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Autore: DiKey    23/02/2010    2 recensioni
Attesissimo(spero)sequel di "Fratelli", ambientato cinque anni dopo. Come si combatte un nemico che non si può sconfiggere?
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il leone,l'angelo, il drago'
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Leo3
Storm aveva lasciato la sala da pochi minuti e Fujin era stata portata in infermeria quando Ragi fece il suo ritorno con in mano un pesante e polveroso volume sulla vita dell'antica strega Dahluba, la cui storia era in gran parte avvolta nel mistero. Ma come se già i SeeD non avessero abbastanza problemi...

"Che razza di lingua è questa?" fece Zell una volta visti i caratteri del libro 

Squall prese il vecchio volume esasperato. Sentiva che per ogni passo che facevano nella giusta direzione ne facevano due indietro. Guardo i caratteri, notando che il vecchio scrittore era stato preciso fino all'esasperazione, ogni lettera (o sillaba, o ideogramma) sembrava un'opera d'arte. Il che non faceva altro che esasperare il Preside,nonchè comandante SeeD, che dopo trenta secondi poteva dare al gruppo il suo augusto responso: non ne aveva idea. Con delicatezza Rinoa si avvicinò e studiò il libro, dicendo dopo pochi secondi

"L'alfabeto è quello dei Nobili di Centra, ma le parole sono di un'altra lingua.
la prima parola si legge Babibatwaba....che non ha senso. Ora, so che non è importante, ma perchè abbiamo un volume così vecchio al Garden di Balamb?"

"Lo ha trovato la madre quando viveva a Centra" squittì Selphie

"Potremmo chiedere aiuto alla Madre allora,no?" fece il cowboy "aspettiamo che finisca la lezione e chiediamole di darci una mano!"

"Tentar non nuoce, ma non credo che otterremo qualcosa..."

Rinoa intanto continuava a sfogliare il libro con la massima cura, servendosi addirittura di un paio di pinzette per non rovinare la pagina. A Zell, che aveva cercato di girare pagina a mani nude aveva dato un potente schiaffo sulle mani ed un calcio sulla rotula. ad un certo punto Rinoa richiamò l'attenzione di Squall con rapidi gesti della mano

"Vieni a vedere Squally! Ehm, cioè, Squall!"

Troppo tardi. La gaffe era stata fatta. Tutti i presenti si voltarono verso il SeeD il cui colorito ormai tendeva più al rosso carminio che al normale colore rosato tipico della pelle umana. Tuttavia vista la gravità della situazione i presenti riuscirono a contenersi,chi mordendosi il labbro a sangue e chi (Zell) infilandosi il pugno in bocca. Solo Selphie trovava la cosa carina, mentre Irvine  frenava a stento tre battute che dette singolarmente avrebbero spinto Squall a tagliargli  la testa senza stare a pensarci su, e tutte insieme avrebbero invece spinto il SeeD a divertirsi un po' prima di mozzargli la testa. Il Preside Squall allora strinse i denti e si sforzò di fare sembrare la sua voce normale, ovvera priva di qualsiasi emozione o tonalità.

"Si, Rin?"

"Guarda qua."

Squall si avvicinò ed osservò la pagina del libro indicatagli da Rinoa. Gli altri rimasero in curioso silenzio, finchè Irvine decise di ricordare a tutti la sua presenza tossendo. Zell si fece portavoce del pensiero di tutti.

"Che c'è scritto?"

"Non è quello che c'è scritto...è quello che c'è disegnato!" fece Rinoa mostrando a tutti la pagina. L'intera pagina era riempita dall'immagine di cinque spade tutte completamente differenti tra loro, ed apparentemente di eccellente fattura. Squall indicò quella in alto a destra, riconoscendola come la spada del cavaliere. Chiese poi a Rinoa se ci fossero scritti almeno i nomi dei possessori, ma ancora una volta il dialetto indicava qualcosa di diverso dalla realtà dei fatti. Certo, a meno che i Cavalieri non si chiamassero Cipolla, Aglio, Spezia, Sugo e Olio. Dopo la lettura dei nomi ci fu un momento di silenzio generale, spezzato solo da una battuta di Irvine

"Bene. ora sappiamo che questi avevano il senso dell'umorismo. E' già un passo in avanti."

