CERTE NOTTI
7 –
Certe Notti ti senti padrone di un posto
che tanto di giorno non c’è.
Jin Kazama
(For Ling Xiaoyu)
L’Abisso…
La sua folle caduta nell’oscurità era iniziata già da
tempo.
L’apice della pazzia, il punto più lontano dalla
realtà.
Che strano riacquistare lucidità proprio ora,
precipitando nella voragine. Quell’abisso lo avrebbe condotto direttamente all’Inferno?
Non lo temeva. L’Inferno lo conosceva bene. Era dentro
di sé.
Lo vedeva ogni
volta che si guardava allo specchio. Lo leggeva negli occhi delle persone che
lo circondavano.
Lo
aveva scatenato sulla terra.
Qualsiasi cosa lo attendesse alla fine di quella
caduta, sarebbe stata la sua casa.
La
casa di un diavolo.
Sperava nella morte, la cercava come unica compagna
fidata, che poteva abbracciare senza timore di rovinarla.
L’amore
di sua madre non aveva scalfito la maledizione di suo padre, ma anzi, ne era
stata travolta, colpita. Distrutta.
Ma
lei avrebbe detto che ne era valsa la pena.
Kazuya invece era corrotto sino al midollo. Già da allora. Altrimenti
non avrebbe permesso alla sua stirpe maledetta di proseguire.
Jin invece aveva resistito, conscio che il male che si
portava dentro non dovesse propagarsi ulteriormente.
Aveva rifiutato Nina, il sogno proibito di ogni
adolescente.
Ma la cosa più dura era stato voltare le spalle a Xiaoyu.
Perché per quanto la sua stretta collaboratrice fosse
bella e seducente, non poteva neppure lontanamente competere con il sorriso di Xiao.
Lei era splendente.
Una stella che brillava di luce propria. E lui le
aveva impedito di irrorarlo di quella luce.
Perché sapeva che se ne fosse stato illuminato anche
solo per un istante, non sarebbe riuscito più a farne a meno. Trascinando quell’astro
sorridente nella più tetra e terribile oscurità.
Come
già era successo a sua madre.
Ma anche la sua ferrea decisione aveva vacillato, una
volta.
Frequentava ancora la scuola. Fuori diluviava, quando
si era ritrovato nella stessa aula da solo con Xiao.
Lui che non sapeva cosa dire, appoggiato ad un banco,
e lei che scarabocchiava alla lavagna, lamentandosi di questo o di quel
professore.
Finché non si era spostata con una risata canzonatoria,
per mostrargli la sua caricatura disegnata in stile manga sulla superficie
scura.
Capelli sparati per aria e muso chilometrico.
Era riuscita a strappargli un sorriso.
E un bacio.
Per qualche istante, c’erano stati solo loro due e la
pioggia che continuava a colpire i vetri della finestra.
Le guancie di Xiao erano
color porpora quando si staccarono, e anche lui si sentiva avvampare.
Poi la realtà l’aveva schiaffeggiato con forza. “Devo
andare” le aveva mormorato, prima di lasciare la stanza.
Il giorno dopo le aveva comunicato la sua decisione di
partire, lasciando la scuola, Tokio e lei.
Nei mesi successivi era scappato. Da cosa?
Principalmente dalla sua famiglia, dal sui passato. Da sé stesso. E si era
allenato.
Ma si concedeva qualche sogno ad occhi aperti che
spezzasse le ore di solitudine. Poteva solo quello: fantasticare non aveva mai
ucciso nessuno, vero?
Sognava di ritrovare sua madre.
Sognava la scomparsa di suo nonno e suo padre.
Sognava di vivere in un mondo in cui Xiao potesse essere la sua ragazza. Con cui bazzicare per i
parchi a tema, scambiarsi i regali di S.Valentino e
di compleanno, nascondersi nelle aule vuote per pomiciare.
Immaginava a volte -quasi ridendo - di come avrebbero eluso la sorveglianza di Panda e
del vecchio Wang per passare le serate insieme.
Alla fine aveva smesso.
Perché un sogno irrealizzabile era una maledizione
peggiore di quella che gli scorreva nelle vene.
E poi si era ritrovato a capo della Mishima Zaibatsu. Aveva
progettato e scatenato una guerra mondiale.
E al suo fianco, custode gelida e tenace del suo piano
segreto, c’era stata Nina Williams.
Forse era stata la loro quotidiana vicinanza. Forse la
solitudine. O, molto più semplicemente, l’abisso stava già ottenebrando i suoi
sensi e alle donne l’eroe maledetto piace.
Qualsiasi cosa fosse stata, l’aveva portato a
rotolarsi nel letto con Nina. E solo un briciolo di lucidità l’aveva fermato.
“Non posso” aveva sussurrato, scostandosi da quella
donna.
Nina non aveva detto nulla. Solo annuito. Si era vestita
con studiata lentezza e voltandogli le spalle aveva infine commentato: “Tanto
meglio. Andare a letto con il capo è controproducente.”
“Grazie.”
Ora che precipitava nella notte, poteva concedersi un’ultima,
sciocca fantasia?
Trovarsi
di nuovo tra quelle coperte, ma abbracciato a Xiao.
Senza
nessun motivo per tirarsi indietro.
Conoscendola, la speranza era stata più forte del
dolore. Xiao avrebbe guardato l’orizzonte fiduciosa
di vederlo tornare. Ma poi si sarebbe arresa, e sarebbe tornata ad una vita
normale. Con un ragazzo normale.
La
speranza è l’ultima a morire. Ma muore.
Per l’ennesima volta
quegli ultimi mesi, gli occhi di Xiaoyu si
inumidirono. Si girò dall’altra parte del letto, voltando le spalle a Panda che
dormiva con lei. Tuffò il volto nel cuscino.
Aveva imparato a
piangere silenziosamente.
HEILAAAAAAAAAAAAAAAAA c’è ancora qualcuno in questo
FANDOM??? Che siete scappati tutti??? E dove????
Dunque: dovuti e sentitissimi
ringraziamenti a Nefari, Angel e Miss Trent.
Rileggendo il cap di LArs e Alisa ho notato degli
errori madornali e allucinanti.
Mi dispiace, avevo 38di febbre, cercate di capirmi!!!
Un bacioone!!!!