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Autore: S a r e t t a    28/02/2010    3 recensioni
Le mie dita accarezzavano le sue labbra. I nostri nasi si sfioravano. Il suo respiro si infrangeva contro il mio. I nostri cuori battevano insieme, allo stesso ritmo, per l’ultima volta. Non pensavo a niente. Non volevo pensare a niente. Ci parlavamo con gli occhi, ci facevamo promesse inpronunciate, promesse che volevamo mantenere in un modo o nell’altro. Non resistetti più quando lei si avvicinò al mio orecchio. Sentivo il suo respiro sul collo.
Con un filo di voce roca mi sussurrò un piccola e semplice frase che mi mandò in tilt.
Genere: Romantico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alien
1. Sarebbe?

 

«Se stai male, fammi chiamare così ti faccio uscire.» mi disse prima che scendessi dalla macchina.
Tom mi accompagnò in classe, lo salutai e mi accomodai al mio banco.
Tolsi la giacca e poggiai la testa sul banco.
Dopo qualche minuto il buio s’impossessò di me, Morfeo mi accompagnò in uno dei suoi viaggi.
Mi svegliai solamente alle undici.
Era l’intervallo.
Sapevo cosa mi aspettava ancora una volta, le giornate erano tutte talmente uguali che perfino essere picchiato mi provocava noia.
Alzai la testa ancora mezzo intontito.
Nessuno mi aveva svegliato, nessuno si era preoccupato di me.
Vidi Leon picchiare Paul.
Spostai lo sguardo, non m’interessava.
Ero totalmente indifferente, in tutto e per tutto, tranne che per la musica.
Nessuno approvava i miei sogni, il mio look, ma non me ne fregava niente.
Ero sulla bocca di tutti, non importava se male o bene.  Tutti mi conoscevano, e ciò non poteva far altro che piacere.
Mi alzai dalla sedia e mi scaraventai fuori.
Non avevo voglia di mangiare, avrei provato a trovare Tom. Sarebbe stato sicuramente in giardino, come al solito, a fumare con i suoi amici e a commentare le ragazze dal sedere meraviglioso e dal balcone.
Erano rozzi.
Non mi piaceva affatto come si comportavano con le ragazze, non capivano che loro non volevano sentirsi dire “Sei figa”, volevano sentirsi dire “Sei bellissima”.
Non volevano essere giudicate per il sedere o per il seno, ma per il pacco completo.
Non capivano che non avevano bisogno di sesso, ma di amore.
Non tutte le ragazze erano così, questo è vero, però la maggior parte si, ma non nella nostra scuola.
Erano tutti uguali, tutti che pensavano allo stesso modo, nella stessa corrente.
Forse era per questo che non mi sopportavano.
Le mie idee.
Cercavo sempre di farmi valere, come pochi attimi prima in classe, ma nessuno aiutava me.
Nessuna persona voleva aiutare me.
Ero costantemente solo da quando Tom era stato spostato perché insieme facevamo troppo casino.
Era stato un trauma.
Lui era capace di reagire, io no. Mi difendeva sempre, si metteva in mezzo ogni volta che mi trovavo nei guai, o almeno, quando vedeva. Se non notava niente e io tornavo con i lividi si arrabbiava. Mi chiedeva chi mi aveva fatto male e il giorno dopo era rissa assicurata.
Infondo era lui il maggiore.
Camminavo velocemente nel corridoio, speravo non mi trovassero, dovevo raggiungere il mio gemello. Quando ci riuscivo, almeno in quel giorno, non mi facevano niente, ma il giorno dopo ... Erano il doppio.
«Kaulitz!» sentii urlare alle mie spalle.
Non mi voltai neanche, sapevo che era Daniel. Lui, e il suo gruppetto.
Erano sempre insieme, perfino in bagno.
Uno faceva i suoi porci comodi mentre gli altri aspettavano fuori.
A cosa era utile?
Pensavo avesse paura che qualcuno si prendesse la briga di aprire la porta del bagno e vedere quanto poco uomo fosse. Si, doveva essere per le sue dimensioni, come diceva anche Tom.
Velocizzai il passo fino alla porta, e non appena fui fuori iniziai a correre verso Tom.
Loro mi seguivano.
Li sentivo urlare a squarciagola.
Nessuno ci faceva caso, neanche i professori.
Mi mandavano dalla preside se canticchiavo un motivetto, e loro non ci finivano mai, neanche quando picchiavano la gente.
Tom si invece.
Quando picchiava uno di loro, il giorno dopo era dalla preside, in punizione.
La preside sapeva quello che succedeva, ma non ci poteva fare niente, così diceva. Non poteva fare niente perché il soggetto che le prendeva ero io.
Raggiunsi il tavolo di Tom ansimando, e mi piegai in due per lo sforzo. Lo vidi irrigidirsi in un secondo. Buttò per terra la sigaretta e fece due passi in avanti per farmi da scudo.
«Provateci!» affermò serio piegando la testa di lato.
Daniel lo guardò pieno di rancore e girò i tacchi insieme al suo gruppetto.
Mi aveva salvato ancora una volta nonostante ciò che avevo fatto la sera prima, nonostante i miei sbagli.
Sapevo che non mi avrebbe mai tradito. Sarebbe morto al mio posto se avesse potuto alleviare il mio dolore. Ed io avrei fatto la stessa cosa per lui.
«Grazie.» dissi ansimando.
«Figurati.»
Sentii una sensazione strana pervadermi il corpo.
Lo guardai negli occhi.
Mi voleva parlare.
Poggiai al testa sulla mia mano e aspettai che proferisse parola.
«Non puoi continuare così.» disse serio.
«Lo so, ma cosa posso fare?» domandai esasperato.
Sentii la tristezza salirmi fino in gola. Era concentrata tutta lì per metà. L’altra era andata dritta ai miei occhi. Volevo piangere.
Non c’era via d’uscita? 
Spostai lo sguardo annoiato sull’altro lato del cortile e di botto la mia testa si fermò.
Il cuore incominciò a pulsare in modo convulsivo.
Il respiro si faceva sempre più corto.
La mia testa diventò sede di mille e più pensieri.
La vedevo.

 

I Bla Bla Dell’Autrice*


Eccomi Di Nuovo Qui! Questo E’ Il Primo Capitolo. Ho Voluto Lasciare Un Po’ Di Suspense. Cosa Vedrà? Chi? Cosa Proverà?
Naturalmente Aspetto Tutte Le Vostre Impressioni E Tutto Ciò Che Volete Dirmi.
Scusate Se Lo Ripeto, Ma E’ La Mia Prima “Opera” Letteraria E Vorrei Capire Se Va Bene O Se Devo Cambiare Qualcosa Nel Mio Stile Di Scrittura.
Per Concludere, I Ringraziamenti.
Grazie Mille A Tutte Le Persone Che Hanno Commentato.
  MadameMoonLoveSunshine_483, tokia483 e  
Dragona.
Grazie Davvero! :)
A Presto!

Saretta

 

  
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