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Autore: Kyuuby_sennin94    26/02/2010    1 recensioni
Un giovane guerriero dal cuore diviso tra la luce e l'ombra, potrà salvare un mondo in guerra? Può un guerriero dai poteri oscuri, portare la pace? Può una ragazza senza nessuna abilità, cambiare il destino?
Genere: Azione, Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il principe infernale

Il Principe Infernale

 

Non gli era mai piaciuta Silo.

Al contrario della ricchissima Panomas, neanche un mercante con le sue urla poteva rallegrare l’aria cupa.

Per giunta era piena di guardie dell’Ordine del Tempio, a causa della sua vicinanza al confine.

Cristhan camminava tranquillamente, per non destare sospetti, e soprattutto con il cappuccio calato per coprire più superficie di viso fosse possibile.

I coltelli li aveva riposti nella parte interna del pantalone, lasciandone un paio nella tasca destra, in casi estremi.

L’enorme spada era avvolta in bende, fino a farla sembrare un semplice pacco da viaggio

-Ehi tu!Fermo-

Cristhan si bloccò, voltandosi verso la guardia che l’aveva chiamato

-Come posso aiutarla?- disse con una nota di stizza il moro

-Cos’ha in quel pacco?-chiese la guardia

-Strumenti da pittore, milord-disse Cristhan, nervoso-Sono un povero pittore ambulante-

-Si e io sono il re!- disse quello estrendo la spada

-Buon per lei, vostra maestà, mi chiedo solo perché è venuto in questa città desolata-

Il soldato avvicinò la spada al collo di Christan

-Apri quel pacco-

-Certo, buon uomo- disse il ragazzo, posando l’enorme pacco a terra

-Forza-

Il ragazzo tolse lentamente la spilla che teneva insieme le bende, cominciando a scoprire la spada con enorme ed estenuante lentezza

-Siete sicuro di volerlo vedere?-

-Apri ho detto!-

-Come preferisce-

Cristhan mormorò qualche frase a bassa voce mentre finiva di aprire il pacco

-Uhm, strumenti molto elaborati….mi dispiace aver dubitato di voi buon uomo, potete andare-

Nel pacco, inspiegabilmente, non c’era la spada, bensì dei raffinati strumenti da pittore

-Non si preoccupi, soldato, con i tempi che corrono-

-Eh già, con quel ragazzo in giro, non si può mai sapere-

Cristhan aggrottò un sopracciglio.

La notizia della sua mancata cattura a quanto pare si era diffusa.

-Di chi parla?- chiese il ragazzo, facendo finta di nulla

-Cristhan Darkhand-

-Cosa?Quel Cristhan Darkhand?Il Principe Infernale?O santi dei!-

-Eh sì buon uomo, ma non si preoccupi, l’Ordine lo catturerà presto-

-Nei suoi sogni!- pensò Cristhan

-Non ne dubito- disse infine il ragazzo -la saluto-

-Buona permanenza a Silo!-

Il ragazzo ricominciò a camminare, assorto nei suoi pensieri.

Dunque la notizia si è diffusa tempo un giorno, dannazione!Ora la cosa si fa troppo pericolosa, accamparsi a Silo è fuori discussione, ma oramai è tardi per continuare per oggi…….Oddio, adesso che faccio?

Svoltò per un vicolo che non sapeva dove andasse a finire.

Speriamo che ci sia una taverna in giro

I suoi pensieri vennero interrotti da una scena a suo parere rivoltante.

Due soldati, semplici reclute dell’esercito, importunavano una ragazzina sui diciassette anni, con i capelli ramati e gli occhi azzurri come il cielo.

Istintivamente cambiò direzione per aiutare quella ragazza, poi si bloccò.

E se l’avessero riconosciuto?Si sarebbe diffusa la notizia e si sarebbe trovato tutto l’Ordine addosso, compresi i quattro Grandi Generali.

Al diavolo! pensò Gli faccio passare io la voglia di fare i gradassi!

Camminò a passi cadenzati verso i due, e si frappose fra i soldati e la ragazza

Erano dei semplici soldati di fanteria leggera, armati di una corazza di cuoio, uno scudo piccolo e una lancia, mentre al fianco portavano una spada.

