Lei era sicura che non si sarebbe MAI innamorata di un tipo come lui.
Lui era certo che un tipo come lei non esistesse.
Entrambi si ritroveranno a mettere in discussione queste loro certezze.
Per Francesca. Sperando che le piaccia.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Mi scuso
per il mostruoso ritardo, ma siamo stati malati tutti a casa e ,una
volta guarita, ho avuto parecchio da fare con la scuola.
non ringrazierò mai abbastanza voi lettori e critici per
l'interesse che dimostrate.
nel prossimo capitolo inizieranno le rivelazioni...e inizieranno le
dovute scuse alle persone citate.
spero di non creare problemi alla mia cuginetta sugarfree...XP
3. Capitolo tre.
Nove
e trenta precise. Scendendo gli ultimi scalini, Francesca
cercò di calmare il respiro. Era
normale essere leggermente nervosa dopotutto. Aveva accettato
l’invito di un completo sconosciuto! Ma
non era questo a farla sentire nervosa. Respirò,
aprendo il portone. Alzò finalmente gli occhi e si
ritrovò Claudio che le manteneva aperta la porta
dall’esterno. Guardandolo,
capì che era nervosa perché, dopo un bel
po’ di tempo, usciva con un ragazzo. E non uno qualsiasi. Un
gran bel ragazzo, senza ombra di dubbio. “Mi
ero già preparato ad aspettare minimo
mezz’ora!” L’ironia
nella sua voce nascondeva un consistente fondo di verità. Francesca
si chiuse meglio il giubbino e lo guardò senza traccia di
offesa, anzi quasi soddisfatta. Era sempre andata fiera del fatto di
non avere gli stessi stucchevoli comportamenti della maggior parte
della popolazione femminile. “Spiacente
di aver deluso le tue aspettative.” Claudio
sorrise, iniziando a camminare verso il centro. Aveva
lasciato la macchina lì vicino, sicuro del fatto che lei
sarebbe stata più rilassata se avesse potuto
‘fuggire’ in ogni momento della serata. “Sono
magnanimo. Hai il mio perdono!” Francesca
si aprì in un sorriso, completamente certa che tutto sommato
si sarebbe divertita. E che sarebbe potuta essere se stessa senza
problemi. Almeno dopo aver sciolto un po’
l’imbarazzo. “Ne
sono lieta. In cos’altro posso averla delusa,
signore?” Quel
gioco fra di loro lo divertiva. Soddisfatto
per aver finalmente trovato una ragazza che non fosse eccessivamente
permalosa, che sapesse stare allo scherzo e con la battuta pronta,
Claudio decise di continuare quel battibecco ancora un po’. “Mi
aspettavo che ti mettessi in ghingheri ad essere sincero.” Studiò
per la prima volta l’abbigliamento semplice della ragazza:
scarpette da ginnastica, jeans e lo stesso giubbino di un’ora
prima. La
vide alzare le spalle ed infilarsi le mani in tasca. Nonostante il
freddo, non portava i guanti. “Non
sono il tipo da tacchi. Non che non mi piacciano, ma non li metto
spesso.” Claudio
annuì e, passandole una mano dietro la schiena, la
voltò in direzione di una piccola paninoteca. Una
volta entrati nel locale, si avvicinarono al bancone e presero posto. Francesca
sembrava un po’ in difficoltà: andava bene
scambiare due battute con un tizio sull’autobus con la
certezza matematica di non rivederlo più, ma quando il tizio
in questione ti invita ad uscire e vorresti evitare di passare per
acida cronica qualche problema è inevitabile. Purtroppo
per lei, inoltre, Claudio sembrava non aver la minima intenzione di
toglierla da quell’imbarazzo. Sembrava che lui si sentisse
completamente a suo agio. Continuò
quindi a guardarla e, man mano, un piccolo sorrisetto sghembo si
affacciò sul suo volto. “Ti
diverti a mettere in imbarazzo le ragazze conosciute sui
pullman?” “No,
tu sei la prima!” “Oh.
Ma che onore!” Claudio
appoggiò le braccia sul tavolo e bevve un sorso di birra. “E
a te diventa sempre rosso il naso quando sei imbarazzata?” Francesca
rischiò di affogarsi con la birra e lo guardò ad
occhi sbarrati, mentre anche le sue guance si coloravano. Il
ragazzo continuò a sorseggiare la bevanda tranquillo, come
se le avesse chiesto informazioni sul suo sport preferito. “No.
Divento la renna di Babbo Natale solo quando fa freddo.” Fu
il turno di Claudio di stupirsi stavolta. “La
renna di Babbo Natale?!?” Francesca
lo osservò per un istante. Dopo aver verificato che il suo
stupore era sincero, scoppiò in una risata allegra ed
inaspettata da parte del ragazzo. Non
riusciva a spiegarsi cosa l’avesse fatta ridere ma poco
importava, perché con gli occhi semichiusi e quel sorriso
pieno e disteso era diventata in un attimo ancora più carina. “Mai
sentito parlare di Rudolf, la renna con il naso rosso a tipo
clown?” “Ma
certo, come mi sono potuto dimenticare di una vecchia storia
natalizia?!?” La
ragazza gli diede una leggera pazza sulla spalla, come a voler
ironizzare su quella sua piccola dimenticanza, sorridendogli ancora e
tornando poi a bere. Ordinarono
due panini per niente dietetici appena possibile, cosa di cui parlarono
a lungo, visto il positivo stupore di Claudio per il buon appetito di
Francesca. Come
faceva a rimanere poi così magra rimaneva un mistero
inspiegabile! “Ora
che il mio stomaco trova finalmente pace, perché non mi
racconti un po’ di te?” il
ragazzo soppesò per un attimo la sua domanda, guardandola
affondare i denti nel saltimbocca con evidente famelicità. Gli
fece quasi dolcezza e lo mise senza dubbio di buon umore: vederla
mangiare così di gusto avrebbe messo appetito a chiunque. “E
perché? Restare il misterioso adescatore
dell’autobus e molto più divertente, non ti
pare?” “Si,
forse per te. Ma io la bell’addormentata non la vorrei fare
in eterno.” Le
passò un fazzoletto per pulire una goccia di ketchup
sfuggita al controllo e le si avvicinò ancora di
più con il preciso scopo di metterla ancora di
più in difficoltà. E,
a giudicare dal leggero colorito rosato delle sua guance, doveva
proprio esserci riuscito. “Dieci
domande a testa e risposte sincere. Ti basta?” Gli
occhi di Francesca luccicarono e per un attimo Claudio si chiese se non
stesse giocando con il fuoco. Ma poi iniziarono a brillare anche i
suoi: non a caso lo chiamavano ‘firefighter’. Le
sfide gli erano sempre piaciute. “Andata.
Chi comincia?” Le
rivolse una sorta di inchino, al quale Francesca sorrise. La
serata stava prendendo una piega decisamente migliore di ogni sua
previsione. “Prima
le signore, naturalmente!”