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Autore: Gabryuccia    28/10/2003    4 recensioni
Una nuova avventura delle nostre eroine, fra vecchi rancori e nuovi amori. Anche questa volta le Sailor saranno unite contro un nuovo nemico...ma se anche i sentimenti diventassero loro nemici? Per risolvere tutto basta credere nei propri sogni!
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LA LACRIMA LUNARE

 

Cinque giorni erano ormai trascorsi. Bunny non si era più fatta vedere al tempio, preferendo fare delle lunghe passeggiate da sola. Marzio invece restava chiuso in casa, combattuto fra la volontà di lasciarla libera di decidere e il desiderio di raggiungerla e pregarla di non lasciarlo mai.

Le ragazze erano invece estremamente preoccupate per Chibiusa che continuava a dissolversi ormai sempre più spesso.

“Non può andare avanti così!” scattò Heles dopo aver assistito all’ultimo martirio della piccola lady. “Bunny deve rendersi conto che deve decidersi in fretta! Chibiusa non rimarrà qui ancora per molto e lei neppure si è accorta che sta male!”

“E non deve accorgersene!” rispose Chibiusa di rimando. “Se lo sapesse…sono sicura che perdonerebbe Marzio solo per permettermi di nascere! E io non voglio che sia costretta…e poi, come ho detto tante volte, credo profondamente nel loro amore…e dovreste crederci anche voi!”

“Chibiusa ha ragione…però questa volta Bunny mi è sembrata troppo delusa…forse dovremmo parlarle con calma…”

Nessuno si oppose all’idea ma neanche l’appoggiò. Nessuno di loro in realtà, sapeva bene come aiutare Bunny e Marzio.

 

“Non so come comportarmi…” sospirò Marzio aprendo la finestra. “E se mi lasciasse?” Rabbrividì all’idea. Non avrebbe saputo vivere senza di lei…si impose di non farsi più questa domanda ma ironicamente questa ritornava nella sua mente dieci, cento, mille volte. Il solo fatto che da cinque giorni non udisse la sua voce lo rendeva disperato. Eppure tutto era nato dalla sua ceca rabbia…e in quell’attimo aveva persino dimenticato che privarsi di lei sarebbe stato come privarsi dell’aria. Era troppo importante, troppo per perderla.

“Credevo di trovarti allegro e invece…”

Marzio alzò appena la testa dal cuscino e vide Fiore davanti a lui.

“…Sei proprio tu?”

“Certo che sono io!” rispose l’amico sedendosi nel letto di Marzio.

“Ma…ma che ci fai qui? Ah già…anche tu sai del matrimonio…” disse rabbuiandosi nuovamente.

“Già…e sono decisamente sorpreso di vederti in questo stato. Com’è che le chiamano da queste parti? Crisi prematrimoniale?”

“Magari fosse solo questo, amico mio!”

“Che cos’è successo?”

Marzio sospirò. Non aveva voglia di rivivere quei momenti. Non voleva raccontare nulla. E Fiore capì.

“Ok aspetta…se vuoi posso leggere direttamente nella tua mente che cos’è successo…sempre se ti va di farmelo sapere.”

“Mmm…a volte avere certi poteri è comodo. Certo, leggi pure tutto quello che vuoi…” rise amaramente.

Con un rapido tocco della sua mano, Fiore riuscì a vedere tutto quello che era accaduto all’amico.

“Ahi ahi ahi…sei proprio in un bel guaio.”

“Ho sbagliato tutto.”

“E mi spieghi che ci fai qui?”

“Come?”

“Che cosa risolvi stando qui? Niente. Marzio, io ti ho visto lottare per salvare la sua vita…e per salvare il vostro amore non alzi un dito?”

Marzio si alzò, silenzioso, prese una rosa rossa dal vaso sul tavolo e uscì.

