Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: ScudoDiTiglio    27/02/2010    1 recensioni
Cosa succederebbe se una giovane studentessa di Hogwarts e i suoi compagni, discendenti di Harry e i suoi amici si ritrovassero di colpo a caccia di preziosi manufatti magici di cui nemmeno il defunto professor Silente è mai venuto a conoscenza, le Reliquie del Triangolo per l'appunto, e dovessero indagare a fondo sull'inquietante Magia Nera che risucchia navi e aerei Babbani nelle profondità del misterioso Triangolo delle Bermuda e approdare nell'antica Biblioteca di Alessandria per sventare la minaccia dello slittamento dell'asse terrestre a opera di Inferi, Dissennatori e Spiriti Maligni? Cosa c'entra la celebre Auror Hannah Prettor con tutto questo? Dove ha trascorso la sua giovinezza? E Sirius Black? E ancora, se durante le indagini si venisse a sapere che forse Harry e i suoi tre figli non sono gli unici Potter rimasti? Per risolvere questi enigmi Lelly dovrà chiedere l'aiuto del celebre Ermete Trismegisto, tre volte grande, e dell'unica stirpe di Elfi Empirei rimasta in Gran Bretagna. Probabilmente uno di loro è già molto vicino a lei...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 






Bonjour le Monde! XD Per pubblicare questa fanfiction mi ci è voluta l'ira di Dio, ma finalmente eccoci qui!!!

[In nomine patris, et fili, et spirictu santi, AMEN! Nd voi]. Dunque, quest'idea nasce come possibile risposta ad un interrogativo piuttosto frequente tra i lettori di Harry Potter: Cosa mai potrebbe accadere ai figli dei protagonisti della saga dopo la caduta di Voldemort? Anche se la figlia di Harry e Ginny in realtà si chiamerebbe Lily, poiché ho sempre immaginato una possibile protagonista il cui nome intero fosse Liliana con abbreviazione Lelly, proprio lei sarà tra i personaggi principali. I suoi compagni altri non saranno che i figli dei nostri eroi di cui si parla brevemente alla fine del settimo libro, con l'aggiunta però di qualche personaggio inventato da me. Spero inoltre che mi perdonerete per altri piccoli cambiamenti riguardo all'età dei ragazzi (James, Lelly e Albus frequenteranno nell'ordine il settimo, il quarto e il primo anno, mentre Rose sarà al sesto). Un ultima cosa: non vi spiacerebbe se, secondo questa storia, fosse stata l'Auror Hannah Prettor (nuovo personaggio) a uccidere Bellatrix Lestrange anziché Molly Weasley, e se Fred, Lupin e Tonks fossero ancora vivi, vero? ^^

Perfetto, ora vi lascio in pace una volta per tutte ^^

Buona lettura, spero vivamente che questa storia, sarà di vostro gradimento * * (Fermo restando che si tratta di un esperimento, quindi vi prego di non aspettarvi un chissà quale capolavoro...)

 

P.S: Colgo l'occasione di ringraziare calorosamente la mia carissima amicuccia Lally92 per

la sua magnifica recensione della mia precedente fanfiction “Sarà una realtà...”

Conto in un tuo preziosissimo parere anche su questa storia ^ _-

 

 

I

MANGIAMORTE DI RITORNO?

 

Quell'anno l'autunno arrivò presto, il sole splendeva alto nel cielo spruzzando i tetti di Diagon Alley di una luce dorata, ma, nonostante fosse l'ultimo giorno di agosto l'aria era piuttosto frizzante e una leggera brezza scuoteva le vetrine di vetro colorato del numero 94, che ospitava il negozio di scherzi Tiri Vispi Weasley. La sinistra riluceva di un assortimento di oggetti che giravano su se stessi, esplodevano, lampeggiavano e strillavano, la cui sola vista faceva lacrimare gli occhi dei maghi e delle streghe affollati intorno ad essi.

La vetrina di destra invece era coperta da un poster gigante viola, stampato a gialle lettere lampeggianti che recitavano:

Perchè hai paura di Tu-Sai-Chi?

MEGLIO aver paura di

NO-PUPÙ-NO-PIPÌ

La Sensazione di Occlusione che Stringe la Nazione!

 

Naturalmente Voldemort era stato sconfitto venticinque anni prima dal leggendario Harry Potter, ma i suoi cognati Fred e George Weasley, proprietari del negozio di scherzi, uno dei più visitati di Diagon Alley, avevano deciso di lasciarlo “in memoria dei bei vecchi tempi”, come li chiamavano loro.

E proprio la figlia di quell'uomo noto a tutto il mondo della Magia, in quel momento correva a zig zag nel tentativo di non finire addosso ad un gruppo di festanti bambini di una decina d'anni, forse meno, che osservavano un minuscolo omino di legno che saliva i gradini di una vera forca sopra una scatola che recitava: 'Impiccato Rimpiccabile – Se sbagli si impicca'.

<< Papyrus! >> gridò Liliana Potter – Lelly per familiari e amici – precipitandosi verso il fondo del negozio, con i grandi occhi verdi sgranati alla vista di una pelosa palla di pelo beige con nere macchie di leopardo lunga quanto due mani, che saltava su uno dei suoi oggetti preferiti del negozio: un espositore di giochi di prestigio con le carte e le corde.

<< Scusate! >> farfugliò la quattordicenne dai lunghi capelli rossi, aprendosi un varco tra un gruppo di strampalate streghe di campagna che indossavano perlopiù mantelli dei colori della terra.

<< Ah! Ah! Ti ho preso! >> esclamò trionfante afferrando il Gatto Nano dalla piccola e paffuta testa pelosa regalatole proprio dagli zii tre anni prima, prima che rovinasse il marchingegno.

<< Ti ho detto tante volte che devi rimanere vicino a me quando siamo in negozio! >> lo rimproverò portandolo con sé verso il bancone intorno al quale erano sistemati scaffali colmi di Merendine Marinare, Torrone Sanguinolento e bacchette trabocchetto, dalle più economiche, che si trasformavano in polli di gomma o mutande quando venivano agitate, alle più costose che picchiavano il possessore sulla testa e sul collo. E non potevano certo mancare le numerose scatole contenenti piume nelle varietà Autoinchiostrante, Autocorreggente e Rispostapronta.

<< Ah, vedi che figure mi fai fare? >> sussurrò la ragazza dai lunghi capelli rossi al micio cicciottello, vedendo un anziano mago calvo, con indosso un mantello verde acido che copriva il suo completo gessato, ad attendere di fronte alla cassa. Infatti, ormai da un annetto buono, nei periodi in cui non frequentava Hogwarts, Lelly aiutava i suoi zii in negozio come commessa.

<< Prego >> disse al vecchietto una volta che si fu sistemata dietro al bancone, dopo avervi posato sopra Papyrus e avergli dato un gomitolo rosso che il gattino si rigirava tra le zampette un poco più grosse del normale.

Rivolgendole un sorriso sdentato, il vecchio mago appoggiò sul bancone una coppia della Gazzetta del Profeta per passarle una scatola contenente le particolari piume prima elencate. << Sai, per i miei nipotini! >> commentò ridacchiando.

Lelly sorrise passando le piume una per una sotto il lettore ottico per controllarne il prezzo, << Anche i miei nonni ci facevano spesso regalini del genere, quando eravamo più piccoli >> si ricordò. Ormai aveva imparato a non essere timida con i clienti e a farli chiacchierare quando ne aveva l'occasione.

