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Autore: Minina    26/02/2010    1 recensioni
[STORIA SOSPESA]
dal prologo:“prendi”
“cos’è?” chiese la bambina andando a fissare il compagno sedutosi vicino a lei.
“è un libro di favole no? Ti piacciono tanto” gli disse il bambino sistemandosi gli occhiali sul naso.
“io invece voglio che tu prenda questa così, quando ti sentirai solo, basta che tu la stringa forte forte a te e vedrai che io arriverò immediatamente; però quando lo farai dovrai chiudere gli occhi, promesso?”
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Spencer Reid
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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 Era una tiepida mattina di aprile e negli uffici del BAU e precisamente per la squadra di Aaron Hotchner, non si era ancora presentato alcun caso così i loro membri erano dediti a complicare e scrivere scartoffie sulle loro scrivanie.

L’agente Morgan era più che annoiato di qui pezzi di carta così, per distrarsi un po’, andò a prepararsi un caffè nella saletta relax dell’unità e tornato indietro con la tazza fumante fra le mani non si fermò alla sua di scrivania, bensì a quella del giovane Dr.Spencer Reid intento a frugare dentro la tasca del suo pantalone senza estrarla.

 

“che fai ragazzo?” gli chiese sedendosi sopra il tavolo

“finisco di completare il fascicolo sul caso di Pittsburgh” gli rispose Reid continuando a non volgergli lo sguardo

“elettrizzante” ironizzò il moro più annoiato che mai “che hai in tasca?” gli domandò allora curioso notando che Spencer non aveva ancora estratto la mano dalla tasca, ma che comunque continuava a frugarci dentro.

“nulla” disse togliendo e alzando immediatamente la mano andandola però a sbattere contro l’estremità della scrivania “ahia!”

“giusto, anche io inizio a frugare o a giocherellare con il nulla all’interno della mia tasca” continuò a stuzzicarlo ironico Morgan sorridendogli a scherno.

“sei così annoiato che ti interessa persino ciò che c’è nella mia tasca?” domandò il genietto crucciando gli occhi al collega che rispose un “si” divertito.

“dai, tira fuori quello che c’è li dentro e la finiamo!”

“sai, sai essere pesante alle volte Morgan!”  lo rimproverò guardandolo in volto con fare un po’ sarcastico senza accorgersi che dalla tasca era uscita un’estremità di una catenella d’oro.

“cos’è?” fece Morgan andando a sfilare la catena curioso come un bambino

“Moragn ridammela!”

 

Morgan fissò quello strano ciondolo, era tutto d’oro a forma di goccia con incastonata all’interno una pietra azzurra molto lucida e con una catena non molto ampia di circonferenza; Reid guardava il collega perplesso per l’espressione scrutatrice che aveva assunto.

 

“potresti ridarmela?” chiese nuovamente con la sicurezza di un piccolo cucciolo.

“da dove salta fuori?” domandò il moro porgendogli la collana senza cambiare la sua espressione di curiosità

“è un ricordo” spiegò lui velocemente e a voce bassa “me lo regalò una persona a cui tengo ancora molto, almeno credo”

“da quanto tempo non vedi questa persona?”

“…17 anni” terminò il ragazzo spostando lo sguardo dall’amico all’oggetto che stringeva nella mano.

 

In quel momento dentro di se si sentì bene, certo, si fece sentire un po’ di malinconia, ma come ogni volta che guadava e stringeva quella collana si sentiva bene e non poteva far altro che sorridere, seppur leggermente. Gli mancava quella bambina dagli occhi blu, gli mancava tantissimo.

L’amico non gli rispose limitandosi a sorridergli di cuore potendo immaginare ciò che in quel momento provava, Derek gli poggiò una mano sulla spalla attirando il suo sguardo e dicendogli “se il fato vorrà, un giorno vi rincontrerete”.

Reid non capì quella frase dato che lui non credeva nel fato, ne nel destino ne in qualsiasi altra “entità superiore”, ma prima che potesse chiedere un chiarimento a Morgan, JJ fece la sua entrata nell’open speace chiedendo a tutti di riunirsi nella sala riunioni, finalmente era arrivato un caso.

 

“JJ informaci” la incitò Hotch sedendosi su una delle sedie che circondavano il tavolo.

