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Autore: Ella_Sella_Lella    23/02/2010    2 recensioni
[Ben10- Alien Force] { Al Tempo di 10 Eroi Per Ken}
Questa è la prima ff che scrivo di questo argomento.
La storia tratta di Gwendolyn Tennyson che torna da una missione come risolutrice da una missione semestrale.
Pensa di poter riprendere la sua vita composta da finta felicità, a causa del fatto che l'unico uomo della sua vita le h portato via la cosa più cara al mondo.
Ma tornando a casa incontrata tante novità ...
Qualcosa di prezioso ritrovato ...
Un matrimonio ben voluto ...
Una famiglia che si ricompone ...
La partenza di un amico ...
E la vita che riprende a sorriderti.
Avvetenza: Alcuni capitoli saranno relativi al passato(Quelli corti) altri al presente(Lunghi) Sarnnò sempre datati ... E sono in prima persona ->Gwen.
{Paring}
[Gwen/Kevin][Gwen/Cooper][Ben/Julie][Max/Verdona][Kei/Ken][Pierce/Elena] [ E se mi capita altri]
Spero Leggiate e commentate.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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mY LifE

Bene questa è la prima FF che scrivo di Ben10 AF ... Anche se è ambientata nel tempo dei 10 Eroi Per Ken(Con alcune imprecisioni).  Alcuni capitoli saranno brevi .... Quelli del passto, come il seguente ...

Sono contenta di questa FF.
Grazie a:

Sherry
:
Grazie.
Io ho letto le tue: Molto belle. Hai sentito che vogliono fare una 3 serie di Ben10 (Evolution)
Spero di piaccia anche questo capitolo, anche se al prossimo (Quello del presente) compare finalmente Kevin.
Ludoangel:
Dici?( Il problema è che ho confuso un po' le ere. Per esempio ho fatto in modo che 10 eroi per Ken,
Ricadessero sullo stesso periodo dell'80 compleanno di Nonno Max,
20anni avanti a Ben10. E tra le due epoche dovrebbero esserci almeno 10nni, ma non badiamo a questi Cavilli)

Già, anch'io ne ho trovate poche, per esemio tra i miei commenti c'è un sito su di loro (Scritte da Sherry) ;
Riguardo all'aggiornare, perdonami, ma era un piccola mancanza di fiducia in me.

Baci
EsL

EsL

*

Le*Storie*Di*Una*Vita*

12 anni e 4 mesi dopo.