<< Tuo nonno è Arthur Weasley, vero? >>

Lelly bloccò la mano a mezz'aria sgranando gli occhi. Certo, naturalmente sapeva che la sua famiglia aveva molti amici e conoscenti tra i maghi, però la facilità con cui questi la individuavano o come la figlia di Harry Potter oppure come la nipote di Arthur Weasley, come in quel momento, non mancava mai di lasciarla leggermente spiazzata.

<< E Lei come fa a conoscerlo? >> gli domandò stupita.

<< Eh! >> rispose il vecchio, << Devi sapere che eravamo colleghi prima che cominciasse a dirigere l'Ufficio Intercettazione e Confisca di Incantesimi Difensivi e Oggetti Protettivi Contraffatti! >>

<< Ah be', dovevo immaginarlo >> rispose Lelly in tono conciliante, mentre un altro pensiero le passava per la testa, “Ma è proprio necessario che il nome dell'Ufficio di mio nonno sia così lungo?

Infatti per lei ricordarselo per intero equivaleva ad un'acrobazia, però c'era anche da dire che ci riusciva sempre meglio di quel grandissimo sbadato di suo cugino Hugo, che nel dirlo s'impappinava continuamente!

<< Sono undici falci >> disse poi riordinando tutte le piume nella scatola per poi infilarla in un sacchetto di lino, prima di ricevere dal vecchio mago undici monete d'argento e sistemarle nella cassa.

<< Arrivederci >> lo salutò poi consegnandogli l'acquisto, << Torni presto a trovarci e auguri ai suoi nipoti un buon inizio del primo anno a Hogwarts! >>.

<< Grazie! Grazie! >> gracchiò lo strampalato vecchietto afferrando il sacchetto e facendo voltare i parecchi adolescenti accalcati intorno a un grosso espositore lì vicino, davanti a cui era sistemato un manifesto con l'immagine coloratissima di un ragazzo e una ragazza in estasi sul ponte di una nave pirata. Il cartello accanto ad esso recitava: “Un semplice incantesimo ed entrerete in un sogno a occhi aperti lungo trenta minuti, di alta qualità e assolutamente realistico, facile da inserire in una tipica lezione scolastica e virtualmente inintercettabile (gli effetti collaterali includono espressione vacua e rivolo di bava). Vietata la vendita ai minori di sedici anni”.

<< E non dimenticare di salutarmi tanto tuo nonno! >> canticchiò poi, cominciando a incamminarsi verso l'uscita.

<< Da parte di...? >> volle sapere la ragazza.

<< Come?! >> esclamò l'anziano mago, una delle mani ossute già sulla maniglia della porta di vetri colorati cambiata all'inizio dell'estate.

<< Il suo nome >> rispose lei aggrottando leggermente le sottili sopracciglia rosse, << Così nonno Arthur potrà sapere... >>.

<< Uh, certo! Che sbadato! >> la interruppe il vecchio battendosi una mano ossuta sulla testa calva, << Mi chiamo Harold Grey! Digli così, capirà sicuramente! >> e, dopo un ultimo sorriso sdentato, si voltò pronto a uscire.

Lelly scosse la testa ridacchiando per l'evidente stranezza di parecchi dei clienti del negozio e, voltandosi verso il giocoso Papyrus, si accorse della coppia della Gazzetta del Profeta lasciata lì dal vecchio Harold Grey.

<< Aspetti! >> esclamò afferrando il giornale e sporgendosi oltre il bancone.

<< Ha dimenticato la sua...>> ma l'anziano era già fuori, inoltre il richiamo le morì in gola, quando il suo sguardo catturò la foto in bianco e nero di una donna sorridente più o meno sulla cinquantina, dai luminosi occhi scuri, i lisci capelli, sempre scuri, che le arrivavano fino alle spalle coprendole il collo e le orecchie, con indosso la divisa degli Auror, l'immagine faceva un cordiale cenno di saluto alla telecamera.

Per mille gufi! Non può essere...” esclamò mentalmente quando i suoi occhi caddero sull'articolo proprio sotto alla foto, che recitava:

 

30 AGOSTO: MISTERIOSA SPARIZIONE AL MINISTERO DELLA MAGIA

Durante la notte tra il 30 e il 31 Agosto, la celebre

Auror Hannah Prettor (Ordine di Merlino Prima

Classe, Profetessa e Alchimista, Membro Confede-

derazione Internazionale dei maghi), Capo della

Squadra Speciale Magica, mentre svolgeva i suoi

compiti al Quartier Generale degli Auror come ogni

sera, è scomparsa in modo assai misterioso.

Il fatto più sconcertante è che il suo più stretto colla-

boratore, l'altrettanto illustre signor Harry Potter,

entrando nel suo ufficio al Ministero della Magia, lo

ha trovato in ordine come la Signora Prettor era solita

lasciarlo, inoltre non era presente nemmeno il minimo

segno di lotta. << Faremo tutto ciò che è in nostro

potere per ritrovare il nostro Capo >> ha dichiarato

il signor Ernie Macmillan, un altro degli uomini della

sua Squadra.

Sicuramente non mancano le voci secondo le quali il

probabile motivo della sparizione della celebre Auror

potrebbe (il condizionale è d'obbligo) essere il suo

rapimento perchè tacesse la propria scoperta riguardo

ad alcune faccende illegali e non avesse la possibilità di

testimoniare contro gli indiziati. Il signor Potter, incaricato

di dirigere le operazioni di ricerca, non ha rilasciato alcuna

dichiarazione al riguardo, ma si è limitato ad assicurare che

non si darà pace finché la celebre Auror non sarà ritornata

tra noi e non avrà ripreso il suo posto al Ministero.

 

Impossibile!” pensò Lelly arrotolandosi nervosamente intorno al dito un rosso ciuffo che le scendeva trasversalmente sulla fronte, “Sono proprio dei mostri!

Non poté fare a meno di pensare che la sparizione della celebre Auror era pericolosamente simile a quelle avvenute durante la guerra contro il Signore Oscuro parecchi anni addietro.

Prese in mano il giornale e fece per portarlo a suo zio Fred, che trafficava nel retrobottega, per mostrargli l'articolo, quando l'improvviso tintinnio delle campanelle che pendevano dall'acchiappa sogni appeso alla porta la fece sussultare. Si voltò e vide che una ragazza alta quanto lei ma poco più massiccia, dalla pelle color mogano, i lunghi capelli neri ornati da due treccine ai lati, gli occhi di un castano scurissimo, con indosso una giacchetta verde militare e pantaloni militari si apprestava ad entrare. Era la sua migliore amica, Amina Jordan, con cui Lelly era cresciuta come se fossero state sorelle, poiché il padre di lei e i suoi zii Fred e George erano amici fin dai tempi della scuola, e portava due coppette di gelato acquistate lì di fronte, alla gelateria Fortebraccio.

<< Ed ecco Lelly Potter nella sua tenuta professionale! >> esordì allegramente alludendo alla camicetta e i pantaloni magenta del personale di Tiri vispi Weasley e avvicinandosi al bancone per porgere all'amica la coppetta al gusto di zucca, che, ancora turbata per ciò che aveva appena letto, si limitò ad un sorrisino contratto.

