"Non sono sicuro, Signor Potter, di come si sia potuto illudere e pensare di innamorarsi di me. Anche lei non può essere un tale imbecille! Le ho forse mai mostrato altro, a parte disprezzo? "

Occhi verdi che lo supplicano silenziosamente.

"Stia certo che non avrei mai potuto corrispondere questi sentimenti."

Si avvicinò al ragazzo, quanto il suo ritratto poteva permettergli, riducendo la voce a un sussurro crudele.

"Dopo tutto, non sei nient'altro che un lurido Potter".

L'espressione di Severus Snape mutò da ghignante a spettrale, alla stessa velocità con la quale Harry si lanciò fuori dall'ufficio del Preside. Si strinse la radice del naso dipinto, tra un pollice e un indice altrettanto dipinti.

Dall'altra parte della stanza, Albus si rivolse a lui dal proprio ritratto.

"Perché ferirlo a quel modo? Sarebbe stato così terribile per Harry, conoscere la verità? "

Snape portò tutta la sua attenzione all'altro.

"Naturalmente lo sarebbe. Tu sai che cosa è successo l'ultima volta. Tutto quel languire e deprimersi a proposito."

"Ma le vostre anime sono state legate per secoli, Severus ... addirittura prima della fondazione di Hogwarts!"

"Sì". Snape si sedette nella sedia dipinta nel suo ritratto. "Ma ciò non significa che si uniranno in ogni vita".

Albus scosse la testa.

"Io non vi capisco. Potreste essere felici insieme nell'aldilà, ma voi insistete nel voler rinascere ogni volta e vivere una vita infelice."

"Noi facciamo ciò che dobbiamo. Avremmo forse dovuto lasciare che Voldemort regnasse sul mondo dei maghi?"

"Ci sono altri che avrebbero potuto ..."

"Non essere sciocco, Albus".

"Ma Harry. E tu."

"Ci potremmo rincontrare quando lui avrà terminato questa vita. Fino ad allora, aspetterò e osserverò."

Albus sospirò. "Dev'essere terribile per te. Vederlo con altri amori, altre famiglie."

Severus mosse la mano come per accantonare la cosa.

"Come lui ha visto me farlo altre volte. Oserei dire, che ormai siamo abituati a tutto questo. "

"Tu lo sei, ragazzo mio? Sei davvero abituato a vederlo con gli altri? Dimmi che la cosa non ti lacera dentro."

Albus assentiva come se avesse già sentito la risposta.

Severus abbassò il capo.

"Certo che sì. Ma alla fine, quando lui avrà terminato anche questa sua vita, ci riuniremo. Lui sarà mio".

Severus puntò il suo sguardo attraverso la stanza, inchiodando i suoi occhi a quelli di Albus.

"Credo che questa volta sarà l'ultima. Dopo questo, non tornerò più in questo mondo disgraziato ".

Albus sorrise e assentì.

"Una decisione saggia."