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Autore: baby80    01/03/2010    16 recensioni
La famosa notte nel bosco, quella con le lucciole, quando Oscar e André si amano per la prima (e sola) volta... ho provato a immaginare i pensieri di Oscar. Questa storia è stata scritta tempo fa, e solo ultimamente l'ho ripresa in mano e modificata, in meglio, spero.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C'è stato dato l'ordine di attaccare, l'ordine di attaccare la folla armata. Doveva accadere.
Ho ricevuto la notizia da Alain ed altri miei uomini, ho detto loro di tornare in caserma, io li raggiungerò più tardi. Io e André, ovviamente.
Da qualche giorno ho scoperto la causa della fastidiosa tosse che mi trascino da settimane, tubercolosi, lo avevo immaginato ma volevo esserne sicura, il medico ha confermato i miei sospetti. Potrei guarire, anche se la malattia è in fase avanzata, con un adeguato riposo, una corretta alimentazione potrei guarire, potrei finalmente respirare profondamente senza sentire una mano invisibile stringersi attorno ai polmoni, potrei ma... per farlo dovrei lasciare l'uniforme. Non posso abbandonare i miei uomini in questo momento, ora che c'è bisogno di un comandante che li guidi in battaglia. Ho deciso di rimanere, ho deciso di combattere con il mio reggimento, penserò alla mia salute alla fine di tutto questo.
Un tempo per ogni cosa.
Da qualche giorno ho anche scoperto che André mi sta mentendo, lo fa da parecchio tempo. Il suo occhio destro ha dei problemi, il solo occhio che gli è rimasto non vede bene.
Quando il medico me l'ha rivelato non volevo crederci, non volevo credere che il mio André sta diventando cieco. Perchè non me lo hai detto André? Mi sono posta questa domanda innumerevoli  volte tornando a palazzo, ma solo ora, che con un briciolo di lucidità cerco una risposta, mi rendo conto che il motivo del suo silenzio è semplice... Come si può rivelare un simile fardello ad una persona che pensa solo ed esclusivamente a se stessa? Come si può raccontare il proprio dolore alla donna che ti ha respinto, e che ha eretto una fortezza attorno a sé? Non si può, semplicemente.
Io sono la causa del peso che ha investito André, per causa mia, per la mia smania di “giustizia” ha perduto l'occhio sinistro, ed ancora per causa mia potrebbe divenire cieco. Quanto dolore ti ho inflitto, André? Ho rubato così tanto alla tua vita, l'infanzia, la giovinezza, una famiglia che avresti potuto avere, dei figli, ed ora anche la vista.
Io ti ho tolto, mentre tu, André, mi hai dato tanto, senza che te lo chiedessi, mi hai fatto dono di cose straordinarie, l'amicizia, la protezione, l'amore, la devozione, mi hai accettata per quel che ero, per quel che sono, senza pretendere nulla in cambio, ed io cosa ho saputo fare? Essere cieca ed egoista, quando invece avrei dovuto ringraziare e ricambiare tutto questo amore.
Come ho potuto, in tutti questi anni non accorgermi del tuo amore? Come ho fatto a non rendermi conto del mio, di amore, per te? Amore, una parola che non conosco, ma che vorrei capire ed imparare.
Adesso, Oscar, vuoi scoprire cos'è l'amore? Non ti sembra il momento sbagliato per aprire gli occhi e “volere”?
Ho davvero un tempismo formidabile! Ho la tisi, André probabilmente diventerà cieco e ancora più probabilmente non vorrà più saperne di me, e domani dovremo combattere in battaglia... un tempismo perfetto.
Devo fare qualcosa. Oggi.
Un tempo per ogni cosa.
Ho visto mio padre nelle scuderie, questo pomeriggio, parlare con André, l'ho sentito dire qualcosa che non mi sarei mai aspettata, quello stesso uomo che poco tempo fa cercò di uccidere me ed André, oggi, gli confessava che se fosse stato un nobile avrebbe visto di buon occhio un matrimonio con me, perchè era certo che mi avrebbe resa felice. Ho visto il grande generale Jarjayes, l'uomo tutto d'un pezzo, posare le mani sulle spalle di André e augurarsi che a lui non accadesse nulla, e nel caso, di prendersi cura di me.