<< Poco fa ho incontrato Albus che entrava da Madama McClan a comprare la divisa di Hogwarts assieme a tua madre e Hagrid >> la informò come se non si fosse accorta dell'aria pensosa della rossa, << Era molto emozionato, troppo carino! >> commentò sorridendo e gustando il suo gelato.

<< Già >> rispose Lelly guardando in lontananza, quasi come se la gente che affollava il negozio fosse trasparente, << Quest'anno anche Al comincia a studiare a Hogwarts... >>

Amina aggrottò le scure sopracciglia sorpresa dal tono piuttosto distaccato con cui la sua amica parlava del proprio fratello più piccolo. Infatti era probabilmente la sola persona che conoscesse ad essere così unita ai suoi due fratelli, contrariamente a Rose e Hugo, ai quali bastava la minima sciocchezza per accapigliarsi. Per non parlare di lei e suo fratello Nicholaus, che dall'indomani avrebbe cominciato a frequentare il quinto anno a Hogwarts, poiché vivevano come due sconosciuti sotto lo stesso tetto.

<< Cos'hai, Lelly? >> le chiese con tono perplesso, << Mi sembri strana... >>

<< Scusa >> sussurrò la rossa Potter riscuotendosi, << È che ho appena saputo... beh leggi >> e spinse il giornale verso l'amica.

Lelly vide che lo sguardo della scura si faceva sempre più serio man mano che andava avanti nella lettura.

<< Oh caspita! Questo sì che è grave! >> esclamò Amina rialzando gli occhi e restituendole il giornale, << Forse comincio a intuire perchè mio padre è uscito di casa in tutta fretta stamattina presto, mentre noi ancora dormivamo... >>

<< Pensi che sia per il caso di Hannah Prettor? >>

<< Non saprei spiegarmelo in altro modo, in fin dei conti spesso si è trovato a collaborare con lei, tuo padre e gli altri della Squadra Speciale Magica... >>

<< Io non l'ho ancora visto stamattina, ma immagino che anche mio padre sia sconvolto >> commentò Lelly tristemente osservando il cielo oltre le vetrine, che le pareva più scuro rispetto a prima,<< In fin dei conti la Prettor era... è il suo Capo... >>

<< Ma tu la conosci? >> le domandò improvvisamente la ragazza dalla pelle color mogano.

<< Chi? >> esclamò sorpresa la ragazza dai capelli rossi, che si era soffermata ad osservare la foto della celebre Auror, cadendo letteralmente dalle nuvole.

<< Hannah Prettor! >> le rispose Amina con l'aria di qualcuno che sta per urlarti “Sveglia!”, << Insomma, capisco che ti preoccupi per il Capo di tuo padre, però... >>

<< Da quand'ero piccola >> la sorprese Lelly.

<< Che cosa?! >>

<< Sì, avevo soltanto cinque anni il giorno in cui l'ho conosciuta >> mormorò prendendo in braccio Papyrus e cominciando a grattargli dolcemente il folto pelo.

<< Quella volta mio padre sarebbe stato impegnato con il Ministro della Magia per l'intera giornata, e mia madre avrebbe dovuto fare un'intervista ad Hannah Prettor per il Cavillo. James aveva avuto il permesso di andare a vedere i draghi da zio Charlie, mentre Albus e io saremmo dovuti rimanere alla Tana con nonna Molly...

 

La porta del malconcio casotto di pietra dove i nonni Arthur e Molly tenevano le scope, e di fronte al quale si vedeva la sagoma storta della Tana, si socchiuse cigolando permettendo a una bambina, dai lunghi capelli rossi legati in una coda di cavallo e gli occhi verdi, di fare capolino. La piccola Lelly Potter si fermò con tutti i sensi in allarme per controllare che sua madre, Ginny, e sua nonna Molly, attirate dal cigolio uscissero in giardino attirate dal cigolio. Certo, naturalmente loro avrebbero dovuto avere le Orecchie Oblunghe per sentirlo da dentro casa, però si sa che quando si compie una “missione” persino il sussurro sembra il rumore più forte del mondo.

Appurato che non arrivava nessuno, la bambina sospirò sollevata e uscì del tutto per attraversare il viottolo di campagna correndo a zig zag come un topolino fino alla Wolf grigio bluastra che sua madre utilizzava per viaggiare nella Londra Babbana. Poiché le porte erano chiuse e le chiavi della macchina le aveva la mamma, Lelly tirò fuori dalla tasca della sua giacchetta fucsia la bacchetta finta che le aveva regalato zio Fred, il quale l'aveva sistemata in modo che fosse in grado di compiere qualcuna delle magie più elementari.

<< Alohomora! >> sussurrò puntando la bacchetta contro la serratura con l'atteggiamento di una strega adulta, sebbene non potesse usare la magia prima di cominciare a studiare alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts

in cui sua cugina Victoire frequentava il terzo anno.

Si udì un piccolo scatto ma, con grande sollievo di Lelly, non si accesero le luci dei fari come quando la macchina veniva regolarmente aperta con le chiavi. La piccola si affrettò a salire a bordo e si accucciò sulla moquette, tra il sedile posteriore e quello anteriore del passeggero, intenzionata a rimanere in quella posizione finché lei e sua madre non si fossero allontanate a sufficienza dalla Tana. Il motivo di tanta segretezza? Molto semplice. Ormai da un paio d'anni (una vita per un bambino di quell'età) era curiosissima di visitare il Ministero della Magia e di vedere dal vivo altri Auror oltre suo padre, poiché sentiva parlare di loro come maghi straordinari che liberavano il mondo magico dalla maggior parte dei maghi Oscuri. Suo padre però, poiché era sempre sommerso dal lavoro, non riusciva mai a trovare un'occasione adatta per portarla di là con sé. Tuttavia quel giorno, guarda caso, sua madre, giornalista del Cavillo assieme a Luna Lovegood, la sua madrina, si sarebbe dovuta recare al Ministero della Magia per intervistare Hannah Prettor, una dei migliori e più celebri Cacciatori di maghi Oscuri degli ultimi anni, e per giunta Capo di suo padre! Quale migliore occasione di quella? Nessuna, peccato solo che sua madre sostenesse che lei doveva stare alla Tana con nonna Molly e il suo fratellino Albus, di soli due anni, perchè il Ministero della Magia “non era un posto adatto ai bambini” e si sarebbe divertita molto di più a casa con la nonna. Per fortuna, poiché sapevano che lei si divertiva a inseguire gli gnomi in giardino, la mamma e la nonna non si erano stupite che fosse uscita, dunque aveva potuto attuare la sua strategia passando assolutamente inosservata. Il piano prevedeva che rimanesse nascosta lì sotto per buona parte del viaggio e si facesse vedere da sua madre soltanto una volta che sarebbero state abbastanza lontane dalla Tana, che questa non avrebbe potuto riportarla indietro. Visto che con le buone non era riuscita ad ottenere regolarmente il permesso di andare, o così o niente. Dopo vari minuti di attesa che alla piccola parvero un'eternità, Ginny Weasley in Potter, i cui capelli rossi erano legati in una coda di cavallo come quelli della figlia, finalmente uscì dallo storto edificio e si diresse verso la sua Wolf e, salendo a bordo, non si stupì di trovarla già aperta, poiché capitava spesso che si dimenticasse di chiuderla. Mise in moto e, credendo di essere sola partì immettendosi nella stradina che portava in città.

