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Autore: nina and his smile    24/02/2010    3 recensioni
Pansy non vede l'ora di conoscere la famiglia di Draco, ma il ragazzo è moooolto preoccupato per quello che la sua fidanzata potrebbe vedere nella villa di famiglia... Tra zii improbabili, padri mafiosi e ritorni inaspettati, le follie di casa Malfoy!
-Grazie, nonno- rispose Draco, incerto sul da farsi.
-Nonno?- chiese Pansy. -Lei è Abraxas Malfoy?-
-In persona, ragazzina!- rispose cordialmente il vecchietto. -Sei anche tu una mia fan? So che le signore dell'acqua-gym stravedono per me!-
-No, mi dispiace... ma potrei giurare di aver sentite Draco- disse, voltandosi verso il ragazzo con aria accusatrice, -parlare della sua morte per vaiolo di drago!-
-Oh, ehm- balbettò Draco, imbarazzato. -Mi stavo ingraziando Lumacorno... è stata solo una piccola bugia!-
-Te la do io la piccola bugia!- esclamò Abraxas infuriato, e cominciò a picchiare il nipote con il bastone da passeggio.
Genere: Demenziale, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Mangiamorte, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Pansy
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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PS1 D'accordo, in genere non si abbassava a usare proverbi babbani; ma quella volta non c'era niente di meglio per descrivere la situazione. Nulla si addiceva alla sua famiglia come "parenti serpenti". E non solo perchè da generazioni appartenevano alla casa di Serpeverde...

Draco non riusciva a capire il desiderio di Pansy di conoscere i suoi genitori. Sapeva anche lui che prima o poi avrebbe dovuto fare le presentazioni, ma avrebbe desiderato rimandare il momento il più a lungo possibile... purtroppo Pansy l'aveva messo con le spalle al muro producendosi in un lacrimoso "Ti vergogni di me, piccolo?", e per lui non c'era stato più niente da fare. Inutile sperare che Narcissa non accogliesse con entusiasmo l'idea; e così Draco era rimasto incastrato.Ovviamente Draco non aveva nessun problema con Pansy o, come le fece notare, non sarebbe stata la sua fidanzata. Ciò che lo spaventava più di un esercito di dissennatori era quello che la ragazza avrebbe potuto pensare dopo aver incontrato gli stravaganti membri della sua famiglia; perchè, Draco ne era certo, si sarebbero presentati tutti quanti.
Così quel maledetto sabato sera, tirati a lucido nei loro abiti migliori, Draco e Pansy si presentarono a Villa Malfoy. Domandandosi come diavolo si fosse ficcato in quella situazione, Draco si sistemò il nodo della cravatta; poi, presa sottobraccio un'eccitatissima Pansy, picchiò tre volte la porta con il grosso battente a forma di serpente.
Purtroppo la sua speranza che tutti gli abitanti della Villa fossero evaporati si rivelò vana. Naricissa venne ad aprire con un largo sorriso stampato in faccia, agghindata in uno dei suoi migliori vestiti.
-Ooooooh- sospirò eccitata, -buonasera ragazzi! Venite, venite, accomodatevi...-
Draco entrò nel vasto ingresso attento ad ogni reazione di Pansy o della madre. Narcissa fece qualche passo indietro per osservarli meglio.
-Ma che belli che siete...- cinguettò portandosi le mani al cuore, poi rivolse a Draco uno sguardo eloquente.
-Oh, sì, ehm- balbettò lui. -Madre, lei è Pansy, Pansy Parkinson... e lei è mia madre, Narcissa Malfoy-
-Piacere, mia cara- disse Narcissa; Draco desiderò che la madre si togliesse quello stupido sorriso, così avrebbe finalmente potuto capire che cosa stava pensando davvero.
-Il piacere è tutto mio, signora Malfoy- rispose cordialmente Pansy e, come le aveva insegnato Draco, fece un piccolo inchino. Narcissa parve apprezzare, e Draco trasse un sospiro di sollievo: aveva passato l'ulitma settimana a spiegare a Pansy tutte le regole del galateo da rispettare al cospetto dei suoi genitori, che erano sempre stati molto severi su questo aspetto.
-Ah, eccoli qui- disse una voce autoritaria e, con grande sconforto di Draco, sua zia Bellatrix comparve dall'oscurità dietro a Narcissa. -E così questa sarebbe la tua "fidanzata"?- chiese con i suoi soliti modi scortesi, quasi fingendo che Pansy non fosse presente.
-Sì- rispose Draco, tentando di mantenere un tono fiero. -Questa è Pansy Parkinson; Pansy, mia zia Bellatrix Lestrange-
Bellatrix squadrò la ragazza da capo a piedi, storcendo il naso. Poi, rivolgendosi a Narcissa, disse: -Ha le gambe storte-.
Draco inorridì. Al suo fianco sentì Pansy trattenere il fiato ma, per fortuna, non ribattè.
-A me le sue gambe piacciono- replicò invece Draco tentando di dire qualcosa di intelligente; purtroppo però si accorse di aver detto una frase che poteva essere male interpretata. Per sua immensa sfortuna, a Villa Malfoy, se una frase poteva essere interpretata male, questo accadeva novantanove volte su cento. Infatti, inopportunamente puntuale come l'espresso di Hogwarts quando sei in ritardo, una voce alle loro spalle chiese: -Da quando dici cose così volgari davanti a tua madre?-
Mentre Draco si guardava intorno alla disperata ricerca di un modo veloce per fare un buco e seppellirsi, Rodolphus Lestrange consegnò il mantello da viaggio a un Elfo Domestico e si avvicinò alla moglie ridendo del nipote.
