libby?” – chiese JJ.

“Libby era una ragazza sensibile, molto introversa; infatti non si confidava molto con me, perché trascorrevamo poco tempo insieme a causa del mio lavoro. Scusatemi devo proprio andare di là..” – il dolore della signora Lang era troppo grande e non riusciva a rispondere alle domande. All’improvviso si avvicinò la sorella gemella di Libby, Megan.

“Voi siete dell’FBI?” – chiese Megan.

“Si. Vuoi dirci qualcosa riguardo tua sorella?” – chiese Emily.

“Si. I miei genitori non lo hanno mai saputo. Libby era incinta. Era disperata, non voleva rivelarlo ai miei per non deluderli; così la consigliai di andare presso il consultorio che si trova qui”

“Mi sai dire il nome del responsabile del consultorio?” – chiese JJ.

“Si chiama, se non ricordo male, Sheila Collins. Io coprivo Libby quando si recava da lei dicendo ai miei che andava a dare ripetizioni a una sua amica. Mi manca tanto mia sorella, vi prego trovate il bastardo che l’ha uccisa” – esclamò Megan e scoppiò a piangere. JJ uscì per prendere un po’ d’aria, Emily la seguì e cercò di parlarle.

“JJ che ti succede?” – chiese Emily.

“Ho paura, Emily. Sheila è la mia migliore amica del liceo. Era una ragazza solare, amava vivere la vita e aiutare il prossimo. Conobbe un ragazzo, che faceva parte della squadra di football, mentre ci trovavamo agli allenamenti di calcio. Si innamorarono, però io non ero d’accordo perché non voleva che trascurasse i suoi doveri e in particolare quelli con la squadra. Quando poi seppi che rimase incinta, litigai con lei, le dissi cose orribili. Poi un giorno, Wyatt, l’agente che vi avevo presentato prima, mi chiamò e mi disse che Sheila non era tornata a casa. L’andai a cercare e la trovai sul campo di allenamento. Stava piangendo; aveva perso l’amore della sua vita in un tragico incidente mentre stava cercando una casa dove convivere. Lei fu contenta di vedermi e io mi sentii così in colpa di averla lasciata da sola a sopportare il suo dolore. Decise di tenere il suo bambino, nonostante la tenera età, per sentire la presenza del suo amato. Lei mi fece capire cosa significasse ‘amare’, io invece pensavo a alle cose più futili, quali l’ambizione. Ora mentre lei si trova nelle mani dell’assassino, io sono qui e non ho trovato nulla per poterla salvare” – raccontò JJ e le lacrime cominciarono a scendere di nuovo

“JJ, devi essere forte. Tu stai facendo molto per lei: hai coinvolto tutti noi in questo caso e sapevi che non poteva essere di nostra competenza. Se non fosse stato per la tua volontà e determinazione, non staremmo mai stati qui e avremmo permesso all’S.I. di uccidere altre due vittime” – rispose Emily porgendo a JJ una fazzolettino per asciugarsi le lacrime.

“Hai ragione, Emily. Ha bisogno di noi e non devo perdere la speranza. Torniamo alla stazione e vediamo cosa hanno scoperto gli altri” .

Io e Reid ci trovavamo nell’obitorio.

“Ecco, Spencer. Sono arrivati le analisi di Libby Lang: non ci sono segni droga, malattie, ma…oddio ha la prolattina elevata” – dissi.

“Era incinta. Ora si spiega tutto. L’S.I. uccide le madri e non i loro bambini; perciò non ha colpito la zona addominale. Sapeva che era incinta e che quella zona era riservata solo per la crescita del bambino” – disse Spencer.

“Ma la domanda che dobbiamo rispondere è come l’S.I. sapeva queste informazioni sulle sue vittime” – esclamai.

“Devo andare subito dagli altri. Vieni anche tu?” – mi chiese.

“No, io rimango qui per controllare se c’è qualcosa che ho tralasciato, tu vai o ti devo accompagnare con la manina?” – dissi ironicamente.

“Più che altro mi preoccupo di lasciarti da sola qui, dato che potresti combinare guai!” – rise Spencer.

“Farò la brava papino, promesso. Ora muoviti!” – esclamai e lui uscì.

 

Tutti raggiunsero Hotch e l’agente Drake.