Vorrei avere il tempo per parlare con mio padre, per chiarire tutto quel non detto che si è accumulato negli anni, vorrei ma non è il momento adatto, non più ormai.
Dobbiamo andare.
Un tempo per ogni cosa.

Sono in un boschetto, poco lontano da Parigi, ci stiamo nascondendo da un gruppo di uomini che volevano rubare le nostre armi, ti hanno ferito alla testa André, ti ho chiesto se ti facesse male, e tu, come sempre hai minimizzato “no non è niente” mi hai risposto, rendi le menzogne così pure e convincenti, lo fai per non preoccuparmi, lo so, lo facevi anche quando eravamo bambini, ma ora sono grande non c'è più bisogno che tu mi protegga da ogni cosa.
Ti guardo poco distante da me, ed è come se non ti avessi mai visto prima di adesso, sei un uomo, lo sei sempre stato? Sei sempre stato così alto? Il tuo corpo è sempre stato così possente? Come ho fatto a non vedere prima d'ora... come ho potuto non accorgermi delle differenze che vi erano tra me e te?
In questo istante, in questo boschetto pieno di lucciole, riesco finalmente a vedere che tu sei un uomo ed io una donna, non un soldato, un comandante, una nobile, no solo una donna. Una donna che ha capito di volerti bene, di quel bene che va al di la della lunga amicizia che vi è tra noi, quel bene che mi fa desiderare di sapere quale sia il profumo della tua pelle...
Mi sto avvicinando a te e mi tremano le gambe, la forte e algida Oscar che si fa intimidire da un uomo. Bizzarro.
Sono così vicina a te, “vorrei che tu lasciassi l'uniforme André, comunque domani quando andrò col mio reggimento a Parigi è meglio che tu non venga, preferirei che tu tornassi a casa dove tua nonna si prenderà cura di te. Ti supplico di darmi ascoltò André, non puoi combattere in quelle condizioni”, ti dico.
Non è vero, non è ciò che desidero, ma è l'unica cosa sensata da fare, non lo sopporterei se ti accadesse qualcosa, ti ho già procurato tanto dolore, eppure ho tremendamente paura che tu mi risponda “si Oscar tornerò a casa”.
Non andartene André, non lasciarmi sola, non farlo ora che ho compreso il mio cuore... E' sbagliato lo so, ma non posso perderti adesso che sento di poterti dire...
“No, verrò con te, come sempre. Ormai è una vita che vengo con te in ogni occasione, non posso certo cambiare adesso ti pare?” le tue parole bloccano i miei pensieri, la tua voce è così dolce, ha sempre avuto il potere di tranquillizzarmi. Sempre lo stesso, il mio André.
Perché mi guardi in quel modo André? Sembra quasi che tu sappia... che tu sappia quello che io ho scoperto da poco tempo... no non puoi sapere cosa provo per te, ma sono intenzionata a dirtelo, questa sera, adesso... se solo trovassi il coraggio di parlare.
Oscar maledizione vuoi perdere altro tempo? Domani potresti essere morta e questa potrebbe essere l'unica occasione per renderlo felice e rendere felice te stessa.
Avanti Oscar, parla...
“André io... una volta sono stata innamorata di Fersen, anche se sapevo chiaramente che tu mi volevi molto bene, che mi amavi, è mai possibile che tu mi voglia ancora bene André?”
Perchè ho tirato in ballo Fersen? Che cosa mi prende? Se questa voleva essere una dichiarazione sono sulla strada sbagliata.
Attendo la stoccata finale, lui avrebbe tutto il diritto di mandarmi al diavolo, non mi stupirei se mi dicesse che è ormai troppo tardi, che per me non prova più nulla.
Parla André, dimmi qualcosa, infuriati, respingimi ma dimmi qualcosa.
“Certo Oscar, io ti voglio bene da sempre.”
