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Autore: Miyan    21/07/2005    1 recensioni
Vita quotidiana... beh se siete curiosi leggete...
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2

CAPITOLO 2

La radiosveglia quella mattina mandava insistentemente un pezzo che alla ragazza nemmeno piaceva. Sfilò la mano da sotto le coperte e la spense maledicendo di non essere andata a letto presto la sera prima. Si alzò dal letto e nel sentire l’aria più fresca della stanza rabbrividì. Prese i vestiti che aveva preparato la sera prima appoggiati su una seggiola ed entrò in bagno accendendo la stufa elettrica. Si sedette per terra, sul tappeto, ascoltando il rumore della ventola e l’aria calda che la facevano rilassare, speranzosa di ridestarsi completamente. Passarono alcuni minuti, poi s’alzò in piedi e incominciò a lavarsi e a prepararsi.

Quel mattino il cielo era cupo, minacciava pioggia, e il cattivo tempo metteva di malumore la ragazza. Era sul pullman che osservava il cielo speranzosa di vedere una luce comparire tra il fitto delle nubi, ma sembrava che il destino non la volesse accontentare. Intanto erano arrivati alla fermata dove salirono le sue due amiche. Queste al contrario di lei erano piuttosto allegre, come se non avessero influssi dal tempo e dalle poche ore di sonno.

"Ciao Molly…"

Susan si sedette accanto a lei, i capelli ancora bagnati.

"Te l’ho detto mille volte di asciugarti i capelli dopo la doccia… ti verrà un accidente!"

subito la ragazza dai riccioli rossi rimproverò l’amica.

"Ok, mammina! Ma non avevo tempo, ero di corsa!"

Molly sospirò, poi si sporse in avanti per vedere l’altra ragazza seduta al posto dall’altra parte del piccolo corridoio.

"Liv, ciao bella!"

la giovane sentitasi chiamare si girò verso di lei, gli occhiali da sole unico segno da cui si poteva capire che le occhiaie erano presenti sul suo volto magro.

"Ciao Molly…"

poi si appoggiò contro lo schienale raccogliendo le gambe e infilandosi gli auricolari nelle orecchie.

Anche Molly si appoggiò di nuovo, Susan si voltò verso di lei pronta a chiacchierare.

"Allora qualche novità?"

domandò la rossa conoscendo bene le intenzioni dell’amica.

"No, il solito. Vi fa niente se oggi non pranzo con voi?"

Molly sorrise tra sé.

"Chris?"

"Già, mangio con lui."

Molly si accomodò meglio nel sedile pronta a seguire il racconto dell’amica.

Intanto il tempo passava e stavano raggiungendo la città. La pioggia fortunatamente non era scesa, ma il cielo rimaneva tetro.

Giunte all’ingresso dell’edificio universitario c’erano ancora poche persone in giro. Una di queste era Ethan che era arrivato pochi secondi prima di loro. Salutò le amiche per poi abbassarsi a baciare Liv.

"Avete fatto colazione stamattina?"

le ragazze risposero affermativamente. Lui prese comunque un sacchetto dallo zainetto scuro e afferrò una brioche.

"Su dai prendetene una. Ve le ho comperate apposta!"

le tre, golose, non rinunciarono all’offerta. Pochi secondi dopo erano seduti ad una panchina all’interno della sala delle macchinette che confabulavano.

"Ehy Liv, non ci hai letto l’oroscopo stamattina!"

disse Susan porgendole il giornale che veniva distribuito gratuitamente nell’edificio. La minuta ragazza prese i fogli cercando la pagina che le interessava. Si schiarì la voce.

"Ariete: un malumore passeggero rischia di rovinarvi la giornata. Reagite con forza e decisione e chi vi starà vicino apprezzerà il vostro carattere… capito Molly, se vuoi ti facciamo ridere noi."

L’interessata rispose con un sorriso senza ascoltare il proseguire della lettura. Si perse piuttosto nei suoi pensieri. Osservando il via vai di persone che le passavano davanti.