“Hotch parlando con entrambe le famiglie, le due vittime sono legate a Sheila Collins perché è la loro consulente” – disse Derek.

“Gli esami che Keira ha fatto su Libby Lang è emerso che lei fosse incinta e l’S.I. lo sapeva benissimo” – disse Spencer.

“Ciò è stato confermato dalla sua sorella della vittima” – concluse Emily.

“Quindi chi dobbiamo cercare?” – chiese l’agente Drake.

“Un uomo, bianco, avrà all’incirca una trentina d’anni. E’ di Pittsburgh e quando era piccolo, era stato maltrattato da sua madre che, come le sue vittime, è una ragazza-madre” – disse Rossi.

“Ma dove possiamo iniziare a cercare? Come conosceva le sue vittime?” – chiese Drake.

“L’S.I. lavorava con Sheila Collins al consultorio. Le informazioni vengono raccolte in genere su un questionario che le pazienti devono riempire prima di sottoporsi al colloquio. L’S.I. le avrà prese per documentarsi sulla loro situazione e le ha studiate bene per poter agire. E’ perfettamente organizzato” – spiegò Hotch.

“Chiamo Garcia!” – disse Derek.

“La dea della saggezza Penelope Garcia è tutta orecchie!” – esclamò.

“Garcia puoi trovare l’elenco di chi lavorasse nel consultorio con Sheila Collins?” – chiese Derek.

“Mio bignè al cioccolato mi deludi con queste richieste così banali per me. Eccolo qui. Abbiamo trenta indiziati!”

“Cerca un uomo sulla trentina, che si occupa degli archivi e dei questionari dei pazienti e che ha subito dei maltrattamenti da bambino” – spiegò Derek.

“Signori e signore l’S.I. di oggi è Douglas Ross. Maltrattato e abbandonato da sua madre. La custodia è andata ai suoi zii, perciò ha preso il loro cognome” – disse Penelope

“Sai dove si trovano?” – chiese Derek.

“Ti mando le coordinate sul tuo cellulare, zuccherino!”

“Sei favolosa, bambolina!” – disse Derek. “Ragazzi, Garcia ci ha dato le coordinate per trovare la casa degli zii di Douglas Ross”.

“Agente Drake, prepari i rinforzi!” – disse Hotch.

 

Arrivarono alla casa dei Ross.

“Salve, posso esservi utile?” – chiese il signor Ross.

“Signor Ross, siamo dell’FBI e cerchiamo vostro nipote Douglas” – disse Hotch.

“Doug non è qui, agenti e non so dove egli sia!” – rispose.

All’improvviso il cellulare di Spencer squillò. Era Keira.

“Spencer, ho delle novità. Sui capelli di Libby Lang ho trovato tracce di terreno e foglie secche. Probabilmente è il luogo dove si trova in questo momento l’S.I.” – dissi.

“E quindi dove tiene anche Sheila Collins. Grazie Keira!” – Spencer chiuse il cellulare – “Signor Ross, prima di prendere in custodia Douglas, dove viveva prima con sua madre?”

“In una vecchia casa abbandonata, vicino a un giardino. A tre isolati da qui” – rispose.

“Hotch, si trova lì l’S.I. . Keira ha trovato le tracce di terreno sulla seconda vittima. E’ lì che tiene Sheila Collins” – spiegò Spencer.

“Agente Drake, prepari i rinforzi” – ordinò Hotch.

“Subito, agente Hotch” – rispose l’agente Drake chiamando la sua pattuglia.

 

Arrivarono alla vecchia casa di Douglas. JJ non esitò a buttare giù la porta con un calcio e cercò disperata Sheila. Sentì un rumore.

“JJ c’è qualcuno qui!” – disse Derek. Salirono le scale. Il rumore si fece sempre più forte. Derek aprì lentamente la porta. Era Simon. Legato e imbavagliato. JJ lo liberò.

“Simon, va tutto bene. Ora sei al sicuro!”

“Ha portato via la mia mamma” – esclamò piangendo Simon.

“Dopo l’avrà portata quel bastardo!” – pensò ad alta voce Derek.

Poi Simon si ricordò le ultime parole di sua madre.

“La mia mamma mi ha detto di dire una cosa alla signorina JJ” .