Ero seduta sulla panchina del parco, mentre guardavo mio nipote Ken e mio figlio Davil, giocare a skateboard nel parco, davo ogni tanto una veloce lettura al giornale, che parlava di chi sa quale traguardo dei risolutori o di Ben Tennyson, io li davo un importanza minima, continuavo a guardarli divertire. “Ti diverti a guardarli?” mi chiese Ben, catturando la mia attenzione, inevitabilmente tutti gli occhi si focalizzarono su di noi, Ken fece un cenno al padre e continuò a giocare con il suo migliore amico-cugino, anche se l’ultima parte non era risaputa, “Molto … Sai che amo i bambini!” gli risposi, speravo che Ben, non cogliesse l’innaturale felicità presente nella mia voce, non era colpa mia,  ma da un mese, da quando Julie mi aveva ridato, figurativamente, mio figlio,  la mia vita, sembrava aver ripreso una piega molto più allegra, ero più felici, anche se la gente sembrava non farci caso, eccetto Ben, che non mi diceva niente, questo mi dava la conferma che aveva notato la diversità. “Ti trovo abbastanza in affinità con Davil” mi fece notare, istintivamente mi voltai verso di lui allarmata, forzando un sorriso, “Forse!” sibilai,  lui si sedette accanto a me, ridacchiando, brutto segno, quando lo faceva da bambino intuivo che aveva del materiale per ricattarmi, solo che ora non eravamo più bambini ed un materiale da ricatto diventava una faccenda seria di cui non li avevo parlato, “Cosa c’è Ben?” li domandai, tanto valeva, togliermi il pensiero, lui si fece improvvisamente serio, un altro brutto segno,  e vago cominciò: “Sai Gwen in matematica sono migliorato dai tempi del liceo!”, stavo per ribattere un accurato < < Buon Per Te > > ma inevitabilmente compresi ciò che cercava di dirmi, si era fatto due conti, Ben continuò: “Davil ha 11 anni, quindi all’incirca 12 anni fa è stato concepito … Verso quel periodo Kevin era scappato tipo a Las Vegas, e tu eri andata con lui e se non ricordo male, tu sei stata l’unica ragazza della vita di Kevin, eccetto la brevissima storia con Caroline o come si era fatta chiamare l’Incantatrice …”  Ben era eccezionale, non potevo negarlo, lo avevo sempre riconosciuto, anzi avevo cominciato ad ammetterlo da quando avevo 15 anni, poi mormorai: “Bravo Ben! Ci hai messo solo un mese?”, speravo di risultare sarcastica, ma fallì, Ben alzando leggermente le spalle rispose: “L’ho capito da pochi giorni che era a casa mia. Non sapeva nulla di sua madre e Julie era nervosa, non misi molto a pensare che sapesse e che la vostra complice amicizia vi impediva di parlare – Tranquilla non gli è l’ho fatto pesare. E poi un giorno Davil, per errore sfoderò il potere e ti assicuro  non c’entrava nulla con il potere dell’incantatrice … Poi ho fatto qualche conto e ci sono arrivato!” mi abbracciò stretta, sapeva che stavo soffrendo, ne era a conoscenza,   Ben mi sorrise, poi con tranquillità mi sussurrò: “All’inizio volevo chiamare il padre di Kevin. Ma poi mi sono fermato, lui aveva abbandonato Kevin che come lui era nato particolare, figuriamoci Davil che aveva delle discendenze aliene. Non potevo permettere che lo abbandonasse, così mentre pensavo di chiamarlo – Avendo trovato il numero nell’archivio dei risolutori – non l’ho fatto. In compenso ho avvertito la mamma di Kevin.” Fece un attimo di pausa, mentre io cercavo di trattenere le lacrime, non sapevo neanche perché impetuose le lacrime scendevano, Ben continuò: “Dovessi vedere come lo trattava da principino, comunque non se l’è portato via, ha detto che era troppo vecchia per prendersi cura di un figlio; Quindi è rimasto a me, lei lo viene a trovare e lui va da lei. Io me ne prendo cura, ma pensavo … Che forse … Ora … tu potresti … Tenerlo” quelle ultime parole furono un sussurrò, quelle furono le più belle parole che potessi mai sentire, anche più belle dei < < Ti Amo > >  di Kevin o del suo < < Si. Lo voglio > > più belle delle prime parole che mio figlio mi aveva detto, nell’ascensore, più belle delle parole di Julie quando mi aveva detto di Davil. Le più belle del mondo. “Ben … Ben …” mormorai stringendomi ancora più forte a lui, mentre le lacrime imperiose continuavano a scendere dai miei occhi come fiumi in piena, ma erano lacrime di gioia, avrei tenuto mio figlio? Lo avrei abbracciato? Lo avrei coccolato? L’avrei visto alzarsi la mattina? Lo avrei tenuto vicini? Era, forse, la cosa che desideravo di più al mondo.

