James.

-Jamie,dove sei?-gridò Ginny entrando come una furia nella stanza di suo figlio James Sirius Potter, il più scatenato e malandrino bambino di 6 anni che potesse esistere al mondo.

Ma lui non c’era nella sua camera,che veniva chiamata da tutti “La Tana del Quiddicth”per via di tutti i poster,i modellini di manici di scopa che vi erano sparsi e decorazioni di pluffe e boccini che guarnivano le coperte del letto e le ante dell’armadio.

-James,dove ti sei cacciato?!-

In quel momento fuori al corridoio si sentirono dei passi e Ginny si voltò. Vide il bambino che correva verso le scale ed infuriata uscì fuori.

-James!-

Lui la vide e naturalmente se la diede a gambe,nel tentativo di raggiungere la sala.

Ginny iniziò a seguirlo. Doveva assolutamente metterlo in punizione dopo quello scherzo che aveva fatto a suo fratello Al.

Finalmente arrivò in salotto dove James cercava di aprire la porta che dava sul giardino,che era però chiusa a chiave. Il bambino si voltò terrorizzato verso la madre.

-Mamma…ecco…qual buon vento ti porta qui?-disse con un sorriso falso cercando un modo di svignarsela. Ginevra Molly Weasley in Potter sbottò.

-TU SEI IMPOSSIBILE,JAMES! IMPOSSIBILE! SI PUÒ SAPERE COS’HAI CONTRO TUO FRATELLO?!!! CHE BISOGNO C’ERA DI BUTTARE TUTTA QUELLA COLLA DEI TIRI VISTI WEASLEY DENTRO LA SUA STANZA?! NON IMMAGINI CHE PAURA SI È PRESO ALBUS! SE LUI L’AVESSE FATTO A TE COME AVRESTI REAGITO?!-

Mentre Ginny continuava il suo monologo James cercava di non sbadigliare per la noia.

-IO COSÌ NON POSSO ANDARE AVANTI,SEI UN…-

Il bambino si sentì montare dentro la rabbia. In fondo non c’era bisogno di urlare così per uno stupido scherzo.

-SEI IN PUNIZIONE PER DUE SETTIMANE! SCORDATI DI ANDARE A GIOCARE CON I TUOI CUGINI!-

James strinse i pugni conficcandosi le unghie sulla mano. Ignorando il dolore,concentrò la sua vista su una tazza di porcellana pregiata che si trovava su un mobiletto di legno scuro. Era una tazza molto bella,colorata e decorata da dei ghirigori.

-QUANDO VIENE TUO PADRE PARLEREMO PERCHÉ DEVI SMETTERLA DI COMPORTARTI IN QUESTO MODO,CAPITO?! SE PROPRIO VUOI FARE UNO SCHERZO A TUO FRATELLO CHE ALMENO NON SIA PESANTE….-

Non la sopportava più. Combinare malandrinate era la passione di James. Perché sua madre voleva impedirgli di essere se stesso? E nel frattempo la rabbia che gli ribolliva nel corpo sembrava voler far scoppiare il bambino che si concentrò ancora di più sulla tazza. Come se volesse riversare su di lei quell’energia.

-INOLTRE ALBUS È TUO FRATELLO E DEVI RISPETTARLO,CAPITO?! E DEVI OBBEDIRMI PERCHÉ IO SONO TUA MADRE ED ESIGO CHE…-

Crach!

Con un assordante rumore la tazza che James stava fissando con intensità andò in pezzi.

I frammenti di porcellana volarono per tutta la stanza,uno di loro saettò graffiando la manica della camicia di Ginny e tutti gli altri caddero a terra. Il bambino fissò a bocca aperta ciò che aveva combinato e si guardò le mani.

Ginevra Weasley intanto fissava suo figlio mezza arrabbiata e mezza felice.

-Allora,mamma…-sorrise James allegro.-Mi perdoni,vero? Ho solo compiuto la mia prima magia.-