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Autore: fleacartasi    20/07/2005    4 recensioni
Bellatrix guardò gli occhi sanguigni del Signore Oscuro, la veste di prezioso velluto scuro che sfiorava la sabbia, la bacchetta che stringeva in una mano, già pronta per uccidere, per fare del male. E in quel momento seppe che non aveva paura di lui. Non più. Sputò ai suoi piedi. Un gesto di disprezzo, la firma della sua condanna.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bellatrix si materializzò all

 

 

*Note

Ho scritto questa one-shot più di un anno fa, e quindi è abbastanza diversa da altre mie fics più recenti...Diciamo che un pochino credo di essere migliorata, nello stile ^^" 

Non so perché non l'ho postata prima, ma l'altro giorno mi è capitata sotto mano e ho deciso di inserirla...Ho pensato di modificare solo qualche frase, anche se avrei voluto riscriverla quasi totalmente, perché in fondo era giusto che rimanesse come l'avevo pensata allora, con tutti i suoi difetti. 

Non amo in modo particolare la coppia Bellatrix/Rodolphus (Bella e Sirius forever! Ehm...va bene, la smetto! o_O"), ma ho provato a cimentarmi anche con loro...Bella è piuttosto OOC, almeno per come la vedo io, ma volevo mostrare il suo lato più debole e, se vogliamo, "sentimentale".

Come al solito mi sto dilungando troppo, quindi vi lascio alla lettura...Commenti e critiche sono bene accetti, ormai lo sapete! 

Grazie :)

-Fleacartasi-

*

 
Bellatrix si materializzò all'improvviso, la figura esile avvolta nel mantello nero come la notte. 

A stento si accorse della presenza di due figure poco distanti da lei, finché non si avvicinarono. A stento si accorse che le stavano parlando. A stento si accorse che le avevano chiesto da dove fosse arrivata, così, all'improvviso. A stento si accorse di quello che stava facendo. Aveva alzato la bacchetta e aveva pronunciato con voce stanca quelle due parole che ormai le erano familiari. 

Avada Kedavra.

A stento vide i due babbani accasciarsi al suolo, come due sacchi appena svuotati di ogni contenuto. Avrebbe potuto modificare la memoria di quei due ragazzi, o andarsene repentinamente com'era arrivata. Ma non l'aveva fatto. Li aveva uccisi. E non per sete di sangue, non perché non aveva altre possibilità.

Era semplicemente la via più ovvia per una Deatheater.

*

La donna si guardò intorno: una lingua di sabbia chiara come polvere di perla si allungava a perdita d'occhio, i bordi incurvati lambiti da un'acqua color cobalto che si infrangeva contro gli scogli, in un moto perpetuo. Un moto che li avrebbe corrosi implacabilmente, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno.
Si sentiva come una di quelle rocce appuntite. Consumata, lentamente. La sua vita era stata un continuo declino. 

Da montagna si sarebbe trasformata in sabbia….E non avrebbe potuto opporsi.


Ricordava il giorno in cui i loro sguardi si erano incontrati per la prima volta. Si ricordava la sensazione che aveva provato. Aveva percepito una fiamma che si accendeva nel suo animo, incendiandolo senza pietà. La sua vita era stata un continuo declino. 

Da legno si sarebbe trasformata in cenere…e non avrebbe potuto opporsi.

Anche il ricordo della prima volta in cui l'aveva sfiorata era radicato in lei, una presenza tangibile. Quella mano abbronzata che aveva accarezzato la sua pelle argentea. E un brivido intenso aveva attraversato la sua schiena, una scossa gelata….La sua vita era stata un continuo declino. 

Da ghiaccio si sarebbe trasformata in acqua….e non avrebbe potuto opporsi.

*

Avrebbe voluto piangere, Bellatrix. Avrebbe voluto percepire il sapore acre delle sue lacrime. Avrebbe voluto urlare, schiaffeggiare l'aria gelida, lasciare che le sue emozioni volassero, spiegando ali candide come quelle di una colomba.
Ma non voleva fare nulla di tutto questo, non poteva. Da molto, troppo tempo, la sua anima si era svuotata. Da molto, troppo tempo, si era paralizzata, incapace di sanguinare, incapace di gioire…
Si sentiva sola, Bellatrix. I gabbiani che si libravano nel cielo plumbeo la ignoravano, e sembrava che le gocce di pioggia non la sfiorassero, affaccendate a generare quel ticchettio così simile alle lancette di un orologio. 

Il ticchettio che scandisce inesorabilmente il trascorrere della vita.

Si tolse il mantello, e si sdraiò sulla sabbia umida, l'acqua gelida che le carezzava i polsi e le caviglie. Portò alle labbra il liquido salino, e quel gusto così pungente le invase il palato. Un'ombra di appagamento, una risata folle ma calma. Rideva, Bellatrix, rideva perché non aveva il dono delle lacrime.

Rodolphus le mancava, come alla luna manca il sole, come al bianco manca il nero. Lei e Rodolphus si completavano, lei e Rodolphus erano i contrari che inevitabilmente si attraevano.

*Qualunque cosa non può esistere senza il suo opposto….Allora perché non sei qui con me? Perché te ne sei andato?*


Aveva intrapreso la via delle Arti Oscure per seguirlo, per stare con lui. Lo amava, Bellatrix, un amore diverso da quello canonico, ma non meno forte, non meno intenso, non meno totalizzante.
Con il tempo aveva imparato ad amare anche la sua vita da Deatheater, aveva imparato ad uccidere senza lasciarsi assalire dai rimorsi, a non affezionarsi a nessuno, perché avrebbe potuto perdere chiunque in qualsiasi momento, ad accettare il marchio nero che veniva alla luce sul suo polso, scuro e pulsante come la notte. E tutto questo l'aveva affrontato solamente perché c'era lui al suo fianco.