 

Una bambina correva felice; voleva volare. E così apriva le piccole braccia, saltellando, mentre una dolce e calda brezza le scompigliava i capelli. Improvvisamente si fermò e la piccola luce di felicità che faceva brillare i suoi occhi si spense. La madre le andò incontro. “Ti sei stancata di giocare? Andiamo a casa, è tardi.” La piccola scosse energicamente la testa. “No! Restiamo ancora un po’, ti prego!” La donna sorrise. “Solo cinque minuti” disse, e tornò a sedersi.

Anche la bambina si sedette e prese a disegnare con un rametto, qualcosa sulla sabbia. Fu in quel momento che Bunny passò. E per qualche strano motivo, il suo sguardo cadde proprio su quella bambina. Anche la bambina la notò e assunse un’espressione quasi sorpresa.

“Ciao…” le disse Bunny facendole un piccolo sorriso. La piccola continuò a fissarla stupita ed estasiata.

“Che ti succede?” le chiese Bunny stranita da quel comportamento.

“Eri proprio tu…ti ho sognata stanotte!”

“Mi hai sognata? Ma non mi sembra di conoscerti signorina…” rise lei.

“Si…non ti conosco nemmeno io. Ma ti ho sognata.”

“Mmm…vuoi raccontarmi questo sogno?”

“All’inizio era bello…tu eri vestita tutta di bianco e avevi le ali…potevi pure volare e sorridevi…”

Bunny socchiuse gli occhi e gli sembrò di poter vedere la scena appena descritta.

“Volavi verso la luna piena…però poi…”aggiunse rabbuiandosi “tutto diventava scuro…”

Bunny si riscosse e guardò la piccola che adesso appariva impaurita.

“…e le tue ali si rompevano…tu cadevi a terra e cominciavi a piangere. Poi sei scomparsa pure tu. E scompariva la luna…non c’era più nulla…”

“E tu hai avuto paura, vero?”

“Si.”

“Come ti chiami?”

“Kira”

“Kira…non devi avere paura dei sogni perché quando ti svegli la mattina, non c’è più nulla…è soltanto frutto della tua fantasia.”

“Però dimmi una cosa: tu puoi volare?”

“No…”

“Nemmeno io. Credevo che tu sapessi come si fa…”

“KIRA! Dobbiamo proprio andare adesso!” disse la donna alzandosi dalla panchina.

“Devo tornare a casa…però…eri proprio bella vestita di bianco…da grande voglio diventare come te! Ciao!”

Kira lasciò cadere a terra il rametto e raggiunse la madre. Fu allora che Bunny notò il disegno della piccola: erano soltanto pochi segni ma si quella principessa disegnata sembrava proprio lei…

“Che strano…la cosa più strana è che pure io ho fatto questo sogno…che cosa significa? Che così facendo il mio destino sarà oscuro?”

Comunque adesso era di nuovo sola con la sua angoscia. Lasciare Marzio…l’idea, per quanto plausibile in quel momento, le appariva assurda. Forse non avrebbe mai avuto il coraggio di lasciarlo, si era detta all’inizio. No, non era questione di coraggio. Era questione di amore. Lo amava troppo per lasciarlo, ma l’aveva ferita troppo per perdonarlo. E quel muro dietro cui si era trincerata da giorni, non l’aiutava affatto. Aveva bisogno di parlare e di sfogarsi con qualcuno. E mentre il suo sguardo vagava per il parco, vide Heles andarle incontro.

 

“Mi hanno detto di non venire, ma io sono testarda, lo sai.”

“Ciao Heles…”

“Ascolta Bunny, io non voglio aumentare la confusione nella tua testa, davvero! Ma…non potevo starmene zitta e muta ad osservarti distruggere così il futuro.”

“Heles…non ho voluto io questa situazione…” disse Bunny incerta.

“Lo so. Ma così fai solo il gioco di chi vuole rovinare la vita a te e a Marzio. Prova a pensarci un attimo! Quella dannata ombra si è materializzata nell’unica cosa che potesse allontanarvi! E ci sta riuscendo, anche se per vie traverse.”

