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Autore: renault    22/02/2010    4 recensioni
(Assassin's Creed II) 4 Giugno 1469. Gli Auditore sono chiamati testimoni ad un importante matrimonio prima convalidato politicamente a Roma e poi celebrato a Firenze, ma speriamo che gli anelli non vadano perduti...
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ezio Auditore, Federico Auditore
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Once for Life'
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Once for Life

Sole e cinguettare di uccelli condivano la tarda primavera in una Santa Domenica. Era il 4 giugno dell’anno 1469. Il Signore aveva chiamato a raccolta in Chiesa i suoi fedeli e Firenze taceva silenziosa. Fuori dalle Cappelle, dove la gente stava a pregare, le strade erano deserte, le bandiere a sventolavano nel vento, pigri piccioni stavano appollaiati su tetti e cornicioni, scrutando in basso là dove andava correndo un giovanotto vestito tutto di bianco, agghindato come un principe. Andava di fretta per la sua via, preoccupato, coi pugni stretti e le gambe veloci. Giunse in piazza col fiato che mancava e le ginocchia stanche. Si fermò un istante a calmare il cuore all’ombra del Duomo, quando si sentì chiamare da una sottile voce di ragazzo.
“Ezio!”.
Il fanciullo alzò gli occhi scuri e trattenne il respiro.
“Qui Ezio! da questa parte dai!”lo chiamava ancora.
“Federico?” domandò l’altro mirandosi intorno senza capire dove guardare.
“Spicciati, fratello, sono qua!” lo nominò di nuovo, ma questa volta scostando un battente del Duomo e mostrandosi alla luce del giorno.
Ezio gli andò incontro con un balzo e suo fratello maggiore richiuse la porta.
L’interno di Santa Maria del Fiore era nel silenzio delle preghiere. Firenze era riunita lì oppure alla Santa Novella infatti per strada Ezio non aveva incontrato nessuno solo per quella fortuna.
“Ce ne hai messo di tempo” lo punzecchiò Federico a voce bassissima perché ogni piccolo suono poteva danzare mille e mille volte per quanto era imponente quell’edificio.
“Eh, scusa!” fece offeso.
“Almeno l’hai trovato?!”fece serio Federico.
“Sì, sì! Eccolo!” lagnò Ezio tirando fuori dai pantaloni un cofanetto di velluto che porse al fratello senza aprirlo; Federico diede un’occhiata assicurandosi del contenuto poi glielo restituì. “Vieni!”ordinò trascinando il più giovane con sé. Ezio strinse il cofanetto seguendo il fratello maggiore che traversando la navata di destra puntava dritto al banco dei testimoni, accanto agli uomini più importanti della città.
Ezio si strinse nelle spalle e camminò a capo chino, come se anch’egli stesse pregando allo stesso modo della gente che taceva inginocchiata. La magnifica cupola si aprì davanti al suo naso quando si accorse di non aver fatto altro che guardare le pareti affrescate e i marmi bianchi delle colonne. Quella Chiesa lo affascinava tutte le volte.
Ezio e Federico raggiunsero il banco al quale pregavano i loro famigli. c’erano Giovanni e Maria, i loro genitori, e quest’ultima accompagnata da due balie che tenevano in grembo una il piccolo Petruccio, e l’altra la giovane Claudia con la mano.
La cerimonia riprese da dove si era interrotta, mentre il gran Sacerdote rimandava le preghiere con una nuova citazione latina. Di fronte a lui c’erano una giovanissima coppia di sposi, che il Santo Signore riuniva quel dì del 4 giugno.
Ezio affidò il cofanetto nelle mani di suo padre, quando l’ebbe accanto, e questi, con grande stupore, scrutò all’interno, sorrise e carezzò la testa del bimbo. Passando di mano in mano degli invitati al matrimonio, il cofanetto vide i volti di gente illustra come Giuliano de’Medici, la sorella maggiore Bianca, Lucrezia loro madre, Girolamo Riario, e tantissimi altri importanti uomini e donne di Firenze
Al fine il prezioso cofanetto affidato agli Auditore giunse nelle bellissime mani del religioso. Quelli, aprendolo mentre gli occhi di Firenze erano puntati sull’Altare e il coro iniziava a cantare, maritava Clarice Orsini e Lorenzo il Magnifico de’Medici.
Giovanni strinse più forte a sé suo figlio ringraziandolo.