"Prima che mi dimentichi…"

disse Ethan, richiamando l’attenzione delle amiche.

"…volevo invitarvi a cena a casa mia venerdì sera…"

"Come mai?"

domandò subito la rossa attendendo risposta.

"…siamo stati a cena a casa di voi tre, adesso è il mio turno."

"Ma non ce n’è bisogno!"

affermò subito Susan mentre trafficava con la sua borsa in cerca del cellulare.

"Non ti preoccupare. Con tutti i piaceri che ci fai, dovremmo essere noi ad invitarti di nuovo a mangiare."

Sorrise Molly. Ma il ragazzo sembrava insistere.

"Dai, mi farebbe molto piacere. Su, non fatevi pregare!"

Molly guardò Liv che sorrideva.

"Su ragazze, così vedrete casa sua. Voi non ci siete mai state!"

disse la fidanzata cercando di minare le indecisioni delle sue amiche. Molly si fece seria.

"Solo se non cucini tu!"

tutti sorrisero.

"No, non preoccuparti. Mia mamma mi preparerà qualcosa, loro sono a cena fuori."

"Non farla disturbare. Se vuoi cuciniamo noi."

Propose subito Susan staccando gli occhi dal display del cellulare e posando lo sguardo sull’amico.

"Non ci pensate nemmeno, siete mie ospiti e basta."

Le ragazze cedettero e accettarono l’invito.

--------

Frequentavano la palestra due sere alla settimana, quando gli orari delle lezioni permettevano loro di non essere troppo stanchi. Avevano deciso di fare qualcosa di diverso insieme, non solo frequentare i corsi. Era strano vedere un ragazzo con tre ragazze, ma erano diventati buoni amici e tra loro non c’era nessun attrito. Anzi si prendevano sempre in giro a vicenda ma senza malizia, solo con la voglia di divertirsi.

Quella sera fortunatamente non c’era troppa gente. Molly entrò in palestra per ultima, come al solito con la bottiglietta dell’acqua in una mano e la salvietta nell’altra. Purtroppo per lei gli attrezzi per fare riscaldamento erano tutti occupati. Decise allora che per cominciare poteva fare gli esercizi a terra. Appoggiò la salvietta sul tappetino e ci si sdraiò sopra, piegò le ginocchia e incrociò le mani dietro alla testa raccogliendo anche i lunghi riccioli. Uno… due… tre… contava tutte le volte che alzava il busto espirando profondamente. Nel tornare indietro alzò lo sguardo davanti a sé e lo vide. Le era sembrato che i suoi occhi fossero posati su di lei. Appoggiò la schiena a terra, aveva finito la serie e doveva riposarsi un minuto prima di riprendere. Ricominciò gli esercizi, questa volta voleva proprio vedere se era stata una coincidenza o se la stava proprio guardando. Nell’alzarsi lo guardò, ma lui stava sì guardando nella sua direzione ma si stava osservando nello specchio dietro alla ragazza per vedere se gli esercizi che stava facendo fossero corretti. La ragazza riappoggiò la schiena sul tappetino lasciando perdere il ragazzo.

Finiti gli esercizi si alzò da terra prendendo la salvietta. Si diresse alla cyclette dove c’era Susan passando proprio accanto al ragazzo. Era proprio alto. Più di un metro e ottanta sicuramente, in quanto poteva fare un paragone con suo fratello. Accostatasi a Susan incominciò a chiacchierare.

"Ti manca ancora molto?"

domandò mentre osservava l’amica rossa in viso.

"Cinquantatré secondi…"

intanto che attendeva di darle il cambio guardò Liv che sudava sul tapis-roulante. Ethan invece era già ad una macchina. Susan le lasciò il posto.

"Quanto fai?"

le chiese l’amica mentre lei alzava il sellino.

"Dieci minuti."

"Allora io faccio gli addominali così dopo ci diamo il cambio alla macchina per l’interno coscia…"

"Ok."