-Vi chiedo di lasciare in pace la signorina-

Evitò di usare un tono minaccioso, magari pensavano che non ne sarebbe valsa la pena

-Perché dovremmo?- rispose la guardia con fare provocatore, mettendosi poi a ridere insieme al compagno

-Perché potreste farvi male-

I due soldati trasalirono a sentire il tono agghiacciante con cui Christan li aveva minacciati, era stato quasi un sibilo, ma per i due fu come una tormenta gelida sulle spalle

-Ci stai minacciando?-

-No, era solo un consiglio per due persone che stanno per andare all’altro mondo-

I due presero le lance e le puntarono contro il moro, che non dava segno di scansarsi o contrattaccare

-Quei cosi potrebbero costarvi caro, lo sapete?-

Il primo tentò di affondare la lancia nel petto del ragazzo, ma Christam si spostò a destra per scansare l’attacco, poi con la mano prese la lancia dell’uomo e glie la conficcò nello stomaco.

Si accorse immediatamente però dell’altro soldato che lo stava per colpire al collo.

Con un fluido movimento diede un pugno all’uomo, calciandolo poi appena sotto il mento.

-Chi sei tu?- chiese l’uomo spaventato dalla forza e dalla rapidità del ragazzo

-Se te lo dicessi, sarebbe l’ultima cosa che sentiresti- commentò il moro, abbassandosi davanti agli occhi dell’uomo.

Quello però improvvisamente fece un sorriso trionfante.

Christam si accorse dell’altro uomo che stava per piantargli la lancia nel cuore.

-Oroukos-

La lancia passò attraverso il ragazzo, senza causargli danni, finendo però nello sterno dell’uomo atterrato.

I due sgranarono gli occhi, sorpresi.

-Magia Nera!-

-Chi diavolo sei?Rispondi, maledetto!-

-Come volete- disse il moro, scansandosi attraverso la lancia come fosse stato uno spettro-Saprete il mio nome-

Si abbassò il cappuccio, mostrando il suo volto.

-Io sono Christam Darkhand, il Principe Infernale- disse il ragazzo-e voi, dei cadaveri che non sanno ancora di essere morti, Rocouso-

Un’onda di fiamme nere colpì i due, bruciandoli vivi.

Si voltò verso la ragazza, che nel frattempo era rannicchiata in un angolino, spaventata dalla “performance” del fuggitivo.

-Tutto bene?- chiese il moro, avvicinandosi

La ragazza fece un cennò di si con la testa

-Torna a casa, è pericoloso stare in questi vicoli per una ragazza-

-Grazie-

Christam si voltò, con un’espressione a dir poco scocciata in faccia

-L’ho fatto solo perché odio i soldati che fanno i gradassi-

La ragazza fece un cenno con la testa.

-E vedi di non farti scappare il mio nome con nessuno, neanche con i tuoi genitori-

-Proprio loro non credo che possano dare problemi-

Il ragazzo la guardò interrogativo

-Sono morti, tanti anni fa-

-Mi dispiace, non volevo-

-Non ti preoccupare è passato-

-Come….come sono morti?-

-Mio padre è stato assassinato in casa, mentre mia madre è morta in carcere, sai, mio padre era un mercante molto ricco, si chiamava Edward Afford-

-Edward?Il mercante di spade?-

La ragazza sgranò gli occhi sorpresa

-Come lo sai?-

-Lo conoscevo, mi ha regalato lui la mia spada-

Prese la spada da dentro le bende, mostrandola alla ragazza

-Era un valoroso Deathgiver-

-Cosa?Mio padre era un Deathgiver?Tu menti!-

Il ragazzo lanciò un’occhiata gelida e tagliente

-Qualcosa contro i Deathgiver?-

-I Deathgiver erano degli sporchi traditori della patria!-

La calma che fino ad ora aveva regnato su Christam svanì del tutto

Con velocità sovraumana afferrò la ragazza per il collo e la sollevò, stringendo forte, quasi a volerla strozzare

-Non dire mai più infamie del genere!I Deathgiver sono stati gli unici a ribellarsi ad un re che pensa prima alle sue tasche e poi al suo popolo!-

Gli sguardi dei due si incrociarono per un attimo.

Gli occhi di Christam avevano cambiato colore, adesso erano rossi come il sangue.