"Non in avanti, è in passo in più che non ci porta da nessuna parte!" fece Zell abbassando le braccia e la testa, in evidente stato di depressione. Nessuno intanto si era accorto che Selphie aveva cominciato a ridacchiare. Visti gli scarsi risultati ottenuti fino a quel momento, nessuno era di umore talmente buono da sopportare le risatine di Selphie, che fu invitata neanche troppo gentilmente a condividere con gli altri i motivi di questo suo divertimento.

"Andiamo, mi state dicendo che quella spada non l'avete da nessuna parte?"

"Quale?" chiese Zell

"La seconda! Daii!!! Guardatela bene!!"

I SeeD aguzzarono lo sguardo ed iniziarono un allegro coretto di "mah", "mi pare che..", "forse..ehm,niente" e tutte le varianti possibili di questi vivaci pensieri. Selphie adesso non faceva più niente per nascodere le risate

"E' Excalibur!"

I SeeD si guardarono in faccia. Visto il proprietario attuale della spada, era una buona o una cattiva notizia? Squall si portò la mano sul fianco e scosse la testa

(adoro quando le cose già complicate tendono a complicarsi ancora di più)

***
(Ho fame)

Era questo l'unico pensiero di Storm mentre volava per tornare al suo P-Garden. Non la spada, non la profezia e neanche i morti che da lì a breve avrebbero preso il vizio di camminare nuovamente sulla terra. Aveva fame ed una gran voglia di carne. Preferibilmente al sangue, e preferibilmente in gran quantità. Non che lui fosse mai stato un gran mangiatore di verdure ("questa roba datela ai conigli" diceva quando gli portavano davanti qualcosa che non comprendesse carne o pesce) ma da un po' di tempo a questa parte la sua passione per la carne aveva toccato livelli ai limiti dell'osceno. Ora però ne aveva bisogno.
La simbiosi con i guardian force causa un mutamento del metabolismo e ciò comportava un dispendio elevatissimo di energie per mantenere la simbiosi a lungo,e lui aveva di gran lunga superato il suo limite massimo. Nutrirsi era necessario

(ma dove lo trovo un posto per mangiare qui, tra il mare e le isole deserte?)

Sentiva le ali indebolirsi, il battito rallentava. Doveva mangiare qualcosa, una qualsiasi cosa. Improvvisamente le orecchi captarono il rumore di zoccoli che scalpitavano sotto di lui. Calò di quota, e riuscì a vedere un branco di Mesmerize che correva velocemente sotto di lui. I Mesmerize erano i parenti mostruosi dei cavalli, e alcuni gruppi di uomini nei villaggi dell'antica Centra mangiavano cavalli. Ergo, erano commestibili. Storm si lasciò cadere, travolgendo quattro Mesmerize che vennero così separati dal resto del branco. Gli animali si rialzarono ed attaccarono il Phalanx che non ebbe problemi ad evitare i loro corni taglienti. Gli animali attaccarono in gruppo, e questo era insolito per dei Mesmerize. Storm parò due attacchi di taglio adoperando entrambe le spade, ma era stanco ed affamato, quindi venne spinto indietro di diversi passi. La simbiosi col GF intanto si era interrotta,e Storm fu felice che fosse successo dopo l'aver messo entrambi i piedi per terra:nuotare fino a casa era un'impresa al di sopra delle sue forze. Si liberò del mostro alla sua destra con un doppio colpo sferrato tenendo le lame in parallelo nella stessa direzione. Un altro venne decapitato e gli altri due furono trafitti da un potente affondo. Misericordioso, Storm tagliò la gola dei mostri agonizzanti e si preparò a banchettare.

(consideralo un pic-nic, Storm.)

Quattro ore più tardi era nuovamente nel suo ufficio, entrando, neanche a dirlo, dalla finestra. Crisis non c'era, ed era un bene perchè l'ultima cosa che voleva ascoltare erano le filippiche del suo sottoposto sul ritardo. Fischiettando un vecchio motivo che aveva imparato in una gita a Winhill si tolse gli abiti ormai non più puliti ed ascoltò i messaggi della segreteria. erano i soliti messaggi che gli ricordavano i suoi impegni: cene ufficiali, inaugurazioni, strette di mano a capi di stato...certe volte si chiedeva se la sua vita precendente non fosse più facile. Nessuna responsabilità, solo il dover ammazzare qualche povero idiota di tanto in tanto. Ma all'epoca non aveva alcuna vera libertà, era tenuto ad eseguire gli ordini che gli venivano dati. No, non aveva rimpianti per la sua scelta. In quanto a questi suoi impegni, sarebbe rimasto il Presidente ancora per un altro anno, massimo due. Serviva gente capace, e sebbene lui si fosse circondato di ottimi collaboratori sapeva di non essere la persona migliore per quel ruolo. Lui aveva dato il via ad una nuova nazione, era abbastanza convinto d'aver fatto abbastanza. Poco dopo dalla segreteria si fece sentire una voce che non aveva più sentito da sette anni,ciò nonostante la ricordava perfettamente.