Le tue parole mi arrivano al cuore inaspettatamente, sento le lacrime riempirmi gli occhi. Tu mi ami André, mi ami ancora, come puoi? Come puoi amare una sciocca egoista come me? Non speravo di poter sentire ancora, sulle tue labbra, l'amore che hai per me.
Devo dirtelo André...
Le tue parole hanno sgretolato la mia fortezza, non c'è più timore in me, l'amore che sento nel cuore spinge contro la mia anima, ed io perdo ogni inibizione, la fredda e compita Oscar di sempre è scomparsa...
Sto muovendomi verso di te, poggio le mie mani sul tuo corpo, stringo la tua uniforme tra le dita e nascondo il viso contro il tuo petto, piango come non mi capitava da tanto tempo, dal giorno in cui mi hai dichiarato il tuo amore.
Il mio corpo è scosso dai singhiozzi, tu non dici nulla, rimani immobile.
E' il mio turno ora... la sfida più difficile della mia vita. L'unica battaglia che non voglio perdere.
“Oh Andrè, anch'io ti voglio bene. Ti voglio bene.”
Le parole più semplici da pronunciare.
Sento la tua mano poggiarsi sulla mia e stringerla. Allora è tutto vero, sono riuscita a dirti cosa provo e tu sei qui e mi ami, ancora. Sono così felice, eppure non riesco a fermare le lacrime.
“Io questo l'ho saputo da sempre Oscar. Adesso niente può più dividerci.”
I singhiozzi scuotono ancora il mio corpo  ma trovo la forza di alzare il viso e guardarti, senza più timore, senza imbarazzo, guardo te, non più soltanto amico fedele, guardo te, l'uomo che amo.
Il tuo unico occhio, di un verde così inteso, mi fissa, stai sorridendo ed io mi sto perdendo in tutto questo amore, non provo più interesse per quella che fino a pochi minuti fa era la mia vita, non mi importa di rivedere mio padre o mia madre, ormai le mie orecchie non odono più i tumulti di questo paese in rivolta, non esiste più nulla all'infuori di te, all'infuori di noi. Noi, è così strano... siamo diventati una cosa sola, o forse lo siamo sempre stati, in modo diverso ma sempre e comunque insieme, io e te, nati in mondi diversi, ne abbiamo creato uno tutto nostro, dove un servo può amare una donna nobile, in questo nostro mondo dove non esistono differenze di rango.
Desidero imparare ad amare, questa notte, voglio sapere cosa si prova ad amare te...
Sono io a muovere il primo passo verso quelle labbra che ho avuto davanti per tutta la vita, ma che solo ora desidero così intensamente da procurarmi dolore... mi alzo sulle punte dei piedi, mi sollevo verso il tuo viso e poggio le mie labbra sulle tue.
Sembri quasi stupito da questo mio gesto, sento un gemito scapparti dalle labbra e posarsi sulle mie, ma il tuo stupore dura la frazione di un attimo il tempo di sentire il desiderio accendere anche te, lo sento André, lo sento da come stringi il mio corpo tra le tue braccia.
Ti sto baciando, ed è tutto così nuovo per me, eppure è come se non avessi fatto altro in vita mia, se non baciare le tue labbra... Istintivamente dischiudo la mia bocca e vi lascio scorrere all'interno la tua lingua, non ne ho timore questa volta, non come quella sera di tanto tempo fa... lascio che anche la mia lingua giochi con la tua, in un rincorrersi di umido piacere... il piacere scivola lungo il mio corpo, lo sento strisciare sotto la pelle ed esplodermi nel ventre mutando in desiderio... desiderio di te... desiderio di avere di più.
E tu mi dai di più, hai letto ancora una volta dentro la mia anima André? Il tuo bacio diventa più profondo ed io, stupendo me stessa, compio gesti che non conosco... porto le mani dietro la tua testa, intreccio le mie dita tra i tuoi capelli, e ti spingo contro di me, invitandoti a cibarti di me, ed odo un altro gemito precipitare dalla tua bocca.