Dopo circa un'oretta di viaggio, udendo i clacson delle “carrette Babbane” com'era solito chiamarle suo zio Ron, Lelly capì che il semaforo era rosso, poiché erano ferme, imbottigliate nel traffico di Londra e, poiché oramai si erano allontanate parecchio dalla campagna nei dintorni della Tana, si alzò lentamente lasciando che sua mamma la vedesse dallo specchietto retrovisore.

<< E tu che ci fai qui?! >> esclamò Ginny con un sussulto.

Lelly ridacchiò, << Scusami mamma, però visto che tu non volevi portarmi non ho potuto fare altro! >>

<< Ma Lelly, ti ho detto tante volte che il Ministero non è un luogo per bambini! >> la redarguì la mamma scuotendo la testa.

<< Ma io sono curiosa! Ma se tu mi porti con te, non lo sarò più e non ti chiederò più di venire! >> replicò la bimba con un tono innocente e un sorriso accattivante.

Ginny scosse la testa, era impossibile rimproverarla quando faceva sfoggio di quell'espressione così angelica, e poi forse aveva ragione lei. Probabilmente se avesse continuato a dirle che il Ministero della Magia non era un posto adatto ai bambini, la piccola non le avrebbe creduto, ma anzi, la sua curiosità sarebbe aumentata, invece, se avesse visto con i propri occhi, un'altra volta non avrebbe avuto voglia di ritornarci.

<< D'accordo, hai vinto tu, ma solo per questa volta! >> cedette Ginny rimettendo in moto la macchina, poiché dal rosso, il semaforo era passato al verde, << Bisognerà dire alla nonna che sei con me, altrimenti si preoccuperà >>.

<< Puoi farlo quando arriviamo al Ministero della Magia, no? >> domandò la bambina innocentemente.

<< Be' per forza... Anzi no! Mi è venuta un'idea migliore! >> ribatté Ginny, e di colpo parcheggiò la macchina a fianco al marciapiede.

<< Che vuoi fare? >> chiese la piccola Lelly a sua madre, trotterellandole dietro.

Ginny sorrise come una bambina monella, << Aspetta e vedrai! >> disse prendendola per mano e conducendola all'interno di una cabina telefonica.

Una volta dentro, la strega infilò una sterlina Babbana nel foro sotto i tasti, dopodiché sollevò il ricevitore e, portatoselo all'orecchio cominciò compose il numero del telefono che suo padre aveva portato alla Tana con grande disapprovazione da parte di sua madre e restò in attesa per qualche minuto.

Molly Weasley, che negli anni non era cambiata per niente, a parte i pochi ciuffi rossi rimasti a ornare i capelli ormai imbiancati, era sull'orlo della disperazione. Tenendo in braccio il suo nipote più piccolo, Albus Potter, un bimbo dai capelli neri e disordinati come quelli di suo padre e gli occhi azzurri come quelli della madre, girava come un'anima in pena per tutte le stanze della casa alla ricerca di Lelly. Era tutta la mattina che non la vedeva, prima che Ginny partisse alla volta del Ministero era uscita in giardino a cercare gli gnomi, come faceva sempre, solo che ora non era nemmeno lì! Se solo Arthur fosse stato a casa avrebbe saputo cosa fare, ma lui, come ogni mattina, era al lavoro!

Drin! Drin! Drin! Trillò l'apparecchio Babbano, mentre la signora Weasley, che negli anni non era cambiata per niente, a parte i pochi ciuffi rossi rimasti a ornare i capelli ormai imbiancati.

<< Oh no! Ci mancava solo quell'affare! >> esclamò correndo giù per le scale con il piccolo Albus stretto all'ampio petto. Si pentiva continuamente di aver permesso a suo marito di portare a casa quell'apparecchio Babbano e, come se non bastasse, Albus cominciò a piangere.

<< Oh, accidenti! Buoni, buoni, tutti e due! >> farfugliò battendo qualche pacchetta sulla schiena del bambino e facendolo sedere sulla cassapanca accanto al telefono.

<< PRONTO? >> naturalmente Arthur le aveva ripetuto più volte che non si urla al telefono, poiché l'interlocutore ti sente come se fosse lì, a fianco a te, però al momento era troppo nervosa per starci a pensare.

Nella cabina telefonica, Ginny si staccò un attimo la cornetta dall'orecchio, poiché l'urlo della madre era andato vicino a perforarle il timpano.

<< Mamma? >>

<< Ah, Ginny! Sei tu... >> farfugliò la signora Weasley cominciando a tremare.

<< Certo, e chi altri? >>

<< M-ma come mai chiami, insomma... non dovresti essere al Ministero? >>

<< Ho trovato una cabina telefonica e ho pensato di chiamarti per sentire se va tutto bene >>.

<< Oh sì! Sì! Tutto benissimo... >>

Ginny finse di non accorgersi dell'ansimare di sua madre, << Senti, che fanno i bambini? >> Lelly, accanto a lei, non poté fare a meno di ridacchiare e subito si portò le mani alla bocca perchè la nonna non la sentisse.

<< I bambini dici? >> chiese nonna Molly con voce piccola piccola, stringendo un po' troppo forte il braccio attorno al busto del bambino accanto a lei.

<< Si mamma, Lelly e Al >> rispose Ginny fingendo perplessità.

<< Oh beh, sai... Si divertono da matti! >> ribatté con finta allegria, poi cercò di inventarsi qualcosa per essere convincente, << Lelly insegna al piccolo Al a inseguire gli gnomi, i Doxi e quelle creature là... >>

<< Mi faresti parlare con loro? >> domandò Ginny senza mezzi termini, e Molly Weasley sbiancò.

<< P-p-parlare c-con l-loro? >>

<< Sì mamma, hai capito bene. Non mi sembra una richiesta così strana! >>

<< Farai tardi al Ministero... >> palese tentativo di liquidarla.

<< Tranquilla, ho due ore di tempo, e poi, in caso di ritardo posso sempre Materializzarmi! >>

<< Ma Ginny cara, sei in zona Babbana! >>

Ginny fece un cenno di diniego, << Che vuoi che sia? Sarebbe piuttosto grave se io, che a Hogwarts ero popolare per le mie Fatture, non mi ricordassi nemmeno un semplice Incantesimo di Protezione! >>

<< Oh, ehm... certo! Certo! >> farfugliò nervosamente nonna Weasley, poi si rivolse al bimbo piccolo che sedeva di fronte a lei, accostandogli delicatamente la cornetta all'orecchio, << Al, senti piccolino, c'è la mamma al telefono... >>.

Il piccolo Albus emise un gridolino di gioia nel sentire la voce della mamma che gli parlava affettuosamente, dopodiché, quando la signora Weasley riprese la cornetta, Ginny chiese di parlare con Lelly, la quale, accanto a lei, faticava sempre di più a soffocare il suo ridacchiare.

<< Oh be', cara... Lelly è... ecco... in giardino. Si! In giardino a caccia di gnomi, te l'ho detto >>

<< Beh chiamala >> replicò Ginny fintamente spazientita, << Guarda che se le dici che c'è la mamma che vuole parlare con lei, verrà subito! >>

Nonna Molly chiuse gli occhi, Ginny non si decideva a riattaccare, e lei non sapeva più cosa inventarsi. Come accidenti faceva a dirle che non riusciva a trovare sua figlia da nessuna parte?

