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Autore: Natalja_Aljona    25/02/2010    5 recensioni
Dal primo capitolo:
Il mio nome completo è Anna Revolution Nine Harrison Lennon Starkey McCartney...anche non in questo ordine, se preferisci.
Tutti, però, mi chiamano Anna, Annie, Annina...insomma, facciamo prima a dire che ognuno mi chiama come gli pare!
Guai, però, se provano anche solo a nominare il mio secondo nome...figuriamoci poi il terzo!
Revolution Nine...ma siamo sicuri che sia un nome??
Mammina, mammina cara...potevi darmi un nome in uno stato di maggiore lucidità, non credi?
Gliel'ho sempre detto...ma lei mi dice sempre che è un bellissimo nome e che dovrei esserne fiera...
Bene...visto che in teoria adesso dovrei presentarmi-e mi sto presentando...visto che brava bambina che sono?-, il mio nome è Anna Revolution Nine...ma chiamami Anna, d'accordo?
Vivevo a Liverpool fino a qualche anno fa, ma poi mamma ha fatto le valige e mi ha portata qui, a Parigi...Parigi mi piace, è molto bella...però...sai com'è...non è Liverpool!
Adoravo Liverpool, anche se ero molto piccola...quando ci vedremo mi ci porterai ancora, vero papà?
Viviamo poco lontano dal centro, in una casa abbastanza vecchia...diciamo pure che cade a pezzi!
Mamma, insieme ai suoi colleghi giornalisti, ci ha allestito la redazione del suo giornale.
“A Hard Day's Night”
E' un bellissimo nome, non credi?
Come la mia canzone preferita dei Beatles!
L'altra mia preferita è If I Needed Someone...non è stupenda?!
Quando ci vedremo convincerai George a cantarla per me tutte le sere, vero?
E se il mio papà fosse proprio George?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'With The Beatles'
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The Only Girl For Me


-George! George, svegliati! E' il tuo compleanno!- gridarono John e Paul, attaccandosi letteralmente alla maniglia della porta della camera del chitarrista, come due bambini di due anni(e per giunta anche scemi).

-John...Paul...non fate i cretini!- li riprese Ringo, uscendo dalla sua stanza, con ancora la papalina di lana da notte che gli aveva cucito la nonna qualche tempo prima e l'aria assonnata.

John e Paul scoppiarono a ridere(appunto, gli si dice di non fare i cretini e loro raddoppiano la dose...tipico della coppia Lennon/McCartney!).

-Beh? Cos'avete da ridere?- chiese il batterista, sbadigliando.

I due si guardarono per una frazione di secondo, dopodichè tornarono a piegarsi in due dalle risate.

-Oddio, Rings...ma ti sei visto allo specchio?-

-No...perchè?-

-Beh, non lo fare! Se non vuoi che ti venga un colpo, per intenderci...-

-Stupido Lennon!- Ringo si accese una sigaretta, voltandosi, sdegnato.

-Sembri mia nonna!-

-Grazie, Paul, nessuno aveva chiesto il tuo parere, però...-

-Allora, George? Che hai intenzione di fare? Sai com'è, io e Paul avevamo pensato di uscire, per Capodanno...- riprese John, con un sorrisetto idiota.

-Rings, mi passi una sigaretta?-

-Scordatelo!-

-Mmmh...- fu la risposta che ottennero, proveniente da dietro la porta.

-Mmmh ci apri o mmmh non ci apri?- domandò Paul, nel dubbio.

-Cretino!-

-Uhm...lo prendo come un sì?-

-Prendi quel cavolo che ti pare e attaccati al tram, Paul, grazie!-

-Però! Gentile, l'amico!- commenò McCartney, con una risata.

-Dai, Geo...non farci aspettare! E' il tuo compleanno! Dobbiamo festeggiarlo come si deve! Non vuoi festeggiare con i tuoi amici?-

George aprì la porta di malavoglia.

Paul sgranò gli occhi.