“Sono io, Simon. Cosa ha detto di dirmi la tua mamma?”

“Terzino” – rispose Simon.

“Che vuol dire?” – chiese confuso Derek.

JJ l’aveva sentita già questa parola. Era qualcosa che riguardava il suo passato.

“Derek, so dove si trova Sheila! Terzino era il ruolo di Sheila nella squadra di calcio e credo che l’abbia costretto a trascinarla lì perché sapeva che l’avrei trovata lì!” – spiegò JJ – “Devo andare lì. Tu occupati di Simon!”

“Ma, JJ…” . Derek non riuscì a fermarla così prese in braccio il piccolo Simon e lo portò fuori dalla casa.

“Wyatt, dobbiamo andare al campo di calcio. E’ li che si trova Sheila!” – disse JJ.

“Come lo sai?” – chiese Hotch.

“Mi ha lasciato un indizio tramite Simon!” – rispose JJ.

“Andiamo!” – esclamò Rossi.

 

“Che strano posto per morire, mia cara Sheila!” – rise Douglas mentre la trascinava con i capelli verso il campo.

“Douglas, ti posso aiutare! Tu non sei cattivo! Hai tutte le ragioni del mondo per odiare tua madre, ma non devi essere costretto a fare tutto questo” – cercava di perdere tempo Sheila per aspettare i rinforzi.

“Taci! Credi di sapere tutto perché anche tu hai passato la stessa loro esperienza ma non sai come ci si sente ad essere abbandonati. Si fanno mettere incinte e poi buttano i loro figli come spazzatura, credendoli responsabili delle loro sciagure” – urlò Douglas prendendola a schiaffi.

“Ma non tutte sono come tua madre, Douglas. Io amo mio figlio, non lo avrei mai abbandonato e non mi pentirei mai di averlo messo al mondo. Metti fine a tutto questo odio e questa vendetta, tu hai bisogno di essere amato. Pensa ai tuoi zii che ti hanno cresciuto e amato” – rispose Sheila sopportando il dolore.

 

JJ finalmente arrivò e, mentre Hotch e la sua squadra si stava mettendo il giubbotto antiproiettili, andò diretta verso Douglas.

“JJ! Qualcuno la fermi!” – urlò Emily ma i suoi sforzi sono inutili.

“Douglas, mi chiamo Jennifer Jareau. Non voglio farti del male. Ecco ho buttato la pistola per terra. Voglio parlare con te, ma prima lascia andare Sheila!”

“E perché la dovrei lasciare? Lei ha la colpa di aiutare a coloro che abbandonano i propri figli, una volta messi al mondo. Sono tutti degli egoisti, non sapendo che le vere vittime siamo noi figli!” – urlò Douglas, mentre puntava il coltello alla gola di Sheila.

“Se la lasci, ti prometto che starai in un posto migliore e dimenticherai tutto il tuo passato riguarda tua madre. Non soffrirai più. Tu non vuoi che Simon rimanga solo come te. Lui vuole la sua mamma e lo sai come si prova a vivere senza l’amore materno”.

Douglas ripensava alle parole di JJ e decise di lasciare libera Sheila.

Mentre Hotch arrestò Douglas, JJ andò subito ad abbracciarla.

“Sapevo che avresti capito!” – singhiozzava Sheila.

“Non ti avrei mai abbandonata” – rispose JJ piangendo insieme a lei.

Riaccompagnarono Sheila da suo figlio. Wyatt si avvicinò verso JJ.

“Grazie, Jennifer, senza il tuo aiuto non ce l’avrei mai fatta”.

“Ma se non era per te, Wyatt, non saremo mai venuti qui” – rispose JJ con un sorriso.

“Sai mi hai fatto venire in mente i vecchi tempi, quando giocavate con la vostra squadra e vinceste il campionato” – sorrise Wyatt.

“E’ incredibile che siano passati tutti questi anni. Comunque io credo che Sheila sia fortunata ad avere al fianco una persona come te. E penso che sia giunto il momento di iniziare una nuova vita, con qualcuno al suo fianco. Tu potresti essere quella persona!” – disse JJ.

“Jen, io ero e sono ancora innamorato di Sheila, ma non so se lei prova i miei stessi sentimenti” – rispose Wyatt mentre osservava da lontano l’immagine di Sheila che abbracciava suo figlio.

