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Autore: speranza19    25/02/2010    3 recensioni
Shot su Esme e Carlisle scritta per l'iniziativa 2010: a year together del Collection of Starlight. "Mentre mi spiegava, la voce di Carlisle assunse un tono dolce, musicale. Aveva tanti secoli di vita alle spalle, tanta esperienza, tanta cultura, tanta compassione nel cuore... mi sentii piccola e lontana al suo confronto, come quelle stelle ai miei occhi. "
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Carlisle Cullen, Esme Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Twilight Couples'
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Look at the bitter stars, look how they shine for you

Uno dei pochi ricordi vividi della mia vita umana era la folle paura del buio che avevo.

Adesso, nel mio nuovo corpo, con la mia nuova mente e i miei nuovi bisogni, l’oscurità non mi incuteva più timore; anzi, era diventata mia amica.

Mi permetteva di muovermi tranquillamente senza aver angoscia che, alla luce del sole, si spargessero piccoli diamanti dalla mia pelle, dura e liscia come pietra.

Carlisle, colui che mi aveva trasformato, mi diceva sempre: Se non ci fosse il buio, non potremmo vedere le stelle.

Lui amava le stelle. Le considerava una adorabile e soffice trapunta che avvolgeva la Terra e scrutarle gli procurava grande piacere.

Tante volte, la notte, si sistemava nel giardino della casa isolata dove noi due ed Edward vivevamo e guardava in perfetta solitudine la volta celeste, rapito da ogni piccolo frammento luminoso disperso in quella immensità.

Una sera mi avvicinai e mi sdraiai accanto a lui sull’erba. Ero curiosa di sapere cosa i suoi occhi coloro oro stessero fissando con così tanta intensità.

Lo vedi quell’insieme di stelle? Lì, sulla destra, che sembra quasi una clessidra?  mi indicò con l’indice affusolato.

gli risposi sottovoce.

Quella è la costellazione di Orione. E’ una delle più importanti del cielo. Ora, noti al suo centro tre stelle molto luminose? chiese.

All'improvviso, vidi distintamente tre punti luccicanti come gemme. Annuii con la testa.

Non mi ero mai accorta di quanto fossero meravigliosi quei frantumi splendenti. Ero stata troppo assorta nei miei tanti, gravi problemi quando ero un essere umano per poter osservare placidamente il firmamento.

Come mai la costellazione prende il nome di Orione? – domandai curiosa.

Orione è un personaggio della mitologia greca ed  era un gigante. Corteggiò la donna sbagliata e il padre di quest’ultima lo fece accecare. Il pover’uomo venne poi condotto fin dove sorgeva il sole, ad est; qui, la dea dell’aurora, Eos, gli restituì la vista e i due si sposarono. Orione era un cacciatore molto esperto e Artemide, una divinità con cui spesso cacciava, si innamorò di lui, ma senza ottenere niente. Orione era troppo riconoscente a Eos per avergli donato la vista per poterla tradire.

Il nostro però commise un errore: si invaghì delle Pleiadi, le compagne vergini di Artemide. Artemide si infuriò e, per vendicare l’affronto, lo fece uccidere da uno scorpione.

Zeus, il padre degli dei, impietosito e arrabbiato, fece ascendere al cielo Orione. Se noti, nella volta celeste, lo Scorpione sorge  quando Orione tramonta, perché l’animale non possa più far del male a Orione.

Mentre mi spiegava, la voce di Carlisle assunse un tono dolce, musicale.

Aveva tanti secoli di vita alle spalle, tanta esperienza, tanta cultura, tanta compassione nel cuore… mi sentii piccola e lontana al suo confronto, come quelle stelle ai miei occhi.

Carlisle rappresentava la perfezione, qualcosa di estremamente difficile da poter compiacere. Non avevo possibilità.

Mi ero innamorata di lui, da quando mi aveva salvata e fatta diventare vampira, regalandomi un’altra occasione di vita. Ma ero cosciente che tra noi c’era un divario troppo grande per poter essere colmato.

L’eternità non sarebbe bastata per dimenticarlo.

Che storia crudele sospirai mettendomi una mano sul cuore, muto da mesi ormai. Il lieto fine non era una prerogativa comune nemmeno tra le stelle, notai amaramente tra me e me.

Quei due punti scintillanti sopra Orione cosa sono? – interrogai Carlisle.

Quelli sono i Gemelli. O meglio, i Dioscuri. Anche la loro storia non è allegrami avvisò con tatto. 

La felicità non era qualcosa di raggiungibile, me ne stavo convincendo sempre di più.

Raccontami pure dissi ammirando il suo profilo, sconvolgente nella sua bellezza eterea.

I Dioscuri erano figli di Zeus ed erano abili combattenti. Si chiamavano Castore e Polluce. Rapirono due ragazze, promesse spose ad altri e, nella lotta che ne seguì, il primo venne ucciso. Polluce, distrutto, chiese al padre di poter seguire il suo stesso destino, perché senza il gemello non poteva vivere. Zeus, commosso, decise di farli stare assieme per sempre nel cielo – raccontò con semplicità e solennità allo stesso tempo.

Alla fine la loro storia non è poi così triste, Carlisle dichiarai convinta.

Davvero Esme? – sussurrò. Nel frattempo, si girò verso di me e mi guardò dritto negli occhi rossi da neonata che avevo.

Certo. Nessuno è riuscito a separare i due gemelli, nemmeno la morte. E’ bello pensare che nemmeno qualcosa di così grande e cupo possa spezzare i legami che creiamo in vita o anche dopo di essa, nel nostro caso – mormorai.

Poi, volsi lo sguardo verso il cielo, verso quella immensa coperta blu scuro e, nonostante tutta l’amarezza provata poco prima, sentii un accenno di speranza riemergere in me e nell’anima che non avevo perduto.

_______________________________

Angolo dell'autrice

Prima shot su Carlisle ed Esme *_*, una delle coppie più pucciose della Saga imo. 

Ultimamente, mi vengono solo storielle tristi su amori non corrisposti (anche se poi i due piccioncini si metteranno assieme eheh), e vabbè -.-

La storia partecipa all'iniziativa "2010: a year togheter", indetto dal Fanfiction Contest ~ { Collection of Starlight since 01.06.08 } ed è basata sul prompt 335 - Una trapunta di stelle. 

Il titolo è una citazione della meravigliosa Yellow dei Coldplay, con l'aggiunta di un bitter nella prima parte della frase, perchè mi piaceva l'idea delle stelle amare ^^

La dedico a mia cugina, Annalisa, che ha letto questa shot nella sua prima versione *una schifezza, non è che adesso vada meglio, anyway -.-''* <3

 

  
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