"Storm...ciao...ehm....come va? Sono..beh, spero che tu mi abbia riconosciuto..."

(come non potrei?)

Quante volte aveva desiderato tornare a sentire quella voce gli ultimi sette anni? Quanto aspettava sotto la pioggia armato di un fucile da cecchino, ogni qualvolta non  aveva dovuto ammazzare un poveraccio colpevole solo di avere idee politiche differenti da Deling. Una volta le aveva detto scherzando le lei la sua coscienza. Stranamente ciò si era rivelato vero. Aveva desiderato risentire quella voce per sette anni. Perchè adesso provava solo un misto di rabbia e fastidio? Staccò il telefono dalla presa e lo prese in mano...per poi scagliarlo dalla finestra e colpirlo prima che atterrasse con una magia di fuoco di livello base.
Cosa voleva provare con quel gesto? Non era soddisfatto, non si sentiva meglio. Eppure sentiva che quel gesto fosse la cosa migliore da fare. Il passato è passato, certe porte vanno chiuse. Sfortunatamente l'esplosione del telefono richiamò l'attenzione di Crisis che era nell'ufficio accanto. Il bruno entrò, guardò prima Storm e poi la scrivania, sospirando

"Non ti basta rompere le finestre? Adesso giochi anche al tiro al bersaglio col telefono?"

"Non mi rompere i sacrosanti, oggi è stata una brutta giornata."

"Fammi indovinare, c'erano più dieci persone alla festa?" chiese Crisis che conosceva bene i gusti del suo superiore

"Esatto. E come se questo non fosse abbastanza fastidioso di per sè si parla anche di fine del mondo, armi magiche, morti con la cattiva abitudine di camminare e compagnia bellaì."

"Che?" Crisis non poteva far altro che non capire una sola sillaba. Storm lo liquidò dicendogli di chiamare Selphie o Rinoa, che sarebbero state più che felici di raccontargli tutta la storia. Il discorso vertè poi sulle analisi per cui Storm era stato richiamato in patria tanto in fretta. Nel giro di altri cinque minuti si ritrovò ancora una volta nello studio medico con quattro aghi nel braccio ed indosso solo un camicione verde acqua. Sul serio, la cosa iniziava a diventare veramente fastidiosa.
Il medico guardò i numeri sullo schermo e scosse la testa. prese due appunti, guardò ancora i numeri e scosse la testa. Lo guardò ancora una volta e scosse la testa. Storm iniziava ad averne abbastanza

"dottore se sto per morire me lo dica,così torno al mio lavoro."

il medico scosse ancora la testa. Storm disse dentro di sè che se l'occhialuto dottore l'avesse fatto ancora gli avrebbe spezzato il collo.

(così poi vedi come scuoti la testa)

"Signor Leonhart, i numeri in bianco sono i suoi valori" toccò lo schermo che cambiò colore e mostrò dei dati "quelli in rosso sono invece i nostri valori di riferimento."

"Vedo. Ed allora? Siamo lì per lì. Non vedo problemi."

Il medico si abbassò gli occhiali sul naso e lo guardò negli occhi. Poi gli passò una sbarra avvolta da una sorta di pasta marrone

"Può mordere qui per favore? Pianti bene i denti."

Storm fece come gli era stato detto, poi diede al dottore un ultimatum:o gli diceva come stavano le cose o lo avrebbe preso a calci due a due finchè i colpi non avrebbero raggiunto un numero dispari. Il medico reindicò i valori, ma toccò un tasto ed ai valori se ne aggiunserò altri.

"I valori di riferimento più vicini ai suoi non sono umani, signor Leonhart."