Susan si allontanò, Molly impostò i vari parametri ed incominciò a pedalare. Intanto anche il ragazzo si era spostato e stava facendo il bilanciere proprio di fronte a lei. La ragazza pedalava ritmicamente, mantenendo sempre la stessa velocità anche quando incominciò a sentire i muscoli dolerle. Si sentiva la faccia accaldata e sudata. Prese la salvietta appoggiata sul manubrio e si asciugò il viso.

4:47

4:46

4:45

sembrava proprio che il tempo scorresse più lentamente del solito. Prese la bottiglietta dell’acqua e la stappò. La portò alle labbra e bevve a canna portando la testa all’indietro. Nel riabbassare gli occhi le sembrò di nuovo che osservasse lei. Il ragazzo nel vedere che l’aveva visto non distolse lo sguardo, anzi continuò a fissarla negli occhi come a sfidarla, sorridendo… infatti fu lei a voltarsi da un’altra parte fingendo di guardare le sue amiche che chiacchieravano mentre facevano gli esercizi a terra.

"Ma allora lo fa apposta. E io che pensavo di essermi sbagliata!"

pensò tra sé

" Anche l’altro giorno, quando ho salutato Ethan prima di andare a cambiarmi mi era sembrato che mi stessa guardando. Forse è un caso… no, mi stava proprio fissando… con quel sorrisetto idiota poi!"

Per tutto il tempo in cui fece gli esercizi si sentiva osservata. E le dava parecchio fastidio. Prima di andarsene prese il cellulare dall’armadietto e sentì quel ragazzo che salutava Ethan.

"Ciao Ethan ci vediamo…"

"Si conoscono!"

Pensò subito la ragazza. Era indecisa se chiedere qualcosa all’amico, non voleva sembrare troppo interessata, dato che lui la prendeva sempre in giro per queste cose. Decise di lasciar perdere.

--------

Era venerdì, nel tardo pomeriggio, e lei doveva ancora incominciare a prepararsi per la serata. Era appena tornata da bottega, era andata a comperare alcune cose che servivano in casa.

"Mamma vado a farmi la doccia!"

disse dopo aver sistemato gli acquisti al loro posto. Accese la stufa elettrica e prese il suo accappatoio.

L’acqua scrosciava con quel rumore rilassante, il vapore che riempiva il box. L’acqua scorreva sul suo viso, sui suoi lunghi capelli, sul suo corpo. Quando era lì si perdeva, dimenticandosi di ciò che doveva fare, dello scorrere del tempo, era solo lei.

Spense l’acqua, uscì dal box e rabbrividì al contatto dell’aria più fresca. Prese subito l’accappatoio e se lo strinse addosso cercando di scaldarsi. Guardò il suo volto riflesso dallo specchio appannato. Prese il pettine ed incominciò a districare i capelli. Poi, dopo essersi asciugata, incominciò a vestirsi.

Driiiin… il campanello suonò.

"Mamma guarda se è Susan… devo ancora mettermi le scarpe e prendere il cappotto!"

Molly correva per la sua stanza prendendo la borsetta nera e buttandoci dentro il portafoglio e le chiavi di casa.

"Devo farla salire."

"Sì arrivo subito!"

corse a prendere gli stivali neri dal tacco a spillo altissimo e se li mise in corridoio appoggiandosi con una mano contro il muro per mantenere l’equilibrio. In quel momento Susan entrava in casa sua.

"Buonasera…"

salutò la madre dell’amica e si voltò verso quest’ultima.

"…Molly, strano che tu non sia ancora pronta…"

sorrise vedendo sfrecciare l’amica davanti a lei per prendere il cappotto appoggiato sulla spalliera di una seggiola.

"È che di solito sei in ritardo tu… mi sono regolata su questo e invece…"

la ragazza corse a baciare la madre su una guancia prima di andare…

"E invece oggi sono in orario!"

poi rivolgendosi alla madre della ragazza.

"A presto."

"Ciao ragazze"

"Ciao mamma!"