<< Ehm... perchè non provi a chiamare un altro momento, magari... >>

<< Oh mamma! >> la interruppe bruscamente la signora Potter, << Lo sai che devo lavorare! Non avrò mica tempo... >>.

La povera signora Weasley si passò un fazzoletto sulla fronte e si guardò intorno sperando che Lelly, anche se non poteva certamente Materializzarsi, comparisse magicamente per trarla d'impiccio, ma ormai non aveva più scelta, doveva dire tutto a Ginny...

<< Cara, io... Lelly... >> balbettò incapace di continuare.

<< Che cosa? Chiamala, no? >> la scosse Ginny imperterrita, mentre la bambina dai capelli rossi, accanto a lei, faticava sempre di più a trattenere le risate.

<< Il fatto è che... Lelly è... >> chiuse gli occhi stringendo forte le palpebre come per proteggerli da una luce accecante, poi inspirò e gridò: << SPARITA! >> prima di scoppiare a piangere disperatamente.

Ginny sorrise alla figlia, però, rivolgendosi a sua madre, cercò di mantenere un tono severo. << Come sarebbe a dire, sparita?! Insomma, proprio tu che hai avuto sette figli, non sei riuscita a badare a soltanto due bambini? >>

<< Io... io non capisco! >> ribatté disperatamente la povera donna, << Eppure, prima di andartene l'hai vista anche tu che era uscita in giardino... >>

Sentendo che la voce di sua madre si affievoliva sempre di più, Ginny decise che non era il caso di torturarla oltre, e fece cenno a Lelly di avvicinarsi, dopodiché le passò la cornetta.

<< SORPRESA! >> gridò la piccola dando finalmente sfogo ad una risata divertita, mentre sua nonna stava ancora farfugliando qualche giustificazione.

La signora Weasley, sentendo la voce della piccola si zittì di botto, << L-Lelly?! >> balbettò incredula.

<< No! Sono un Mangiamorte che è diventato lei e ora porterà via tua figlia! >> scherzò la piccola facendo risuonare la sua allegra risata. << Non dirlo nemmeno per scherzo! Te l'ho detto che hanno fatto brutte cose tanti anni fa! Comunque che ci fai con tua madre? >> esclamò tutto d'un fiato con il cuore in gola, abbracciando un po' troppo forte il suo nipote più piccolo con il braccio libero.

<< Non preoccuparti, mamma >> disse Ginny riprendendo il telefono, << Anch'io mi sono accorta solo poco fa che la signorina si era ben nascosta nella mia macchina! >> le spiegò ridendo.

<< E così mi avete architettato questo bello scherzetto! >> per quanto nonna Molly cercasse di ostentare un tono duro, il sollievo nella sua voce era ben evidente.

<< Ah! Non esistono più i genitori e i figli di una volta! Ma dimmi tu che anziché rimproverare tua figlia per la sua marachella, tu e lei vi alleate contro di me! >>

Ginny ridacchiò, << Non prendertela, sono cose che capitano quando si hanno sette figli e altrettanti nipoti! >>

Dopodiché, sempre piegate in due dalle risate, mamma e figlia salutarono la signora Weasley con un “ci vediamo stasera, a cena!”, prima di lasciare la cabina telefonica.

Le due non avevano fatto nemmeno un paio di passi, che videro che un carro attrezzi era parcheggiato accanto alla loro macchina, e un vigile in uniforme, che annottava qualcosa sul suo blocchetto, faceva dei cenni al guidatore del carro.

<< Scusi Lei! >> lo apostrofò Ginny prendendo per mano Lelly e correndo verso di lui, << Che sta facendo alla mia macchina? >>

Il vigile, un omone corpulento, nerboruto, quasi senza collo e con un grosso paio di baffi, si volse verso di loro.

<< In caso non l'abbia notato, signora, Lei ha parcheggiato l'auto in Divieto di Sosta! >> rispose scortesemente.

La signora Potter si arrestò stringendo forte la mano della sua bambina. Il suo stato di strega e la sua conseguente scarsa conoscenza del codice della strada Babbano l'avevano fregata un'altra volta, ma non era quello a preoccuparla. Oh no. Era stato il nome inciso sulla targa dell'uniforme a metterla in guardia: Dudley Dursley. Non aveva mai incontrato il cugino Babbano di suo marito, però conosceva molto bene il suo caratteraccio e la sua avversione per la magia e qualunque cosa avesse a che fare con essa.

<< Mi lasci immediatamente la mia macchina. Ho molta fretta >> gli disse con un tono autoritario che non ammetteva repliche.

<< Ah! E osa pure replicare eh? E ma non Le servirà a niente, sa? Dovrà pagare una multa per il suo pessimo modo di parcheggiare! >> ribatté il signor Dursley con una vena che gli pulsava pericolosamente sulla tempia.

Senza lasciarsi intimidire, la signora Potter infilò la mano nella sua borsa e strinse la sua bacchetta.

<< Protego >> sussurrò in modo che soltanto il signor Dursley potesse vederla, prima di sfoderarla come se fosse una spada. Dudley Dursley sgranò gli occhi e impallidì alla vista della bacchetta magica.

<< Credo che Lei conosca molto bene questa, vero? >> gli domandò ironicamente Ginny puntandola contro il petto del vigile Babbano. Il signor Dursley sbiancò e indietreggiò di qualche passo, come se al posto dell'aggraziata giovane donna di colpo fosse comparso l'incredibile Hulk.

<< M-ma-ma... quella non la può usare... >> balbettò il grosso vigile facendo comparire un sorriso divertito sul viso della bimba dai capelli rossi.

<< Lei pensa? >> sussurrò Ginny con un tono suadente di cui soltanto lei era capace, << Eppure conosco qualcuno che l'ha fatto. Ma se Lei mi lascia riprendere la mia macchina, dato che sono piuttosto di fretta, potrei anche non imitare quel qualcuno che ho detto >>.

Dudley Dursley deglutì, sembrava sul punto di accettare, ma poi scosse vigorosamente la testa.

<< Lei ha violato il codice della strada, signora, non posso assolutamente permetterLe di andarsene. Anzi, mi segua in questura! >> Fece un cenno con la grossa testa, ma la donna e la bambina non si mossero da dov'erano.

Posando un braccio attorno alle spalle della sua bambina, la signora Potter alzò le spalle con aria sconfitta.

<< In tal caso... Rictusempra! >> scandì puntando la bacchetta dritta contro il petto del grosso vigile, che prese ad agitarsi e saltellare palpandosi disperatamente il petto come se fosse vittima di un terribile solletico.

<< Bene, credo che qui non ci sia più bisogno di noi! >> sorrise Ginny con quell'aria soddisfatta che a sua figlia piaceva tanto, << Andiamo Lelly, il Ministero ci aspetta! >> la incitò a risalire in macchina prendendola per mano.

<< Mamma, ma quello lì continuerà per sempre a sentire il solletico? >> chiese ingenuamente Lelly mentre si immettevano nuovamente nel traffico di Londra. Ginny rise, << Certo che no, tesoro. Ho fatto in modo che duri soltanto il tempo di allontanarci a sufficienza da lui. In realtà mi sarebbe piaciuto infliggergli quella piccola tortura per tutto il giorno, però è anche vero che se un Babbano continuasse a “comportarsi in modo strano” per l'intera giornata, ci ritroveremmo il Ministero alle calcagna! >>

Man mano che procedevano, gli edifici si facevano più piccoli e meno imponenti, finché si trovarono in una via che ospitava uffici dall'aria trascurata, un pub e un cassone traboccante di macerie, accanto a cui Ginny parcheggiò la sua Wolf. << Non è questo il Ministero della Magia,vero? >> chiese la piccola Lelly guardandosi intorno preoccupata, mentre scendeva dalla macchina assieme alla mamma.

