Eheh
(non fucilatemi per
quello che ho scritto!!!!! XD)
Capitolo
decimo
Che significava, tutto
questo? Insomma, era un periodo decisamente “no”,
dove se stavo male per
qualcuno dovevo per forza parlarne con qualcun altro e… in
questo caso quel
“qualcun altro” era Kyle. Adesso i ruoli si erano
un po’ invertiti, insomma.
Però, in tutto questo tempo, ho cercato qualcuno che mi
stesse vicino, prima
Jonathan, adesso invece c’è anche Kyle e a volte
anche Sharon… ma alla fine
nessuno di questi tre viene da me per dei consigli, o per essere
appoggiato.
Alla fine sembra che nessuno dei tre abbia bisogno di me. E io mi sento
sola.
Almeno se Kyle mi avesse dato
qualche dimostrazione, forse lì sarei stata un po’
più felice. Il punto era:
cosa doveva fare? Non mi bastava che si aprisse con me, no, io volevo
qualcosa
di più, ma non sapevo cosa. Mi ripetevo in continuazione che
era solo un amico.
Un amico speciale.
Quel giorno a scuola Kyle non
si presentò, e mi preoccupai senza una valida ragione.
Poteva aver avuto
qualsiasi cosa, un semplice raffreddore o non aveva semplicemente
voglia di
venire a scuola… però era sempre una scusa per
sentirlo.
Fortunatamente stava bene, aveva
solo avuto una visita, ma era un’altra prova, quella, che
nonostante il poco
tempo che ci conoscevamo, mi ero legata a lui talmente tanto che non
riuscivo
più a staccarmi dalla mente il suo pensiero, mentre a lui
sembravo totalmente
indifferente, e ciò mi faceva male. Una parte dei sentimenti
che provavo per
lui, evidentemente, mi erano ancora ignoti. Stavo lì in
bilico, tra l’amicizia
e un sentimento più grande.
Il campanello di casa
suonò.
Sperai con tutto il mio cuore che fosse uno dei due, ma tanto era (di
nuovo)
mercoledì pomeriggio, chi poteva essere?
Aprii io la porta, siccome
ero da sola in casa, e appena lo vidi lì con la chitarra
sotto braccio gli
saltai addosso.
– Allora…?
Come stai? – mi
preoccupavo per lui molto di più di quanto non si
preoccupasse lui per sé
stesso.
– Tutto bene, dolcezza.
E mi scompigliò i
capelli,
rimandandomi al ricordo di Kyle una settimana prima che aveva fatto la
stessa
cosa, ma i due lo facevano in modo completamente diverso.
Andammo in camera mia,
iniziando a provare, ed era uno di quei momenti, il
mercoledì pomeriggio, che
con Jonathan mi godevo pienamente. Anche se lui era ancora un
po’ diverso, non
ancora del tutto “guarito”. Lo guardai nei suoi
occhi quasi da bambino, perché
in fondo sì, lui era ancora un bambino.
– Sicuro che adesso vada
tutto bene?
Lui sorrise al suono della
mia voce, poi andò a cercare il testo di una canzone che
voleva farmi provare,
senza rispondermi.
– Okay…
– sussurrai, ma
sicura che lui avesse sentito. Tornò davanti a me,
squadrandomi, gli vidi in
viso uno strano sorriso, poi, come se non riuscisse a sostenere il mio
sguardo,
fissò altrove.
– Non sai,
quant’è difficile
trattenermi in questo momento.
In che senso? Cosa voleva
dirmi? Voleva dirmi tutto?
– E allora? Apriti con
me,
no? Sono qui apposta, in fondo…
Lui sghignazzò, dicendo,
infine:
– Davvero lo vuoi?
– Sì!
Peccato che intendevamo sue
cose diverse. Era tutto un equivoco, io avevo capito che doveva dirmi
qualcosa,
ma le sue intenzioni erano altre. Non era ciò che mi voleva
dire, ma ciò che
voleva fare.
Si avvicinò, lentamente,
prendendomi, tenendomi le braccia, quasi non mi volesse far scappare,
il cuore
che sobbalzava, che voleva fare, che voleva fare, che cosa diamine
stava
facendo?!
Le nostre bocche si
sfiorarono, si toccarono, si unirono. O meglio, la sua si
unì alla mia. Io,
sconvolta, non riuscivo a realizzare cosa stesse succedendo.
In mezzo secondo capii tutto
ciò che c’era da capire: io per Jonathan ero solo
un ripiego, per di più ero
più piccola di dieci anni, ragione in più per
pensare che mi stesse solo usando
per divertimento, ciò che mi stava profondamente deludendo,
e la cosa che
finalmente capii maggiormente, che volevo capire da un bel
po’, era che mi
rendevo conto che in realtà Jonathan mi piaceva, e molto.