“tre donne tra i 30 e i 35 anni di Boston trovate uccise nei loro appartamenti, stesso modus operandi, strangolate. La prima vittima Mary Simons, è stata uccisa circa un mese fa mentre la seconda e la terza, in corrispondenza Kelly Nich e Nicole Cooper, sono morte a differenza di circa due settimane”

“come mai ci hanno chiamato?” la interruppe Emily Prentiss mentre quadrava attentamente la fotografia dell’ultima vittima

“tutte e 3 le donne prima di venire uccise stavano per stipulare un contratto con la casa discografica D&M, erano a pochi giorni dal concluderlo” spiegò la bionda mostrando sul monitor l’immagine dell’edificio della casa discografica

“come si chiama il proprietario” domandò Rossi

“Glenn Lowell” rispose Hotch togliendo la parola a JJ

“si parte Boston allora?” chiese Morgan

“si, partiamo tra un paio d’ore al massimo” terminò definitivamente Hotch alzandosi e uscendo dalla stanza.

 

E così fecero, partirono poco meno di un’ora dopo con il Jet privato della squadra sistemandosi nei morbidi sedili e continuando a discutere sul caso cercando già di strutturare una bozza di profilo.

 

“l’omicidio è brutale, lo strangolamento è stato eseguito molto lentamente così da far soffrire la vittima, non c’è stato segno di violenza sessuale e l’SI sicuramente non conosceva le donne” determinò Hotch

“può essere che l’SI possieda odio contro le persone e più specificamente contro le donne che vogliono stipulare un contratto con questa casa discografica?” ipotizzò Prentiss

“perché solo queste tre donne però?” la corresse Morgan guardano le foto.

 

Tutt’un tratto i profiler vennero interrotti dal suono della voce dell’informatica Penelope Garcia che dall’altro capo del monitor del computer in dotazione alla squadra, stava per dar loro delle nuove notizie riguardanti le donne uccise.

 

“Heilà zuccherini, ho delle belle –se così possiamo dire- notizie per voi!”

“dicci Garcia” la incitò Rossi

“queste tre povere donne uccise erano le uniche, in quest’ultimi mesi, che avevano proprio dai 30 ai 35 anni nel ultimo passo verso la cara celebrità”

“quindi l’SI si sta concentrando su una certa categoria” confermò Reid avvicinandosi al monitor

“esattamente ragazzo!”

“bene” si intromise Hotch “io, JJ e Rossi andremo direttamente in centrale mentre voi altri andrete alla casa discografica e avvertite di non stipulare contratti almeno finché non troveremo l’SI”

 

e così mentre Hotch, JJ e Rossi si trovarono in centrale iniziando a tracciare un profilo geografico mantenendo un silenzio stampa, il secondo trio si avviò in SUV verso la casa discografica D&M.

Non ci misero molto ad arrivare e non appena scesi dall’auto davanti a loro si propose un imponente edificio di un certo grigio scuro dal quale uscivano ed entravano parecchie persone, molte delle quali attaccate ad un telefono cellulare o ad un’agenda elettronica; la hall era molto ampia e presentava a bizzeffe poltroncine d’attesa nelle quali erano sedute molte persone, mostrando il distintivo i tre si fecero immediatamente portare nell’ufficio del capo Glenn Lowell che un po’ sconvolto li ricevette senza opposizione.

Glenn era un uomo sulla cinquantina dai capelli brizzolati e da una poco visibile pancietta che si notava a malapena sotto una giacca grigia e una camicia bianca, indossava dei pantaloni del medesimo colore della giacca mentre poco si curava delle scarpe dato che erano entrambe slacciate. Il signor Lowell li fece accomodare.