La ragazza tentava invano di allentare la presa d’acciaio che le avvolgeva il collo, ma solo quando stava veramente per soffocare il moro la mollò

-Che vuoi dire?- chiese la ragazza

-Sai perché tuo padre è stato ucciso?-

Il silenzio della ragazza fu più eloquente di mille parole.

-Tuo padre era uno dei capi dei Deathgiver, lavorava da anni ad un colpo di stato, insieme ai miei genitori-

La ragazza lo guardò stralunata, senza che riuscisse anche solo a fiatare.

-L’organizzazione aveva spie in qualunque settore, persino nell’Ordine del Tempio Bianco-

-Cheron- sussurrò la ragazza, ricordando il famigerato tradimento del Druido Spadaccino

-Esattamente, ma qualcosa andò storto, un traditore rivelò i piani dei Deathgiver al re, e l’arma finale che avrebbe permesso la sconfitta dell’Ordine, e di conseguenza del re, non era ancora pronta, quindi l’organizzazione segreta fu distrutta, e i suoi capi assassinati-

Il ragazzo si sedette su un cesto, continuando a parlare

-Ovviamente la notizia di tutti quei nobili uccisi non fu fatta trapelare, il popolo avrebbe potuto seguire l’esempio, e fu attribuita a “misteriosi criminali”-

La ragazza, che intanto era scoppiata in lacrime, si alzò

-Perché?Perchè mio padre l’ha fatto?Non poteva farsi gli affari suoi?Era molto stimato dal governo e non avevamo problemi finanziari!-

Il moro mostrò un’espressione disgustata, poi raccolse le sue armi e si avviò fuori dal vicolo

-Se ti sentisse tuo padre si rivolterebbe nella tomba per la vergogna!-

Se ne andò, con un umore nero come le piume del corvo, e con uno sguardo con cui avrebbe potuto uccidere qualcuno se lo guardava troppo

Avvolse nuovamente la spada nelle bende e la mise a tracolla, calandosi il cappuccio sul viso

-Povero Edward!Che schifo!-

Camminando sovrappensiero andò a sbattere contro un cartellone che riportava l’immagine di un grosso cinghiale ed il titolo “Il cinghiale nero”.

-Almeno una oggi mi è andata bene- commentò

Il locale era molto povero, una decina di tavolini sparpagliati qua e là e una scala che probabilmente portava alle stanze.

Notò subito l’oste alle prese con un paio di ubriachi e si avvicinò.

L’uomo portava un camice rosso con il classico grembiule bianco sporco, un paio di pantaloni neri logori e un cappello anche questo nero.

Aveva dei grossi baffi ed il pizzetto, molto grasso, ma con una faccia simpatica

-‘Sera signor oste-

L’uomo si voltò, lasciando gli ubriaconi a ridere come delle iene.

-Buonasera, come posso aiutarvi?-

-Mi serve una stanza per la notte ed una buona cena-

-Si accomodi al tavolo che la cena arriva, cosa le porto?-

-Un po’ di pane ed un po’ di stufato, magari anche un bicchiere di vino-

-Immediatamente-

Christam si sedette al tavolo che gli era stato indicato e si reimmerse nei suoi pensieri

 

Un bimbo dai capelli neri e gli occhi verdi stava rannicchiato in un angolo.

La stanza era lussuosa ma tetra, e il piccolo non sembrava a proprio agio

-Sei pronto Christam?-

-Per cosa?-

-Per il rituale-

-Papà io ho paura!-

-Tesoro, credi che se ti procurasse danno, papà te lo farebbe fare?-

-No papà!-

-Bene andiamo-

 

-Milord, lo stufato-

La voce dell’oste rimise in collegamento Christam con il mondo

-Ah si, scusi-

L’oste posò il piatto sul tavolo con un po’ di pane e se ne andò, brontolando qualcosa

Christam cominciò a mangiare, con il gomito appoggiato al tavolo e la testa appoggiata sulla mano.

Non aveva molta voglia di mangiare, difatti girava e rigirava quello stufato a non finire, i pensieri continuavano a tormentarlo.

Mise una mano al collo, prendendo un ciondolo che raffigurava una fenice di cristallo nero, con incise le parole incomprensibili

-Cheron….Dilan….Rosa….Edward-

Fece un gesto con la mano, come a voler scacciare i ricordi come mosche.