“Non lo potrai mai sapere, se non farai capire i tuoi” – gli consigliò JJ e si avvicinò a lei Hotch.

“Hai rischiato la tua vita affrontando un S.I. senza arma. La tua azione è stata impulsiva e irresponsabile; però senza di te, avremo avuto un’altra vittima. Poi se non mi avessi convinto, non saremo mai venuti qui” – disse Hotch.

“Grazie, Hotch. Te ne sono debitrice” – sorrise JJ e andò verso Sheila.

 

“Mi dispiace che ci siamo riviste dopo tanto tempo in spiacevoli circostanze” – disse Sheila.

“Non importa. L’importante è che tu sia qui. E poi Simon è stato bravissimo!” – rispose JJ accarezzandogli i capelli dolcemente.

“E’ l’unica ragione per cui esisto e mi fa andare avanti” – disse Sheila.

“C’è anche qualcun altro, oltre a me, che è contento che tu sia salva” – esclamò JJ e volse il suo sguardo verso Wyatt.

“Oh, Wyatt mi ha aiutata tantissimo in questi anni; per un momento è come se avessi sentito la presenza di Jacob”.

“Una volta mi dicessi che l’amore è come una partita di calcio: c’è sempre qualcuno per cui miri la palla in rete!” – e risero entrambe.

“Sai è da molto tempo che non gioco a calcio. Ti va di fare una partita? Volevo organizzare qualcosa per beneficenza” – propose Sheila.

“Perché no? Sperando di ricordarmi come si facessero i cross” – rise JJ.

 

Raggiunsi dopo un po’ la mia squadra.

“Sei arrivata finalmente!” – disse Emily.

“Vedo che è andato tutto bene” – sorrisi.

“Ottimo lavoro, Martines!” – esclamò Hotch.

“Gr..grazie mille!” – arrossì a quelle parole.

“Vedo che siamo al completo. Ho una cosa che vi devo dire: io e Sheila vogliamo organizzare una partita di calcio per beneficenza, vi va di partecipare?” – chiese JJ.

“Bellissimo io ci sto!” – risposi.

“Anche io, JJ. Però non sono molto brava con i piedi” – scherzò Emily.

“Non male come idea” – disse Derek e acconsentì.

“Io credo che sia molto pericoloso questo sport: provoca contusioni, lussazioni e…”

“Dai, Spence! Tu giocherai vero?” – e JJ fece gli occhietti dolci e fregarono Spencer ancora una volta.

 

“Allora Wyatt chi è la vostra squadra?” – chiese Sheila.

“Siamo quattro: io, Mike, l’agente Morgan e il dottor Spencer Reid” – rispose Wyatt – “Tu Sheila?”

“Siamo io, Jennifer, Emily e Keira” – rispose.

Arrivò molta gente, mentre Rossi e Hotch si occuparono di raccogliere i fondi. “ Perché non giochi anche tu?” – chiese curioso Rossi.

“Mi piace guardarle le partite, non giocarle!” – rise Hotch.

 

Le due squadre prepararono la formazione. Sheila e io alla difesa, Emily in porta e JJ attaccante; mentre in porta stava Mike, alla difesa Spencer e Wyatt, in attacco Derek. L’arbitro fu uno degli uomini di Wyatt. La partita iniziò. La partita finiva fino a tre punti.

“JJ, sei pronta, faccio un cross per te!” – disse Sheila.

“Reid, marca JJ!” – urlò Derek.

“Cosa vuol dire marcare?” – chiese Spencer che rimase fermo nel campo, non sapendo cosa fare. JJ ne approfittò e segnò il primo punto.

“Vuol dire non permette che qualcuno tiri in porta o faccia un passaggio! Ecco adesso siamo fregati, non voglio farmi umiliare così!” – rispose adirato Derek.

“Dai ragazzi, è soltanto l’inizio. Ce la possiamo fare!” – incoraggiò Wyatt.

“Con questo ragazzino in campo, dobbiamo sperare di non perdere venti a zero!” – ironizzò Derek.

“Ragazze, siamo andando forte. Ora attaccano loro, cerchiamo di chiudere bene la difesa!” – disse JJ.

La palla questa volta era di Mike, che riuscì a evitare Sheila e passò la palla a Derek. Ma doveva fare i conti con me!