Scesero le scale ridendo… e Molly sperando di non essersi dimenticata nulla.

Salirono sull’automobile di Susan parcheggiata nel cortile della casa. Mentre si avviavano incominciarono a chiacchierare come al solito.

"Ma Molly hai messo la gonna corta!"

"Per una volta…"

inconsapevolmente tirò la minigonna come se cercasse di allungarla un po’.

"Tu stai benissimo come al solito Susan… ma dopo cena che faremo?"

Susan guidava osservando la strada davanti a lei.

"Credo che ci voglia far conoscere i suoi amici…"

"Ah…"

Molly non sembrava molto contenta di ciò.

Arrivarono a casa di Liv, salutarono i suoi genitori e suo fratello e poco dopo erano tutte e tre sulla macchina della ragazza dirette verso il paese dell’amico.

--------

Quel pomeriggio aveva avuto lezione in facoltà fino a tardi. Era proprio stancante il venerdì per lui. Ore e ore ad ascoltare i vari professori che si susseguivano, a prendere appunti sul suo quaderno senza alzare nemmeno il volto dal foglio per non rischiare di perdere una parola di quello che veniva detto. Ma finalmente la giornata era terminata anche per lui… chiuse il quaderno, mise la penna nell’astuccio, e inserì gli oggetti nello zaino. Si tolse gli occhiali dalla montatura sottile ed elegante, li chiuse nel loro contenitore e si mise gli occhiali da sole.

Stava attraversando i corridoi quando si sentì chiamare…

"Kevin!"

la voce proveniva dalle sue spalle, si voltò e vide una ragazza dai corti capelli neri raggiungerlo.

"Ciao Amber…"

La ragazza lo raggiunse e appoggiandogli una mano su un braccio si alzò sulle punte posando un bacio sulla guancia del giovane.

"Come stai?"

domandò fissandolo, cercando di intravedere gli occhi dietro le lenti scure degli occhiali.

"Bene… e tu?"

il ragazzo si mise le mani nelle tasche dei jeans larghi.

"Adesso molto meglio…"

"Non ti sei sentita bene?"

la domanda del giovane era solo retorica, sapeva bene dove voleva andare a parare la ragazza.

"Sai bene che mi riferisco al fatto di averti visto. Che fai stasera?"

"Perché non prendere la palla al balzo? È una gran bella ragazza… magari…"

pensò tra sé mentre si toglieva gli occhiali per fare in modo che lei potesse guardarlo negli occhi.

"Niente di particolare…"

"Dei miei amici danno una festa. Ti andrebbe di venire con me?"

il ragazzo sorrise e la giovane si perse a guardare quanto era bello.

"Ok… dove ci troviamo?"

"Se vuoi ti do il mio indirizzo così puoi passare a prendermi a casa mia…"

"Ok."

La ragazza sorridente strappò un pezzo del foglio del quaderno che aveva in mano, prese un pennarello e scrisse il suo indirizzo. Poi lo porse al ragazzo.

"Ti ho lasciato anche il mio numero di cellulare, se dovesse cambiare qualcosa potresti farmelo sapere."

Il ragazzo prese il biglietto, lo infilò in tasca del giubbotto e poi alzò di nuovo lo sguardo su di lei.

"Allora che ne dici per le nove?"

"Allora ti aspetto… vieni in moto?"

"Come preferisci… al massimo mi faccio prestare la macchina da mia sorella."

La ragazza sembrò ragionare sulla questione per qualche secondo.

"Vieni in auto dai… così posso mettermi la gonna!"

"Va bene… allora ci vediamo stasera!"

il ragazzo sorrise salutandola e abbassandosi a darle un bacio su una guancia.

La ragazza sembrò essersi paralizzata dal contatto. Mentre si allontanava il giovane sorrideva tra sé.