Storm raggelò

"il campione che vede in rosso è stato preso da un mostro catturato di recente sull'isola più vicina all'inferno. I suoi valori sono quelli di un drago di piccola taglia. Ma non è questo il peggio. Quello che vede ora"

 il medico toccò diversi tasti, e tutto scomparve lasciando il posto ad una figura olografica dalla doppia elica. Storm era stato uno studente scadente in biologia, ma riconosceva bene quell'immagine: il DNA.

 "è il suo DNA. i tratti genetici sono diversi da quelli che abbiamo estratto da un campione di tre anni fa, non ci sono indicatori che facciano presumere l'appartenza del soggetto ad una qualsiasi razza conosciuta. Io stesso avrei pensato ad un errore se non avessi potuto constatare con i miei occhi il prelievo dalla sua persona. Questi alleli sono tipici dei grandi rettili, e questi degli uomini. 50 e 50, detto in termini profani."

Storm annuì senza capire. Anzi, senza poter capire. La sua voce era vuota, priva di colore e tonalità

"quindi cosa sono?"

il dottore aprì le braccia e scosse la testa. Non ne aveva idea.

***
Gli avevano detto che stava abusando della Simbiosi. Gli avevano detto di fare attenzione. La sua forza era troppo aumentata per essere frutto dei normali allenamenti, il suo appetito era troppo esagerato, ed era troppo irascibile. Era chiaro che i cani non gli abbaiavano contro per via del suo dopobarba. Il suo morso aveva impresso i segni dei denti sulla sbarra d'acciaio rivestita di pasta marrone. Poteva tornare indietro? Voleva farlo? Sapeva cosa fare? Ed infine la domana che più tormentava

(io cosa diavolo sono?)

(non sono un drago, non sono un uomo)

(un mezzo-drago? un mezzo umano?)

Cosa poteva fare? niente. Forse avrebbe dovuto lasciare la presidenza prima di quanto si aspettasse, e poi cercare una bella casetta all'isola più vicina all'inferno. E se il processo fosse in continua evoluzione? Se perdesse tutto quello che gli rimaneva di umano? Sai che perdita, gli umani sono fragili, la loro volontà è debole e sono vittime della loro stessa superbia.

(Cosa diavolo vado pensando? Non è così male essere umani!)

ora come ora c'era solo una cosa che volesse fare veramente: rendersi utile. Avrebbe combattuto al fianco di suo fratello e non contro di lui questa volta. Questo poteva essere il suo ultimo atto da umano. O mezzo umano.
Aprì le finestra e si preparò a spiccare il volo, ma gli venne un groppo alla gola. Compose un numero al nuovo telefono che Crisis gli aveva portato

"Crisis, fammi preparare l'aeronave. Lo voglio pronto per domattina alle otto al più tardi. Cancella tutti gli impegni, convoca tutti gli archeologi, esperti delle antiche civiltà, dotti, medici e sapienti di spessore e comunica loro che si preparino per un viaggio, li voglio tutti a Balamb tra due giorni al massimo."

"posso sapere il perchè?" si azzardò a chiedere Crisis

"Hai parlato con la Tilmitt?"

"si."

"allora non fare domane idiote ed esegui."

Chiuse il telefono e prese fiato. Era il momento della seconda telefonata. Non aveva il numero da cui aveva ricevuto la chiamata, quindi compose il numero che aveva scolpito in testa. Era ancora valido? sette anni sono tanti: ci si muove,ci si sposa, ci si trasferisce, si cambiano abitudini. Premette il tasto verde e dopo pochi attimi di silenzio il telefono iniziò a squillare. Dall'altra parte qualcuno alzò la cornetta. Adesso veniva la parte più difficile

"Pronto? Sono Storm..."


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note dell'autore: prima di tutto mi scuso per aver aggiornato così tardi, spero di non aver fatto perdere interesse ai pochi che si sono affezionati a questa saga. Gli esami mi hanno tolto più tempo del previsto, ed un po' per questo, un po' per altri motivi, questo capitolo è abbastanza lento, oggettivamente non un granchè: un capitolo di transizione. Ma prometto di rifarmi col prossimo capitolo, di cui vi dò una piccolissima anteprima

Capitolo IV- Primo passo avanti
"i miei capelli!" urlava disperato passandosi le mani tra quel che ne rimaneva "i miei bellissimi capelli! Ci ho messo anni! Io ti distruggo maledetto!!!"


   
 
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