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Autore: Evilcassy    24/02/2010    2 recensioni
I versi di un canzone storica, i cui si intrecciano i mille volti e le mille storie della notte, fanno da cornice ad alcuni momenti vissuti dopo il calar del sole. ***** 10-EPILOGO: Un giorno importante: Il traguardo di una coppia. Ma anche una tregua, una notizia inaspettata e devastante, una telefonata. E un RITORNO.
Genere: Generale, Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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CERTE NOTTI

 

 

7 – Certe Notti ti senti padrone di un posto che tanto di giorno non c’è.

 

 

Jin Kazama (For Ling Xiaoyu)

 

L’Abisso…

La sua folle caduta nell’oscurità era iniziata già da tempo.

L’apice della pazzia, il punto più lontano dalla realtà.

Che strano riacquistare lucidità proprio ora, precipitando nella voragine. Quell’abisso lo avrebbe condotto direttamente all’Inferno?

Non lo temeva. L’Inferno lo conosceva bene. Era dentro di sé.

 Lo vedeva ogni volta che si guardava allo specchio. Lo leggeva negli occhi delle persone che lo circondavano.

Lo aveva scatenato sulla terra.

Qualsiasi cosa lo attendesse alla fine di quella caduta, sarebbe stata la sua casa.

La casa di un diavolo.

Sperava nella morte, la cercava come unica compagna fidata, che poteva abbracciare senza timore di rovinarla.

 

L’amore di sua madre non aveva scalfito la maledizione di suo padre, ma anzi, ne era stata travolta, colpita. Distrutta.

Ma lei avrebbe detto che ne era valsa la pena.

Kazuya invece era corrotto sino al midollo. Già da allora. Altrimenti non avrebbe permesso alla sua stirpe maledetta di proseguire.

 

Jin invece aveva resistito, conscio che il male che si portava dentro non dovesse propagarsi ulteriormente.

Aveva rifiutato Nina, il sogno proibito di ogni adolescente.

Ma la cosa più dura era stato voltare le spalle a Xiaoyu.

Perché per quanto la sua stretta collaboratrice fosse bella e seducente, non poteva neppure lontanamente competere con il sorriso di Xiao.

Lei era splendente.

Una stella che brillava di luce propria. E lui le aveva impedito di irrorarlo di quella luce.

Perché sapeva che se ne fosse stato illuminato anche solo per un istante, non sarebbe riuscito più a farne a meno. Trascinando quell’astro sorridente nella più tetra e terribile oscurità.

Come già era successo a sua madre.

 

Ma anche la sua ferrea decisione aveva vacillato, una volta.

Frequentava ancora la scuola. Fuori diluviava, quando si era ritrovato nella stessa aula da solo con Xiao.

Lui che non sapeva cosa dire, appoggiato ad un banco, e lei che scarabocchiava alla lavagna, lamentandosi di questo o di quel professore.

Finché non si era spostata con una risata canzonatoria, per mostrargli la sua caricatura disegnata in stile manga sulla superficie scura.

Capelli sparati per aria e muso chilometrico.

Era riuscita a strappargli un sorriso.

E un bacio.

Per qualche istante, c’erano stati solo loro due e la pioggia che continuava a colpire i vetri della finestra.

Le guancie di Xiao erano color porpora quando si staccarono, e anche lui si sentiva avvampare.

Poi la realtà l’aveva schiaffeggiato con forza. “Devo andare” le aveva mormorato, prima di lasciare la stanza.

Il giorno dopo le aveva comunicato la sua decisione di partire, lasciando la scuola, Tokio e lei.

 

Nei mesi successivi era scappato. Da cosa? Principalmente dalla sua famiglia, dal sui passato. Da sé stesso. E si era allenato.

Ma si concedeva qualche sogno ad occhi aperti che spezzasse le ore di solitudine. Poteva solo quello: fantasticare non aveva mai ucciso nessuno, vero?

Sognava di ritrovare sua madre.

Sognava la scomparsa di suo nonno e suo padre.

Sognava di vivere in un mondo in cui Xiao potesse essere la sua ragazza. Con cui bazzicare per i parchi a tema, scambiarsi i regali di S.Valentino e di compleanno, nascondersi nelle aule vuote per pomiciare.

Immaginava a volte -quasi ridendo - di come avrebbero eluso la sorveglianza di Panda e del vecchio Wang per passare le serate insieme.

Alla fine aveva smesso.

Perché un sogno irrealizzabile era una maledizione peggiore di quella che gli scorreva nelle vene.

 

E poi si era ritrovato a capo della Mishima Zaibatsu. Aveva progettato e scatenato una guerra mondiale.

E al suo fianco, custode gelida e tenace del suo piano segreto, c’era stata Nina Williams.

Forse era stata la loro quotidiana vicinanza. Forse la solitudine. O, molto più semplicemente, l’abisso stava già ottenebrando i suoi sensi e alle donne l’eroe maledetto piace.

Qualsiasi cosa fosse stata, l’aveva portato a rotolarsi nel letto con Nina. E solo un briciolo di lucidità l’aveva fermato.

“Non posso” aveva sussurrato, scostandosi da quella donna.

Nina non aveva detto nulla. Solo annuito. Si era vestita con studiata lentezza e voltandogli le spalle aveva infine commentato: “Tanto meglio. Andare a letto con il capo è controproducente.”

“Grazie.”

 

Ora che precipitava nella notte, poteva concedersi un’ultima, sciocca fantasia?

Trovarsi di nuovo tra quelle coperte, ma abbracciato a Xiao.

Senza nessun motivo per tirarsi indietro.

 

Conoscendola, la speranza era stata più forte del dolore. Xiao avrebbe guardato l’orizzonte fiduciosa di vederlo tornare. Ma poi si sarebbe arresa, e sarebbe tornata ad una vita normale. Con un ragazzo normale.

 

La speranza è l’ultima a morire. Ma muore.

Per l’ennesima volta quegli ultimi mesi, gli occhi di Xiaoyu si inumidirono. Si girò dall’altra parte del letto, voltando le spalle a Panda che dormiva con lei. Tuffò il volto nel cuscino.

Aveva imparato a piangere silenziosamente.

 

 

HEILAAAAAAAAAAAAAAAAA c’è ancora qualcuno in questo FANDOM??? Che siete scappati tutti??? E dove????

Dunque: dovuti e sentitissimi ringraziamenti a Nefari, Angel e Miss Trent.

Rileggendo il cap di LArs e Alisa ho notato degli errori madornali e allucinanti.

Mi dispiace, avevo 38di febbre, cercate di capirmi!!!

Un bacioone!!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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