<< Ma no! >> rispose Ginny ridendo e prendendola per mano, << Però l'ingresso è quello là >> e indicò una vecchia cabina del telefono rossa priva di numerosi pannelli di vetro e si ergeva davanti ad un muro tutto coperto di graffiti. Mamma e figlia si infilarono all'interno, dove l'apparecchio telefonico penzolava storto dalla parete come se un vandalo avesse tentato di svellerlo. Ginny lo afferrò e digitò una sequenza di numeri: sei, due, quattro, due e una voce femminile risuonò forte e chiara nella cabina. << Benvenuti al Ministero della Magia. Per favore dichiarate il vostro nome e il motivo della visita >>.

<< Ginny Potter, giornalista del Cavillo; mi trovo qui per un'intervista esclusiva al Capo della Squadra Speciale Magica, Hannah Prettor. Mi accompagna mia figlia, Lelly Potter >>.

<< Grazie. Il visitatore è pregato di raccogliere la targhetta e assicurarla sul vestito >>.

Si udirono uno scatto e un tintinnio e una spilla quadrata d'argento con scritto sopra Ginny Potter, intervista esclusiva per il Cavillo cadde nel contenitore metallico da dove solitamente sbucavano le monete del resto, che la signora Potter raccolse e si appuntò alla giacca color ametista.

<< Le visitatrici del Ministero hanno l'obbligo di sottoporsi a perquisizione e di presentare la bacchetta perchè sia registrata al banco della sorveglianza, all'estremità dell'Atrium >>.

Il pavimento della cabina tremò facendole sprofondare lentamente nel suolo. Lelly, stringendosi a sua madre, vide che il marciapiede sembrava alzarsi oltre i vetri della cabina finché l'oscurità non si chiuse sopra di loro. Dopo poco una luce dorata illuminò i loro corpi. << Il Ministero della Magia vi augura una buona giornata >>.

La porta della cabina si spalancò permettendo a Ginny e Lelly di affacciarsi all'estremità dell'enorme salone d'ingresso con il pavimento di splendente legno scuro. La bimba alzò gli occhi verdi verso il soffitto blu pavone incastonato di scintillanti simboli dorati che si muovevano e mutavano continuamente come un enorme tabellone celeste. Le pareti ai due lati erano ricoperte da pannelli di lucido legno scuro, dove si aprivano parecchi camini dorati. << Guarda mamma! >> esclamò la piccola Lelly, osservando con gli occhi sgranati i maghi e le streghe che spuntavano continuamente dai camini a sinistra, mentre davanti a quelli di destra vi erano file di maghi e streghe in partenza. << Non vedo l'ora di viaggiare anch'io come loro! >>

Ginny sorrise, inginocchiandosi di fronte a lei, << Quando sarai grande lo farai sicuramente. Ora ascoltami, tesoro, quando saremo da Hannah Prettor, ricordati che io devo lavorare. Potrai seguire l'intervista, però se ti annoierà potrai aspettarmi in un'altra stanza, d'accordo? >>

Ma la bambina non la stava più ascoltando, infatti il suo sguardo era fisso sulla magnifica fontana che si stagliava al centro dell'ingresso. Un gruppo di statue più grandi e possenti del normale si ergeva al centro di una vasca circolare. La più alta rappresentava un mago dall'aspetto nobile, la bacchetta puntata dritta in aria, intorno al quale erano schierati una bella strega, un centauro, un goblin e un elfo domestico. Scintillanti zampilli d'acqua schizzavano dalle estremità delle bacchette del mago e della strega, dalla punta della freccia del centauro, dalla cima del capello del goblin e dalle orecchie dell'elfo domestico.

<< Di là >> disse Ginny prendendo per mano la figlia e conducendola verso una serie di cancelli d'oro all'altro capo dell'ingresso. Seduto a una scrivania sulla sinistra, sotto un cartello che recitava Sorveglianza, un mago con un abito blu pavone le guardò avvicinarsi.

<< Sono qui per un'intervista per il Cavillo >> lo informò Ginny, << Mi accompagna mia figlia >>.

<< Prego >> rispose il mago alzandosi e, dopo aver perquisito le due visitatrici ed esaminato la bacchetta di Ginny, permise loro di proseguire oltre i cancelli, nell'ingresso più piccolo, dove parecchi ascensori si aprivano dietro particolari griglie dorate. [Note di Andromeda2012: Naturalmente le procedure di sicurezza in questo punto sono parecchio più complesse, però non le ho descritte accuratamente perchè altrimenti il ricordo di Lelly si prolungherebbe troppo e, per quanto sia importante, la storia deve andare avanti!]

Quando un ascensore finalmente si fermò davanti alla folla in cui madre e figlia si erano infilate, le griglie dorate si spalancarono, e tutti s'infilarono dentro. La piccola Lelly notò che parecchi maghi e streghe confabulavano tra di loro indicando lei e sua madre, e non poté fare a meno di domandarsi cosa mai potessero volere da loro. Ginny sospirò, lei lo sapeva benissimo, si stupivano d'incontrare la moglie e la figlia del celebre Harry Potter, ma sicuramente quello non era il momento di spiegare a Lelly il perché. Le griglie si chiusero fragorosamente e l'ascensore cominciò a salire lentamente, con le catene che sbattevano, e risuonò nuovamente la voce femminile che le aveva accompagnate nella cabina telefonica. << Settimo Livello, Ufficio per i Giochi e gli Sport Magici, comprendente il Quartier Generale della Lega Britannico-Irlandese del Quidditch, il Club Ufficiale di Gobbiglie e l'Ufficio Brevetti Ridicoli >>.

Le porte dell'ascensore si aprirono e alcuni maghi e streghe si riversarono nel corridoio, Lelly guardò sua madre con aria interrogativa e, vedendo che lei rimaneva appoggiata contro la parete di fondo, rimase accanto a lei aspettando che le porte si richiudessero. Scesero al Sesto Livello, poi al Quinto, al Quarto e al Terzo, finché la voce femminile non annunciò: << Secondo Livello, Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia, comprendente l'Ufficio per l'Uso Improprio delle Arti Magiche, il Quartier Generale degli Auror e i Servizi Amministrativi Wizengamot >>.