-Non è il momento, porca miseria!-

Si avventò con voracità sul piatto, tentando di tenere la mente occupata dal cibo.

Guardò gli ubriaconi che ridevano come dei pazzi.

-Se non fosse che finirei per fare qualche cazzata colossale mi unirei a loro-

Finì lo stufato in fretta e furia e si diresse dall’oste

-Vorrei una camera per la notte-

-Può andare, le camere sono tutte libere- disse l’uomo

-La ringrazio-

Il moro andò di sopra e si infilò dentro la prima camera che gli capitò a tiro.

Chiuse la porta e buttò il sacco con le armi in un angolino, per poi buttarsi nel letto.

Ora che era nel silenzio assoluto i ricordi erano ancora più vivi

 

-Chris…..stai…bene?- chiedeva una ragazza dai capelli biondi come il grano maturo

-No-

-Lo so che è stato orribile ma…-

-Ho ucciso un uomo, ti è chiaro il concetto, Rose?E se avesse un figlio?Quel figlio sarebbe orfano a causa mia!-

-Ma ti ricordo che tu saresti orfano se non l’avessi ucciso!-

-E questa ti sembra una giustificazione?-

-Sei impossibile!-

-Ti piacerebbe se uccidessero tuo padre?-

-Ci rinuncio!-disse la ragazza esasperata, alzando le mani al cielo

 

 

-Chris, pensi che finirà questa guerra?-

-Non lo so, Rose…-

-Pensi che vinceremo-

-E’ probabile, a che servirebbe l’ “Arma Segreta” se non a questo?-

-Sei insopportabile quando ti estranei dal mondo!- disse la ragazza, notando l’aria assente.

Christam guardò la ragazza, sorridendo

-Vuoi sapere se finirà questa guerra?Si, mi impegnerò a farla finire. Vinceremo?Chi lo sa!Però se ti toccano, io stermino l’intero Ordine!-

La ragazza arrossì di botto, mentre il moro scoppiava in una fragorosa risata

-Sei buffissima quando arrossisci-

-Vai a quel paese!-disse la ragazza allontanandosi.

Christam la prese per un braccio e la fece girare verso di lui.

-Sai che sei bellissima?-

La ragazza stava per dire qualcosa, ma il moro le tappò la bocca con un bacio mozzafiato

-Ti amo, Rose-

 

 

-Presto Chris!-urlò un ragazzo, entrando di soprassalto nella stanza del ragazzo

-Perché quella faccia spaventata, Dilan?-

-Ti verranno a prendere!Stanotte!Devi scappare!-diceva Rose, in preda alle lacrime

-Ehi ehi!Con calma!Spiegatemi che diavolo sta succedendo!-disse Christam alzandosi dal lettino

-Non so come, ma hanno scoperto tutto!Ti verranno a prendere stanotte!-

-Porco Aros!Come diavolo hanno fatto a scoprirci?-

-Una spia-sibilò Dilan

Christam mugugnò un’imprecazione a bassa voce

-D’accordo ragazzi, ma voi venite con me!-

-Si, così trovano la scusa per arrestare i miei!-

-Dilan ha ragione, io e lui resteremo qui!-disse Rose

Christam restò qualche secondo con lo sguardo perso nel vuoto

-D’accordo ragazzi!Scapperò prima che arrivino!Ma ora andate, non voglio che vi vedano qui, capiranno subito che mi avete avvisato-

-Dove andrai?-chiese Rose

-Danari o Rodera, poi vedrò, comunque uscirò dai confini-

La ragazza cominciò a piangere ancora di più

-Amore, ti prego non piangere- sussurrò Christam all’orecchio dell’amata-Giuro che ti vengo a prendere con gli eserciti della Eldenia-

-Promettimi-singhiozzò la ragazza-Promettimi che tornerai!-

-Te lo prometto-disse dandole un piccolo bacio-E poi ci sposeremo-

Alla ragazza sembrò mancare l’aria, l’aveva presa di sorpresa

-Cosa?-

-Hai capito bene, appena finirà questa guerra ci sposeremo!Quindi non mi posso permettere di morire-

La ragazza lo abbracciò, in lacrime

-E ovviamente, non ti azzardare a farti catturare, Dilan, mi serve un testimone-

-So il fatto mio, Chris-disse quello, alzando le spalle-Dai muoviamoci, lasciamolo preparare-

 

Christam aprì gli occhi, rendendosi conto di stare sognando

-Accidenti, mi sono addormentato senza rendermene conto…-

Prese di nuovo il ciondolo e si immerse nei suoi ricordi, quando venne interrotto da un rumore di passi per le scale

La cosa non lo allarmò più di tanto, fino a quando non si rese conto che i passi si avvicinavano sempre di più.