“Non passerai, caro Derek!” – dissi mentre cercavo di capire le sue mosse.

“Oh, baby, dovranno passare molti anni per fermare Derek Morgan corpo a corpo!” – rispose e segnò un gol fuori area.

“Mi dispiace, ragazze non l’ho presa” – disse dispiaciuta Emily.

“Non ti abbattere, Emily. E’ stata colpa mia se quello scimmione è riuscito a liberarsi” – dissi.

“Ragazze, niente chiacchiere dobbiamo concentrarci!” – esclamò Keira.

“Bel tiro, Morgan!” – si complimentò Wyatt.

“Grazie, ma non perdiamo la calma!” – esclamò Derek concentrato e determinato a vincere.

Emily rinviò la palla a Sheila, di nuovo marcata da Mike.

“Sheila sono libera, passa” – urlò JJ e gliela passò.

“Reid!” – urlò Derek.

“Si ho capito!” – rispose Spencer e si trovò faccia e faccia con JJ.

“Ehi, Spence. Mi puoi far passare?” – scherzò JJ.

“Non posso perché ti devo togliere la palla!” – disse e clamorosamente Spencer riuscì a prendere.

“Ehi Morgan, ho tolto la palla a JJ!” – esultò.

“Reid, devi prendere la palla!” – ma le parole di Derek furono inutili poiché ne approfittai subito.

“Grazie, Spencer!” – tirai e segnai.

“Bene, adesso stiamo due a uno! Quando togli la palla, non la devi lasciare così, per i fatti suoi. La devi PRENDERE!!” – disse Derek rimproverando Spencer.

“Non è colpa mia, perché non lo fai tu?” – rispose sbuffando Spencer.

“Ti devo prendere a schiaffi, ragazzino?“

“Ehi, ehi basta, ragazzi! Ora pensiamo a recuperare!” – disse Mike per calmare le acque.

“Bello, non dobbiamo recuperare, ma VINCERE!” – rispose Derek deciso.

“Manca ancora un punto e abbiamo vinto!” – esclamai.

“Non cantiamo vittoria subito, sono determinati più che mai” – disse Emily.

Wyatt inviò la palla a Mike e riuscì a scartarmi e a passarla a Derek.

“Sei tenace, ma mi devi far passare!” – disse Derek a Sheila.

“Non oggi, caro!” – rispose Sheila. Derek trovò un varco e tirò. Emily riuscì a parare il tiro ma gli sfuggì la palla che si avvicinò ai piedi di Spencer.

“Reid, tira subito!” – urlò Derek.

“Keira, ferma Spence!” – ordinò JJ. Arrivai troppo tardi e Spencer riuscì a segnare.

“Bravo, ragazzino! Così mi piaci!” – esultò Derek dando una pacca al suo compagno.

“Mi dispiace, ragazze. Non lo avevo visto!” – dissi dispiaciuta.

“Tranquilla, Keira! Ce la faremo!” – disse JJ.

Poi all’improvviso Mike si stese per terra. “Ragazzi, credo di essermi stirato la gamba, non posso continuare a giocare”.

“Oddio, adesso che facciamo? Chi lo potrà sostituire?” – si disperò Derek.

Rossi, osservando la situazione, cercò la soluzione

“Aaron, mi occupo io del resto, hanno bisogno di un sostituto perché non vai?”

“David, ma perché io?” – chiese Hotch.

“Fare qualcosa di diverso dal dare la caccia ai criminali sarebbe divertente ogni tanto!” – sorrise e convinse Hotch.

“Hotch che ci fai qui?” – chiese Derek.

“Che domande, giocherò io al suo posto dell’agente Mike” – rispose Hotch.

“Non ci posso credere! Questo si che è uno scoop!” – esclamò stupita Emily.

Mentre Rossi accompagnava Mike sulla panchina, Hotch entrò in campo. Mancavano pochi minuti e un solo punto mancava ad entrambe le squadre per vincere.

“JJ, voglio che l’azione d’attacco sia diretta da me!” – disse Sheila.

La folla incitava, ma tutti erano concentrati al massimo.

Derek passò la palla a Hotch che avanzò velocemente in area dove si trovava Emily.

