Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Sloth89    28/02/2010    1 recensioni
Lei era sicura che non si sarebbe MAI innamorata di un tipo come lui. Lui era certo che un tipo come lei non esistesse. Entrambi si ritroveranno a mettere in discussione queste loro certezze. Per Francesca. Sperando che le piaccia.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mi scuso per il mostruoso ritardo, ma siamo stati malati tutti a casa e ,una volta guarita, ho avuto parecchio da fare con la scuola.
non ringrazierò mai abbastanza voi lettori e critici per l'interesse che dimostrate.
nel prossimo capitolo inizieranno le rivelazioni...e inizieranno le dovute scuse alle persone citate.
spero di non creare problemi alla mia cuginetta sugarfree...XP

3. Capitolo tre.


Nove e trenta precise. Scendendo gli ultimi scalini, Francesca cercò di calmare il respiro.
Era normale essere leggermente nervosa dopotutto. Aveva accettato l’invito di un completo sconosciuto!
Ma non era questo a farla sentire nervosa.
Respirò, aprendo il portone. Alzò finalmente gli occhi e si ritrovò Claudio che le manteneva aperta la porta dall’esterno.
Guardandolo, capì che era nervosa perché, dopo un bel po’ di tempo, usciva con un ragazzo. E non uno qualsiasi.
Un gran bel ragazzo, senza ombra di dubbio.
“Mi ero già preparato ad aspettare minimo mezz’ora!”
L’ironia nella sua voce nascondeva un consistente fondo di verità.
Francesca si chiuse meglio il giubbino e lo guardò senza traccia di offesa, anzi quasi soddisfatta. Era sempre andata fiera del fatto di non avere gli stessi stucchevoli comportamenti della maggior parte della popolazione femminile.
“Spiacente di aver deluso le tue aspettative.”
Claudio sorrise, iniziando a camminare verso il centro.
Aveva lasciato la macchina lì vicino, sicuro del fatto che lei sarebbe stata più rilassata se avesse potuto ‘fuggire’ in ogni momento della serata.
“Sono magnanimo. Hai il mio perdono!”
Francesca si aprì in un sorriso, completamente certa che tutto sommato si sarebbe divertita. E che sarebbe potuta essere se stessa senza problemi. Almeno dopo aver sciolto un po’ l’imbarazzo.
“Ne sono lieta. In cos’altro posso averla delusa, signore?”
Quel gioco fra di loro lo divertiva.
Soddisfatto per aver finalmente trovato una ragazza che non fosse eccessivamente permalosa, che sapesse stare allo scherzo e con la battuta pronta, Claudio decise di continuare quel battibecco ancora un po’.
“Mi aspettavo che ti mettessi in ghingheri ad essere sincero.”
Studiò per la prima volta l’abbigliamento semplice della ragazza: scarpette da ginnastica, jeans e lo stesso giubbino di un’ora prima.
La vide alzare le spalle ed infilarsi le mani in tasca. Nonostante il freddo, non portava i guanti.
“Non sono il tipo da tacchi. Non che non mi piacciano, ma non li metto spesso.”
Claudio annuì e, passandole una mano dietro la schiena, la voltò in direzione di una piccola paninoteca.
Una volta entrati nel locale, si avvicinarono al bancone e presero posto.
Francesca sembrava un po’ in difficoltà: andava bene scambiare due battute con un tizio sull’autobus con la certezza matematica di non rivederlo più, ma quando il tizio in questione ti invita ad uscire e vorresti evitare di passare per acida cronica qualche problema è inevitabile.
Purtroppo per lei, inoltre, Claudio sembrava non aver la minima intenzione di toglierla da quell’imbarazzo. Sembrava che lui si sentisse completamente a suo agio.
Continuò quindi a guardarla e, man mano, un piccolo sorrisetto sghembo si affacciò sul suo volto.
“Ti diverti a mettere in imbarazzo le ragazze conosciute sui pullman?”
“No, tu sei la prima!”
“Oh. Ma che onore!”
Claudio appoggiò le braccia sul tavolo e bevve un sorso di birra.
“E a te diventa sempre rosso il naso quando sei imbarazzata?”
Francesca rischiò di affogarsi con la birra e lo guardò ad occhi sbarrati, mentre anche le sue guance si coloravano.
Il ragazzo continuò a sorseggiare la bevanda tranquillo, come se le avesse chiesto informazioni sul suo sport preferito.
“No. Divento la renna di Babbo Natale solo quando fa freddo.”
Fu il turno di Claudio di stupirsi stavolta.
“La renna di Babbo Natale?!?”
Francesca lo osservò per un istante. Dopo aver verificato che il suo stupore era sincero, scoppiò in una risata allegra ed inaspettata da parte del ragazzo.
Non riusciva a spiegarsi cosa l’avesse fatta ridere ma poco importava, perché con gli occhi semichiusi e quel sorriso pieno e disteso era diventata in un attimo ancora più carina.
“Mai sentito parlare di Rudolf, la renna con il naso rosso a tipo clown?”
“Ma certo, come mi sono potuto dimenticare di una vecchia storia natalizia?!?”
La ragazza gli diede una leggera pazza sulla spalla, come a voler ironizzare su quella sua piccola dimenticanza, sorridendogli ancora e tornando poi a bere.
Ordinarono due panini per niente dietetici appena possibile, cosa di cui parlarono a lungo, visto il positivo stupore di Claudio per il buon appetito di Francesca.
Come faceva a rimanere poi così magra rimaneva un mistero inspiegabile!
“Ora che il mio stomaco trova finalmente pace, perché non mi racconti un po’ di te?”
il ragazzo soppesò per un attimo la sua domanda, guardandola affondare i denti nel saltimbocca con evidente famelicità.
Gli fece quasi dolcezza e lo mise senza dubbio di buon umore: vederla mangiare così di gusto avrebbe messo appetito a chiunque.
“E perché? Restare il misterioso adescatore dell’autobus e molto più divertente, non ti pare?”
“Si, forse per te. Ma io la bell’addormentata non la vorrei fare in eterno.”
Le passò un fazzoletto per pulire una goccia di ketchup sfuggita al controllo e le si avvicinò ancora di più con il preciso scopo di metterla ancora di più in difficoltà.
E, a giudicare dal leggero colorito rosato delle sua guance, doveva proprio esserci riuscito.
“Dieci domande a testa e risposte sincere. Ti basta?”
Gli occhi di Francesca luccicarono e per un attimo Claudio si chiese se non stesse giocando con il fuoco. Ma poi iniziarono a brillare anche i suoi: non a caso lo chiamavano ‘firefighter’. Le sfide gli erano sempre piaciute.
“Andata. Chi comincia?”
Le rivolse una sorta di inchino, al quale Francesca sorrise.
La serata stava prendendo una piega decisamente migliore di ogni sua previsione.
“Prima le signore, naturalmente!”

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Sloth89