Prese la sua spada e la uscì dalle bende, pronto a combattere semmai fosse stato un nemico

Pochi secondi dopo bussarono alla sua porta.

-Christam Darkhand, sei in arresto per ordine di Sua Maestà!Esci fuori e arrenditi!-

Christam non se lo fece dire due volte ed uscì, dalla finestra, ritrovandosi nella stradina sotto la taverna

-Col cavolo che mi arrendo-

-Sicuro?-

Christam si voltò, rendendosi conto di essere circondato da cavalieri dell’Ordine, tutti a cavallo e tutti armati di tutto punto.

Al centro della formazione c’erano quattro cavalieri.

Uno era altissimo, quasi due metri, le spalle larghe ed una corazza verde.

Portava un’ascia con uno smeraldo incastonato.

L’altro aveva la corazza rossa, alto e smilzo, e portava una lancia tempestata di rubini.

L’altro era un arciere, la corazza di cuoio blu e l’arco di acquamarina nelle mani, con la freccia incoccata.

L’ultimo, quello che aveva parlato, fece venire i brividi al moro.

Portava un mantello nero stracciato ai bordi, il cappuccio calato sul volto ed un paio di stivali di pelle nera.

Le mani, che tenevano la presa nelle briglie, erano bianche e spettrali.

-Sapevate che sarei scappato dalla finestra eh?-

-Avevi questo vizio anche quando ti alleava lo Sterco Spadaccino- rispose il cavaliere con la lancia

Christam si alterò a quelle parole

-Non ti azzardare nemmeno a pensare a Cheron, brutto bastardo-

-Tsk, evito di farlo, mi fa ribrezzo- disse il cavaliere puntando la lancia verso il moro

Pensa maledizione pensa!

-E’ inutile, Christam, hai perso-

Christam si mise in posizione di guardia pronto a combattere e a morire.

Il cavaliere rosso si preparò a caricarlo con la lancia, ma, proprio quando il colpo stava per partire, successe qualcosa di assolutamente inaspettato.

Un cavaliere misterioso, avvolto in una cappa da viaggio, correndo a spron battuto prese al volo il moro e con difficoltà lo caricò sul cavallo e ricominciò a galoppare, lasciando allibiti i soldati.

-Prendetelo!Idioti!-urlò il cavaliere nero, indicando i due

-Sissignore!-

 

 

 

Erano arrivati molto lontano, grazie ad un’ottima conoscenza di vie, vicoletti e viuzze erano usciti dalla città in gran segreto, senza che le guardie se ne accorgessero.

Si erano accampati per la notte in un boschetto ad ore di cammino da Silo.

-Ti ringrazio per avermi salvato- disse Christam

-Di nulla, una volta per uno-rispose quello, abbassando il cappuccio.

Al moro gli prese un colpo a vedere il viso del suo salvatore.

Occhi azzurri come il cielo limpido e dei capelli colore del rame.

Riconobbe subito la ragazza del vicoletto.

-Penso di doverti delle scuse- disse la ragazza –ho detto delle cose orribili, se mio padre fosse stato vivo mi avrebbe mollato uno scappellotto che me lo sarei ricordato in eterno-

-Fa nulla, eri presa dalla scoperta e non hai ragionato su quello che dicevi-disse il ragazzo –ma ora sai che sei nei casini quanto me, vero?-

-Ho un baldo guerriero a salvarmi la pelle dall’Ordine, no?- chiese ironica la ragazza

-Ma che spiritosa, la Signorinella Noperchèmiopadrelhafatto!-

-Mi chiamo Stefany Ashe Afford!Ashe per gli amici-

-Christam Darkhand, per gli amici Chris-

Si diedero la mano, sorridenti, ma sulle loro spalle gravava il peso della speranza di un’intero continente

  
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