--------

Ci volle quasi un’ora per raggiungere la casa di Ethan. Per fortuna che Liv, la sua ragazza, c’era già stata altrimenti si sarebbero perse… o almeno sarebbero arrivate in ritardo. Erano quasi le otto e mezza quando suonarono al cancello del ragazzo. Poco dopo sentirono la voce di un uomo invitarle ad entrare. Varcata la porta si trovarono davanti il padre del giovane.

"Un attimo che Ethan arriva… è in cucina con sua madre che stanno finendo di preparare. Ma accomodatevi…"

Liv che si sentiva a suo agio si sedette sul divano del salotto mentre le altre due la seguirono piuttosto imbarazzate. Poco dopo Ethan e sua madre apparvero in salotto. La donna si stava infilando il cappotto.

"Buonasera ragazze… non preoccupatevi andiamo via subito. Divertitevi…"

Le giovani ebbero appena il tempo di salutare che i due signori se n’erano già andati.

"Oh… finalmente siete arrivate… credo che dovrete darmi una mano con il forno… rischio di bruciare la carne!"

subito le tre si misero a ridere osservando il ragazzo che si strofinava la testa a disagio.

"Che smemorato che sono! Se volete darmi i cappotti ve li appendo di là."

Le ragazze si alzarono e si tolsero i cappotti, Liv accompagnò il ragazzo nell’altra stanza e si salutarono finalmente. Intanto Susan e Molly stavano chiacchierando del più e del meno mentre quest’ultima osservava delle fotografie appoggiate su un mobile del salotto.

Ritornato nella stanza Ethan fece segno alle ragazze di seguirlo in sala da pranzo. Il tavolo era ben apparecchiato, la televisione era accesa ma il volume era basso.

"Liv, siediti anche tu, vado a prendere gli antipasti."

Anche Liv si sedette al posto accanto a quello che avrebbe occupato il ragazzo. Egli tornò con in mano un piatto di stuzzichini. Mentre mangiavano parlavano di cose dell’università, ritornarono alla mente vari episodi divertenti, le cene passate, e come al solito Ethan prese il suo telefonino e incominciò a scattare fotografie e a riprenderle senza che se ne accorgessero scatenando l’ira di queste.

"Se siete pronte vado a prendere gli involtini…"

nell’alzarsi il ragazzo da tavola Molly si ricordò di aver lasciato il cellulare nella macchina dell’amica.

"Liv, ho lasciato il telefono nella tua macchina. Mi accompagni a prenderlo o mi presti le chiavi?"

Liv prese le chiavi dell’automobile e le lanciò all’amica che le prese al volo.

"Vai pure, io do una mano a Ethan a prendere la carne dal forno."

Molly si alzò da tavola e Susan la seguì.

"Vengo io con te…"

poi essendosi allontanate disse

"…così li lasciamo ancora un po’ da soli."

Uscirono dalla casa e aprirono il cancello. Si avvicinarono alla macchina parcheggiata, Susan aprì la portiera e Molly prese il cellulare. In quel momento una macchina uscì dal cancello della casa accanto e si fermò accanto a loro abbassando il finestrino.

"Ciao."

Il ragazzo le salutò. Susan rispose al saluto. Molly che stava guardando il display del suo cellulare alzò lo sguardo per salutare e lo riconobbe.

"Ciao…"

"C’è una festa da Ethan?"

"No, siamo solo noi…"

rispose Susan. Molly non aveva tanta voglia di parlargli.

"Dovrò farmi spiegare da Ethan come fa ad andare in giro sempre con tutte queste ragazze…"

affermò il giovane mentre guardava prima una poi l’altra ragazza che era rimasta un po’ in disparte.

"Basta avere delle amiche!"

affermò Molly piuttosto acida. Allora il ragazzo si soffermò su di lei, squadrandola da capo a piedi, cosa che le dava parecchio fastidio.

"Non ti ricordi di me?"

domandò egli guardandola negli occhi.

"Non mi sembra…"

mentì la ragazza.

"Beh, andiamo nella stessa palestra, e ci siamo incrociati due o tre volte."

Il ragazzo avrebbe voluto essere più esplicito ma c’era anche l’altra ragazza.