-Cielo, che occhiaie!-

-Fammi indovinare...anche stanotte non hai dormito!-

-E che rughe...uuuh! Guardate, qui c'è un capello bianco!-

-Sempre il solito, John...comunque no, non ho dormito. Obiezioni?-

-Beh, sì...parecchie! Hai ventisei anni, adesso, fratello! Non puoi startene qui a invecchiare in una camera d'albergo e...a piangere. Hai pianto, George?-

-No! Non ho proprio per niente...va beh, forse un pochino...-

-Uhm...qui urge un bel trattamento distensivo...una bella seduta...-

-...spiritica?-

--Sì, vabbè...-

-Un bel manicure...magari con una manicurista carina...eh?-

-Ma esiste il termine manicurista?-

-Boh...ma che importa?!-

-Uno: Non ho bisogno di nessun manicure. Due: Di una manicurista o quello che è ancora meno. Tre: So go away, leave me alone, don't bother me-

-Quattro: No Martini, no Party!-

-Cinque: Sei un idiota, John!-

-Martina? Avete detto Martina?!- George sembrava improvvisamente interessarsi alla conversazione.

-Ma che Martina...Martini, Martini...hai presente?-

-No Martina No Party...- borbottò Harrison, con aria malinconica.

-John! Ma non potevi stare zitto?!-

-Scusate...non immaginavo...-

-I know I'll never be the same if I don't get her back again.Because I know she'll always be the only girl for me...- cominciò a canticchiare George, accompagnandosi con la chitarra.

-Povero George...mi dispiace vederlo così...- mormorò John, facendosi serio di colpo.

-Anche a me...e dire che basterebbe farla tornare...-

-Ma lei non tornerà, non tornerà, lo volete capire?!- gridò George, rientrando in camera sbattendo la porta.

-Ma George...-

-Hai ventisei anni, adesso...- ritentò Paul, nel tentativo di distrarlo, ma invano.

-E a che serve avere ventisei anni se non c'è lei?!-

-George...dai, George! Vieni fuori, festeggiamo...vedrai che ci diverteremo lo stesso! E poi sono sicuro che tornerà...-

Paul, però, non ottenne nessuna risposta.

Il chitarrista era già ripiombato nel suo inquieto silenzio, nell'oscurità della sua stanza, soltanto debolmente illuminata da un timido raggio di sole che faceva capolino dalla finestra.

George afferrò un libro e lo scagliò contro la finestra, coprendo anche quell'unico spiraglio di luce, tornando di nuovo al buio, nel buio più totale.

Guerra e Pace”...il libro preferito di Martina...

Gliel'aveva prestato proprio lei...

Guardandolo meglio, però, dal libro sbucava uno strano foglietto...

George lo raccolse e incominciò a leggerlo, in silenzio.

La mia storia

Racconto autobiografico-o qualcosa del genere- di Martina Renard, futura Martina Harrison, forse...

La mia storia comincia da qui.

Comincia in una tranquilla e, apparentemente normalissima, giornata di Febbraio.

Il 25, per la precisione.

Inverno, niente sole, niente pioggia...solo vento e solitudine.

Ero in collegio, con la mia sorellina, Laban, e nient'altro.

Come sempre, d'altronde.

Ma non era una giornata qualsiasi...no, non lo era.

Era il 25 Febbraio 1958 e io avrei presto incontrato George Harrison...

Proprio quel George Harrison, il mitico chitarrista...

Lo stesso chitarrista che mi aveva, qualche anno prima, rubato il cuore...

Io non capivo niente, non sapevo niente, non potevo sapere...ero troppo piccola, troppo ingenua, troppo ribelle...forse anche troppo triste.

Ma lo amavo.

Sin dal primo momento...quando gli ruppi un vaso in testa.

Bell'approccio di “primo incontro”, eh?

Sì, lo so...ci sarebbero state alcune cose da cambiare...non avrei dovuto rompergli quel povero vaso in testa(ma mi dispiace più per il vaso o per George?! Boh...)...non avrei dovuto essere così...anche quel giorno.

Ero una sciocca, ingenua, innamorata ragazzina di sei anni e mezzo...quasi sette...beh, dettagli!

Avevo vissuto tutta la vita in un collegio, tra punzioni e punizioni, perchè ero troppo inquieta e vivace per quel mortorio d'asilo...volevo bene alla mia sorellina, perchè era l'unica persona che mi capiva.