Questo significa amore? Questo è il desiderio di cui ho letto in tanti libri? Mi domando come ho potuto vivere senza tutto questo, come ho potuto privare il mio corpo di tanta bellezza? Come ho potuto privare il mio corpo di te, André?
Senza quasi rendercene conto liberiamo i nostri corpi degli indumenti, con infinita dolcezza spogli  la mia carne, scoprendo questo mio corpo custodito come una reliquia per tutta la vita, ed è ancora stupore nei tuoi occhi e labbra come fuoco su di me.
Non vi è vergogna nel mostrarti il mio corpo di donna, doveva essere così da sempre, io e te destinati a questo quando ancora non ne eravamo consapevoli.
Non vi è vergogna nel guardare il tuo corpo di uomo, nudo di fronte a questi miei occhi inesperti, come lo è il resto di me... ammiro ogni particolare di questo nuovo André, e sorrido pensando che ogni parte di te è mia, solo mia.
Ti stai stendendo sopra di me, e il cuore prende a battere più velocemente nel mio petto, percepisco, anche se delicatamente, il tuo peso, quel particolare che rende te un uomo e me una donna, e non sono mai stata così felice d'esserlo come in questo istante.
Pelle contro pelle, i nostri corpi bruciano, guardo il tuo viso sopra di me, accarezzo le tue labbra con le dita, seguo la linea del tuo volto, le guance, il mento, e poi giù lungo il collo imperlato di sudore, così come il resto del tuo corpo, così come il mio.
Guardo le tue labbra muoversi “ti amo” mi dici, una, due, tre, un milione di volte, mentre le tue mani mi sfiorano, mi toccano, così come la tua bocca, ed io, maldestramente, recito i tuoi stessi gesti.
Attorno a noi è scesa la notte, circondati dal buio, nel piccolo mondo che abbiamo costruito a fatica in tutti questi anni, dentro questo boschetto illuminato da insolite lucciole diamo finalmente un significato alla parola amore, ed è così dolce e dolorosa, in un susseguirsi di piacere e sofferenza.
“Ti amo, André” lo sussurro sulle tue labbra nell'istante in cui il tuo corpo si fa più vicino al mio, nell'istante in cui dischiudo le gambe e ti sento entrare nel mio intimo, con quella dolcezza che ti contraddistingue da sempre, quella dolcezza che è nei tuoi occhi, nel tuo sorriso, in ogni tuo gesto.
Un sussulto, la parte dolorosa dell'amore, ti blocchi preoccupato, ti sorrido, ti rassicuro invitandoti a continuare e tu obbedisci, come hai sempre fatto, e non devo aspettare molto per scoprire l'altro lato di questo amore, il piacere che si sta prendendo tutta me stessa.
“Ti amo... Ti amo André” le mie parole tra i gemiti, ti guardo, non dici nulla, non a parole almeno, rispondi spingendoti sempre di più contro il mio corpo, spingendoti sempre più in me, e vedo in te un volto diverso, posso scorgere chiaramente la passione che nutri per me, e sei così dolorosamente bello, fai male al cuore.
Un gemito che somiglia ad un grido e ti accasci sul mio petto, respiri affannosamente, hai provato anche tu, André, quello strano fuoco che ha invaso il mio corpo? Così piacevole da non voler sentirne la fine ma, al tempo stesso, così intenso da essere quasi doloroso?
E' questa l'essenza dell'amore? Corpo ed anima uniti in un amplesso di piacere? Si, credo proprio di si.
Giaciamo sull'erba, l'uno nelle braccia dell'altra, felici e increduli. Io e te, Oscar e André, un servo e una nobile, amici da sempre, un soldato e un comandante, questo agli occhi di tutti, come ai nostri  fino a poche ore fa, ma ora eccoci qui, io e te, un uomo e una donna, un compagno e una compagna... marito e moglie.
“Si” ti rispondo, senza esitazioni, quando mi domandi tra le lacrime se voglio diventare tua moglie.
Un tempo per ogni cosa, e questo era per noi, André, solo per noi.
  
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