-Il piccolo Draco comincia a darsi da fare... Vedo che segui le orme di tuo padre. Buonasera, mia cara-.
-Buonasera un corno!- esclamò Bellatrix, inferocita. -Non dovevi essere qui per le sette?-
-Ma sono le sette e un minuto...- tentò di scusarsi Rodolphus, perdendo l'espressione superba e facendosi piccolo piccolo sotto lo sguardo assassino della moglie.
-Ti avrò detto un miliardo di volte che non sopporto i ritardi!- esclamò Bellatrix e, estratta la bacchetta, prese a cruciare il marito.
-Sì, beh, forse è meglio se ci spostiamo nella sala da pranzo...- intervenne imbarazzata Narcissa, e Draco si affrettò a strattonare Pansy lontano dal povero Rodolphus, occupato a contorcersi a terra.
-Pansy, Rodolphus Lestrange- mormorò sconsolato Draco. Pansy era francamente sconcertata, ma rivolse comunque al ragazzo uno sguardo incoraggiante.
-Poteva andar peggio- gli sussurrò in modo che Narcissa non sentisse.
Draco scosse la testa, poi guardò un punto oltre le spalle di Pansy e rantolò: -Sta per andare peggio...-
-Aspettate un momento, ci sono anch'io!-
Da una delle scalinate di marmo stava scendendo niente meno che Lord Voldemort in persona, tanto velocemente quanto glielo consentivano i tacchi a spillo rosso fuoco.
-Oh, eccoti, Voldy- lo salutò Narcissa come se niente fosse.
Quando finalmente li ebbe raggiunti, Voldemort si accorse della presenza di Pansy e tirò un urletto.
-Ah, Draco, ma allora è lei la tua famosa Pansy! Piacere di conoscerti, tesoro- disse aggiustandosi sulle spalle un boa di piume rosa, e diede alla terrorizzata ragazza due baci sulle guance.
-Ehm, hai messo di nuovo quelle scarpe, eh?- osservò Draco. -Credevo di averti già spiegato che sono da donna...-
-Dai, Drakie, non rovinarmi il mio nuovo hobby- lo rimproverò Voldemort. -Moda babbana, sai- aggiunse, rivolgendosi a Pansy con un occhiolino.
-Oh. E'... interessante- disse Pansy, radunando tutte le sue forze per fingersi entusiasta e non scandalizzata.
-Forza, ora tutti in sala da pranzo!- esclamò Narcissa, mentre Bellatrix e uno zoppicante Rodolphus li raggiungevano.
-Mi dispiace, mi dispiace!- sibilò Draco in direzione di Pansy.
La ragazza scosse il capo. -No, ehm... wow. Eh, va bene, davvero.-
-Preparati, ora c'è mio padre. Sai che è l'osso più duro...-
-Non ti preoccupare, ce la possiamo fare- lo rassicurò Pansy stringendogli velocemente una mano.
La lunga tavola era già apparecchiata, ma gli invitati sedevano sui divanetti intorno al camino. Esattamente davanti al focolare si stagliava l'ombra dello schienale di una poltrona. Quando Draco e Pansy si furono avvicinati, la poltrona ruotò lentamente svelando Lucius Malfoy che, seduto con il bastone da parte, accarezzava un gatto con aria compiaciuta.
-Salve padre- disse Draco, tentando di riacquistare un po' di coraggio.
-Salve, Draco, figghiu mio- disse Lucius con accento siciliano. -Tua madre mi disse che avresti portato una persona con te. Una fimmina.-
-Ehm, sì... lei è Pansy- ripetè per l'ennesima volta Draco, appuntandosi mentalmente di non regalare più videocassette babbane a suo padre. -Pansy Parkinson. La mia fidanz...-
-Pansy Parkinson, eh?- chiese Lucius. Poi, con un gesto della bacchetta tanto improvviso da far sobbalzare tutti i presenti, evocò uno spesso librone che prese a consultare voltando violentemente le pagine.
-Allora, allora, Parkinson... Crouch, Lestrange, Maloy, Paciock... Parkinson! Sì, allora... scusa Cissy, mi tieni questo?-
Con l'aiuto della moglie, Lucius srotolò una lunga pagina pieghevole raffigurante un vasto albero genealogico, che si mise a consultare seguendo le linee con il dito. Dopo attimi di silenzio, esclamò finalmente:- AH-AH!-, facendo di nuovo sobbalzare tutti quanti.
-Pansy Parkinson! E vorresti farmi credere di essere una purosangue, eh? Il marito della figlia del cugino dello zio della moglie del fratello della seconda moglie del panettiere della portinaia del giardiniere del prozio acquisito del nipote del custode dello zio da parte di mamma del pronipote del bisnonno di tua madre E' UN BABBANO!!!-
Pansy spalancò la bocca in un flebile -Ah-.
Draco prese seriamente in considerazione l'idea di prendere la rincorsa e gettarsi nel fuoco; fortunatamente in quel momento l'Elfo Domestico annunciò che la cena era pronta, e quella spiacevole conversazione fu terminata.
  
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