“Si! Si! Si!” esclamai, mentre tentavo di controllare l’euforia, mio cugino era contento quasi quanto me, Ben mi accarezzò i capelli rossi; Ancora una volta dimostrava di conoscermi meglio di tutti, nonostante molto della nostra vita lo avevamo passato bisticciando, Benjamin Tennyson, con il quale ormai da tempo condividevo più di un compleanno, sapeva comprendermi, mosse le spalle con la sua solita nonchalance, che lo aveva reso irresistibile agli occhi di Julie, “Sarà solo complicato spiegarglielo! Davil ne ha passate tante. Ha trascorso quasi tutta la sua infanzia nel vuoto totale con Kevin, appena fuori si è dovuto mettere all’opera per tirare fuori il padre. Poi ha capito che Kevin non teneva a lui, ma voleva solo la sua vendetta. Ha trovato degli amici ed una famiglia, ha una doppia specie di poteri. Ha conosciuto sua nonna. Ed ora è in pace … Quando saprà che sei sua madre … Dovrà saperlo delicatamente!” aveva un tono, molto paterno, si vedeva quanto tenesse a lui, probabilmente quasi alla pari di Ken, ne fui commossa, mio cugino si era preso cura di mio figlio, regalandoli una perduta felicità, “Ovviamente!” mormorai, cosciente che mai avrei potuto far soffrire il mio Davil, avrei preferito la morte, che farlo soffrire. Ben distese ancora le labbra in un sorriso da bambino, ormai impregnato in un volto maturo, tutta la gente del parco continuava a fissarci, il grande Ben Tennyson e sua cugina Gwen Tennyson … Anche se in verità ero Levin; Colpo al cuore. “Ben … Devo dirti una cosa di estreme importanza!” mormorai quelle parole, quasi nella speranza che lui non mi sentisse, così da non dover entrare nel vivo di quella conversazione, “Dimmi cuginetta!” mi rispose, apparentemente tranquillo, ma non lo era assolutamente, lo riconoscevo da quando fosse rigido e teso, li poggia un mano sulla spalle per rilassarlo e con un forzato tono dolce, da risultare il contrario, li rivelai: “Io … Tecnicamente … Sono … SPOSATA. Con Kevin da 12 anni o giù di lì!”  la sua espressione fu indecifrabile, aveva la bocca semi aperte, gli occhi sbarrati che parevano di un pesce lesso ed era più bianco di un lenzuolo, per sdrammatizzare aggiunsi: “Sai … Cose tipiche … Che si fanno … A Las Vegas!” il volto di Ben, con cambiò di una virgola, anzi oserei dire, che forse, impallidì di più; Giuro che se non fossi stata così in crisi con me stessa, mi sarei fatta tante di quelle risate, “Congratulazioni … In ritardo” biascicò alla fine, probabilmente non aveva pensato nulla di più intelligente da dire, ma infondo lo riconobbi, era una notizia che spiazzava, “Di che parlate?” domandò Ken, abbracciandosi al padre, che tanto ammirava, Davil si avvicinò a noi, restando in un totale silenzio, io lo guardai e tentai di essere il più possibile disinvolta e delicata, poi risposi: “Di tua madre!”  fissando Davil, lui per un secondo si tese, Ken strinse ancora più forte Ben, che li accarezzò i capelli, mio figlio socchiuse gli occhi, tentando di rimanere lucido, poi ci chiese, anzi guardandomi dritto nei miei occhi smeraldi, “Cosa avete scoperto?” vedevo una luce nei suoi occhi, lo conoscevo da appena un mese - togliendo quando l’avevo visto da piccolo - ed avevo notato che non possedeva quella scintilla, che non poté non ricordarmi Kevin e la luce di incondizionata speranza nei suoi occhi scuri; Avrei voluto dirli che ero io, ma mi zittì, scossi il capo, lasciandoli intendere che non sapevamo niente, dolce menzogna, la luce scomparve in un lampo, ritornando al suo solito stato, solo che non distese le labbra in un sincero sorriso, ne provò a farne uno forzato, rimase impassibile, questa caratteristica era sua, non l’aveva ereditata ne da me ne da Kevin,  visto che io ero brava nei sorrisi forzati e Kevin trovava in qualunque circostanza qualcosa per cui sorridere, solo che spesso i suoi sorrisi erano maligni e leggermente raccapriccianti. Si non ricordavo male, fu quella la prima impressione che mi diede, non provai nulla di buono per lui e quella sensazione mi accompagno per tutta l’estate …  Per 5 anni, non lo calcolai di pensiero e poi mi fu anche solo impossibile pensare di starli lontana. La mia vita era ingiusta …