“Ma se Marzio avesse creduto a me…”

“Marzio ha visto qualcosa di preciso. E si è dato mille schiaffi per assicurarsi che fosse davvero sveglio in quel momento. Tu cosa avresti fatto al suo posto?”

Bunny non rispose.

“Se tu l’avessi visto fra le braccia di un’altra, come avresti reagito?”

“Io…non lo so…”

“Certo…certe cose bisogna viverle. Ma scommetto che non avresti pensato “Toh, ma questa è un’immagine olografica!”, giusto?”

“Avrebbe dovuto quantomeno dubitare, mentre io ero li a piangere, avrebbe potuto darmi qualche spiegazione…e invece mi ha cacciata via come la più schifosa delle persone! Non è giusto questo Heles…non è giusto!” urlò piangendo.

“Era arrabbiato, furioso, ferito proprio come sei ferita tu adesso…non voglio giustificarlo completamente Bunny…ma gli eventi hanno avuto la maggiore colpa in tutta questa storia.”

Bunny si calmò quasi subito.

“Un’ultima cosa voglio dirti…quando siamo andate a trovarlo nel suo appartamento per portarlo al tempio…gli ho fatto una domanda…gli ho chiesto se ti riteneva davvero capace di tradirlo in quel modo…”

“E lui che ha risposto?”

“No…ha detto no, Bunny. Erano passato pochissimo tempo e lui già cominciava ad avere dei dubbi…credimi amica mia, per questa storia, gettare al vento tutto sarebbe inutile…e sciocco. Beh, ora vado. Spero di vederti presto al tempio!”

La ragazza dai lunghi codini biondi rimase per un attimo immobile. Poi si alzò di scatto e cominciò a correre. Questa volta, sapeva dov’era diretta.

 

Quando le porte dell’ascensore si aprirono, Marzio rimase stupefatto. Non si sarebbe mai aspettato di vedere Bunny davanti ai suoi occhi.

“Io…stavo venendo da te….” Riuscì a dirle confuso. Notò i suoi occhi gonfi. Notò il suo affanno.

“Voglio parlarne…” disse lei entrando nell’ascensore, senza guardarlo.

 

Soltanto quando aprì la porta del suo appartamento, Marzio si ricordò che poteva esserci Fiore. Ma gli bastò una rapida occhiata intorno per capire che l’amico non era più li.

“Vuoi sederti?” le chiese notando il suo imbarazzo nel rimanere davanti la porta…quel corridoio aveva visto anche troppe liti, purtroppo.

“No…”

“Bunny, sarei dovuto correrti dietro già cinque giorni fa. Credevo che fosse meglio lasciarti riflettere da sola ma…poi mi sono reso conto che non potevo…” si avvicinò a lei, mettendole le mani sulle spalle. Sentì che tremava.

“Sono stato imperdonabile…ero furioso, non so neanche cosa mi sia successo in quei momenti. Vederti fra le braccia di Seya è stato atroce, sapendo poi cosa lui prova per te…”

“Anche tu dovresti sapere cosa io provo per te…” disse lei in un soffio.

“In fondo al mio cuore non ne ho mai dubitato…ma…di fronte all’evidenza…”

“Sssh.” Sussurrò Bunny. “Basta ricordare. Quello è il passato…”

“Io voglio sposarti Bunny, perché la mia vita senza di te non ha senso.”

“Neanche la mia ha senso senza di te…non posso lasciarti, Marzio…sei una parte di me…”

Si abbracciarono così forte, come se tutto intorno a loro stesse crollando, tutto, tranne loro. Quando Marzio allentò la stretta, era a pochi centimetri dal viso di Bunny. “Ti amo” le mormorò prima di baciarla. E fu un bacio così dolce e caldo che anche le ultime tracce di gelo nel cuore di Bunny si sciolsero. “Non ti lascerò mai più sola…non ti farò mai più andare via da me…” pensò mentre finalmente tornava a sentirsi un essere completo.