"Diciamo che ho avuto qualche problema..."
"Non puoi mentirmi Giovanni" eruppe la donna seduta sul letto.
"Non ti sto mentendo. Ho avuto sul serio qualche problema! Anche se di piccole dimensioni ho avuto un problema" si difese l'uomo camminando su e giù per la loro camera da letto.
"Nostro figlio non è un problema! Hai una grande faccia tosta a chiamarlo cosi!".
"Suvvia Maria non farne una tragedia! mi sembra che sia andato tutto bene, no? Lorenzo e Clarice sono sposati ormai, direi di smetterla questa discussione o sveglieremo Petruccio".
"Il sonno di quel bambino non è mai troppo profondo hai ragione...".
I due si scambiarono un piccolo bacio. "Sii prudente..." augurò la donna nel vederlo uscire prendendo con sè le sue cose.
Giovanni baciò in fronte Petruccio nella culla e lanciò un sorriso alla moglie. Poi se ne andò di casa che era sera e faceva freddo mentre nelle cucine di del Palazzo Auditore si metteva in tavola la cena. Maria si alzò dal letto infagottò il piccolo Petruccio nelle coperte e uscì dalla stanza andando in corridoio. Incontrò Ezio seduto sul tappeto a giocare con delle piccole sculture di legno a forma di cavalieri con in più i cavalli e una catapulta.
"Ezio, in corridoio?!" lo rimproverò la donna appena lo vide che stava giocando dove non doveva.
Il bambino sobbalzò e cacciò un singhiozzo. "Ma madre, Federico è nella sua stanza con Priscilla!" lagnò lui "e mi ha cacciato fuori!".
Maria corrugò la fronte e si dimenticò ben presto del piccolo Ezio perché urgeva fermare l'altro figlio prima di diventar nonna così presto.

Federico gli diede una gomitata. "Sei uno scemo! Era la volta buona!".
Ezio si massaggiò la dove gli faceva male. Erano seduti a tavola, e c'erano anche la bellissima Priscilla del Monte assieme alla sua famiglia, ospite a casa degli Auditore per festeggiare un così raggiante matrimonio come quello di Lorenzo il Magnifico de' Medici e Clarice Orsini, perché era il 4 giugno 1465.
"Scusa ma nostra madre mi ha visto che giocavo in corridoio e mi ha chiesto perché..."
"E bravo che vai a raccontare i fatti miei! Potevi dire altro..."
"Scusa, va bene, scusa!"
"E poi non stavamo facendo niente di male..." borbottò Federico. "Sapevi che ha un bellissimo gatto persiano?" chiese al fratellino guardando Priscilla seduta distante accanto alla madre e al padre.
"Scommetto che è marroncino.." disse Ezio.
Federico annuì.
"Striato di bianco" dissero assieme.
"Come lo sai?!" chiese Federico preoccupato.
"Me ne ha già parlato.." ammette Ezio guardando a terra coi piedi a penzoloni che non toccano il pavimento, perché la sedia è troppo alta.
"Ah, bene! Adesso mi rubi anche la ragazza!!".
"Aspetta! E poi l'ho visto che correva in giardino inseguito dal cane del sarto..."






L’autrice..
Ora che ci penso.. non ha molto senso questa storia. blaaaaaaah non mi piace come scrivo! ho cercato di essere anche un po arcaica nei termini ma ho fatto lo stesso una schifezza! !! con tutte quelle belle storie che circolano sulla sezione poi nessuno si abbasserebbe mai a commentare un simile schifo! XDDDD confesso che l’ho fatta rileggere a mia madre o sarebbe uscita fuori anche peggio!! XDDD faccio degli errori pietosi con la grammatica lo so!!! e lascerò che mi ucciderete per questo :S questa è la mia seconda one-shot su Assassin’S Creed e la prima non è andata cosi male ma vabbhè spero che questa sia stata un minimo degna della “scrittrice” che ero all’epoca!!!! XDDDD

a presto :D

renaulT


  
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