 

“lei sa che le donne uccise erano tutte e tre in procinto di stipulare un contratto con lei e che erano tutte fra i 30 e i 35 anni?” iniziò a interrogarlo Morgan

“si, purtroppo lo so e non me lo so spiegare” rispose calmo l’uomo sprofondando ulteriormente nella sua poltrona “Mary, Kelly e Nicole erano tutte ottime musiciste e avrebbero sicuramente sfondato nel mondo della musica, è un vero peccato che se ne siano andate” continuò dispiaciuto

“lei sa se c’era qualcuno che odiava quelle tre donne? Non so, un qualche impiegato qua dentro” chiese Prentiss

“che io sappia no, siamo tutti molto collaborativi qua dentro”

“prima di Mary quando c’è stato l’ultimo contratto con una donna della loro stessa età?” domandò Spencer iniziando a giochicchiare con le mani

“tra i 30 e i 35 anni? Credo un anno fa…” rispose il signor Lowell

“il fattore scatenante deve essersi manifestato tra gli ultimi 6 mesi” continuò il ragazzo

“sei mesi? Non dovrebbe essere da almeno dodici?” domandò l’uomo dal retro della scrivania d’ebano

“dodici mesi è un arco di tempo troppo lungo, si sarebbe sfogato in qualche altro modo” spiegò Prentiss

 

in quel momento vennero interrotti dalla suoneria del cellulare di Morgan che squillò imperterrita finché non rispose alla chiamata; era Garcia.

Il moro uscì dall’ufficio lasciando i colleghi all’interno sperando che scoprissero qualche altro dettaglio magari importante; ascoltò Garcia attentamente che, usufruendosi dei suoi soliti giochi di parole, lo informò che sulle schiene delle tre vittime fu disegnato un pentagramma con certe note musicali interrotte da spazi incompiuti, il tutto post mortem e con una penna con al posto dell’inchiostro una soluzione di Kina nera e rossa.

Garcia gli mandò un’immagine dei tre corti arrangiamenti musicali sperando che, forse, il genietto potesse risolverli.

 

“hei ragazzi, guardate che c’era dietro la schiena delle tre vittime” disse Morgan entrando nuovamente nell’ufficio e mostrando le foto ai colleghi attraverso lo schermo del telefono

“cosa sono” domandò Prentiss perplessa

“sono arrangiamenti musicali” le spiegò Reid “in chiave di Sol a quanto pare”

“le dicono qualcosa questi?” domandò Morgan a Lowell mostrandogli una fotografia

“non molto così come sono…però”

“però?” chiese nuovamente Morgan

“però c’è una persona che può capire a che canzone appartiene –sempre che ne appartenga a qualcuna- e se è così può trovare l’autore e può anche completarla”

“chi è? Può chiamarcela?” domandò Reid

“certo” assicurò Glenn andando a premere il pulsante del telefono collegato alla segretaria “signorina Stircker può chiamarmi Shill per piacere? Le dica che è urgente”

 

dopo non molti minuti nell’ufficio entrò la figura di una giovane donna, sicuramente con non più di 25 anni, castana, snella e ben vestita, con un enorme cura per se stessa e per i suoi oggetti; apparentemente sembrava una ragazza acqua e sapone, senza trucco in viso e probabilmente lo era anche caratterialmente, lo si poteva notare scrutando nei suoi occhi, dei magnifici occhi blu che lasciarono il giovane Dr.Reid completamente confuso e spaesato.

Quegli occhi gli ricordavano tremendamente lei, la bambina dagli occhi blu di 17 anni fa; che fosse proprio lei?

 

 

Eccomi con il 1° e vero capitolo di questa storia, spero vi piaccia e sappiate che comunque questo è un capitolo di passaggio perciò non ne succede un granchè, dal prossimo la storia inizierà a farsi più interessante e intrigante.

Grazie mille per quelli che hanno dedicato un po’ del loro tempo a leggere il prologo e spero che se continuerete a seguirmi anche questo capitolo almeno un po’ vi piaccia, anche se è di passaggio. =)

 

Nihal93: anche io amo le yaoi e le leggerei tutto il giorno (soprattutto tra Morgan e Reid!) però non sono molto brava a scriverle  ^^’

Cercherò di mettere tutto il mio impegno nello scrivere bene questa storia etero sperando che sia di tuo gusto =)

Grazie per la recensione

 

LadyArtemis: sono felice che tu ti stia emozionando, mi ha fatto molto piacere che tu me lo abbia detto hihi ^//^

Che sarà stupenda lo spero tanto anche se sarà un po’ difficile scrivere essendo questo un maledettissimo periodo di compiti di recupero a scuola! L’idea mi è venuta pensando al mio libro di favole del fratelli Grimm ahah X)

Ne approfitto per farti anche i miei complimenti per la tua di storia=)

Grazie per la recensione e per il tuo tempo=)=)

   
 
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