“Emily!” – urlai. Quando Hotch tirò, lei riuscì a toccarla ma non a prenderla. Si stava dirigendo verso la porta. “Oh no! Non è possibile!” – pensò rassegnata Emily. Ma clamorosamente la palla toccò la traversa e non entrò in rete. Riuscì a prendere la palla e corsi. Poi mi ritrovai Spencer di fronte.

“Keira sono smarcata passamela!” – urlò JJ e così feci.

JJ avanzò fino alla porta e non vide ancora Sheila. Derek la bloccò. “JJ non passerai!”. Mancavano dieci secondi alla fine. JJ non sapeva cosa fare. Poi una voce la salvò. Era quella di Sheila.

“JJ sono qui, crossa!” – urlò Sheila e JJ riuscì a passargliela.

Wyatt uscì dall’area per prendere la palla. Sheila ripensò alle parole di JJ. Questo tiro lo dedico a te Wyatt. La palla entrò dentro.

L’arbitro fischiò la fine. Avevano vinto le ragazze.

“Sheila abbiamo vinto!” – disse JJ abbracciandola fortemente – “E’ come quando vincemmo il campionato!”. Emily e io le raggiungemmo per festeggiare.

“NOO! Non è possibile che abbiamo perso!” – esclamò dispiaciuto Derek.

“Però è stato divertente!” – commentò Hotch.

“Qualche volta ce l’hai un po’ di umorismo!” – scherzò Emily.

“Grazie a questa partita, abbiamo raccolto molti fondi. Complimenti a tutti voi!” – esclamò Rossi.

 

Calò la sera. Era il momento di partire.

“Bhè Sheila, credo che sia arrivato il momento di salutarci”.

“Grazie per tutto JJ. E mi raccomando salutami anche il tuo bambino” – disse.

“Ma come lo sai?” – chiese sorpresa JJ.

“Non sono una profiler ma ho visto come hai accarezzato Simon, tipico di una giovane mamma” – rise.

“Ha quasi un anno. Si chiama Henry” – disse JJ.

“Che bel nome!” – commentò Sheila.

“Ora devo andare…e poi c’è qualcuno che ti aspetta” – e JJ indicò Wyatt che aveva in braccio Simon.

“Abbi cura di te!” – rispose e si abbracciarono fortemente. Salutò Wyatt e Simon.

 

“Ragazzi che giornata! Sono distrutto!” – esclamò Derek.

“Però vi abbiamo stesi, tigre!” – disse Emily prendendolo in giro.

“Tutta colpa del ragazzino!” – sbuffò Derek.

“Ma…non ci posso fare niente! Non ho mai avuto esperienza su questo genere di cose” – si giustificò.

“Troppe ne sono!” – conclusi e tutti risero. Poi vidi JJ avvolta nei suoi pensieri.

“Ehi, JJ!”

“Ehi, Keira. Hai fatto un ottimo lavoro!” – sorrise.

“Senti JJ, ti va di venire con me in moto?” – proposi – “E’ un buon rimedio per liberarsi dai pensieri!”.

“Certo, volentieri!” – rispose JJ.

“JJ..ma..c..cosa stai facendo?” – chiese Spencer, sconvolto.

“Sto mettendo un casco, Spence. Andrò con Keira in moto” – rispose JJ.

“Coosa? Ma le moto provocano il 70% dei…”

“Shh, Spencer non gufare! Le statistiche mi hanno fatto cadere stamattina!” – esclamai.

“Ma guarda un po’ poi dove era caduta!” – rise Derek ripensando a ciò  che aveva visto stamattina.

“Ragazzi, andiamo forza! Non siete stanchi?” – si lamentava Emily.

“Ok, voglio stare io al volante però!” – esigeva Derek mentre salì in macchina.

“Prego, Derek, parti prima tu!” – dissi.

“Con piacere, ti straccerò in un batter d’occhio” – rise.

“Non ti conviene provocarmi. JJ tieniti forte!” – dissi mentre accesi il motore.

“Bye bye, baby. Ah che soddisfazione, dopo quella batosta della partita!” – esclamò fieramente Derek.

“Eh, perdonami che ti rovino il tuo momento di gloria, ma c’è JJ che ti sta dicendo qualcosa!” – gli rammentò Emily sorridendo.