Non importava se ero
un ripiego, quel bacio che mi stava regalando, non me
l’avrebbe probabilmente
dato mai più. Tuttavia, una parte di me desiderò
che ci fosse Kyle al suo
posto. Ciò andava completamente contro tutto il resto dei
miei pensieri, per me
Kyle era solo un grande amico, ma poteva una grande amicizia nascere in
così
poco tempo? No, ecco qual era il problema. Un’amicizia si
costruisce passo per
passo, non tutta in una volta. Allora cos’era,
cos’era…? La verità era che in
quel momento ero combattuta fra due ragazzi, uno di
un’età spropositata in
confronto alla mia, l’altro di cui non sapevo nulla, solo che
adoravo quando
sorrideva e mi abbracciava, e quando mi perdevo nei suoi splendidi
occhi blu.
Lui si staccò, il mio
cuore
che pompava a più non posso. Il mio primo bacio lo avevo
buttato per soddisfare
un capriccio del mio migliore amico ventiquattrenne.
– Scusami, scusami,
scusami
per favore…
Immediatamente mi
abbracciò,
stringendomi forte, ma non c’era lo stesso calore che sentivo
tra le braccia di
Kyle. Questa cosa faceva differenza. Io ovviamente ero senza parole.
– Oddio, ti prego Jen
scusami
non volevo… è che io in fondo ti considero una
della mia stessa età…
Mi staccai da lui,
leggermente afflitta:
– Non importa…
non farmi
certe cose se ti servo solo come ripiego…
La verità era che aveva
solo
bisogno di un bacio… che cosa inverosimile…
–
Già… scusa, non farti delle
illusioni inutili, lo dico per il tuo bene.
E mi accarezzò il viso,
sussurrandomi continuamente che mi voleva bene. Il casino
però ormai l’aveva
combinato, e io dovevo subirne le conseguenze: come facevo a non farmi
delle
illusioni? Era più forte di me.
Volevo farlo andar via, ma ci
pensò prima lui a togliersi di torno. Gli promisi che non
avrei detto nulla
alla mamma, e che dovevamo dimenticare questa faccenda. Era il ragazzo
più
immaturo che avessi mai conosciuto, e mi aveva creato in testa una gran
confusione.
Poco dopo suonò il
telefono,
non potevo credere ai miei occhi: era la prima volta che Kyle mi
chiamava. E,
dopo tanto tempo, mi sentì parlare di nuovo con voce
sgomenta:
– Pronto…?
Non ascoltai ciò che mi
stava
dicendo, stavo solo capendo il loro senso. Succede, uno non ascolta
però le
informazioni gli entrano comunque nel cervello.
Aveva per caso intuito che
avevo voglia di vederlo o era una pura casualità? Ero
confusissima in quel
momento. Ma se vederlo avesse significato confondermi ancora di
più, l’avrei
fatto lo stesso. Così, un po’ sollevata, accettai
la sua proposta di farmi un
giro con lui, sempre nel tratto tra casa sua e la mia, e me ne uscii il
più
curata possibile in quel momento, con il mio giubbotto nero e gli
stivali che
usavo per saltellare nelle pozzanghere come una bambina piccola. Una
bambina
piccola e confusa.
Lui era lì, di fianco a
me, e
io che nemmeno riuscivo a sostenere il suo sguardo. Mi sentivo
malissimo, come
se gli avessi fatto un grande male. Mi sentivo, nella mia testa, come
se
l’avessi tradito. E lui che non sapeva niente. Oggi le parti
si erano
invertite, io ero depressa, mentre lui ogni volta che mi guardava
sorrideva.
Però notò che avevo qualcosa di strano. Quasi
subito.
– Ehi, Jenice che
cos’hai? –
disse in tono dolce, un tono che mai gli avevo sentito usare. In quel
momento
pensai tante cose, ecco Kyle, tira fuori la parte morta di te, ad
esempio, la parte
che non hai mai mostrato per due anni…
Ci sedemmo su un muretto, la
luce fioca del sole ci riscaldava. Come potevo fare a dirglielo? Avevo
talmente
tanta voglia di sfogarmi con lui per l’ennesima volta, ma non
sapevo come fare…
Quando però appoggiai
semplicemente
la testa sulla sua spalla, poi con la mano sinistra gli strinsi la
manica del
giubbotto, me ne fregai del trucco, e le mie lacrime scesero
giù per il suo
braccio.
Aaaaah
ed eccovi servito un assaggio
JenicexJonathan… ma pensate durerà? Scopriamolo
nel prossimo capitolooooo!
Commentate ;)
Comunque
anch’io sono molto impegnata nello
studio in questo periodo… tanto che non sono riuscita a
studiare storia x la
verifica di ieri!! Il prof mi ha beccato con il libro sotto al banco
O.O
fortunatamente l’ho scampata, ma quasi quasi gli avrei detto
“Prof scusi, ma a
che mi serve il libro sotto al banco se ho già i bigliettini
e le fotocopie
pronte sotto la verifica?!?!?!?!” =P ;) xDxDxD Bye
Bye…