<< Ecco, è il nostro, siamo arrivate >> annunciò Ginny riprendendo per mano sua figlia e uscendo in un corridoio pieno di porte, dopodiché voltarono un angolo e, attraversata una massiccia porta a due battenti di quercia, sbucarono in un open space sovraffollato, diviso in cubicoli, che risuonava di chiacchiere e risate. I promemoria sfrecciavano tra i pannelli divisori come razzi in miniatura. Un cartello sbilenco sul cubicolo più vicino recitava: Quartier Generale degli Auror. Proprio lì di fronte vari gruppi di impiegati del Ministero si trattenevano a parlare con alcuni Auror che la piccola Lelly fissava con gli occhi sgranati, non ne aveva mai visto così tanti nello stesso luogo! << Eccola, Lelly! È di là! >> esclamò improvvisamente Ginny stringendo la mano di sua figlia, che, puntando lo sguardo verso la direzione da lei indicata, vide una donna piuttosto alta, dai particolari occhi color ossidiana dal taglio leggermente allungato, lisci capelli color mogano attraversati da qualche sottile ciuffo ramato, che le arrivavano fino alle spalle coprendole il collo e le orecchie. Indossava la classica divisa degli Auror: un completo che consisteva in camicetta e pantaloni attillati neri, coperto da una lunga giacca blu come la notte ornata da una striscia rossa per lato, mentre la vita era circondata da una cintura in pelle di drago interamente nera, fatta eccezione per due bande rosse. Ecco che Lelly vide per la prima volta il gran Capo degli Auror dal vivo!

[Note di Andromeda2012: Per questa storia sto cercando di attenermi il più possibile ai libri della Rowling, però mi sono inventata di sana pianta la divisa degli Auror, in quanto non mi sembra di ricordare che in nessuno dei libri sia specificato intanto che abbiano una tenuta particolare e, nel caso l'avessero, che vi sia una descrizione! O_o]

Osservandola da lontano, madre e figlia videro che il Capo della Squadra Speciale Magica dava istruzioni a due giovani Auror, prima di girare il viso verso l'ingresso del Quartier Generale e incontrare lo sguardo di Ginny. A quel punto le sorrise e sollevò la mano in segno di saluto, dopodiché si scusò con i colleghi e avanzò verso le due visitatrici.

<< Salve Hannah, ti ringrazio di avermi concesso la possibilità di intervistarti >> la salutò cortesemente Ginny tendendo la mano destra che la celebre Auror strinse vigorosamente.

<< Buon giorno, Ginny >> ricambiò il saluto con un sorriso e tono di voce da cui traspariva la sua gentilezza, ma anche una forza che faceva di lei una persona particolarmente tosta che era consigliabile non inimicarsi, poi il suo sguardo cadde sulla bimba che pareva la miniatura di sua madre, eccettuati gli occhi, che la osservava affascinata. << Ginny, questa bambina è tua figlia? >> domandò Hannah Prettor con gli occhi scintillanti,

<< Tua e di Harry... >>

Ginny sorrise con aria orgogliosa, << Sì, è l'unica femmina che abbiamo >> rispose posando la mano sulla schiena della bambina dai capelli rossi. << In realtà sarebbe dovuta rimanere a casa con la nonna e il fratellino, anziché venire al Ministero, però ha fatto la furbetta... >> si scusò poi, imbarazzata.

<< Ma no! Non devi assolutamente scusarti, a me fa solo piacere! >> Si avvicinò alla piccola e, inginocchiatasi di fronte a lei, le posò le mani sulle spalle e le sorrise calorosamente.

<< Come ti chiami, tesoro? >>

<< Lelly, signora >> rispose Lelly emozionata. La signora Prettor rise divertita dalla formalità della bambina.

<< Ma no, niente signora! Io sono Hannah, Lelly >>.

<< Lo so, mio padre mi ha detto che tu sei il suo Capo! >> replicò la piccola accantonando la timidezza.

Hannah Prettor sorrise, << É vero, tuo padre è il mio più stretto collaboratore, nonché uno degli Auror migliori con cui lavoro! >>

<< Porta sempre a casa qualcosa come Sensori Segreti >> commentò Lelly, << Li avete qui, vero? >>

La celebre Auror non poté fare a meno di sorridere nuovamente, << Certamente! E tu vorresti vederli, i nostri Sensori Segreti? >> le offrì con gentilezza.

La piccola Lelly sgranò gli occhi per l'eccitazione, << Sì! Posso mamma? >> chiese a Ginny, carica di aspettativa.

<< Beh >> esitò lei, << In realtà dovremmo cominciare l'intervista, e non so se Hannah abbia altro tempo... >>

<< Ma sì certo! >> rispose il gran Capo della Squadra Speciale Magica con gli occhi che brillavano, << Te l'ho detto, mi fa soltanto piacere che l'abbia portata! >>

Dopodiché si alzò e, sorridendo dolcemente a Lelly le tese la mano che la piccola afferrò prontamente per lasciarsi condurre oltre l'ingresso del Quartier Generale degli Auror.

Nel corridoio, Lelly notò che gli Auror avevano tappezzato le pareti dei loro cubicoli con foto delle loro famiglie, poster raffiguranti le loro squadre di Quidditch preferite e articoli della Gazzetta del Profeta, ma soprattutto ritratti di maghi ricercati, di cui uno in particolare, risalente ad una ventina d'anni prima. La foto ingiallita ritagliata dalla Gazzetta del Profeta ritraeva un uomo dal magro volto incorniciato da uno sporco groviglio di capelli che gli scendeva sulle spalle: Sirius Black.

<< Quello è il padrino del mio papà! >> esclamò Lelly stupita, stringendo leggermente la mano della Prettor e fissando il ritaglio di giornale.

<< Lelly! >> la richiamò Ginny con un tono d'avvertimento perchè non dicesse nulla di più.

Hannah Prettor invece sorrise tranquilla e si voltò verso di lei, << Tranquilla, Ginny >>.

Poi posò il braccio attorno alle esili spalle di Lelly e si rivolse a lei, << Non preoccuparti, ormai nessuno pensa più male del padrino del tuo papà. Anzi, serve da esempio per tutti noi, perchè non commettiamo gli stessi errori di trent'anni fa >>. Sorrideva, però non poté fare a meno di nascondere una certa nota d'amarezza nelle ultime parole, dato che non le era mai andato giù che un uomo innocente avesse trascorso ad Azkaban la maggior parte dei suoi ultimi anni, per poi morire in modo tanto atroce (Infatti, al ricordo di quel giorno, Lelly aveva maturato l'idea che se ci fosse stata la Prettor anche ai tempi della prima caduta di Voldemort a opera di suo padre, probabilmente lei avrebbe scagionato Sirius in tempo perchè non finisse ad Azkaban. In questo modo magari non sarebbe nemmeno morto anni dopo e anche lei avrebbe potuto conoscerlo!).

Riprendendo la sua giovane e insolita ospite per mano, Hannah la guidò in fondo al corridoio, dove si apriva il cubicolo centrale, molto più grande di quelli personali degli Auror, che ospitava tutti i tipi di Detector Oscuri che si potessero immaginare. << Quelli sono Spioscopi che fischia quando c'è pericolo, vero? >> domandò Lelly indicando grosse trottole di vetro incrinato allineate ordinatamente sopra un lungo tavolo al centro della stanza.

<< Esatto! Questi in particolare captano segnali nel raggio di pochi metri >> spiegò la Prettor, << Vedo che il tuo papà non si stanca mai di parlare di lavoro, nemmeno a casa! >> commentò poi, con una strizzatina d'occhio a Ginny. << Ho già visto quello di papà perchè una volta mio fratello James ha messo un grosso scarafaggio nel riso di zio Percy e lo Spioscopio di papà si è messo a girare e fischiare >>.

[Note di Andromeda2012: Chiedo umilmente scusa per le ripetizioni che si possono trovare piuttosto di frequente nelle frasi di Lelly, il fatto è che si parla di una bambina di cinque anni ^^ Non si può sicuramente pretendere che si esprima come se fosse una ragazza grande! XD]

Hannah Prettor e Ginny risero divertite, << Scommetto che ti diverti un mondo con i tuoi fratellini! >> commentò ancora il Capo della Squadra Speciale Magica.