“Ah, Prentiss non è possibile. La dottoressa ancora doveva mettersi il casco…” – appena che si volttò dall’altra parte non poteva crederci a quello che stesse vedendo.

“Ehi, Derek, vedi di non fare troppo tardi. Il volo sta tra un’ora!” – rise JJ, mentre sorpassai il SUV.

“Eh, Morgan, che hai intenzioni di fare? Guarda che soffro il mal di macchina!” – si preoccupò Spencer.

“Hotch, spero che non mi sospenderai per quello che sto facendo!” – disse Derek mentre cambiava la marcia.

“Eh? Non capisco…” – disse Hotch, distratto dal suo rapporto sul caso. Troppo tardi. Aveva premuto l’acceleratore e stava per raggiungere Keira e JJ.

“Ah..ah! Ride bene chi ride ultimo, bamboline! Mai mettersi contro Derek Morgan!” – esclamò.

“Mi sento male” – si lamentava Spencer mentre Emily gli faceva aria con i rapporti.

 

Dopo due ore, ritornammo tutti a Quantico. Penelope ci accolse calorosamente.

“Bentornati miei tesori. JJ sei stata favolosa!” – abbracciò la sua migliore amica.

“Grazie, Penelope. E’ stato anche merito tuo e delle tue magie cibernetiche!” – rispose JJ.

“Ragazzi, devo tornare a casa! Questo weekend tocca a me a prendermi cura di Jack. Buon fine settimana!” – disse Hotch mentre uscì dall’open space.

“Anche io dovrei andare. Domani ho un incontro riguardo la stesura del mio ultimo libro” – disse Rossi.

“Ragazzi, che progetti avete per il weekend?” – chiese curioso Derek.

“Io e Will rimaniamo a casa perché dobbiamo sistemare la cameretta di Henry” – disse JJ.

“Io e Kevin andiamo a una gara di videogiochi a Washington!” – disse Penelope.

“Io dovrei andare a una conferenza sulla psicologia criminale!” – disse Spencer.

“Oddio, Reid! Ma i tuoi weekend non cambieranno mai! Io non ho idea di cosa fare” – disse Derek.

“Morgan, mi sono ricordata che nel weekend organizzano una fiera su Kurt Vonnegut, ti va di accompagnarmi?” – propose Emily.

“Mi hai salvato il weekend, Prentiss! Certo che ti accompagnerò! E tu Keira?” – chiese Derek, mentre ero distratta dallo scrivere i miei appunti.

“Devo occuparmi del locale. Niente di particolare!” – risposi.

“Peccato!” – commentò Derek mentre guardava Spencer.

“Ragazzi, buon riposo a tutti voi!” – esclamò JJ e tutti uscimmo.

 

JJ aprì la porta di casa. “Will, sono tornata!”. Ma non trovò nessuno. Allora JJ andò in cucina e trovò la tavola ben preparata con la cena, decorata da due candele.

“Bentornata, tesoro. Ti stavamo aspettando” – disse Will tenendo in braccio il piccolo Henry.

“Oh, l’ometto della mamma. Mi è mancato tantissimo oggi!” – disse mentre lo coccolava dolcemente, godendosi il suo profumo di latte.

“Dai tuoi occhi, vedo che è andato tutto bene!” – constatò Will.

“Si. Lo sai ti devo dire una cosa: ho ritrovato me stessa non cercando di andare sempre più in alto, con l’ambizione, ma rimanere per terra stando accanto alle persone che amo. E tu ne sei la prova. La mia paura più grande è quella di non poter mai essere all’altezza di stare al tuo fianco od occuparmi di Henry per il mio lavoro...” . Will la zittì poggiando le sue labbra su quelle di JJ.

“Ma perché parli sempre? Come quella volta quando non volevi raccontare alla tua squadra di noi. Io voglio solo la tua presenza, che mi permette di guardare la realtà con un sorriso. Tu sei me. Me stesso.”

“Ora sei tu quello che parla sempre!” – rise JJ e lo baciò, sentendo un calore dentro di sé. Il calore dell’amore.

 

Is it true what they say?
Are we too blind to find a way?
Fear of the unknown clouds our hearts today
Come into my world
See through my eyes
Try to understand
Don´t want to lose what we have   (See who I am – Within Temptation)

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