“Su torniamo a casa … Julie starà già preparando il pranzo!” enunciò  Ben, mentre arruffava i capelli a Ken ed inseguito a Davil, che sorrise dolce; Probabilmente desiderava più di ogni altra cosa, un padre come Ben, si vedeva li piaceva stare con mio cugino, in quel momento, mi chiesi se lui sarebbe venuto via con me? Dopo aver trovato una famiglia tanto bella e sicura, venire via con me, una ragazza che viveva sola, senza un uomo e che spesso partiva per missioni suicida, forse se Devil sarebbe venuto a vivere con me, avrei chiesto di spostarmi ed occuparmi con Ben del quadrante Terra e dei prigionieri del vuoto totale; “Si andiamo! Ho famissima!” urlò, Ken, ricordandomi terribilmente suo padre, mentre alzava le braccia al cielo e l’omnitrix sul suo polso luccicò per il riflesso del sole, che picchiava tranquillo, lui era la creatura più unica che avessi visto, un incrocio tra Ben e il suo coraggio e Julie e la sua spontaneità, Devil mi guardò e cortese chiese: “Vuole pranzare con noi, signorina Tennyson?” me lo chiedeva ogni giorno ed io mi emozionavo sempre, “Ma tranquillo Davil … Gwen è ospite fisso!” lo rassicurò Ben abbracciandomi, adoravo questo rapporto con mio cugino, poi mi ricomposi e guardando mio figlio li dissi: “Devil ci conosciamo da un mese. Puoi darmi del tuo e chiamarmi Gwen!” ne sono certa, con il tono di voce che adoperai risultai estremamente dolce, lui non sapeva che dire, poi dopo aver deglutito, mi guardò e mi concesse la richiesta, “Come vuol … Vuoi. Signorina … Tenny … Gwen. Si come vuoi signorina Gwen!” non riuscì a toglierli quel signorina prima del nome, ma infondo avevo notato che lo metteva davanti a tutte le donne e signore davanti a tutti gli uomini, che li chiamasse per cognome o nome; Mi spostai appena per starli accanto ed allungai le braccia per stringerlo forte al mio petto, nel più affettuoso o caloroso degli abbracci, che non li davo da più di 11, visto che ormai andava verso i 12, lui contraccambiò l’abraccio, non divenne rosso od impacciato, come lo vedevo ogni volta che abbracciavo Ken e lo guardavo chiedendomi che fare, era stato un processo naturale, proprio come madre e figlio, mio cugino Ben, per assicurarsi di non rovinare quel momento perfetto di riconciliazione - se almeno mio figlio avesse saputo che lo era - strinse suo figlio in un abraccio stritolatore, sollevandolo appena da terra.