Ma adesso Rodolphus non c'era più, era caduto in un abisso profondo e non sarebbe più tornato. Mai più. E non aveva più certezze. Non sapeva se avrebbe potuto continuare a rimanere fra i Deatheaters, dove ogni più piccolo frammento di realtà le portava alla mente l'unica persona che l'avesse accettata veramente per come era. 

Non sapeva più nulla, Bellatrix Black.

*

Era rimasta adagiata sulla spiaggia per ore, le mani violacee per il freddo, i capelli bagnati dall'acqua di mare, gli occhi che fissavano le stelle che ormai avevano fatto capolino in cielo. La pioggia aveva smesso di cadere, e l'unico rumore era quello delle onde increspate da una lieve spuma marmorea. 

E poi lo sentì, lo sentì vicino a lei, così vicino che quasi poteva sentire il suono del suo respiro. Una mano le sfiorò la guancia, e Bellatrix rabbrividì, ma non era un brivido di piacere. Un lieve ma intenso disgusto si era insinuato sotto la sua pelle, come un ago sottile. Si voltò, e si trovò a fronteggiare quegli occhi. 

Quegli occhi vermigli in cui non brillava più un luccichio di speranza, in cui non si intravedeva uno spiraglio di umanità.

Voldemort era di fianco a lei, e le stava parlando con quella voce così simile al sibilo di un serpente. "So come ti senti, Bella. Ma tu devi essere felice…..Rodolphus è stato uno dei miei servi più fedeli, e questo è un onore. E tu avrai la ricompensa di cui lui non ha potuto usufruire"
Bellatrix lo guardò, e ad un tratto le sentì. Lacrime, lacrime che sgorgavano dai suoi occhi e le bagnavano le guance. "A cosa serve, Signore Oscuro? A cosa serve ottenere una ricompensa? Lui non c'è più, io sono sola"
"Non essere stupida Bella, non essere stupida…Non ti vedi? Stai piangendo. Stai provando un'emozione, un sentimento. Non devi….Lascia che siano i buoni a disperarsi. L'amore non esiste, è inutile penare come una lurida cagna per un uomo. La vostra è stata solamente una storia di sesso, come tutte le altre storie che ci piace definire d'amore"

Una ferita, un dolore sordo che le martellava nel petto.

E si era spinta troppo in là, Bellatrix, dove nessuno si era mai avventurato. La sua mano era sfuggita ad ogni controllo, si era sollevata, lattescente alla luce della luna, e l'aveva colpito in pieno viso. Uno schiocco sordo, che sembrò risuonare all'infinito nell'etere. E poi la sua bocca si era dischiusa, dando la luce a quelle parole affilate, urlate con la disperazione e che aveva tenuto imprigionata per anni... 

"Noi ci amavamo! Non potrete mai capire...Voi non avete mai provato amore, e non siete mai stato amato! Tutti i vostri schiavi, che vi piace chiamare fedeli….Loro non vi abbandonano solamente perché vi temono! Voi siete solo, Lord Voldemort"

"Basta così Bella! Come hai osato?" La rabbia incandescente di Voldemort, la sua figura che si stagliava contro il profilo degli scogli, in tutta la sua terribile autorevolezza. "Tu sei sempre stata la mia favorita, lo sai. Ti ho sempre affidato le missioni più importanti, certo che le avresti portate a termine, e ti ho sempre ricompensata adeguatamente…Nutrivo molta fiducia in te. E ti ho sempre permesso di rimanere con Lestrange, nonostante ti desiderassi come nessuna...Tu sei libera come il vento, ma io avrei saputo controllarti. Sei una creatura meravigliosa, sarebbe un peccato ucciderti per colpa di un sentimento misero e utopistico come l'amore…Puoi fare la tua scelta. Puoi rimanere e servire il tuo padrone, e ti assicuro che saprò farti dimenticare il tuo amato Rodolphus. Oppure puoi scegliere di abbandonarmi in nome del legame che ti sta tanto a cuore...Ma sai bene cosa ti succederà in questo caso. E farò in modo che tu possa soffrire a dovere, Bellatrix Black"

La forza di una minaccia, il sudbolo strisciare di un ricatto dalle squame di serpente.

Bellatrix guardò gli occhi sanguigni del Signore Oscuro, la veste di prezioso velluto scuro che sfiorava la sabbia, la bacchetta che stringeva in una mano, già pronta per uccidere, per fare del male. E in quel momento seppe che non aveva paura di lui. Non più. Sputò ai suoi piedi.

Un gesto di disprezzo, la firma della sua condanna.

*

Bella giaceva nella sabbia, fredda nell'oscurità. Stava perdendo le forze, lentamente. Sentiva una nebbia sempre più fitta invaderle la mente, e il sangue abbandonare il suo corpo, come un fiume che si dirige verso il mare.

*È così morire?*


Aveva preferito morire, pur di non tradirlo. Non sarebbe appartenuta a un altro uomo. L'amore per Rodolphus era stata l'unica cosa pura nella sua vita, non poteva permettere a Voldemort di corromperla. Era sempre stata libera, Bellatrix, e Rodolphus era l'unico per il quale aveva rinunciato a questa libertà. 

Mentre la vita la lasciava, una frase che lui le aveva sussurrato all'orecchio durante una giornata ventosa, riaffiorò dal mare tempestoso dei ricordi. 

*Tu sei come un aquilone, Bella. Tu sei libera*


E Rodolphus era l'unico a cui aveva permesso di stringere il filo del suo aquilone.

  
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