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Autore: Halosydne    23/02/2010    2 recensioni
E se tutti si fossero innamorati della persona sbagliata?
E se fingere di amare non fosse un antidoto molto efficace al dolore?
E se mentire a se stessi fosse facile, troppo facile... così facile da essere impossibile?
Il mio primo tentativo in questo fandom :D
I do really like comments ;)
Era tutto sparito, tutto, per qualche breve secondo in cui non era il dottor Karev, ma semplicemente Alex, in cui non era uno specializzando in chirurgia ma semplicemente un uomo innamorato, in cui non era più solo, al buio, con tutte le sue illusioni e i suoi sogni, che frantumandosi e cadendo in pezzi affilati lo ferivano come fiamme sulla pelle, come vetro.
Pochi battiti di cuore in cui
Dolore non c'era più, c'era solo Amore. Straordinario quanto fosse sottile la linea che li distingueva... sottile, invisibile. Una linea piena di fuoco, e profumata di pesca e cannella. Ma oltrepassarla non gli era più possibile. Apparteneva a Dolore, ora.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alex Karev, Izzie Stevens
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Black holes and revelations •

 

 

 

Callie Torres non sapeva se essere divertita o innervosita.
Ad essere precisi, fino a una mezz'oretta prima, era abbastanza divertita. Però, dopo due ore passate a cercare quell'idiota di Alex Karev per tutto l'ospedale -come se non avesse capito che lui appena la vedeva correva a nascondersi nel primo sgabuzzino libero, o meglio ancora in qualche bagno per gli uomini-, dalla modalità allegra era passata alla modalità infastidita. Che cavolo, lo scherzo è bello quando dura poco.
Prese un profondo respiro e bussò alla porta dello sgabuzzino del terzo piano.
«Alex» chiamò.
Nessuna risposta.
«Alex, ho praticato tre anni di boxe quando ero alle superiori. Non costringermi a scardinare la porta.»
La porta si aprì, e Callie entrò, combattendo la sua fobia degli spazi troppo chiusi e bui e l'odore poco gradevole dei vari prodotti chimici sugli scaffali.
«Lo avresti fatto davvero?» chiese Alex, sorridendo divertito.
«Beh» Callie si guardò le unghie con aria fintamente modesta «Non sarebbe stata la prima volta.»
Lo guardò negli occhi. Lui era serio, ora.
«Senti, Callie... riguardo a ciò che è successo questa notte...» evitava il suo sguardo. Un tempo, rompere con una ragazza dopo una notte insieme era una specie di hobby, per lui. Gli veniva naturale, e non si sentiva neanche tanto in colpa. Però quello era prima. Solo in quel momento capì quanto era cambiato. Era un Alex diverso, ora. Era ancora il Nuovo Alex? Pensava di averlo lasciato giù in cortile, dopo la discussione con Izzie. Ma a quanto pareva, scrollarselo di dosso era più difficile del previsto. Non sapeva ancora se questo fosse un bene. «Io...» continuò «io penso che sia stato uno sbaglio... avevamo bevuto e...»
«Alex.» Si era aspettato di vederla triste, delusa, e invece... sembrava quasi divertita. Cosa stava succedendo al mondo? I ruoli si stavano scambiando? Presto anche Sloan avrebbe fatto voto di castità, e Christina avrebbe preso a regalare caramelle ai pazienti? «Se stamattina non ti fossi affrettato a svignartela come un ladro, avresti fatto in tempo a notare tutta una serie di dettagli che ti avrebbero tranquillizzato, e non poco» lei continuava a sorridere, come se stesse ridacchiando di una qualche barzelletta che le era appena passata per la mente.
«Ad esempio?» fece lui, non sapendo cosa pensare.
«Ad esempio il fatto che indossavi ancora mutande e canottiera, e anche io. Ad esempio il fatto che i tuoi vestiti erano perfettamente piegati su una sedia, e le scarpe stavano ordinatamente sotto la sedia.»
La faccia stranita di Alex dovette risultare buffissima alla giovane dottoressa, perchè ridacchiò di cuore mentre lui si esibiva nella sua miglior espressione da ebete.
«Quindi non è successo niente?» chiese.
«Niente... solo un bacio, ma eravamo praticamente ubriachi. E, tra parentesi, non mi è nemmeno piaciuto.» scherzò lei, facendo l'occhiolino.
«Ma che divertente, dottoressa Torres. Potrebbe darsi al cabaret» ribattè lui, fingendosi piccato, ma sentendosi davvero molto, molto sollevato. «Perciò, niente sesso?»
«Niente sesso.» sorrise «Eri semplicemente troppo brillo per guidare, e così ho preferito farti dormire da me. A proposito, russi. E pure parecchio. Ti ho dovuto dare più di una spinta, stanotte.»
«Hai visto che avevo ragione quando dicevo che eri una pugile?»