L'unica, in quel covo di morti...morti o morenti, perchè era un funerale unico...ogni giorno, mai un sorriso, mai una carezza...mai un raggio di sole.

Mai il mio George, il mio caro George, che mi avrebbe di sicuro fatta felice, anche nella morte...

La mia vita incominciò quel giorno.

Il resto non vale la pena di essere raccontato.”


George richiuse il foglietto, con un sorriso.

E così...era così che la pensava lei.

La sua ribelle.

L'unica ragazza per lui, come aveva detto poco prima...

L'avrebbe fatta felice anche nella morte?

Forse.

Ora l'unica cosa che sapeva era che l'avrebbe rivista...che il Fato lo volesse o no.


***

Dall'altra parte della città, Catherine e Yoko se le davano di santa ragione, davanti agli occhi di un'alquanto sconvolta Anna.

Ad un certo punto, però, Anna si stufò.

Sgattaiolò via, senza farsi vedere, chiamò un taxi e riuscì ad elemosinare un passaggio fino a casa.

Catherine...beh, Catherine sarebbe tornata, prima o poi.

Giunta davanti a casa, Anna si guardò intorno, incerta.

-Cyn...Cyn? Cynthia... scusate, avete visto Cynthia da questa parte? Cynthia Powell Lennon, bionda, non molto alta...- chiese in giro, ma senza ottenere risposta.

-Sono io Cynthia Powell- tuonò ad un certo punto una voce, alle sue spalle.

Anna si voltò, intimorita.

Vedendo chi aveva davanti, però, la sua espressione si distese.

Un ragazzino sui sei anni circa, con dei tratti orientali e una spiccata somiglianza con John Lennon, a pochi passi da lei, la stava squadrando dall'alto in basso con aria di superiorità.

-Tu?!- Anna trattenne a stento le risate.

-Cioè...insomma. Io sono Julian, suo figlio-

-Ah...il famoso Julian!- Anna scoppiò a ridere, di nuovo.

-Che c'è da ridere?- chiese Julian, irrigidendosi.

-Julian...Julian Lennon! Ah, adesso ho capito!-

-E tu saresti?-

-Anna...Anna Harrison, piacere. Sai com'è...la figlia di George Harrison!-

-Aaaah...- adesso era Julian a ridere.

-La figlia di George! Ora è tutto chiaro! Beh, io sono Julian Lennon. Lennon, non so se mi spiego!-

-Cosa vorresti dire? Vuoi mettere...tu sarai anche Julian Lennon...ma io sono Anna Harrison...Harrison! E sono figlia di un Beatle!-

-Ah...wow! Beh, anch'io!-

Anna gli lanciò un'occhiataccia, stizzita.

-Naaah...ma tra me e te...non c'è storia! Io sono la figlia di George Harrison...il Re dei chitarristi!-

-Oddio...ragazza, mi fai morire! Il Re dei chitarristi?! Tuo padre?! C'è di buono che sei spiritosa...ma per il resto...tra mio padre e tuo padre non c'è storia! Certo, George è tanto simpatico...ma poveraccio! Con la figlia che si ritrova...-

-Che fai, alludi?-

-Bah...Julian Lennon non ha bisogno di alludere! Julian Lennon conquisterà il mondo!-

-Sì...e io sono la Regina d'Inghilterra!-

-Bah...non ti credo! Non ci somigli per niente...e poi sei troppo giovane!-

-Dettagli!-

-Sei la copia sputata di tuo padre! Una ragazzina senza cervello ne storia...-

-SIGNOR LENNON! Le sembra questo il modo di approcciarsi a una ragazza?!- lo riprese Anna, prendendo le distanze.

I due bambini si guardarono per qualche secondo, dopodichè scoppiarono a ridere.

Julian allora le porse la mano, con fare da gentleman.

-Piacere di conoscerti...Anna Harrison!-

Ed eccoci qui! L'attesissimo incontro tra Jules e Ann...beh, spero vi sia piaciuto xD

Scusatemi se non rispondo alle recensioni, ma sono parecchio di fretta stasera...ho ancora un sacco di cose da fare, tra cartella e shampoo...tutte cose che preferirei non fare, chiaramente xD

Comunque...lasciamo perdere xD

A presto,

Marty

  
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