Le sottili dita di Bunny scivolavano fra i capelli neri di Marzio mentre continuava ad assaporare i contorni di quella bocca ormai così familiare. Le emozioni stavano prendendo il sopravvento e Marzio sembrava intenzionato a non fermarsi più. Poco importava, era il momento più felice della sua vita, non era mai stata meglio. Sentiva chiaramente che se in quel momento si fosse staccata da lui, ne avrebbe sofferto fin nell’intimo.

“Ehi..” le sussurrò lui in un orecchio “guarda che se non ti allontani ora, non rispondo più di me…”

Bunny ridacchiò piano. “Cosa credi…questo lo so benissimo…per me possiamo tranquillamente continuare…”

Fu proprio allora che la porta dell’appartamento si aprì.

 

“Ops…sono capitato in un momento sbagliato…” balbettò Fiore evitando di guardare i due in faccia.

Marzio e Bunny si erano staccati tempo record e adesso erano in fiamme.

“Ehm…ciao Fiore…sei tornato…” balbettò Marzio imbarazzato.

“Ma che sorpresa…non mi sarei…mai aspettata di vederti qui…anzi…di rivederti…” aggiunse Bunny con gli occhi piantati sul pavimento.

Marzio rise e andò incontro all’amico. “Avanti, entra.”

“Forse non è il caso…”

“Su, avanti. Ma dove sei stato?” chiese, felice di cambiare argomento.

“Avevo fame. E ho preso qualche dolcetto di riso…per ingannare l’attesa…”

Gli occhi di Bunny brillarono. In un attimo fu vicina a Fiore. “Li hai presi nel negozio qui all’angolo, vero?”

“Emh…si…”

“Oh, li fanno davvero deliziosi…” annuì sempre più vicina alla busta.

“Ne vuoi assaggiare uno?”

“Davvero posso???” disse Bunny ormai commossa.

“Certo…serviti pure!”

Marzio guardò la scenetta divertito e il suo cuore si riempì di tenerezza. “Mai più” giurò a se stesso “Niente ci separerà…”

 

Era ormai sera quando Bunny lasciò l’appartamento di Marzio. Canticchiando allegramente, si avviò verso casa. Arrivata al cancello però si fermò e si guardò attorno. Aveva la strana sensazione che qualcuno la stesse seguendo. Prima che potesse rendersi conto che non c’era nessuno, cominciò a sentirsi molto strana.

“Ma cosa mi succede?” si chiese cadendo in ginocchio. Non ebbe il tempo di capire bene come, ma un’ombra scura le era apparsa davanti e un istante dopo, un luminoso fascio di luce partì da questa colpendole la fronte. In quel momento si sentì soffocare. Non riuscì più a muoversi, ne a gridare. Ma nella sua mente, contro la sua volontà, cominciò a rivivere gli episodi più spiacevoli della sua vita; il fascio di luce continuava ancora a colpirle la fronte.

Bunny stava vivendo l’incubo della sua vita. Una profonda tristezza l’assalì e le venne voglia di piangere. Dai suoi occhi cadde soltanto una lacrima.

 

“Dannazione! Non è la lacrima lunare!” disse una voce proveniente dall’ombra.

“Eppure io ne ero sicura…non è lei la principessa Serenity?” chiese un’altra voce.

“Ma certo che è lei! Su, andiamo adesso…prima che arrivi qualche scocciatore!” soggiunse una terza voce più calma e glaciale. Ma l’ombra non fece in tempo a sparire. Una rosa rossa brillò fra le ombre della sera; attraversando il fascio di luce, lo ruppe. Bunny cadde a terra priva di sensi.

Milord scese dall’alto muricciolo e avanzò verso l’ombra.

“E’ la stessa ombra dell’illusione…chi sei, fatti vedere!” Ma l’ombra scomparve, lasciando al suo posto l’eco di fredde risate.

 

 

  
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