 

 

«Izz. Izzie. Izzie!» George era ben deciso a riportare la sua amica sul pianeta terra, dove stava per rovesciare un cappuccino addosso al suo migliore amico.
«Mh?» rispose la ragazza, come risvegliandosi da una profonda meditazione. Erano giorni che stava così. Stralunata. Sempre persa tra i suoi pensieri. E a lui non piaceva vederla così. Era troppo distante dalla Izzie Stevens che conosceva, da giorni, oramai. Precisamente, dallo stesso giorno in cui anche Karev aveva iniziato a comportarsi in modo strano. Ora, George non era un idiota. Era ingenuo, impacciato, imbranato, timido, ok. Ma non idiota. Due più due aveva fatto sempre quattro, dalle sue parti.
Prese Izzie per mano e iniziò a trascinarla verso lo sgabuzzino più vicino. Doveva parlarle. Non sopportava più di vederla così.
«George? Che c'è?» In realtà, sapeva perfettamente che cosa c'era. E sapeva altrettanto bene che non avrebbe potuto nasconderlo a George. Non a lui, al suo migliore amico, che sapeva leggerle ogni singolo pensiero sul viso. Si lasciò trasportare, indolente. Fino a che l'amico non si bloccò di colpo.
George era a due metri dalla porta dello sgabuzzino, dal quale stavano uscendo Alex e Callie, che ridevano e scherzavano, vicini.
Izzie notò il cambiamento nella stretta di George e si voltò. Callie e Alex? L'enorme buco nero che da giorni ingoiava ogni pensiero che lo riguardasse cominciò ad eruttare ricordi, immagini, suoni, odori... L'insofferenza dei primi mesi, che quel piccolo arrogante sapeva suscitare anche troppo bene. La rabbia e la frustrazione di quella volta in cui lui aveva tappezzato lo spogliatoio delle sue foto per la campagna pubblicitaria. Le settimane in cui lo aveva degnato solo di sguardi di disprezzo. E poi, quella volta. La prima in cui lo aveva sentito parlare di sè a quel ragazzo* e aveva capito che dietro la maschera di bulletto cinico e freddo c'era molto altro. E poi, le mattine passate a chiacchierare e ridere, allegri, come amici. Come Alex e Callie in quel preciso momento. E Izzie si riscoprì a desiderare di essere al posto di Callie. Cosa? si chiese. E' davvero questo che voglio?
«Voi... tu... lei... lui? ... Eh?» George sembrava incapace di formulare un pensiero coerente.
«Che avete da guardare, voi due?» fece Callie, fissandoli con sufficienza.
«Niente. Assolutamente niente» rispose Izzie, senza lasciar trapelare alcuna emozione. Certo, faceva dannatamente male. Ma era sempre meglio del dolore sordo e costante che provava da troppo tempo. Stava iniziando a reagire? Era davvero questo che voleva?
«Perfetto. Vi pregherei di tornare tutti dalla vostra responsabile. La Bailey vi starà cercando» continuò la Torres, tentando di sembrare sicura di sè, ma sentendosi in realtà piuttosto in colpa nei confronti di George. «Ci vediamo in giro» salutò. «Ciao, Alex»
Alex alzò i pugni, come si fa nei saluti degli incontri di boxe «Arrivederci, dottoressa Torres» le sorrise. Era stato bello parlare con lei.
E Izzie, guardando l'occhiata complice che intercorse tra i due, capì che questo era davvero ciò che voleva.

 

 

 

Questi aggiornamenti lampo continuano a stupirmi. Approfittatene finchè potete xD
E recensitemi
*___*

 

xxx

RoS :]

*Puntata 2x02, "Quando è troppo è troppo"

   
 
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