"Ah sì, non mi ricordavo di te."

"Vieni nella stessa palestra?"

domandò Susan, e Molly sperò che il ragazzo smettesse di guardarle le gambe. Fortunatamente si voltò verso la brunetta.

"Già, sono un amico di Ethan. Mi ha parlato di voi. Solo che non mi ha mai presentato."

Allora Susan gli porse la mano sorridendo.

"Mi presento da sola, io sono Susan"

il ragazzo gliela strinse presentandosi

"Io sono Kevin. Piacere di conoscerti."

Poi voltandosi verso la rossa

"E tu?"

"Io sono Molly…"

la ragazza allungò malvolentieri la mano. Kevin gliela strinse saldamente per poi lasciargliela andare dolcemente come accarezzandogliela.

"…scusa ma fa freddo, ed essendo senza cappotto preferirei entrare in casa al caldo."

Molly sorrise, ma si capiva benissimo che le stava antipatico.

"Allora ci vediamo presto."

Il ragazzo fece salire il finestrino e poi parti. Le ragazze rientrarono in casa. Dopo cena raggiunsero un bar dove di solito si trovava Ethan con i suoi amici, le presentò ai ragazzi e passarono una bella serata.

--------

La macchina procedeva nel buio della notte. Amber era seduta accanto a lui, bellissima, con una minigonna striminzita che metteva in evidenza le lunghe gambe affusolate. Non era male stare con lei. Quando avevano fatto la loro comparsa alla festa, i presenti si erano girati a guardarli, invidiandoli. Lo aveva capito dai loro sguardi. Molti ragazzi avrebbero voluto essere al suo posto, ma altrettante ragazze avrebbero voluto essere al posto di Amber.

Erano arrivati a casa della ragazza. Il giovane accostò spegnendo il motore della macchina. La ragazza che fino a quel momento aveva guardato fuori dal finestrino si voltò verso di lui raggiante.

"Non ti posso dire di salire da me…"

"Non importa."

Il giovane si sporse verso di lei baciandola. La ragazza passò le mani attorno al suo collo trattenendolo. Quando si scostarono Amber lo salutò con voce dolce, aprì lo sportello e scese. Lui la osservò mentre apriva la porta di casa e si voltava a salutarlo un’ultima volta con un gesto della mano.

Quando fu entrata egli riaccese l’automobile e si diresse verso casa. Non poteva proprio lamentarsi, era proprio una bella ragazza e molto intraprendente. Avevano ballato tutta la sera a pochi millimetri l’una dall’altro, i loro corpi si sfioravano e si allontanavano in una continua rincorsa. E poi come lo guardava, sembrava che lei volesse a tutti i costi farlo perdere. Ma non si era accorta che era lei che era persa per lui. Lo aveva preso per mano e lo aveva guidato in mezzo a quel nugolo di gente verso il piano superiore entrando di nascosto in una camera da letto. E lì gli si era concessa.

Era stato bello, non c’era che dire, era stato facile e divertente per lui. Ma era una cosa da poco, non aveva assaporato il gusto della ricerca, se l’era ritrovata tra le braccia, punto e basta.

Mentre la macchina seguiva il percorso conosciuto verso casa sua senza incontrare altri veicoli nell’oscurità della notte, gli venne in mente la ragazza dai capelli rossi.

"Molly mi sembra che abbia detto di chiamarsi..."

Non era certo bella come Amber, o come la sua amica Susan dagli occhi verdi da gatta e le labbra rosse. Non aveva la loro stessa sensualità, ma… ma aveva acceso subito il suo interesse.

"..forse è il suo modo di fare così naturale e indeciso…"

Non era come tutte quelle che si mettevano in mostra a tutti i costi, anzi sembrava voler passare inosservata. Se la ricordò la sera che si era accorto di lei mentre prendeva in giro Ethan in palestra. Aveva i riccioli rossi che le sfuggivano dalla coda, il viso arrossato e sudato, ma le labbra erano di un bel rosa acceso, e la sua risata era fresca e cristallina.