<< Oh sì! Però soltanto io sono stata al Ministero della Magia! Loro mai >> sottolineò la piccola dandosi un tono, come se questo la ponesse su un piano superiore rispetto a James e Albus.

La celebre Auror non poté fare a meno di divertirsi, << Bene, così quando verranno potrai far loro da guida! >>

<< E quelli cosa sono? >> domandò poi Lelly con la curiosità tipica dei bambini, indicando delle lunghe e ronzanti antenne dorate particolarmente arzigogolate disposte su una mensola anch'essa di cristallo che correva lungo l'intera parete. << Ah quelli! >> fece Hannah Prettor avvicinandosi assieme a Lelly, << Sono i Sensori Segreti che hai nominato prima. Vibrano quando captano dissimulazioni e bugie. In realtà in luoghi pubblici come questo non sono particolarmente utili. Soltanto in questo piano, parecchi impiegati non fanno che trovare delle scuse con i loro superiori per non aver portato avanti dei lavori o che altro... >>

<< E quello specchio là? >> la bambina dai capelli rossi indicò uno specchio appeso alla parete di fronte all'entrata del cubicolo che non rifletteva la stanza, ma mostrava sagome in ombra che si muovevano al suo interno senza che nessuna fosse completamente a fuoco.

La celebre Auror fece strada verso di esso e, poiché era troppo in alto per Lelly, la sollevò tra le braccia perchè potesse vederlo bene (evidentemente non era compito dei bambini scrutarne le immagini!).

<< Vedi queste persone? >>

<< Sì >>

<< Finché noi non distinguiamo il bianco dei loro occhi non sono davvero nei guai >>

Mentre Hannah Prettor spiegava alla piccola Lelly come bisognava intervenire una volta realizzato il pericolo in cui si trovavano, due mani si posarono sugli occhi di Ginny che, rimasta un po' indietro rispetto a loro due, prendeva appunti sui suoi fogli di pergamena.

<< É il terribile Voldemort? >> ridacchiò la giornalista togliendosi le mani dagli occhi e voltandosi verso il suo sorridente marito dai scintillanti occhi verdi e i corti capelli neri niente affatto più ordinati di quand'era ragazzo, che, come il suo Capo, indossava la divisa degli Auror.

<< Allora, hai terminato la tua intervista alla Prettor? >> chiese Harry sorridendo, dopo aver salutato la moglie con un tenero bacio.

Ginny ridacchiò, << Se devo dirti la verità, non l'ho nemmeno iniziata >> rispose un po' troppo tranquilla per i gusti di Harry, che la guardò interdetto. << Ma poco male >> riprese la sua adorabile sposa, << Ci sta pensando qualcun altro a farla per me! >> detto ciò tese il braccio verso il Capo della Squadra Speciale Magica che, proprio in quel momento, rimetteva a terra la loro figlia e le due, assieme avanzavano verso di loro.

<< Lelly qui?! >> esclamò Harry meravigliato, levandosi i suoi storici occhiali e strizzando gli occhi come per essere sicuro di non essere stato vittima di un abbaglio. Tra una risata e l'altra, Ginny gli raccontò del piano architettato e messo abbondantemente in pratica dalla loro unica figlia femmina. << Ma no! Povera Molly! >> rise Harry venendo a conoscenza del gran spavento che sua suocera si era presa. << Chissà da chi avrà preso, eh? >> lo provocò amichevolmente Ginny, << Comunque si è conquistata la simpatia della Prettor in un batter d'occhio. Magari d'ora in avanti ti concederà maggiori privilegi! >> scherzò poi. << Papà! >> esclamò Lelly correndo verso suo padre, che la prese tra le braccia facendola girare come una trottola. << Allora? Ti sono piaciuti i nostri Detector Oscuri di cui mi chiedi sempre? >> le chiese sorridendo e rimettendola giù. << Sì tanto! Me li ha fatti vedere Hannah! >> esclamò entusiasta la piccola, rimettendosi a fianco alla celebre Auror, che sorrise e le accarezzò i lunghi capelli rossi. << Dovreste portarla un po' più spesso qui >> dopodiché si rivolse alla bimba, << Mi raccomando, convinci i tuoi genitori a lasciarti tornare presto a trovarmi, eh? >> le propose stringendola a sé con affetto. << Sì! Da grande anch'io voglio fare l'Auror, come te e papà! >>

 

<< Invece da allora non l'ho più vista >> commentò tristemente Lelly accarezzando il dorso di Papyrus, le cui fusa risuonavano dolcemente nelle sue orecchie. << Però mi sarebbe piaciuto. La sensazione di forza e calore che emanava da lei mi è rimasta particolarmente impressa, nonostante l'abbia incontrata soltanto una volta, quand'ero piccola >>. Amina annuì colpita, << Accidenti, non mi avevi mai parlato di questa storia >> sussurrò.

Lelly alzò le spalle, << Non mi ho mai pensato di parlarne. A parte i miei genitori, che erano lì, tu sei la sola persona a cui l'ho raccontato >>.

<< Ora che ci penso >> disse Amina dopo un attimo di silenzio assorto, attirando il giornale verso di sé, << Ciò che dice l'articolo riguardo alla sparizione della Prettor non mi è del tutto nuovo >> commentò pensierosa.

<< Perché? >> domandò Lelly aggrottando le sottili sopracciglia rosse.

<< Sono solo voci >> ribatté Amina, ma si vedeva chiaramente che fremeva dal desiderio di vuotare il sacco,

<< Non c'è nulla di certo... >>

<< Non importa >> replicò Lelly impaziente di sapere e capire tutto, << Parlamene lo stesso, così magari si capirà qualcosa >>. Amina annuì soddisfatta e cominciò a spiegare, << Secondo mio padre e i suoi colleghi dell'Ufficio Misteri, effettivamente la Prettor sospettava che i discendenti dei Mangiamorte di Voldemort stiano complottando per far risorgere dalle ceneri la loro organizzazione responsabile degli innumerevoli massacri durante la guerra contro il Signore Oscuro >>. << Adesso?! >> esclamò Lelly meravigliata, << Ma perchè? Voglio dire, hanno smesso di combattere contro di noi dopo essere stati sconfitti, no? >>

<< Apparentemente sì, però tu sai che quelli come loro non si arrendono mai del tutto. Anche quando si pensava che il Signore Oscuro fosse caduto dopo aver ucciso i tuoi nonni paterni, sembrava che tanti dei suoi seguaci fossero tornati dalla nostra parte. Invece si sa cos'è successo dopo >>.

Lelly sgranò gli occhi, il ragionamento di Amina non faceva una piega! << Quindi... tu pensi che vogliano una specie di rivincita? >> domandò all'amica assottigliando leggermente gli occhi.

<< Sarebbe la spiegazione più logica >> rispose la ragazza dalla pelle color mogano. << E non è tutto! Indovina un po' chi si vocifera che ci sia dietro questo presunto complotto? >>

<< Chi...? >>

Amina ridusse la voce in un sussurro con fare cospiratore e sussurrò all'orecchio dell'amica:

<< I coniugi Malfoy! >>

 

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: ScudoDiTiglio