“Ragazzi. Lo sapete che ho dovuto accompagnare Ken ha provare 206 smoking?” esclamò nonno Max esausto, buttandosi sul divano di casa Tennyson, Julie ridacchiò, mentre portava un enorme pentolone verso la tavola, eccola sembrava una perfetta casalinga, aveva un pullover verde brillante, accompagnato da una gonna dello stesso colore della mezza coscia, un paio di tacchi a spillo bianchi, il grembiulino da forno e i capelli neri raccolti in un chignon, era esilarante guardarla così, visto che appena lasciava la casa e diventava una risolutrice, con Nave sempre dietro, o semplicemente quando uscivamo o quando giocava a Tennis, una belva che nessuno riusciva a contenere. Ora invece era la perfetta mogliettina con Nave ed il mio ragazzo per Ken alle caviglie, che chiedevano cibo, “Normale Nonno. Ricordi con me? 375 vestiti diversi!” li ricordò Ben, sedendosi tranquillamente sul divano accanto a lui, Ken e Devil scapparono in camera di Ken, che condividevano, “Come va Gwen?”  mi chiese a gran voce Julie, evidentemente moriva dalla voglia di sapere come si mettevano le cose, evitando che gli altri ci capissero, anche se Ben, sapeva, Julie non ne era a conoscenza, mentre nonno Max, probabilmente neanche ci pensava, capì al violo la mia migliore amica e mimi avvicinai subito a lei.  Sentì borbottare nonno Max, si stava ancora lamentando dei vestiti che aveva dovuto vedere indosso al nipote e Ben ridacchiava divertita, “Quali novità?” mi chiese, con gli occhi lucidi, sperava davvero che c’è ne fossero, arricciai il naso,  poi rilassai il volto e con un tono pacato risposi: “ Ben sa tutto. Ha capito tutto! Sapeva che tu ne eri a conoscenza … Comunque mi ha offerto ti tenerlo …” ne ero certa, non potevo vedermi ma ero certa che i miei occhi fossero luccicanti, Julie posò la pentola su tavolo, poi si mise sulla punta della sa scarpe, che erano autentici trampoli e si buttò su di me, le buttai un braccio attorno alla schiena, mentre con l’altra mi aggrappai da qualche parte, così da evitare di cadere … Julie mi urlò nell’orecchio qualcosa sull’immensa gioia che dovevo provare; Ed in effetti aveva ragione, avevo più gioia in cuore di chiunque altro a questo mondo. Sentimmo un campanello suonare, non prestammo attenzione a chi fosse, impegnate com’eravamo nella conversazione, poi ci distraemmo nell’istante in cui, l’acuta voce di nonna Verdona ci raggiunse: “La mia nipotina dov’è?” ed eccola comparire sulla soglia della sala, con un grande sorriso, Julie per circa due secondi ebbe un aria stupefatta, poi riprese la solita compostezza da casalinga e con un enorme sorriso, diede il benvenuto alla nonna, io dal canto mio, saltai addosso alla nonna, era così tanto che non la vedevo … E mi era mancata tanto, la mia dolce nonna Anodite, da quando scoprì la sua natura ed anche la mia, cominciai a chiedermi, perché mio nonno si fosse innamorato di un’aliena ma dai ricordi che avevo, era la sua natura innamorasi di aliene ed era anche il destino di molti risolutori, solitamente però si sposavano gli alleati ed a volte, anche i nemici, quando c’era la scintilla.

“Gwen ti trovo meravigliosamente!” mi rivelò, la nonna, fissandomi negli occhi, prima di stritolarmi ancora nel suo abbraccio, io le sorrisi radiosa, poi avvicinandomi le sussurrai, qualcosa che riguardava il mio potere di Anodite, che ormai avevo imparato a controllare perfettamente, ma ogni volta che raggiungevo un livello superiore dovevo rivelarlo alla  nonna, tranquillamente mia nonna mi strinse forte e poi con dolcezza mi disse: “Perfetto Tesoro … Poi potremo testarlo!” in seguito si volto verso di Julie, allontanandosi da me, per dare due baci a Julie, la nipote acquisita migliore del mondo, “Che ora ho fame … Il cibo sembra avere un odore delizioso!”  ispirando il forte profumo, in effetti Julie era un eccezionale cuoca, controindicazione del essere diventata mamma e moglie perfetta, sotto questo aspetto non era più la Julie con cui ero cresciuta. “Bene tutti a tavola!” allora chiamò la mia pazza amica, la nonna si sedé, mio nonno venne con Ben, mentre discutevano ancora di vestiti da sposo, anche Ken e Davil entrarono in sala, correndo come pazzi, quasi ci travolsero, ma non ci badai, vedere mio figlio felice era l’unica cosa che per me contasse qualcosa.


   
 
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