"…e quel suo sguardo dolce e gentile… così diverso da quello freddo che mi ha rivolto stasera…"

sorrise morsicandosi il labbro inferiore.

"Chissà che farebbe se la baciassi?"

se la immaginò rossissima in viso che gli rifilava un sonoro ceffone e che gli urlava che era un animale, uno stupido, un insensibile. Chissà se avrebbe realmente reagito in quel modo o diversamente. Avrebbe voluto saperlo. E un sorriso divertito era apparso sulle sue labbra a quel pensiero.

--------

Liv le aveva salutate sulla porta di casa sua. Susan prese il mazzo di chiavi dalla sua borsetta scura, cercò la chiave giusta e la infilò nella serratura dell’automobile. Si era gelata. Liv, che non era ancora rientrata, vedendo ciò andò a prendere dell’acqua calda e la portò loro. Susan la versò sulla serratura. Tentò ancora una volta di aprirla e ci riuscì.

"’Notte ragazze!"

Liv le salutò di nuovo entrando in casa. Molly salì in macchina accanto all’amica.

"Sono stanchissima ma non ho sonno…"

affermò osservando l’amica che usciva dal vicolo in cui abitava Liv e prendendo la strada verso casa di Molly.

"…hai passato l’ora in cui ti addormenti di solito."

Rimasero in silenzio per qualche secondo, Susan aveva messo un cd nello stereo e una musica a volume bassissimo si diffondeva nell’abitacolo.

"Scusa una cosa…"

disse Susan senza guardare l’amica.

"Dimmi pure."

Molly invece si voltò verso la ragazza mentre quest’ultima continuava ad osservare l’asfalto davanti a sé.

"… ma conoscevi già Kevin?"

Molly nel ricordare il ragazzo ebbe un moto di stizza.

"Conoscerlo… no… diciamo che l’ho intravisto in palestra."

Non aveva voglia di parlare di lui.

"Sembrava che lui fosse certo che tu te ne ricordassi."

Molly era indecisa su cosa dire e in che modo.

"Diciamo che ho incrociato il suo sguardo una o due volte."

"Capisco…"

scese di nuovo il silenzio mentre Molly era persa nei suoi pensieri.

"Chissà se ha capito sul serio o che altro pensa…"

"Non trovi che sia bello?"

la domanda apparve improvvisa, la rossa credeva che il discorso fosse stato chiuso.

"Hai ragione, non è male…"

"Non male? Ma Molly, so che sei piuttosto parca di complimenti ma l’hai visto bene?"

Susan era sorpresa dell’atteggiamento dell’amica.

"Sì è fatto bene, e ha un bel viso, ma ce ne sono tanti altrettanto carini… e poi sai che preferisco i mori con gli occhi scuri!"

Molly sorrise.

"Beh, anche se è biondo con gli occhi chiari a me pare molto ma molto carino."

La ragazza non rispose più all’amica. Si perse a guardare al di fuori del finestrino, la campagna che conosceva bene sfrecciava accanto a lei.

Quando Susan si fermò nel cortile di casa sua Molly la salutò e si scambiarono tre baci sulle guance come loro solito.

"Ci vediamo lunedì!"

Susan usci dal cortile dirigendosi verso casa. Molly invece aprì il portoncino e prima di salire le scale si tolse gli stivali per non fare rumore con i tacchi. Entrò in bagno, si struccò e si cambiò. Appena entrata nel letto prese il cellulare e fece uno squillo alle amiche che aveva appena lasciato sperando che Susan le rispondesse appena possibile. Ciò voleva dire che era arrivata a casa sana e salva.

Ciao a tutti,

sono stata velocissima ad inserire il secondo capitolo, ma adesso per almeno una settimana non ci saranno aggiornamenti. Spero che vi piaccia almeno un po’ e che mandiate tantissime recensioni. Vi ringrazio anche delle critiche se le fate!

A presto

Miyan

  
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