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Autore: Antinea    26/02/2010    2 recensioni
[...]Continuavi però a tenere gli occhi bassi, quasi chiusi. Volevi che non me ne andassi, però non alzavi lo sguardo per incontrare i miei occhi, che ti avrebbero sempre amato...sempre, per l'eternità. Provai a chiamarti, ma tu non mi sentivi.[...]
Sali nella vecchia macchina di tuo padre, che ti sorride, stanco, ma sollevato. Tu gli rispondi con la stessa espressione, e gli carezzi il viso antico.[...]
Genere: Triste, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Allungai le mani verso di te, per asciugare quelle lacrime che scendevano silenziose sul tuo viso. Non sapevo perchè tu piangessi, ma allo stesso tempo qualcosa mi diceva che era colpa mia.
Tu non ti scostati da me, ma non fermasti nemmeno le tue lacrime, che continuavano a bagnarti il viso giovane e delicato, mentre  al petto stringevi di più il medaglione che ti avevo regalato per il nostro primo anniversario. Volevi qualcosa che ti ricordasse di me, che non mi lasciasse andare via.
Continuavi però a tenere gli occhi bassi, quasi chiusi. Volevi che non me ne andassi, però non alzavi lo sguardo per incontrare i miei occhi, che ti avrebbero sempre amato...sempre, per l'eternità.
Provai a chiamarti, ma tu non mi sentivi.
"Perchè piangi amor mio?" ti poggiai una mano sulla pancia e l'unica risposta fu un singhiozzo.
Ti guardai, mentre ti piegavi sulle ginocchia, piccola, come non ti avevo mai visto prima.
Ti sedesti per terra, come una mandicante che chiede l'elemosina sulle scale di una chiesa.
Freddo anche tu sentivi, per il dolore nel cuore e per il duro pavimento di marmo sutto le tue gambe.
Tua madre ti si avvicinò lentamente, come un fantasma solitario che vaga di notte nel suo castello vuoto.
"Lo sai che non tornerà", ti dice e tu singhiozzi di nuovo e ti fai alzare da lei. Non hai forze e mi si spezza il cuore, perchè io non volevo ridurti così.
Tremi ancora e continui a non voler andar via, nonostante non riesci ad opporti alla forte volontà di tua madre.
Ti rincorro e per poco non inciampo, ma tu continui a non sentirmi, sei troppo delusa, stanca e...arrabbiata e non con tu madre che ti porta via, ma con me.
Mi fermo...se c'è rabbia significa che stai meglio, che fra poco non soffrirai più così tanto.
Continuo a seguirti, ma adesso più lentamente, resto a pochi passi da te, ogni volta che incontro un viso conosciuto tento di nascondermi, ma loro non mi notano, troppo presi a constatare la loro vita.
Sali nella vecchia macchina di tuo padre, che ti sorride, stanco, ma sollevato.
Tu gli rispondi con la stessa espressione e gli carezzi il viso antico.
Poi ti volti verso il luogo sacro e tristemente sorridi, vedo i tuoi occhi, leggermente accesi di vita, fissare un punto indeterminato, mentre lanci un leggero bacio, lì dove mi sono posizionato io.
Debolmente ti sorrido anche io, nonstante tu non possa vedermi.
Non potrai mai dimenticarmi e io ti sarò sempre accanto, nel modo che mi è concesso e fin quando tu lo vorrai.
Per la prima volta da mesi, non mi aggrappo al tuo luttuoso vestito nero e ti prego, urlando, di non lasciarmi e di tornare da me, da quello che pensi adesso sia il luogo in cui riposo.
Ti guardo negli occhi e ti sussurro dolcemente: "Sii felice amore mio", non puoi sentire le mie parole, ma la mia serenità ti raggiunge, così come il tuo amore continua a scaldarmi.

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Mi sono commossa da sola sta sera...saro' stupida...
  
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